Toneatti è un corridore vero: per questo Pontoni lo martella

09.01.2022
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«Un po’ è merito tuo» diciamo a Daniele Pontoni, che si avvia al podio degli under 23. La maglia tricolore l’ha vinta Davide Toneatti, che corre nella squadra da lui fondata, la DP66-Giant-Selle Smp, e affidata ai collaboratori di una vita da quando è diventato tecnico della nazionale.

«E’ tutto loro», dice infatti il folletto friulano, che continua da ore a correre lungo il percorso, indicando lo staff del team.

Un tipo sorride sotto la mascherina. «E’ merito suo – dice – che non ha mai smesso di martellarlo. Ha continuato per anni a dirgli di non parlare tanto e che avrebbe potuto farlo solo dopo aver vinto almeno una maglia tricolore».

Sul podio degli U23, Toneatti ha preceduto Leone e Pavan
Sul podio degli U23, Toneatti ha preceduto Leone e Pavan

Dal ghiaccio al fango

La gara degli under 23 ha visto Leone darci dentro di brutto, ma forse nessuno dei ragazzi poteva immaginare che il terreno ancora ghiacciato 50 minuti prima del via, di colpo mollasse trasformandosi in un letto di fango. Così le scivolate si sono sovrapposte ai sorpassi e i cambiamenti di fronte sono stati all’ordine del giorno. Perciò di colpo Leone ha sbagliato e Toneatti, che a sua volta era rimasto indietro, lo ha passato e ha fatto di tutto per non farlo tornare più sotto. Terzo, subito alle loro spalle, Pavan si è tenuto stretto il podio. Davanti a Loconsolo e Masciarelli, reduce da un’influenza che negli ultimi dieci giorni l’ha un po’ spento.

Rapporti più corti

Suo padre Andrea prima del via guardava il percorso un po’ perplesso. E mentre metteva a punto le gomme della bici di Lorenzo (1,3 davanti, 1,4 dietro) diceva che in Belgio i percorsi sono molto più da spingere. E che per questo lassù suo figlio corre sempre con il 39-46 mentre qui ha voluto mettere anche il 36. Per le continue curve e i tanti rilanci.

Sull’argomento si era soffermato nelle scorse settimane anche Van der Poel, facendo notare come la tendenza di chi traccia i percorsi sia sempre meno nel segno della scorrevolezza, ma qui le indicazioni le ha date Pontoni, che ha così voluto ricreare le condizioni che gli azzurri potrebbero trovare ai mondiali di Fayetteville.

Masciarelli si è scaldato, sapendo di non avere la miglior condizione: chiuderà quinto
Masciarelli non aveva la miglior condizione: chiuderà 5°

Martello Pontoni

Raggiungiamo il tecnico azzurro ai piedi del palco, dopo la premiazione. Sotto la mascherina gli occhi scintillano. Il presidente Dagnoni ha appena finito di lodarlo per come sta interpretando il suo ruolo e la capacità di organizzare i tricolori, l’orgoglio è giustificato.

«Perché lo martello in continuazione? Perché vale tanto – dice – e lui a volte sembra non saperlo. Questo qui è un corridore vero, non un crossista e basta. Farà bene anche su strada. Ha tutti i mezzi per emergere, anche se a volte si perde in mille fisime. Gli ho detto sempre di stare sul concreto, glielo dico da 10 anni e per questo l’ho portato a tutte le Coppe del mondo. Faccio come il padre che riprende sempre suo figlio perché vuole che ottenga il meglio».

Per Toneatti le parole di stima e pungolo di Daniele Pontoni
Per Toneatti le parole di stima e pungolo di Daniele Pontoni

Fango galeotto

Toneatti risponde alle domande, con la maglia tricolore indosso, i pantaloni termici per non prendere freddo e la mano destra che stringe la medaglia, quasi appendendosi.

«Sono venuto a provare il percorso nelle settimane scorse – dice – conoscevo bene ogni passaggio, ma non avrei mai creduto che potesse cambiare così tanto. Un’ora prima era ghiacciato, invece abbiamo corso nel fango. Si vedeva che fosse Leone quello pericoloso, ma ho voluto e potuto fare la mia corsa».

Una gara decisiva

Si fa per ridere, ma intanto per capire come reagirà tiriamo fuori la provocazione di Pontoni. Adesso che hai vinto una maglia tricolore, forse potrai parlare! Lui guarda, capisce dove vogliamo andare a parare e poi risponde.

«Daniele ci scherza sempre – dice – perché con tutto quello che ha vinto, la fa un po’ pesare, ma sempre per scherzo. Tra di noi c’è un bel rapporto. Ci conosciamo da 4-5 anni. Sono nella sua squadra, ci sono ancora anche se lui adesso è cittì. Spero davvero che questo risultato mi permetta di fare un bello scatto. Questo risultato ci voleva, dopo che l’ultimo mese non è stato perfetto e non è andato come mi aspettavo».

Su strada con l’Astana

Restiamo sulle parole di Pontoni: che cosa significa essere un corridore a 360 gradi e non un semplice crossista? E cosa significa che a volte si perde nelle sue fisime?

«Da febbraio – dice – passerò all’Astana Development. Sono molto contento di questa nuova esperienza. D’estate ho sempre fatto mountain bike, loro però credono in me e spero di ripagarli. Le fisime? A me piace curare tutti i dettagli, ogni tanto qualcuno mi dice che sono troppo fissato però a me non pesa per niente…».

Lo chiamano per fare delle foto davanti alla bici orrendamente inzaccherata. Si fa fatica a distinguerne marca e colore. Si tratta di una Giant e in un giro e mezzo dall’ultimo cambio si è coperta di melma in ogni spigolo. Il percorso ha davvero mollato in modo inaspettato. Per le donne elite e gli uomini previsti a seguire, rischia di essere davvero una corsa a stare in piedi.

Variano tricolori 2021

Pontoni, spiegaci il percorso dei Tricolori di cross

03.01.2022
5 min
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Variano di Basiliana è pronta ad accogliere i Campionati Italiani, il prossimo weekend sarà quello centrale per tutta la stagione nazionale sui prati, l’obiettivo di moltissimi atleti. Per l’occasione il piccolo centro friulano si veste a festa, perché la kermesse dei tricolori prenderà il via il 7 gennaio per durare ben tre giorni.

Daniele Pontoni, il nuovo cittì della nazionale italiana, è da quelle parti un autentico mito e non potrebbe essere altrimenti. L’ex iridato ha direttamente contribuito alla creazione del tracciato di gara e lo conosce come le sue tasche, oltretutto sa bene che quel test sarà fondamentale, l’ultimo appello disponibile per rimettere in discussione le candidature per le convocazioni in vista dei mondiali americani.

