Jakobsen, volata pazzesca, riporta il sorriso alla Quick Step

27.02.2022
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Ieri sera a tavola Lefevere è andato giù duro. Jakobsen adesso ride e dice che lui tutto sommato era comodo nella sua sedia, non avendo corso l’Het Nieuwsblad. Ma quando i colleghi fiamminghi gli chiedono di ripetere le parole del team manager della Quick Step-Alpha Vinyl, l’olandese fa un gran sorriso e dice di non parlare lo stesso dialetto.

«Siamo una squadra e un gruppo di amici – dice a margine della Kuurne-Bruxelles-Kuurne appena conquistata – ma questo è il nostro lavoro. A tavola abbiamo parlato e Patrick a suo modo ci ha detto di essere attenti e aggressivi. Non parlo il suo dialetto, ma garantisco che l’ho capito molto bene. Non ricordo i dettagli (ride, ndr). E oggi che toccava a me, spero di aver riportato il sorriso anche a lui».

Un boccale di birra

Adesso sono cinque a due. Cinque le vittorie di Fabio Jakobsen, due quelle di Cavendish, in quella sorta di braccio di ferro non dichiarato fra i due super velocisti della Quick Step-Alpha Vinyl che entrambi tendono a ridimensionare.

Nel team belga oggi si respira un’aria diversa dai mezzi toni di ieri dopo l’Het Nieuwsblad. Tanto che per salire sul gradino più alto del podio, Fabio ha fatto un salto che dava l’idea della sua freschezza, malgrado la corsa e lo sprint vinto dribblando un mucchio di avversari.

Poi gli hanno consegnato l’asino, simbolo della città e degli abitanti che andavano al mercato della vicina Kortijk trasportando le mercanzie sul dorso dei quadrupedi che ragliando svegliavano i cittadini. E alla fine gli hanno messo in mano un maxi boccale di birra Kwaremont, in cui l’olandese ha bagnato le labbra e un bel sorso poi l’ha buttato giù.

Anche oggi si è corso tra ali di folla: il Belgio ha riaperto
Anche oggi si è corso tra ali di folla: il Belgio ha riaperto

Rispetto per l’Ucraina

Quando arriva in sala stampa per raccontare la vittoria, Jakobsen ha il cappello calato sugli occhi e sotto i gambali pulsano le due gambone che anche oggi gli hanno permesso di fare la differenza. Per i belgi è festa grande. Dopo il gigante delle classiche, ecco quello dello sprint: un’apertura migliore era difficilmente immaginabile. Eppure la sensazione è che Fabio sia figlio di tutti, come accade quando qualcuno è sul punto di morte e si prega tutti per lui. E lui che forse capisce, inizia dalla fine.

«In Belgio e in Olanda – dice con la voce che si increspa – siamo tutti contenti di aver potuto ricominciare a correre, con il pubblico sulle strade. Oggi era pieno di gente a fare il tifo per ragazzi di 25 anni che combattevano per vincere una gara di biciclette. Ma adesso il mio pensiero va a ragazzi della mia stessa età che stanno combattendo per la loro vita in Ucraina. E’ bello essere qui, ma non dimentichiamoci di loro».

A 10 chilometri dall’arrivo, Quick Step in testa per chiudere sui tre fuggitivi
A 10 chilometri dall’arrivo, Quick Step in testa per chiudere sui tre fuggitivi

Pressione e velocità

Deglutisce a fatica, come gli capitò nel ritiro di Calpe ricordando la risalita dopo l’incidente e poi si predispone per rispondere alle domande.

«Ho iniziato lo sprint da lontano – dice – perché a un certo punto ho avuto la sensazione che i tre di testa non li avremmo più ripresi (Laporte, Narvaez, Van der Hoorn, ripresi ai 200 metri, ndr). Vincere così mi fa sentire bene, la velocità mi piace. Dio mi ha dato due gambe veloci ed è mio dovere usarle per vincere gli sprint. Mi sento fra i primi cinque al mondo e non vado oltre, perché non è facile fare classifiche. Lo sport di vertice porta con sé la pressione e per uno sprinter questa è anche maggiore, perché la squadra lavora per te e hai pochi secondi per concretizzare il loro lavoro».

