Villella tra Lopez, Mas, la Liegi e il Giro

25.11.2020
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Per Davide Villella oggi è stato il terzo allenamento in vista della stagione 2021. Il corridore della Movistar ha ripreso a pedalare lunedì, dopo un mese di stop. Quattro settimane tonde, tonde in cui ne ha approfittato per staccare, fare qualche corsetta a piedi, far rigenerare il fisico da una stagione comunque dispendiosa.

Niente vacanze quindi?

Volevo andare al mare ma nulla. Alla fine sono tre anni che non ci vado. Un inverno perché ero impegnato a casa, uno perché sono andato a New York e quest’anno perché c’è il covid.

Partiamo dal tuo 2020…

Ero partito bene a Majorca e alla Valenciana. A Majorca avevo fatto terzo e Soler aveva vinto. E lì in qualche modo la stagione si è interrotta subito. Per uno come me che ha bisogno di correre e fare le corse a tappe per trovare la condizione, non è stato possibile. Prima del Giro ho disputato solo la Tirreno e le corse di un giorno, non molto adatte a me. Al Giro poi mi aspettavo un po’ di più, ma almeno ci siamo fatti vedere. Non avendo un leader ero spesso in fuga.

Davide Villella
Villella durante una delle sue uscite di running
Davide Villella
Villella durante una delle sue uscite di running
Tu e anche il tuo “gemello” Davide Formolo da dilettanti eravate due fenomeni, cosa vi è mancato tra i pro’?

Sinceramente non lo so. Sì, eravamo dilettanti di prima fascia: io ho vinto il Val d’Aosta, Formolo il Nettarine e comunque eravamo sempre lì a lottare. Poi, una volta che passi ti ritrovi improvvisamente con un livello più alto e tutto si fa più difficile. La gente aspetta sempre il nuovo Merckx, ma noi corridori siamo ragazzi. Una cosa è certa, non è che non ci mettiamo impegno.

Però Pogacar, Evenepoel, Bernal, Hindley… loro sono giovani e vanno forte. Che idea ti sei fatto?

Il mondo è andato avanti ed è sempre più estremo. Di sicuro hanno talento, ma magari hanno degli staff (preparatore, nutrizionista…) molto più preparati rispetto a 5-6 anni fa quando siamo passati noi. Un lasso di tempo che sembra ieri, ma in realtà non è poco, visto che le cose cambiano di anno in anno.

La Movistar ha cambiato molto in questo 2020 e ci stava che non raccogliesse come al solito, poi il covid ha fatto il resto, però è pronta a tornare…

Già lo scorso anno ci dissero chiaramente che con tutti i cambiamenti la stagione sarebbe stata diversa. Sono cambiate molte persone. Sono andati via Landa e Quintana e il lockdown non ha aiutato. Alla fine però abbiamo fatto quinti al Tour e alla Vuelta con Mas. Io credo che già il prossimo anno sarà diverso, anche perché ci sarà anche Lopez e i giovani hanno un anno di esperienza in più.

E il tuo ruolo quale sarà?

Non sono uno che vince sempre e quindi correrò in appoggio ai capitani.

E’ questa oggi la tua dimensione? Non ti piacerebbe tornare il vincente che eri da dilettante?

La speranza di tornare a vincere c’è, però aiutare i capitano non è uno smacco per me. Ottenere la loro fiducia è una bella cosa. Di campioni in grado di vincere un grande Giro ce ne sono pochi. E comunque in tre settimane un’opportunità per i gregari c’è. E’ che a volte servirebbe un po’ di fortuna oltre alle gambe.

Hai fatto dieci grandi Giri, ma non ancora il Tour: è nei tuoi programmi?

Mi piacerebbe farlo, ma non sappiamo ancora nulla. Il ritiro post Vuelta è saltato, quello di dicembre anche. Dovremmo farne uno a gennaio.

Davide Villlella
A Majorca ha corso con Valverde
Villella ha debuttato con la Movistar nelle gare majorchine
Okay facciamo un “gioco”. Stagione “covid free” e Unzue ti dà carta bianca: disegna il tuo calendario!

Partirei con la Valenciana. Poi Tirreno o Catalunya e farei il Trentino, che piace molto, ma saltando le ultime due tappe per andare direttamente alla Liegi. Questo è l’avvicinamento ideale. Poi da italiano dico il Giro, ma non nascondo che mi piacerebbe fare il Tour. E per finire la Vuelta. Di solito io facevo Giro e Vuelta, se dovessi andare in Francia farei Tour e Vuelta.

Quindi punteresti alla Liegi?

Eh sì, un picco di forma anche per il Giro. Il periodo è quello.

E andresti al Giro per…

Vincere una tappa.

Tra i capitani in Movistar con chi ti sei trovato particolarmente bene?

Alla fine io con Mas e Valverde ho corso poco, giusto alla Valenciana. Poi ci hanno diviso in gruppi cercando di mischiarci il meno possibile. Nel ritiro ad Andorra, a luglio, entrambi hanno mostrato grande serietà e professionalità. Valverde è molto alla mano: un bambino cresciuto!

In tutti questi anno di professionismo qual è stata la lezione più grande?

Io ho il vizio di allenarmi troppo. Nei primi anni da pro’ non esisteva più il riposo. Anche nel giorno di scarico alla fine facevo due ore e neanche tanto piano. Era sbagliato, anche mentalmente diventava pesante. Invece a forza di ascoltare i preparatori ed osservare i leader nei ritiri ho capito che il giorno di riposo serve.

E’ in arrivo Lopez, lo conosci? Sarai magari il suo ultimo o penultimo uomo per la salita?

Sì, e bene. Dai tempi dell’Astana ne abbiamo fatte molte di corse e di Giri insieme. Però ultimo uomo per la salita no! Spero di essergli a fianco. E lo stesso vale per Mas. Uno di loro due, prima o poi un grande Giro lo vince. Ma devono migliorare a crono.

Se dovessi scommettere 10 euro su chi lo vince prima su chi li punteresti?

Ma che domande (ride, ndr)! Tu su chi li punteresti?

Io su Lopez…

Beh, allora io dico Mas.