Neanche il tempo di archiviare il Giro d’Italia che in qualche modo ecco profilarsi il Tour de France. Da domani infatti scatta il Criterium du Dauphiné, il Delfinato, storico antipasto della Grande Boucle. Cambiano quindi i peluches: dai ghiri ai leoncini! Via la maglia rosa ecco quelle gialle.
Al via ci sono gran parte dei campioni che vedremo al Tour. A cominciare da Primoz Roglic, ma ci sono anche dodici italiani. E tra loro c’è Mattia Cattaneo, che mancava un po’ dalle corse e eravamo curiosi di sentire.
La planimetria del Delfinato. Il Delfinato è una regione storica francese a ridosso del confine con l’Italia Prima tappa: La Voulte sur Rhône – Beauchastel di 192 km Seconda tappa: Saint-Péray – Brives Charensac di 170 km Terza tappa: Saint-Paulien – Chastreix Sancy di 169 km Quarta tappa: Montbrison – La Bâtie d’Urfé di 31.9 km (crono individuale) Quinta tappa: Thizy les Bourgs – Chaintré di 162.5 km Sesta tappa: Rives – Gap di 196.5 km Settima tappa: Saint-Chaffrey – Vaujany di 135 km Ottava tappa: Saint-Alban Leysse – Plateau de Solaison di 137.5 km
La planimetria. Il Delfinato è una regione storica francese al confine con l’Italia Prima tappa: La Voulte sur Rhône – Beauchastel di 192 km Seconda tappa: Saint-Péray – Brives Charensac di 170 km Terza tappa: Saint-Paulien – Chastreix Sancy di 169 km Quarta tappa: Montbrison – La Bâtie d’Urfé di 31.9 km (crono individuale) Quinta tappa: Thizy les Bourgs – Chaintré di 162.5 km Sesta tappa: Rives – Gap di 196.5 km Settima tappa: Saint-Chaffrey – Vaujany di 135 km Ottava tappa: Saint-Alban Leysse – Plateau de Solaison di 137.5 km
Otto tappe
Prima però una panoramica del percorso.
Saranno otto, come di consueto, le frazioni del Delfinato. E saranno anche piuttosto impegnative. Mosse le prime tappe, una crono, che di questi tempi si potrebbe definire “maxi”, nel mezzo e due tapponi con tanto di Col du Galibier (anche se ad inizio tappa).
In tutto ci saranno da affrontare 1.194,4 chilometri, pari ad una media di 149,3 chilometri a tappa.
Di pianura però non ce ne sarà quasi mai. Avere una buona gamba è vitale, anche per continuare “a fare gamba”, altrimenti il Delfinato rischia di diventare un boomerang tremendo. Visti i ritmi e visto che per molti corridori si tratta dell’ultimo banco di prova per poter essere schierati poi al Tour, tutti hanno il coltello tra i denti.
Cattaneo presente
Come detto ci sarà Mattia Cattaneo. Il corridore della Quick Step-Alpha Vinyl sarà una delle nostre punte per la classifica. Si dividerà questo ruolo con Damiano Caruso. Chissà come interpreterà la corsa il siciliano? Di certo Cattaneo avrà le sue possibilità.
«In questo Delfinato – dice Cattaneo – abbiamo più o meno tutti carta bianca in squadra. Da parte mia nei primi tre giorni cercherò di stare attento e di non perdere terreno, poi dopo la crono vedremo.
«Vediamo se fare classifica. Nel caso fossi andato bene sino a quel punto… okay, altrimenti non avrebbe senso tenere duro. Fare classifica per me significa puntare ad una top dieci. Intanto partiamo, poi vediamo. E’ un mese abbondante che non corro.
«Nella crono però vorrei fare bene. Ci tengo davvero, ci ho lavorato molto, la squadra anche ci ha investito parecchio e ha creduto in me».
Cattaneo ci racconta che è soddisfatto comunque della sua condizione, si sente bene. E’ stato un mese in altura, sul Passo Bernina luogo da veri eremiti!
«Sinceramente le sensazioni sono buone e io mi sento fiducioso. Certo, rientrare al Delfinato non è facile. A detta di tutti è una delle corse più dure dell’anno, il livello è molto alto. Io sono qui per fare bene, per puntare poi a fare un bell’italiano e per guadagnarmi un posto per il Tour.
«La squadra non è ancora stata fatta e spero di esserci. Se dovessi andare alla Grande Boucle la interpreterei come lo scorso anno. E la prima cosa sarebbe quella di aiutare la squadra. Poi se dopo metà Tour dovessi trovarmi in buona posizione cercherei di tenere duro per la classifica. Però non ci partirei apposta. Non vorrei precludermi neanche le possibilità di lottare per una tappa».
Roglic già in fuga
E poi c’è una lunga, lunghissima fila di corridori molto agguerriti. Partiamo da Roglic e dalla sua Jumbo-Visma che schiera anche Jonas Vingegaard, secondo a Parigi lo scorso anno. Roglic ha saltato la Liegi per un problema al ginocchio. Voci a lui vicine ci avevano detto, già prima del Giro, che tutto era rientrato e che lo sloveno si stesse allenando alla grande.
E lo sloveno è il favorito anche per Cattaneo: «Sicuramente è lui il numero uno. E poi basta vedere la Jumbo che squadra ha portato per capire che non sono venuti a fare una passeggiata. Più o meno è la squadra del Tour. Ma in generale il livello è alto. Tolto Pogacar ci sono praticamente tutti».
Outsider di lusso
Così come Enric Mas, atteso al definitivo salto di qualità. Discorso simile per David Gaudu e se vogliamo anche per O’Connor dell’Ag2R-Citroen, lo scorso anno vincitore della tappa di Tignes e corridore sul quale puntano molto.
Ci sono poi i cacciatori di tappa. Lo scorso anno il Delfinato aprì definitivamente le porte dell’Olimpo a Sonny Colbrelli che raccolse molto meno di quel che fece e poteva: una tappa, ma potevano essere tre… tranquillamente.
Si rivede anche Mark Padun. L’ucraino sin qui ha inanellato appena 12 giorni di corsa, però cogliendo una vittoria a crono.
E parlando di crono, come non pensare a Filippo Ganna. Pippo sarà al via da La Voulte-sur-Rhone, le grand depart del Delfinato. La quarta tappa è un invito a nozze per lui. Un test in vista della crono di Copenaghen dove in ballo ci sarà la maglia gialla, obiettivo dichiarato da tempo.
Non dimentichiamo anche Antonio Tiberi, iridato juniores contro il tempo nel 2019.