Juniores, il Giro di Primavera sboccia e diventa internazionale

05.02.2022
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Si può considerare la classica juniores di inizio stagione. E da quest’anno lo è ancora di più, infatti l’11° Giro di Primavera – 2° Memorial Paolo Sant farà parte del calendario UCI, premiando la corsa ad evento internazionale. L’entusiasmo è palpabile nel San Vendemiano Cycling Team dove, lo staff capitanato dal presidentissimo, Gino Mazzer, è al lavoro per la gara in programma il prossimo 3 aprile a San Vendemiano (Tv). 

«Lo avevamo promesso e noi siamo di parola – dice Mazzer – nonostante in questo 2022 non schiereremo al via una nostra formazione juniores, la nostra società prosegue la propria attività con ancora maggior forza ed entusiasmo. La conferma dell’UCI, che ha accettato la candidatura della nostra gara per il calendario internazionale, ci ha dato ancora maggior spinta ed entusiasmo in vista del prossimo 3 aprile».

Una macchina organizzativa pronta a fare un ulteriore salto di qualità. Abbiamo chiesto al presidente Mazzer quali sono le motivazioni per questo passo importante e cosa c’è dietro a una decisione di questo tipo. 

Il Giro di Primavera è arrivato alla sua 11° edizione consecutiva (foto Bolgan)
Il Giro di Primavera è arrivato alla sua 11° edizione consecutiva (foto Bolgan)
Che cos’è per voi il Giro di Primavera?

É stata la prima vera gara e sfida che il San Vendemiano Cycling Team ha organizzato nel panorama juniores. Questa è l’undicesima edizione. Ci teniamo molto. É stata una corsa regionale fino all’anno scorso e grazie anche alle richieste dei tecnici, squadre e appassionati abbiamo deciso di fare il salto di qualità e aprire gli orizzonti.

Cosa vi ha spinti al passaggio ad internazionale?

È stata una volontà anche nostra di elevare la corsa oltre alle richieste esterne. A detta dei direttori sportivi e degli addetti ai lavori, tra i quali l’ex cittì Rino De Candido, il percorso si addice ad essere una gara internazionale. E visto che tra nazionale e internazionale la differenza è poca ci siamo messi in gioco per fare un passo più importante.

Si è spronati a fare questo passo in questa categoria in Italia?

Assolutamente sì, perché la visibilità è diversa, il carnet dei partecipanti è diverso. Lo avevamo già il prestigio a livello regionale, perché c’era un ottimo livello. Ma con il passaggio di categoria si ha un valore aggiunto non indifferente.

Il team juniores San Vendemiano non sarà presente alla partenza a causa della sua chiusura (foto Bolgan)
Il team juniores San Vendemiano non sarà presente alla partenza a causa della sua chiusura (foto Bolgan)
Una vetrina che oltrepassa i confini nazionali…

Esatto, dà un risalto anche per il nostro lato organizzativo. Chi è del mestiere ci considera una delle migliori organizzazioni a livello nazionale. Dal punto di vista logistico, della sicurezza e della carovana.

Quante persone ci sono dietro l’organizzazione di un evento del genere?

Se devo coinvolgere a livello numerico, dalla progettazione fino ad arrivare al giorno della gara, ci aggiriamo sul centinaio di persone.

É un test o avete un progetto a lungo termine?

Noi quando facciamo un progetto lo facciamo con una visione triennale. Perché smuovere una macchina organizzativa così grande ti fa ragionare per almeno tre anni, poi si vedrà. Ovvio, ci sono eventi esterni fuori dal nostro controllo, come può essere il periodo pandemico appena attraversato, ma su quelli non ci possiamo fare niente.

La scorsa edizione è stata corsa sotto la pioggia battente (foto Bolgan)
La scorsa edizione è stata corsa sotto la pioggia battente (foto Bolgan)
Siete organizzatori ma non avete una formazione juniores…

No, l’abbiamo avuta per nove anni poi per una serie di motivazioni abbiamo preso la decisione coraggiosa, seria ma soprattuto dolorosa, di chiudere. Piuttosto che fare le cose tanto per esserci, siamo arrivati alla conclusione di prenderci una pausa e riordinare le idee e ripartire ancora meglio nel futuro. 

Questo non vi ha fermato dal mettervi in gioco a livello organizzativo?

Il San Vendemiano Cycling Team esiste. Qualche voce ci aveva un po’ tagliato fuori, ma a livello giovanile siamo presenti in tutte le categorie minori. Come idea e principio abbiamo sempre diviso le due cose. Da una parte c’è la società giovanile, dall’altra c’è la macchina organizzativa. Entrambe sono fondamentali per questo sport.

La classica di inizio stagione, nel 2021 ha premiato lo spunto veloce di Vincenzo Russo (foto Bolgan)
La classica di inizio stagione, nel 2021 ha premiato lo spunto veloce di Vincenzo Russo (foto Bolgan)
Questa corsa essendo a inizio anno è un ottimo trampolino per un buon avvio di stagione…

Sì, siamo la prima internazionale italiana nel calendario juniores. Una classica di primavera. Passano degli ottimi nomi che poi si rivedono protagonisti negli under 23. L’anno scorso ha vinto Vincenzo Russo a cui auguriamo il meglio, poi Davide De Pretto, Gianmarco Garofoli e molti altri.