Pontoni 2021
Il cittì Pontoni ha disegnato il percorso tricolore pensando anche ai prossimi mondiali
Pontoni 2021
Il cittì Pontoni ha disegnato il percorso tricolore pensando anche ai prossimi mondiali

Percorso tecnico ma poco fangoso

Nel disegnare il percorso, Pontoni ha badato sia agli aspetti tecnici che alla varietà: «Nella prima parte è molto filante, i primi 400 metri sono larghi per permettere che ci sia un po’ di selezione al via, 280 sono in asfalto. Sarà sicuramente una lunga volata iniziale. Poi si entra in un campo di soia, che potrebbe essere l’unica parte a risentire minimamente di eventuale pioggia, per il resto il percorso è perfettamente drenante e non dovrebbe causare tanto fango.

«Uscendo dal campo di soia, il tracciato diventa davvero duro, con tanti saliscendi, due rampe che i corridori conoscono bene per le precedenti edizioni delle gare: la prima si affronta a piedi, la seconda farà la differenza perché i più capaci potranno anche completarla in sella. C’è poi una scala con 30 gradini e una parte con altre scale artificiali che costituisce la novità dell’edizione di quest’anno. Finale in contropendenza con discesa e risalita a S».

Percorso tricolori 2021
Un passaggio del percorso tricolore, rimasto quasi identico a quello di gennaio 2021
Percorso tricolori 2021
Un passaggio del percorso tricolore, rimasto quasi identico a quello di gennaio 2021
E’ un percorso pensato anche in funzione dei mondiali?

Diciamo che è un tracciato completo e per certi versi ricorda anche quello di Fayetteville. L’arrivo è stato completamente ridisegnato, posizionandolo direttamente sulla provinciale. Per emergere bisogna essere davvero al massimo della propria forma, è un percorso completo. Volevo che premiasse coloro che davvero hanno le condizioni per far bene anche in campo internazionale, poi naturalmente dovrò prendere in esame non una singola gara, ma tutto il complesso della stagione.

Dicevi che non ci sarà fango…

Le previsioni danno bel tempo, ma chiaramente mancano ancora giorni e non si può avere la certezza. Certamente con la pioggia diventerebbe ancora più tecnico e selettivo, ma senza eccessi com’è capitato di vedere in ambito internazionale.

Bertolini Variano 2021
A gennaio 2021 Variano ha ospitato il campionato triveneto, vinto da Gioele Bertolini (foto Alessandro Billiani)
Bertolini Variano 2021
A gennaio 2021 Variano ha ospitato il campionato triveneto, vinto da Gioele Bertolini (foto Alessandro Billiani)
Quando si arriva ai campionati italiani si fa un punto della situazione. Sei rimasto soddisfatto di questa prima parte all’estero?

Fino alla tappa di Coppa del mondo a Namur sicuramente sì, siamo andati bene e i risultati degli juniores sono lì a dimostrarlo. A Dendermonde era un percorso completamente avverso alle nostre caratteristiche, con un mare di sabbia dove rimanere in sella era un’impresa e infatti soprattutto nella gara junior maschile c’è stata un’ecatombe di cadute. Fra le ragazze la Venturelli senza uno scivolone evitabile sarebbe arrivata anche più avanti, ma quella gara così contraria ci ha detto cose importanti.

Cioè?

I nostri ragazzi al cospetto degli avversari mancano di potenza, non solo nei confronti di belgi e olandesi, ma anche di altri Paesi. E’ un aspetto sul quale dobbiamo lavorare. Comunque da quel che si è visto, nessuno arriva a gennaio in fase calante di forma e questo è un aspetto importante. La cosa che a Dendermonde mi ha fatto arrabbiare è che qualcuno, visto che la gara andava male, ha tirato i remi in barca e ciò non lo accetto – aggiunge Pontoni un po’ risentito – Chi ha sbagliato è stato ripreso e ne terrò conto, perché la maglia della nazionale va onorata al massimo, sempre e comunque, con il massimo impegno.

A Variano si attende un’autentica invasione di ciclocrossisti…

Il numero è un segnale importante, anche se vedere al via 500 e passa corridori non è una sorpresa ormai, il movimento da questo punto di vista è sano e sempre in crescita. Deve passare il messaggio che il ciclocross è una disciplina ideale per i ragazzi, per farli pedalare in sicurezza mantenendo tranquilli i genitori, lontani dai pericoli del pedalare nel traffico. Si gareggia in percorsi chiusi, a Variano addirittura la gara è su un colle che altrimenti si raggiunge solo a piedi…

Variano presentazione 2021
La presentazione della rassegna tricolore di Variano di Basiliana, che scatterà venerdì 7 per concludersi domenica 9
Variano presentazione 2021
La presentazione della rassegna tricolore di Variano di Basiliana, che scatterà venerdì 7 per concludersi domenica 9
Nelle ultime settimane il tema del rapporto conflittuale fra strada e ciclocross è tornato in auge.

Io ho iniziato il mio lavoro da poco, quando già la stagione stava per iniziare. Resto ottimista, i contatti che ho già avuto confermano la mia impressione di una cultura che sta iniziando a cambiare, ma molto va fatto, per trasformare la mentalità imperante soprattutto in certi team. Comunque già dal prossimo anno potremo vedere qualche professionista in più fare ciclocross e questo sarebbe importante come esempio per i più giovani.

Hai già in mente la nazionale per Fayetteville?

Nella sua intelaiatura sì. Non faccio nomi, ma sarà una formazione composta da 10-12 corridori, non di più.

Manca ancora un mese, dopo le ultime uscite hai ancora fiducia in qualche responso positivo?

Più che mai. Dendermonde da questo punto di vista non fa testo, era un percorso lontano anni luce da quello americano. La stagione ha detto che fra gli junior possiamo dire la nostra, fra gli Under 23 anche, le ragazze Elite hanno centrato a ripetizione la Top 10 e anche qualcosa in più. La situazione difficile resta al massimo livello maschile, ma questo lo sapevamo.

Pontoni e i “bestioni”: «Cercarli tra i pro’ o formarli tra i giovani»

23.12.2021
5 min
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Alto, possente, potente, magari che viene dalla strada: l’identikit del ciclocrossista moderno. Il cittì Daniele Pontoni lo ammette chiaramente: «E’ quello il profilo da ricercare». 

La discussione entra subito nel vivo. Il tecnico friulano ha capito esattamente dove vogliamo andare a parare e non rinuncia a rilanciare la discussione. La sua passione diventa subito contagiosa.

