Abbiamo ancora negli occhi la bellissima azione con cui Elisa Balsamo ha conquistato la maglia iridata il 25 settembre scorso a Leuven. L’emozione, le lacrime e la gioia del momento hanno lasciato via via posto ai festeggiamenti. Così Prologo, che fornisce selle e nastri manubrio alla Valcar, squadra della neo-iridata, ha deciso di celebrarla con una sella speciale. Un gesto che sa di ringraziamento per il lavoro svolto assieme, visto che Elisa la prossima stagione cambierà fornitura passando alla Trek-Segafredo.
Prologo ha creato un nastro ad hoc per la Elisa Balsamo da abbinare alla sella Dimension NDR Prologo ha creato un nastro ad hoc per la Elisa Balsamo da abbinare alla sella Dimension NDR
Una sella speciale
La sella scelta per celebrare la campionessa del mondo è la Dimension NDR in carbonio Nack. E’ l’evoluzione stilistica e tecnica della Dimension 143, la sella più amata dai pro’, uomini e donne. La Dimension NDR è una sella leggermente più imbottita, 3 millimetri in più rispetto al modello precedente. Pensata per chi ama sentire un maggior sostegno ed una migliore ammortizzazione delle sconnessioni dell’asfalto.
Le caratteristiche tecniche
Le sue caratteristiche permettono alla Dimension NDR di essere un prodotto valevole per tutte le situazioni, anche nell’offroad, complice la dimensione ridotta: 245×143 millimetri. Il peso è davvero contenuto, solamente 165 grami. Come ormai ogni componente che viene associato ai pro’, dove il risparmio di peso è fondamentale per primeggiare. Basta chiedere ad Elisa…
La sella Dimension NDR è stata utilizzata da Elisa Balsamo durante la Parigi-Roubaix corsa in maglia iridata La sella Dimension NDR è stata utilizzata da Elisa Balsamo durante la Parigi-Roubaix corsa in maglia iridata
Per un ottimo rapporto peso-comfort la Dimension NDR è disponibile in altre due versioni: binario in Tirox o in acciaio cromato. Questi due modelli sono anche quelli consigliati per l’offroad essendo le più resistenti agli urti. Il peso aumenta di 20 grammi per il binario in Tirox e di 56 grammi per quello in acciaio.
Il canale centrale PAS, un canale di scarico della pressione aperto è pensato per migliorare il comfort durante la pedalata. PAS sta per: (Perineal – Area – System) ed elimina i punti di pressione sui tessuti molli aumentando il flusso sanguigno.
La pista per Elisa Balsamo è una comfort zone fin dai tempi delle esordienti. Ora è agli europei. Abbiamo chiacchierato con lei su questo suo amore profondo
Chissà se in questi giorni si starà dedicando al kickboxing per scaricare un po’ di tensione e schiarirsi la mente. Oppure se starà navigando sui canali olandesi attorno a casa con la propria barca. Di sicuro Lorena Wiebes un po’ di meritato riposo se lo starà concedendo nella sua Mijdrecht ,grazie alle sue attività preferite ed alternative quando non pedala.
La 22enne “oranje” ha chiuso l’annata col botto vincendo il 23 ottobre la Ronde Van Drenthe (ultima gara del calendario Women WorldTour) davanti ad Elena Cecchini ed Eleonora Gasparrini, centrando così il 14° sigillo di un 2021 in cui spiccano anche due tappe al Giro d’Italia Donne, due al Women’s Tour in Gran Bretagna e diverse semi-classiche belghe.
Per i tecnici e gli addetti ai lavori olandesi, Wieves potrebbe essere l’erede della Vos
Ai Giochi europei di Tartu nel 2019 ha preceduto in volata proprio Marianne
Per i tecnici e gli addetti ai lavori olandesi, Wieves potrebbe essere l’erede della Vos
Ai Giochi europei di Tartu nel 2019 ha preceduto in volata proprio Marianne
Fenomeno olandese
Ormai è riduttivo considerare ancora la velocista del Team Dsm – nata il 17 marzo del 1999, che tiene bene sugli strappi e che ha nell’Amstel Gold Race la gara dei sogni – solo una giovane interessante o in rampa di lancio. E’ decisamente una certezza del panorama femminile sia in patria che nel resto del mondo.
Ha appena terminato la quarta stagione da elite ed il suo bottino conta già 46 successi. A parte “Sua Maestà” Marianne Vos – che nei primi quattro anni tra le big della categoria aveva già raggiunto 87 delle 295 attuali vittorie totali su strada – per trovare un’olandese con un impatto simile bisogna tornare indietro ai tempi di Leontien Van Moorsel, altra icona del movimento, che ne ottenne 42 tra il 1988 e il 1991. Già, perché le fortissime Van Vleuten, Van Dijk, Van der Breggen o Blaak si sono espresse ai massimi livelli solo nella seconda metà della loro carriera.
Adesso è il momento di recuperare, il 2022 sarà l’anno della conferma (foto Instagram)Adesso è il momento di recuperare, il 2022 sarà l’anno della conferma (foto Instagram)
Ragazzina prodigio
Già tra le junior Lorena si è fatta conoscere vincendo il titolo nazionale nel 2016 e poi quello europeo ad Herning in Danimarca nel 2017, quando battè allo sprint la padrona di casa Emma Norsgaard e Letizia Paternoster. Aveva aperto la stagione a marzo conquistando a Cittiglio il Trofeo Binda davanti alla francese Clara Copponi e Martina Fidanza.
Passata elite nella Parkhotel Valkenburg, compie un’escalation vertiginosa. Undici successi (di cui 7 del calendario olandese) nel 2018 e 17 l’anno successivo, con le perle del campionato nazionale e della prova in linea dei Giochi Europei a Baku, entrambe davanti alla Vos. Non un nome a caso nella vita della bionda Wiebes.
Sebbene sia una velocista, nelle classiche ha sempre fatto beneSebbene sia una velocista, nelle classiche ha sempre fatto bene
Obiettivo classiche
La scorsa stagione, complice il Covid, solo quattro affermazioni, tre delle quali ottenute nella seconda parte della stagione con la Sunweb, squadra in cui è passata a giugno 2020 firmando un contratto fino al 2024.
«Lorena – dichiarò il suo direttore sportivo Hans Timmermans all’atto dell’ingaggio – è una delle cicliste più forti della sua generazione e ci aiuterà a portare il nostro programma al livello successivo. Ha fatto un grande sviluppo da junior a elite e le sue doti da sprinter le hanno dato un successo immediato. Sta continuando a fare progressi nelle classiche e ci rende fiduciosi per il futuro. E’ ancora giovane, deve maturare. Ma non vediamo l’ora di poterla supportare nel suo processo di crescita».
E’ passata alla Dsm a metà 2020, con un contratto fino al 2024
Ha un conto aperto con la Balsamo, con 6 vittorie a 5 negli scontri diretti
E’ passata alla Dsm a metà 2020, con un contratto fino al 2024
Ha un conto aperto con la Balsamo, con 6 vittorie a 5 negli scontri diretti
Spirito di squadra
Nonostante l’ottimo inizio di carriera, la sprinter della provincia di Utrecht è una persona motivata, che vuole sfruttare al meglio le proprie qualità tecnico-fisiche ed è più che felice di lavorare per le compagne di squadra se il terreno non le si addice più di tanto.