Una volata prepotente e lunga per essere certo di riprendere i fuggitivi
Una volata prepotente e lunga per essere certo di riprendere i fuggitivi

Sogno Sanremo

GIi chiedono infatti se percepisca un cambio di atteggiamento della squadra, ipotizzando che l’anno scorso lo abbiano portato alla Vuelta come bonus per premiare il suo ritorno dopo l’incidente. E Jakobsen appena lo sente scarta come in volata.

«Nessun premio – ringhia sommessamente – né contentino. La Vuelta dello scorso anno fu un progetto dopo le due vittorie al Tour de Wallonie. E mi ha permesso di fare un bell’inverno. Ho lavorato tanto e sono tornato al livello che avevo prima dell’incidente. Ora sono in grado di sprintare per la vittoria, ma sono consapevole di dover fare ancora dei progressi. Ad esempio oggi Caleb Ewan mi ha fatto i complimenti, essendo arrivato secondo. Ma io so bene che nei prossimi sprint, alla Tirreno e alla Sanremo, lui sarà avvantaggiato. Sogno la Sanremo, così come sogno la Gand-Wevelgem, ma forse è presto. Devo crescere, ma la forma è questa, quindi ci proverò».

Ewan si è complimentato con Jakobsen e ora punta su Sanremo
Ewan si è complimentato con Jakobsen e ora punta su Sanremo

Le gambe bruciano

La squadra ha avuto una grande reazione, che sia stato per le parole di Lefevere o per aver fiutato finalmente la vittoria.

«Abbiamo messo in atto una buona strategia – spiega Jakobsen – con Kasper Asgreeen che dopo la fuga è diventato pilota del nostro treno. C’erano ancora i fuggitivi davanti, ma con Lotto e Israel avevamo interessi comuni e alla fine siamo riusciti a riprenderli. Non vi nascondo che negli ultimi strappi ho sentito le gambe bruciare, non è stato facile. A volte sembra che le volate si vincano facilmente, ma in realtà la cosa più difficile è arrivare a farle».

Wellens, De Lie, Ewan: ossigeno (e punti) per la Lotto Soudal

02.02.2022
4 min
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Se tanto è parso preoccupato Cedric Vasseur, team manager della Cofidis, per il rischio di perdere il posto nel WorldTour, dovremmo aspettarci di trovare John Lelangue in angoscia per il 18° posto di fine 2021 della sua Lotto Soudal. Invece il belga, che in vita sua è passato attraverso le situazioni più disparate, appare in possesso di un ottimo autocontrollo. E le vittorie di Wellens e De Lie a Mallorca, poi quella di Caleb Ewan nella prima tappa del Saudi Tour (foto di apertura) sono state gocce di balsamo.

«L’anno scorso è stato un brutto anno – ammette – tuttavia ho visto anche degli indicatori positivi. I giovani stanno crescendo, Vermeersch e Van Muir ad esempio. Con Ewan alla Milano-Sanremo e poi con Vermeersch alla Parigi-Roubaix abbiamo ottenuto il podio in due Monumenti. Abbiamo ottenuto 12 vittorie, 8 delle quali nel WorldTour. Mi è piaciuto anche lo stile di corsa offensivo. Ma con quello non ottieni punti UCI. Questa filosofia non appartiene al nostro modo di correre. Abbiamo dna da attaccanti e non voglio cambiarlo».

Zero calcoli

Quel che manca è un nome capace di garantire la sostanza. Gilbert era stato ingaggiato dopo la vittoria della Roubaix del 2019, ma gli infortuni al ginocchio lo hanno fortemente limitato e si sta avviando verso il ritiro. Wellens è sempre stato sulla porta del grande successo, ma non si è mai sbloccato del tutto. Caleb Ewan si fa strada invece a suon di volate e l’anno scorso ne ha centrate sei (due al Giro), ma si è fermato al Tour. Frattanto i giovani crescono e si deve aspettarli.