Il cittì Pontoni ha le idee chiare per il futuro: bisogna aumentare chili e potenza e lavorare con i giovani (se non “giovanissimi“)
Il cittì Pontoni ha le idee chiare per il futuro: bisogna aumentare chili e potenza e lavorare con i giovani (se non “giovanissimi“)
Daniele, dicevamo di questo profilo dal quale spiccano potenza e se possibile anche una certa stazza…

Esatto ed è quello che sto cercando. Un corridore potente e se ha anche tecnica è il massimo. Oggi chi riesce a fare più pedalate e a spingere rapporti più duri fa la differenza. E’ il cross moderno. La potenza paga e io sono alla ricerca di un profilo così. E se non lo trovo guardo ai più giovani.

Se non lo trovo…

Spero di coinvolgere qualche professionista dalla strada con queste caratteristiche e se non lo troviamo, ripeto, dobbiamo essere bravi noi a ricercarli già tra gli esordienti e tra gli allievi. E’ lì che li dobbiamo pescare, ma soprattutto, chiaramente, formare.

Un po’ però viene da pensare: possibile che in Italia non abbiamo più il bestione da un metro e ottanta e 70 chili?

Eh pare proprio di no. Anche qui dobbiamo andare a vedere tra gli allievi. Avremmo Ettore Fabbro, che adesso è 1,78 metri, o Federica Venturelli, tra le ragazze. Comunque anche con profili più piccoli, come potevo essere io, si può lavorare e cercare di mettere su watt. Io a situazioni così non “davo del lei” e spingevo forte lo stesso.

La direzione da prendere è chiara insomma…

Vi dico questa, proprio l’altro giorno abbiamo fatto l’ordine a Castelli per le divise della nazionale. Bene, non abbiamo una L. Il nostro problema è che arriviamo solo alla taglia M! Può sembrare una battuta ma è così.

Prima, Daniele, hai parlato di professionisti della strada. Hai già qualche nome in mente?

Sì, ho mente dei nomi ma non li dico tutti. Però posso dire che uno di questi è Covi e già ne avete parlato! Ma poi penso anche ad altri ragazzi per i quali stravedo e che ricordo in azione: De Pretto, Verre e lo stesso Trentin. Ma anche Lorenzo Masciarelli: ecco lui potrebbe avere queste caratteristiche che dicevamo, ma bisogna dargli tempo per fargliele esprimere. Io spero possa crearsi un piano con la Federazione per lavorare e coinvolgere loro e anche i cronoman.

I cronoman: giusto quello che abbiamo scritto qualche giorno fa. Tra le due discipline c’è molto in comune…

Esatto: potenza, sforzi di 45 minuti, un’ora “a blocco”. Per me un cronoman si adatterebbe bene al ciclocross, semmai nel fuoristrada ci sono da fare più cambi di ritmo, ma siamo lì.

Prima hai fatto dei nomi importanti, ma non dei super big della strada. Come mai? Sono quelli che non vuoi dire?

Quelli sono dei nomi, dei ragazzi, che piacciono a me. Ma lo dico più da tifoso, da appassionato che da tecnico. E quando li vedo fare certi numeri su strada sono contento. Per gli altri nomi non mi sembra neanche carino farne, diciamo così.

Beh, allora se non fai tu dei nomi, te ne gettiamo noi alcuni sul piatto. Partiamo da Trentin che il cross l’ha anche fatto, ma pensiamo anche ad un Guarnieri, ad un Oss (entrambi nella foto di apertura), ad un Ballerini… Gente appunto di grande potenza e una certa “stazza”…

Come profili sarebbero perfetti, ma forse è un po’ tardi. Faccio fatica, per esempio, ad immaginare un Oss alle prese con la tecnica di guida. Tra loro direi Trentin perché viene da questa specialità. Ohi, poi magari sono interessati e io mi sbaglio sul discorso della tecnica. Me lo auguro! La verità è che dobbiamo confrontarci poi con tanti soggetti: squadre, preparatori e procuratori… Sarebbe bello che scoppiasse la scintilla del cross.

Chiaro, se c’è interesse anche il corridore è motivato e le squadre non ti danno gli atleti perché “devono”, ma perché vogliono…

Che dire, sicuramente ci proveremo. Tanto più di un “no”, non possono dirci! Tutto ciò è nei miei sogni, nei miei pensieri, nella mia volontà. Ma ci penseremo non appena è finita questa stagione, anche se in realtà già abbiamo iniziato a pensare alla prossima, tanto che vorrei essere concentrato molto di più sul presente. Questi 40 giorni sono i più importanti, tra le gare di coppa, il campionato italiano e il mondiale. Si restringono i tempi e anche i tempi delle scelte.

Corvi 2021

Namur ci regala un nuovo talento: Valentina Corvi

22.12.2021
5 min
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La truppa di Pontoni non finisce di stupire: ad ogni grande appuntamento internazionale, un nuovo elemento si affaccia sulla scena cogliendo un piazzamento sul podio che ha un dolce sapore di futuro. A Namur, nell’ultima prova di Coppa del mondo, è stata Valentina Corvi ad aggiungersi alla serie, finendo terza fra le junior dietro la vincitrice Zoe Backstedt (GBR) e Leonie Bentveld (NED), ossia le due primattrici della categoria. Quello della ragazza di Tirano è un appuntamento con la gloria che si può dire fosse già fissato: a inizio stagione si puntava molto su di lei, ma la Venturelli l’aveva anticipata in quel di Tabor. Ora la lombarda ha finalmente chiuso il cerchio.

Il suo risultato non sorprende più di tanto, perché di lei si parla da tempo nell’ambiente offroad. Tre volte tricolore nella Mtb, da esordiente secondo anno fino ad allieva secondo anno per un tris consecutivo di alto valore, a cui vanno aggiunte tre medaglie europee giovanili, sempre in mountain bike, due nel team relay e una individuale, un argento, con il quale si è presentata alle porte dell’approdo fra le junior.

Corvi Namur 2021
Valentina Corvi sul podio di Namur, con la vincitrice Backstedt e la Bentveld
Corvi Namur 2021
Valentina Corvi sul podio di Namur, con la vincitrice Backstedt e la Bentveld

Tirano, palestra offroad

D’altro canto, quella di Valentina è una famiglia che si è dedicata in toto alle due ruote: «Io ho iniziato a correre seguendo le orme di mio fratello Daniele: anche se ha un anno meno di me, aveva già iniziato a gareggiare e io ho cominciato fra le G2. Mio padre non si è mai perso una nostra gara, si è dedicato anima e corpo a noi al punto che è diventato presidente della società locale, la Melavì Tirano Bike». Società, aggiungiamo noi, che nel corso degli anni ha raccolto messe di risultati nelle categorie giovanili diventando un prezioso serbatoio di talenti per il fuoristrada.

Ti è mai balenata nella testa l’idea di correre su strada?

Sì, ma non ho avuto l’opportunità di farlo. A dir la verità fino allo scorso anno non ci pensavo, mi piace troppo la mountain bike, soprattutto le discese, ma poi avevo iniziato a sentire il desiderio di mettermi alla prova anche in un’altra specialità. Non c’è stata la possibilità, ma nel 2022 conto di fare qualche prova anche lì.