«Voglio fare i prossimi passi nella mia carriera – dice – continuando a migliorare e penso di poterlo fare con il Team DSM grazie al loro approccio professionale. Spero di poter vincere il più possibile come squadra e spero di poter aiutare il resto delle ragazze a vincere corse adatte a loro. Ad esempio uno dei miei ricordi preferiti del 2019 è stato quando sono stata in grado di aiutare Demi (Vollering, ndr) a vincere il Giro dell’Emilia».
Balsamo, conto aperto
Intanto, da quattro anni ad oggi, la 22enne olandese sta duellando con Elisa Balsamo. In 12 occasioni sono finite assieme sul podio: sei volte in cui la Wiebes ha battuto in volata l’attuale campionessa del mondo, cinque quelle dell’azzurra. Una volta invece sono finite a sorpresa, nell’ordine seconda e terza, dietro la vietnamita Thi That Nguyen nella Dwars door de Westhoek nel 2018.
Agli europei juniores del 2017 a Herning, ha battuto la padrona di casa Norsgaard e PaternosterAgli europei juniores del 2017 a Herning, ha battuto la padrona di casa Norsgaard e Paternoster
Erede della Vos?
E pensare che Wiebes da ragazzina sembrava indirizzata verso altri sport quando praticava ginnastica acrobatica e calcio, tuttavia utilizzando la bici per andare agli allenamenti. Poi, piano piano, pedalare le è piaciuto sempre di più.
Le prime corse sono quelle nel fango nel ciclocross e nel 2013 ha iniziato a gareggiare anche su strada. Forse nell’ottobre di quell’anno scattò un’ulteriore scintilla quando, nella gara serale “Nacht van Woerden”, a 20 chilometri da casa, incontrò Marianne Vos in quel momento iridata sia su strada sia nel ciclocross. Perchè si sa, in Olanda tutto gira intorno alla Vos e anche se lei non ha ancora intenzione di smettere, Lorena Wiebes pare avere tutte le carte in regola per diventarne l’erede.
Elisa Balsamo ha scelto l'AeroClub di Orio al Serio per organizzare una gimcana per bambini. Spazi giganteschi, norme di sicurezza. E il gusto per il gioco
L'olandese Mollema ci racconta di sé nel ritiro della Trek-Segafredo ad Altea. I suoi inizi. La carriera. E il compagno italiano destinato a grandi cose
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Con Josu è un piacere parlare. Il capo degli allenatori della Trek-Segafredo ha la capacità di coinvolgere con i suoi ragionamenti. E se già con lui avevamo parlato della nuova preparazione di Nibali, mai come adesso, con due campioni del mondo italiani che approdano nella squadra americana, i suoi pensieri rivestono per noi una grande importanza. Elisa Balsamo e Filippo Baroncini, ciascuno con il suo bagaglio e la sua storia, dal 2022 saranno alla corte di Guercilena, per cui capire quale idea si è fatto colui che sovrintenderà alla loro preparazione potrebbe offrire una scheggia di futuro.
«Due ottimi corridori – dice nel suo italiano, probabilmente migliore del nostro spagnolo – di cui ho conoscenza diversa. Baroncini lo seguo da più tempo, Elisa invece l’ho conosciuta dopo il Lombardia in una giornata che abbiamo fatto tutti insieme, ma ho i report di chi l’ha osservata e ho visto i suoi test…».
La Trek ha seguito Balsamo anche a Leuven con il diesse Bronzini, che ha poi lasciato il teamLa Trek ha seguito Balsamo anche a Leuven con il diesse Bronzini, che ha poi lasciato il team
Allora partiamo da lei, campionessa del mondo delle elite: in proporzione la Alaphilippe delle donne…
E’ già al livello top, la conosciamo. Forte in pista e su strada, in un periodo del ciclismo in cui si riesce a brillare di qua e di là. Penso a Ethan Hayter, che tiene in salita, vince le volate di gruppo, poi arriva al mondiale su pista senza prepararlo troppo e vince un oro. Il passaggio per gli atleti dotati è facile. I discorsi di Wiggins sui tanti chili da perdere per me sono una cortina di fumo. Qualsiasi fisico ha un solo modo di dare il massimo. Se ti permette di combinare più specialità, vai bene ovunque. Sennò no.
Non la stai facendo troppo facile?
Non c’è niente di facile. C’è ad esempio un parametro distanza e ritmo. Se esci dal Tour de France e vai subito in pista, non hai un buon adattamento. Se fai pista fino a febbraio, alle prime classiche ti mancherà la distanza. Elisa dovrà fare una bella base, poi decideremo gli obiettivi e in base a quelli affineremo la preparazione.
Alla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e PogacarAlla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e Pogacar
Il suo tecnico Arzeni dice che potrebbe fare bene anche in corse più dure di quelle vinte finora.
Tutti i corridori, crescendo, acquistano più resistenza. Se già adesso in allenamento fa salite di 4-5 chilometri, in corsa potrà fare delle belle performance su scalate di 7-8 chilometri. Un range in cui rientrano tutte le corse delle ragazze, fatte salve alcune giornate di Giro e Tour. Ma al Brabante ha fatto vedere che tiene una giornata con dieci salite ripide e brevi, quindi ha le capacità di endurance per ripetere più volte lo sforzo. E al Womens Tour è arrivata seconda nella penultima tappa e ha vinto l’ultima.
Cosa significa?
Che non è andata in calando, ma ha la maturità fisica per emergere nelle ultime tappe. E poi su Elisa va detto che ha vinto ogni anno, questo è molto importante. Può vincere il Fiandre, perché lassù sembra trovarsi davvero bene. Mentre Freccia e Liegi potrebbero essere la sua sfida per i prossimi anni, per vedere dove può arrivare. Non sarà mai una scalatrice, ma in salita può migliorare. Di una cosa siamo certi…
La vittoria dell’ultima tappa al The Women’s Tour dimostra che Elisa ha il fondo giustoLa vittoria dell’ultima tappa al The Women’s Tour dimostra che Elisa ha il fondo giusto
Quale?
Può diventare un’atleta importante, di riferimento mondiale. Le altre big della squadra la proteggeranno e lei non avrà addosso la pressione delle gare. Parliamo di miglioramenti da fare nel medio periodo. E’ giovane, ma in questo ciclismo che mischia le junior con le elite, i suoi 24 anni sono abbastanza perché si possa emergere al top. Sei matura, anche sei hai tanta strada da fare.
Obiettivo Baroncini
Su Baroncini, Josu ha un’altra consapevolezza. Lo ha conosciuto direttamente da molto prima. Lo ha osservato. Ci ha parlato. Ed è rimasto colpito da diversi fattori del romagnolo iridato.