«Infatti io sono fiducioso che finiremo ugualmente tra le prime diciotto – ribadisce Lelangue – senza modificare il programma di Caleb. Per lui si aggiungeranno solo la Gand-Wevelgem e De Panne rispetto allo scorso anno. Questi non sono giochi da bambini, ma otterremo i nostri punti. Il treno è stato rinforzato. I giovani stanno arrivando. Mi aspetto qualcosa anche da Arnaud De Lie (detto e fatto: vittoria servita, ndr). E’ stato preso anche Campenaerts. Continueremo con la nostra corsa aggressiva, senza concentrarci troppo sui punti. E la classifica verrà naturalmente».

Soudal addio

Fra le tegole, c’è anche il fatto che Soudal abbia deciso di interrompere la collaborazione e di passare dal 2023 con la Quick Step, in quel rimescolare di nomi belgi che già quest’anno ha visto Deceuninck sposarsi con la Alpecin.

«Il fatto di aver saputo per tempo che Soudal se ne andrà – spiega Lelangue – ci dà un vantaggio. Questo crea opportunità per noi e tutti i nostri partner. Adesso i contatti sono tanti e sono positivi. Molte aziende vogliono avvicinarsi al nostro team e avere gli stessi valori. La nostra squadra è abbastanza allettante. Inoltre la Lotteria Nazionale è uno sponsor importante e con una lunga storia nel ciclismo. Non abbiamo ancora firmato, ma c’è tempo».

Caleb Ewan è il… principe della Lotto Soudal. Da lui si attendono vittorie di peso
Caleb Ewan è il… principe della Lotto Soudal. Da lui si attendono vittorie di peso

Gilbert a vita?

L’ultimo appunto di Lelangue, che è stato affiancato nella gestione commerciale da Yana Seal (colei che ha tentato di far fuori Vinokourov e i kazaki dall’Astana, salvo essere ringraziata e messa alla porta), è per Gilbert. Fu lui a volerlo ed è ancora lui a schiudergli la porta per un nuovo ruolo.

«Philippe – dice – sarebbe importante per la squadra anche come mentore. E’ un leader naturale. Quando parla, tutti lo ascoltano e la squadra cresce. Correrà il Tour? Se le sue condizioni saranno al livello che serve, sarebbe naturale».

Caleb Ewan e un record che non ci piace (se lascia il Giro!)

12.05.2021
4 min
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«Qui al Giro – dice Stefano Oldani tutto d’un fiato – è difficile trovare finali facili. Noi però abbiamo il corridore giusto e abbiamo vinto. Ha mancato la prima, oggi non se l’è lasciata scappare. A Novara, Caleb era un po’ insoddisfatto. Un campione, un vincente come lui, quando non vince non è felice. Oggi si è preso la sua rivincita e questo è l’inizio di un’impresa che vuole tentare quest’anno. Vincere in tutti e tre i grandi Giri. Nel primo è andato a segno, mancano gli altri due. Lui è un bravo ragazzo, è simpatico anche se quando non vince non è felice. Oggi dovevo aiutarlo nel finale, non dovevo essere tra gli ultimi, ma un po’ prima. L’ho fatto, ho visto che era felice e questo mi gratifica. Così dai prossimi giorni potrò giocarmi le mie carte».

Caleb Ewan inaugura a Cattolica la serie delle tappe che vorrebbe vincere nei Giri 2021
Caleb Ewan inaugura a Cattolica la serie delle tappe che vorrebbe vincere nei Giri 2021

Più sicurezza

Caleb Ewan, già secondo alla Sanremo, ha vinto a Cattolica in uno di quei giorni in cui per le cadute si finisce col parlare d’altro. Nella conferenza stampa della maglia rosa, De Marchi dice parole che fanno riflettere.