Come stanno andando le iscrizioni?

Come organizzatori di un internazionale juniores avevamo le nostre titubanze. Ora invece ci troviamo a dover selezionare. Oltre ad aver confermato tutte le migliori formazioni del panorama italiano, abbiamo ricevuto tantissime richieste dall’estero. A partire dall’Ag2r juniores, la nazionale austriaca, quella ucraina e tante altre che ci stanno inviando richieste di iscrizione. Numeri oltre le nostre aspettative, ma a cui siamo felici di fare fronte.

Shimano e UCI: una collaborazione sempre più stretta

05.02.2022
3 min
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Il rapporto di collaborazione in essere tra Shimano e l’UCI è sempre più serrato. A dimostrarlo è anche la recente adozione da parte dello stesso ente che sovrintende il movimento ciclistico mondiale dei corsi tecnici Shimano T.E.C. quale programma di formazione e di certificazione tecnologica dei meccanici operativi presso il World Cycling Center di Aigle. Shimano, che con l’UCI lavora dal lontano 1999 e che garantisce l’assistenza tecnica nelle corse più importanti, ha messo a disposizione il materiale informativo e i “tutorial” da condividere con i meccanici in tutto il mondo.

«Con questa particolare collaborazione – ha commentato Myron Walraven, Head of Sports Marketing Shimano Europe – intendiamo rafforzare la nostra partnership con l’UCI. L’obiettivo è di contribuire ad aumentare il numero e il livello di meccanici di biciclette altamente qualificati e professionali in tutto il mondo». 

Shimano terrà i corsi dell’UCI per la formazione di nuovi meccanici
Shimano terrà i corsi dell’UCI per la formazione di nuovi meccanici

Un programma in 3 livelli

I corsi di meccanica realizzati al World Cycling Center dall’UCI sono rivolti a tutti coloro che desiderano intraprendere la carriera di meccanico. Il programma è diviso in tre livelli: il livello 1 è un corso introduttivo ai temi della meccanica, della durata di tre giorni, che può essere completato online. Il livello 2 invece è un corso rivolto ai meccanici alle prime armi, ma già in possesso di un bagaglio di esperienza e si articola su due settimane che devono essere frequentate in presenza. Il livello 3, sempre in presenza, è rivolto ai meccanici che lavoreranno per i team professionistici oppure per la propria Federazione nazionale. 

Questo è il gruppo Shimano Ultegra a 11 velocità
Questo è il gruppo Shimano Ultegra a 11 velocità

Solo nel 2021, sono stati ben 60 i meccanici formati nei tre livelli di corsi tenuti dagli esperti dell’UCI. Come anticipato, quest’anno Shimano ha realizzato video specifici che verranno utilizzati per il corso di Livello 1. I partecipanti ai due corsi più avanzati avranno invece accesso ai video esistenti sulla piattaforma Shimano T.E.C. 

«La professionalizzazione delle persone che lavorano nel mondo del ciclismo – ha aggiunto il direttore dell’UCI WCC Vincent Jacquetè – rappresenta una delle nostre missioni: un obiettivo che Shimano ci sta aiutando a centrare condividendo con noi un percorso importante di formazione al massimo livello possibile».

Formazione & certificazione

I partecipanti ai corsi UCI WCC apprendono abilità come il montaggio dei componenti sulle biciclette, l’assemblaggio delle ruote, la manutenzione di ogni componente ed accessorio, l’assistenza, la preparazione alla gara e la posizione sulla bicicletta. Numerosi ex partecipanti hanno continuato a lavorare per le proprie Federazioni, altri hanno trovato impiego in squadre professionistiche. In tantissimi hanno aperto dei propri negozi di biciclette.

Il World Cycling Center UCI di Aigle
Il World Cycling Center UCI di Aigle

Ben 30.000 in Europa

Shimano T.E.C. (S-TEC), è il programma di formazione e istruzione di Shimano per l’industria del ciclismo. I corsi vengono erogati tramite una piattaforma di apprendimento online rivolta ai meccanici in tutto il mondo. S-TEC è disponibile per i rivenditori in 189 Paesi in tutto il mondo con 30.000 membri nella sola Europa. I corsi europei sono sottotitolati in 10 lingue e nel 2021 la piattaforma ha registrato oltre 200.000 completamenti di corsi. Ci sono circa 180 corsi dal vivo tra cui scegliere in qualsiasi momento.

Shimano

La Francia toglie il blocco dei rapporti: l’UCI cosa fa?

14.12.2021
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Salvo interventi esterni dell’ultima ora, la Federazione francese di ciclismo ha deciso che dalla prossima stagione gli juniores potranno correre senza più limitazione dei rapporti. Solo gli allievi saranno tenuti a rispettare il vincolo attuale del 46×14. Si è arrivati alla decisione dopo lo studio affidato a una commissione tecnico/scientifica che ha permesso di rispondere a una lunga serie di quesiti.