«A livello strutturale – dice e ride di gusto – Filippo è una bestia. E’ fortissimo. Non è solo un ciclista, è un atleta ed è molto completo. Avevamo già buoni riferimenti quanto ai suoi valori, ma la decisione di prenderlo è venuta da un report di Irizar, che da quando ha smesso è diventato il nostro talent scout. Per cui segue il Giro d’Italia U23, il Tour de l’Avenir, gli europei e i mondiali».
Prima del via della cronometro dei mondiali, Baroncini parlava di bici con De Kort e Irizar della TrekPrima del via della cronometro dei mondiali, Baroncini parlava di bici con De Kort e Irizar della Trek
Che report ha fatto?
Era al Giro U23 per seguire i nostri, quindi ad esempio Hellenmose che abbiamo preso dal Mendrisio. Solo che nel suo report a Guercilena e a me, a un certo punto è saltato fuori il nome di questo Baroncini, che aveva vinto la crono, ma capace di tirare ogni giorno per Ayuso. Non so se senza di lui, avrebbe vinto la maglia rosa tanto facilmente. Da quel feedback abbiamo cominciato a raccogliere informazioni. Abbiamo visto test. Abbiamo scoperto che il centro Mapei lo aveva già conosciuto. Abbiamo iniziato a parlarci e a giugno abbiamo finalizzato il discorso.
Amore a prima vista, insomma?
Il bello di “Baro” è che è forte da tutte le parti, pur dovendosi ancora sviluppare. Non lo prendi perché ha vinto il mondiale U23, insomma, in lui vediamo molto di più. Non per niente lo abbiamo fatto firmare prima. Lo avete guardato negli occhi?
Al mondiale ha corso pensando solo a questa azione. Lo aveva detto agli uomini Trek e ha vinto…Al mondiale ha corso pensando solo a questa azione. Lo aveva detto agli uomini Trek e ha vinto…
Vuole vincere!
Ha un carattere competitivo. Gli piace la gara e non si fa schiacciare dalla pressione. Due giorni prima del mondiale, il giovedì sera siano andati a salutarlo. Ci ha detto che il percorso gli piaceva e che per vincere bisognava aspettare l’ultimo giro. Ci ha detto coma avrebbe corso e lo ha detto anche a Nizzolo, che era lì con noi. In corsa ci sono state due situazioni in cui poteva buttarsi dentro, perché sembravano importanti. Invece è rimasto freddo. Ha aspettato l’ultimo giro, ha attuato il suo piano e ha vinto il mondiale. Questi sono dettagli da cui vedi il carattere. E dentro ha tanto che ancora non si è visto.
Uno così va buttato subito dentro?
Faremo i programmi a novembre. Con i giovani comunque abbiamo sempre seguito un inserimento progressivo, con un’alta percentuale di gare non WorldTour oppure gare non troppo difficili. Come Uae Tour o Tour de Pologne in cui i big non ci sono. Con i giovani facciamo una periodizzazione a blocchi.
Che cosa significa?
I leader per il Giro o per il Tour hanno il loro calendario, fatto di poche corse tutte mirate al raggiungimento della condizione. Con i giovani non puoi farlo, perché mentalmente sono strutturati diversamente. Devono correre. Staccare. Recuperare. Correre e via così. Con Tiberi nel 2021 abbiamo fatto sei cicli brevi. L’importante è che imparino ad andare forte da febbraio a ottobre. Anche se Filippo ha un potenziale enorme, non cambieremo questo modo di fare.
Alla Coppa Sabatini, quarto dopo aver provato a vincere contro Colbrelli, Valgren e MosconAlla Coppa Sabatini, quarto dopo aver provato a vincere contro Colbrelli, Valgren e Moscon
Un po’ di Belgio?
Quello non mancherà, per lui vedo un approccio graduale con più gare di un giorno che a tappe. Le corse lassù vanno sempre sulle stesse strade, che lui dovrà conoscere a memoria prima di puntare alle grandi classiche. Ma se dovesse andare molto bene, già al primo anno potrebbe mettere il naso alla Gand, che delle tante è la meno dura.
Ci sarà un giorno in cui potrà fare la corsa?
Mi ha impressionato a Peccioli, dove ha fatto quarto perché ha cercato di vincere. Se voleva vincere, ha sbagliato tattica e gliel’ho detto. Ha attaccato da lontano. Ha chiuso un buco che non toccava a lui. Era in mezzo a corridori WorldTour di prima fascia, ma ha corso per vincere. Se fosse stato più prudente avrebbe potuto fare centro o arrivare secondo. Sono certo che nella gara giusta, proverà a fare qualcosa di bello. Quando hai quella testa, la paura non esiste.
Il racconto di Elisa Balsamo della prima corsa in maglia iridata: la Roubaix. Il fango. Guazzini caduta. Il senso della storia. Un giorno indimenticabile
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Elisa Balsamo da tempo vive a Bergamo con il suo compagno Davide Plebani, ma il cuore è rimasto a Piasco e non potrebbe essere altrimenti. E’ la terra dei suoi genitori, è in questo piccolo borgo cuneese che ha mosso i suoi primi passi e anche le sue prime pedalate. E’ da lì che è partita la sua conquista del mondo…
Claudio Mattio, responsabile con suo fratello Silvio della Sc Vigor, è orgoglioso quando parla di lei e dei suoi inizi come di tutti quelli che sono usciti dal suo sodalizio e sono tanti: «E’ come una famiglia, anzi lo è davvero, per esempio Enrico Olivero e Michele Bertaina (per una drammatica ironia della sorte, all’alba del giorno in cui questo articolo è stato pubblicato, Enrico e Michele hanno avuto un incidente stradale, in cui il primo ha perso la vita, mentre il secondo è ricoverato in gravi condizioni, ndr), che hanno corso alla Beltrami, sono cugini di Elisa e come loro altri hanno scritto belle pagine. Per noi il ciclismo è qualcosa che entra nelle nostre vene, è sempre stato così».
Il gruppo dei bambini della SC Vigor Piasco nel 2009: riconoscete Elisa? Seconda in piedi da sinistra…Il gruppo dei bambini della SC Vigor Piasco nel 2009: riconoscete Elisa? Seconda in piedi da sinistra…
Com’era Elisa Balsamo ai suoi inizi?
Una ragazza semplice, ma fisicamente si vedeva che era ben strutturata e avrebbe potuto fare grandi cose. Il bello è che non solo ha iniziato subito a vincere, ma batteva anche i maschietti, quando si arrivava in volata non ce n’era per nessuno. Era con noi quando vinse titoli italiani su strada e su pista da esordiente e lo stesso da allieva e ogni volta era una festa. Io dico che viene da una famiglia di geni, non poteva essere altrimenti.
Si spieghi…
Prendiamo lo zio, non solo campione italiano amatori di ciclismo ma anche ingegnere laureato con 110 e lode. E la mamma? In banca dove lavorava dicevano che con una mano scriveva le pratiche e con l’altra poteva servire i clienti…. Il papà poi, che è stato il suo primo allenatore, ai suoi tempi vinceva tante gare nella sua categoria, era uno che teneva anche le salite lunghe. Ricordo che andammo in Sicilia, a correre il Giro delle Madonie per amatori: vinse due tappe e la classifica finale. La portava sempre e pian piano lei si è appassionata.
