Pronti-via e subito a segno. E’ tornato Caleb Ewan

27.03.2025
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BONDENO – Le volate sono sempre state il suo pane e Caleb Ewan non poteva che tornare a vincere alla sua maniera dopo 231 giorni di digiuno nella città del pane. Si è riempito lo stomaco in un pomeriggio ferrarese vincendo alla sprint quasi per distacco la prima tappa della Settimana Internazionale Coppi e Bartali.

C’era molta curiosità sul rientro alle gare del 30enne australiano con la Ineos Grenadiers. Un po’ per la lunga assenza dalle gare, un po’ perché gli ultimi due anni specialmente sono stati piuttosto travagliati per una serie di motivi, forse anche poco chiari. Guardando Ewan in viso mentre fa defaticamento prima di salire sul palco delle premiazioni e poi mentre parla con noi, sembra che voglia mettersi il passato lontano come i rivali sulla linea del traguardo.

Esordio vincente

Prima di quest’anno, nei suoi dodici anni di carriera Ewan aveva sempre iniziato la stagione nella sua Australia, tranne che nel biennio 2021-2022 in cui aveva aperto rispettivamente al UAE Tour e Saudi Tour. Molte volte gli era capitato di partire con una vittoria al debutto o nelle primissime gare, sfruttando anche l’estate di casa. Così, sotto un sole finalmente primaverile dopo la pioggia della prima parte di gara, Caleb ha vissuto un esordio che probabilmente non si immaginava, malgrado fosse ampiamente il più pronosticato da tutti. La chiacchierata con lui comincia in questo modo.

«Questa vittoria – racconta il tasmaniano avvolto da un sorriso – significa tanto per me. Gli ultimi mesi dell’anno scorso sono stati abbastanza duri. Sono passati duecento giorni dall’ultima volta che ho gareggiato (il Super8 Classic il 21 settembre, ndr), che è anche il periodo più lungo che ho trascorso senza corse. Quindi non sapevo davvero cosa aspettarmi. Sapevo di sentirmi piuttosto bene, ma quando non corri da tempo non sai mai dove ti trovi e cosa trovi.

«Sono molto felice – prosegue Ewan rivedendo il finale nella sua mente – che la squadra mi abbia dato fiducia e supporto. Non è scontato. I miei compagni hanno fatto un lavoro straordinario e naturalmente sono molto contento di aver potuto finalizzare tutto».

Vita nuova alla Ineos

L’annuncio di Ewan al team britannico è arrivato con le operazioni di mercato già concluse da molto tempo. Il fatto che lui non avesse ancora trovato squadra fino a fine gennaio stava facendo scalpore tanto quanto il suo pessimo 2024 alla Jayco nella quale si era rifugiato, trovandola tuttavia molto cambiata rispetto a quando l’aveva lasciata sei anni prima.

«Posso dirvi – ci risponde Caleb basandosi su questo esordio – che finora il cambio di squadra è stato fantastico. Sono alla Ineos da qualche mese, ma non avendo gareggiato prima, questa è la mia prima vera esperienza. Devo ancora conoscere tutti e completare il mio inserimento. Come dicevo prima, sono contento del loro supporto e di aver potuto ripagare il loro lavoro».

La verità è che ci è apparso subito in buona forma. Gli chiediamo quale sia il suo segreto e lui ce lo rivela con candore, quasi fosse un neopro’. La ricetta è semplice. «Non c’è nessun segreto – dice – ho solo lavorato più duro del solito. Negli ultimi due mesi volevo fortemente ripresentarmi al via già abbastanza competitivo, pronto a sostenere certi ritmi. Soprattutto volevo essere scelto dalla squadra per farmi vedere all’opera il prima possibile».

Alla Ineos da due mesi, Ewan ha vinto all’esordio stagionale e dopo 8 mesi di digiuno. Vuole guadagnarsi il Tour
Alla Ineos da due mesi, Ewan ha vinto all’esordio stagionale e dopo 8 mesi di digiuno. Vuole guadagnarsi il Tour

Palla in avanti

Se ti chiami Caleb Ewan e vai a rafforzare il reparto degli sprinter puri in una squadra come la Ineos Grenadiers, sai già che devi mettere qualcosa di importante nel mirino.

«Obiettivi e piani per il futuro – conclude – devono ancora essere definiti. Sarà molto difficile che mi vedrete al Giro d’Italia perché credo che la squadra verrà per puntare alla generale e composta di conseguenza. Spero invece di poter dimostrare il mio valore nei prossimi mesi per riuscire ad andare al Tour. Questa ovviamente è la mia volontà, anzi il mio obiettivo. Tornare al Tour de France, anche per vincere. Iniziare la stagione come ho iniziato è un ottimo modo che chiaramente mi soddisfa. Spero che questa vittoria sia solo l’inizio e che ne arrivino tante altre. Io adesso faccio rotolare la palla e vedremo dove arriverà».

Lui si è ributtato nella mischia lanciando la palla, anzi la volata più avanti degli altri. A Bondeno ha colto il sessantacinquesimo successo della carriera, il settimo in Italia da cui non vinceva dalla Tirreno 2022. Insomma, ben tornato Caleb Ewan.

Cerchiamo di saperne di più su Ewan alla Ineos

14.02.2025
4 min
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In Italia è forse passato un po’ in sordina, ma il passaggio di Caleb Ewan dalla Jayco-AlUla alla Ineos Grenadiers è di quelli importanti. Lo sprinter australiano è uno dei più vincenti dell’era moderna ed è anche uno dei più longevi.

Certo, Ewan va per i 31 anni e non è più un ragazzino, specie per un velocista, ma resta sempre un atleta di spicco. Ha all’attivo 63 vittorie in 10 anni di professionismo. Lui c’è sempre stato, mentre molti altri sono cambiati. Pensate che il suo 2023 è stato archiviato dai media con segno negativo… nonostante quattro vittorie.

Lo scorso anno al Giro solo un 6° posto per Caleb. L’australiano, anche grazie alla sua statura minuta riesce, a districarsi bene in gruppo
Lo scorso anno al Giro solo un 6° posto per Caleb. L’australiano, anche grazie alla sua statura minuta riesce, a districarsi bene in gruppo

Occasione Ewan

Dario David Cioni, uno degli storici direttori sportivi della squadra inglese, ci parla del suo inserimento. Un inserimento lento, per ora. Ewan è arrivato ufficialmente nel team solo il 23 gennaio, a seguito di una trattativa un po’ a sorpresa.

