Un successo che spetta anche a Di Rocco: sentiamo cosa dice

04.08.2021
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L’ha detto giustamente stamattina Silvio Martinello nella diretta Facebook che ripeteremo anche domani per la corsa a punti: «E’ un successo figlio della gestione del presidente Di Rocco». Un riconoscimento onesto da parte di colui che dell’ex presidente federale è stato il più acerrimo rivale e ha perso le elezioni proprio perché a un certo punto Di Rocco ha scelto di non candidarsi per favorire Daniela Isetti e Isetti in extremis, vista la sconfitta in arrivo, ha spostato i suoi voti verso l’attuale presidente Dagnoni. Infinite e complesse storie dell’Assemblea generale, che sembrano davvero lontane anni luce. Di Rocco a Tokyo non c’è, ma avrebbe potuto in qualità di vicepresidente dell’Uci.

«Ho deciso di non andare – dice – per evitare spiacevoli sovrapposizioni. Mi trovo a Parma, ho seguito la finale con attenzione e sono stati davvero straordinari. Sono rimasto in contatto con i tecnici e un risultato del genere è davvero storico, soprattutto considerando il rapporto che mi lega a Marino Vigna (uno dei quattro azzurri che vinsero l’oro del quartetto a Roma 1960, ndr). Ci sono ancora delle gare da cui mi aspetto qualcosa, per cui magari riparleremo del tutto alla fine, se ne avrete voglia. Mi limito a dire che si poteva essere più generosi con chi ha lavorato prima, si potevano mettere i tecnici in condizione di lavorare meglio e magari si poteva evitare di mandare a Tokyo persone fresche di nomina che in qualche modo potrebbero turbare il lavoro. Quello che è successo oggi in Giappone era già stato progettato da altri».

Il successo di questo quartetto nasce dal 2015 e si è costruito passo per passo
Il successo di questo quartetto nasce dal 2015 e si è costruito passo per passo

Costruire o demolire?

I sassolini sono fatti per essere tolti e certo i rapporti fra l’attuale e la precedente gestione si sono rivelati inesistenti. Di sicuro l’aria di rinnovamento che si respira è netta, resta da capire se per ristrutturare si butteranno già anche i muri buoni o da quelli si partirà per aggiungere volumi alla struttura. Andiamo però oltre, cercando di tornare al movimento e al lavoro che è stato fatto.

Quale pensi sia stata la chiave del successo di Tokyo?

Montichiari e la gestione del velodromo. C’è stata anche la fase della chiusura per le infiltrazioni dal tetto, ma i due sindaci della città sono stati davvero in gamba. Per cui durante la prima fase dei lavori, abbiamo potuto appoggiarci alle strutture del velodromo di Fiorenzuola per la preparazione a secco delle ragazze. Poi Montichiari ha riaperto e fra poco chiuderà per la seconda e definitiva tranche di lavori che permetteranno di mettere l’impianto a norma. Ma lasciatemi dire una cosa…

Diego Bragato, qui con Villa, ha seguito tutta la preparazione del gruppo pista maschile. Non è a Tokyo per limitazioni Covid
Diego Bragato, qui con Villa, ha seguito tutta la preparazione del gruppo pista maschile. Non è a Tokyo per limitazioni Covid
Avanti.

Mettiamo sempre al centro gli atleti e chi lavora con loro. Mentre con Marco Villa si faceva attività di scouting per trovare atleti da coinvolgere, un gran lavoro lo ha fatto Diego Bragato con il Centro Studi, un grande allenatore. Così siamo riusciti a far crescere con successo nuove generazioni di atleti. Fra le donne ne abbiamo un numero notevole, tutte giovanissime e forti. Fra gli uomini adesso si può scegliere, con l’aggiunta del progetto Arvedi (la squadra bresciana guidata da Massimo Rabbaglio, con sponsor comuni alla Fci, ndr), che ha permesso ad esempio a Lamon, Moro e Plebani di fare attività su strada.

Parigi è domani.

Parigi è davvero vicina e credo che rispetto a cià che già c’è, ci sarebbe da aggiungere quello che manca, non togliere quel che funziona.k

Oggi Martinello ha ricordato di quando coinvolgeste Pinarello.

Altro passaggio importante, vero. Ricordo che quando Ganna non era ancora Ganna, andammo a Treviso a chiedergli un’altra bici per lui e Fausto sgranò gli occhi e se ne uscì con un’affermazione di stupore: «Ancora una? Ma non basta?». Eravamo davvero agli inizi.

Fra i passaggi chiave per la rinascita della pista azzurra e il successo di Tokyo, va segnalato l’uso di Montichiari
Fra i passaggi chiave per la rinascita della pista azzurra e il successo di Tokyo, va segnalato l’uso di Montichiari
Ti sarebbe piaciuto essere là a festeggiare con loro?

Come sapete, sono sempre stato moderato nella gestualità, non avevo il foulard tricolore. Ho sempre fatto parte del gruppo, ero uno di loro (in apertura consegna a Ganna la maglia iridata di Berlino in qualità di vicepresidente Uci, ndr). Se ci fossi andato sarebbe stato per far capire che i risultati di oggi sono frutto di un progetto messo in piedi da tanto tempo. Sono contento di vedere tanti festeggiamenti, per ora Dagnoni aspetta che siano gli altri a fare le cose. Io posso solo dire che quest’oro l’abbiamo progettato noi.

L’oro e gli scherzi: qualcuno stasera perderà i capelli…

04.08.2021
6 min
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Quattro frecce tricolori hanno tinto d’azzurro il velodromo di Izu. Filippo Ganna, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan hanno scritto il loro nome nella leggenda del ciclismo su pista, andando a prendersi a una media impressionante di 64,856 km/h non solo la medaglia d’oro dell’inseguimento a squadre dei Giochi di Tokyo, ma anche il nuovo primato del mondo (3’42”032), che cancella quello di ieri realizzato in semifinale (3’42”307).

Prime fasi di gara, gli azzurri in testa. Dopo la rimonta danese, l’affondo di Ganna e arriverà l’oro
Prime fasi di gara, gli azzurri in testa. Dopo la rimonta danese, l’affondo di Ganna e arriverà l’oro

Treno veloce

Qui il treno veloce che attraversa il Giappone si chiama Shinkansen, ma forse dovranno ribattezzarlo Freccia Azzurra, dopo l’impresa compiuta dai ragazzi di Marco Villa nella finale contro la Danimarca. Da brividi poi l’ultimo chilometro, quando l’Italia è passata da un ritardo di 834 millesimi al vantaggio sul traguardo di 166 millesimi: più di un secondo dato dall’Italia ai rivali, visti i 53.506 secondi impiegati per coprire la distanza contro i 54.539 dei danesi.