Nel 2016 Elisa Balsamo conquista il titolo iridato juniores a DohaNel 2016 Elisa Balsamo conquista il titolo iridato juniores a Doha
Quanto è rimasta con voi?
Elisa ha corso fino al 1° anno da junior, era quindi tesserata per noi quando conquistò il suo primo titolo mondiale e i due europei su pista. Vi racconto un episodio: quando conquistò l’iride, mettemmo in piazza un lungo striscione per festeggiarla e ricordare che era una nostra figlia. Quando ha vinto a Leuven, non abbiamo avuto il tempo di preparare nulla, quindi lo abbiamo ritirato fuori e rimesso, in fin dei conti era sempre per un titolo mondiale…
Si è festeggiato per la sua vittoria in Belgio?
Certo, ma anche per tutte le sue vittorie. Ripeto, è una di noi, le siamo molto legati e lei lo è con noi. Ci teniamo in contatto, poi suo padre è ancora coinvolto nella società e nella preparazione dei ragazzi, è un tecnico col patentino di 3° livello.
L’ultima perla della cuneese, il bronzo iridato conquistato a Roubaix nell’omniumL’ultima perla della cuneese, il bronzo iridato conquistato a Roubaix nell’omnium
Come faceva Elisa a conciliare ciclismo e studio?
Non ha mai avuto problemi, La pista ad esempio, distava un’ora e mezzo di strada in macchina: i genitori non si sono mai tirati indietro nell’accompagnarla e lei sfruttava ogni momento per studiare, infatti a scuola era bravissima, la prima della classe. Sui giornali si è detto che oltre ad essere una ciclista è anche bravissima al pianoforte, lo ha studiato per 10 anni, ma pochi sanno che sa suonare anche il clavicembalo…
Elisa ha iniziato a vincere da giovanissima: non avete paura che possa logorarsi?
Non è mai stata stressata per l’attività, nel senso che non ha mai fatto un’attività esasperata e questo sono sicuro che l’aiuta anche adesso, sa come gestirsi e come programmare gli appuntamenti. Le ultime vittorie sono lì a confermarlo. Speriamo che ora che la stagione è finita, riesca a trovare un po’ di tempo per passare da queste parti, le faremo una grande festa…
«Mi sono sentita finita, arrivata». A volte si raggiungono i propri limiti prima del previsto ed è proprio in questo momento che non bisogna darsi per vinti ma cercare di trovare la situazione più congeniale per se stessi. Così come ha fatto Silvia “Polly” Pollicini, ciclista della Valcar-Travel&Service (in apertura foto @twilcha), che in un certo senso ha appeso la sua Cannondale al chiodo…
Verso l’arrivo al Flanders Diamond Tour, Polly assieme a Eleonora Gasparrini, a 18″ dalla WiebesVerso l’arrivo al Flanders Diamond Tour, Polly assieme a Eleonora Gasparrini, a 18″ dalla Wiebes
Com’è entrato lo sport nella tua vita?
Mio padre è un insegnante di educazione fisica. Fin da piccolissima ho praticato diversi sport partendo dal nuoto fino ad arrivare a quello che, finora, è stato l’amore più grande della mia vita: il ciclismo.
E il triathlon?
Quando avevo sei anni un ragazzino con cui sciavo mi parlò di questo strano sport. Suo zio era il presidente della Valle D’Aosta Triathlon e andai un’estate a fare un mini camp di allenamento con tanti bambini. Mi divertii così tanto, da obbligare mio padre ad iscrivermi. Smisi all’età di quindici anni, quando capii che il ciclismo era il mio sport.
Cosa ti catturava della bici ?
Gradualmente mi resi conto che, non so per quale motivo, il ciclismo dei tre era lo sport che mi piaceva di più e a dodici anni mi imposi di allenarmi per fare la ciclista. Anche se, per divertimento, qualche garetta di triathlon continuai a farla ancora.
Elisa Balsamo è la sua migliore amica, come racconta Polly nell’intervista (foto Instagram)Elisa Balsamo è la sua migliore amica, come racconta Polly nell’intervista (foto Instagram)
Tre aggettivi per definire i due sport.
Il triathlon è particolare, faticoso ed entusiasmante. Il ciclismo è intenso, faticoso, ti direi che “distrugge l’anima” (ride, ndr) ma è più appropriato dire… appassionante.
Qual è la differenza principale ?
Sono entrambi sport molto duri, ma quando ero piccola percepivo il ciclismo più semplice perché unico e non composto da tre sport diversi.
La Valcar…
E’ la mia famiglia. Da junior di secondo anno venni chiamata per entrare a farne parte e accettai volentieri, l’anno dopo partì il progetto UCI. Ero al primo anno elite e rimasi in squadra. E proprio grazie ad essa iniziai a crescere tanto atleticamente e come persona.
Nel 2020 ha corso anche la gand in una stagione “magra” a causa del Covid: solo 14 gareNel 2020 ha corso anche la gand in una stagione “magra” a causa del Covid: solo 14 gare
Elisa Balsamo…
E’ la mia migliore amica. Ci siamo conosciute in Valcar e per sei anni siamo state compagne di stanza. Con il tempo si è poi instaurato questo rapporto di amicizia e fedeltà molto intenso e molto bello. Quando ha alzato le mani al cielo quel giorno, al mondiale (le vengono i brividi, ndr) ho pianto tutte le lacrime che potevo piangere. La considero come una sorella, è stata un’emozione bellissima vederla con quei colori. Ancora non ci credo e penso nemmeno lei. E’ molto utopica come cosa, ma è successo davvero!
Lasciare il ciclismo, perché?
Ho 22 anni e purtroppo quest’anno ho avuto la sensazione di essere arrivata, finita come atleta, di non poter andare oltre. Vedevo che le altre invece continuavano a crescere, probabilmente per il fatto che madre natura mi ha fornito un limite di capacità che ho raggiunto. Sentirmi così mi ha fatto stare male, da maggio ho pensato tanto. E mi sono detta: «Perché non ricominciare da zero e trovare qualcosa in cui devo crescere per non sentirmi finita?». Così mi è ritornato in mente il triathlon da cui ero scappata via a quindici anni (sorride, ndr). Si dice che tornare a casa fa sempre bene. Non ho la sfera di cristallo, non so come andrà, ma per scoprirlo devo provarci. Una cosa è certa: volevo cambiare quella sensazione che avevo e questa è la soluzione che mi piace di più.
In quale team andrai e con quali obiettivi ?
La Raschiani Triathlon di Pavia. In primis cercherò di trovare il mio posto all’interno di questo sport, per capire anzitutto per quali distanze sono più adatta e poi crescere tanto per valutare degli obiettivi più concreti.
Livigno 2021: «Le mie compagne mi mancheranno» (foto Instagram)Livigno 2021: «Le mie compagne mi mancheranno» (foto Instagram)
Hai già ripreso gli allenamenti di corsa e nuoto ?