D’altronde nel tuo territorio la Mtb ha una vasta preponderanza sul ciclismo su strada…

E’ vero, ma fino a un certo punto. In campo maschile valtellinesi che gareggiano su strada ci sono, il più popolare adesso è Alessio Martinelli, non ci siamo mai allenati insieme ma lo conosco di vista. Fra le ragazze invece la mountain bike è sicuramente più popolare.

Corvi Famiglia
Foto di famiglia con i genitori Erica e Silvano. Manca Daniele, anche lui biker
Corvi Famiglia
Foto di famiglia con i genitori Erica e Silvano. Manca Daniele, anche lui biker
Sei rimasta sorpresa dal tuo risultato in Belgio?

Speravo di fare una buona gara, me la sentivo dentro sin dalle prove del giorno prima perché quello è un percorso che mi si addice molto. Arrivare sul podio però è davvero qualcosa di grande, sono molto soddisfatta.

Non sei la prima ragazza che ottiene un grande risultato quest’anno. Si parla molto dell’ambiente che Pontoni è riuscito a creare in nazionale, pensi che questo contribuisca ai vostri risultati?

Sicuramente. Io non posso fare paragoni con il passato essendo entrata in nazionale solo quest’anno, ma posso dire che si è creato un gruppo compatto, dove ci sono momenti per stare in allegria e altri dove si è più concentrati. Ci sono regole da rispettare, ma è per il bene di tutti.

Corvi Melavì
Nelle categorie giovanili la Corvi ha realizzato un tris consecutivo di titoli italiani nella Mtb
Corvi Melavì
Nelle categorie giovanili la Corvi ha realizzato un tris consecutivo di titoli italiani nella Mtb
Dal cittì ti sono arrivate indicazioni in gara?

Daniele non si ferma mai, cerca più punti del percorso per poterci dare indicazioni. Ad esempio a Namur ha studiato l’evoluzione della gara e mi ha indicato nel finale come poter superare l’olandese per andare sul podio. 

Racconta…

Sul percorso c’erano due contropendenze. Daniele mi ha raggiunto all’imbocco dell’ultimo giro dicendomi che dovevo dare tutto sull’asfalto prima della seconda, per affrontarlo davanti all’avversaria. Facendo così, l’olandese non ha più avuto possibilità per superarmi, è anche scivolata e io sono andata via.

Pensi di essere al massimo della tua forma?

Spero proprio di no… Io sto preparando gli Italiani che sono il mio obiettivo stagionale, conto poi facendo bene lì di staccare il biglietto per i mondiali in America, sarebbe una bellissima esperienza.  

Corvi Mtb
La Corvi oggi corre per il Gs Sorgente Bradipozzo, dietro indicazione del suo preparatore Luca Bramati
Corvi Mtb
La Corvi oggi corre per il Gs Sorgente Bradipozzo, dietro indicazione del suo preparatore Luca Bramati
Come sono i tuoi rapporti con Federica Venturelli?

In queste trasferte abbiamo avuto modo di conoscerci, c’è molta complicità, affrontiamo insieme le prove percorso e ci fermiamo a confrontare le nostre esperienze, consigliandoci l’un l’altra. Abbiamo caratteristiche diverse: io vado meglio sui percorsi molto tecnici, lei predilige quelli più veloci.

Tra ciclocross e scuola ti resta un po’ di tempo libero?

Non molto, ma un po’ sì… Frequento il Liceo Scientifico di Tirano e questo abbrevia i tempi di spostamento, così il resto della giornata lo dedico agli allenamenti e allo studio, ma quando posso un’uscita con gli amici non manca.

Tutti amici di ambiente ciclistico?

No, sono vecchi compagni di scuola o ragazzi che ho conosciuto negli anni. Ho amici anche nel ciclismo, naturalmente, soprattutto della mia vecchia società, quella del mio papà: ci alleniamo insieme ancora adesso e continuiamo a sostenerci come se avessimo la stessa maglia…

Uno stadio ghiacciato: prova finita, sentiamo gli atleti

11.12.2021
7 min
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L’unico che per due volte è arrivato in cima senza scendere di bici è stato Iserbyt e per questo s’è beccato la salva di applausi dai tifosi sulla salita di Vermiglio. Un freddo cane. Il sole è rimasto sul paese per un’ora appena, Fruet aveva ragione. E comunque s’è fermato dall’altro lato della valle, tanto che i belgi hanno scherzato parecchio sul nome Val di Sole. Come dargli torto? Farsi scaldare le spalle, sia pure per pochi minuti, è stato piacevole, poi ci siamo arrampicati anche noi quassù per vederli passare. Questo è il racconto di quasi un’ora all’ombra e nella neve durante la prova, nel tratto che verosimilmente farà la differenza nelle due gare di domani.

Il sorriso della Vos

Marianne Vos non s’è mai fermata. L’olandese è stata la prima arrivare e l’ultima ad andarsene. Solo Pidcock è rimasto fino all’imbrunire, ma è partito parecchio dopo, rintanato nel maxi camion della Ineos Grenadiers, sbarcata in Val di Sole con strutture da Tour de France.

La grande campionessa olandese della Jumbo Visma prima ha provato a salire pedalando sulla sua nuova Cervélo, ma al secondo tentativo se ne è fatta una ragione e ha cominciato a inanellare giri con la bici in spalla. Il primo camminando, altri due correndo. Quella ragazza, pensiamo osservandola, è portatrice sana di grazia e grinta. Infatti ha trovato il modo di rispondere al saluto con un sorriso, poi lo sguardo è tornato fisso davanti. E quando il passaggio in cima non le è piaciuto, ha scavalcato la recinzione, è tornata indietro e ha ripetuto il passaggio.

Marianne Vos è stata una delle prima a uscire sul percorso
Marianne Vos è stata una delle prima a uscire sul percorso

Pidcock l’acrobata

Pidcock passa una prima volta camminando piano e guardandosi intorno, come quando sei in montagna e gestisci il tempo fra un passo e il successivo. Con lui c’è un corridore della Trinity, la squadra in cui Tom ha corso fino allo scorso anno. Arrivato in cima, si mette a osservare la compressione successiva allo scollinamento.

«Guarda quel pezzo là in fondo – dice al compagno di scalata – si vede un po’ di terra perché c’è tanta contropendenza. Bisogna stare attenti».

Il tempo di dirlo e si lancia nel mangia e bevi, con il piede a monte sganciato per tenere l’equilibrio e le mani nella parte sopra. Poi arriva alla curva che immette nella discesa. Afferra con la mano il palo di legno che delimita il percorso e ci fa il pendolo intorno, lanciandosi nella picchiata. L’altro in maglia Trinity lo segue e in quel passaggio di contropendenza, scivola e cade. Pidcock però non lo vede perché è già in fondo alla discesa. Al passaggio successivo sarà solo, masticando una barretta.