«Si può sempre fare di più – spiega – in merito a sinergie fra chi organizza e noi che corriamo. In certi frangenti si potrebbe scegliere un percorso diverso. Si potrebbero adottare delle protezioni. Sono dettagli che contano. Andiamo davvero veloci, dobbiamo stare al passo coi tempi».

Il pasticcio si verifica ai 4 chilometri dall’arrivo. Un volontario coraggioso è fermo a centro strada per segnalare lo spartitraffico. Le radio da minuti non fanno che ricordare ai corridori di stare attenti proprio a certi ostacoli. Lo spiega bene Thomas De Gendt a chiunque glielo chieda. Passano tutti. Solo Dombrowski non lo vede, forse perché non è troppo concentrato, e lo centra in pieno. Di sicuro sono tutti troppo indietro, i 3 chilometri e la neutralizzazione sono ancora lontani. Il poveretto cade, senza coinvolgere nessuno. Mentre sulla destra della strada la peggio ce l’ha Landa, che nulla può per evitare l’americano vincitore ieri a Sestola. Lo portano in ospedale, il suo Giro finisce qui.

Il record di Caleb

L’altro lato della medaglia è la versione del vincitore, che ovviamente stava davanti e delle cadute non ha sentito nemmeno il rumore.

«E’ sempre difficile far passare il gruppo nei paesini – dice Ewan – ma nemmeno è immaginabile che ogni volta finiamo nel mezzo del nulla. Il finale è stato caotico, c’era vento frontale e tutti volevano stare davanti. Delle cadute non mi sono accorto, nemmeno avrei detto che fosse un arrivo pericoloso. Sono qui per vincere le volate e ho la squadra tutta a mia disposizione. Ne ho vinte tante, le ricordo tutte, ma non ricordo dove. A dire il vero, non so nemmeno dove ci troviamo stasera. L’obiettivo di vincere una tappa in ogni grande Giro è la mia sfida per il 2021, ma questo non significa che oggi lascerò il Giro, è ancora presto. Andrò avanti alla giornata e magari intorno alla 10ª-11ª tappa prenderemo una decisione che mi permetta di prepararmi al meglio possibile per il Tour».

Dombrowski passa sul traguardo. E’ stato il primo a cadere, ma non ha riportato fratture
Dombrowski passa sul traguardo. E’ stato il primo a cadere, ma non ha riportato fratture

Mentalità balorda, caro Caleb: il Giro merita ben altro rispetto. Oppure forse anche questo rientra nella necessità di adeguarsi ai tempi moderni? Sarebbe davvero un record quello di vincere tappe nei tre Giro, portandoli però tutti a termine. Vincere tappe al Giro, al Tour e alla Vuelta correndo una settimana ciascuno, è come vincere una tappa alla Tirreno, una al Delfinato e una al Giro di Svizzera. A pensarci, non un record così grande.

Lotto Soudal: si punta a vincere, senza aspettare…

20.04.2021
3 min
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Guardando l’organico della Lotto Soudal si capisce subito che è una squadra che va alla ricerca del “tutto e subito”. Non c’è un vero e proprio specialista dei grandi Giri, che vanno interpretati per andare alla conquista di tappe, lo stesso dicasi per le gare d’un giorno o per le prove di pochi giorni, dove pure c’è un Tim Wellens che ha dato già prova di poter raccogliere tanto. La squadra è puntata sui traguardi giornalieri, a cominciare dalle classiche.

Giro d’Italia 2021, Caleb Ewan batte in volata Davide Cimolai
Giro d’Italia 2021, Caleb Ewan batte in volata Davide Cimolai

In sede di ciclomercato si è quindi lavorato molto per rinforzare il “corpo” del team, con corridori capaci di svolgere il loro lavoro godendo della massima fiducia dei capitani. In squadra sono stati inglobati ben 7 neoprofessionisti, abbassando notevolmente l’età media della squadra, ma già nelle primissime uscite gente come Conca e Verschaeve ha dimostrato di saperci fare.