«Non so di preciso le dinamiche che lo hanno portato da noi – spiega Cioni – posso pensare che magari sia stata un’occasione, un’opportunità venuta fuori al momento giusto. Noi, senza più Elia (Viviani, ndr), avevamo una mancanza: la dirigenza ne ha approfittato. Ma posso garantire che fino a quel momento i programmi del team erano stati fatti senza di lui».

Cosa ha portato dunque alla rottura fra Ewan e la Jayco-AlUla? Probabilmente una serie di circostanze che si sono sommate fra loro. L’australiano aveva ancora un anno di contratto con la squadra di Copeland, ma nel frattempo la XDS-Astana si era fatta avanti con una proposta importante, anche dal punto di vista economico. Questo ha destabilizzato l’atleta e inevitabilmente la cosa non è piaciuta alla squadra. Squadra che nel frattempo ha ritrovato un Groenewegen in grande spolvero e lo stesso Ewan, da tre anni, non vinceva nel WorldTour. Al Giro d’Italia, il suo miglior piazzamento è stato un sesto posto nella volata di Lucca.

Ora, alla Ineos Grenadiers, ha però tutte le possibilità, la fiducia e lo stimolo per tornare il folletto che abbiamo imparato a conoscere.

Uno dei pochi scatti di Ewan con i colori della Ineos Grenadiers (foto Instagram)
Uno dei pochi scatti di Ewan con i colori della Ineos Grenadiers (foto Instagram)

Caleb e il team

Cioni parla di un inserimento graduale. Ovviamente Ewan ha saltato il ritiro di dicembre e si è unito al gruppo solo a fine gennaio, nel training camp di Denia. Un camp che, tra l’altro, non era più totale, vista la suddivisione tra corse che iniziavano in Australia, Europa e Medio Oriente.

«Erano in 12 e Caleb stava ricostruendo la base. In gruppo è uno degli esperti e non ha avuto problemi a relazionarsi con nessuno. Con chi ha legato di più? Vive a Monaco e so che è molto amico di Thomas e Rowe, spesso uscivano insieme e anche con lo stesso Puccio. Ma da quel che ho visto in ritiro si è inserito bene anche con gli altri».

Ora sarà davvero curioso capire come verrà gestito Caleb Ewan, i suoi programmi e soprattutto il suo treno. Per ora si sa solo che si sta allenando.

«Parlare di programmi – spiega Cioni – è prematuro. Caleb viene da un periodo in cui era stato anche fermo a lungo e per ora sta ricostruendo la base, si sta concentrando sugli allenamenti di fondo. Impossibile stabilire una data del suo rientro, lo si vedrà man mano e a seconda del calendario. Penso, per esempio, che ad aprile non ci siano molte occasioni per gli sprinter, quindi ci si dovrà adattare alle corse veloci che proporrà il calendario».

Esplosità, abilità di guida e anche una buona capacità di tenere su strappi brevi grazie al peso ridotto: le qualità Ewan
Esplosità, abilità di guida e anche una buona capacità di tenere su strappi brevi grazie al peso ridotto: le qualità Ewan

Ganna apripista?

Infine si parla del treno. Questo aspetto tecnico è intrigante. E il motivo è presto detto: uno degli apripista più gettonati sembra essere Filippo Ganna, tirato in ballo anche dall’altro diesse della Ineos, Zak Dempster. Pensateci: Pippo è alto un metro e 93 centimetri, mentre Caleb 1,65. Una bella differenza. C’è da scommettere che la Ineos, da sempre all’avanguardia in tema di aerodinamica, farà i suoi studi. Magari Ganna è troppo alto!

«In ballo per questo – dice Cioni – ci sono diversi nomi, tra cui Ganna e Tarling. Però attenzione: l’apripista giusto dipende anche dal tipo di volata e da chi farà la volata. Non dimentichiamo che Pippo ha fatto degli sprint e ha mostrato di essere competitivo. Quindi potrebbero anche invertirsi i ruoli. Chiaro, Pippo potrebbe essere un apripista ottimo, il problema è se Caleb dovrà tirargli la volata! Ma non dimentichiamo che molto spesso Ewan ha sfruttato altri treni ed è molto esplosivo».

E concludiamo ancora con Cioni: «Cosa mi piace di Caleb e cosa invece dovrebbe migliorare? Mi piace la sua velocità, mentre può migliorare la consistenza nei risultati quando è in forma, ovvero vincere più gare in un periodo ravvicinato».

Ciclomercato, adesso passiamo in rassegna le big

18.01.2024
5 min
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Seconda parte dell’analisi del ciclomercato per la nuova stagione. Qui sono prese in esame alcune delle più grandi squadre a cominciare dalle due, Visma-Lease a Bike e Soudal QuickStep che per settimane hanno “rischiato” di fondersi, riducendo fortemente la forza lavoro nel nuovo eventuale sodalizio, sia a livello di corridori che di maestranze.

La cosa che emerge dall’analisi è il gran numero di neopro’, molti di coloro che si sono messi in luce nella passata stagione da under 23 ma anche da junior, seguendo così quella “moda” della ricerca del talento sempre più precoce che sta contraddistinguendo il ciclismo contemporaneo. Molti di loro partono già con grandi ambizioni, vedremo quanti riusciranno a emergere sin dalla loro prima stagione fra i grandi.

Per Foss, prima della chiamata alla Ineos, si era parlato addirittura di prematuro ritiro
Per Foss, prima della chiamata alla Ineos, si era parlato addirittura di prematuro ritiro

Ineos Grenadiers

Dopo un inverno alle prese con grandi sommovimenti societari, il team britannico ha smosso poco le acque nel ciclomercato, con appena 4 arrivi. Fra loro l’ex iridato a cronometro Tobias Foss e Oscar Rodriguez che vuole tornare lo specialista delle brevi corse a tappe che Astana e Movistar non hanno visto. Arriva anche il danese Storm, fondamentale per la vittoria del connazionale Philipsen al mondiale junior.

Intermarché Circus Wanty

La squadra belga mantiene nel complesso la sua impostazione con pochi cambi, 6 nuove entrate a fronte di 7 uscite. C’è molta curiosità per i due neopro’, il nostro Francesco Busatto e quell’Alexy Faure-Prost secondo al Valle d’Aosta e 5° al Giro Next Gen. Arriva anche Kevin Colleoni, in cerca di maggiori spazi rispetto a quelli avuti alla Jayco.

