Non si può neanche dire che Fabio Felline la crono di Valdobbiadene l’abbia fatta piano. Il 40° posto a 4’10” da Ganna lascia immaginare che il piemontese dell’Astana abbia quantomeno onorato la prova, ma che poi abbia tirato i remi in barca pensando alle fatiche che lo attendono nei prossimi giorni.
Fabio al Giro non è venuto per fare la sua corsa, puntare a una tappa o magari a qualche maglia di classifica. Come è già successo a Colbrelli, portato al Tour de France soltanto per aiutare Landa, a Felline è stato chiesto di correre in appoggio a Jakob Fuglsang. Per lui sarebbe stata in ogni caso la prima volta in questo ruolo, ma quando Lopez è caduto e Vlasov si è ritirato, sulle sue spalle si è abbattuto un peso ben maggiore di quello che aveva previsto.
«La Astana ha avuto vari inconvenienti – spiega – così il mio primo Giro da uomo squadra, dopo anni da jolly, ha cambiato faccia. Da una parte ho il rammarico del terzo posto di Matera, dall’altro la consapevolezza che per me sino a Milano non ci sarà mai più un giorno di riposo o di disimpegno, perché dovrò rimanere il più a lungo possibile accanto a Jakob».
Alla vigilia della crono, nella discesa che portava verso Monselice, Fabio si è ritrovato improvvisamente a terra mentre la fila marciava a 50 all’ora. Lo ha tirato giù Battaglin, certo inavvertitamente. Il vicentino ha scartato di colpo, probabilmente toccato a sua volta, e il piemontese è finito a terra con la paura poi sfumata di aver rotto qualcosa.
Che effetto fa essere al Giro solo per lavorare?
Lo sto sperimentando e devo ancora ben capire. Già nel 2017 avrei dovuto correre il Giro in questo modo per aiutare Contador, ma presi la toxoplasmosi e non se ne fece nulla. Quel che aiuta è il buon rapporto fra tutti nel team.
La crono di Fuglsang non è andata bene.
Non è andata come si pensava. Ma una cosa che ho imparato è che nei Giri si vive giorno per giorno, perciò oggi è un altro giorno e domani si riposa. E questo non guasta, perché devo rimettermi in sesto.
Dolori per la caduta?
Avevo paura per la rotula, ma ieri nella crono ho avuto sensazioni non male. Sono stato fortunato e va bene così.
Sei un vincente, come va a lavorare per un altro?
Quando c’è superiorità, fa piacere. Il problema è se ti chiedono di tirare per uno che percepisci uguale o peggio di te.
Cosa cambiava per te con Lopez e Vlasov?
Che forse certi giorni avrei potuto mollare prima e magari ragionare su qualche vittoria di tappa. In questo senso però le loro uscite di scena hanno cambiato tutto. Quando Jakob ha bucato il giorno di Cesenatico, ero il suo ultimo uomo e gli ho dato la bici. Con Vlasov accanto, invece, ne avrebbe avuta una della misura giusta.
Una tappa che ti piacerebbe provare?
Ho un vago ricordo della corsa di San Daniele fatta da under 23, quello potrebbe essere il giorno buono. Ma allo stesso modo in cui lo dico, sono pronto a farmi indietro se Jakob avrà bisogno.