Tim Wellens nella vittoria 2021 a Besseges
Tim Wellens nella vittoria 2021 a Besseges

Per quanto riguarda le punte, il già citato Wellens è l’uomo per le classiche più articolate, mentre Degenkolb ha la mente proiettata verso il sogno Roubaix dove ha già dimostrato di poter battere tutti. Impossibile dimenticare, dato il palmarés, il “vecchio” Gilbert, uno che quando può piazzare la zampata giusta può ancora farlo e intanto è un perfetto regista in corsa. Poi c’è Caleb Ewan, il “collezionista di tappe”, pronto a finalizzare il lavoro della squadra, ma attenzione a non fossilizzarsi su uno schema fisso: con corridori come De Gendt e lo stesso Wellens gli scenari possono anche cambiare.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Filippo ConcaLeccoIta22.09.19982019
Steff CrasGeelBel13.02.19962018
Jasper De BuystAsseBel24.11.19932013
Thomas De GendtSint NiklaasBel06.11.19862009
John DegenkolbGeraGer07.01.19892011
Caleb EwanSydneyAus11.07.19942015
Frederik FrisonGeelBel28.07.19922016
Philippe GilbertVerviersBel05.07.19822003
Kobe GoossensLovanioBel29.04.19962020
Sébastien GrignardMonsBel29.04.19992021
Matthew HolmesWiganGbr08.12.19932014
Roger KlugeEisenhuttenstadtGer05.02.19862010
Andreas Lorentz KronAlbertslundDen06.01.19982017
Kamil MaleckiBytowPol02.01.19962019
Tomasz MarczynskiCracoviaPol06.03.19842006
Sylvain MoniquetNamurBel14.01.19982017
Stefano OldaniMilanoIta10.01.19982020
Harrison SweenyBrisbaneAus09.07.19982017
Gerben ThijssenGenkBel21.06.19982019
Tosh Van Der SandeWijnegemBel21.06.19982019
Maxim Van GilsBrasschsatBel25.11.19992021
Brent Van MoerBeverenBel12.01.19982019
Harm VanhouckeCourtraiBel17.06.19972019
Florian VermeerschGentBel12.03.19992018
Viktor VerschaeveBrasschaatBel03.08.19982021
Xandres VervloesemMassenhovenBel13.05.20002021
Tim WellensSint TruidenBel10.05.19912012

DIRIGENTI

John LelangueBelGeneral Manager
Mario AertsBelDirettore Sportivo
Herman FrisonBelDirettore Sportivo
Nikolas MaesBelDirettore Sportivo
Maxime MonfortBelDirettore Sportivo
Marc SergeantBelDirettore Sportivo
Kurt Van De WouwerBelDirettore Sportivo
Marc WautersBelDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Allo stesso modo in cui la Groupama-Fdj è fedele da anni a Lapierre, il rapporto fra la Lotto Soudal e Ridley sta diventando davvero un matrimonio degno di nota. Il modello più utilizzato è la Helium, la bici più leggera per le salite, mentre per gli uomini veloci c’è la Noah Fast Disc, mentre per le crono c’è la Dean Fast. Per tutte gruppi e ruote Campagnolo e pneumatici Vittoria.

CONTATTI

LOTTO SOUDAL (Bel)

Toekomstlaan 15/6 + 8, 220 Herentals (BEL)

info@lottosoudal.be – www.lottosoudal.be

Facebook: @LottoSoudalCyclingTeam

Twitter: @Lotto_Soudal

Instagram: Lotto_Soudal

Ed Ewan zitto, zitto ci sperava per davvero

21.03.2021
3 min
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Passavano i chilometri della Milano-Sanremo e crescevano le quote dei velocisti. Il ritmo alto aveva di fatto bloccato la corsa e l’andatura regolare in qualche modo agevolava le ruote veloci, tra cui quelle pericolosissime di Caleb Ewan.

L’aussie non era nel lotto dei favoriti, tuttavia il suo nome serpeggiava tra gli addetti ai lavori. Un outsider si direbbe oggi. Ma evidentemente i corridori lo devono aver visto bene in gruppo nelle gare precedenti per temerlo. 