Per Milan dopo il bronzo europeo nel quartetto la stagione su strada inizierà a fine mese
Per Milan dopo il bronzo europeo nel quartetto la stagione su strada inizierà a fine mese

Lidl-Trek

Quella della formazione americana nel ciclomercato è una rivoluzione, con 10 new entry tra cui spiccano Tao Geoghegan Hart sul quale il team conta molto nei grandi giri; Jonathan Milan punta per le vittorie di tappa ma non solo; Patrick Konrad e Sam Oomen uomini pesanti nella strategia per le gare a tappe e italiani di spessore come Bagioli, da seguire nelle classiche, Consonni, uomo da sprint e Felline, pronto a una seconda giovinezza.

Movistar

Anche per la formazione spagnola ci sono 10 entrate e stupisce il fatto che molte non siano nazionali. Arriva il francese Cavagna, punta per le cronometro ma anche un nugolo di italiani con Cimolai, Formolo, l’iridato U23 a cronometro Milesi e Moro. Vedremo poi che ruolo saprà ritagliarsi Quintana dopo aver perso un anno per squalifica.

Lamperti con 9 vittorie nel 2023 si è guadagnato una grande chance alla Soudal
Lamperti con 9 vittorie nel 2023 si è guadagnato una grande chance alla Soudal

Soudal QuickStep

Scongiurata la fusione con la Jumbo Visma, la squadra si è mossa un po’ tardi sul ciclomercato trovando due corridori in cerca di rilancio come Landa e Moscon e puntando poi su molti giovani, come Huby trionfatore alla Corsa della Pace, l’americano Lamperti con ben 8 vittorie nel 2023, William Junior Lecerf che in Belgio considerano l’ennesimo talento precoce del proprio movimento.

Team Dsm-Firmenich PostNL

Ennesima squadra con la regola dei 10 nuovi ingressi. Fra questi spicca innanzitutto Fabio Jakobsen, stella delle volate pronto a riempire il carniere del team e molte altre nuove entrate come Roosen e Van Den Berg sembrano state scelte per supportarlo. A Barguil e Leemreize invece il compito di mettersi in luce nelle gare a tappe a supporto di Bardet.

Ewan con la nuova maglia della Jayco AlUla, per l’australiano un ritorno a casa
Ewan con la nuova maglia della Jayco AlUla, per l’australiano un ritorno a casa

Team Jayco AlUla

Pochi innesti ma pesanti per la squadra australiana che ha iniziato subito alla grande con i due titoli nazionali di Luke Plapp. Alla Jayco arriva anche Caleb Ewan in cerca di un importante rilancio, come anche lo svizzero Schmid che rispetto alla Soudal potrebbe trovare più considerazione. Grande curiosità anche per l’arrivo di due neopro che hanno fatto molto bene nelle categorie giovanili come De Pretto e il danese Foldager.

Visma-Lease a Bike

Cambiamento profondo nel team dopo la magica tripletta nei grandi giri, con la partenza di Roglic cambiano le strategie. Arrivano Uijtdebroeks dopo un travagliato rapporto con la Bora, anche lui per maturare come specialista delle corse a tappe e Jorgenson, da promuovere a luogotenente di Vingegaard. Da seguire la crescita dei giovani norvegesi Hagenes e Staune-Mittet come anche del britannico Tulett.

Isaac Del Toro ha bagnato subito il suo esordio tra i pro’ con una vittoria al Tour Down Under
Isaac Del Toro ha bagnato subito il suo esordio tra i pro’ con una vittoria al Tour Down Under

Uae Team Emirates

Sette acquisti nel ciclomercato per la squadra di Pogacar, improntati soprattutto a sviluppare alternative future allo sloveno. In tal senso vanno interpretati gli approdi dei giovani Morgado e Del Toro, convincenti nelle corse a tappe ma da seguire anche lo svizzero Christen, già inglobato dallo scorso agosto. Più vicini a Pogacar invece gli acquisti di Politt e Sivakov, mentre c’è molta curiosità su come si potrà lavorare su Baroncini.

Dietro il ritorno di Ewan c’è lo zampino di Copeland

26.10.2023
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C’è un ciclismo che a ottobre va in vacanza ed è quello dei corridori. Dall’altra parte c’è un ciclismo che ora raddoppia i suoi impegni: è quello dei diesse, dei team manager e degli staff. Brent Copeland non è da meno e in questo autunno che in un batter d’occhio ha invaso la nostra penisola lui lavora già per il 2024. Copeland vive a Como da qualche anno, parla un italiano fluente e non si nasconde dietro risposte scontate.

Fra i colpi di mercato più interessanti della Jayco-AlUla per il 2024 c’è sicuramente il ritorno di Caleb Ewan
Fra i colpi di mercato più interessanti della Jayco-AlUla per il 2024 c’è sicuramente il ritorno di Caleb Ewan

(Ri)ecco Ewan 

La sua squadra, la Jayco-AlUla, ha da poco ufficializzato il ritorno di Caleb Ewan, il velocista tasmaniano ha lasciato la Lotto Dstny per tornare all’ovile, da dove la sua carriera ha avuto inizio.

«Per noi – dice con una risata Copeland – questi sono i mesi con più stress, niente vacanze. Ci sono da preparare le registrazioni dei corridori, maglie, loghi, mezzi e disegni per il 2024. Questa settimana sono a Taiwan, nella sede di Giant, per qualche giorno. Sarò con Yates che prenderà parte alla Taiwan Kom Challenge. Una gara di 105 chilometri che prevede la scalata di una salita lunga 90 chilometri, con 3.200 metri di dislivello. Nell’albo d’oro spunta anche il nome di Nibali nel 2017».

Passiamo dalla salita alla pianura, dal 2024 riaccogliete Caleb Ewan…

Vero, un corridore che a noi è sempre piaciuto, ha il giusto atteggiamento ed il carattere adatto. E’ passato professionista con noi e, quando si è trattato di cambiare strada, lo abbiamo fatto nella maniera giusta. Per lui era arrivato il momento di provare qualcosa di diverso. Ora invece è tornato indietro, per far vedere quanto vale. Ha ancora tanti anni da professionista davanti. 

Quando siete entrati in contatto per riportarlo da voi?

Dopo l’estate, ha avuto dei problemi al Tour de France con la sua vecchia squadra, non andavano più d’accordo e Caleb si è guardato in giro. E’ un velocista di primo piano, tante squadre lo volevano: un corridore come lui può portare una decina di vittorie in una stagione. Questo comporta guadagnare punti, visibilità per la maglia, gli sponsor.