Sul podio degli europei juniores di Trento, un tripudio francese, con Gregoire e Martinez
Sul podio degli europei juniores di Trento, tripudio francese

Nove punti chiave

Gli esiti sono ben dettagliati in un rapporto pubblicato sul sito federale, ma si possono sintetizzare in una serie di punti.

1) L’utilizzo di uno sviluppo più breve non sviluppa negli anni la qualità della velocità per uno sprint.

2) Limitare lo sviluppo nelle gare non è una condizione per promuovere la velocità. La velocità dipende soprattutto dalle qualità ereditarie, dalla crescita, dalla coordinazione e dalle qualità muscolari. Per questo è necessario variare enormemente i lavori di forza e la velocità di pedalata.

3) Per sviluppare un valore massimo di potenza, il ciclista deve trovarsi in una situazione in cui sarà in grado di utilizzare una cadenza ottimale.

4) E’ auspicabile che i ciclisti sviluppino prima e ulteriormente le loro qualità di forza per essere efficienti a lungo termine, senza tuttavia eliminare il lavoro a velocità diverse, comprese le velocità massime.

5) Lo sviluppo della forza a lungo termine nei bambini aiuta a ridurre il rischio di lesioni e ad aumentare le possibilità di successo ad alte prestazioni. E’ un fattore di salute e successo a lungo termine.

6) Il problema con gli sport come il ciclismo è che gli stimoli non sono abbastanza forti da svolgere un’azione ottimale.

7) Il lavoro ad alto ritmo è vantaggioso per l’apprendimento perché accelera lo sviluppo della coordinazione.

8) La diversità dei percorsi avrà un impatto maggiore dell’intervento sullo sviluppo metrico. 

9) Imparare a usare il deragliatore è più vantaggioso che limitare lo sviluppo.

Giro della Lunigiana 2021, Lenny Martinez vince a Fivizzano mostrando qualità di forza superiori
Giro della Lunigiana 2021, Martinez vince a Fivizzano mostrando qualità di forza superiori

L’esempio di Martinez

Del tema avevamo già parlato dopo il Giro della Lunigiana, quando alcuni atleti francesi fra cui Lenny Martinez, ammisero di allenarsi utilizzando una gamma di rapporti completa e poi di correre nelle prove internazionali con il 52×14 imposto dall’Uci. Lo spirito che anima queste limitazioni è ispirato da due principi: quello di voler rispettare lo sviluppo fisiologico degli atleti e concedere pari opportunità a tutti i corridori, volendo arginare la superiorità di quelli che sfoggiano un’indubbia precocità atletica.

Si ha fretta, nelle famiglie, nei piani dei procuratori e nelle squadre. Se l’under 23 di primo anno può correre nel WorldTour, è persino logico che abbia nelle gambe la forza per girare il 53×11. Si vuole il giovane fenomeno, siamo quasi stufi di scriverlo. Ma se la Federazione asseconda questa pressione anziché porvi limiti, autorizza di fatto l’andazzo. Come se la Stradale togliesse i tutor dall’autostrada perché le auto moderne sono più veloci e chi le guida ha fretta di arrivare.

La prima vittoria di Oioli a Fosdinovo dimostra che in salita il tema della limitazione non regge
La prima vittoria di Oioli a Fosdinovo dimostra che in salita il tema della limitazione non regge

La scelta dei percorsi

In Francia il dibattito è accesissimo, perché le argomentazioni proposte da chi sostiene la bontà dell’innovazione trovano terreno fertile. La limitazione dei rapporti – essere costretti a usare il 52×14 invece del 53×11 – dà sicuramente risultati apprezzabili in pianura, ma sulle salite la gamma di rapporti attualmente in uso permette sviluppi che in ogni caso richiedono sforzi notevoli.

L’obiezione che viene mossa a questo punto è che proprio i percorsi delle gare juniores dovrebbero essere rapportati alla loro età e alla loro fisiologia. Per cui non andrebbero proposte salite lunghe al 12 per cento, come accade abbastanza spesso, per evitare che i ragazzi siano costretti a sobbarcarsi carichi di lavoro per loro eccessivi.

Ovviamente tutto sarà basato sulle scelte dei preparatori, dei tecnici e degli atleti. Resta da vedere se l’Uci vorrà avallare la scelta francese, oppure interverrà per imporre la sua legge o ancora inizierà a valutare se valga davvero la pena eliminare il blocco a livello mondiale. Innegabilmente infatti la scelta dei francesi avrà ripercussioni internazionali.

Francia, l’autunno dei libri e la guerra dei chetoni

06.12.2021
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In Francia è l’autunno dei libri, per Demare e Alaphilippe. “Une annèe dans ma roue”, un anno alla mia ruota: è questo il titolo del libro scritto da Arnaud Demare con Mathieu Coureau, giornalista francese di Ouest-France. Una sorta di diario di bordo del velocista della Groupama-Fdj, per scoprire il dietro le quinte, le corse, gli obiettivi, la pressione, i pericoli, i momenti di gioia, i dubbi. E proprio i suoi dubbi hanno innescato qualche dibattito in Francia.