Anche il presidente del Coni Malagò e Dagnoni hanno voluto festeggiare con i campioni olimpici
Anche il presidente del Coni Malagò e Dagnoni hanno voluto festeggiare con i campioni olimpici

Bottino pieno

Neanche a dirlo, a condurre la rimonta nei giri finali è stato un monumentale Top Ganna, che in apertura si congratula con i danesi sconfitti e ha impressionato anche sir Bradley Wiggins, presente a bordo pista come corrispondente per Eurosport. Il segreto? E’ che Superpippo non ha mai pensato a nessun altro metallo se non all’oro: «Sapevamo di essere competitivi, quindi era da ieri sera che volevamo arrivare e fare qualcosa di grosso. Sapevamo di avere un buon paracadute, ma il paracadute non lo volevamo, perché volevamo andare in picchiata libera verso il grande risultato. Siamo riusciti a ottenerlo con tanta fatica, sudore e lavoro di squadra». 

L’arrivo di Milan ha fatto fare al quartetto il salto di qualità decisivo
L’arrivo di Milan ha fatto fare al quartetto il salto di qualità decisivo

Insonnia Milan

Parole da leader di un quartetto che era partito da quell’esperienza lampo di Rio 2016, quando erano stati chiamati a sostituire la Russia squalificata per il caos doping scoppiato all’immediata vigilia dell’Olimpiade carioca. Fra le differenze di quella squadra (che volò in Brasile con Lamon, Ganna, Bertazzo e Consonni con Scartezzini riserva) c’è l’inserimento Jonathan Milan. E proprio il ventenne friulano di Buia (paese d’origine anche di Alessandro De Marchi) è il più incredulo.

«Era un sogno, siamo riusciti a realizzarlo tutti insieme, come un vero team. Abbiamo formato un bel gruppo, non solamente noi – racconta emozionato – ho avuto un po’ di difficoltà ad addormentarmi ieri sera tra emozioni, dubbi e pensieri vari. Ero preoccupato di tirare troppo poco o di sbagliare qualcosa. Poi però, mi sono svegliato tranquillo, concentrato sulle possibilità che avevamo».

Un momento atteso per anni: l’oro olimpico: il sogno che diventa realtà
Un momento atteso per anni: l’oro olimpico: il sogno che diventa realtà

La locomotiva di Verbania

Eppure, a quattro tornate dal termine, l’impresa sembrava quasi impossibile (date un’occhiata alla progressione dei tempi nel primo foglio di questo file ufficiale). Persino la formazione femminile, presente in tribuna a fare un tifo indiavolato, stava per rassegnarsi, prima che la Locomotiva di Verbania non decidesse di trasformarsi in Shinkansen.

«Sapevamo che erano più forti su quella distanza – dice Ganna – ma anche che nell’ultimo chilometro avevamo un buono sprint per recuperare tutto il terreno perso. Pensavo a pedalare e a fare la miglior performance possibile e non alla tabella ed è arrivato il record del mondo. I ragazzi mi hanno messo nelle migliori condizioni possibili. Io, una volta che sono lanciato e ho preso il ritmo devo solo mantenere, nient’altro. Vi assicuro che fare il lavoro degli altri tre è molto più difficile». 

La giusta partenza

E così, l’abbiamo chiesto a Lamon come si lancia il quartetto a tutta. Lui ci ha risposto di aver tenuto lo stesso ritmo di ieri, ma Simone poco più in là se la ride e dice: «No no, sei andato molto più forte». Francesco poi aggiunge: «Devo trovare il giusto compromesso tra una partenza forte che non rimanga sulle gambe a tutti. Spero di averlo fatto nel limite del possibile, poi quando sono a ruota è una sofferenza fino alla fine. La mia gara dura un po’ di meno di quella degli altri, ma ce l’ho messa tutta. Andare a letto ieri con già una medaglia al collo è diverso dal giocarsi o tutto o niente, però non ci siamo rassegnati al 2° posto perché l’oro è sempre l’oro». Poi la dedica speciale per il papà: «Compie gli anni giusto oggi, per cui penso sia un buon regalo e rinnovo i miei auguri. Lui lavora in ospedale e ha seguito la gara con un suo collega».

Ottima partenza per Lamon: gli azzurri sono passati subito al comando, ma la strada fino all’oro era ancora lunga
Ottima partenza per Lamon: gli azzurri sono passati subito al comando, ma la strada fino all’oro era ancora lunga

Ruoli invertiti

Simone non bada a tecnicismi: «In finale non c’è un vero piano, alla fine l’adrenalina prende il sopravvento. Finché ne hai, vai». E così è stato fino all’apoteosi d’oro.

«Un mondiale o un europeo ti danno luce sport – aggiunge Top Ganna – l’Olimpiade credo che sia l’emblema di uno sport che magari durante l’anno non viene seguito dai media e poi ai Giochi può portare qualche ragazzo ad avvicinarsi al nostro. Quando abbiamo cominciato noi a Rio, vedevamo le altre nazioni come modelli, magari adesso qualche team ci vede da campioni olimpici come riferimento da battere».

A chi chiede a Superpippo se gli sforzi del doppio impegno siano stati ripagati dalla medaglia odierna: «Sono passate un paio d’ore da quando l’ho vinta, ci pensiamo domani».

Ganna e Consonni sono l’anima della festa, fra battute e racconti
Ganna e Consonni sono l’anima della festa, fra battute e racconti

Birra e capelli

Nunc est bibendum, bisogna festeggiarla e Filippo scherza: «Speriamo di non trovare i 7/11 (negozi aperti 24 ore su 24 qui in Giappone; ndr) aperti, perché sennò finiamo tutta la birra». Poi rivela il voto per l’oro: «Diciamo che qualcuno torna senza capelli stasera. A Villa non possiamo far nulla e ci toccherà colorarglieli o mettergli una parrucca».