Per Copeland, qui in foto con Groenewegen, due velocisti di punta in squadra possono convivere bene
Per Copeland, qui in foto con Groenewegen, due velocisti di punta in squadra possono convivere bene
Cosa importante visto che le licenze si giocano ai punti in una classifica triennale. 

Noi nel 2022 ci siamo presi un bello spavento visto che siamo finiti in fondo alla classifica del triennio 2019-2022. Non creeremo un calendario incentrato su Ewan, ma avere un velocista come lui aiuta a mantenere il livello alto. Considerando che abbiamo anche Groenewegen.

I due si trovano bene insieme?

Sono molto amici, Ewan è stato accanto a Dylan dopo l’incidente al Tour de Pologne con Jakobsen. Non avranno problemi di “convivenza” ci sono talmente tante corse che avere due velocisti forti è quasi necessario. C’è un altro punto di forza.

Dicci…

Il treno: Ewan è un velocista che sa cavarsela anche da solo, a differenza di Groenewegen, che necessita di un treno tutto suo. A Caleb per fare una volata non servono molti uomini, solo un paio che lo aiutino a posizionarsi nell’ultimo chilometro, poi lui fa da solo. Dal punto di vista di un grande Giro un corridore del genere ti permette di dividere la squadra in due: classifica generale e tappe. 

Quindi non ha avanzato nessuna richiesta di uomini che potrebbero servirgli?

No no, si fida di noi. Abbiamo una bella squadra, che può aiutare sia Ewan che Groenewegen. 

Rispetto alla sua avventura precedente cambia bici, passando da Scott a Giant, avete già preso le misure?

Insieme ai corridori extra europei abbiamo già fatto delle visite mediche e dei controlli. Il mio viaggio a Taiwan serve anche per questo, andrò a vedere due o tre nuovi prototipi di bici, sono molto curioso di vedere cosa hanno pensato. In primis io sono appassionato di tecnica e materiali, in secondo luogo Giant è il primo marchio al mondo per produzione. Sono molto specifici e precisi nel loro lavoro. 

E’ ancora presto per ipotizzare il calendario di Ewan?

Sì, lunedì abbiamo stilato il calendario di corse, ma per capire chi gareggerà e dove è ancora presto, anche perché il Tour è stato presentato solamente ieri. Il percorso del Giro d’Italia, però è molto interessante, a mio modo di vedere ci sono sette tappe aperte ad arrivi in volata. 

Una certezza c’è, Ewan di solito parte presto a correre, a gennaio dalle corse di casa in Australia. Avete già qualche ritiro programmato per arrivare pronti ai primi appuntamenti?

Il 10 dicembre in Spagna partiremo con un ritiro “ridotto” ci saranno solamente una decina di corridori del team maschile e qualche ragazza di quello femminile. Poi il 15 gennaio lavoreranno gli altri, mentre i primi saranno a correre in Australia

L’esordio del tasmaniano (a destra in foto) è avvenuto però nel 2014, da stagista, qui al Tour of Beijing
L’esordio del tasmaniano (a destra in foto) è avvenuto però nel 2014, da stagista
Ewan ritrova anche Jayco, sponsor del team dove militava prima di passare professionista…

Jayco, come Bike Exchange e Mitchelton, è di proprietà di Gerry Ryan, capo del nostro team. Gli è sempre piaciuto Caleb ed è stato il primo a volere il suo ritorno da noi.

L’ultima domanda: cosa ti aspetti dal ritorno di Ewan?

Mi aspetto che porti un ambiente vincente. Ha questa mentalità che porta a creare una forte connessione con i compagni ed è in grado di tirare fuori il meglio da loro.

La parabola di De Buyst, l’ultimo uomo tornato a vincere

26.08.2023
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Ci sono vittorie che assumono un valore speciale a prescindere da quel che dice il calendario, dall’appartenenza a questa o quella fascia. Per Jasper De Buyst, ventinovenne della Lotto Dstny, la “sua” gara è l’Egmont Cycling Race. L’aveva già vinta nel 2017, lo ha rifatto quest’anno chiudendo un cerchio, fatto di tante delusione e di un lavoro oscuro, al servizio di Caleb Ewan, sentendo sulla sua pelle il declino dello sprinter australiano.

Per addentrarci nella sua storia bisogna partire dall’inizio, raccontando chi è Jasper De Buyst. Non un gregario qualsiasi, anzi. Parliamo di un corridore che in Belgio era passato professionista nel 2019, quando aveva solamente 19 anni. Per certi versi, almeno come attese nei suoi confronti, era una sorta di Evenepoel ante litteram. A differenza del attuale fenomeno, però, De Buyst vinceva su pista e quel “vizietto” non lo ha mai perso.

Lo sprint vincente di De Buyst, il primo dopo 4 anni. Battuti Kristoff (NOR) e Taminiaux (BEL)
Lo sprint vincente di De Buyst, il primo dopo 4 anni. Battuti Kristoff (NOR) e Taminiaux (BEL)

L’importanza della pista

De Buyst si è guardato bene dall’abbandonare i velodromi, sui quali ha raccolto qualcosa come un podio mondiale (nella madison 2015), 6 europei, 3 vittorie in Coppa del Mondo. Specialista invernale delle Sei Giorni, De Buyst era guardato come un campione in erba, ma ben presto ha assaggiato la dura polvere del professionismo.

Per qualche anno non è andato al di là di qualche piazzamento, nel 2017 ha collezionato finalmente le prime vittorie, ma alla Lotto avevano ormai capito che erano di fronte non a una “punta”, ma a un buon corridore al quale bisognava trovare la giusta collocazione. Le sue capacità veloci erano buone, ma non così buone da farne uno sprinter da grandi giri. Utili però per trasformarlo in ultimo uomo.

Jasper insieme a Caleb Ewan: un sodalizio che va avanti da 5 anni, attraverso tanti sprint
Jasper insieme a Caleb Ewan: un sodalizio che va avanti da 5 anni, attraverso tanti sprint

Greipel e Ewan, strade diverse

De Buyst è diventato l’uomo fidato prima di André Greipel, poi di Caleb Ewan. Due velocisti profondamente diversi fra loro: «André era un corridore che voleva stare sempre davanti – ricorda De Buyst – bisognava lavorare molto per proiettarlo in una buona posizione. Caleb è uno che non conosce il pericolo, si butta nella mischia e sa anche nascondersi per trovare il momento buono. Per chi lavora con lui è meno esasperante, ma ciò non toglie che ci sia sempre molto da fare».

