Guazzini vola e si conferma regina della crono

26.06.2025
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Dieci secondi di ritardo all’intermedio, sei secondi di vantaggio sulla linea del traguardo. A San Vito al Tagliamento Vittoria Guazzini si riconferma campionessa italiana a cronometro battendo (nuovamente) Elisa Longo Borghini grazie ad una seconda parte di prova decisamente di alto livello, mentre terza chiude Federica Venturelli, che vince il tricolore U23.

Se l’anno scorso la penalizzazione inflitta a Longo Borghini aveva assegnato il titolo a tavolino, stavolta la toscana delle Fiamme Oro (e della FDJ-Suez) lo ha conquistato sul campo, dando una bella iniezione di fiducia al proprio morale in vista dei prossimi impegni.

Vittoria Guazzini si riconferma campionessa italiana a crono battendo Longo Borghini e Venturelli
Vittoria Guazzini si riconferma campionessa italiana a crono battendo Longo Borghini e Venturelli

Ammiraglia azzurra

La rivincita Guazzini-Longo Borghini si rinnova sulle strade friulane, con gli occhi interessati dei tecnici azzurri. A seguire la loro sfida in ammiraglia ci sono Marco Velo (cittì delle nazionali femminili), Marco Villa (cittì degli uomini e delle crono) e Diego Bragato (responsabile del Team Performance della Federazione). Per entrambe prendono riferimenti cronometrici godendosi il finale thrilling, oltre che le loro prestazioni.

«Da Vittoria – dice Velo – ci si può aspettare di tutto e sappiamo quanto vada forte a crono su percorsi adatti a lei. Ha recuperato 16” dopo l’intermedio sfruttando una grande condizione, perché Elisa non è calata nel finale, come ci ha confermato anche suo marito Jacopo Mosca che la seguiva. L’anno scorso c’era stata una differenza di un secondo tra le due prima che intervenisse la giura. I tempi parlano chiaro anche se comunque assieme a Marco e Diego dovremo analizzarli con calma. Ho parlato con entrambe e sicuramente la cosa che ho apprezzato di più è averle viste col sorriso. Vittoria chiaramente per la… vittoria, se mi concedete questo gioco di parole. Elisa invece per la sua prestazione dopo essere scesa dall’altura.

«Prima di guardare il risultato – analizza Villa – ho fatto i complimenti ad Elisa perché ha disputato una grande crono su un percorso che non le si addice, onorando come sempre il campionato italiano. Vittoria sta curando la cronometro in modo maniacale su posizione e materiali. Per lei battere una campionessa come Longo Borghini è un valore aggiunto e questo è il più bel riscontro che potesse dare. Conosco bene Guazzini campionessa olimpica in pista e persona. Dovrebbe avere più convinzione nei suoi mezzi e otterrebbe ancora di più. In ogni caso è stato molto bello avere una sfida tra loro due a questo livello».

L’abbraccio di Martina Fidanza. Per Guazzini la serenità dell’ambiente delle Fiamme Oro ha prodotto un grande risultato
L’abbraccio di Martina Fidanza. Per Guazzini la serenità dell’ambiente delle Fiamme Oro ha prodotto un grande risultato

Il sigillo di “Arturita” Guazzini

Rintracciamo Guazzini al telefono nel lungo protocollo post gara. Il tono della sua voce è raggiante e non potrebbe essere altrimenti. Già solo vedere le foto di questo tricolore rispetto a quello del 2024 si capisce che c’è un sapore diverso. E’ una riconferma che vale molto.

«Lo si può dire serenamente – dice Vittoria – che questo è un titolo che mi rende più felice. Non che non la fossi l’anno scorso, ma fu una situazione bizzarra. Stavolta sono molto contenta della mia prova e me la sto godendo nel modo giusto, sicuramente diverso rispetto ad un anno fa. Farò il Giro Women e alla crono di apertura di Bergamo spero di arrivarci con lo stesso spirito di oggi.

La incalziamo con un po’ di spunti vari ispirati dalla sua verve. Villa le ripete sempre che se partisse più convinta, guadagnerebbe 30” in ogni crono. E poi il nickname “Arturita” con cui ormai è diventata famosa.

«Forse ha ragione Marco – risponde Vittoria, pronta a rilanciare – dovrei credere un po’ di più su me stessa, ma ci stiamo lavorando step by step. Il soprannome invece è diventato quasi il mio motto, tanto da tatuarmelo. Quando sono con amici o compagne chiamo tutti “Arturo” o “Artura” e ora mi chiamano così.

«Battute a parte – conclude Guazzini – credo che alla base di questo tricolore ci sia la serenità. L’ambiente in cui siamo stati in questi giorni Martina Fidanza ed io ha fatto la differenza. Ci siamo divertite, facendo le ricognizioni come volevamo noi con i nostri tempi e i nostri riferimenti. Per la serie, zero stress e massimo risultato. Questa vittoria la dedico alle Fiamme Oro, che ci hanno supportato, alla mia squadra FDJ-Suez (che dovrebbe modificare il nome nei prossimi giorni, come ci anticipa Guazzini, ndr), al massaggiatore Bertini, oltre che famiglia e amici».

Sorride Longo Borghini per il secondo posto. La sua bella prova in un percorso non adatto a lei è sinonimo di buona condizione
Sorride Longo Borghini per il secondo posto. La sua bella prova in un percorso non adatto a lei è sinonimo di buona condizione

In casa UAE

L’umore tra le atlete della UAE non è troppo diverso. Malgrado abbiano chiuso al secondo e terzo posto e contestualizzando tutto, Longo Borghini e Venturelli hanno di che essere soddisfatte.

«Penso di aver fatto una cronometro in linea con quello che doveva essere il mio ritmo – spiega Longo Borghini – Senza dubbio non era il mio terreno favorevole, ma ho disputato una buona prova. Ha vinto un’atleta che era più portata per questo percorso e arrivare così vicina a Guazzini mi dà la certezza di essere in una buona condizione di forma. Ora punto al tricolore in linea, che anche quello non ha un percorso molto adatto alle mie caratteristiche, però lotterò cercando di fare il meglio possibile assieme alla squadra».

Venturelli col terzo posto assoluto si conferma tricolore crono U23 davanti a Pellegrini e Cipressi (sul podio a parti invertite nel 2024)
Venturelli col terzo posto assoluto si conferma tricolore crono U23 davanti a Pellegrini e Cipressi (sul podio a parti invertite nel 2024)

Sia Velo che Villa invece hanno speso più di una parola anche per Venturelli, terza assoluta e nuovamente campionessa italiana U23. Entrambi hanno sottolineato che finora Federica non ha mai fatto una stagione con continuità a causa di infortuni, ma sanno che è il futuro del ciclismo italiano. Ci vuole solo tempo per continuare a farla crescere bene.

«Arrivavo a questo appuntamento – racconta in chiusura Venturelli, al sesto tricolore a crono consecutivo dopo quello della scorsa stagione e quelli conquistati da juniores e allieva – a cui tenevo tanto con una condizione incerta costruita all’ultimo minuto, a causa di problemi fisici nella prima parte di stagione. E’ stata comunque una bella sorpresa salire sul podio elite perché a livello personale sono molto soddisfatta della mia prestazione».

