Bentornato Baroncini, rinascita iniziata dalla Francia

01.06.2024
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Un ottavo posto di tappa alla Boucles de la Mayenne. Normalmente un risultato del tutto trascurabile, uno dei tanti in una lunga stagione, ma anche qualcosa di così poco valore può averne tanto, è tutto relativo a quel che c’è intorno. Per Filippo Baroncini è il primo spiraglio verso la rinascita.

Parlando del corridore della Uae sembra quasi di trasporre nel ciclismo i principi di “Aspettando Godot”, ma non si può certo dire che sia per colpa del ciclista di Massa Lombarda. Gli ultimi due anni (ma mettiamoci dentro anche questa prima parte di 2024) sono stati costellati di infortuni, di ostacoli, di una sfortuna che non ha mai smesso di coprire con il suo fosco velo la carriera di un corridore passato sull’onda dell’entusiasmo derivante dal titolo mondiale U23, condito dall’argento europeo.

Baroncini ha ripreso a gareggiare al Giro di Romagna. In Francia la sua prima Top 10
Baroncini ha ripreso a gareggiare al Giro di Romagna. In Francia la sua prima Top 10

«Lo so bene che un ottavo posto in una corsa a tappe francese, di buon livello ma nulla più, dice poco, ma per me è un primo passo. Cerco di guardarlo in positivo, devo farlo dopo quel che ho avuto, dopo l’ultimo colpo di sfortuna con la caduta e la frattura al gomito al GP Denain. Per me vale molto».

Quanto ti è costata quella frattura?

Sono stato completamente fermo due settimane, poi ho ripreso e già dopo altre due settimane ero di nuovo in gara al Giro della Romagna, ma chiaramente la condizione fisica tanto inseguita aveva subito un brusco arresto, c’era da rimettere insieme tutti i pezzi. Con pazienza mi sono rimesso al lavoro guardando al futuro, fino alla trasferta francese e a questo primo, minuscolo segnale per me comunque importante.

Il GP di Denain è stato l’ultimo colpo di sfortuna, una caduta costatagli la frattura a un gomito
Il GP di Denain è stato l’ultimo colpo di sfortuna, una caduta costatagli la frattura a un gomito
Sei tornato in gara presto…

Meno di quanto si pensi, anzi questa volta ho voluto fare le cose con calma e ponderazione. Una cosa che ho capito in questi due anni così difficili è che dovevo fare con calma, seguire tutti i passi. Essere precipitoso non mi ha aiutato, ho cambiato prospettiva e ho visto che questa è stata la scelta giusta.

Hai mai avuto il dubbio che il Baroncini vincente da U23 fosse rimasto lì, proprio relegato al 2021?

Dubbi no, ma ho la consapevolezza che non si è più visto e che le speranze che nutrivo quando sono passato professionista, sull’onda di quelle inebrianti sensazioni, sono rimaste speranze. Non ho mai avuto il tempo di crescere. Io so però che quel Baroncini c’è ancora e che verrà fuori prima o poi. Ma perché ciò avvenga non ci devono più essere problemi, più ostacoli perché ne ho superati davvero troppi…

Baroncini sul podio mondiale 2021: il suo biglietto da visita per entrare fra i pro’
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Hai mai rammarichi per come sono andate queste due stagioni?

Mi guardo indietro e posso dire che un paio di cadute le potevo evitare, sono state per colpa mia, ma ho pagato un prezzo alto. Mi dispiace soprattutto perché avrei voluto avere più occasioni per fare esperienza. Sarebbe stato importante per la mia crescita.

Com’era la corsa francese?

In generale è stata importante perché ho sentito che stavo crescendo tanto, ho sentito la mia condizione migliorare giorno dopo giorno. Mi sento più fiducioso, continuando di questo passo so che qualche risultato “vero” arriverà a breve.

I fan di Filippo sono sempre attivi e presenti, ora vuole ripagarli con un grande risultato
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Oltretutto si avvicina la stagione più calda che normalmente ti è favorevole…

Sì, il caldo è sempre stato il mio punto forte. Sono solito partire presto nella stagione perché ci metto molto a carburare, a raggiungere la forma migliore e normalmente la seconda parte di stagione mi è sempre stata più favorevole proprio perché nei mesi caldi riesco a rendere di più. Nelle ultime stagioni partivo già a gennaio per puntare a raggiungere la miglior forma in occasione delle classiche. Io spero che già dall’estate si possa vedere la miglior versione di me stesso.

Dove ti vedremo ora?

Domani sarò alla Brussels Classic, poi arriveranno gare che mi sono congeniali come il GP del Cantone d’Argovia e il Giro di Slovenia dove ci sono tappe che possono darmi soddisfazione. Il tutto pensando al campionato italiano che nella mia agenda è cerchiato di rosso perché è su un percorso che va benissimo per me. Gareggerò sia a cronometro che nella prova in linea e mi aspetto molto da quelle gare.

Il romagnolo a cronometro. Sarà in gara ai campionati italiani il 20 giugno a Grosseto
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Farai quest’anno il tuo esordio in un grande Giro, alla Vuelta. Mancano molte settimane, come ti stai avvicinando psicologicamente?

In maniera tranquilla, con curiosità piuttosto che con timore. In questi giorni, nelle gare sono in camera con Juan Sebastian Molano che è reduce dal Giro d’Italia e gli ho chiesto come si è gestito, che cosa significa correre per tre settimane. Ma c’è tempo per abituare la testa al grande impegno, per prepararlo con tutti i crismi anche andando in altura. Farà parte della mia crescita per presentare a tutti il vero Baroncini.