Dopo Valverde saluta anche Gilbert (che sogna la Sanremo)

25.01.2022
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Non solo Valverde, quest’anno anche un altro gigante del pedale lascerà il gruppo. Due Liegi, quattro Amstel, una Roubaix, un Lombardia, un Fiandre, tappe al Giro, al Tour e alla Vuelta, un mondiale… è Philippe Gilbert. Il corridore della Lotto-Soudal è stato tra coloro che maggiormente hanno pagato l’avvento del Covid.

Nel 2020 ha corso davvero poco. Sono seguiti poi degli acciacchi dovuti principalmente alle cadute al Tour, sempre del 2020, ed ecco che a quasi 40 anni, Philippe è un classe 1982, il perdere continuità si è trasformato in un “bel” problema. Un problema che lo ha allontanato tantissimo dalla sua forma migliore. Intaccando persino la sua proverbiale grinta.

Gilbert in allenamento con la sua squadra ad Altea in Spagna durante questo inverno
Gilbert in allenamento con la sua squadra ad Altea in Spagna durante questo inverno

Consapevolezza e orgoglio

Gilbert è totalmente consapevole della sua situazione. Sa bene che tornare a vincere sarà molto difficile. Lui le corse alle quali punta, le classiche, le conosce bene e sa che richiedono una gamba supersonica. E sa anche che questa potrebbe non bastare. Servono testa, convinzione totale, un’ottima squadra. Anche se sotto quest’aspetto i movimenti manageriali (via Marc Sergeant e Herman Frison, dentro Allan Davis, Yana Seel e Cherie Pridham) sembrano aver rimesso il team sulla strada buona.

«Chiaramente vorrei vincere – ha detto Gilbert all’Het Nieuwsblad – ma prima ancora vorrei arrivare alla fine di una grande gara a giocarmela. Per me questa è la cosa più importante. Tornare competitivo è il primo obiettivo. Sarò contento se me la giocherò con i migliori sin dall’Omloop Het Nieuwsblad. Ricordo ancora la prima volta, 17 anni fa. Sono sempre motivato per questo evento anche se non so che in che stato mentale sarò. E ormai non so neanche più come potrei reagire di fronte ad una vittoria!».

«Però sono contento della mia carriera sin qui – ha detto ancora Gilbert – ho sempre accettato le sfide che mi sono capitate e ho sempre dato il massimo».

Ricordiamo ancora la sua tripletta nel 2011, quando in sette giorni si portò a casa Amstel, Freccia e Liegi. La Liegi, “casa sua”… Divenne il re del Belgio. Ai livelli, e forse anche di più, di quel che è oggi Wout Van Aert. Philippe scattava con una potenza unica: rapporto in canna, spalle oltre il manubrio e il divario con gli altri che si apriva in un lampo.

Primavera 2011: inizia la mitica tripletta. Sul Cauberg, Gilbert va talmente forte che stacca tutti e si gode la sua seconda Amstel
Primavera 2011: inizia la mitica tripletta. Sul Cauberg, Gilbert va talmente forte che stacca tutti e si gode la sua seconda Amstel

Liegi mon amour

Lo scorso anno durante la ricognizione sulla Redoute incontrammo i suoi genitori che aspettavano il suo passaggio. Sapevano bene che il loro ragazzo non era al massimo, ma loro c’erano. Così come c’era il Belgio. Tanto più lungo le rampe di quella mitica cote, la sua cote. Il suo passaggio era accompagnato dagli applausi. Un’onda che saliva di pari passo con lui. E alla sua ruota tanti corridori anche giovani e di altre squadre, pronti a scrutare qualcosa o semplicemente a godersi la Redoute con Gilbert.

«Sono stati due anni difficili, da dimenticare direi. Spero vada meglio quest’anno. È passato molto tempo da quando ho vinto e vorrei rivivere quelle vittorie, quei momenti di gioia. Ma se non dovessi essere all’altezza mi metterò a disposizione dei miei compagni di squadra.