Smaltita l’adrenalina e il mal di gambe, Consonni correrà la madison con Viviani
Smaltita l’adrenalina e il mal di gambe, Consonni correrà la madison con Viviani

Tocca a Elia

E a proposito del podio storico, Simone aggiunge: «Qui siamo in quattro, ma c’è tutta una nazione dietro. Volevo ringraziare Liam Bertazzo che non ha corso purtroppo, sicuramente avrebbe fatto il  nostro tempo così come tutti i ragazzi a casa». E’ il più stanco di tutti il bergamasco, ma capitan Ganna lo sprona in vista dei prossimi impegni. «Lui è come un gatto, ha sette vite». «Però qualcuna l’ho già perduta nelle scorse gare – replica Simone – domani mi concedo un po’ di riposo e mi godo Elia nell’omnium, mentre poi mi aspetta la madison».

La fame azzurra di gloria olimpica non si è ancora placata, tocca a te Elia saziarci già tra meno di 24 ore, spazzando via tutti i dubbi dei mesi precedenti. 

Casa Consonni, esplode la festa. E Chiara si commuove

Giada Gambino
04.08.2021
3 min
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Chiara si trova in un bar vicino casa con tutta la famiglia, la tensione è percepibile, la Danimarca sembra avere la meglio sull’Italia, ma ecco che… 

«Hanno vinto, hanno preso l’oro! Non ci credo, non posso crederci! Simo è campione olimpico!».

Papà Consonni stappa la bottiglia di champagne, il brindisi è per il figlio e per tutto il quartetto azzurro. Il cane Margi salta a destra e a sinistra.

Nel frattempo per Simone a Tokyo è il momento delle interviste
Nel frattempo per Simone a Tokyo è il momento delle interviste
Chiara, a cosa pensi?

Mi sarebbe piaciuto essere lì con lui, ma anche qua da casa penso che abbia sentito il mio calore (la voce trema dalla gioia e dall’emozione, ndr).

La vittoria di tuo fratello ripaga in qualche modo la tua assenza in queste Olimpiadi? 

Assolutamente sì! Mi può star bene così e sono stracontenta. Simo se l’è meritato, una medaglia d’oro gli mancava (il sorriso di Chiara è più luminoso del solito, ndr). Stiamo parlando delle Olimpiadi, in pista, con il quartetto: non è da tutti. Agli europei e ai mondiali c’è sempre andato vicino, ma ha fatto solo buoni piazzamenti… Adesso tutto ha un sapore diverso. So bene quali siano i sacrifici che ha dovuto fare e sono molto orgogliosa di lui, come di tutti gli azzurri del resto!

Il 18 aprile Chiara ha vinto la Valenciana. Tornerà a correre con la Valcar fra pochi giorni al Giro di Norvegia
Il 18 aprile Chiara ha vinto la Valenciana. Tornerà a correre con la Valcar fra pochi giorni al Giro di Norvegia
Dicci la verità, anche tu per un momento hai pensato che non ce le facessero…

Sinceramente ero un po’ scettica, pensavo che non ce l’avrebbero fatta per davvero poco. La Danimarca ieri non ha finito bene la prova, quindi non avevo nemmeno un tempo di riferimento. E’ stata una battaglia fino all’ultimo, Pippo ha fatto un recupero negli ultimi due giri impressionante! Sono stati tutti fenomenali.

Cosa avrà pensato tuo fratello? 

Secondo me non ci credeva nemmeno lui, ho visto la sua faccia in televisione… era sconvolto. Spero che si rendano presto conto di cosa hanno fatto e di quanto valgono.

Un altro po’ di famiglia Consonni: oltre alle zie, il primo da sinistra è il papà
Un altro po’ di famiglia Consonni: oltre alle zie, il primo da sinistra è il papà
Oltre ad essere una ciclista bella, simpatica e forte… adesso sei anche la sorella di un campione olimpico, ci pensi?

Madonna sì (ride, ndr), veramente! Hai ragione. Non vedo l’ora che Simo torni a casa per festeggiare con lui.

In un’intervista doppia di qualche mese fa i due, magnificamente opposti, raccontavano di come l’Olimpiade fosse un sogno sempre più concreto per Chiara e «l’atto finale di un libro che abbiamo iniziato a scrivere tanti anni fa» per Simone che sperava potesse diventare «la pagina più importante della mia vita e della mia carriera d’atleta». E così è stato. 

La scaramanzia, il silenzio, l’urlo: Dagnoni tifoso a bordo pista

04.08.2021
2 min
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Spalti con un po’ di pubblico ad Izu. Ma molti sono gli atleti delle nazionali che ancora devo scendere in pista o lo hanno già fatto. Il velodromo è una bomboniera, ma forse per noi italiani è una bomba e basta, pronta ad esplodere… magari di gioia

A sostenere gli azzurri, con bandiere e divisa ufficiale ci sono le ragazze del quartetto. Con bandiere al collo e dita in bocca per la tensione. E c’è anche Cordiano Dagnoni, il presidente della Federazione ciclistica italiana.

Malagò (e alla sue spalle Dagnoni) tra le azzurre ai bordi del parquet
Malagò (e alla sue spalle Dagnoni) tra le azzurre ai bordi del parquet
Una medaglia storica, presidente Dagnoni: se lo aspettava?

Ieri è stata una prestazione maiuscola, ma da qui a dire che me lo aspettavo… Non ho detto niente e neanche per scaramanzia. Però ogni tanto mi veniva quel pensiero e mi chiedevo: chissà come sarà domani alle 11,10 italiane quando tutto sarà finito…

Ed è finita bene…

Però ho voluto godermi ogni attimo di questa finale. E’ stato bellissimo viverla con il presidente Malagò e tutto lo staff venuto sin qui per celebrare questa grande impresa. Era da Roma 1960 che non si vinceva l’oro in questa specialità. E’ un vittoria storica.

Le nostre pistard sugli spalti…Anche loro sono esplose di gioia a fine gara
Le nostre pistard sugli spalti…Anche loro sono esplose di gioia a fine gara
Oggi è stata ancora più impressionante di ieri la rimonta di Pippo Ganna. Quando eravamo sotto di 8 decimi cosa ha pensato?

Vedendo il finale che aveva fatto ieri Ganna ci ho creduto ancora. Ma sono stati tutti campioni. Ognuno ha un ruolo ben definito. Lamon ha un ruolo importante e determinante. Milan è giovane ma ha un motore esagerato. E Consonni è quello che ci mette più cuore di tutti.