Ho sempre corso e nuotato nei periodi di off season, ma il mio punto debole al momento è la corsa. Il nuoto, a mio avviso, è uno sport in cui si migliora più facilmente, dovrò riprendere un po’ di acquaticità, ma ho tanta tecnica. Per la corsa ci vorrà un po’ più di tempo. L’altro giorno ho fatto sei chilometri di corsa e quando ho finito mi facevano male le gambe da impazzire (ride, ndr).
Quale grande emozione ti viene in mente se pensi al tuo percorso ciclistico ?
La prima, da juniores, quando Elisa Balsamo vinse il campionato italiano. Io ero stata in fuga con lei tutto il tempo, l’avevo aiutata, quando l’ho vista con le braccia al cielo ho iniziato a piangere e non riuscivo più a smettere. Mi mancheranno le mie compagne.
La caduta dell'omnium fa ancora male all'anima. Così Elisa Balsamo si butta sulla strada per superare quei ricordi e mette nel mirino i mondiali su strada
Adesso si cresce. Nelle famiglie numerose e in alcune squadre funziona così. Quando i fratelli maggiori escono di casa e vanno a vivere da soli, tocca ai secondogeniti tirare su i più piccoli, in un continuo scambio di esperienze e trapasso di nozioni. Così adesso che dalla Valcar-Travel&Service se ne vanno Balsamo, Guazzini, Alzini e Pollicini (che torna al triathlon), tocca a Chiara Consonni prendersi la famiglia sulle spalle. Lei lo sa. Lo commenta con la più tipica delle sue risate, un po’ nervosa e un po’ scaramantica, e poi comincia a raccontare.
Siamo all’alba dei mondiali pista di Roubaix, dove la “Conso” farà soltanto l’inseguimento a squadre, poi rientrerà nei ranghi della squadra per chiudere con le corse olandesi. Il fine settimana in Francia le ha portato bene. Non doveva neanche correre, invece come pure Sofia Bertizzolo, si è portata a casa il terzo posto alla Classique Morbihan e la vittoria al Gp du Morbihan.
Il giorno prima di vincere, sempre in Francia era stata seconda dietro Sofia BertizzoloIl giorno prima di vincere, sempre in Francia era stata seconda dietro Sofia Bertizzolo
Come stai?
Un po’ raffreddata (soffia il naso, ndr), ho preso freddo domenica in corsa e stamattina ho il naso chiuso. Siamo arrivati a Roubaix direttamente dalla Francia prima della nazionale. Ma sto bene, sono contenta. Non mi aspettavo di vincere.
Bene per il tuo ruolo futuro di capitano, no?
Sono pronta. Sapevo che le altre se ne andavano e che la responsabilità sarebbe passata sulle mie spalle. Siamo comunque un bel gruppo, con Persico, Sanguineti e Gasparrini, che è giovane ma va fortissimo.
Ti è mai venuto il dubbio che forse ti sarebbe convenuto andare anche tu in una WorldTour?
Nessun dubbio. Sono carica, voglio fare per le altre quello che le più grandi hanno fatto per me. E voglio andare meglio di quest’anno. Ho cominciato pensando di fare bene nelle classiche, ci puntavo da anni. Invece al momento giusto, ero sempre indietro. L’anno prossimo sarò più motivata e pronta già in avvio di stagione.
Con la Valcar al Women’s Tour. Da sinistra Sanguineti, Margaux Vigie, Balsamo, Consonni e Pirrone
Ha corso il The Women’s Tour in allenamento e aiutando Elisa Balsamo in maglia iridata
Con la Valcar al Women’s Tour. Da sinistra Sanguineti, Margaux Vigie, Balsamo, Consonni e Pirrone
Ha corso il The Women’s Tour in allenamento e aiutando Elisa Balsamo in maglia iridata
Ti aspetta un vero inverno da atleta, insomma?
Un inverno decisivo. Farò due settimane off, probabilmente in vacanza. Non so dove, non ci ho pensato: queste cose le faccio sempre all’ultimo. Poi palestra, pista se ci sarà un velodromo disponibile. Quando riaprirà Montichiari?
Si parla di quasi tre mesi di lavori, non sarà breve. Tutto questo significa che la “Conso” un po’ pazza sparirà?
La follia rimane, fa parte di me (ride, ndr). Ma sono maturata tanto grazie all’aiuto delle mie compagne. Ho preso qualcosa da tutte. In particolare, da Elisa (Balsamo, ndr) la capacità di rimanere concentrata sul mio percorso. Mentre dalla “Vitto” (Guazzini, ndr) la testardaggine. Sentirò la loro mancanza, ma non ho ancora pensato di cambiare squadra. Se poi la Valcar salisse nel WorldTour o si unisse a uno squadrone maschile, sarei ben contenta di seguirla. E poi c’è da vedere con i corpi militari…
Si è aperta la porta?
C’è qualche parola più chiara, ma finché non c’è l’ufficialità, sarà meglio non parlarne.
Oro con Martina Fidanza agli europei U23 nella madison: per entrambe bel colpo di orgoglioOro con Martina Fidanza agli europei U23 nella madison: per entrambe bel colpo di orgoglio
Tuo fratello si è montato la testa dopo le Olimpiadi o è sempre il solito “Simo”?
Ma no, è sempre lui. Da agosto abbiamo fatto solo due cene insieme, non ci vediamo mai. Sono contenta che è qui per i mondiali e per qualche giorno lo avrò sempre intorno.
Un giorno potresti correre con lui alla Cofidis?
Non corriamo più con la stessa maglia da quando eravamo bambini, sarebbe bello. Ogni tanto ci penso a come sarebbe avere maglia e bici uguali (nella Cofidis è passata Martina Alzini, ndr). Ma io resto qui. Arzeni, il “Capo”, mi è stato vicino quando dopo l’esclusione dalle Olimpiadi ero tanto giù.
Una figura importante per te?
Ripenso a quando da junior per due volte a settimana veniva a prendermi a Bergamo da casa sua a Varese e mi portava a Montichiari. Gli devo tanto, mi fido di lui ed è bello sapere che c’è. Parliamo di tutto, è un po’ un secondo padre.
Consonni dividerà il ruolo di leader della Valcar-Travel&Service 2022 con Silvia PersicoConsonni dividerà il ruolo di leader della Valcar-Travel&Service 2022 con Silvia Persico
Invece a proposito di tecnici, pare che sia alla fine il ciclo di Salvoldi…
Nonostante le cose anche brutte che si sono dette di lui, siamo cresciute tutte con Dino e lui è cresciuto con noi. Non mi ha portato a Tokyo, vorrà dire che andrò a Parigi, molto più glamour (ride, ndr). Ho sentito i nomi di un possibile successore, staremo a vedere. Intanto giochiamoci i mondiali.
La vittoria che cosa ti ha lasciato?
Un grande morale. Non dovevo farle, ma a questo punto della stagione, preferisco correre che allenarmi per tenere la condizione. Capo lo ha capito e ha ridisegnato il calendario. E ancora una volta ha avuto ragione lui. Grazie Capo!!
«A prima vista questo Tour de Femmes mi piace molto – dice Elisa Balsamo – la prima parte mi sembra per velocisti e ci sarà anche una frazione con le strade sterrate. In qualche modo sarà come tornare alla nostra Strade Bianche e penso che sarà molto bello vederci correre in uno scenario così particolare. La seconda parte sarà più difficile con molte salite e vedremo uscir fuori le ragazze più forti. In particolare gli ultimi due giorni saranno molto impegnativi».