«Non tutti hanno le stesse restrizioni su alcuni prodotti come i chetoni – ha detto Demare, in apertura ai mondiali di Leuven vinti da Alaphilippe – faccio parte di una squadra che ha preso degli impegni, come altre. Ma il gruppo non è tutto come noi. Trovare qualcuno più forte fa parte del gioco. Ma in questa stagione, dalla Parigi–Nizza in poi, ho visto che stavamo correndo ad un ritmo davvero alto. In un solo anno le prestazioni hanno avuto una forte accelerata».

Mpcc e chetoni

Sembra di rileggere le dichiarazioni del suo team manager Marc Madiot negli anni in cui il ciclismo veniva scosso da problemi ben più gravi. Ma siccome è innegabile che da un paio d’anni a questa parte si vada davvero fortissimo e che i corridori abbiano dei regimi di allenamento e di vita atti a guadagnare ovunque si possa, il discorso merita di essere seguito. Soprattutto sul fronte dei chetoni, di cui abbiamo già scritto, l’Uci ha chiesto espressamente di non farne più uso.

Era stato proprio l’MPCC, il Movimento per il ciclismo credibile, a spingere per un pronunciamento. E alla fine, dopo aver aperto un’inchiesta, l’UCI ha spiegato che al momento non ci sono prove che i chetoni possano alterare le prestazioni, ma allo stesso tempo ha chiesto a scopo precauzionale ai corridori di non farne uso, almeno fino a quando le indagini non saranno concluse. Ciò che ha provocato l’indignazione del movimento francese è che alcune squadre, che in passato non hanno nascosto di servirsene, fra queste la Jumbo Visma, hanno annunciato che continueranno a farlo.

Dumoulin, qui durante il Tour de Dumoulin organizzato a ottobre, si è allontanato dall’Mpcc
Dumoulin, qui durante il Tour de Dumoulin organizzato a ottobre, si è allontanato dall’Mpcc

L’uscita di Dumoulin

Proprio la questione dei chetoni, ma anche lo svolgimento della Parigi-Nizza 2020 all’inizio della pandemia, aveva spinto Tom Dumoulin a lasciare il movimento in cui era entrato quando ancora correva con il Team Sunweb.

«Il dovere del movimento – aveva dichiarato all’olandese Wielerfits – è quello di proteggere la salute degli aderenti, ma la corsa si è comunque svolta durante la pandemia e questo non è stato un segno di coerenza con i principi stabiliti. Poi hanno inventato la storia secondo cui l’uso dei chetoni è molto pericoloso. Per cui, dato che il nostro team usa i chetoni, sarebbe ipocrita per me essere ancora un membro del MPCC. Queste due cose insieme mi hanno spinto a uscirne».

La risposta di Alaphilippe

Sul tema si è espresso anche Julian Alaphilippe, la cui Deceuninck-Quick Step non fa parte dell’MPCC al pari di altre 10 squadre WorldTour, e che ha a sua volta mandato nelle librerie un libro dal titolo “Julian Alaphilippe, il mio anno da campione del mondo” curato dal Jean Luc Gatellier, firma storica de L’Equipe .

«Ho visto che Arnaud ha pubblicato un libro – ha dichiarato – non l’ho letto, ma spero di farlo. I suoi dubbi? Certo, ci sono corridori nel gruppo che possono esprimerne, anche il pubblico in generale può averne. Ma finché sai cosa stai facendo, se sei tranquillo, problemi non ne hai. Io non ne ho. Anche se ci sono corridori più forti di me, che dominano, dal momento in cui inizi ad avere dubbi e pensi cose del genere, è inutile andare ad allenarsi…».

Drone Hopper-Androni, al decollo manca l’okay dell’Uci

22.10.2021
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Per il decollo nel 2022 della nuova Drone Hopper manca poco. Serve l’ok dalla torre di controllo dell’Uci per il rilascio definitivo della licenza, dopo di che la flotta del “comandante” Gianni Savio sarà pronta a volare nella nuova stagione. 

«Si tratta di questioni burocratiche-amministrative – ci spiega al telefono il general manager piemontese col suo solito modo preciso di esporre la situazione – che regolarizzeremo in questi giorni. E’ un proforma dato che il nostro nuovo title sponsor è una start-up e quindi partendo adesso non ha bilanci precedenti da mostrare agli organi competenti dell’Unione Ciclistica Internazionale. Lo avevamo già segnalato quando avevamo firmato il contratto pluriennale, ma abbiamo prodotto l’ulteriore documentazione necessaria. Servirà un po’ più di tempo ma siamo fiduciosi».

L’azienda spagnola (con sede a Leganes, città dell’area metropolitana di Madrid) si è legata con la società di Savio fino al 2025. La squadra si chiamerà Drone Hopper-Androni Giocattoli, con Sidermec che resterà come terzo marchio.