Villa prepara gli europei. Le novità non mancheranno

23.01.2025
5 min
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Manca un mese agli europei su pista, primo atto della stagione postolimpica. Marco Villa ne ha vissute tante, ma questa sa già che ha un valore particolare perché c’è da rimescolare tutte le carte, dopo un quadriennio più breve del solito, fortunato nel suo epilogo parigino, ma dopo il quale i big hanno deciso di mettere per un po’ da parte la pista (agonisticamente parlando, beninteso, perché a Montichiari Ganna, Milan e compagnia sono sempre di casa).

Il nuovissimo impianto di Zolder che ospiterà i campionati europei dal 12 al 16 febbraio
Il nuovissimo impianto di Zolder che ospiterà i campionati europei dal 12 al 16 febbraio

Bisogna quindi riprogettare la nazionale e Villa sta già pensando intensamente alla squadra che porterà a Zolder per la rassegna continentale di metà febbraio. Partendo dalle basi.

«Dovremo affiancare gente d’esperienza – dice – a quei giovani promossi dalla categoria under 23, per le specialità prestative e di gruppo, dove li voglio vedere in azione assumendosi le responsabilità. Sarà un primo passo agonistico, ma intanto già stiamo gettando le basi, basti pensare che da Montichiari sono passati almeno una trentina di ragazzi, il gruppo dal quale dovremo scegliere».

Sei riuscito a trovare un equilibrio con l’attività su strada? Ormai tutti sono impegnati con i rispettivi team per la preparazione…

Noi abbiamo una formula che è consolidata, devo dire che tutti si sono messi a disposizione e, quando sono stati liberi dagli impegni con i rispettivi team, sono venuti in pista a lavorare. Sanno che queste sedute pagano anche nell’attività su strada e noi dalla nostra parte abbiamo ormai rapporti consolidati con tutti i team internazionali, ci veniamo incontro.

Villa insieme a Viviani, pronto a rispondere presente per gli europei mentre cerca un nuovo team
Villa insieme a Viviani, pronto a rispondere presente per gli europei mentre cerca un nuovo team
Uno dei “grandi vecchi” potrebbe essere Viviani. Lo hai seguito a Brema?

Sono stato con lui e Consonni l’ultimo giorno e non posso nascondere che per me è stata un’emozione, respirare quell’aria che ha fatto parte per anni della mia vita. Io li ho trovati bene, entusiasti proprio come fossero due ragazzi. Al di là dei risultati, sono stato soddisfatto.

Con Viviani avete parlato anche di europei?

Sicuramente, è intenzionato fortemente a esserci, d’altronde a dicembre si stava allenando duramente per essere pronto per il Tour Down Under perché sperava ancora in una chiamata. Mi piacerebbe vederlo impegnato in un grande team per l’ultimo anno, la sua esperienza sarebbe utile e si potrebbe togliere ancora belle soddisfazioni, fino al mondiale di Santiago a ottobre che sarà il suo saluto.

Milan e Ganna (con in mezzo Lamon) ora puntano tutto sulla strada. Torneranno nel 2027?
Milan e Ganna (con i mezzo Lamon) ora puntano tutto sulla strada. Torneranno nel 2027?
Continui però ad averlo a disposizione…

Elia è un punto di riferimento, un esempio. So bene che appena deciderà di appendere la bici al chiodo pioveranno le offerte perché uno come lui, con la sua esperienza, con tutto quello che ha imparato vivendo anni all’estero, è una risorsa. E’ un programmatore meticoloso, che ha avuto grandi maestri come Brailsford e Lefevere. So che prenderà le giuste decisioni.

Quest’anno servirà per far fare esperienza ai ragazzi. Su che basi sceglierai?

Il problema è il calendario, visto che l’Uci ha disposto per ora solamente una prova di Nations Cup e io contavo di sfruttare questa per far correre più gente possibile fra vecchi e nuovi. Elisa Balsamo ad esempio si era detta disponibile a fare una prova dopo l’Amstel, ma la tappa asiatica è stata cancellata. Con un calendario così scarno, dovremo trovare occasioni nel programma, gare 1.1 per far fare ai ragazzi e alle ragazze le giuste esperienze in vista dei mondiali e di quel che seguirà. Questo però significa anche che gli europei e la prova in Turchia di Nations Cup assumono una rilevanza particolare. Io sceglierò in base alle disponibilità, basandomi sui corridori che frequentano la nostra sede e con i quali abbiamo lavorato. Il criterio è unicamente questo.

Federica Venturelli è già pedina fondamentale della nazionale, ma non è l’unica nuova entrata
Federica Venturelli è già pedina fondamentale della nazionale, ma non è l’unica nuova entrata
Con le donne hai meno problemi, vista la loro età, ma ci sono ricambi?

Da una parte è vero, dopo Tokyo abbiamo trovato un gruppo giovanissimo che sta crescendo anno dopo anno e sono convinto che senza le tante sfortune del 2024 anche a Parigi nel quartetto ci saremmo tolti belle soddisfazioni e l’oro di Consonni e Guazzini nella madison lo dimostra. Ma io guardo anche dietro.

Ad esempio?

Ad esempio c’è la Venturelli che è già un innesto importante e so che vale per noi della pista come per la strada, visto il suo talento poliedrico. Ma c’è anche altro. Ad esempio ho già portato la Baima a gareggiare a Grenchen dove in un consesso di alto livello e soprattutto della massima categoria ha colto un terzo posto nello scratch e vinto l’eliminazione dell’omnium. Risultati che ottieni solo se hai grandi capacità. Con lei abbiamo anche la Sgaravato che sta lavorando con le elite e sta rapidamente bruciando le tappe.

Pluricampionessa di categoria, su Anita Baima Villa è pronto a scommettere già ora
Pluricampionessa di categoria, su Anita Baima Villa è pronto a scommettere già ora
E’ però anche vero che, in una fase di aperta transizione come questa, c’è il rischio di andare agli europei raccogliendo molto meno del recente passato. Non hai paura che subito si potrebbero alzare le critiche?

Ci sono abituato, so bene che faremo più fatica in questa fase, proprio perché questo, ma anche il prossimo anno serviranno per fare esperienza, per costruire mattoncino dopo mattoncino. Ma c’è sempre chi guarda al tutto e subito. Io comunque sono fiducioso e penso che comunque saremo sempre presenti al massimo livello. L’importante è mantenere la sintonia con i vari team per far lavorare i ragazzi. Questo è il periodo della semina e io mi devo concentrare su quello.

Strada, pista e studio: Venturelli riscrive le priorità

24.11.2024
6 min
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Ogni volta che finisci un’intervista con Federica Venturelli senti di aver imparato qualcosa, se non altro per quanto riguarda la dedizione. Nonostante i 19 anni, la cremonese trasmette un senso di leggerezza nel vivere il rigore in cui è immersa. Il titolo di Alfiere del Lavoro ricevuto un anno fa dal Presidente Mattarella per essere stata uno dei migliori 25 studenti d’Italia e i risultati sportivi di vertice fanno di lei una notevole eccezione. Quando la intercettiamo in uno degli slot orari che ci ha detto di preferire, si trova a Brescia nello studentato in cui vive assieme alla sua bicicletta. Università e sport possono convivere, ma di solito lo studio finisce in secondo piano. Lei invece ha portato il ciclismo fra le mura accademiche e pagheremmo per vedere gli sguardi dei colleghi di Università nel vederla passare dai panni della studentessa modello a quelli dell’atleta ugualmente di vertice.