Nel corso degli anni, il legame con l’australiano è andato stringendosi sempre più, anche al di fuori del semplice lavoro. Per questo De Buyst ha sentito addosso il calo di Ewan, soppiantato da velocisti diversi, più esplosivi e robusti. «Quando Caleb ha vinto 4 tappe al Tour – ricorda il belga – quella corsa è passata via in un lampo, tre settimane mi sono sembrate due giorni. Ora invece è diverso, senza di lui, senza i suoi guizzi tutto trascorre più lentamente, perdendo mordente».

De Buyst si sta ben disimpegnando al Renewi Tour: 11° ieri nella terza tappa
De Buyst si sta ben disimpegnando al Renewi Tour: 11° ieri nella terza tappa

La caccia all’investitore

Anche questo ha portato De Buyst a rimettere mano al proprio orto. Non vinceva da ben 4 stagioni prima della corsa di Zottegem. Quattro anni nei quali al disagio psicologico si era unito quello fisico perché anche il belga è stato vittima della maledizione dei ciclisti, l’incidente in allenamento. E lo ha affrontato con quella rabbia, quella carica che poi ha riversato anche in gara. E’ successo ad Andorra ad inizio 2021, dove insieme a un suo compagno è stato messo sotto senza tanti complimenti da un camioncino. I danni erano stati per fortuna abbastanza lievi, ma nei giorni successivi Jasper non è passato sopra la vicenda.

Il corridore di Asse si è adoperato per cercare il responsabile, facendo addirittura un appello sui social per ritrovarlo, soprattutto cercando due ciclisti che passavano sulla stessa strada in quei frangenti ed erano stati testimoni. Non è dato sapere se il suo appello sia caduto nel vuoto.

Ci voleva il ritorno sulle proprie strade per ritrovare il successo e il morale: «Sono le mie strade di allenamento, corro qui tutti i giorni – raccontava De Buyst all’arrivo – per me è una gara speciale che mi dà la forza di affrontare il finale di stagione cosciente di quello che ho ancora da spendere e non è poco. Ho battuto uno come Kristoff, un brutto cliente, è stato un grande sollievo dopo giorni difficili.

Il belga non ha mai smesso di praticare la pista, vincendo anche un bronzo mondiale nella madison nel 2015 (foto Cor Vos)
Il belga non ha mai smesso di praticare la pista, vincendo anche un bronzo mondiale nella madison nel 2015 (foto Cor Vos)

Conta solo l’istinto

«Io posso fare anche sprint lunghi con un alto wattaggio, ma mi manca la capacità di esplodere davvero, di spingere per quei 2-3 secondi a velocità folli, è lì che i grandi vincono. Nel corso degli anni ho imparato che, per quanto tu puoi studiare per ore percorsi, curve, meteo sulle app, poi alla fine devi affrontare tutto a oltre 60 all’ora e prendere decisioni in un istante e quel che conta davvero resta sempre l’istinto».

Ora De Buyst riparte, anzi è già in corsa al Renewi Tour, per dare una mano a De Lie, altro uomo veloce e chissà che proprio insieme al giovane connazionale non vada a costituire quel tandem per le volate che lo accompagnerà fino alla fine della carriera. Con un po’ di benzina in più data dalla ritrovata autostima.

Nuovo treno per Ewan: ecco le idee di Guarnieri

17.12.2022
6 min
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PALLASTRELLI – L’aperitivo, si sa, tira sempre la volata alla cena. Figuratevi se non risuona questo mantra a casa di Jacopo Guarnieri, uno dei migliori pesci-pilota al mondo, che su questo ruolo ci ha costruito una professione.

Proprio per il suo modo di interpretare questo compito, è stato chiamato dalla Lotto-Dstny per far tornare Caleb Ewan su standard ancora più alti (in apertura Photo News & Maxime Van der Wielen). Il curriculum di Guarnieri non farà comodo solo al piccolo velocista australiano ma anche ad altri talenti del team belga. Siamo andati così a fare una visita sul tardo pomeriggio al 35enne piacentino per farci raccontare il nuovo ambiente che vivrà.

Sorride Jacopo. Con la Lotto-Dstny vuole essere un riferimento per Ewan e per De Lie
Sorride Jacopo. Con la Lotto-Dstny vuole essere un riferimento per Ewan e per De Lie
Jacopo quanto ti è costato andar via dalla Groupama-Fdj?

Beh, dopo sei stagioni non è stato semplice. Da una parte c’è del dispiacere e lo sarà di più quando ci rivedremo alle gare. Dall’altra però il cambiamento è sempre stato un aspetto positivo nella mia carriera. Sentivo che si stava chiudendo un ciclo e ho colto l’opportunità della Lotto-Dstny, che è arrivata a fagiolo. Siamo rimasti in ottimi rapporti. Anzi, pensate che gli ho detto che per una volta che la Groupama aveva disegnato una maglia che mi piaceva, io non ci sono più. Potrebbero regalarmene una (dice ridendo, ndr).

Quanto ci era voluto per creare la simbiosi Demare-Guarnieri e col resto del vostro treno?

In realtà molto poco. La prima corsa che abbiamo fatto assieme l’abbiamo vinta. Febbraio del 2017, prima tappa dell’Etoile de Bessegès dove Arnaud ha battuto Kristoff, che era il mio capitano l’anno precedente. Da lì abbiamo costruito bene tutti i nostri automatismi. Abbiamo vinto subito tanto. Forse la fortuna era che non esisteva prima un loro treno. Mi hanno dato fiducia totale, con le direttive che volevo io.

Hai mai fatto il conto di quanto avete vinto assieme?

Abbiamo fatto più di 300 gare assieme. Io c’ero nell’85 per cento delle sue vittorie. Lui con me ne ha conquistate 45 delle 51 fatte in questi sei anni e sulle 90 totali della carriera. Se ci penso, mi sento orgoglioso perché sono numeri importanti e successi di peso fra tappe al Giro con due maglie ciclamino, Tour, Parigi-Nizza, Delfinato, Giro di Svizzera. Così prima di andarmene ho fatto un regalo ad Arnaud dove c’erano riepilogati questi ed altri dati di noi due come compagni di squadra. Gliel’ho consegnato quando ci siamo visti alla presentazione del Giro 2023. Io ero contento di darglielo e lui sorpreso e contento di riceverlo.

Nella Lotto-Dstny formalmente lavorerai per Ewan ma troverai un altro Arnaud, De Lie, per il quale potresti essere l’ultimo uomo.

Principalmente sono andato lì per Caleb. Tutta la prima parte di stagione, fino all’estate, avremo lo stesso calendario. Ho chiesto però di poter correre anche con De Lie. E’ simile a Boonen, va forte sugli strappi ed è meno velocista, però mi interesserebbe cercare di portare alla vittoria anche lui. E’ un 2002, quindi tutto da scoprire.