La squadra 2022 si chiamerà Drone Hopper, dal nome di una start-up spagnola
La squadra 2022 si chiamerà Drone Hopper, dal nome di una start-up spagnola
Gianni, timore che non arrivino buone notizie?

No, siamo tranquilli. Abbiamo in mano un contratto di quattro stagioni con questa società che per il 2022 ha commesse lavorative già fissate per 80 milioni di euro. Hanno costruito uno stabilimento da zero nell’hinterland di Madrid presso cui siamo stati in estate per definire l’accordo. Considerate che la loro vera attività inizia con noi. E la sensazione mia è che faremo molto bene. 

L’ambizione è sempre quella di arrivare al WorldTour o nel frattempo è cambiato qualcosa nell’accordo con loro?

No, restano i programmi iniziali. Ovvero un investimento adeguato per un team professional come il nostro per le prime due stagioni. Poi nel 2024 e 2025 potrebbe esserci la possibilità di aumentare il budget fino ad arrivare alla categoria più alta, anche in base ai risultati. Il loro progetto è quello del WorldTour ma, contrariamente ad uno sponsor che “vola”, io resto con i piedi per terra, come sempre. Lo dico per esperienza, soprattutto dopo il caso col Governo del Venezuela. Il ciclismo ora come ora è in continua evoluzione, inutile sbilanciarsi troppo.

Luca Chirico (assieme a Viel) è stato investito alla vigilia della Veneto Classic
Luca Chirico (assieme a Viel) è stato investito alla vigilia della Veneto Classic
Con l’ingresso di questo nuovo sponsor spagnolo avete nuovi obiettivi? Ad esempio, dopo un primo di assestamento, potreste avere la wild card per fare la Vuelta nel 2023?

Sostanzialmente non cambia nulla per noi. Saremo coerenti con la nostra solita filosofia, cercando di mettere in mostra i nostri migliori talenti. Oltre che andare a caccia di vittorie. Innanzitutto speriamo di essere invitati al prossimo Giro d’Italia. Poi non credo che verremo mai invitati alla Vuelta fra due anni, anche perché attualmente non abbiamo una squadra che possa supportare l’impegno che richiedono due grandi Giri in una annata. 

A proposito di Giro, siete arrivati secondi nella Ciclismo Cup dietro la UAE Team Emirates e davanti alla Trek-Segafredo, due team WorldTour. E’ un buon segnale per ricevere la wild card.

Sì, ma non basta. Se fosse rimasto il vecchio regolamento avremmo avuto la partecipazione alla prossima corsa rosa di diritto. Da cinque anni a questa parte siamo sempre stati la prima professional in questa challenge. Siamo fiduciosi comunque di disputare il Giro 2022.

“Natalino” Tesfatsion, un primo anno con ottimi segnali. Qui alla Adriatica Ionica Race
“Natalino” Tesfatsion, un primo anno con ottimi segnali. Qui alla Adriatica Ionica Race
E’ stata una buona stagione quella appena conclusa. Dodici vittorie e tanti ragazzi che si sono fatti conoscere meglio.

Sono molto soddisfatto del 2021. E tenete conto che stavamo finendo l’annata con otto corridori indisponibili, che poi sono diventati dieci con gli incidenti di Chirico e Ravanelli, investiti in allenamento da un automobilista prima della Veneto Classic. Per fortuna stanno bene. Rinnovo quindi i complimenti a tutta la squadra per i risultati ottenuti. E ringrazio anche tutti i nostri sponsor.

Ad oggi, ufficialmente, il roster per l’anno prossimo conta solo dodici corridori, compresi i nuovi arrivi di Grosu, Marengo e del neoprof Gabriele Benedetti (campione italiano U23, ndr). Manca qualcuno, giusto?

Assolutamente sì. Saremo una ventina. Arriveranno due giovani colombiani interessanti  che annunceremo a breve. Abbiamo rinnovato Bais, Ravanelli, Sepulveda, Munoz, Bisolti e Chirico, che probabilmente non sono nella lista che avete in mano voi. Gli altri confermati sono Ponomar, Umba, Marchiori, Cepeda, Restrepo, Vigo, Tagliani e Tesfatsion. Abbiamo invece rescisso da poco il contratto con Jerman. Potremmo aggiungere ancora un paio di tessere nel nostro mosaico.

Chi saranno i protagonisti del vostro 2022?

Beh, spero tutti naturalmente. Ci sono tanti nostri ragazzi che potranno fare bene, anzi meglio. Se proprio devo fare due nomi faccio quelli di Andrii Ponomar e Santiago Umba. Entrambi, ricordiamolo, sono del 2002 e sono stati sfortunati al Tour de l’Avenir, dove sono caduti. Quest’anno il primo ha terminato il Giro d’Italia a metà della generale, sapendosi ben gestire. Il secondo invece, che ha vinto due gare in Francia, di cui una in cima a La Planche des Belles Filles (al Tour de Alsace, ndr), si metterà alla prova, se dovessimo farlo, nella corsa rosa. Tutti e due fanno un ulteriore salto di qualità.

