Tra watt e posizione, nei segreti della crono di Sobrero

19.06.2021
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«Sapevo che nella parte finale della crono avrei dovuto difendermi – ha detto ieri Sobrero dopo aver vinto il tricolore – per non perdere il vantaggio della salita. E per questo abbiamo montato il 58×11. Ho dato tutto e negli ultimi 2 chilometri ho davvero raschiato il fondo del barile».

Barile ancora pieno

Le sensazioni del piemontese, la cui foto sul traguardo racconta veramente di un’immensa fatica, dicono il giusto anche se quel fondo del barile era ancora pieno di energie da grattare, come dimostra la lettura dei dati e come raccontano le parole di Claudio Cucinotta, preparatore dell’Astana-Premier Tech, che ieri era presente a Faenza. Il team kazako, da quest’anno anche un po’ canadese, si è presentato ieri con un grosso camper, Zanini in ammiraglia, Umberto Inselvini per massaggi e assistenza dopo l’arrivo e due atleti: Sobrero e Felline, che ha ottenuto il 5° posto.

«Matteo è uscito bene dal Giro – dice Cucinotta – ha fatto una settimana tranquilla, in cui ha svolto allenamenti di scarico. Quindi è andato allo Slovenia. Si è allenato lì, diciamo, ed è andato molto forte, facendo terzo in classifica e terzo nell’arrivo più duro, dietro Pogacar e Ulissi. Sapevamo che la condizione fosse buona. Anche per questo alla Adriatica Ionica Race abbiamo pensato di farlo fermare dopo la prima tappa, per puntare tutto su questo italiano».

Quarto nella crono finale del Giro, dopo che un’ammiraglia lo ha stretto alle transenne
Quarto nella crono finale del Giro, dopo che un’ammiraglia lo ha stretto alle transenne

Tutto previsto

I dati sono riservati, ma quel poco che ci viene detto conferma che la gestione della tattica è stata praticamente perfetta e poggiava su uno stato di forma davvero eccellente.

«Sobrero è predisposto per la crono – continua Cucinotta – è un ragazzo intelligente e molto preciso e questo aiuta molto. In più il percorso gli si addiceva, con le salite brevi ma molto ripide. Tanto ci hanno messo anche Ivan Velasco, il performance manager del team che ha fatto tutti i calcoli relativi ai wattaggi da tenere nelle varie sezioni, e il suo allenatore in Astana, che è Maurizio Mazzoleni».

Sullo Zoncolan al Giro, chiuso in crescendo con il 4° posto nella crono
Sullo Zoncolan al Giro, chiuso in crescendo con il 4° posto nella crono

Aerodinamica al top

L’allenatore bergamasco ha seguito la gara da casa e il risultato gli è parso in linea con i dati che aveva in mano.

«E’ stato fatto il miglior avvicinamento – spiega Mazzoleni – con il ritiro dopo la prima tappa della Adriatica Ionica per dargli il tempo di recuperare e fare la ricognizione sul percorso. In alternativa a quella tappa avrebbe dovuto fare un allenamento, ma in corsa è meglio. Matteo ha una bella predisposizione per la crono. Ormai il concetto del cronoman grande e grosso non è più la sola opzione: ci sono Ganna e Affini, ma anche Evenepoel e Sobrero. Dipende tutto dal Cda, il coefficiente di penetrazione aerodinamica, che valutiamo a inizio anno con Ivan Velasco. Se è buono e ci sono i giusti wattaggi, si può pensare di costruire l’atleta in questo senso. E Matteo essendo piccolino ha un volume della sezione frontale molto vantaggioso. Così se in salita è avvantaggiato per il buon rapporto potenza/peso, in pianura è tutto un fatto di watt e penetrazione aerodinamica».

Aveva già vinto il tricolore crono U23 nel 2019, su Aleotti e Puppio
Aveva già vinto il tricolore crono U23 nel 2019, su Aleotti e Puppio

Crono in crescendo

Si spiega così, oltre che per le ottime gambe, il finale in crescendo. Sobrero era indietro al primo intermedio (chilometro 17) posto in cima a Rocca di Monte Poggiolo, prima salita di giornata: 4° a 30” da Ganna. Come ha spiegato, sapeva che la prima frazione di gara invitava a spingere, ma lo avrebbe privato di energie dopo la prima salita.