La seconda parte di stagione, come purtroppo abbiamo già raccontato, è stata falsata dalla frattura del braccio rimediata agli europei U23 su pista di metà luglio. E ugualmente su pista si è svolto il ritorno in attività, ai campionati del mondo, dato che la funzionalità del polso non era ancora al livello necessario per smarcarsi bene su strada. Quello che appare certo e anche comprensibile è che a causa di tutto questo, Federica non correrà la stagione del cross. Un po’ per dare modo al suo corpo di recuperare la piena efficienza e un po’ per la necessità di selezionare gli impegni, come già spiegava nelle scorse settimane Sara Casasola. Non si può chiedere troppo a se stessi. Strada, pista, cross, università: la dedizione non basta.

Dopo l’infortunio di luglio, Venturelli è rientrata in gara ai campionati del mondo su pista
Dopo l’infortunio di luglio, Venturelli è rientrata in gara ai campionati del mondo su pista
Buongiorno Federica, hai ricominciato ad allenarti?

In realtà non ho mai smesso al 100 per cento. Avendo fatto quasi un mese ferma a causa degli infortuni, a fine luglio e inizio agosto ho diminuito un po’ l’intensità degli allenamenti. Ho fatto un paio di settimane con qualche uscita tranquilla, senza fermarmi per le solite tre di stacco. Invece dalla settimana scorsa, ho ricominciato la preparazione sia in bici che in palestra e per adesso sta andando tutto bene. Dall’infortunio direi che mi sono ripresa quasi al 100 per cento. Il polso va meglio, riesco ad andare in bici anche su strada e non mi ho più problemi neanche a fare allenamenti lunghi. 

A cosa è legato il “quasi”?

Diciamo che mi fa ancora male fare dei movimenti estremi con il polso, però rispetto a prima non ho problemi.

L’infortunio ha chiaramente cambiato le prospettive, il ciclocross sarebbe stato nei programmi se non ci fosse stato questo lungo stop?

Non lo so. Come ho sempre detto, il ciclocross è una disciplina che mi piace tanto e che mi diverto a fare. Però è comunque impegnativo e si sovrappone a tutto il resto, soprattutto alla preparazione invernale per la strada e a quella della pista, perché a febbraio ci sono già i campionati europei. Quindi sicuramente l’opzione di fare una stagione completa, di concentrarsi sul ciclocross non ci sarebbe stata. Mi sarebbe piaciuto fare qualche gara, ma forse è arrivato il momento di scegliere e concentrarsi su qualcosa in particolare: fare tutto non è più possibile. L’università mi occupa del tempo e avere un’altra disciplina da preparare e cui dover pensare sarebbe troppo.

La Coppa del mondo di Anversa e Benidorm, il mondiale: così nel 2023 Venturelli nel cross (foto Dancerelle/DirectVelo)
La Coppa del mondo di Anversa e Benidorm, il mondiale: così nel 2023 Venturelli nel cross (foto Dancerelle/DirectVelo)
Quindi condividi anche tu la visione di Sara Casasola?

Ovviamente il cross ti dà più esplosività a inizio stagione, si arriva al via della strada avendo fatto sforzi intensi. Però poi sicuramente si paga, se non si fa un periodo di stacco o comunque di scarico, perché la stagione della strada poi è lunghissima. Nel 2023 feci un paio di Coppe del mondo più il mondiale, però ebbi anche dei problemi con la schiena e il ciclocross non aveva aiutato. E questo è un altro motivo per cui sarebbe stato comunque difficile puntarci di nuovo. Quei problemi non sono più in fase acuta, però la schiena ogni tanto mi dà ancora un po’ fastidio e cerco di non bloccarmi del tutto. Detto questo, non so ancora molto dei miei programmi di allenamento e se farò una preparazione per compensare la mancanza del cross.

Quanto ti assorbe lo studio?

Richiede tempo per andare a lezione, perché a Farmacia avrei la frequenza obbligatoria. Fortunatamente sono nel programma Dual Career che mi permette di frequentare quando sono a casa, altrimenti non riuscirei neanche a dare gli esami. E poi c’è da studiare per gli esami. Ieri ad esempio avevo il giorno di riposo dalla bici e ho studiato otto ore. Come fare una distanza, però sui libri. E’ una cosa che non mi pesa perché mi piace, quindi lo faccio volentieri.

Per Venturelli si prospetta un inverno di lavoro su strada e anche in pista
Per Venturelli si prospetta un inverno di lavoro su strada e anche in pista
Sei mai riuscita quest’anno a portare con te i libri quando vai alle corse?

Beh (ride, ndr), in aereo nessuno mi impedisce di studiare. Sono anche riuscita a finire in tempo gli esami del primo anno, quindi per ora va bene. Studio a Brescia e vivo anche qui. Risiedo al Collegio di Merito Lucchini assieme alla mia bici. I compagni mi guardano un po’ come una mosca bianca. Da una parte fanno il tifo e dall’altra ogni tanto mi invidiano un po’, perché mi faccio cambiare le date degli esami (ride, ndr).

Come immagini la tua prossima stagione?

Sicuramente farò più gare su strada del 2024, perché comunque ho iniziato tardi per i problemi alla schiena. La prima corsa l’ho fatta ad aprile a Mouscron e l’ultima gara a fine giugno al Thuringen prima di rompermi il braccio (nel mezzo anche le prime vittorie al Giro del Mediterraneo in rosa, ndr). Quest’anno spero di riuscire a dare un po’ più di continuità alla stagione senza altri problemi fisici, così da riuscire a crescere con più continuità, che è quello che l’anno scorso mi è mancato e che potrebbe penso farmi migliorare tanto.

L’infortunio ti ha impedito anche di entrare in lizza per la pista alle Olimpiadi oppure era presto per pensarci quest’anno?

No, secondo me sarebbe stato presto (la voce tradisce un tremolio di esitazione, ndr) perché c’era già un gruppo formato e molto forte. Le ragazze si conoscevano bene e quindi penso che fosse giusto, visto che lavoravano già insieme da anni, che a Parigi andassero loro. Però sicuramente il mio obiettivo è quello di poterci andare tra quattro anni e certamente lavorerò per questo.

Venturelli ha lasciato la categoria juniores con il terzo posto nella crono iridata di Stirling 2023 e il titolo europeo
Venturelli ha lasciato la categoria juniores con il terzo posto nella crono iridata di Stirling 2023 e il titolo europeo
C’è un obiettivo minimo che potresti darti per il prossimo anno?

Non vedo degli obiettivi precisi a livello di gare, però quello che voglio fare è migliorare, lavorare di più e migliorare di più a cronometro. Quindi se si dovesse parlare di un obiettivo preciso, magari mi piacerebbe fare bene al campionato italiano o comunque gare che possano darmi la misura della crescita. Poi sicuramente un altro obiettivo, sempre pensando in generale, è quello di continuare a crescere e fare esperienza e sicuramente potrò farlo, grazie alla maggiore collaborazione del prossimo anno tra il Devo Team e la UAE Team Adq. Faremo un maggior numero di gare miste e il confronto è quello che fa crescere. E’ così in ogni ambito.

