Con un padre così, che Backstedt ti aspettavi?

07.11.2021
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Lei vinceva il mondiale di Leuven e intanto suo padre Magnus Backstedt nella postazione di Eurosport piangeva. Il vincitore della Roubaix 2004 e di una tappa al Tour di colpo aveva smesso di parlare, lasciando il microfono a Marty, compagno di tante telecronache.

«E’ un momento di grandissimo orgoglio – queste le sue parole dopo un silenzio durato quanto l’ultimo chilometro – ho le lacrime che mi scendono sul viso commentando questo giorno e guardando queste immagini. Zoe ha quel cambio di ritmo su cui si allena così tanto ed è naturalmente molto dotata. Non appena riesce a scattare… guardatela quanto è emozionata…».

I ricordi di Leuven 2021 tornano a galla mentre Zoe Backstedt l’ha fatto nuovamente ieri agli europei di ciclocross, categorie donne junior, lasciandosi indietro l’olandese Bentveld per più di un minuto.

Storia di Elynor e Zoe

In realtà le figlie del gigante svedese sono due ed entrambe fortissime. Nel 2019 hanno vinto entrambe la Gand-Wevelgem di categoria: Elynor quella under 19, Zoe fra le under 17. Solo che mentre la più piccola quest’anno si è impadronita della scena, la più grande Elynor ha vissuto un anno di adattamento alla categoria elite con la maglia Trek-Segafredo, dopo aver perso tutto il 2020 per una frattura alla gamba rimediata a maggio. Andava in mountain bike con suo padre nei dintorni di Cardiff, è caduta e ha sentito il crac. Non è servito l’intervento, ma alcune settimane di stop assoluto e, complice il Covid, addio stagione.

Elynor ha un ruolo molto importante per Zoe: le due sorelle Backstedt hanno tre anni di differenza, ma sono unitissime. In una famiglia così l’argento magari non fa notizia, ma poco prima di vincere l’oro di Leuven, Zoe ha conquistato l’argento della crono iridata a Bruges. Ma non era affatto sicura di farcela.

«Mi ha ancora convinto mia sorella – ha raccontato nella conferenza stampa – parlare con lei nell’ultima settimana ha davvero calmato i miei nervi in gara. Essere in grado di parlare con lei e avere una voce amichevole aiuta davvero. Ha più esperienza di me, quindi posso chiederle ogni cosa. Ad esempio quanto sia difficile scendere la rampa di partenza e quanto spingere nei primi metri di gara…».

Come su strada a Leuven, una sua azione da lontano ha premiato Zoe Backstedt
Come su strada a Leuven, una sua azione da lontano ha premiato Zoe Backstedt

C’è anche la mamma

Quindi, riepilogando: un padre ex campione, due figlie che promettono di diventarlo e anche la mamma non è immune dal… vizietto della bici. Megan Huges infatti ha corso per quattro stagioni fra le elite fra il 1996 e il 2000, vincendo il titolo nazionale britannico nel 1998. Non un grande palmares, probabilmente in casa le toccherà abbassare lo sguardo, ma si capisce benissimo come mai le trasferte e lo stile di vita imposto dal ciclismo non siano assolutamente un peso per la famiglia che risiede a Pontyclun, nel Galles sud-orientale.

«Per anni è stato un po’ un incubo logistico – racconta il capostipite – ma abbiamo fatto tutto ciò che serve alle ragazze per inseguire i loro sogni. Ovviamente amano il ciclismo e farne parte. Ma in genere non siamo una famiglia da divano e televisione. Ci piace lo stile di vita frenetico. Avevo 12 anni quando ho iniziato ad andare in bicicletta. Un mio amico mi chiese di seguirlo e io andai. Mi ci vollero tre mesi per diventare campione nazionale. Elynor voleva una bici da corsa quando aveva quattro anni. Il club locale stava tenendo una sessione per imparare a usarla e abbiamo deciso di portarla per vedere se le piaceva. Ci sono voluti un paio di mesi prima che gareggiasse in alcune competizioni minori e da allora non ha più perso tempo».

Paura del traffico

Poi è arrivata Zoe, più piccola, ma con qualcosa nello sguardo che ha fatto capire ai genitori che ci fosse un’altra atleta in arrivo. 

«A 16 anni, Elynor si allenava sei o sette giorni alla settimana. Zoe invece ne aveva 13 e andava in bicicletta solo quando aveva voglia. Le giornate erano fatte di scuola e bici, magari facendo i compiti nell’itinerario fino al velodromo, per essere poi pronte a partire in bici». 

Eppure la famiglia ha vissuto anche momenti poco felici, come la collisione con un’auto che nel 2017 ha coinvolto le ragazze. Da quel giorno, con Elynor costretta a interrompere gli allenamenti per otto settimane a marzo a causa di una commozione cerebrale, gli automobilisti negligenti sono diventati una preoccupazione, al punto che a volte Magnus e Megan si organizzavano a turni per seguirle.

«Sono uscito a lungo con le ragazze – ha raccontato Magnus – se sono a casa lo faccio ancora. Ci sono un sacco di auto sulla strada e automobilisti che guidano come matti. La gente sembra avere sempre meno pazienza con i ciclisti e tutti si infilano appena vedono il varco. Per noi è ancora una grande preoccupazione».

Nel 2004 lo svedese correva nella piccola Alessio di Flavio Miozzo: altri tempi, prima del WorldTour
Nel 2004 lo svedese correva nella piccola Alessio di Flavio Miozzo: altri tempi, prima del WorldTour

Una coppia esplosiva

Si suole attribuire il primo lampo della grandezza delle sorelle Backstedt a una gara in pista svoltasi a Newport, dove Magnus gestisce un centro di allenamento, proprio nel 2017 dopo l’incidente, le difficoltà e le paure. 

Gareggiando contro ragazze di quattro anni più grandi, Zoe divenne campionessa della corsa a punti giovanile, battendo la sorella maggiore nella volata per l’oro.

«Si aiutano a vicenda per fare bene – ha raccontato Magnus – Elynor ha pianto non per il secondo posto, ma perché era felice per Zoe. C’è un po’ di rivalità e giustamente, ma si spronano a vicenda. Ed è incredibile che le ragazze amino così tanto ciò che la loro madre ed io abbiamo amato per tutta la vita. La parte più difficile adesso l’abbiamo noi quando diventiamo nervosi, perché vogliamo che facciano sempre il meglio, soprattutto se una ci riesce e l’altra no».