Al secondo intermedio, collocato a San Mamante (chilometro 26,3) in un tratto pianeggiante dopo la seconda salita di Cima Sabbioni, Matteo è invece passato in testa, con 2 secondi di vantaggio.

Ma il vero capolavoro, dando davvero tutto e spingendo il 58×11, lo ha fatto nel tratto conclusivo. Sul traguardo, dopo 45,7 chilometri, il suo vantaggio su Affini è stato di 25”400.

Questi i dati del cronometro. Poi ci sono quelli del misuratore di potenza, cui però si può attingere con moderazione e limitatamente a quello che ci è stato concesso dall’Astana. 

Per scalare la prima salita (Rocca Monte Poggiolo, lunghezza 1,5 km) Sobrero ha impiegato 3’55” a 22,600 km/h e 421 watt medi.

Nel finale, dove più che raschiare il fondo del bicchiere ha prodotto uno sforzo eccezionale, Sobrero ha percorso gli ultimi 560 metri in 36” a 55,600 km/h e 475 watt medi, concludendo la crono in crescendo.

Finale in crescendo a Faenza, rettilineo finale a 475 watt medi
Finale in crescendo a Faenza, rettilineo finale a 475 watt medi

Adesso la salita

«La prima cosa che ho fatto al ritiro di inizio stagione – prosegue Mazzoleni – è stato il paragone con quello che nel 2020 fece Rohan Dennis sullo Stelvio, di cui tutti si sono stupiti. Ma se noi replichiamo in una salita regolare di 35 minuti i numeri di cui siamo capaci nella crono, possiamo ottenere delle buone prestazioni e tutto sommato ci è già visto nella tappa dura del Giro di Slovenia. Matteo ha margini molto ampi. E’ solo al secondo anno da professionista e il primo è stato quello del Covid, con tutte le sue limitazioni. Questa è stata la prima stagione in cui abbiamo potuto programmare e lavorare secondo il nostro metodo di lavoro e finalmente ha potuto scoprire il suo livello. Io ero sicuro, vedendo i suoi dati, che ci saremmo arrivati».

Questa maglia gli permetterà di spostare più in alto i suoi limiti
Questa maglia gli permetterà di spostare più in alto i suoi limiti

Sa ascoltare

Prima di andare via, l’ultima parola della serata l’abbiamo lasciata a Stefano Zanini, quello che al netto dei numeri e dei watt è stato capace di guardare negli occhi Sobrero e dirgli le giuste parole prima del via e durante la crono.

«Me la sentivo – ha detto Zazà – ci credevamo e sarebbe stato così anche senza i risultati delle ultime settimane. Matteo è un bravissimo ragazzo, ha alle spalle una buona famiglia che ho conosciuto e non poteva essere diversamente. Ma sapete qual è la sua dote più importante? Che ascolta. Matteo è un ragazzo che ascolta…».

Gasparotto Amstel 16

Amstel Gold Race: 7 centri italiani e mai per caso

17.04.2021
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Per molti anni, l’Amstel Gold Race è sembrata la “gara stregata” degli italiani. Dalla sua nascita nel 1966 fino al 1997, avevamo collezionato una sola vittoria e ben 7 piazze d’onore. C’era sempre qualcuno più forte, sin dal 1978 quando Francesco Moser dovette arrendersi nello sprint a due alla maggiore brillantezza del padrone di casa Jan Raas, vincitore della corsa principe del calendario olandese per ben 5 volte.

La svolta di “Zazà”

A sfatare la maledizione era stato nel 1996 Stefano Zanini e per farlo dovette reinventarsi. Era un velocista, ma decise di anticipare lo sprint. «In fuga c’erano Missaglia, Sciandri e Peron, sono partito ai -15 per andarli a prendere – dichiarò all’epoca – poi scattai d’istinto e a 2 chilometri dall’arrivo, vedendo il gruppo in lontananza, capii che era fatta». Secondo fu Mauro Bettin, quinto Fontanelli: un’edizione molto azzurra.

Zanini Amstel 1996
Stefano Zanini, 29 vittorie in carriera, oggi Ds dell’Astana. In Olanda il giorno più bello
Zanini Amstel 1996
Stefano Zanini, 29 vittorie in carriera, oggi Ds dell’Astana.