«Un’esperienza interessante – dirà poi il britannico – il tracciato è pieno di insidie. Quando il sole scende inizia a essere freddo, la neve cambia a ogni giro. Dalle foto sembrava un percorso piatto, invece l’ho trovato duro e tecnico. La prova è sempre diversa, sarà interessante affrontarlo in gara. E’ importante essere qui e sarà importante vedere come finisce. La neve è un’esperienza da fare, sentiremo i corridori, ma la chance olimpica merita che si provi».

Chiara Teocchi è parsa molto entusiasta del fondo innevato
Chiara Teocchi è parsa molto entusiasta del fondo innevato

Entusiasmo Teocchi

La temperatura alle 15 inizia a scendere in modo fastidioso, mentre si susseguono i passaggi su questo calvario gelato. I corridori usano scarpe basse e copriscarpe che non coprono anche la suola. Solo che all’affondare del piede nella neve, la punta si solleva e camminano con scarpe che fanno un po’ sorridere perché ricordano quelle rotte dei film di Charlot.

Decidiamo di concedere un po’ di riposo a Chiara Teocchi. Basta una battuta, infatti, e la bergamasca si ferma con un sorriso e il fiatone.

«E’ bellissimo – dice – è davvero molto bello. Sembra di essere sulla sabbia, ma non quella del Belgio che ti impianti. Una sabbia diversa, non so come spiegare. Serve una guida dinamica, non puoi mai rilassarti, devi assecondare la bici».

Poi riparte. Gli atleti non hanno giacche e cappucci, le loro tenute li difendono dal gelo, ma fermarsi è un grosso rischio.

Pericolo ghiaccio

Aspettano tutti Van Aert, salvo realizzare che il grande belga è ancora in patria a correre sulla sabbia. Fatto di ingaggi o cos’altro, Wout arriverà domattina in tempo per provare la neve. In compenso gli altri girano ed è palpabile che con il passare delle ore le condizioni della neve cambiano. Si indurisce, tanto che qualcun altro prova a salire in bici e quasi ci riesce.

«Se gela – dice Silvia Persico – le canaline diventano pericolose e si rischia di cadere. Non è il posto migliore per andare in bici, ma se non altro è così per tutti».

Lorenzo Masciarelli al primo anno da U23: a Vermiglio c’è anche lui. Ha vissuto la prova con impegno
Lorenzo Masciarelli al primo anno da U23: nella prova di Vermiglio c’è anche lui

Le fa eco Lorenzo Masciarelli, al primo anno da under 23. Dice che nel primo giro si riusciva a farlo quasi tutto in bici, ma è bastato che sulle scarpate siano iniziati i passaggi a piedi per rompere la neve e costringere tutti a scendere. Dice che se ghiaccia come sta accadendo verso la fine della prova, diventerà pericoloso.

Pontoni in paradiso

Fra gli ultimi ad andarsene c’è il cittì Pontoni, in compagnia di Mirko Celestino, e si è divertito come un ragazzino, avendo girato per tutto il tempo con le atlete della nazionale.

«Perché hanno un ritmo che posso ancora permettermi – scherza – ho tolto un po’ di ruggine, perché non andavo da anni sulla neve. Ho sentito ragazzi molto motivati e sono fiducioso per i nostri atleti azzurri. Su un percorso come questo, la forza conta fino a un certo punto, tanto conta lasciar andare la bici e saperla guidare. E noi abbiamo gente che sa guidare molto bene in entrambe le categorie».

«Non sarà un esperimento esotico – saluta il cittì della nazionale – ma una gara tecnicamente sostenibile. Il contesto olimpico fa sì che sia molto seguita dalla gente. Magari parlo così perché sono di parte, ma io oggi là dentro ero come un bambino. Anzi ho dovuto frenarmi, perché ho un ruolo e non posso farmi male. Abbiamo fatto le scelte tecniche e saranno a metà fra l’esigenza di grip e quella di velocità. Ogni atleta si è affidato alla sua sensibilità. Siamo tutti qui e aspettiamo con trepidazione quello che succederà domani».

Olivo esordienti

Per Olivo niente ciclocross. Almeno per ora…

08.12.2021
4 min
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E’ un anno importante per Bryan Olivo, un anno di grandi transizioni. Dal punto di vista delle discussioni, il suo 2022 è iniziato ancora prima, perché non vederlo in gara nel cross, dove pure è campione italiano junior in carica, ha fatto un certo effetto. Al CTF garantiscono che è stata una scelta presa consapevolmente per risparmiarlo un po’ considerando il salto di categoria, lo stesso cittì Daniele Pontoni ha detto di aver parlato con il ragazzo e di confidare di riaverlo a disposizione nell’inverno successivo, ma che cosa dice il diretto interessato?

Si capisce subito, parlandoci, che non è stata una decisione facile né presa a cuor leggero perché il ciclocross fa parte integrante della passione di un ciclista come Bryan, vero prodotto del ciclismo moderno, esempio di multidisciplinarietà. Ma anche lui è convinto che sia stata una decisione necessaria: «Renzo Boscolo mi conosce bene, considerando che mi segue da 6 anni. Ne abbiamo parlato, mi ha fatto capire che il passaggio di categoria è un momento delicato e devo prepararmi al meglio per la stagione su strada. Non è stato facile rinunciare, ma si doveva fare».

Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni con Olivo: il cittì conta di riaverlo a disposizione per parte della prossima stagione
Bryan Olivo, Daniele Pontoni, 2018
Pontoni con Olivo: il cittì conta di riaverlo a disposizione per parte della prossima stagione
Con Pontoni come siete rimasti?

Daniele mi ha visto crescere, ha capito le mie esigenze ma sa quanto amo il ciclocross. Ne riparleremo il prossimo anno.

Lui pensa di poterti avere a disposizione almeno per una parte della stagione, quella più importante…

Si potrebbe ricalcare un po’ la gestione dei 3 grandi: Van Der Poel, Van Aert e Pidcock iniziano a gareggiare a dicembre e tirano avanti fino ai mondiali per avere poi il tempo di preparare come si deve le classiche. Io potrei fare qualcosa di simile in proporzione agli impegni della mia categoria. Il passaggio fra gli Under è molto importante, devo farmi trovare pronto fin da subito, il primo anno è quello fondamentale per mettersi in mostra.