E questa sarà un’ulteriore spinta per chi da domani scenderà in pista, a partire da Viviani

Si, credo che sarà uno stimolo un po’ per tutti. Quando tutto l’ambiente è coinvolto e gioisce l’appetito vien mangiando.

La festa è iniziata da poco. Il podio. I complimenti. L’emozione. Il dover ancora realizzare cosa è successo. L’abbraccio di Casa Italia e degli italiani. E non è finita qui

Le gambe degli azzurri e il cuore di Villa: i danesi non avevano scampo

04.08.2021
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Il cuore di Villa sta nelle parole con cui chiude l’intervista prima di correre ai piedi del podio, per piangere ancora con i suoi fantastici ragazzi.

«Sono contentissimo – dice – si è visto, non sono riuscito a trattenere le lacrime pensando anche a quello che abbiamo fatto fino a oggi e anche chi è a casa. Il primo che ho ringraziato per messaggio è stato Scartezzini, l’abbraccio più lungo l’ho avuto con Elia e Bertazzo. Hanno contribuito tutti a questa qualifica, loro quattro l’hanno finalizzata».

In tre verso il traguardo, Ganna guarda, è oro per l’Italia
Tre azzurri verso il traguardo, Ganna guarda, è oro per l’Italia

Paura danese

C’è tanto studio. Avete letto il racconto di Fred Morini. Le parole ieri sera alla squadra dopo aver analizzato i tempi dei danesi. Non era tutto oro quel che luccicava, ma bisognava prenderli con le molle.

«Io credo che dall’altra parte – dice – quello che abbiamo fatto in questi due giorni gli abbia fatto le gambe un po’ molli. Ieri sono caduti, ma erano in vantaggio quasi di un secondo, 1”200-1”300 ai 3.000 metri. Non abbiamo visto com’è finita, però hanno avuto un calo, poi un’accelerazione proprio quando gli inglesi sono calati. L’ho riletta bene. Per me sono tornati a crescere perché hanno trovato l’aria e la scia degli inglesi, che li rilanciati. Noi non dovevamo dargli quell’aria, dovevamo tenerli di là, testa a testa. E nel finale, all’ultimo chilometro mi aspettavo che andassero di più. Invece prima siamo stati in vantaggio noi, poi sono andati in vantaggio loro, però per poco. E con sei decimi a tre giri dalla fine, quando Pippo è andato davanti, ci ho creduto e… Abbiamo vinto!».

Sogno avverato

Ha gli occhi rossi il piccolo cittì che negli anni è diventato gigante. Quando gli diedero in mano il settore, non tutti erano convinti che ne avrebbe retto il peso. Invece il miracolo è successo.

«Prima c’era l’obiettivo Rio e l’abbiamo preso – dice dal cuore – poi abbiamo fatto l’ultimo quartetto a Rio e da lì è partito l’obiettivo Tokyo. Sì, ci credi. Il gruppo ha fatto vedere che aveva qualità e le abbiamo scoperte strada facendo. Avere un gruppo così, con un Consonni che fa secondo al mondiale su strada (il riferimento è a Richmond 2015 fra gli U23, ndr) ti dà la convinzione che hai in mano i ragazzi che contano, i ragazzi del futuro. Però dovevamo pensare anche alla loro carriera su strada e trovare il modo per fare coincidere tutte le cose. Lo abbiamo trovato tutti insieme e siamo arrivati qua. Certo, l’obiettivo era Tokyo 2020. Sogni di vincere, ma vedi che anche le altre nazioni ci puntano fortemente. Credevo che restasse un sogno. Mi dicevo: “No, non posso cedere, devo far vedere ai ragazzi che ci credo. Ma i danesi sono forti, ribaltare e migliorare così… Chissà se anche l’ultima volta miglioriamo?!”. Invece abbiamo migliorato anche l’ultima volta. Ce l’abbiamo fatta e il sogno è diventato realtà».

Un solo grande abbraccio azzurro: non si vinceva da Roma 1960. Non è stato solo un fatto di cuore: nulla è stato lasciato al caso
Non si vinceva da Roma 1960. Non è stato solo un fatto di cuore: nulla è stato lasciato al caso

Benzina Ganna

Vai Marco, valli ad abbracciare e canta insieme a loro per i fratelli d’Italia che oggi sono stati inchiodati agli schermi con voi, dando gas in quegli ultimi tre giri al grande Pippo Ganna, arrivato con gambe ancora potenti grazie al lavoro degli altri. L’avete visto quel gesto? Era la dedica a chi ha dubitato di lui dopo la crono. Con il primo oro per bici.PRO nella sua giovane storia, rivendichiamo il titolo fatto quel giorno: questa sconfitta sarà benzina per la pista. Izu è in fiamme. E l’incendio l’abbiamo appiccato noi.

Il Villaggio, la mensa, l’acqua su Amazon e oggi vanno per l’oro

04.08.2021
5 min
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Dietro le quinte, nel mezzo della scena. Gli orari sono incrociati, perciò quando qua stamattina è l’alba, in Giappone sono le 15,20 e in meno di due ore i ragazzi si sposteranno nel velodromo. Viviani è già andato di mattina. Fred Morini – fisioterapista al seguito della squadra, ex corridore e ottimo amico – racconta con un occhio all’orologio. I tempi sono serrati e guai sciupare un solo minuto che potrebbe servire agli atleti. Sono in un Villaggio dall’altra parte del mondo, la distanza accresce la sensazione di vivere un evento immenso.

L’una di notte

Ieri sera sono rientrati all’una, fra un controllo e una navetta, gli orari sono spostati avanti di circa due ore rispetto al solito.

«Ieri sera c’è stata tantissima euforia – racconta – e un po’ di crisi emotiva. Soprattutto Consonni era molto scosso. Siamo arrivati con una tensione altissima, dopo tanto tempo che non correvano. Non sapevamo niente degli avversari. Dall’Australia c’erano giornalisti e persone dell’Istituto dello Sport che annunciavano un quartetto pronto per distruggere il record del mondo. Facevano paura tutti, poi dopo le qualifiche si è sciolto un iceberg. Abbiamo capito dove si sbagliava, hanno messo a posto i turni. Ieri hanno seguito alla lettera la tabella di Villa e sono arrivati al record del mondo. Ma l’euforia è rientrata in fretta. Quando siamo arrivati al Villaggio, c’erano altri atleti che avevano vinto la medaglia. Per cui dopo un po’ siamo rientrati nelle nostre stanze. Abbiamo fatto i nostri trattamenti sui ragazzi. Villa ha detto qualcosa dopo aver rivisto i tempi degli avversari e siamo andati a dormire».