Il bilancio di Villa ai mondiali. Ora però spazio ai giovani

23.10.2024
5 min
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Con un bottino di 4 medaglie tra cui il fantasmagorico titolo nell’inseguimento individuale di Jonathan Milan, a suon di record mondiale, l’Italia ha chiuso i mondiali su pista di Ballerup confermandosi un sicuro riferimento nel settore. E’ così da molti anni, Marco Villa lo sa bene e ne ha fatto il suo biglietto da visita, corroborato dai risultati a ripetizione nel settore giovanile.

Milan in maglia iridata. Ora spazio alla strada, ma la pista resta fra le sue opzioni
Milan in maglia iridata. Ora spazio alla strada, ma la pista resta fra le sue opzioni

Doveva essere un’edizione iridata meno squillante, considerando che si arrivava a poche settimane dall’appuntamento olimpico, ma i risultati della rassegna di Ballerup hanno sorpreso lo stesso cittì azzurro: «E’ vero che alcune nazioni non c’erano, ma è anche vero che chi è venuto lo ha fatto in forze, presentando praticamente gli stessi effettivi di Parigi, mentre io pensavo che avrebbero sfruttato l’occasione per fare un po’ più di ricambio. Quindi c’era più gap rispetto a noi, almeno in alcune gare».

Sei soddisfatto alla fine?

Penso che il bilancio sia abbastanza giusto e pari al nostro valore, con qualcosa in più e in meno come sempre avviene. Noi avevamo una buona formazione, ma con una preparazione precaria come ad esempio il quartetto femminile, che ha fortemente risentito della mancanza di lavori specifici. Ma non si poteva fare altrimenti, perché dopo Parigi le rispettive squadre hanno giustamente richiesto la presenza delle ragazze nelle varie gare.

Tanta sfortuna per il giovane quartetto azzurro, con Lamon e Moro provenienti dai Giochi
Tanta sfortuna per il giovane quartetto azzurro, con Lamon e Moro provenienti dai Giochi
La caduta del quartetto maschile ti ha lasciato davvero l’amaro in bocca…

A caldo è emersa tutta l’amarezza, ma ripensandoci cerco di prendere il buono dalla prestazione. Eravamo davvero da terzo posto perché fino alla caduta arrivata a un giro e mezzo dalla fine viaggiavamo a un ritmo da 3’52” e nessuna squadra, salvo Danimarca e Gran Bretagna, era a quei livelli, erano 2-3 secondi sopra e lo sono rimasti anche nei turni successivi. Era un quartetto molto rinnovato, con un giovanissimo come Favero, Galli che è U23, Boscaro che è appena passato di categoria. Andando avanti metteremo dentro altri giovani, soprattutto gli juniores che hanno fatto il record del mondo. Mettendo in preventivo che ci sarà da pagare uno scotto, magari qualche medaglia in meno ma tanta esperienza in più per quando servirà.

In quest’opera di ringiovanimento conti d’inserire altri?

Sicuramente, voglio ad esempio lavorare a fondo con Sierra, spero di averlo maggiormente a disposizione, ma il suo è solo uno dei nomi su cui voglio fare affidamento. Gran Bretagna e Danimarca hanno già iniziato a ringiovanire, sono avanti a noi e non di poco, ma abbiamo quattro anni per colmare il gap, non sono preoccupato. L’importante sarà poter lavorare bene.

Record italiano frantumato per la Venturelli, sempre più promettente
Record italiano frantumato per la Venturelli, sempre più promettente
Non è andata a medaglia, ma il record italiano della Venturelli, dopo quel che ha passato, è davvero tanta roba…

Assolutamente sì, ma lei stessa era sorpresa del tempo, anche se alla fine è scoppiata in lacrime per essersi vista sfuggire una finale. Io le ho detto che ha un margine enorme davanti a sé, quelle davanti le raggiungerà. Federica è un talento puro unito a una grande intelligenza, vorrei ricordare che nel 2023 è stata premiata dal Presidente Mattarella come una delle sei migliori studentesse d’Italia. Tornando alla sua prestazione, dopo la gara mi ha detto di essersi accorta che per i primi 2 chilometri viaggiava più forte del suo record mondiale junior. E’ normale, sta progredendo da ogni punto di vista, ha solo bisogno di un po’ di fortuna sotto forma di buona salute e libertà dagli incidenti…

Le ragazze di bronzo nell’inseguimento. L’Italia ha chiuso settima nel medagliere
Le ragazze di bronzo nell’inseguimento. L’Italia ha chiuso settima nel medagliere
Hai già detto che il discorso con Ganna sulla pista verrà affrontato a tempo debito, quando si saprà il cammino verso Los Angeles 2028. Vale lo stesso per Milan?

Di base sì, perché è giusto che ora si concentri di più sulla strada. I mondiali sono a ottobre, ma come ci arrivi? Abbiamo visto Filippo quanto ha sofferto nel dopo Parigi, eppure è riuscito nel capolavoro dell’argento nella crono. Pippo ha già detto che preparerà i suoi impegni includendo anche allenamenti su pista e per lui le mie porte saranno sempre aperte. Lo stesso vale per Milan. Poi, quando sapremo quale sarà il cammino di qualificazione, quando anche conosceremo il programma orario di Los Angeles, se ci sarà prima la pista o la strada, allora parleremo.

L’abbraccio a un commosso Viviani. Villa lo vuole nello staff azzurro quando finirà di correre
L’abbraccio a un commosso Viviani. Villa lo vuole nello staff azzurro quando finirà di correre
Un discorso a parte però riguarda Viviani, autore di un’altra magia a Ballerup…

Nelle ore immediatamente seguenti l’argento olimpico a Parigi, gli ho detto che voglio assolutamente che ci sia a Los Angeles, in una veste o nell’altra. Io voglio assolutamente averlo con me, ma bisognerà vedere intanto che cosa vuole fare come corridore e poi che prospettive avrà, perché io sono sicuro che un personaggio simile avrà grandi possibilità di ogni tipo professionale, anche a livello internazionale. Ma la sua esperienza è preziosa, speriamo di potercene avvalere.

Torna Venturelli, ma per ora solo su pista

10.10.2024
5 min
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Ai mondiali su pista che scatteranno giovedì in Danimarca ci sarà anche Federica Venturelli e questa è già una notizia. La cremonese, considerata uno dei maggiori prospetti italiani a prescindere dallo sport, è infatti assente dalle gare da molte settimane, tutto per colpa della malaugurata caduta rimediata agli europei U23 su pista di metà luglio in Germania, dove dopo aver vinto l’oro nell’inseguimento individuale condito dai bronzi nel quartetto e nell’omnium ha rimediato una brutta caduta nella madison, costatale la frattura del braccio sinistro.

Per l’azzurra altre tre medaglie su pista: un oro e due bronzi, ma la trasferta tedesca si è chiusa male
Per l’azzurra altre tre medaglie su pista: un oro e due bronzi, ma la trasferta tedesca si è chiusa male

Essendo una frattura composta, sembrava risolvibile in tempi brevi, ma non è stato così. Due settimane di gesso, tre di tutore e la fisioterapia che va avanti ancora oggi.