In Via Roma Ewan parte tardi ed è secondo dietro Stuyven
In Via Roma Ewan parte tardi ed è secondo dietro Stuyven

La Sanremo nella mente

Al mattino, Caleb è uno degli degli ultimi ad accodarsi. Dopo aver firmato ritorna sul suo bus ed esce solo all’ultimo minuto. Ha gambali e manicotti. Dà un cinque al meccanico e si avvia alla partenza. La sua bici è bassissima e lunga. Il manubrio è stretto. Sembra un killer lanciato verso l’obiettivo. E avere in squadra un certo Philippe Gilbert che ti ruba la scena gli toglie pressione. Lui però era meno sorridente del solito. Insomma, era teso.

«Questa è una gara che nella mia carriera voglio davvero vincere – dice Ewan dopo la corsa – per questo mi sono focalizzato sulla Sanremo da inizio stagione. Mi sono allenato duramente. So che per vincerla avrei dovuto cambiare qualcosa nei miei allenamenti e così ho fatto. L’obiettivo era migliorare in salita. Non so quante volte ho fatto il Poggio nelle ultime settimane».

Obiettivo salite

Ewan e il suo staff però sono stati intelligenti. Per migliorare in salita anziché concentrasi sulla perdita di peso, che avrebbe significato anche smussare la sua arma più affilata, cioè lo spunto veloce, hanno lavorato molto sulle salite brevi. 

«Esatto, mi sono concentrato molto sugli sforzi in salita da cinque minuti. E, pensando alla Cipressa, anche su quelli da dieci». E Caleb ci è riuscito. Per questo tutto sommato dopo la gara era soddisfatto, anche se lui dice di no. Probabilmente ha capito che questa corsa è davvero nelle sue corde.

«No, non ho rimpianti. Sì, ci siamo guardati un po’ troppo, ma la Sanremo è davvero particolare. Per questo correrla è fantastica. Magari se avessi avuto un compagno con me nel finale sarebbe andata diversamente: sapevo di essere il più veloce a quel punto».

Sul Poggio e sulla Cipressa Caleb si difende alla grande
Sul Poggio e sulla Cipressa Caleb si difende alla grande

Ewan e la Tirreno 

In tanti dicevano che non sarebbe stato in grado si sprintare dopo 300 chilometri. La sua risposta è stata quella di conquistare un podio in rimonta. Il lavoro in salita ha pagato e non è arrivato allo sprint con le gambe vuote.

Però c’è un qualcosa che dopo una prestazione simile, viene da chiedersi. Come mai si è fermato alla Tirreno? Nella tappa verso Gualdo Tadino il corridore della Lotto Soudal si è ritirato lamentando problemi intestinali. Il che ci può stare con le temperature di quel giorno, ma avendolo visto alla partenza di quella stessa tappa proprio non sembrava non essere in forma. Rideva e scherzava con i suoi compagni e sembrava uno dei più vispi in assoluto. L’idea è che stesse già pensando alla Classicissima e che volesse risparmiare energie. In fin dei conti per lui si profilavano solo tappe decisamente poco adatte alle sue caratteristiche. In ogni caso, chiunque vorrà vincere la prossima Sanremo dovrà fare i conti anche con Ewan.

Emirati, ultima tappa: festa per Ewan e Pogacar

27.02.2021
4 min
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«Siamo venuti negli Emirati per vincere una tappa – sorride dopo l’arrivo Caleb Ewan – e ne era rimasta solo una. Avevo un po’ di pressione addosso, perciò quando ho tagliato il traguardo mi sono sentito sollevato. In tutta la mia carriera, non ero mai arrivato così avanti nell’anno senza vittorie, ma è anche vero che questa era la mia prima corsa. Ho grandi progetti per quest’anno e la vittoria mi aiuterà a costruire la mia fiducia in vista delle prossime gare in Europa».