Gianni, quando inizierà quindi la nuova era della Drone Hopper-Androni Giocattoli?

A novembre faremo il raduno in Italia, stiamo decidendo fra tre località. Avremo una nuova maglia, disegnata sempre da Rosti. Salice ci fornirà sempre casco e occhiali. Invece cambieremo le bici. Dopo cinque anni assieme a Bottecchia, abbiamo deciso di comune accordo di non proseguire. restando comunque in ottimi rapporti

Da Decathlon la collezione invernale firmata Santini

19.10.2021
4 min
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L’eco dei campionati del mondo di ciclismo a Leuven non si è ancora spento. La rassegna iridata svoltasi nelle Fiandre è stata infatti un successo incredibile di pubblico. Una marea umana coloratissima che ha riempito gli occhi di tutti gli appassionati di ciclismo che hanno assistito alle gare che hanno assegnato le maglie iridate. Santini, storico partner dell’Uci, ha pensato a quanti desiderano avere con sé un ricordo degli ultimi mondiali durante le proprie uscite invernali. Si è pensato quindi di realizzare una nuova collezione per l’autunno/inverno che richiama le strisce arcobaleno della maglia iridata.

Collezione per Decathlon

Dopo il lancio della collezione estiva presentata la scorsa primavera, Santini e l’Union Cycliste Internationale hanno pensato anche alla stagione invernale. Una linea che presenta capi specifici per l’autunno e l’inverno, realizzata ancora una volta in esclusiva per Decathlon.

Per la stagione autunnale (foto apertura), Santini propone una maglia a maniche lunghe, un calzoncino a 3/4 e guanti adatti per la mezza stagione. Per l’inverno, Santini ha realizzato: una giacca anti-vento e anti-pioggia, una calzamaglia in termofelpa e tre accessori fondamentali, come guanti, scalda-collo e copri-scarpe.

Tutti i capi sono pensati per garantire una regolazione termica ottimale a seconda delle diverse condizioni meteo affrontate. Il comfort estremo è invece garantito dal taglio anatomico che caratterizza ciascun capo d’abbigliamento Santini. Naturalmente, ogni singolo prodotto presenta le iconiche strisce iridate a ricordare che si tratta di un capo che fa parte di una collezione che vuole ricordare i mondiali.

Qualità alla portata di chiunque

L’offerta di una nuova collezione Santini si inquadra perfettamente nella strategia di Decathlon di rendere lo sport accessibile al maggior numero di persone, senza sconti sulla qualità.

Proprio con l’obiettivo di permettere a chiunque lo voglia di poter “vestire” capi di alta qualità ma a costi accessibili, il prezzo pensato per ogni prodotto è fortemente competitivo.

La nuova collezione è già disponibile sul sito www.decathlon.it e negli store Decathlon Italia dove sono presenti corner personalizzati facilmente riconoscibili.

Santini

UCI

Decathlon

U23 donne, categoria in rampa di lancio anche su strada

01.10.2021
4 min
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In occasione della conferenza stampa di presentazione dei mondiali australiani 2022 si è parlato anche della categoria U23 donne. Una categoria che di fatto su strada “non esiste” per l’Uci.

Quella sera, in un lussuoso hotel di Leuven, ha preso parte a questa conferenza stampa anche Enrico Della Casa, presidente della Uec e anche vicepresidente Uci. Ebbene con lui abbiamo approfondito questo discorso che, a quanto pare, ha radici ben fondate. Insomma non si tratta solo di “gender equality”, ma ci sono discorsi tecnici alle spalle.

Enrico Della Casa oltre ad essere il presidente Uec, da qualche giorno è anche uno dei vicepresidenti Uci
Enrico Della Casa oltre ad essere il presidente Uec, da qualche giorno è anche uno dei vicepresidenti Uci
Enrico, si è parlato di poter vedere le donne U23 già a Wollongon il prossimo anno: è così? Cosa bolle in pentola?

Se ne è parlato, ma per ora dico subito che non c’è nulla di ufficiale. L’Uci ha detto che le donne elite e U23 potrebbero partire insieme e fine gara potrebbero essere assegnate due maglie: una alla prima elite e una alla prima under. Una corsa, due classifiche separate. Ma, ripeto, non c’è nulla di ufficiale.

La Uec però non fa così…

No, noi già da qualche anno abbiamo visto che il formato delle under 23 funziona. Avevamo il timore di una scarsa partecipazione, invece non è stato così. A Trento nella crono delle under c’erano 35 partenti e più o meno le stesse erano le elite, dunque dei buoni numeri. Molte Nazioni ci spingono a chiedere all’Uci di introdurre questa categoria anche ai mondiali. Vuol dire che ce n’è bisogno.

Perché?

Per proteggere le ragazze. Per dare loro delle possibilità in più. Questa categoria è un cuscinetto. E soprattutto in pista in termini di sviluppo fisico si troverebbero a fare un bel salto.