«Il braccio va meglio ogni giorno che passa – racconta Federica – ma la funzionalità del polso non è ancora recuperata appieno. In questo momento la pista è l’unica attività che le mie condizioni fisiche mi permettono di fare, perché non ci sono sobbalzi che mi metterebbero in grave difficoltà. Per questo ho chiuso in anticipo la mia stagione su strada, dove non gareggio da giugno».

La lombarda in gara nell’inseguimento a Cottbus, dove ha vinto l’oro
La lombarda in gara nell’inseguimento a Cottbus, dove ha vinto l’oro
Un epilogo tanto anticipato quanto sfortunato: quanto ti manca la bici da strada?

Moltissimo e devo dire la verità, ho ricominciato a usarla anche prima di quanto mi chiedessero per pochi giri blandi, ma rigorosamente con la bici da crono, che mi permette di mettere il braccio in una posizione che non richiede grande pressione e forza sul manubrio. Le vibrazioni dell’asfalto sono un grande problema, per questo ho deciso di mettere da parte le mie ambizioni e d’accordo con la squadra abbiamo rinviato tutto al 2025. In compenso mi sono potuta concentrare sulla pista lavorando a Montichiari: non posso dire in che condizioni sono essendo lontana dall’agonismo da un bel po’, ma già esserci è importante.

Proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno: come reputi la tua prima stagione da pro’, anche se dimezzata?

In generale non era stata male, anche se l’inizio era stato difficile a causa di problemi alla schiena. Ma al Giro del Mediterraneo in Rosa avevo portato a casa due vittorie e il secondo posto nella generale, poi il 4° posto al Liberazione e altri piazzamenti nei 10 in Belgio. Io non guardavo tanto ai risultati, perché per me questo era un anno dedicato alla crescita a ogni livello, alla necessità d’imparare. Per questo reputo più importanti le mie presenze nelle gare 1.1.

Su strada Venturelli manca da giugno. In allenamento ha potuto pedalare solo con la bici da crono
Su strada Venturelli manca da giugno. In allenamento ha potuto pedalare solo con la bici da crono
In che cosa pensi di essere cresciuta di più?

Molti penserebbero dal punto di vista fisico o prestativo, ma io ho guardato altri aspetti. Rispetto allo scorso anno, ad esempio, mi sono accorta di saper correre di più “da squadra”, di collaborare meglio con le compagne. Soprattutto di sapermi adattare meglio alle corse che sono molto diverse da quelle da junior, ad esempio per il fatto che si lavora con le radioline che cambiano completamente l’impostazione di ogni corsa. Bisogna farci l’abitudine, non è scontato.

La tua presenza ai mondiali significa anche che con la pista hai intenzione di continuare…

Ci mancherebbe altro, per me la pista è un “must”, è la disciplina dove credo di avere maggiori margini di crescita e soprattutto la possibilità di togliermi le maggiori soddisfazioni, com’è avvenuto da junior. Esserci in Danimarca è importante perché da qui parte il quadriennio olimpico e Los Angeles è un obiettivo che voglio inseguire per gradi, uno stimolo che porto con me.

Nella sua prima stagione da pro’ l’azzurra ha accumulato 24 giorni di gara con 2 vittorie e 11 Top 10
Nella sua prima stagione da pro’ l’azzurra ha accumulato 24 giorni di gara con 2 vittorie e 11 Top 10
Considerando anche la tua condizione fisica legata al braccio, difficile quindi vederti quest’anno nel ciclocross…

Direi proprio di sì. Lo scorso anno avevo fatto tre gare, ma non ho recuperato abbastanza per pensare anche a semplici apparizioni nella specialità, troppo sollecitante per il braccio. Mi concentrerò sulla preparazione per la nuova stagione su strada pensando anche che d’inverno ci saranno già gli europei su pista e voglio continuare su quel percorso indicato prima.

Com’è stata la risposta del team dopo il tuo infortunio? Ti hanno fatto pressioni?

No, mi sono stati molto vicini e tutto il cammino di ripresa è stato affrontato con il loro supporto e la loro approvazione. Anche per loro, come per me, all’inizio non è stato facile assorbire il colpo, avrebbero voluto anche loro che riuscissi almeno a tornare in gara per settembre, ma il dolore era più del previsto e anche loro mi hanno consigliato di non rischiare per non compromettere il 2025.

Per la Venturelli una bella notizia in settimana: la conferma per il 2025 nel Devo Team Uae
Per la Venturelli una bella notizia in settimana: la conferma per il 2025 nel Devo Team Uae
In prossimità del nuovo anno c’è un sogno recondito che hai?

Un sogno ce l’ho ma non è legato ad alcuna gara in particolare. Io voglio solamente imparare il più possibile e per far questo riuscire a prendere parte a quante più gare con la squadra maggiore, magari prove del WorldTour, perché sono un passaggio fondamentale per poter poi puntare negli anni seguenti a ottere ei risultati che desidero.

Mediterraneo in Rosa, si pensa di crescere ancora

26.04.2024
5 min
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Oltre le aspettative. A cinque giorni di distanza dalla sua conclusione, ancora si parla del Giro del Mediterraneo in Rosa, la corsa a tappe femminile che ha anticipato il Gran Premio Liberazione. Cinque tappe fra Campania e Puglia dove, rispetto allo scorso anno, è emersa una notevole crescita generale e non sono mancati spunti tecnici interessanti.

Il primo è legato sicuramente a Lara Gillespie, la campionessa nazionale irlandese che ha fatto il vuoto nella seconda tappa chiudendo di fatto subito la lotta per la vittoria finale, prendendosi però anche la soddisfazione di vincere la frazione successiva con il simbolo del primato indosso. Il secondo investe Federica Venturelli (in apertura nella foto Ossola) protagonista assoluta con due vittorie di tappa facendo praticamente da scudiera alla Gillespie e realizzando la doppietta del team devo Uae, mentre il terzo posto è andato a una sempre più convincente Giada Borghesi.

Federica Venturelli con il patron della corsa Francesco Vitiello, già al lavoro per l’edizione del 2025 (foto Ossola)
Federica Venturelli con il patron della corsa Francesco Vitiello, già al lavoro per l’edizione del 2025 (foto Ossola)

Francesco Vitiello, l’organizzatore, è già proiettato verso il prossimo anno, sulla base dei riscontri ricevuti: «Abbiamo avuto attestazioni di stima un po’ dappertutto – dice – ma quel che ci rincuora di più è la relazione finale dei giudici Uci. Mi hanno detto che sono rimasti stupefatti dal livello di organizzazione, di sicurezza, di pulizia delle strade e questo è un dato importante. Come avevamo anticipato è nostra intenzione salire di grado il prossimo anno per avere più squadre al via, soprattutto straniere e soprattutto legate al mondo del WorldTour».

C’è stata attenzione anche dall’estero?

Sì, me l’ha confermato anche Alessandra Cappellotto che ha seguito le prime due tappe come delegata Uci e che mi ha detto di aver visto cose surreali per una prova italiana. Una qualità inedita con tanto personale sulle strade e tutto quel che serve per una gara che meriterebbe a suo dire una qualifica ben più alta. Tra l’altro la corsa ha avuto grande risalto anche a prescindere dai risultati tecnici per la presenza di due ragazze afghane del WCC Team, la squadra voluta dall’Uci. C’era anche una troupe televisiva che è venuta apposta per loro.