Olivo 2016
Olivo tricolore ciclocross esordienti 1° anno nel 2017. Ha vinto anche fra i 2° anno e da junior
Olivo 2016
Olivo tricolore ciclocross esordienti 1° anno nel 2017. Ha vinto anche fra i 2° anno e da junior
Non rischi di soffrire troppo il peso del passaggio? Ormai nel ciclismo attuale una categoria come gli Under 23, che pure si sviluppa nell’arco di tre anni, sembra esaurire le chance di un ragazzo già alla prima stagione…

Non sento tanto la pressione, perché sono in un ambiente che ritengo una famiglia. Cerco di non pensarci, sennò si rischia di sbagliare per troppa fretta. Serve grande lucidità mentale, il feeling con chi gestisce il team è un grande aiuto per concentrarmi sui miei obiettivi.

Di te si è parlato molto a proposito di ciclocross e pista ma poco come stradista: dove pensi di poter emergere?

Sinceramente ancora non lo so, anche per questo abbiamo pensato di mettere momentaneamente da parte il ciclocross. Devo capire che corridore sono e dove posso arrivare: in salita mi difendo, nelle volate vado bene, a cronometro ho ottenuto buoni riscontri, ma tutto ciò dove può portarmi? Per questo la prima stagione sarà importante.

Olivo 2018
Su strada Olivo ha ancora poca esperienza, anche se è stato tricolore esordienti 1° anno nel 2016 (foto di apertura)
Olivo 2018
Su strada Olivo ha ancora poca esperienza, anche se è stato tricolore esordienti 1° anno nel 2016 (foto di apertura)
Hai affrontato gare a tappe? Quelle sono un bel test per conoscersi…

Nel 2021 avevo preso il via al Giro del Friuli, ma sono caduto alla terza tappa e mi sono dovuto ritirare, quindi non ho riscontri. La gara dove sono andato meglio è stata quella di Pieve di Soligo, c’erano grandi nomi anche dall’estero (vinse il francese Gregoire sul belga Uijtdebroeks, ndr) finendo 11°, era una gara davvero dura, una delle più difficili del calendario juniores.

Ciclocross messo da parte. E la pista?

Abbiamo pensato di continuare perché si svolge d’estate e è più facilmente abbinabile alla strada. La squadra è d’accordo, anche perché ne posso scaturire benefici per la mia crescita in entrambe le discipline. Vedremo di organizzare la stagione contemplando i principali eventi al velodromo, per guadagnarmi una maglia per le gare titolate di categoria.

Olivo 2021 pista
Olivo e compagni sul podio mondiale 2021, argento a Il Cairo nell’inseguimento a squadre (oro ai tedeschi)
Olivo 2021 pista
Olivo e compagni sul podio mondiale 2021, argento a Il Cairo nell’inseguimento a squadre (oro ai tedeschi)
Come riesci ad abbinare tanta attività ciclistica con la scuola?

D’inverno non è semplice, riesco a fare lavori di un paio d’ore prima che venga la sera e poi c’è lo studio che impegna tempo, quando arrivano la primavera e l’estate è più facile, si riesce a far tutto. Io poi mi ritengo fortunato perché posso fare ciò che amo e questo vale bene qualche sacrificio…

Guardi in Tv le gare di ciclocross?

Finora no, anche perché senza i tre non mi diverto molto, lo spettacolo lo fanno loro e poi, lo ammetto, a guardare mi viene una nostalgia…

Ciclocross neve

Pontoni promette: «A Vermiglio ci sarà davvero da divertirsi…»

06.12.2021
4 min
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L’attesa cresce. Domenica a Vermiglio la tappa italiana di Coppa del mondo di ciclocross sarà una prima assoluta per il circuito, perché si correrà sulla neve e questo condizionerà molto la gara. Le incognite, come ha sottolineato Martino Fruet che è testimonial dell’evento, sono tecnicamente molte, ma che il manto sarà completamente bianco è pressoché certo: «Dovrebbe fare un caldo da 60 gradi per sciogliere tutta la neve» commenta sorridendo Daniele Pontoni, il cittì azzurro che ha approfittato del fine settimana privo di tappe di Coppa (quella di Anversa è stata annullata per le disposizioni Covid) per un ritiro con i giovani azzurri e futuri tali.

Pontoni, che si attende molto dalla tappa nostrana, parlando della sfida sulla neve è abbastanza sicuro che non ci saranno poi grandi scossoni dal punto di vista tecnico: «Influirà molto come verrà trattato il terreno, ma da quel che si sa sarà come una pista di sci di fondo, perfettamente battuta e allora sarà come correre su una superficie liscia. E’ chiaro che poi influirà anche il clima, se parte di quel manto si scioglierà e si formerà fango, che influirà sulle bici e sulle capacità di guida dei corridori».

Vos Louisville 2013
Il ciclocross sulla neve è abbastanza raro, ma nel 2013 a Louisville la Vos vinse il titolo mondiale sul manto bianco
Vos Louisville 2013
Il ciclocross sulla neve è abbastanza raro, ma nel 2013 a Louisville la Vos vinse il titolo mondiale sul manto bianco
La scelta delle gomme sarà più importante che in altre occasioni?

Non credo. Un terreno ben battuto potrebbe portare anche a disputare tutta la gara con la stessa bici, altrimenti bisognerà essere accorti nella scelta del momento del cambio, abbiamo visto nelle precedenti tappe come il pit stop possa influire notevolmente sull’evoluzione della gara. E’ chiaro che su un percorso come quello che i corridori si troveranno ad affrontare a Vermiglio emergeranno quelli più predisposti a quel tipo di terreno, a guidare in condizioni estreme.

Noi italiani come ci troviamo, storicamente parlando, su tracciati simili?

Non ci siamo abituati, questo è certo… Poche volte capitano gare sulla neve, al massimo un paio all’anno e spesso si tratta di qualche spruzzata che rende il percorso acquitrinoso e fangoso, né più né meno di quelli che si trovano normalmente. A Vermiglio invece sarà una tavola bianca e su quei percorsi i corridori del Nord Europa sono sicuramente più avvezzi, ma in questo caso dobbiamo andare oltre.

Van Aert Boom 2021
Al rientro, Van Aert ha stracciato gli avversari: a Boom ha vinto con 1’40” su Aerts
Van Aert Boom 2021
Al rientro, Van Aert ha stracciato gli avversari: a Boom ha vinto con 1’40” su Aerts
In che senso?

Innanzitutto considerando che sarà un’occasione di esperienza irripetibile. Gareggiare su qualcosa di inedito dà sensazioni speciali ed è motivo di grande interesse anche per chi vive di questa disciplina. Sarà un grande spettacolo, anche per chi come me ne ha viste tante e non nascondo che questa domenica l’attendo con curiosità, anche con un filo di speranza nel cuore che possa rappresentare un passo in avanti verso l’ingresso di questa disciplina nelle Olimpiadi Invernali.