Fabiana Luperini ha vinto per cinque volte il Giro (qui nel 1998) e tre Tour (dal 1995 al 1997)Fabiana Luperini ha vinto per cinque volte il Giro (qui nel 1998) e tre Tour (dal 1995 al 1997)
Il ritorno del Tour de France femminile merita tanta attenzione anche e soprattutto per quello che rappresenta per il movimento femminile. E se Lizzie Deignan probabilmente sarà rimasta un po’ delusa, dato che ambiva a un’edizione di tre settimane, le appena otto tappe fanno pensare che trattandosi della prima edizione di questa gestione, siano voluti andare con i piedi di piombo.
1ª tappa, 24 luglio: Paris Eiffel Tower-Champs-Élysées, 82 chilometri
2ª tappa, 25 luglio: Meaux-Provins, 135 chilometri
Noi però ci siamo rivolti all’ultima italiana che ha conquistato la maglia gialla: Fabiana Luperini, che ne mise in fila tre dal 1995 al 1997 (unendo anche 5 Giri), prima che la corsa si interrompesse nel 2009. Sono 24 anni che la maglia gialla manca. A lei ci eravamo rivolti qualche tempo fa proprio per commentare l’insolita richiesta della vincitrice di Roubaix. Oggi in qualche modo chiudiamo il cerchio.
«Ho visto il percorso – comincia la toscana – e la prima bella cosa da dire è che è bello sia organizzato da Aso. Sono abbastanza sicura che abbiano voluto cominciare piano, per poi andare a crescere. Era strano che mancasse la corsa più importante e ora hanno messo rimedio. Le ultime edizioni erano un po’ scadute, con trasferimenti lunghissimi, hotel sempre peggiori. Non voglio parlare male, perché comunque era una bella corsa. Ma avendone già vinti tre, a un certo punto iniziammo a chiederci se, stando così le cose, valesse la pena continuare ad andarci».
Il Tour Femmes partirà dalla Tour Eiffel nello stesso giorno in cui ai Campi Elisi si concluderà quello dei pro’Il Tour Femmes partirà dalla Tour Eiffel nello stesso giorno in cui ai Campi Elisi si concluderà quello dei pro’
Otto tappe, due arrivi in salita
Il Tour de Femmes 2022 torna a colmare un grande vuoto nel calendario delle donne e lo fa con lo stile altisonante e solenne di Aso. A chi si aspettava tuttavia un Tour di due settimane, come chiesto a suo tempo da Lizzie Deignan (in realtà la britannica avrebbe voluto una corsa di tre settimane) sarà rimasto l’amaro in bocca. Spicca l’assenza della cronometro. La seconda tappa avrà quattro settori sterrati. Mentre le ultime due tappe avranno arrivi duri che faranno la classifica.
1ª tappa
Domenica (24/7)
Paris Tour Eiffel-Champs Elysées
km 82
2ª tappa
Lunedì (25/7)
Meaux-Provins
km 135
3ª tappa
Martedì (26/7)
Reims-Epernay
km 133
4ª tappa
Mercoledì (27/7)
Troyes-Bar sur Aube
km 126
5ª tappa
Giovedì (28/7)
Bar le Duc-Sain Die des Vosges
km 175
6ª tappa
Venerdì (29/7)
Saint Die des Vosges-Rosheim
km 128
7ª tappa
Sabato (30/7)
Selestat-Le Markstein
km 127
8ª tappa
Domenica (31/7)
Lure-Super Planche des Belles Filles
km 123
Totale km 1.029
La direzione della gara sarà affidata a Marion RousseLa direzione della gara sarà affidata a Marion Rousse
Un’assenza pesante secondo te?
Per personaggi come Marianne Vos o Anna Van der Breggen, che adesso ha smesso, il Tour avrebbe completato il palmares. Hanno vinto tante corse, grandissime e bellissime. Ma se mi aveste chiesto a suo tempo che cosa avrei voluto vincere più di mondiale e Olimpiadi, io avrei detto il Tour. E questa edizione sarà più bella delle mie…
Perché?
Perché il fatto che organizzi Aso rende tutto più figo. Come una volta, quando Maria Canins saliva sul podio con Hinault e i vincitori del Tour degli uomini.
Che cosa ti sembra del percorso?
Un po’ leggerino, un’edizione di prova. Ci sono due arrivi in salita, ma non sono il Tourmalet o l’Alpe d’Huez come si faceva una volta. Ma sono sicura che l’anno prossimo cambieranno e metteranno Pirenei e Alpi. Le tre settimane della Deignan erano troppo, ma due ci stanno benissimo.
Manca la crono…
Notavo anche questo. Mi ricordo che un anno se ne fece una di 45 chilometri in cui arrivai terza. Mi salvai perché in mezzo c’era una salitella. Ma ricordo anche di aver corso dei prologhi al Tour.
Si decide alla fine?
Per forza, su quei due arrivi in salita, che comunque lasceranno in segno. Ho visto anche una tappa di 175 chilometri, che secondo me sono pure troppi, anche se è tutta piatta. Prendiamo il buono però. E’ tornato il Tour de France, per il ciclismo femminile è una cosa importante. Teniamoci questo primo anno così e vedrete che dal prossimo sarà un vero Tour.
«Ho l’abitudine di studiare – dice Villa – e avevo previsto che il ciclismo femminile avrebbe vissuto un’escalation. Ho provato a fare due conti, ma il WorldTour sarebbe stato un passo troppo lungo. Così ho letto bene le newsletter dell’Uci e ho visto che gli inviti si baseranno sul ranking, per cui per quello siamo tranquilli. Non essendo nel WorldTour, il solo modo per farsi notare è fare attività intensa. Si tratta comunque di un investimento».
Bergamo iridata
Due maglie iridate nella stessa provincia. A trenta chilometri dalla casa della Colpack e di Baroncini, nella stessa pianura bergamasca che ribolle aziende e ciclisti, si trova infatti la Valcar, primo sponsor della Valcar-Travel&Service, casa di Valentino Villa ed Elisa Balsamo. A un certo punto, nei giorni del Giro d’Italia Donne, sembrava che la squadra fosse a un passo dal WorldTour, poi non se ne è fatto più niente. E così adesso, a fronte di alcuni elementi di spicco che cambiano aria come la campionessa del mondo, Guazzini e Alzini, il presidente è alle prese con un bel dilemma e lo vedi che gli costa pensieri faticosi. Andare avanti a oltranza, oppure accettare la proposta del giusto squadrone WorldTour e lasciarsi inglobare? Il tempo di concordare di darci del tu, dunque, e si comincia.