Gillespie e Venturelli, per loro ben 4 vittorie e doppietta finale in classifica (foto Ossola)
Gillespie e Venturelli, per loro ben 4 vittorie e doppietta finale in classifica (foto Ossola)
Tra l’altro, l’aspetto organizzativo è stato reso ancora più complicato dal cattivo tempo…

Le prime due tappe, quelle in Campania sono state caratterizzate da pioggia intensa e questo ha dimostrato come fossimo pronti ad affrontare anche le condizioni più difficili. Abbiamo tenuto botta, ma d’altronde avevamo previsto anche le condizioni peggiori. Con noi c’erano ben 12 scorte tecniche della Stradale e altre 12 direttamente dell’organizzazione.

Dal punto di vista tecnico, il dominio assoluto della Uae non è stato uno svantaggio, considerando l’enorme divario tecnico fra loro e le altre?

Io sono abituato ad accettare sempre il responso della strada. La Uae ha vinto perché ha dimostrato di avere un’intelaiatura superiore, una preparazione tale da poter affrontare al meglio ogni tipologia di tappe. La corsa ha confermato i pronostici della vigilia, ma quando una squadra ha atlete di spessore si vede la differenza. Gillespie e Venturelli hanno corso con grande sapienza tattica.

Il team Uae Adq ha fatto la differenza, tenendo fede al suo ruolo di unica squadra WorldTour al via (foto Ossola)
Il team Uae Adq ha fatto la differenza, tenendo fede al suo ruolo di unica squadra WorldTour al via (foto Ossola)
Pensi che la presenza della Uae spingerà altri team WT a seguire le loro orme?

Ne sono sicuro perché tra squadre si parla e l’effetto passaparola sarà a nostro favore. Ho sentito un po’ i pareri dei vari team presenti ed erano tutti entusiasti: non solo per le gare, ma anche per tutto il contorno, a cominciare dalle scelte degli alberghi, dai tempi limitati di trasferimento e altro. Un aspetto spesso poco considerato sono anche i posti dove si è pedalato. E’ vero che l’agonismo prevale, la concentrazione è per la gara, ma c’è anche chi ha notato la bellezza dei paesaggi proposti, anche questo conta.

Quanto influisce quest’aspetto?

E’ fondante per noi, la gara deve essere un volano per far conoscere i territori, la cultura del posto. E’ chiaro che l’aspetto tecnico ha la prevalenza, ma anche quello spettacolare ha la sua importanza. A Torre del Greco, ad esempio, potevamo far passare le ragazze per la città ma abbiamo preferito privilegiare il lungomare sia per rendere più facile il passaggio della carovana, per permettere una gestione più semplice di tutti gli aspetti legati alla sicurezza, ma anche per far vedere un pezzo di territorio davvero eccezionale. Le atlete pensano sì a correre, ma so che guardano e notano.

Per Giada Borghesi vittoria nella prima tappa e podio finale. La sua crescita continua (foto Ossola)
Per Giada Borghesi vittoria nella prima tappa e podio finale. La sua crescita continua (foto Ossola)
Ci saranno altre regioni che si aggiungeranno?

Abbiamo già avuto richieste da Calabria e Abruzzo, senza contare che chi ha ospitato il Mediterraneo in Rosa in questa stagione vuole il nostro ritorno. I sindaci di Torre del Greco e Terzigno erano entusiasti, vogliono assolutamente rifarlo, ma non possiamo garantire nulla, è anche nostro dovere far girare la corsa attraverso luoghi sempre nuovi.

E fra questi ci sarà anche spazio per una cronometro?

Ci stiamo pensando, sarà un ulteriore gradino da salire. Serve un Comune che ospiti la corsa offrendo tutto quel che serve. Come detto non è un impegno facile, ma penso proprio che il prossimo anno ci sarà una cronoscalata per accrescere il livello tecnico della manifestazione.

Venturelli, dove eri sparita? «Debutto sfortunato, ma arrivo»

22.04.2024
5 min
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Lara Gillespie, irlandese del UAE Development Team ha vinto ieri a Barletta la terza tappa del Giro del Mediterraneo in Rosa, la seconda per lei. La corsa va avanti e si concluderà domani sul traguardo in salita di Motta Montecorvino, ma intanto ha già fatto segnare il ritorno di Federica Venturelli (foto Ossola in apertura). La ragazza di San Bassano, lo stesso paese in provincia di Cremona da cui viene Marta Cavalli, era sparita dai radar.

Corsa del debutto stagionale il primo aprile alla Ronde de Mouscron, chiusa con un ritiro. La seconda, due settimane dopo a Chambery, con un venticinquesimo posto. E poi finalmente in questi giorni il ritorno convincente in gruppo, con il terzo posto nella prima tappa a Terzigno, il secondo del giorno successivo a Torre del Greco e il quarto ieri, appunto a Barletta, su un percorso impegnativo per le sue caratteristiche.

Il debutto stagionale di Venturelli è avvenuto alla Ronde de Mouscron il primo aprile
Il debutto stagionale di Venturelli è avvenuto alla Ronde de Mouscron il primo aprile

Problemi alla schiena

Che fine aveva fatto Federica, che ricordiamo brilla per i titoli conquistati su strada, su pista e nel cross e che da quest’anno è passata fra le under 23 nel team degli Emirati?

«Ho avuto dei problemi alla schiena – spiega con la consueta gentilezza – e quindi ho dovuto ritardare parecchio l’inizio della mia stagione. Ho ripreso l’uno aprile a Mouscron, dove sono caduta a 50 metri dall’arrivo. In realtà è caduta una ragazza davanti a me e non ho potuto evitarla. Quindi prima gara abbastanza traumatica. Poi ho corso ancora a Chambery il 14 e anche lì ho avuto problemi meccanici. Ho dovuto cambiare due volte bici. Quindi le prime due gare della stagione sono state abbastanza sfortunate. Adesso invece, terza gara, direi che sta andando bene. Meglio delle prime due…».

E la schiena è a posto adesso?

Va meglio. Riesco ad allenarmi e a correre, quindi sicuramente meglio di prima. Sto continuando a lavorarci, a fare gli esercizi e per adesso va bene. Non è mai stato molto chiaro da cosa sia dipeso il problema, però l’importante è che si stia risolvendo.

Ovviamente questo ha rallentato la preparazione, adesso come va?

Ho dovuto ritardare all’inizio, diciamo, perché a febbraio ho potuto fare solamente allenamenti corti e comunque sempre tranquilli, senza fare lavori. Quindi ho ricominciato a tutti gli effetti a marzo e sono ancora nel pieno della preparazione e della crescita. Rispetto a tutte le altre, ho iniziato parecchio dopo. Era anche previsto che andassi alla Nations’ Cup su pista a Hong Kong, però sempre per il problema della schiena è saltato anche quello.

Come hai riorganizzata quindi la stagione?

Dopo il Giro del Mediterraneo in Rosa, sicuramente correrò il GP Liberazione a Roma. Invece per i prossimi mesi è tutto ancora in definizione. Può capitare a tutti di avere dei problemi fisici, l’importante è risolverli e ritornare competitivi nel minor tempo possibile. Ed è quello che sto cercando di fare.

