Un bel colpo di vernice per l’Astana PremierTech in vista dell’anno venturo. Partono corridori importanti e altrettanti ne arrivano. E tra i nuovi innesti ce n’è uno che potrà cambiare non poco parte del Dna del team kazako, da sempre votato alle corse a tappe. E’ Gianni Moscon. Con lui si punterà forte sulle classiche.
E’ vero, Fuglsang ha vinto una Liegi, ma non era uomo puro da classiche. Parliamo di un corridore che puntava anche ai grandi Giri, un corridore che prima del boom della Danimarca faceva anche le crono per la sua Nazione.
Moscon leader
E in questo cambiamento c’è uno dei diesse turchese che più di altri risentirà di questo cambiamento. E’ Stefano Zanini.
«Mi fa piacere – dice Zazà – che l’Astana abbia preso un corridore così per l’anno prossimo e quelli a venire. Moscon è un uomo importantissimo per le classiche, da noi sarà un leader. E mi dispiace che non abbia vinto la Roubaix domenica scorsa, ma vorrà dire che potrà farlo l’anno prossimo! A mio avviso se la meritava, ma contro la sfortuna c’è poco da fare.
«Se lo conosco? No, non ancora. Sì ci salutiamo alle corse quando ci incrociamo, ma non di più. Però credo sia un ragazzo che fa le cose per bene, un professionista serio. E in Astana avrà lo spazio per esprimere il suo potenziale».
Un gruppo per le classiche
Con queste parole Zanini introduce il discorso fiducia. Un discorso che vale per tutti, ma per alcuni corridori ancora di più. E Moscon è un ragazzo, magari anche taciturno, un duro apparentemente, ma quando sente l’appoggio della squadra (e lo disse anche Cioni a suo tempo) rende molto di più.
«Avrà la fiducia certamente – riprende Zanini – è un leader e quando sarà in condizione ne avrà ancora di più e quando non lo sarà potrà aiutare i suoi compagni. A quel punto loro potranno ricambiare dando il 110% per lui. Un campione può portare a casa un qualcosa anche quando non ha una grande gamba. Dai, avrà l’ambiente giusto.
«Io lo vedo bene più per le classiche della “prima parte”, quindi Roubaix, Fiandre… Ma come ho appena detto un campione riesce a fare grandi cose anche in gare che non sono adatte alle sue caratteristiche».
Zazà gasato
Ma l’arrivo di Moscon è un bel cambio di marcia anche per Zanini stesso. Lui, il “Maciste”, l’uomo tosto da Nord che vince l’Amstel e che non ha paura di freddo e pietre, potrà trasmettere parecchio al trentino. Senza contare che proprio per queste sue caratteristiche e il suo passato da corridore, solitamente spetta a lui guidare l’Astana in quelle corse. E’ stimolante anche per lui affrontare per la prima volta con un corridore così competitivo?
«Molto stimolante! Credetemi, già ci penso. Con la testa sono già là. Però devo dire che un uomo per il Nord ce lo abbiamo già avuto: Davide Ballerini, ma era alla prima esperienza e se sei al primo anno puoi essere forte fin che vuoi, ma non improvvisi niente».
Ma Gianni non sarà solo. Per vincere avrà bisogno di una squadra che lo potrà supportare.
«Un gruppo di lavoro preciso ancora non c’è chiaramente. Adesso vedremo con Martinelli e gli altri diesse. Perdiamo gente come Aranburu (quest’anno cresciuto moltissimo, ndr), Luis Leon Sanchez (e Zazà aggiunge un “porca miseria”!, ndr), gli Izaguirre. Però abbiamo un giovane interessante che è Fedorov. E’ al primo anno, ha poca esperienza ma sembra portato per quelle classiche. E c’è anche Gruzdev: un bel toro… quando vuole. E devo dire che Lutsenko stesso ha già fatto delle buone gare sul pavé».