Nel cross e nella Mtb però questa categoria già esiste nell’Uci…

In Mtb ce l’hanno da anni. Nel cross, noi in Uec introducemmo le under 23 nel 2015, accorpandole con le junior. Poi dal 2017 facemmo due partenze distinte. L’unica imposizione che abbiamo introdotto è che se un’atleta decide di gareggiare con le elite, non può più tornare indietro. E devo dire che è una regola approvata anche dalle singole Nazioni. Serve più che altro a non far scegliere all’atleta se partecipare a questa o a quella categoria in base alla sua condizione (o alle caratteristiche del percorso più o meno congeniali, ndr). In tal senso mi viene in mente la fortissima biker svizzera Sina Frei. Lei ha corso tutti gli anni che doveva tra le under 23 pur avendo la possibilità di competere ad alto livello con le elite. Questo cosa significa? Che questa categoria serve. E a noi dice che va supportata.

Perché non c’era in passato?

Forse per il timore di non avere numeri sufficienti. E fu anche un timore nostro, bisogna dirlo. Ricordo che in commissione strada qualcuno più “vecchio” si disse contrario.

Nella Mtb la categoria U23 donne già esiste. Ecco l’austriaca Mona Mitterwallner nei recenti mondiali in Val di Sole
Nella Mtb la categoria U23 donne già esiste. Ecco l’austriaca Mona Mitterwallner nei recenti mondiali in Val di Sole
E poi si va verso la parità dei sessi in tutto…

Esatto. Guardate l’Uci: il prossimo anno ai mondiali, la crono delle donne elite misurerà la stessa distanza di quella degli uomini elite. Un qualcosa che noi abbiamo introdotto già nel 2019. Percorsi uguali per juniores, under 23 ed elite, maschili e femminili. Tra l’altro una soluzione molto apprezzata anche dalle Tv. L’eurovisione ci ha detto che è un buon fomat: gare che durano un’ora e via. E poi va bene anche agli organizzatori che hanno un solo percorso da gestire.

Quanto incide sui costi questa categoria?

Bah, sui dorsali da stampare e sulla benzina delle staffette! No, a livello finanziario praticamente non incide se non davvero in minima parte, semmai richiede un maggiore sforzo organizzativo, più forza umana.

L’introduzione di questa categoria consente alle ragazze di crescere più gradualmente?

Io piuttosto dico che serve a proteggere le piccole nazioni. Pensiamo a quelle ragazze di Federazioni meno sviluppate che a 19 anni si ritroverebbero con le grandi. Un salto grande, forse esagerato, che alla lunga potrebbe spingerle a lasciare, potrebbero perdere motivazione. Mentre se sai di gareggiare con delle tue coetanee è diverso. Tu sai che per quattro anni il livello è quello. Per me, ripeto, è molto importante soprattutto per la pista, in cui l’età della maturazione è un po’ più in là. In Uec facciamo un europeo l’anno e già questo serve a motivare le under 23 (e le altre categorie). Abbiamo introdotto questa categoria anche nella Bmx, in cui l’età della maturazione è più bassa. Figuriamoci quanto ci crediamo…

Insomma anche in sede Uci, la Uec e il crescente movimento femminile potranno farsi sentire e portare avanti questo bel progetto. Il successo mediatico ed organizzativo visto a Trentino 2021 (in apertura Vittoria Guazzini regina della crono U23 femminile) la dice lunga.

Cycling is coming home, Santini celebra il mondiale di Leuven

14.09.2021
3 min
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Per l’edizione dei mondiali 2021 di ciclismo su strada la bici torna a casa e per la precisione a Leuven, nelle Fiandre. Santini che da anni veste con la maglia iridata il vincitore della corsa su strada per eccellenza, ha deciso di creare una collezione completa che è chiamata: Santini x UCI.

L’idea del maglificio bergamasco è quella di celebrare questo ritorno nelle Fiandre dei mondiali di ciclismo con una collezione originale. Quindi scordatevi la classica maglia bianca con l’iride orizzontale perché quella di Santini è una vera opera d’arte e di fantasia.

Collezione da strada

Il magnificio di Lallio ha pensato bene di disegnare questa collezione tenendo il nero come colore base per gli indumenti e gli accessori da strada. Un’ampia scelta di prodotti che spazia dai classici pantaloncini e maglia fino agli accessori per il freddo, come la giacchetta senza maniche, uno scaldacollo ed i gambali. Conclude il tutto un bellissimo cappellino da indossare sotto al casco.

L’iride non sparisce ma viene ridisegnato, così i colori che compongono la maglia più famosa nel mondo dei pedali li ritroviamo su solamente metà indumento, mentre l’altra riporta il nome “Santini Flanders 2021”.

I prezzi per i completi da strada sono di 89 euro per la maglia da donna e 129 per i pantaloncini abbinati. Per gli uomini, invece, si parla di 95 euro per il sopra e 139 per il sotto. Gli accessori sono in vendita a diversi prezzi: 65 euro la giacchetta antivento, 19 il cappellino, 13 lo scaldacollo e 35 euro i gambali.