Considerando le tue precedenti esperienze nelle altre formazioni, quanto ci vorrà a trovare i giusti meccanismi col nuovo treno?

Sarà meno immediato perché Caleb ha le sue idee molto radicate. Ci sono già altri compagni che lavoravano per lui, ma secondo me mancava una guida. Potrebbe essere più difficile ma al tempo stesso molto stimolante. Per me è più efficace un treno che parte da 50 all’ora per arrivare ai 60 in crescendo, mentre Caleb preferisce arrivare subito ai 60 e tenere la velocità fino alla fine. Sono due situazioni diverse, nel secondo caso è più facile che ti rimontino. Dobbiamo trovare il compromesso, visto che non è un corridore cui piace partire in testa.

Hai trascorso due mini-ritiri in Belgio con la squadra. Che impressione hai avuto?

Ho fatto una settimana in tutto tra entrambe le volte. Per lo più ci siamo trovati per fare un po’ di bisboccia e conoscenza, visto che eravamo ancora in vacanza. Eravamo ad Houffalize a fare il team building. Principalmente abbiamo fatto orienteering divisi in più squadre tra corridori e staff. C’erano varie prove da superare, tipo kayak o una ferrata. Ci ritroveremo a gennaio ad Altea o Calpe. Ci sarà solo Arnaud, mentre Caleb sarà a correre giù in Australia. Peccato perché poteva essere già un’occasione per provare un po’ di treni però avremo modo di recuperare.

Da quest’anno la Lotto-Dstny sarà professional ma potrà disputare un calendario WT come miglior retrocessa. Cosa ne pensi?

E’ la situazione migliore. Possiamo gestire le nostre gare, andando a correre dove veramente ci interessa e dove possiamo fare risultato. Abbiamo il diritto di partecipare a tutte le gare WT, ma non il dovere. E’ chiaro che ogni anno va rinnovata mentre la licenza WorldTour ce l’hai per tre anni e sotto quel punto di vista sei più tranquillo. Dovremo confermare di essere tra i due migliori pro-team. Penso che mantenere questa posizione non dovrebbe essere più difficile del previsto, anche se mai dire mai. Mi piacerebbe contribuire a farli tornare nel WorldTour. In ogni caso faremo una attività di alto livello, come facevo gli altri anni.

Che obiettivi si è posto Jacopo Guarnieri?

Vincere col leader. Sono verso fine carriera ma non cambia nulla per me. Ecco, non mi dispiacerebbe trovare nuovi “vagoni” del treno, se mi concedete la metafora. Nell’ultimo anno ho inserito Miles Scotson nel treno di Demare. Lui non è un ultimo uomo ma come penultimo può avere un grande futuro ed è rimasto alla Groupama-Fdj. Qui invece devo conoscere bene i miei futuri compagni.

Guarnieri e Bennati sono stati compagni alla Liquigas nel 2009 e 2010. Assieme hanno corso i mondiali 2014 e 2016
Guarnieri e Bennati sono stati compagni alla Liquigas nel 2009 e 2010. Assieme hanno corso i mondiali 2014 e 2016
E un pensierino al mondiale non ce lo fai? Il circuito lo conosci e d’altronde col cittì Bennati hai un buon rapporto…

Col “Benna” siamo stati compagni di squadra e non avrò problemi a parlare con lui. Non credo che il mio calendario possa condizionarmi. Essendo il mondiale ad agosto, chi uscirà bene dal Tour de France penso che potrebbe avere una corsia preferenziale per essere convocato. Il percorso l’ho fatto agli europei del 2018. Stavolta dovrebbe esserci una salita di 6 chilometri nel tratto di trasferimento però non penso che farà differenze. Il circuito cittadino ricordo che non è facilissimo. Il mio programma dovrebbe permettermi, se sarò all’altezza, di mettermi in mostra e quindi puntare ad una maglia azzurra.

Lelangue, dicci cosa chiederete a Guarnieri alla Lotto Dstiny

20.08.2022
4 min
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Siamo nel pieno della stagione, ma già si ragiona per la prossima. Dal 1° agosto fioccano le notizie sul ciclomercato che praticamente si sta concretizzando proprio in questi giorni e una delle notizie più interessanti per le implicazioni tecniche che comporta è la rottura del sodalizio fra Arnaud Demare e Jacopo Guarnieri, con il passaggio di quest’ultimo alla Lotto Dstiny (dal 2023 l’attuale Lotto Soudal si chiamerà così).

Non è un semplice cambio di maglia e in questo il deux ex machina della formazione belga John Lelangue vuole essere molto chiaro: «L’approdo di Jacopo è la concretizzazione di un progetto legato al suo nome. Lo abbiamo scelto per la sua esperienza. Noi stiamo investendo sui giovani e stiamo ridisegnando la squadra, ma il discorso su Jacopo è diverso».

Lelangue 2021
John Lelangue, team manager della Lotto Soudal, ha sposato subito il progetto legato a Guarnieri
Lelangue 2021
John Lelangue, team manager della Lotto Soudal, ha sposato subito il progetto legato a Guarnieri
Non vi preoccupa la sua età?

Al contrario, è uno dei fattori che ci hanno convinto. A Jacopo chiediamo di mettere al nostro servizio la sua esperienza e questa la acquisisci solo con il tempo. Avevamo bisogno di una figura come la sua che fungesse da regista delle volate. Il suo ruolo cambierà profondamente rispetto a quello che ha svolto finora.

Come è nato il contatto?

Abbiamo studiato a lungo le volate di Demare al Giro d’Italia, ne abbiamo parlato con Ewan sapendo che aveva bisogno di un cambio profondo per la prossima stagione. Caleb ha necessità di ricostruire un po’ tutto il sistema delle sue volate e quindi serve un regista che curi i suoi sprint ma anche quelli di Arnaud De Lie. Abbiamo ragionato a lungo, anche con Allan Davis che è il diesse che si occupa delle volate e ci siamo tutti trovati d’accordo sul suo nome.

Guarnieri Demare 2022
Guarnieri e Demare, un binomio che ha fruttato moltissime vittorie, soprattutto nei grandi Giri
Guarnieri e Demare, un binomio che ha fruttato moltissime vittorie, soprattutto nei grandi Giri
E’ stato semplice convincere Jacopo?