La Valcar è un’azienda che si dedica alle lavorazioni di precisione sui metalli, Villa è uno dei due sociLa Valcar è un’azienda che si dedica alle lavorazioni di precisione sui metalli, Villa è uno dei due soci
Non deve essere facile…
Ho una mia visione e il brutto vizio di non vivere il presente, ma di pensare al futuro. Penso che fra 2-3 anni, le squadre come la nostra non ci saranno più. Per il bene di questo movimento, l’abbinamento tra squadre WorldTour maschili e team femminili funzionerà. Credo che alla fine dovrà abdicare anche la SD Worx e lo vedo come un bene per le atlete. Poi servirà creare una categoria U23 come quella degli uomini in cui far crescere le ragazze, mentre ad ora questo ruolo lo svolgiamo noi e le squadre come noi.
Siete stati avvicinati da qualche squadra?
Abbiamo avuto due trattative. Una con la Uae, ma si è arenato tutto sul fatto che non siamo ancora WorldTour e che non abbiamo una dimensione troppo internazionale. So che poi sono passati alla Alé. Poi abbiamo avuto contatti con la Ef Pro Cycling, con cui sembrava quasi fatta, ma si è fermato nuovamente tutto. Se penso alla nostra squadra, la vedo allineata con un team maschile, senza però perdere tutta la filiera delle giovanili. Ragione per cui chiedo di essere io a dirigere l’eventuale nuova realtà.
Come hai vissuto il mondiale?
Il venerdì Davide (Arzeni, diesse del team, ndr) era qui e poi è partito in macchina. L’ho invidiato. Io ho visto la corsa con mia madre, la prima tifosa e la più anziana della squadra. Se devo dire, per Elisa avevo già gioito agli europei. Quando l’ho vista fare tante volte e bene quella salita così dura dopo un’estate tutta in pista, ho capito che ai mondiali non l’avrebbero staccata. Non sono un tecnico, ma a forza di guardarle, capisco da come si muovono sulla sella e dai loro atteggiamenti in bici se stanno bene o male.
Marta Cavalli ha corso con la Valcar-Travel&Service dai 13 ai 23 anni, poi è passata alla Fdj. Villa ne ha un grande ricordoMarta Cavalli ha corso con la Valcar-Travel&Service dai 13 ai 23 anni, poi è passata alla Fdj
Sei uno dei pochi presidenti che si occupano direttamente delle bici delle atlete…
Vengo dal mondo dei millimetri. Alle corse studio le bici degli altri. Ho passato qualche ora con Colnago, con Marra di Fsa e Colleoni di Veloflex a parlare di tecnologia dei loro componenti. Sono arrivato al punto di realizzare per Cannondale dei forcellini al Cnc. Nella mia azienda conosco tutti i ruoli, idem nella squadra. Conservo le immagini dei primi test di Elisa. E oggi quando osservo le nuove atlete, un po’ d’occhio l’ho sviluppato anche io.
Elisa Balsamo.
Elisa è… Elisa (Valentino si commuove, ndr). Devo molto a lei. Al di là dei risultati, è sempre stata una ragazza comprensiva, capace di rinunciare al suo compenso per migliorare la squadra. Vi ho già raccontato di quando si tagliò lo stipendio, no? Quando arrivò, le dissi: «Tu sei Ronaldo e vieni alla Valcar». Ma le dissi anche che per un anno avrebbe corso in una squadra ridimensionata. Avevamo inserito ragazze giovani che crescessero con lei e fossero in grado di starle accanto nei 3-4 anni successivi. E ha funzionato benissimo. Vinse il mondiale in pista il primo anno e quello su strada al secondo.
Consonni attesa al salto di qualità: sarà lei una delle punte, viste le partenze delle altre
Valentino Villa si aspetta molto per il 2022 dalla giovane Gasparrini
Consonni attesa al salto di qualità: sarà lei una delle punte
Valentino Villa si aspetta molto per il 2022 dalla giovane Gasparrini
Come si sposa questa dimensione familiare con quella del WorldTour?
Siamo il baluardo del ciclismo italiano. Ma se il lavoro di Davide e Valentino deve andare avanti, allora il nome della squadra deve cambiare. Non posso fare certi investimenti e mi dispiace parlarne, ma c’è una realtà di cui devo tenere conto.
Chi è Davide Arzeni?
Davide è la persona giusta per gestire questa fase di passaggio. Siamo appassionati di ciclismo a 360 gradi, osserviamo con la stessa attenzione la junior e la numero uno al mondo. Ci piacciono la pista, il cross e la strada, anche per dare alle ragazze modo di assecondare le loro passioni. Con Arzeni formiamo una bella coppia. Quando parliamo, ci capita di completare l’uno le frasi dell’altro. Non c’è mai diversità di vedute, la nostra forza è questa. Arriviamo sempre uguali alla conclusione, sempre con il bene della squadra per la testa.
Vanno via dei pezzi importanti.
Se avessimo potuto, le avremmo tenute tutte. Ma adesso ci aspettiamo la maturazione della Consonni e della Gasparrini, con un occhio di riguardo per le new entry come Anastasia Carbonari e per le ragazze che vorrebbero venire.
Guazzini e Alzini lasciano entrambe la Valcar-Travel&Service: la prima va alla Fdj Nouvelle Aquitaine, la seconda alla CofidisGuazzini e Alzini lasciano la Valcar-Travel&Service: la prima va alla Fdj , la seconda alla Cofidis
Ad esempio chi?
C’è una decina di straniere che ci hanno scritto e fra le motivazioni hanno indicato l’ambiente di squadra. Osserviamo i risultati, ma senza dimenticare l’umanità delle persone. Per questo alla fine si crea un bel rapporto. Mi sono commosso quando ho visto la Cavalli vestita con la maglia Fdj. Marta venne da noi a 13 anni e se ne è andata a 23. Si deve lavorare e qualcosa verrà fuori.
Con grande fede nella divina provvidenza?
Fiducia cieca. Mio padre era contadino e mi diceva che il campo coltivato può non dare frutti, mentre uno che non hai considerato può dartene in quantità. Avevo 7-8 anni quando accadde che un campo coltivato e concimato non diede pomodori, mentre quello accanto lasciato quasi incolto ne fece a quintali. Un’esperienza che mi ha segnato. E’ il mio modo di cambiare le cose, il mio invito alle persone che ho accanto pe spiegargli come cambiare le cose: «Fate, fate, fate!».
Anastasia Carbonari è l’ultima arrivata nella Valcar-Travel&ServiceAnastasia Carbonari è l’ultima arrivata nella Valcar-Travel&Service
Dino Salvoldi.
Una volta non convocò una mia ragazza e lo presi di petto. Poi andai in un’azienda in cui un imprenditore voleva licenziare un operaio, che però era bravissimo e faceva produzioni di altissima qualità. E non feci che dirgli di tenerlo, perché uno che era capace di certi risultati, meritava di essere tenuto. Quando uscii mi venne il flash, pensando a Salvoldi.
E cosa facesti?
Lo chiamai e gli dissi che uno come lui, con tutti i risultati che faceva, non doveva essere criticato. E aggiunsi che non lo avrei mai più attaccato.
E se nei prossimi giorni arriva un team WorldTour e vi propone di unirvi?
Sacrificherei anche domattina il nome Valcar&Travel Service, se servisse a dare un futuro alla squadra.