Viviani è riserva del quartetto, in questi giorni lascia il Villaggio di buon mattino e anticipa sempre i compagni in pista
Viviani in questi giorni lascia il Villaggio di buon mattino e anticipa sempre i compagni in pista

Il Villaggio della pista

Vivono in un ex villaggio turistico a 15 chilometri dal velodromo. Camere da quattro. In una i due massaggiatori (Morini e Baffi, figlio di Adriano, quello del fantacyclig) più Bertazzo e Milan. Nell’altra il resto del team. Si spostano con navette che passano ogni trenta minuti e ne impiegano circa 25. La sistemazione non è il massimo, ma dopo un po’ si sono abituati. Hanno dimenticato il modo di mangiare italiano e si sono adattati a quello che trovano in mensa. Per fortuna lo chef degli stradisti al momento di ripartire ha lasciato loro parmigiano e olio, mentre per l’acqua gasata si sono organizzati i ragazzi: l’hanno ordinata su Amazon e hanno riempito tutti i frigo a disposizione.

I giorni più impegnativi per lo staff sono stati i primi in cui Ganna e Viviani erano ancora con il gruppo strada e bisognava fare avanti e indietro. Poi, una volta entrati nella dimensione della pista, le cose hanno preso un corso più normale.

Ganna sa scherzare, ma è una delle colonne della nazionale
Ganna sa scherzare, ma è una delle colonne della nazionale
Che effetto fa essere alle Olimpiadi?

Non capita tutti i giorni. Era un sogno per me quando facevo il corridore e ogni giorno che vado a colazione e passo davanti ai cinque cerchi sul muro, resto un po’ a guardarli. Ieri Villa, che pure le ha fatte da atleta, diceva che è un sogno anche per lui. E professionalmente esserci è un riconoscimento importante.

E i ragazzi invece come la vivono?

La fortuna di questo gruppo è che ci sono due atleti che certi eventi li sanno sostenere. Il capitano, cioè Viviani. E poi Ganna, che è giovanissimo, ma è stato capace di vincere tutto. A loro si è aggiunto il bimbo, Jonathan Milan, che hanno adottato perché è giovanissimo e perché va davvero forte. E’ un gruppo che sa di avere dei mezzi importanti. E poi zero stress e grandi motivazioni.

Spiega meglio.

Si sta vivendo tutto giorno per giorno. Per noi la qualifica era una semifinale, facendo calcoli sul risultato da centrare per avere il miglior abbinamento nel turno successivo. La semifinale di ieri l’abbiamo vissuta come una finale e in un certo senso lo era, perché c’era un palio la finale per l’oro. Eravamo lì a preparare gli abiti per la cerimonia, sapendo che oggi non avranno nulla da perdere. Il record del mondo potevano farlo i danesi, che in allenamento girano a ritmi pazzeschi. Però l’abbiamo fatto noi.

Milan è il più giovane e va fortissimo: il gruppo lo ha adottato
Milan è il più giovane e va fortissimo: il gruppo lo ha adottato
Non c’è rischio che si siano appagati?

Sono cattivissimi. Ieri sera sono arrivati stanchi, abbiamo fatto i nostri trattamenti, ma stamattina alle 9 erano già in giro per fare colazione e chiedere i rulli. Anche Villa è rimasto colpito. Alle 10 erano già sul lettino per l’attivazione muscolare del mattino. Viviani invece è andato in pista di mattina, perché comunque domani corre.

C’è possibilità secondo te che corra anche il quartetto?

E’ riserva e fino a un’ora prima può subentrare, ma queste sono cose che riguardano Villa. Stamattina Elia ha lavorato un po’ qui al Villaggio, dove abbiamo una bellissima palestra e anche i rulli, poi è andato a Izu.

In cosa consistono i vostri trattamenti?

Siamo partiti con i classici massaggi e poi con il passare dei giorni abbiamo personalizzato il lavoro. Piero Baffi segue il discorso della riattivazione muscolare, ma per fortuna non ci sono state richieste attività particolari, al di fuori di qualche trattamento di osteopatia.

Ieri hanno parlato tutti bene di Marco Villa, il loro riferimento.

Sono con lui da tanti anni, oltre che tecnico è anche un amico. Sa farsi voler bene e anche se parla poco sa farsi capire fino nei dettagli.

La decisione sull’ammissione della Danimarca in finale è stata presa nella notte
La decisione sull’ammissione della Danimarca in finale è stata presa nella notte
Che cosa significa essere a Tokyo per te sul piano professionale?

Lo stimolo per continuare ad aggiornarmi. Si giocano qualcosa di importante, non puoi non essere all’altezza. Tornerò a casa con un’agendina in cui ho scritto i punti su cui lavorare.

Villa parlerà in velodromo della gara di oggi?

Ha parlato ieri sera, come ogni giorno. Parlerà poi in pista.

Strana la decisione di far correre in finale la Danimarca?

Strana e meno facile di come è apparsa. Prima a colazione con Villa e Baffi mi sono trovato al buffet con un inglese e gli ho chiesto. Hanno presentato ricorso e sono stati in pista con i giudici fino a notte fonda, la decisione non è stata presa subito come è parso ieri. In pratica, per quello che ho capito, il danese ha sbagliato, doveva superare l’inglese e non tenere la testa bassa. Ma alla fine il fattore che ha portato alla decisione è stato lo sparo, avvenuto prima dell’incidente. Se lo avesse colpito prima dello sparo, avremmo avuto in finale gli inglesi.

Domani cercheranno di far divertire l’Italia

03.08.2021
5 min
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«E’ tutto merito tuo» grida il ragazzino del quartetto azzurro dei sogni Jonathan Milan. Il suo dito indica Marco Villa, il ct della pista che ha compiuto un altro miracolo, spedendo la squadra dell’inseguimento nella finale olimpica al velodromo di Izu, dove domani (sincronizzate gli orologi: ore 11,06) sfideremo i colossi danesi per l’oro. E’ stata un’Italia da brividi quella che ha battuto al fotofinish nel primo turno (ovvero una sorta di semifinale) la Nuova Zelanda per l’inezia di 0”090. E per lo stesso margine, gli azzurri hanno scritto il loro nome sul libro dei primati, realizzando il nuovo record mondiale in 3’42”307.