Abbiamo ragionato di contenuti, molto prima che dell’aspetto economico. Jacopo ha parlato non solo con noi, ma con lo stesso Caleb che non ha mai nascosto la sua stima nei confronti dell’azzurro. E’ convinto che Jacopo sia la maniera giusta per rilanciarlo.

Che ruolo dovrà ricoprire Guarnieri?

Non quello dell’ultimo uomo. Il sodalizio con Jasper De Buyst resta solido, il belga sa come deve muoversi negli attimi precedenti gli ultimi 250 metri con un velocista particolare come Ewan. Jacopo dovrà essere quello che cura tutto il treno sin dalla sua costituzione, richiamando gli uomini e facendo in modo che la volata di Caleb e Arnaud sia la più ordinata possibile. Con le sue capacità, Jacopo può svolgere ogni tipo di lavoro in uno sprint e una figura del genere è quanto mai preziosa.

Caleb Ewan non ha mai nascosto la sua profonda stima per Guarnieri, ora lavoreranno insieme
Ewan 2022
Caleb Ewan non ha mai nascosto la sua profonda stima per Guarnieri, ora lavoreranno insieme
Che differenze ci sono fra Ewan e Demare, con cui Guarnieri ha lavorato fino a oggi?

Sono due tipi di sprinter molto diversi. Il francese è un corridore che ha bisogno di essere lanciato, di un treno ordinato che possa proiettarlo verso la sparata finale. Ewan è più vecchio stampo, inventa sempre, si sceglie la ruota da battezzare che potrà portarlo all’arrivo, quindi per lui serve un lavoro molto diverso, legato maggiormente alle fasi di preparazione della volata. Poi lui saprà quel che dovrà fare, ma dovrà essere messo nelle migliori condizioni. Se con Demare era principalmente l’ultimo chilometro il suo obiettivo, con noi dovrà curare soprattutto la parte tra i –5 e -1, trovare la rotta migliore per proiettare l’australiano.

De Lie Limburg 2022
De Lie primo alla Ronde von Limburg. Per lui si prospetta un futuro da cacciatore di classiche
De Lie Limburg 2022
De Lie primo alla Ronde von Limburg. Per lui si prospetta un futuro da cacciatore di classiche
E fra Ewan e De Lie?

Anche qui ci sono differenze profonde. De Lie si sta costruendo ora, a me ricorda molto il primo Tom Boonen. Io sono convinto che l’approdo principale per il giovane belga potranno essere le classiche. Tecnicamente comunque De Lie è più vicino a un velocista come Demare, quindi ha bisogno di un lavoro diverso.

Una curiosità: chi è stato il primo a battezzare l‘idea di portare Guarnieri alla Lotto?

Il primo a parlarne? E’ stato proprio Caleb…

EDITORIALE / Morkov abbandonato è stato un tradimento

18.07.2022
5 min
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Quando Lefevere ha deciso di lasciare a casa Cavendish e di puntare tutto su Jakobsen, si è esposto al rischio che, finito il Tour, qualcuno si mettesse a contare le vittorie e gli sbattesse in faccia le quattro centrate dal britannico lo scorso anno. Poco importa che dietro l’esclusione ci sia anche il fatto che “Cav” cambierà squadra, come accadde pure con Bennett nel 2021. La Quick Step-Alpha Vinyl ha deciso di investire sul giovane olandese ed è andata dritta. Ci può stare ed è suo diritto farlo. Quel che invece salta agli occhi è stata la scelta di mandare alla deriva Morkov nella tappa di ieri (in apertura, foto Wout Beel), ben sapendo che senza il più forte leadout al mondo, Jakobsen avrà meno chance di vincere venerdì a Cahors e soprattutto domenica sui Campi Elisi.

«Molto rispetto per lui – ha detto ieri a Het Nieuwsblad il diesse Tom Steels, dopo che il danese è finito fuori tempo massimo – per aver continuato e concluso la tappa. Ha dimostrato il corridore che è. Non ha chiesto aiuto. Ha semplicemente impostato il suo ritmo, ha chiesto da bere e poi ha cercato di farcela. E’ un vero peccato. Era uno dei nostri leader, uno dei ragazzi che fa sempre la differenza. E ora è fuori ed è un peccato, soprattutto per lui».

Tom Steels ha reso merito a Morkov: avrebbe potuto aiutarlo diversamente?
Tom Steels ha reso merito a Morkov: avrebbe potuto aiutarlo diversamente?

Il precedente di Ewan

Qualcosa non torna e viene il sospetto che l’ammiraglia belga abbia commesso un grossolano errore. L’esempio di cosa si faccia quando un leader è in difficoltà l’ha offerto Allan Davis due giorni prima, fermando tre uomini della Lotto Soudal attorno a Caleb Ewan e scortandolo fino al traguardo entro il tempo massimo.

Il tasmaniano era caduto nella tappa di Saint Etienne ed era anche incorso nella multa dell’UCI perché tentando di rientrare aveva sfruttato la scia di un’ammiraglia della Alpecin-Deceuninck (multata a sua volta). Pertanto nella successiva frazione di Mende il suo calvario lo avrebbe certo escluso dal Tour. Così il direttore sportivo ha messo al fianco del leader tre corridori importanti come Wellens, Frison e Van Rensburg e Caleb ha tagliato il traguardo con circa 9 minuti di anticipo sul tempo massimo.

«Oggi la squadra mi ha aiutato in modo decisivo – ha detto sul traguardo di Mende – dovrò per forza sdebitarmi. Ho passato molti di questi giorni al Tour, so come vanno le cose e la caduta ovviamente non ha aiutato. Quindi combatterò per un altro giorno (parlando della tappa di ieri a Carcassonne, ndr), sperando ancora in una vittoria di tappa. Al Tour le cose cambiano molto rapidamente, andrò avanti finché ne avrò la forza».

Ieri Caleb Ewan è stato l’ultimo dell’ordine di arrivo, mezz’ora entro il tempo massimo, alle sue spalle, ben lontano, è arrivato Morkov.

Nella tappa di Saint Etienne, Caleb Ewan salvato da tre compagni
Nella tappa di Saint Etienne, Caleb Ewan salvato da tre compagni

Morkov lasciato solo

Perché la Quick Step non ha messo un paio di uomini accanto al danese? Anticipiamo le risposte. Potrebbero rispondere che Morkov non è il velocista della squadra e che avrebbero fermato degli uomini se nella stessa posizione ci fosse stato Jakobsen, come a Megeve, come con Cavendish lo scorso anno. Oppure potrebbero dire che per tirare le volate all’olandese c’è ancora Senechal. E ancora che fermando due uomini per Morkov, avrebbero rischiato di mandarne a casa tre e non uno soltanto.