Nella seconda tappa, in posa con Gillespie: prima e seconda (foto Ossola)
Nella seconda tappa, in posa con Gillespie: prima e seconda (foto Ossola)
Tanto male non va, visti i piazzamenti…

Le sensazioni sono buone. Le prime due tappe erano abbastanza adatte alle mie caratteristiche, perché erano mosse, però senza salite troppo lunghe o troppo pendenti, su cui le scalatrici potessero fare davvero la differenza . Sicuramente il mio non è un fisico da scalatrice e i prossimi giorni, in particolare gli ultimi due (oggi a Castelnuovo della Daunia e domani a Motta Montecorvino, ndr), mi metteranno molto alla prova. Vedremo come andrà su percorsi ancora più tosti, con più dislivello.

Che cosa ti sembra finora della corsa, che è appena nata?

L’organizzazione è molto buona. Anche la qualità delle strade, l’organizzazione del traffico, è tutto fatto con diligenza. Non abbiamo mai avuto problemi. E’ una bellissima gara, sia come percorsi che come organizzazione.

Il UAE Development Team sta dando la sua impronta al Giro del Mediterraneo in Rosa (foto Ossola)
Il UAE Development Team sta dando la sua impronta al Giro del Mediterraneo in Rosa (foto Ossola)
Quindi diciamo che sei su una buona strada del ritorno?

E’ la corsa giusta per tornare, bisogna cominciare dal giusto livello e poi crescere. Ho la fortuna di avere una squadra ottima. Le mie compagne sono sempre fantastiche, ci aiutiamo a vicenda, per chiunque ci sia da lavorare. Rientrare alle corse e trovare una squadra così è sempre una bella cosa. Per cui andiamo avanti. E semmai ci vediamo al Liberazione…

Nazionale a Hong Kong e Villa cerca nomi nuovi

12.03.2024
5 min
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Questo fine settimana torna la Nations Cup di ciclismo su pista in quel di Hong Kong e Marco Villa si è trovato a partire per l’Estremo Oriente con una nazionale ben più che rimaneggiata. Mancano pressoché tutti i big, ma il cittì azzurro non si preoccupa. Anzi questa trasferta può essere molto utile per capire chi ci sia dietro ai due quartetti titolari.

Il quartetto femminile azzurro oro agli Europei 2024. Viilla però guarda già al futuro
Il quartetto femminile azzurro oro agli Europei 2024. Viilla però guarda già al futuro

Prendendo spunto dalle convocazioni azzurre, Villa affronta un tema importante proprio perché messo un po’ da parte in vista dell’imminente scadenza olimpica: chi c’è dietro i titolari? E’ anche valutando questa prospettiva che il tecnico ha fatto le sue scelte.

«In campo maschile – spiega – porto gente già nel giro azzurro maggiore come Lamon, Scartezzini e Boscaro e con loro agiranno, per il quartetto ma anche nelle altre prove di endurance, Galli, Giaimi e Sierra. Fra le donne intorno all’esperta Zanardi ci sarà un manipolo di giovani con Crestanello, Fiorin, Pellegrini e Vitillo. Tutti questi nomi li considero parte del progetto, anche per Parigi. Se qualcuno o qualcuna mi dimostra di andare davvero forte può entrare anche nella formazione titolare, proprio come fece Milan a Tokyo dandoci quel qualcosa in più».

L’oro europeo nel quartetto juniores 2023. Salvoldi ha dato a Villa un manipolo di campioni in erba (foto Uec)
L’oro europeo nel quartetto juniores 2023. Salvoldi ha dato a Villa un manipolo di campioni in erba (foto Uec)
Molti di questi ragazzi sono al loro esordio nella categoria maggiore e anche nelle gare internazionali, alcuni non li avevi tu sotto mano. Che impressione ne hai tratto?

Erano sotto le direttive di Salvoldi e so come hanno lavorato. Poi negli allenamenti io c’ero, li vedevo, anche la scorsa stagione. So di che cosa sono capaci e so anche che seguono tutti quella direzione che ormai impera nel ciclismo moderno, quella della multidisciplina. Per me possono fare molto bene anche su strada.

In un quartetto quanto conta l’età?

Molto, ma io devo guardare all’esperienza e occasioni come queste sono oro. Un quartetto deve avere al suo interno il giusto mix, ma io il quartetto lo vivo tutti i giorni, lo intendo in maniera allargata. Non è un caso ad esempio se a Montichiari faccio allenare le ragazze dietro ai ragazzi. Bisogna entrare nei meccanismi, anche capire come aiutarsi a vicenda.

Sierra è l’esatta dimostrazione di come si possa emergere su pista come su strada
Sierra è l’esatta dimostrazione di come si possa emergere su pista come su strada
Anche perché ogni elemento devi inquadrarlo in funzione di un ruolo specifico…

Esatto. Se da una parte bisogna essere pronti a vestire un altro ruolo, è comunque necessario impossessarsi di un proprio compito, come un vestito su misura. Per farci capire, quattro Ganna non fanno un quartetto vincente all’Olimpiade. Io ho bisogno di avere gente intercambiabile: se Lamon non può fare il suo solito lancio, so che posso contare su Boscaro per lo stesso ruolo. Consonni come secondo vagone ha un Galli di riserva. Milan come terzo ha tante alternative come Scartezzini, Giaimi o Viviani e Ganna nel finale può essere sostituito dagli stessi Milan e Giaimi. Lo stesso principio vale per le donne, bisogna saper mettere gli innesti giusti al posto giusto.

Proprio a proposito delle ragazze, quante ne consideri?

Oltre a quelle titolari, ci sono quelle di Hong Kong, ma anche ragazze più giovani, come Zanzi e Grassi che sono ancora junior ma seguo con molta attenzione. Ragazze che attualmente non vanno come le altre, ma io spero che prendano quel ritmo. Hanno tempo per farlo, ma devono abituarsi il prima possibile.

Valentina Zanzi, uno dei nuovi talenti qui sul podio iridato juniores 2023 nella corsa a punti
Valentina Zanzi, uno dei nuovi talenti qui sul podio iridato juniores 2023 nella corsa a punti
Vedendo tutta questa gioventù chiamata in causa, la sensazione è che una parte di te sia già proiettata al dopo Parigi.

Non potrebbe essere altrimenti. Dopo l’Olimpiade ci metteremo al tavolo e ognuno dirà che cosa vorrà fare: se continuare e investire altri quattro anni in questa attività o dedicarsi completamente alla strada. Lo faremo in assoluta sincerità, senza pressioni. Dopo Tokyo fu così: parlammo in maniera schietta e i ragazzi olimpionici fecero un patto per arrivare a Parigi e difendere il titolo. Io garantii loro il massimo dell’impegno per portarli il più in alto possibile e quel patto non è mai stato infranto. Dopo Parigi affronteremo il discorso.

Parlavi prima di nuovi innesti dalle juniores. Il discorso vale anche per i maschi e più in generale, trovi numeri più risicati al femminile?