Il piccolo folletto australiano della Lotto Soudal ha vinto la 7ª tappa dello Uae Tour, che per i velocisti era diventata l’ultima spiaggia, piegando quel Sam Bennett che ne aveva già vinte due.

Il gruppo sfila davanti alla Grande Moschea Sheikh Zayed
Il gruppo sfila davanti alla Grande Moschea Sheikh Zayed

Settimana di fuoco

Finisce così in archivio il terzo Uae Tour, dopo una tappa niente affatto banale a causa dei ventagli e di qualche caduta di troppo, a capo di una settimana che ne ha viste di tutte i colori. La partenza sprint di Mathieu Van der Poel, che non ha fatto in tempo ad abbassare le braccia, che la sua squadra è stata fermata per una positività al Covid. Poi la cronometro, con la grande prestazione di Ganna e la caduta rovinosa di Antonio Tiberi, costretto al ritiro. I duelli in salita fra Yates e Pogacar, con il primo mai stato in grado di staccare il secondo, pur avendolo messo a dura prova. Gli scatti di Nibali al secondo arrivo in salita. I segnali di Nizzolo e Viviani, ciascuno dei due in ripresa da stop imprevisti ed entrambi arresi a Sam Bennett. Infine la volata di Caleb Ewan.

Cade anche Adam Yates, che però rientra e salva il 2° posto
Cade anche Adam Yates, che però rientra e salva il 2° posto

Pogacar crescerà

«C’è stato un momento di nervosismo – racconta Pogacar, parlando dei ventagli e delle cadute di giornata – in cui il gruppo si è rotto, ma io avevo attorno la mia squadra e sono riuscito a controllare e per fortuna quel tentativo non è andato all’arrivo. Quando è caduto Yates ci siamo rialzati, è nella nostra natura di ciclisti farlo. E’ stata davvero una brutta caduta, era giusto aspettarlo. A nessuno piace cadere.

«Questo è davvero un grande risultato – aggiunge Pogacar – era il mio primo obiettivo della stagione e la mia prima vittoria nella gara di casa, quindi è stato davvero importante e sono felicissimo. La mia squadra e i miei compagni di squadra hanno fatto un ottimo lavoro e abbiamo vinto. Questo è uno dei nostri migliori risultati. Tornerò di sicuro negli Emirati Arabi Uniti, ma ora pensao a fare del mio meglio nelle prossimee corse, a partire da Strade Bianche».

Il giovane vincitore, già re dell’ultimo Tour de France, ha corso ancora una volta con grande astuzia. Quello che colpisce, cercando di osservarlo meglio, è quanto sia davvero ancora in pieno sviluppo. Lui come pure Evenepoel. Entrambi lontani dalla benché minima definizione muscolare, lasciando trasparire margini ancora importanti che nessuno al momento ha voglia di raggiungere.

Tadej Pogacar, 2° nel 2020, conquista così la corsa degli Emirati
Tadej Pogacar, 2° nel 2020, conquista così la corsa

Almeida e i ventagli

Come era già successo il primo giorno, nell’ultima tappa il gruppo si è rotto a 50 chilometri dall’arrivo e questa volta nella parte posteriore è rimasto il terzo della classifica, lo stesso Joao Almeida che aveva stupito al Giro d’Italia. Ma il bello di avere al proprio fianco una squadra come la Deceuninck-Quick Step è che tanto sono forti a complicare la vita per gli altri, quanto lo sono per rivolvere le situazioni spinose. Il team infatti si è messo davanti e ha dato vita a un frenetico inseguimento che si è concluso dopo una decina di chilometri.

«Iniziare la stagione con il piede giusto – dice Almeida – è sempre bello, qualcosa che ogni corridore desidera. Sono davvero soddisfatto del risultato e della gara che abbiamo fatto. Due vittorie di tappa con Bennett e tre di noi nella top 10 è fantastico. E oggi devo ringraziarli ancora tutti per tutto il loro aiuto e lavoro. Finire terzo in una corsa di questo livello è un risultato che solleva il morale, che porterò nelle gare di marzo».