Indossa l’iride ogni giorno

Non solo strada, infatti, sono stati pensati tanti oggetti ed accessori dedicati anche alla vita di tutti i giorni. Una felpa ed una maglietta di cotone con la scritta: “Flanders where Champions are born”, poi un’altra t-shirt bianca con disegnato un ciclista che indossa la maglia iridata.

Per la collezione streetwear Santini propone le due magliette a 30 euro, invece, la felpa ha un prezzo di 69.

santini.com

Draft Nba 2021

E se il ciclismo imitasse i draft dell’Nba?

17.08.2021
4 min
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Che cosa direbbe il mondo del ciclismo professionistico se adottasse un sistema almeno simile a quello del draft dell’Nba? Servirebbe a mettere ordine nell’ingaggio dei giovani (diciamo fino ai 23 anni) per le squadre WorldTour, ma il discorso è decisamente complesso, vediamo di affrontarlo per tappe.

Abbiamo già avuto modo di chiarire come il ciclismo professionistico stia vivendo una profonda “crisi di crescita”. Lo sport delle due ruote diventa sempre più un richiamo per le grandi industrie, gli ingaggi crescono a dismisura e le squadre puntano ad accaparrarsi prima possibile ogni talento, vero o presunto che sia. Il rischio è di bruciarli, questi talenti, in nome del “tutto e subito”, ma non solo.

Uae Vuelta 2021
Team come quello della Uae stanno monopolizzando il mercato: che cosa resta agli altri?
Uae Vuelta 2021
Team come quello della Uae stanno monopolizzando il mercato: che cosa resta agli altri?

Un calmiere

Stiamo assistendo sempre più all’allargamento della forbice fra chi ha tanti euro a disposizione e domina il mercato e chi fa fatica a sopravvivere, senza dimenticare che il WorldTour non è un sistema chiuso come quello dell’Nba cestistica, formato da 30 franchigie (sempre quelle, che non retrocedono mai, se non per fallimento), ma dietro ci sono vari altri livelli di attività, dalle professional alle continental.

Il sistema di scelte dell’Nba è come principio piuttosto semplice: i primi 14 posti sono riservati alle squadre che non hanno avuto accesso ai playoff dell’anno precedente. I loro posti vengono sorteggiati tramite una lotteria. Saranno loro a scegliere i migliori talenti, in modo da poter nel tempo avere una valida chance di crescita di livello qualitativo (sapendo naturalmente abbinare a questo una valida opera di mercato). Le altre 16 squadre, le qualificate, vengono messe in graduatoria, dalla peggiore alla migliore, in base al rapporto vittorie/sconfitte nella regular season.

Ayuso Giro U23 2021
Il caso di Ayuso, ingaggiato dalla Uae a stagione in corso, è indicativo di una certa mancanza di regole
Ayuso Giro U23 2021
Il caso di Ayuso, ingaggiato dalla Uae a stagione in corso, è indicativo di una certa mancanza di regole

A tempo determinato

Dopo le prime 30 chiamate si ricomincia, ma qui le posizioni possono variare perché sono oggetto di contrattazione tra le franchigie, che inseriscono le scelte negli scambi fra giocatori. Guardando la storia dei “draft” che nel 2022 festeggeranno i 75 anni, si nota che il principio della ricerca del miglior equilibrio è stato salvaguardato, anche se alla lunga è chiaro che ci sono team più consolidati nella conquista dell’anello e altri molto meno. E’ sempre il dio denaro a comandare…

Come applicare tutto ciò al ciclismo? Innanzitutto si potrebbe partire da un rapporto vittorie/gare disputate, magari dando alle varie prove valori diversi in base alla loro importanza. Il corridore dovrebbe approdare al team che lo ha “chiamato” con un contratto almeno biennale per chi è all’ultima stagione U23, aumentando la durata in base alla più giovane età, ma lasciando aperta la porta a un “escape clause” pagando al team precedente un prezzo prestabilito.

Tour Avenir 2021
Il mercato degli U23 dovrebbe essere quello oggetto delle scelte, con uno sguardo sugli juniores
Tour Avenir 2021
Il mercato degli U23 dovrebbe essere quello oggetto delle scelte, con uno sguardo sugli juniores

La Nba e il “salary cap”

Teoricamente il sistema potrebbe anche funzionare, ma manca un fattore fondamentale: ogni team del WorldTour dovrebbe agire dovendo sottostare a un tetto salariale, il classico “salary cap”. Nella Nba ogni franchigia ha un limite di budget da utilizzare per gli stipendi, entro il quale dovrà gestire i contratti del suo team, dal grande campione all’ultimo degli ingaggiati. Valutando il ciclismo odierno, questo sarebbe probabilmente il boccone più difficile da far digerire ai vari team del WorldTour, considerando i contratti in essere per i vari Pogacar o Van Der Poel… Nel calcio ci hanno provato, ma senza grandi risultati. Si potrebbe forse ragionare, se non sul monte degli stipendi, sul monte dei punteggi Uci degli atleti tesserati?