Una conferenza stampa in un ristorante di Parigi: così la Cofidis ha raccontato le attese per la nuova stagione. WorldTour maschile, continental femminile, sport paralimpico: si è parlato di tutto. Ma soprattutto della situazione dei professionisti che, allo stato attuale, rischiano di perdere il loro posto nel WorldTour a partire dal 2023.
Dietro all’Arkea
Il bilancio è traballante. Se infatti il piazzamento 2021 vede la squadra francese al 15° posto, passando al calcolo sugli ultimi due anni, sul quale si baserà il sistema delle promozioni e retrocessioni, si scende al 19°. Le differenze non sono enormi (Cofidis ha 8.287 punti, Arkéa-Samsic, 18ª e ultima virtualmente qualificata, ne ha 8.697). Stando così le cose però, nel 2023 la Cofidis sarà fuori dal WorldTour.
«Non voglio che entriamo in uno schema matematico – dice Vasseur a L’Equipe – mi rifiuto di chiedere ai miei corridori di iniziare le gare solo per prendere punti. Chiedo che abbiano un atteggiamento vincente e non ci saranno domande da porre. Se oggi ci troviamo in questa posizione è perché nel 2020 e nel 2021 i nostri leader non hanno risposto presente. Abbiamo l’obbligo dei risultati, ma anche quello di monitorare la nostra classifica per non scivolare troppo indietro. Ma non siamo gli unici in questa situazione. Dobbiamo sentirci sotto pressione. Vogliamo guadagnare un posto stabile nel World Tour con il gruppo maschile e quello femminile. Ora tocca ai corridori ottenere i punti. Non riesco a immaginare di trovarmi dopo il Giro di Lombardia a non aver soddisfatto i criteri sportivi per l’ammissione».
Viviani, luci e ombre
Il riferimento ai leader che sono mancati porta sin troppo facilmente a Viviani, ingaggiato con squilli di tromba purtroppo nel momento meno fortunato della sua carriera.
«In termini sportivi – conferma Vasseur – Elia Viviani è stato un fallimento. D’altra parte, penso che ci abbia fatto crescere. Ha vissuto in grandi formazioni e ha instillato nella squadra un modo di lavorare che ci ha fatto andare avanti. Quando recluti un corridore come lui, speri che prenda 3.000 punti in due anni e non 1.200. Ovviamente ci sono stati diversi fattori per questo. C’è stata la caduta al Tour Down Under 2020. Così abbiamo cambiato il suo programma e sono arrivati i quattro mesi di lockdown. Al via del Tour de France il peso non era a posto e le cose non hanno funzionato. Con la partenza di Elia ci mancano 1.500 punti. Ha comunque avuto un 2021 soddisfacente con cinque vittorie, ma ad un livello che non era il suo. Ma non voglio nemmeno lapidarlo, perché so che ha dato il 100 per cento dei suoi mezzi. Solo che i suoi mezzi non erano quelli che aveva alla Quick Step».
Correre ai ripari
Resta l’amaro in bocca, adesso. Per la necessità di rimboccarsi le maniche e far girare al meglio una squadra ricostruita in pochi mesi. E davanti alla rinascita di Viviani che ora porterà le sue volate alla Ineos.
Consonni diventa un uomo chiave: deve crescere, ma sarà leader (foto Cofidis) Cimolai avrà il suo spazio nelle volate e aiuterà Consonni e Coquard (foto Cofidis)
«Ho sperato fino alla fine di tenerlo – dice Vasseur – e devo ammettere che Elia è stato professionista fino alla sua ultima gara. Ci ha provato, ma aveva raggiunto i suoi limiti. Il tappeto rosso che avevamo srotolato non ha funzionato come speravamo. C’è anche da dire che Fabio Sabatini, il suo ultimo uomo ufficiale, ha dimostrato di essere in declino e di non poterlo aiutare. La sfortuna contemporaneamente è di non essere riusciti a trattenere Laporte. Davvero una grande perdita. Dobbiamo solo riprenderci da questa situazione e trovare rapidamente alternative».
Le alternative sono Coquard e un altro italiano: Simone Consonni, promosso al grado di capitano. Poi Davide Cimolai e Villella, ingaggiato per le prove più impegnative. Il WorldTour sta diventando qualcosa da conquistare anche a suon di risultati. Certi scenari presto potrebbero cambiare.