Van Aert ha detto di attendere Vermiglio con un po’ di timore, ma intanto sabato al suo esordio nel Superprestige a Boom ha rifilato distacchi abissali a tutti, pur partendo dalla terza fila…

L’ho detto più volte, i “tre tenori” sono più avanti degli altri non di una, ma di almeno tre spanne… Possono anche partire dall’ultima fila, ci metteranno di più a risalire, ma saranno sempre loro a giocarsi la vittoria, sono troppo superiori agli altri. So che Pidcock ha uno stato di forma attualmente inferiore, ha bisogno di altre 2-3 settimane per raggiungere il top, Van Der Poel lo vedremo quando rientrerà, Van Aert intanto è già a un livello altissimo.

Olivo tricolore 2021
Bryan Olivo all’arrivo dei Campionati Italiani 2021: il ciclocross diventa parte del passato, almeno per ora
Olivo tricolore 2021
Bryan Olivo all’arrivo dei Campionati Italiani 2021: il ciclocross diventa parte del passato, almeno per ora
In Italia intanto ha fatto notizia la decisione di Bryan Olivo di concentrarsi su strada e pista, lasciando il ciclocross: temi di averlo perso? 

No, con Bryan e la sua famiglia c’è un’amicizia che va oltre il ciclocross. Con lui ho parlato a lungo, so che quest’anno si concentrerà sulle altre due discipline, ma sono speranzoso che nel prossimo inverno tornerà a fare ciclocross, magari non tutta la stagione, ma almeno nella parte importante, quella delle gare titolate conto di averlo a disposizione.

Non temi che quello di Brian sia il segnale che poi le cose in realtà non cambino e che la strada fagociti sempre i migliori elementi del ciclocross?

Io sono ottimista, ma certamente bisogna considerare che in questo mondo gravitano tante entità: società, procuratori, preparatori, ognuno con le proprie idee e le proprie convinzioni. Serve un compromesso fra le parti, per il bene di tutti, innanzitutto dei ragazzi. 

Papo 2021

Alice Papo, friulana tostissima. La manda Milan…

03.12.2021
4 min
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Si ha un bel dire che all’ultima prova del Giro d’Italia di ciclocross a Mattinata mancavano tutte le big, ma quando a vincere è una ragazzina appena passata U23, è un evento che fa comunque notizia, perché significa che quella ragazza ha talento da vendere e si era visto anche nelle tappe precedenti, o per meglio dire nelle edizioni precedenti, quando ancora junior Alice Papo si era già affacciata nei quartieri alti della classifica, almeno nei giri in comune visto che le distanze sono diverse…

Alice è uno dei tanti talenti emersi dalla DP66 Giant SMP, società che, fino a pochissimi mesi fa, girava intorno a Daniele Pontoni, l’attuale cittì della nazionale, capace di valorizzare al meglio un territorio comunque piccolo come il Friuli facendone il vero fulcro del ciclocross italiano. La cosa curiosa della Papo, ascoltando la sua storia, è che si incrocia con quella di un altro campione della sua zona, addirittura olimpionico: Jonathan Milan.

«Sua madre era mia maestra d’asilo – racconta la Papo – quindi era a stretto contatto con i miei genitori, così col passare dei giorni si è instaurata una stretta amicizia fra le famiglie. Un giorno Flavio Milan, il padre di Jonathan, parlando della sua passione per il ciclismo e del fatto che aveva una società (la Jam’s Bike, ndr), propose ai miei di farmi provare: non ho più smesso».

Papo Giro d'Italia 2021
Alice Papo a Osoppo, nella prima prova del Giro d’Italia (foto Billiani)
Papo Giro d'Italia 2021
Alice Papo a Osoppo, nella prima prova del Giro d’Italia (foto Billiani)
La Jam’s Bike è una squadra che agisce prevalentemente nell’offroad: per questo sei nel cross?

Inizialmente sì, d’estate andavo con la Mtb e d’inverno con il ciclocross. Poi ho cominciato anche a correre su strada e mi è piaciuto tantissimo. Così ho deciso di cimentarmi con la superleggera lasciando da parte la Mtb, ma il ciclocross resta il mio grande amore.

Che cosa ti piace di più del correre su strada?

Il fatto che mi sto scoprendo poco a poco. Mi piacciono molto le salite, nelle volate ristrette me la posso giocare, in quelle di gruppo ho ancora tanto da imparare, ma soprattutto è che vedo davanti a me tanto da scoprire. Nel ciclocross invece credo di conoscermi di più: mi piace partire subito forte e prediligo percorsi che non sono durissimi, ma neanche così semplici da interpretare.

Com’è l’atmosfera in squadra?

Mi trovo davvero bene, c’è un bell’ambiente di condivisione. Daniele è un’ispirazione, un maestro che traccia la strada non solo dal punto di vista tecnico, ma a 360°, su tutto quel che significa essere un ciclocrossista.

Papo strada 2021
Oltre al ciclocross la Papo si cimenta su strada con l’UC Conscio, sperando in un futuro da Elite
Papo strada 2021
Oltre al ciclocross la Papo si cimenta su strada con l’UC Conscio, sperando in un futuro da elite
Dicono che, soprattutto con i più giovani, sia un po’ severo…

Dà delle regole precise, ma col passare del tempo ti accorgi che sono tutte a beneficio di chi corre, ti educa nel modo giusto. Ha l’atteggiamento del padre severo e standoci insieme capisci che lo fa perché ci tiene veramente a noi, vuole indirizzarci nella maniera migliore.

Dì la verità: come adolescente non ti pesa un po’ tanta autorità, come avviene a casa con i genitori per i ragazzi della tua età?

Beh, sì, è un po’ come un genitore, ma so che lo fa per noi perché ci tiene e alla fine siamo noi a beneficiarne, quindi va bene così.

Ora che Pontoni è responsabile tecnico della nazionale, vi manca in società?

Non è cambiato molto, Achille Santin ne ha preso le funzioni e cura la squadra come se Daniele fosse ancora con noi. Poi sappiamo che un’occhiata a quel che facciamo, a come stiamo andando la dà sempre. Da parte nostra siamo noi che vogliamo raggiungerlo perché significa che ci saremo meritati una chance in maglia azzurra.

Papo Europei 2021
La friulana è stata in gara agli ultimi Europei, chiudendo al 27° posto
Papo Europei 2021
La friulana è stata in gara agli ultimi Europei, chiudendo al 27° posto
Come riesci a conciliare ciclocross d’inverno, corse su strada, il tutto condito con la scuola?

Sembra difficile detto così, ma alla fine basta organizzarsi. Nel ciclocross grazie anche alla preparazione e ai consigli di Alan Olivo vedo che sto migliorando volta per volta, poi appena chiusa la stagione l’UC Conscio Pedale del Sile mi prende con sé. A scuola frequento il quinto anno dell’Istituto Professionale Commerciale a Udine, come detto basta un po’ d’organizzazione e i risultati arrivano, in bici e non…

Hai un sogno particolare?