Sorride sincero. Il cuore è per le ragazze prima ancora che per il nome della sua azienda. Valentino è anche andato in pensione con il sogno di occuparsi a tempo pieno della squadra, ma c’è una forza neanche troppo invisibile che lo tiene legato all’azienda. Dirigenti come lui sono alla base dello sport italiano, capaci di fare miracoli. Se WorldTour sarà, che i nuovi non facciano rimpiangere i vecchi. A questo però forse dovrebbe pensare la stessa Federazione che poi sfoggerà le medaglie. Una stretta di mano, il nostro viaggio continua.
Arzeni risponde alle parole di Sofia Bertizzolo. Nelle sue squadre c'è posto per tutti: le atlete moderne aiutano e sanno vincere. E' tempo di raccogliere
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Approfittando della presenza imminente dei professionisti, prima alla partenza e poi all’arrivo della Tre Valli Varesine delle donne, non è passata inosservata la presenza di Johnny e Lorenzo Carera e quella di Andrea Noè, che con loro collabora. La loro agenzia si chiama A&J All Sports e, come dicono le iniziali, è stata fondata appunto da Alex e Johnny Carera, di cui Lorenzo è figlio. Insieme a Noè, dopo aver iniziato fra juniores e under 23, il più giovane della famiglia ha iniziato a lavorare come procuratore nel ciclismo femminile. Fra i primi acquisti della squadra, quello di Elisa Balsamo, iridata a Leuven e prossima al passaggio nel WorldTour con la Trek-Segafredo, è stato celebrato con un post su Instagram (foto di apertura).
E’ evidente che prima della nascita del WorldTour femminile, quando gli stipendi delle ragazze erano poco più di rimborsi spese, nessuno di loro si sarebbe sognato un impegno del genere. Ma se lavori a percentuale sui contratti, rendersi conto che fra le donne si può guadagnare più che in certe squadre professional ha fatto drizzare loro le antenne.
Ai mondiali di Leuven, Lorenzo è il primo da sinistra, poi Ghirmay, il padre Johnny e MulubrhanAi mondiali di Leuven, Lorenzo è il primo da sinistra, poi Ghirmay, il padre Johnny e Mulubrhan
La scelta di entrare
Proprio con Lorenzo perciò, una storia da giocatore di tennis alle spalle, proviamo a fare il primo punto della situazione.
«Con Andrea Noè – dice – avevamo la parte dei giovani con l’obiettivo di prendere con noi ogni anno i 2-3 migliori al mondo. Le donne sono in crescita. Abbiamo iniziato a lavorarci perché ci crediamo molto. Gli stipendi stanno già salendo. Se adesso per fare una squadra WorldTour servono 2 milioni di euro, fra due anni magari ce ne vorranno 5. E’ un’occasione di parità, propiziata dal fatto che le squadre WorldTour dei professionisti stanno costruendo l’equivalente al femminile. Con la nascita del WorldTour anche nelle donne, è diventato tutto più professionale. Così abbiamo deciso, passatemi il termine, di entrare a gamba tesa».
La scuderia Carera vanta un elevato numero di atleti e ovviamente non solo i migliori 2-3 al mondo. Alle spalle di Pogacar e Nibali, ci sono infatti tanti giovani fatti passare più per investimento e scommessa che per la certezza che possano portare a casa una bella carriera. Ma tant’è, ormai il flusso di atleti verso la massima categoria prevede un ricambio continuo, con le tematiche e i dubbi che più volte abbiamo sollevato. Sono maturi per passare? Avranno il tempo che serve per fare esperienza? Fra le donne certe tematiche, stante l’assenza della categoria under 23, certi discorsi rischiano di essere ancora più necessari.
Che ambiente avete trovato?
Le ragazze straniere hanno già da un pezzo il loro agente, mentre da noi lavorava soltanto Perego, ma è anche vero che fino a poco tempo fa gli stipendi non erano come oggi. Adesso cominciano ad aver bisogno di persone che le tutelino e la nostra agenzia segue l’atleta a 360 gradi. Non è solo trovare loro un contratto, anche se quello è la parte centrale.
Sulla pagina Instagram di A&J foto e complimenti a Marta Bastianelli per la vittoria in Gran Bretagna (foto The Women’s Tour)Sulla pagina Instagram di A&J foto e complimenti a Marta Bastianelli per la vittoria in Gran Bretagna (foto The Women’s Tour)
In che modo funzionerà il rapporto, stesse percentuali degli uomini?
Le stesse, anche se nei casi in cui siamo subentrati, quelli in cui l’atleta aveva già firmato il suo contratto, lavoreremo gratis fino alla scadenza o proveremo a migliorarlo. Quello che ci interessa è iniziare la collaborazione, conoscerci per poter sviluppare discorsi futuri.
Parli di Elisa Balsamo?
Aveva già firmato il suo nuovo contratto. Il suo è il caso estremo e magari adesso che è diventata campionessa del mondo, il contratto si potrà rivedere (voci dal gruppo dicono che il tentativo sarebbe già stato fatto, ma la Trek-Segafredo avrebbe rispedito la richiesta al mittente, ndr).
Mancando fra le donne la categoria under 23, vi muoverete anche fra le junior?
Sicuramente ci portiamo avanti. Lo sport in generale sale sempre di livello, ma non siamo noi a decidere. I ragazzi e le ragazze devono sentirsi pronti, dobbiamo stare attenti a non bruciare le tappe.
Sai bene che se proponi a un ragazzino, a volte minorenne, di diventare professionista, è difficile che abbia la maturità per dire di no…
Non tutti i ragazzi sono uguali. Servono il motore e la testa, perché quando vai di là e aprono il gas, se non li hai entrambi hai dei problemi. Ma come dite voi, vanno analizzati tutti i casi. Se si fa un progetto e per il giovane ci sono le giuste tutele, è un conto. Altrimenti non li fai passare mai a casaccio.
Con Bruno Reverberi e Tomas Trainini alla firma con la Bardiani: il ragazzo era davvero pronto?Con Tomas Trainini alla firma con la Bardiani: il ragazzo era davvero pronto?
Per prendere un minorenne si passa dalla famiglia?
Sempre. E abbiamo anche piacere a farlo, anche se sono più grandi. Ci piace spiegare chi siamo e come lavoriamo, capire la mentalità di una famiglia e quali valori hanno.
Quante ragazze faranno parte della vostra squadra?
Vogliamo mettere un tetto, siamo severi su questo lato, mantenere il nostro livello, fermandoci a una decida di atlete fra italiane e straniere.
Ti occuperai solo tu di loro?
Continuerò a lavorare assieme ad Andrea (Noè, ndr), abbiamo una bella collaborazione. Entrambi ex sportivi, lui con più esperienza nel ciclismo, io più a contatto con le nuove generazioni (Lorenzo è del 1991, ndr) e questo mi permette di capirli meglio.
Attento che Brontolo è suscettibile al tema dell’età…
Lo so, lo prendo spesso in giro dicendogli che è vecchio (una risata, ndr).
Ilaria Sanguineti arriva nel WorldTour con la Trek-Segafredo per lanciare gli sprint di Elisa Balsamo. Ma la lecchese vale più di questo. Deve solo crederci