Partiamo dal primo tema. Ci sono già altri giovani che seguo, faccio due nomi: Grimod e Favero. Molto però dipende da che cosa chiedono i team, non tutti guardano di buon occhio alla doppia attività e io ho bisogno di gente che sia pronta a investire sulla pista senza remore e senza ostacoli esterni. Per il resto c’è materiale in entrambi i sessi e questo è confortante, poi è chiaro che il lavoro da fare per entrare nel team è lungo. Se da junior viaggi a 3’55”, quando passi di categoria ci sono titolari che vanno a 3’42”. E’ un bel salto, ma con il tempo e il lavoro si può fare.

Villa con la Venturelli. A dispetto dell’età si è dimostrata già matura per entrare nel quartetto titolare
Villa con la Venturelli. A dispetto dell’età si è dimostrata già matura per entrare nel quartetto titolare
Un discorso che vale anche al femminile?

Sicuramente, certo poi quando ti trovi un fenomeno come la Venturelli, primatista mondiale junior che già va alle velocità delle titolari allora è diverso, ma lì siamo di fronte a un fenomeno aiutato dal fisico, da quello che madre natura le ha dato. Io spero che la nuova infornata di juniores mi dia altro materiale, oltre i nomi che ho già fatto, considerando anche che c’è chi emerge prima e chi dopo. Ma è compito mio che non sfugga nulla, né per l’oggi né per il domani.

Pontoni: la Coppa di Viezzi è un trionfo di tutti

31.01.2024
5 min
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In queste ore Daniele Pontoni e il suo gruppo azzurro stanno prendendo le misure di un mondiale, quello che si svolgerà da venerdì a Tabor in Repubblica Ceca, dove la squadra azzurra parte con molte ambizioni, avendo di fatto scarse chance solo nelle due prove Elite (almeno a livello di podio, perché la Casasola ha tutte le carte in regola per un piazzamento di prestigio). Gli azzurri sono arrivati oggi sull’onda dell’entusiasmo scaturito dal trionfo di Stefano Viezzi in Coppa del Mondo, considerando che un azzurro vincitore di una challenge internazionale nel ciclocross mancava ormai dal secolo scorso.

Quella del friulano è stata una cavalcata lunga, difficile, a tratti sconfortante ma proprio per questo esaltante ed è singolare che il suo successo sia arrivato quasi in contemporanea con quello di Sinner dall’altro capo del mondo. Se il tennista altoatesino ora è sulla cima assoluta del mondo, Viezzi ci può arrivare, continuando su questa strada, ma sempre con le stimmate del vincente.

Pontoni e un selfie per festeggiare la vittoria e la conquista definitiva della maglia
Pontoni e un selfie per festeggiare la vittoria e la conquista definitiva della maglia

Daniele, al suo fianco per tutta l’avventura, riassapora attraverso il suo giovane pupillo ricordi della sua grande carriera, ma la sua mente è tutta proiettata verso l’attualità: «Quello di Stefano è stato un trionfo a lungo cercato, inseguito, voluto con tutte le forze. Insieme a lui abbiamo lavorato per molte settimane, è stato un vero successo di squadra con uno staff affiatato e l’importante contributo del team performance. Stefano però ci ha messo tanto di suo, nel modo di affrontare la stagione».

Questa Coppa è diventata un target per tutto il movimento…

Dopo la vittoria nelle prime due tappe non poteva essere altrimenti. A Dublino non era previsto che andassimo, ma la situazione di classifica imponeva la sua e quindi la nostra presenza. E’ stato un cammino difficile, nel quale abbiamo spesso dovuto apportare correttivi anche perché non abbiamo mai perso di vista altri obiettivi che potevano essere il campionato italiano e quello mondiale.

Viezzi ha vinto le tappe di Troyes, Dublino e Hoogerheide, più finora altre 7 gare (foto Ricardo Esteve)
Viezzi ha vinto le tappe di Troyes, Dublino e Hoogerheide, più finora altre 7 gare (foto Ricardo Esteve)
Una vittoria tecnica o di carattere?

Entrambe, sono due componenti fondamentali. Mi piace pensare in questo momento all’europeo dove solo la sfortuna l’ha privato di un podio meritatissimo. Una settimana dopo trionfava in Coppa, questo significa che dentro, Viezzi ha una straordinaria forza d’animo, quella dei campioni. So che Stefano con quella maglia non è per nulla appagato, anche i 10 giorni di ritiro che abbiamo effettuato in Spagna sono stati fatti pensando principalmente alla gara iridata di domenica.

Tu, dopo la tappa di Benidorm e il sorpasso di Sparfel, eri rimasto comunque ottimista sull’esito finale della challenge. Da che cosa derivava il tuo pensiero?

Conosco troppo bene Stefano, so quanta voglia ci mette ogni volta. Lì era stata la sfortuna a penalizzarci ed ero convinto che avrebbe tirato fuori una grande prestazione proprio come aveva fatto in Francia dopo la gara continentale. Sapeva che doveva fare una gara d’attacco, che doveva evitare di farsi imbrigliare dalla ragnatela francese con tanti compagni al fianco di Sparfel. Dopo il primo giro ha visto che si era formato un buco e ha insistito. Tatticamente ha compiuto una gara ineccepibile, rompendo gli schemi e non sbagliando nulla. Ma vorrei sottolineare che anche gli altri ragazzi hanno corso bene, lottando per la Top 10, mi spiace solo per l’infortunio di Serangeli costretto a chiudere anzitempo la stagione e per la brutta giornata di Agostinacchio.

Per il friulano il mondiale ha un sapore particolare, dopo la beffa del 4° posto europeo
Per il friulano il mondiale ha un sapore particolare, dopo la beffa del 4° posto europeo
Ora però Viezzi dovrà partire a Tabor con il ruolo di favorito. Tu che hai grande esperienza diretta al riguardo, come si gestisce tanta pressione?

Di questo non mi preoccupo, Stefano è un ragazzo di poche parole, che sa cosa vuole ed è molto attento a tutto, dai materiali alla tattica. Poi chiaramente ci confrontiamo e ci confronteremo fino agli ultimi minuti prima della partenza. La vittoria in Coppa dà forza, è sicuro, ma domenica, sulla linea di partenza, tutto verrà azzerato e questo vale per tutti, anche per lo stesso Van Der Poel nella gara elite. Chi corre lo sa bene…

Sparfel è lo spauracchio?

Magari fosse solo lui… Un po’ tutta la Francia è da tener d’occhio, ma anche il ceko Bazant: proprio per esperienza so che quando i corridori boemi gareggiano in casa danno il 200 per cento, hanno qualcosa in più, poi ci sono Solen e Mouris dell’Olanda, Van Den Boer del Belgio e non dimentichiamo gli Usa che avranno la compagine più numerosa con ben 7 corridori.

La Venturelli, divisa fra pista e ciclocross, vuole riscattare la beffa del 4° posto juniores del 2023
La Venturelli, divisa fra pista e ciclocross, vuole riscattare la beffa del 4° posto juniores del 2023
Viezzi. E poi?

Abbiamo una bella squadra, con 15 elementi tutti in grado di far bene, con la Venturelli con la quale abbiamo lavorato di comune accordo con Villa e la supervisione di Amadio per averla in forma qui. Casasola e Bertolini hanno recuperato dagli ultimi acciacchi, la squadra è forte e compatta e lo vedremo già venerdì con il team relay, dove puntiamo a una medaglia e sapete quanto tenga a quella gara, quella che davvero rappresenta la forza di un movimento.