L’acuto di Bartoli

Altre però ne sarebbero arrivate. Nel 2002 ad esempio ci fu il sigillo di Michele Bartoli, in fuga a 4 con il compagno di squadra russo Ivanov, l’olandese Boogerd e l’americano Armstrong. Quella fu l’ultima classica del Nord vinta dal toscano: «Era un periodo particolare, ero appena rientrato da un infortunio che avevo temuto potesse chiudere la mia carriera in anticipo, poi era appena arrivata mia figlia».

La settimana di Rebellin

Due anni dopo, proprio all’Amstel iniziò la settimana magica di Davide Rebellin, che in 8 giorni portò a casa oltre alla classica olandese anche Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Una gara fortemente italiana (terzo Bettini, quarto Di Luca), con l’olandese Michael Boogerd battuto nello sprint a due dal veneto.

Rebellin Amstel 2004
Rebellin all’Amstel 2004, dietro Boogerd. Quell’anno il veneto vinse la Coppa del Mondo
Rebellin Amstel 2004
Rebellin all’Amstel 2004, dietro Boogerd. Quell’anno il veneto vinse la Coppa del Mondo

Boogerd merita un capitolo a parte: corridore di riferimento al tempo per il ciclismo arancione, con l’Amstel ha avuto un rapporto conflittuale, solo lenito dal successo nel 1999, quando batté Armstrong.

L’olandese infatti è giunto per ben 4 volte secondo e anche nel 2005 incassò una delusione, perdendo in volata con Danilo Di Luca, con Celestino terzo e Rebellin quarto. Boogerd in quel frangente tirava la volata a Freire, solo che andò così forte che lo spagnolo si staccò e quando non ne aveva più, Di Luca gli tolse un altro sorriso dalla bocca…

Cunego, la testa a Liegi

Nel 2008 venne la volta di Damiano Cunego, nel pieno del processo di trasformazione da specialista delle corse a tappe a capitano per le classiche. Nel suo anno migliore (nel 2008 vincerà anche il Lombardia), il veronese batté allo sprint il lussemburghese Schleck e la sua vittoria la raccontò così: «Avevo in testa la Liegi, così vedevo l’Amstel come una prova generale. Attaccavano tutti e non potevo essere sempre io a rincorrere, dovevo anticiparli, così ho trovato la carta vincente».

Damiano Cunego, Amstel 2008
Amstel 2008: Cunego “giustizia” Frank Schleck sul Cauberg
Damiano Cunego, Amstel 2008
Amstel 2008: Cunego “giustizia” Frank Schleck sul Cauberg

Arriva “Gaspa”

Proprio con Cunego e il suo Lombardia sarebbe iniziato un lungo periodo di astinenza da vittorie italiane nelle classiche. A interrompere la parentesi fu Enrico Gasparotto, uscito vittorioso nel 2012 da un quintetto con gente come Freire e Sagan. Il meno pronosticato, che però con l’Amstel aveva saputo instaurare un feeling speciale: sarebbe stato infatti capace di un clamoroso bis nel 2016 (oltre al podio preso anche nel 2018).

Gasparotto Amstel 2016
Il commovente arrivo di Gasparotto nel 2016, con la dedica per Demoitié
Gasparotto Amstel 2016
Il commovente arrivo di Gasparotto nel 2016, con una dedica speciale per Demoitié

Quella vittoria venne vissuta con uno stato d’animo diverso, caratterizzato ancora dal dolore per la perdita, subìta un mese prima, del compagno di squadra francese Antoine Demoitié, uno dei tanti caduti per incidenti stradali: «Il giorno prima arrivò in albergo la moglie, a darci lei una parola di conforto e di motivazione. E’ stata una delle emozioni più forti, io non ero neanche potuto essere al funerale, ero da solo in altura ad allenarmi». Già, certe vittorie hanno davvero un sapore particolare…

Zanini: «La squadra conta, ma serve il capitano forte»

03.04.2021
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Ad Anversa si è da poco conclusa la riunione dei direttori sportivi. Al via del Giro delle Fiandre manca una notte e qualche ora. In questo stesso parcheggio, dove incontriamo Stefano Zanini, diesse dell’Astana Premier Tech, alle 8 di domattina si raduneranno i bus delle squadre.

Diesse in riunione, le ammiragli attendono lungo la Schelda
Diesse in riunione, le ammiragli attendono lungo la Schelda

Vigilia insolita

La gente qui in Belgio gira abbastanza. Sarà anche perché siamo alla vigilia di Pasqua, ma il centro è abbastanza affollato. Certo, però, manca quel solito appeal, quella sana tensione che accompagnava questa corsa.

