Tabor esige il solito tributo di fatica e chiama in prima fila i crossisti più solidi e dotati della condizione migliore, per gare dure e veloci. Le sponde ripide e gli ostacoli tecnici disseminati sul percorso della Repubblica Ceca per il sesto turno di Coppa del mondo, hanno potuto poco per rallentare il ritmo in testa, ma alla fine la differenza è stata netta e i migliori al mondo hanno imposto la loro legge.
Un altro bronzo
Per noi si comincia col brindisi e un terzo posto che fa il paio con quello della scorsa settimana di Paletti agli europei di Col du Vam. Questa volta il terzo gradino del podio è di Federica Venturelli, classe 2005, che fra le donne junior si inchina alla campionessa europea Zoe Backstedt e Leonie Bentveld.
«Questo percorso era molto duro – ha raccontato dopo le premiazioni la cremonese – non c’era posto per respirare. La gara non è stata per nulla tattica, perché siamo andate subito a tutta. Io non sono molto brava nelle partenze, quindi alla prima curva ero abbastanza indietro, ma piano piano sono riuscita a recuperare. Non con troppa foga, come invece avevo fatto all’europeo. Così sono riuscita a tenere fino alla fine e a guadagnarmi il terzo posto in volata. Non sono brava nella tecnica, ma aver fatto il sopralluogo del percorso con Pontoni e poi con i suoi consigli in gara, sono riuscita ad esprimermi al meglio».
Zoe Backstedt conferma l’ottimo momento di forma e vince anche a Tabor Per Federica Venturelli agli europei era venuto il 6° posto, pagando nel finale una partenza troppo sprint
Inchino a Brand
Fra le più grandi, annotato il 14° posto di Eva Lechner, si può sottolineare anche il quarto fra le U23 di Gaia Realini, 20ª assoluta, giusto alle spalle di Persico e Arzuffi. Ma le nostre poco hanno potuto contro Lucinda Brand e le altre dotate di cilindrate al momento superiori.
La campionessa del mondo e d’Europa ha giocato di esperienza e si è portata a casa la vittoria del sesto round di Coppa. Il percorso veloce ed erboso pretendeva resistenza e abilità dall’inizio alla fine. E se la giovane Pieterse ha dimostrato la sua affinità con il terreno fin dal primo giro, partendo subito a tutta e saltando gli ostacoli mentre le altre scendevano di sella, Brand ha mantenuto la calma fiutando che sarebbe stata una gara impegnativa.
La giovane olandese, leader della Coppa U23, ha sferrato l’attacco al quarto di sei giri, ma è stata ripresa nel corso del penultimo. E proprio in quel momento Lucinda Brand si è affacciata davanti e si è messa a dettare il ritmo. Questa volta è stata lei a fare strada tra le tavole e Pieterse, sebbene ancora molto vivace, non è stata in grado di superare l’iridata, che ha conquistato Tabor per il secondo anno consecutivo.
Lucinda Brand ha vinto la gara delle donne elite, con tutto il tempo per esultare indisturbata Partenza a bomba per Puck Pieterse, ma nulla ha potuto contro il ritorno della Brand Kata Blanka Vas questa volta ha pagato pegno, ma ha chiuso con un ottimo sesto posto
Lucinda Brand ha vinto la gara delle donne elite, con tutto il tempo per esultare indisturbata Partenza a bomba per Puck Pieterse, ma nulla ha potuto contro il ritorno della Brand Kata Blanka Vas questa volta ha pagato pegno, ma ha chiuso con un ottimo sesto posto
Nys aveva ragione
Tra gli uomini copione tutto sommato simile e la conferma che Sven Nys aveva ragione: la vittoria nell’europeo ha messo le ali a Van der Haar. Così è stato, infatti, e il campione europeo ha ottenuto una vittoria schiacciante.
Eli Iserbyt è scattato subito in testa, guidando il gruppo in una lunga fila per gran parte del primo giro, anche se non si sono viste grosse differenze fino al secondo giro. A quel punto infatti, Quinten Hermans (secondo agli europei) e Van der Haar hanno alzato il ritmo, con Vanthourenhout incollato alla ruota del campione d’Europa.
Forse l’europeo ha davvero sbloccato Van der Haar, che a 30 anni ha imparato a volare Iserbyt ha mantenuto la testa della Coppa del mondo, ma la vittoria gli è sfuggita Quinten Hermans ha ancora una grande condizione, ma si ferma al terzo posto
Forse l’europeo ha davvero sbloccato Van der Haar, che a 30 anni ha imparato a volare Iserbyt ha mantenuto la testa della Coppa del mondo, ma la vittoria gli è sfuggita Quinten Hermans ha ancora una grande condizione, ma si ferma al terzo posto
Iserbyt in testa
Iserbyt ha dato la sensazione di voler amministrare, nascondendosi nella pancia del gruppo, ma è tornato in testa al sesto giro dettando legge sui tratti più tecnici. Sembrava fatta, ma ricalcando il copione già visto agli europei, all’ultimo giro Van der Haar lo ha raggiunto e ha preso il controllo delle operazioni. Mentre dietro lo stesso Iserbyt ha cominciato a commettere errori tecnici dovuti certo alla stanchezza. Con Van der Haar primo e Iserbyt secondo, dopo Tabor il piccolo belga ha mantenuto la testa del ranking di Coppa del mondo.