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Malucelli ritrova serenità, consapevolezza e volate

16.12.2021
5 min
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A volte le cose succedono quando meno te lo aspetti e da un anno che più brutto non poteva essere salta fuori l’occasione da cogliere al volo. Per questo Matteo Malucelli è passato in un lampo dallo sconforto all’incredulità e ora ha addosso la carica dei tempi migliori. Intorno la notte di Calpe rende ancor più scintillanti le insegne natalizie.

Sfida raccolta

Nel grande hotel c’è un andirivieni di corridori con tute del Team Dsm e della Gazprom Rusvelo. Il romagnolo veste ancora quella dell’Androni con cui ha corso nel 2021. Venendo qui dopo l’allenamento con la squadra di Savio di cui vi abbiamo raccontato in apertura di giornata, abbiamo scambiato due battute con Alessandro Spezialetti, uno dei tecnici del team piemontese.

«Malucelli era un mio corridore – ha sorriso – quando ci parlate, ditegli che l’anno prossimo con Grosu lo facciamo a fettine…».

Matteo ascolta e sorride a sua volta, i due erano e sono in ottimi rapporti: «Gli piacerebbe – risponde – ma non ci conterei».

La sfida è raccolta. Quando il ciclismo è anche provocazione e goliardia, per gli appassionati saltano fuori motivi di interesse da ogni angolo.

Matteo Malucelli ha vinto a gennaio la prima tappa della Vuelta al Tachira
Matteo Malucelli ha vinto a gennaio la prima tappa della Vuelta al Tachira

Doppio Covid

Il passaggio di Malucelli alla Gazprom arriva dopo un periodo davvero buio. Il racconto fluisce che è quasi l’ora di cena.

«E’ stato un cambiamento improvviso – racconta – dopo aver fatto per due volte il Covid. La prima a ottobre 2020, mi fermai e lo lasciai passare. La seconda a febbraio 2021 ed ebbi fretta. Appena tornato negativo, sono andato in ritiro, poi alla Tirreno e poi… mi sono piombati addosso due mesi di fatica. Aver ripreso subito è stato un errore e il Covid mi ha presentato il conto. Non riuscivo a recuperare, la mattina mi svegliavo più stanco della sera prima. Non riuscivo a capire che cosa avessi e quanto sarebbe durato. Richeze, che l’aveva avuto due volte, mi spiegava che sarebbe stato durissimo uscirne.

«Ho cominciato a rivedere la luce a maggio con un paio di piazzamenti fra Ungheria e Francia e a quel punto il mio procuratore, Moreno Nicoletti, mi ha parlato dell’interessamento di Gazprom. A giugno ho deciso di cambiare. Lo abbiamo detto a Savio che, da persona rispettabile quale è sempre stato, mi ha detto di andare, come era già successo quando passai alla Caja Rural. E in pratica nell’anno più balordo, ho trovato la nuova squadra a giugno».

Nel 2019 e 2020 ha corso in Spagna alla Caja Rural
Nel 2019 e 2020 ha corso in Spagna alla Caja Rural

Signor ingegnere

Piace pensare che alla fine la vita restituisca quel che pretende e così per Matteo si è aperta una nuova porta nel segno di un’identità finalmente precisa.

«Ho parlato con Sedun (team manager della Gazprom, ndr) – racconta – e mi ha detto che la prima preoccupazione doveva essere guarire per bene. E così ora sono al punto di aver capito cosa devo fare da grande. Sono stato velocista puro. Poi mi sono messo in testa di tenere in salita e alla fine non ero più niente. Qui mi hanno chiesto di fare le volate e a 28 anni ho finalmente capito di cosa ho bisogno. Non ci si conosce mai abbastanza, ma l’aspetto della tranquillità è il più importante. So come fare per andare forte, so che facendo certe corse la condizione migliora. Non sono più al punto dei primi anni in cui restare senza squadra poteva sembrare un incubo. Mi impegno al massimo, ma se mi diranno o sentirò che questo non è più il mio posto, ho studiato Ingegneria Meccanica e so che fuori un posto per me da qualche parte c’è. Questo mi dà serenità e mi permetterà di lavorare nel modo giusto».

In maglia Androni, Malucelli ha centrato 11 vittorie. Qui all’Aragona nel 2018
In maglia Androni, Malucelli ha centrato 11 vittorie. Qui all’Aragona nel 2018

La legge della giungla

Si potrebbe chiamare atteggiamento consapevole, la capacità di dare alle cose il giusto peso e mettere ordine fra le priorità. E adesso la sua è lavorare, andare forte, vincere.

«Tornare velocista puro – dice – significa aver lavorato tanto in palestra a novembre, per riprendere la massa che avevo perso negli ultimi tempi. Essere velocista potrebbe sembrare facile, nel senso che devi arrivare in fondo e fare la volata: esiste solo quel modo per vincere. Ma allo stesso tempo è una grande responsabilità, perché dai miei risultati dipendono il bilancio e la tranquillità della squadra. Per questo sarà importante sbloccarsi subito, come l’attaccante che fa subito goal e poi non si ferma più. La testa fa tanto. Penso a Viviani nel 2021. Sei abituato a vincere, ogni corsa che non va ti toglie un pezzetto di sicurezza e al contempo fa aumentare quella degli altri che capiscono di poterti battere e magari pensano di poterti rispettare di meno. La volata è come nella giungla, vince chi sopravvive».

Il suo procuratore è Moreno Nicoletti: ha avvisato lui Savio dell’offerta Gazprom
Il suo procuratore è Moreno Nicoletti: ha avvisato lui Savio dell’offerta Gazprom

Un treno da costruire

Le idee chiare. E intanto, mentre ci salutiamo, racconta della serenità nella nuova squadra e della sorpresa nell’aver incontrato staff e compagni davvero alla mano e divertenti. Non aveva mai lavorato in un team russo, ma le esitazioni iniziali sono state spazzate via. Intanto ha parlato con Canola, il capitano in campo della squadra, e hanno individuato insieme un paio di compagni che potrebbero aiutarlo nelle volate. Il cantiere è aperto.

«Se vinci – sorride – la squadra si impegna di più e iniziano a crederci. Ecco perché voglio partire subito forte e arrivare ai finali senza ansia e con la carica giusta».