«Io – racconta Zanini – ho seguito anche il Fiandre scorso e sì: ammetto che è un po’ triste. L’atteggiamento della gente mi sembra un po’ diverso e spero che almeno tutto finisca presto. Questa corsa è veramente diversa senza il pubblico. Qui c’era quasi un milione di persone a bordo strada».

Per i belgi, i fiamminghi specialmente, la Ronde vale un mondiale. Una volta si parlava di “settimana santa”: chissà se l’assenza di pubblico può togliere qualcosa ai corridori di casa?

«”Ni”. Qualcosa sì, perderanno in termini di tifo, ma loro hanno sempre una voglia enorme di lottare per queste bellissime classiche. E poi secondo me belgi e olandesi hanno una marcia in più su queste strade. Le conoscono troppo bene».

Luis Leon Sanchez e Lutsenko, oggi rispettivamente terzo e secondo al Gp Indurain
Luis Leon Sanchez e Lutsenko, oggi rispettivamente terzo e secondo al Gp Indurain

Astana mina vangante?

Si parla poi dell’Astana con Zanini. La squadra turchese non arriva al Fiandre al top. Zazà è ben consapevole di non avere il team per vincere, ma chissà che proprio per questo motivo i suoi ragazzi non possano essere delle mine vaganti. Alla fine correranno senza pressione.

«Noi ci arriviamo così, così… Purtroppo siamo stati abbastanza sfortunati che Lutsenko, il quale sarebbe dovuto essere il capitano, si sia fatto male alla Parigi-Nizza. Perciò abbiamo dovuto cambiare programmi perché non era in forma (per la cronaca esattamente mentre parlavamo il kazako arrivava secondo al Gp Indurain, ndr). O meglio, era pronto, ma dopo quella caduta non lo era più per queste gare. Ci doveva essere Aramburu, ma dopo la Sanremo era parecchio stanco e così abbiamo cambiato il loro calendario».

Vigilia del Fiandre, sui quotidiani è già sfida tra Van Aert, Alaphilippe e Van der Poel
Vigilia del Fiandre, sui quotidiani è già sfida tra Van Aert, Alaphilippe e Van der Poel

Zazà punta su Van Aert

Zanini su queste strade è stato spesso protagonista. Qui serve limare, avere gamba e cattiveria agonistica, tutte qualità che lui aveva. E per questo ha l’occhio lungo.

«Che corsa mi aspetto? Una corsa controllata da due o tre squadre come al solito, Deceunick-Quick Step, Jumbo Visma e Alpecin-Fenix e non credo anche che assisteremo ad una Milano-Sanremo 2.0 in cui resteranno tutti bloccati fino alla fine. Si tratta di una corsa diversa. Senza nulla togliere alla Sanremo, che è la mia gara preferita, qui non ci potrà essere tutto quel controllo. Ci vogliono molte, molte più gambe e secondo me guardando chi ha riposato e chi no, ci saranno delle differenze. Qui la squadra conta è vero. Avere uomini forti capaci di muoversi su queste strade, di portare il meglio possibile il proprio capitano fin dove devono è importante, però alla fine ci deve essere il capitano stesso che viene fuori. Sono strade troppo particolari. Il pavè ti consuma. E anche lo stress per prendere i muri davanti… Sono tanti i fattori che ti svuotano le gambe. Mi aspetto i big».

E allora se si parla di grandi corridori e non solo di squadre, buttiamo sul piatto dei favoriti due nomi: Sagan e Matthew.

«Van Aert – risponde secco Zanini – perché è più più forte».

Okay Zazà, tra meno di 24 ore vedremo se avevi ragione!

Stefano Zanini

Zanini presenta i tre gioiellini dell’Astana

22.12.2020
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L’Astana come molte altre squadre ha deciso di non fare il ritiro di dicembre. Ma i lavori procedono ugualmente. Giusto ieri il preparatore dei turchesi, Maurizio Mazzoleni, aveva finito “il giro”. «Si è spostato lui – spiega Stefano Zanini, uno dei ds Astana – Maurizio ha iniziato dai Paesi Baschi, poi la zona di Montecarlo e infine ha finito gli ultimi test sulla Roncola ieri pomeriggio».