Dopo aver parlato da capitano, anche domani Ganna trascinerà l’Italia in finale
Dopo aver parlato da capitano, anche domani Ganna trascinerà l’Italia in finale

Lamon e Consonni

Velocissimo il lancio di Francesco Lamon, poi il testimone è passato a Simone Consonni che ha sua volta ha lasciato spazio a Jonathan Milan. I neozelandesi ci fanno soffrire, arrivano a mezzo secondo di vantaggio. Però a quel punto gli azzurri giocano il jolly, sfoderando la Locomotiva di Verbania. Filippo Ganna mette il turbo e si trascina dietro quel che resta dell’Italia, Consonni e Milan che in volata bruciano i rivali e ora sognano in grande.

Unanime da parte degli azzurri la dedica per il tecnico dell’Italia Marco Villa
Unanime da parte degli azzurri la dedica per il tecnico dell’Italia Marco Villa

Top Ganna

Quando arriva in zona mista, Top Ganna sorride e dichiara: «Oggi siamo arrivati con buona gamba e i ragazzi hanno dimostrato che il lavoro fatto negli anni ha portato davvero a tante cose, a tante emozioni. Più di una volta, l’abbiamo presa in quel posto e tutto torna prima o poi. Nel nostro gruppo ce n’è uno che ha già vinto una medaglia importante (Elia Viviani, oro a Rio 2016 nell’omnium, ndr) e lui sa cosa vuol dire vincerla e io voglio conviderla con gli altri. Gli dico di tenere duro 24 ore, poi se vogliono possono ubriacarsi e sarò il primo ad accompagnarli».

Fattore Elia

L’importanza di avere in gruppo un campione olimpico, nonché il primo ciclista portabandiera nella storia azzurra, è un valore aggiunto, come conferma chi lo conosce meglio di tutti, il compagno di squadra nella Cofidis, Simone Consonni: «Sicuramente, quello che ha fatto scattare questa attenzione per la pista è Elia. E’ grazie a lui che tutta l’Italia ci guarda e noi sentiamo il calore della gente, per cui speriamo di aver regalato emozioni anche oggi».

Futuro Milan

Capitan Top Ganna ringrazia i compagni per la prova da record: «Ridendo e scherzando dovevamo partire a 13”6, mentre al secondo giro eravamo a 13”3. Allora ho detto “Va bene ragazzi, fate quello come volete, ormai siamo lì”. Voglio dire un grazie a tutti, da chi è partito e non l’aveva mai fatto così forte (Lamon), a chi ha fatto il secondo uomo e ci ha portato subito “in tabella” (Consonni) e poi anche a uno alto e giovane che può essere il futuro del ciclismo su pista e non solo, perché anche su strada sa difendersi».

Un abbraccio anche per Lamon, che è andato molto meglio di ieri
Un abbraccio anche per Lamon, che è andato molto meglio di ieri

Berlino addio

L’ultimo riferimento è a Milan, che compirà appena 21 anni a ottobre ed è già sul podio olimpico. Nemmeno il diretto interessato ci crede: «E’ un’emozione indescrivibile, è tutto nuovo, faccio fatica a realizzare dove sono. Rispetto al bronzo di Berlino 2020, sono tanti step in più».

Provateci voi

Le parole quasi gli mancano e anche Lamon annuisce, ma lascia la parola a Consonni: «Siamo partiti subito con una tabella alta, perché sapevamo che era una semifinale impegnativa, in pratica era una “finalona” per entrambi. Siamo stati a tabella e poi sapevamo di avere l’uomo in più che è Filippo, che ci fa fare la differenza alla fine e si è visto anche oggi. Bravi a me e Milan che gli siamo stati a ruota perché non è semplice. Se non ci credete, provateci».

Nel nome di Villa

Top Ganna va così forte, che gli avversari tentano di fermarlo in tutti i modi, ma il verbanese replica a modo suo: «Ci sono nazioni che han detto che il mio manubrio non era omologato, anche se lo è dall’Uci. Avrei potuto correre anche con quello della corsa a punti. Dai, non voglio essere sborone, però volevano metterci il bastone tra le ruote».

Non ha funzionato e ora manca l’ultimo gradino da scalare: «Come già detto prima della semifinale, dobbiamo fare la gara su noi stessi e seguire una persona a bordo pista col tablet a cui crediamo ciecamente. Se lo facciamo alla lettera, abbiamo visto che possiamo fare. Domani Marco Villa sarà sempre il nostro faro e cercheremo di far divertire l’Italia». 

Con queste premesse, prendetevi un’ora libera domattina perché c’è una finale che può regalare i nostri ragazzi alla leggenda. Il vostro tifo si sentirà anche a migliaia di chilometri di distanza e sarà il turbo per i giri finali che eleggeranno il quartetto campione olimpico.

Anche Villa si commuove: record del mondo e super Ganna

03.08.2021
5 min
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Record del mondo e finale con la Danimarca. In quel tripudio di urla e abbracci che è stato il velodromo di Izu dopo la sfida con la Nuova Zelanda, gli occhi non riuscivano a stare dietro alle scene di esultanza senza tornare di tanto in tanto al tabellone che indicava il nuovo record del mondo stabilito dal quartetto azzurro: 3’42”307 alla media di 64,765. Nuova Zelanda 3’42”397, anche il loro sarebbe stato record, ma il nostro è meglio.

Marco Villa ha gli occhi lucidi e per la prima volta in tanti anni lo abbiamo visto esultare come dopo un goal. Lui che si tiene tutto dentro, è arrivato a Tokyo portandosi sulle spalle la responsabilità del doppio impegno di Ganna. E puoi avere fede nel lavoro quanto vuoi, ma se alla fine non salta fuori il tempone, crolla tutto giù.

«Mi tengo tutto dentro – sorride con gli occhi lucidi e a tratti si interrompe come per riordinare le idee – ma oggi mi è sembrato di essere andato un po’ in debito. Quando ho visto che eravamo in vantaggio e poi abbiamo cominciato a perdere… Di solito quando succede così, si va giù. Però probabilmente succede agli altri e a questa squadra no. Con un Ganna così grande che fa la differenza all’ultimo chilometro… Sapete tutti che con le caratteristiche dei nostri corridori non possiamo partire forte e ho sempre detto che la cronometro non ci permetteva di lavorare sulle partenze da fermo, però giorno dopo giorno Pippo ha dimostrato, ne sono convinto e ne ero convinto, che sarebbe migliorato sempre di più. E oggi meglio di ieri e ieri meglio dell’altro ieri e domani… Domani un altro giorno».

