Manuele Boaro

Simulazione del ritiro, Boaro riparte così

29.11.2020
4 min
Salva

Manuele Boaro sta per affrontare la sua undicesima stagione da professionista. Da cronoman di belle speranze è diventato uno dei gregari più apprezzati del gruppo. E non è un caso che abbia militato sempre in squadre importanti e sia stato al fianco di grandi campioni come Contador, Sagan e Nibali

Il bergamasco ha ripreso a pedalare da una settimana e con lui vogliamo capire come un professionista gestisce la sua giornata in questa fase della stagione.

L’allenamento

«Ho fatto tre settimane di stacco, in due delle quali sono stato totalmente fermo e in una ho fatto qualche camminata in montagna. Un giorno sono stato sul Linzone, vicino Bergamo. Bellissimo, lassù a quota 1.300 metri c’era il sole e sotto la nebbia: sembrava di essere molto più in alto. Questa uscita mi è servita per rimettermi in attività. Dalla scorsa settimana invece sono risalito in sella».

Manuele Boaro
Manuele Boaro sul Linzone, nel bergamasco
Manuele Boaro
Manuele Boaro sul Linzone, nel bergamasco

In accordo con il suo preparatore, Giacomo Notari, sempre dell’Astana, Manuele sta facendo un po’ di base, uscite molto blande. Un primo vero blocco di lavoro andrà in scena dal 10 al 20 dicembre.

«In quei giorni cercheremo di simulare un ritiro. Sarà una fase molto importante per la base di tutta la prossima stagione. Per ora in bici guardo il panorama, cosa che non faccio mai! Poi faccio qualche esercizio di squat, visto che le palestre sono chiuse e non posso fare il classico allenamento palestra e a seguire bici. Pertanto è una ripresa molto blanda, anche perché non sappiamo ancora quando inizieremo. 

«Prima di riprendere sono andato dall’osteopata. Ero caduto a tre tappe dalla fine del Giro e volevo controllare che tutto fosse okay. Ci sono andato prima di rimontare in sella e dopo alcuni giorni per vedere come reagivo».

Il riposo

Boaro ammette che gli piace dormire. In questo periodo se la prende un po’ più comoda, ma se ha degli impegni, anche extra ciclistici, per non mandarla per le lunghe, la sveglia la mette.

«Solo che spesso la rimando e posso dormire anche un’ora in più. Però sostanzialmente non cambio troppo i miei ritmi rispetto al pieno della stagione».

Al rientro dopo il pranzo, l’obiettivo è rilassarsi, ma con due bambine piccole non sempre ci riesce.

«Mi piace la Play Station, compro i giochi, ma poi restano lì! In questo periodo cerco di fare quel che non posso durante il resto della stagione: magari sistemo il giardino, esco per delle compere o vado a dare una mano al magazzino della mia compagna Sara. Quando invece sono in periodo di gare cerco di riposarmi di più e di stare con le bambine. Inoltre avendo la fortuna di avere il massaggiatore della squadra, Umberto Inselvini, vicino casa mi accordo con lui per fare dei massaggi. Non faccio stretching, perché ho la fortuna di essere abbastanza sciolto».

L’alimentazione

E’ forse la parte della sua vita da atleta che Boaro cura con più attenzione. E il suo perché segue un ragionamento molto interessante: «Oggi le preparazioni le fanno tutti bene, le tabelle le trovi anche su internet. Aspetti come l’alimentazione diventano importantissimi per esprimere al meglio quel che fai. E più si andrà avanti e più sarà così, specialmente per gli scalatori.

Manuele Boaro
Boaro (33 anni) nella crono di Valdobbiadene all’ultimo Giro
Manuele Boaro
Boaro nella crono di Valdobbiadene all’ultimo Giro

«Cosa mangio? Diciamo che adesso mangio! Se devo farmi una pizza in più lo faccio senza problemi, mentre in piena stagione cerco di essere molto più attento. Ho la fortuna di essere seguito da Erica Lombardi, la dietista dell’Astana, e ho visto grandi miglioramenti. Mi ha aiutato molto seguire i suoi consigli durante la quarantena. In queste settimane di stacco ho preso 3 chili, ma va bene anche in vista dei lavori. Però avere un appoggio come il suo è importante, anche per la testa. L’ho visto appunto durante la quarantena. Avevo una tabella di programma sui rulli e in base a questa lei mi ha detto cosa dovevo mangiare. Inoltre voleva sapere le mie sensazioni in modo eventualmente da correggere il tiro. Quando mi sono presentato a Livigno nel ritiro dopo il lockdown stavo meglio che prima. Le ho detto: dimmi cosa devo comprare e mi sono fidato. Durante lo stop di primavera la pasta l’ho mangiata forse due volte, poi sempre orzo, farro, patate… tanto una volta riprese le corse avrei mangiato pasta e riso per mesi».

E la crono?

Infine una curiosità che ci stuzzicava nella preparazione di Boaro: la crono. Manuele è stato uno degli specialisti italiani più forti degli ultimi anni. Per due volte ha sfiorato il titolo nazionale: «Ma nel corso degli anni – dice – le cose sono cambiate. Adesso svolgo un ruolo diverso, al servizio dei capitani e nelle crono la squadra mi fa risparmiare energie, quindi devo farle “piano”. Inoltre i giovani sono cresciuti molto. E allora o sei in una squadra che ha la cultura della crono e la fai per vincere o non serve a nulla. Per me fare 7° non avrebbe senso, per un giovane okay. Per me resta importante il campionato italiano perché magari posso giocarmi il podio, ma conosco i watt che fa Ganna e so che non posso competere con chi sta lavorando per battere il record dell’Ora».