Moser: «Roubaix senza tifosi? Non cambia nulla»

01.04.2021
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Parigi-Roubaix sì o no? Anche se viene dato quasi per certo il suo rinvio a ottobre, nell’ambiente la speranza continua a esistere e qualcuno dice che gli organizzatori (gli stessi del Tour de France) si sarebbero tenuti una porticina aperta, di concerto con le autorità locali, per permettere la disputa della corsa l’11 aprile, nella data prevista, anche se rigorosamente a porte chiuse.

Dipenderà molto dall’andamento dei contagi da qui alla metà della prossima settimana, ma a questo punto ci si chiede se una Roubaix senza pubblico (ricordiamo che la classica del pavé è stata l’unica lo scorso anno tra le Monumento a non essere stata recuperata) sarà diversa dal solito. Chi ha un’opinione molto chiara in proposito è chi la Roubaix la conosce bene, per averla vinta ben tre volte di seguito (1978-79-80, la terza nella foto d’apertura): Francesco Moser.

Nel 1978, iridato in carica, Moser vince la prima Roubaix
Nel 1978, iridato in carica, Moser vince la prima Roubaix

«Cambia forse per lo spettacolo, per chi guarda – dice – ma non per i corridori. Alla Roubaix devi essere sempre concentrato al 100 per cento su quel che avviene in corsa, mentalmente è di gran lunga la gara più difficile dell’anno perché non basta controllare gli avversari, ma devi guardare anche dove metti le ruote».

Ci sono punti tranquilli?

Se sei fortunato, nella primissima parte quando si procede tutti in gruppo, ma già al primo settore di pavé la corsa esplode e allora guai a chi si distrae.

Roubaix del 1979, Francesco si avvia a vincere per la seconda volta
Roubaix del 1979, Francesco si avvia a vincere per la seconda volta
Si è visto d’altronde alla Parigi-Nizza come la gente si assembri appena c’è l’occasione per applaudire i corridori…

Quando passi nei paesini la gente si riversa sulle strade, la Roubaix è un evento unico, atteso tutto l’anno. Al Fiandre è lo stesso, nei punti strategici trovi sempre tante persone. Sono convinto che domenica ce ne saranno lo stesso a dispetto dei divieti. Ripeto però, per i corridori non cambia nulla.

E’ vero che ogni tratto di pavé è diverso dall’altro?

Sì, per questo devi essere sempre sveglio. Se c’è pioggia si viaggia sempre al centro della strada, se è asciutto devi decidere ogni volta dove passare, sperando che la traiettoria sia priva di buche. Devi scegliere in una frazione di secondo. Per questo servono tanta fortuna e mente sveglia. So ad esempio che ci sono squadre di volontari che vanno a posizionare sassi nuovi nei tratti di pavé per impedire che ci siano buche troppo grosse.

Nel 2016 Ganna ha vinto la Roubaix U23 in maglia Colpack: per Moser è lui l’italiano più adatto
Nel 2016 Ganna vince la Roubaix U23: per Moser è l’italiano più adatto
Nel caso si spostasse a ottobre, che cosa cambia per i corridori?

Credo che le condizioni climatiche sarebbero migliori. Il problema è che la Roubaix non s’inventa, la devi preparare prima e al termine dei grandi Giri molto potrebbe cambiare.

Guardando agli italiani su chi scommetterebbe un euro?

Daniel Oss è uno che ha sempre fatto bene, ma viste anche le mansioni di squadra, non punteranno su di lui. Invece Trentin potrebbe davvero ottenere un bel risultato. Sapete però chi è davvero tagliato per la Roubaix? Filippo Ganna, l’ha anche vinta da U23. Ha la gamba giusta perché sa spingere i grandi rapporti, ma deve fare esperienza e mentalizzarsi sulla gara, sin dall’inizio della stagione.