Villa ha sofferto nella prima metà di gara, ma alla fine ruggiva come un leone. Poi la scoperta del record…
Villa ha sofferto nella prima metà di gara, ma alla fine ruggiva come un leone. Poi la scoperta del record…

L’Italia si giocherà la finale con la Danimarca, nonostante il goffo incidente per cui Fredrik Madsen ha travolto il terzo britannico, staccato, ma pur sempre in gara.

Pensavi che dopo la caduta sarebbero passati loro?

Era difficile capire cosa sarebbe successo. Io ho uno storico di due settimane fa, dove nella finale per il terzo e quarto posto in Coppa del mondo, Plebani è stato raggiunto e tamponato dallo svizzero e hanno dato la vittoria a noi, perché il regolamento dice che l’avversario lo devi passare. Qui non era il caso di un singolo, ma di un quartetto e ho sentito sparare. Però il danese ha tamponato l’inglese e non gli ha permesso di finire la prova. Potrebbe esserci un warning e loro ne hanno già un altro per i cerotti (ieri i danesi hanno corso con un taping vietato e per questo sono stati ammoniti, ndr). Ma non lo so, non voglio fare il giudice e prendo atto della decisione.

Un grande Ganna, malgrado la crono o proprio grazie alla crono?

Ero più dispiaciuto io di lui, perché Pippo non si è mai lamentato del circuito, ma dei cinque era nettamente quello sfavorito visto il percorso. Si è buttato dentro come se fosse il suo circuito e ha perso per due secondi il bronzo e per quattro l’argento. L’ha presa così e me dispiace, perché ho sempre detto che poteva entrare nella storia prendendo una medaglia a crono e una su pista. Quella su strada l’ha mancata per poco, però… 

Francesco Lamon, l’uomo delle partenza: un ruolo delicatissimo. Ieri si è staccato, oggi è andato meglio
Francesco Lamon, l’uomo delle partenza: un ruolo delicatissimo
Però su pista si corre per l’oro.

Noi eravamo venuti qua per dimostrare e per fare questo. Per avere questo obiettivo con Pippo, anche se che qualcuno era un po’ dubbioso sulla scelta. Che magari se non veniva in pista, poteva vincere la cronometro. E se si prendeva il legno anche qua, si era fallito in tutte e due le parti. Noi siamo partiti un anno fa pensando a questo e Pippo è venuto qui con il suo posto nella cronometro grazie alla vittoria nel campionato del mondo. Se le Olimpiadi ci fossero state l’anno scorso, Pippo non avrebbe corso la crono. Invece si è guadagnato un posto e ha voluto rispettarlo.

Senza neanche un dubbio?

Io sono stato il primo sostenerlo, però questo quartetto è partito 8 anni fa per arrivare qua e Pippo è stato il primo che l’ha sostenuto. Non era giusto abbandonarlo perché adesso è diventato forte di là, quindi abbiamo cercato di credere in qualcosa che, lavorando bene, si poteva fare.

Si era quasi fatta, in effetti…

La prima l’abbiamo sbagliata di poco, anche perché sono andati forte gli altri. Perché Dumoulin aveva smesso poi si è ripresentato e in un anno è diventato ancora Dumoulin. Tanta roba. Dennis senza Tour ha fatto terzo…

Dopo aver tamponato il britannico, Madsen pretendeva anche di avere ragione
Dopo aver tamponato il britannico, Madsen pretendeva anche di avere ragione
In finale con i danesi: come la vedi?

Voglio studiarmi i tempi, non li ho presi e voglio vederli bene. E poi loro nel finale avevano avanti l’Inghilterra che li ha risucchiati forse anche troppo.

Le donne purtroppo sono uscite: si poteva fare di più?

Stiamo lavorando benissimo, al maschile e al femminile. Le ragazze forse vanno a casa con una delusione personale, ma sono giovanissime e devono prendere per esempio questo quartetto che è passato dalla delusione di Rio ed è cresciuto tanto. Non c’è davvero niente di cui lamentarsi. Sono contento del materiale che ho, sono contento dell’attività che ho fatto, sono contento del supporto che mi ha dato la Federazione anche per tenere gli stradisti in pista e questo credo che sia la cosa basilare. Pinarello e Castelli ci hanno dato dei materiali fantastici e… questi tempi, il record del mondo sono frutto di tanto impegno.

Una partenza normale per gli azzurri, per le loro caratteristiche, poi un finale travolgente e il record del mondo 3’42″307
Una partenza normale per gli azzurri, per le loro caratteristiche, poi il record del mondo 3’42″307
Cosa hai detto ai ragazzi?

Non più di tanto. Ieri sera abbiamo fatto il discorso dopo la prova e poi questa mattina sono venuto al velodromo alle 9 con Viviani e loro erano ancora letto. Li ho aspettati qua, sono arrivati alle tre e mezza e abbiamo parlato. Non c’è tanto da dire, sono ragazzi che sanno già quello che devono fare, hanno una grossa esperienza. Sanno sopportare le pressioni, le difficoltà. L’andare in svantaggio è una difficoltà e l’hanno superata. Quindi domani…

Quindi domani?

Faremo tutto il possibile. Oggi anche Elia è venuto qui lavorare anche per il quartetto. Quindi adesso vediamo, parlo coi ragazzi e domani… domani è un altro giorno.

Velodromo velocissimo, si comincia dai quartetti

02.08.2021
5 min
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Si comincia, dunque. Dopo mesi di rincorsa e preparazione, convocazioni ed esclusioni, anche i ragazzi della pista scendono in campo a Tokyo. La scoperta dei giorni scorsi riguarda proprio il velodromo, sulle cui condizioni ci si interrogava da mesi, al pari di tutti i dubbi intorno alle condizioni ambientali della gara su strada.