«E’ stato indescrivibilmente difficile – ha detto il danese ai giornalisti rimasti ad aspettarlo – sapevo che sarebbe stata una giornata dura oggi. Ho dovuto lasciar andare il gruppo all’inizio della tappa. Ero determinato ad arrivare al traguardo e vedere se sarebbe stato sufficiente per continuare. Ci ho creduto tutto il giorno. Forse ero un po’ ottimista, ma a 25 chilometri dalla fine ho capito che avrei dovuto fare una media di 60 all’ora. E anche se fosse stata tutta discesa non sarei stato in grado di farlo da solo. E’ triste lasciare una grande gara come questa».

Morkov è un grande uomo squadra. Ha corso 8 giorni di Giro con Cavendish ed era al Tour per Jakobsen
Morkov è un grande uomo squadra. Ha corso 8 giorni di Giro con Cavendish ed era al Tour per Jakobsen

Il Wolfpack tradito

Non sarebbe stato in grado di farlo «da solo». In quelle due parole c’è la sconfitta di una squadra che ieri ha dimenticato sul bus il tanto sbandierato spirito del Wolfpack. Morkov avrebbe meritato sostegno per tutto quello che ha sempre fatto per i compagni e quello che ancora avrebbe potuto dare al team in questo Tour.

«Sarebbe stato un altro tirare – dice Roberto Damiani, direttore sportivo della Cofidis – perché avendo due compagni accanto quei 12 minuti fuori tempo massimo li avrebbero limati. Una pacca sulla spalla, un incitamento: cambia la vita. Di solito in questi casi si fa il punto al rifornimento. E se capisci che non c’è margine, fermi Morkov e chiedi agli altri due di menare per entrare nel tempo massimo. Sapete quanto volte Viviani mi ha detto che se avesse avuto Morkov nei finali, la storia sarebbe cambiata? E tu dopo tutto quello che ha fatto per la squadra, lo lasci così alla deriva? No, non è piaciuto neanche a me».

Jakobsen in lotta con il tempo massimo ora dovrà fare a meno di Morkov
Jakobsen in lotta con il tempo massimo ora dovrà fare a meno di Morkov

Il tifo per Morkov

Non è per niente facile fare il direttore sportivo, soprattutto in un Tour così tirato. E non è semplice nemmeno essere sempre all’altezza di una reputazione così elevata. Speriamo che oltre allo sponsor Soudal, Lefevere porti via alla Lotto anche la lezione di Mende. Negli ultimi due giorni siamo stati tutti tifosi di Caleb Ewan e di Michael Morkov. E siamo curiosi di vedere come si muoverà Jakobsen nelle prossime due volate. Faremo un po’ di tifo anche per lui. Di tutta questa baraonda, i corridori sono i soli che di solito fanno le spese.

Ewan: velocisti, non sempre gentiluomini

05.07.2022
3 min
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Nervi tesi tra i velocisti alla vigilia di un’altra tappa che a Calais si concluderà probabilmente in volata, prima del pavé che domani potrebbe dare il primo scossone al Tour. Il giorno di riposo è servito per raccogliere voci e capire che c’è una corsa nella corsa. Quella dei velocisti, da Jakobsen a Groenewegen, passando per Ewan. Gente dal sangue bollente e che non la manda a dire.

Nessun perdono

Nonostante si pensasse che quel primo incontro e poi le corse insieme avessero in qualche modo lenito il dolore, si è avuta la conferma che Jakobsen non ha ancora alcuna intenzione di riconciliarsi con Groenewegen.

«Un tempo lo ammiravo – ha detto – guardando il suo palmares quasi speravo di diventare come lui. Ma dopo l’errore al Giro di Polonia, tutto questo non c’è più, credo sia normale. Perciò sono contento per lui che sia tornato a vincere, ma non mi interessa molto».

La vittoria di Groenewegen non tocca Jakobsen: oggi si sfideranno?
La vittoria di Groenewegen non tocca Jakobsen: oggi si sfideranno?

Il disinteresse, per quello che si è raccolto nei giorni scorsi, deriva anche dal fatto che nel giorno di Groenewegen, la Quick Step-Alpha Vinyl si è disunita, in quella preparazione di volata caotica e resa ancor più folle dalla trenata di Van der Poel che ha fatto saltare i loro piani. Pare che sul pullman del team si siano confrontati a parole anche Lampaert e Cattaneo per qualche meccanismo saltato nel finale.

Né onesto né gentile

Un altro che vive giornate tese è Caleb Ewan, la cui estate era già cominciata male con il ritiro dal Giro d’Italia, lasciato senza neanche una vittoria, come d’abitudine in anni più recenti.

«Ovviamente avrei voluto iniziare bene – ha detto – perché una vittoria in apertura toglie molta pressione per il resto del Tour. E perché so che se non vinci, cominciano le critiche. Penso che sia solo una parte dell’essere uno sportivo, qualunque cosa tu faccia sarai sempre criticato. Le volate non sono un posto normale, non devi pensare a essere onesto o gentile. Sono qui solo per tentare di vincere e vedere cosa succede dopo. I gesti come quelli di Sagan ci saranno sempre».

Una spallata non si nega a nessuno, che sia per vincere o restare in piedi. Qui a Nyborg, 2ª tappa
Una spallata non si nega a nessuno, che sia per vincere o restare in piedi. Qui a Nyborg, 2ª tappa

Concorrenza interna

Il ricordo della caduta del 2021, in cui coinvolse proprio lo slovacco, deve essergli balenato davanti agli occhi. E se Jakobsen non ha perdonato Groenewegen, Ewan non riesce a farsi una ragione per il fatto che la stessa squadra abbia lasciato a casa il suo amico Cavendish. E forse in questa osservazione, il piccolo corridore della Lotto Soudal ha annusato un’anticipazione di quel che potrebbe accadere in casa sua con i progressi di Arnaud De Lie.

«Mark aveva dimostrato di meritare un posto – ha detto – ma è difficile quando sei in una squadra del genere con molti buoni velocisti. Per conto mio, preferirei fare uno sprint contro lui che contro Jakobsen. Con De Lie, la situazione è simile, ma non devo viverla come un problema, quanto uno stimolo. Se vuoi essere il miglior velocista del mondo devi prima esserlo prima di tutto nella tua squadra. Quindi se avrò in casa un altro velocista con cui gareggiare, non mi tirerò indietro. Per ora il numero uno sono io e oggi spero di vincere finalmente una tappa».