«Non farò le classiche delle pietre per fare bene proprio nelle Ardenne – ha continuato Gilbert con Het Nieuwsblad – È una scelta logica e mi sto preparando appositamente per queste. La settimana delle Ardenne sarà speciale. Sarà un momento bellissimo. Conosco tutti e “giocherò in casa”».

Gilbert è arrivato due volte terzo alla Sanremo. Eccolo scattare sul Poggio nel 2015, scollinò davanti ma cadde e chiuse 55°
Gilbert è arrivato due volte terzo alla Sanremo. Eccolo scattare sul Poggio nel 2015, scollinò davanti ma cadde e chiuse 55°

Quella Sanremo…

Gilbert è uno dei pochissimi ad aver vinto quasi tutte le classiche monumento. Pochi giorni fa in merito proprio ai cinque monumenti si diceva di come Pogacar ne potesse vincere “tranquillamente” quattro su cinque. La Roubaix infatti sembra “off limits” anche per lui, ma con lo sloveno mai dire mai.

A Philippe per il prestigioso pokerissimo manca solo la Sanremo. Quella Classicissima che non è riuscito a vincere e che dice: «Sarà difficilissimo conquistare adesso. Certo, se potessi vincerla sarebbe un qualcosa davvero di speciale. Un premio alla mia carriera che in questo modo sarebbe ancora più prestigiosa.

«Però mai dire mai: l’anno scorso chi avrebbe previsto che Stuyven avrebbe vinto? Da parte mia cercherò di farmi trovare al massimo».

In ritiro grande grinta per il corridore della Lotto Soudal (foto Instagram – Facepeeters)
In ritiro grande grinta per il corridore della Lotto Soudal (foto Instagram – Facepeeters)

Da Calvia al Tour

Il vallone inizierà il suo 2022 agonistico domani al Trofeo Calvia, una delle cinque gare di Majorca. Questa gara di fatto dà il via alla sua ventesima stagione da professionista, 21 se si considerano le gare da stagista del 2002.

Quell’anno, tanto per ricordare chi correva, vinse la Liegi Peter Van Petegem e l’Italia piazzò nella top 15 gente come Baldato, Sacchi, Celestino e Commesso, oggi tutti diesse o commissari tecnici. L’anno dopo, al suo debutto nella Doyenne, Gilbert si ritirò, ma come in tutte le belle storie quella corsa, la gara che lo spinse più di altre a diventare corridore, la vinse nove anni dopo.

L’altro grande obiettivo di Philippe è il Tour de France: «Voglio andare al Tour per la decima volta. Un bel numero! L’anno scorso avevo detto che poteva essere il mio ultimo Tour. Quando però questo autunno ho visto il percorso sono stato subito ansioso di tornare. Mi piacciono la partenza in Danimarca, i tifosi, il pavè e il passaggio a Longwy (la sua zona natale, ndr)».

Le gambe dell’iridato 2012: la destra è leggermente meno grande della sinistra dopo le cadute al Tour (foto Instagram)
Le gambe dell’iridato 2012: la destra è leggermente meno grande della sinistra dopo le cadute al Tour (foto Instagram)

Quattro centimetri

Ma la storia ancora non è finita. Nel ritiro in Spagna Gilbert ha lavorato con una grinta che non si vedeva sul suo volto da un bel po’. Buoni test e finalmente un volume di lavoro importante e costante. In tutto 1.200 chilometri, 40 ore di sella e 20.000 metri di dislivello. Il tutto ha previsto anche esercizi particolari.

«Non mi sono ammalato e ho potuto tessere una buona base – ha concluso Gilbert sempre con Het Nieuwsblad – Sto meglio dell’anno scorso. Ho pedalato anche con una gamba sola. La mia coscia destra, infatti, ha una circonferenza di quattro centimetri in meno rispetto all’altra. Ho avuto davvero molti problemi dopo le mie due grandi cadute al Tour, nelle quali ho picchiato due volte il ginocchio. Per questo non sono più riuscito a raggiungere il livello che volevo».