Lamon è l’uomo che lancerà il quartetto: esplosivo e veloce
Lamon è l’uomo che lancerà il quartetto: esplosivo e veloce

«La pista è stata levigata – ha detto Dino Salvoldi, tecnico delle donne dopo i primi test – e nel velodromo di Izu c’è l’aria condizionata con bassa pressione: si tratta di un anello molto scorrevole. Ci saranno gare con riscontri cronometrici importanti, forse si soffrirà nelle prove più lunghe, in cui chi arriva dalla strada avrà un piccolo vantaggio in termini di resistenza».

Pochi riferimenti

La mancanza di riferimenti cronometrici successivi ai mondiali di Berlino (febbraio 2020) aprirà il campo a possibili sorprese, allo stesso modo per cui sono ancora tutti lì a chiedersi da dove sia venuto fuori il portentoso Marcell Jacobs che ieri ha conquistato l’oro nei 100 metri. Quanti atleti e squadre, alla pari del bresciano, potrebbero aver lavorato a casa propria migliorando in modo imprevedibile? La grossa curiosità verte soprattutto sugli australiani, sempre fortissimi in pista, che nessuno è riuscito a vedere all’opera per più di un anno.

Visti girare in velodromo gli australiani, veri… oggetti misteriosi della sfida
Visti girare in velodromo gli australiani, veri… oggetti misteriosi della sfida

Partenza critica

Proprio legata agli atleti arrivati dagli antipodi è infatti la prima osservazione di Marco Villa, tecnico degli uomini.

«Anche se siamo primi nel ranking mondiale – dice – purtroppo partiremo per quarti. Questo vuol dire che dopo di noi correranno le qualifiche altre quattro formazioni, che potranno prenderci come riferimento. In particolare dopo di noi scenderanno in pista Nuova Zelanda, Danimarca, Australia e Gran Bretagna, alcune fra le squadre più temute. Credo che la Danimarca sia la squadra da battere, visti i risultati mondiali degli ultimi anni. Occhio anche all’Australia, tradizionalmente formazione che si esprime al meglio quando la posta è alta, ma siamo ad un’Olimpiade e tutti gli avversari sulla carta possono correre per il podio».

Rio, un secolo fa

Le prime a scendere in pista per le qualificazioni saranno le ragazze dell’inseguimento a squadre. Atlete di cui sin dai primi passi di bici.PRO nel gruppo vi abbiamo raccontato qualità e sogni. Martina Alzini, Elisa Balsamo, Rachele Barbieri, Martina Fidanza, Vittoria Guazzini, Letizia Paternoster, fra le quali Salvoldi ha selezionato le quattro che si giocheranno la qualificazione: Barbieri, Paternoster, Balsamo e Guazzini.

«Abbiamo lavorato bene – spiega il tecnico azzurro – portando a termine allenamenti che definirei positivi e siamo sereni. Ieri ci siamo concessi un ultimo allenamento su strada e siamo pronti per cominciare. Il confronto con gli altri è duro, qui siamo ai massimi livelli, ma il nostro obiettivo è migliorarci. A Rio è stato un successo qualificarsi ed eravamo a 11” dalle migliori. Ora ci siamo avvicinati. E l’obiettivo è fare il nostro miglior tempo». 

Le azzurre scenderanno in pista a partire dalle 9 ora italiana

Alzini e Paternoster: la prima non farà parte del primo quartetto: entrerà in gara a seguire
Alzini e Paternoster: la prima non farà parte del primo quartetto: entrerà in gara a seguire

Rapporti lunghi

A seguire sarà la volta degli uomini, che ieri hanno tenuto la rituale riunione tecnica in cui si sono decisi rapporti e materiali, sulle Bolide Blue Ego che saranno utilizzate dagli azzurri. In base alla temperatura e alla pressione prima della partenza si valuterà fra 62-63-64. Quest’ultimo, un rapporto molto lungo per le abitudini dei nostri (anche se leggendo quel che ci aveva detto Scartezzini vedendo partire i compagni, era lecito aspettarselo).

«Pista veloce – spiega Villa – l’aria condizionata del velodromo toglie umidità e rende l’aria leggera. E poi avversari che volano. Se vogliamo provarci, dobbiamo un po’ azzardare. Purtroppo l’ho già detto, partiamo prima delle nazioni forti e non posso avere riferimenti, solo quelli in allenamento. Dove non so se giravano così per tabella o su tempi sovrastimati per fare dei test».

Il nostro portabandiera concentrato e tirato: Viviani è pronto
Il nostro portabandiera concentrato e tirato: Viviani è pronto

Ganna recupera

E se qualche domanda era lecita farsela sul recupero di Ganna dopo la crono, Villa spazza il campo da ogni possibile dubbio.

«Confermo – dice – Pippo ha recuperato in questi giorni dallo sforzo e sta bene. Ha provato anche le partenze da fermo».

Accanto ai tecnici nel velodromo, partito Cassani, si è visto per tutto il tempo Roberto Amadio, nuovo responsabile delle nazionali. Gli uomini del quartetto inizieranno le loro qualificazioni un’ora dopo le donne, quindi alle 10. Anche su di loro abbiamo detto, scritto, approfondito e mostrato. Per le qualificazioni scenderanno in pista Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna.

Prove di partenza nel velodromo di Izu per Barbieri e Fidanza
Prove di partenza nel velodromo di Izu per Barbieri e Fidanza

Il calendario

Quello che segue è il calendario delle gare nel velodromo di Izu che vedranno impegnati atleti italiani, con orari italiani per rendere più facile seguirli. Il calendario completo della gare su pista, si può invece consultare dal sito ufficiale dei Giochi di Tokyo 2020.

Inseguimento a Squadre Donne

2 agosto – 8,30-11,30 Qualificazioni (le azzurre correranno a partire dalle 9)

3 agosto – 8,30-11,10 Eliminatorie/Finale

Inseguimento a Squadre Uomini

2 agosto – 8,30-11,30 Qualificazioni (gli azzurri correranno alle 10,02)

3 agosto – 8,30-11,10 Eliminatorie

4 agosto – 8,30-12 Finale

Tutti i ruoli tecnici saranno inquadrati dalla nuova dirigenzafederale: qui Villa con Amadio
Tutti i ruoli tecnici saranno inquadrati dalla nuova dirigenzafederale: qui Villa con Amadio

Omnium Uomini

5 agosto – 8,30-11

Madison Donne

6 agosto – 8,30-12,15

Madison Uomini

7 agosto – 8,30-11,25

Omnium Donne

8 agosto – 3-6,15