Voglio solo ottenere il meglio possibile, impegnarmi per raggiungere il limite, qualsiasi esso sia.

azzurri ciclocross 2021

Regole rigide e clima sereno: è la nazionale di Pontoni

20.11.2021
5 min
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In queste settimane l’attività nel ciclocross è frenetica, ma ha già dato alcuni segnali importanti. Anche in chiave italiana, con il nuovo corso di Daniele Pontoni corredato da tre podi (Realini in Coppa U23 a Waterloo, Paletti agli Europei Junior, Venturelli ancora in Coppa Junior a Tabor), ma soprattutto da un coro di evidente entusiasmo. A chiunque si chiede, soprattutto fra i giovani, tutti non fanno che parlare dell’atmosfera nuova che si respira in casa azzurra. La sua prima battaglia, il tecnico friulano l’ha già vinta.

Già prima di iniziare il suo lavoro, Pontoni era stato chiaro: «La nazionale bisogna guadagnarsela con il sudore e il rispetto, va meritata anche, anzi soprattutto in base al comportamento». Su questo non sono ammesse deroghe: «Abbiamo costruito uno zoccolo duro con lo staff, fatto da gente giovane, appassionata e competente. Abbiamo portato entusiasmo e ascolto, ma i ragazzi sanno che non tutto quel che chiedono gli viene dato, devono imparare a valutare, chiedere e accettare consigli e capire che ogni scelta ha una sua motivazione alla base».

Pontoni Osoppo 2021
Pontoni, primi mesi da Cittì all’insegna di risultati e grande entusiasmo (foto Roberto Ferrante)
Pontoni Osoppo 2021
Pontoni, primi mesi da Cittì all’insegna di risultati e grande entusiasmo (foto Roberto Ferrante)
Si parla molto dell’ambiente che è stato messo in piedi…

I ragazzi devono sentirsi a loro agio e soprattutto devono sentirsi parte di un gruppo, sapendo però che ci sono delle regole da seguire. Durante la giornata ci sono momenti per scherzare, ma quando si lavora si pensa solo a quello, bisogna essere concentrati. Io cerco solo di trasmettere quello che ho imparato, vengo ad esempio da una scuola come la Zalf dove era fondamentale come ti ponevi in gara ma anche fuori.

Torna a galla quindi il discorso del comportamento…

Ci mancherebbe altro… Noi siamo in giro con la maglia della nazionale, rappresentiamo l’Italia, questo ai ragazzi l’ho detto subito. Dobbiamo essere d’esempio sia per chi vuole entrare nel gruppo, sia per chi ci guarda da fuori. Pretendo – è sono intransigente su questo – che i ragazzi abbiano un comportamento impeccabile sempre, in ogni situazione.

Paletti Col du Vam 2021
Luca Paletti, un bronzo europeo che ha illuminato tutta la spedizione azzurra
Paletti Col du Vam 2021
Luca Paletti, un bronzo europeo che ha illuminato tutta la spedizione azzurra
Tu che hai sulle spalle la maturità e la saggezza degli anni, senti la differenza con gli adolescenti o poco più che entrano in nazionale?

E’ una differenza enorme, è un altro mondo rispetto a quello che vivevamo alla loro età e siamo noi che dobbiamo adattarci perché quei tempi non torneranno più. Certe volte quando ci riuniamo e noi più “vecchi” raccontiamo aneddoti e storie del nostro passato, vediamo che i ragazzi ci ascoltano sbalorditi. Questi sono aspetti che vanno considerati, è un mondo il loro che va capito, non senza però che ci sia il rispetto verso di noi.

I ragazzi come hanno preso queste nuove regole?

C’è chi arriva prima e chi dopo, chi si adatta senza problemi e chi è più restio, ma nel complesso si stanno adattando tutti come è normale che sia in un gruppo. Vorrei che fosse una famiglia in modo che tutti si sentano a proprio agio. Sono convinto che ci arriveremo e sai da che cosa lo vedi? Dal fatto che i ragazzi arrivano col sorriso, contenti di esserci e sono dispiaciuti quando la trasferta per la gara o anche il ritiro finisce. E’ un bel segnale.

Venturelli Tabor 2021
La crescita improvvisa della Venturelli è un altro ottimo segnale per questo inizio stagione
Venturelli Tabor 2021
La crescita improvvisa della Venturelli è un altro ottimo segnale per questo inizio stagione
Kreuziger ci raccontava della differenza negli ultimi anni rispetto agli inizi, quando si giocava a carte e si stava insieme in ritiro, mentre oggi tutti sono attaccati al telefonino e si socializza poco. Succede anche in nazionale?

Su questo sono inflessibile. Innanzitutto a tavola i telefonini sono vietati: è il momento per stare insieme, confrontarsi, si deve imparare a parlare e comunicare e non scrivere… Quando c’è la gara, da due ore prima a due ore dopo il telefono non si usa perché pretendo il massimo della concentrazione. All’inizio qualcuno ci ha provato, a tenere il cellulare in tasca e “sbirciare”: al primo pranzo abbiamo messo le cose in chiaro e non è successo più.

Venendo all’aspetto agonistico, sei soddisfatto di come sono finora andate le cose?

Moltissimo, ho scoperto che i ragazzi sono più avanti di quel che auspicavo e che hanno ancora grandi margini di miglioramento. Siamo stati sempre competitivi, abbiamo avuto grandi soddisfazioni e anche quando le cose sono andate male si è visto che c’erano possibilità per fare meglio, vedi Toneatti domenica a Tabor, con una condotta più accorta sarebbe entrato facilmente in top 10. Soprattutto la cosa che mi è piaciuta è che tutti si sono impegnati dal primo all’ultimo metro, anche solo per migliorare una posizione pur essendo lontani dal vertice. Questo è lo spirito giusto.

Bertolini Europei 2021
Bertolini 9° e Dorigoni 10° a Tabor: bisogna tornare al secolo scorso per due azzurri nella Top 10 in Coppa
Bertolini Europei 2021
Bertolini 9° e Dorigoni 10° a Tabor: bisogna tornare al secolo scorso per due azzurri nella Top 10 in Coppa
Si è posto poco l’accento sulla prestazione di Bertolini e Dorigoni in Repubblica Ceka: era dai tempi tuoi e di Bramati che due italiani non entravano insieme fra i primi 10…

E’ vero, è un risultato molto importante. Gioele era molto abbacchiato per com’era andato l’Europeo e tutta la sfortuna che aveva avuto, Jakob era bello carico perché vede finalmente i progressi auspicati. Siamo competitivi in tutte le categorie, già questo è qualcosa che pesa tantissimo e ripaga i nostri sacrifici. Quando siamo in nazionale si va a letto a notte fonda e all’alba si è già in piedi, ma quando le cose vanno così lo si fa volentieri e non pesa…