L’Astana aveva già iniziato la sua rivoluzione verde, ingaggiando diversi giovani e con Zanini proprio di loro vogliamo parlare, in particolare dei tre nuovi arrivi italiani: Samuele Battistella, Matteo Sobrero e Andrea Piccolo.

Andrea Piccolo
Andrea Piccolo, classe 2001, debutterà nel WorldTour
Andrea Piccolo
Andrea Piccolo, classe 2001, debutterà nel WorldTour

Il più… Piccolo

«E’ un ragazzo molto interessante Andrea. E’ il più giovane in assoluto del nostro gruppo. Gli servirà tempo per crescere e starà a noi tecnici metterlo nelle migliori condizioni per farlo. Per questo abbiamo deciso un percorso tutto suo, mirato proprio a questo obiettivo. I suoi programmi però, come quelli di tutti gli altri, non li sveleremo prima di gennaio, al momento opportuno. Diciamo che davanti a sé ha un buon calendario che gli lascerà spazio per crescere e per fare risultato. Ci saranno anche gare WorldTour.

«Mazzoleni è soddisfatto. Dice che Andrea sta bene e che ha margini ampi di crescita. Lui aveva già i suoi riferimenti, in quanto lo seguiva dallo scorso anno visto che era nella Colpack».

Matteo Sobrero
Matteo Sobrero, in azione nella crono di Monreale al Giro
Matteo Sobrero
Matteo Sobrero, in azione nella crono di Monreale al Giro

Sobrero, “l’esperto”

«Beh, lui viene dalla NTT e ha già un buon bagaglio – riprende “Zazà” – E’ il più esperto dei tre visto che ha fatto anche il Giro dove si è anche comportato bene. A crono Matteo spinge davvero forte e anche per lui si prospetta un buon futuro. Da quello che mi dicono si sta allenando molto bene ed è parecchio motivato.

«Se ha già la bici da crono? No, per il semplice fatto che prima di dare il materiale nuovo vogliamo aspettare i test che faremo in pista a Valencia, a gennaio. In quell’occasione sistemeremo le posizioni. Alla luce di tutto ciò sarebbe inutile dare la bici prima. No, no sulla crono ci lavoriamo. Ci dobbiamo adeguare ai tempi e agli altri. Nel ritiro spagnolo la useranno. Anche i capitani, Vlasov e Felline, ripeteranno il test».

Talento Battistella

«Premetto che Samuele l’ho solo intravisto in qualche corsa (mentre era alla NTT, ndr), ma è davvero motivato, deciso. In una parola: determinato. Anche di testa è il più “sgamato”. Parlo in base a quel che mi ha detto Mazzoleni.

Samuele Battistella
Battistella è alla seconda stagione nel WorldTour, ha vinto i mondiali U23 nel 2019
Samuele Battistella
Battistella è alla seconda stagione nel WorldTour, ha vinto i mondiali U23 nel 2019

«Io l’ho visto in Belgio, nelle classiche delle Ardenne non nel “Belgio mio” cioè quello del pavé. Si muove bene, sa il fatto suo. In più è veloce e tiene bene in salita. Lui, ma anche gli altri, saranno spesso affiancati dai veterani. Boaro, Izaguirre, Sanchez ma anche lo stesso Davide Martinelli. Per quanto posso vedere io dall’ammiraglia e parlargli, avere chi in gruppo ti spiega le cose dal vivo, da dentro la corsa, fa più effetto».

Pazienza: sì o no?

Zanini ha parlato di lasciare tempo ai ragazzi, di non mettergli fretta, ma visto quel che è accaduto quest’anno siamo sicuri che sia ancora il ciclismo dell’avere pazienza con i giovani?

«Viviamo in un’era in cui ti alzi la mattina e sei già in ritardo! C’è subito stress, così come nel ciclismo c’è bisogno di fare risultato subito. Però per certi corridori non è così. Guardate quello che abbiamo fatto con Miguel Angel Lopez: devi aspettarli, farli crescere per averli pronti e forti nel futuro… e sperare che non vadano via prima! Io però resto del pensiero che se hai dei talenti devi avere pazienza. E poi in squadra abbiamo già chi può vincere e organizzando bene il calendario puoi permetterti di far maturare gli altri senza chiedergli il risultato. 

«Questi tre ragazzi ci daranno belle soddisfazioni, qualcuno vincerà e qualcuno no, ma dovranno essere contenti delle esperienze fatte con il nostro team. Se poi il Piccolo della situazione vince subito, siamo contenti!»