E’ cresciuto gradualmente venendo scoperto un po’ per caso nonostante abbia un cognome importante. E con la maglia della Beltrami TSA Tre Colli ha già debuttato in mezzo ai pro’ al Grand Prix La Marsellaise ad inizio febbraio. Tommaso Anastasia ha 18 anni, arriva dagli juniores ed è nipote d’arte di zio Flavio, storico oro mondiale 1991 e argento olimpico 1992 della cronosquadre di 100 chilometri.
Al momento non sembra la solita storia del predestinato, ma il veronese di Sona ci ha messo tanto del suo negli ultimi anni per richiamare l’attenzione a sé. Le uniche due vittorie ottenute nelle categorie giovanili sono arrivate nel 2024 con la Autozai-Contri, proprio quando servivano per salire al piano superiore. Il giovane Anastasia ora ha rotto il ghiaccio e sa cosa lo aspetta per completarsi come corridore (in apertura foto Dallatana).
Notato da Miodini
L’ingaggio di Anastasia da parte della Beltrami TSA Tre Colli è stato senza dubbio uno dei colpi più interessanti del mercato, soprattutto in proiezione futura. Ma c’è una simpatica curiosità che lo ha portato alla squadra reggiana-parmense guidata da Roberto Miodini.
«Tommaso è un ragazzo molto interessante – racconta il diesse – che ha finito una gara dura come quella di Marsiglia molto bene. Ha pagato una comprensibile inesperienza, altrimenti sarebbe arrivato più avanti del novantesimo posto. E’ stato sempre nel primo grande gruppo inseguitore che poi si è sfaldato nelle ultime due salite, ma è comunque stato bravissimo. Ora devo conoscerlo meglio in gara, ma sarà da valutare a pieno regime dopo la maturità. Fino ad allora deve restare tranquillo, imparare dai compagni più esperti e correre per fare esperienza.
«Non lo conoscevamo – prosegue Miodini – e lo abbiamo scoperto andando a seguire il suo compagno di squadra Garbi, un ragazzo della nostra zona che poi è venuto anche lui da noi. Siamo rimasti subito colpiti da Tommaso. Gli abbiamo fatto fare dei test e i suoi dati dicono che ha del motore. Dipenderà da lui cosa vorrà fare e dove vorrà arrivare, come per tutti. Abbiamo avuto degli esempi nitidi in casa. Deve crederci lui e non perché glielo dicono gli altri».
Tommaso, fin qui le parole di Miodini, ora tocca a te: raccontaci il tuo esordio. E’ stato più duro del previsto?
E’ stato in linea con le mie aspettative. Sapevo già da tempo che avrei corso a Marsiglia e quindi avevo preparato bene la distanza. Infatti non mi ha spaventato fare più di 160 chilometri, ma sono rimasto impressionato dal ritmo. Siamo andati forte nella prima ora perché voleva andare via la fuga. E siamo partiti praticamente in salita, che non mi era mai capitato da juniores.
Il resto della gara com’è andato?
Bene, col passare dei chilometri ho avvertito sensazione sempre migliori. Ho tenuto il gruppo dei forti fin dove ho potuto, ma nel finale ho preso troppo indietro una salita e ho dovuto inseguire. Chiaramente è un discorso di inesperienza, perché ho capito quanto siano importanti quei momenti in cui guadagnare posizioni in gruppo per non soffrire dopo. Fa tutto parte di questo percorso.
Oltre alla Beltrami avevi avuto altre proposte?
Sì, qualche altra squadra mi aveva cercato, ma quando ho saputo che interessavo a loro, ho scelto subito la loro offerta. Il progetto della Beltrami è quello che mi è piaciuto di più, proprio per il tipo di calendario che fanno. Possono correre gare con i pro’ e questo aiuta tanto la crescita di un’atleta. Spero di farne il più possibile e spero che questa squadra possa essere un trampolino di lancio per me.
Che tipo di corridore è Tommaso Anastasia?
Le mie caratteristiche sono da passista-veloce. Mi piacciono le salite brevi, tipo le Ardenne e mi trovo a mio agio nelle gare mosse in cui posso provare la fuga da lontano o magari giocarmi uno arrivo ristretto visto che non sono fermo in volata. Sto lavorando sulle salite più lunghe e voglio migliorare la resistenza, per avere nei finali la stessa performance del resto della gara.
Come stai conciliando scuola e ciclismo?
Il carico di lavoro in bici è aumentato ovviamente, però in modo graduale, specie in funzione dello studio. Frequento l’istituto economico di Villafranca con l’indirizzo di sistemi informatici aziendali. Vado bene, anche se non sto al passo come gli altri miei compagni di classe. Col tutor tuttavia riesco a programmare interrogazioni e compiti in base alle assenze per le gare senza grossi problemi.
Le annate da juniores come sono state?
Tenete presente che fino ad allievo avevo fatto molto poco. Correvo con la S.C. Valeggio, con cui ho fatto anche il primo anno da juniores. Nel frattempo ero cresciuto anche fisicamente. Mi sono fatto vedere con un terzo posto e altri piazzamenti nei dieci, guadagnandomi la chiamata della Autozai-Contri, dove ho fatto un vero e proprio salto di qualità. So di avere ancora margini di miglioramento. Infatti già adesso mi sento cambiato. Sento di non essere al limite e questo è anche importante per impostare le tabelle col mio preparatore Paolo Artuso in accordo con la squadra.
Zio Flavio, che stravede per te, ti ha ispirato oppure hai avuto qualche altro riferimento?
Naturalmente per una questione anagrafica non ho potuto vivere il periodo di Flavio, però ho visto le sue imprese sul web, su YouTube. Di sicuro lui ha influito perché ho parlato molto con lui di ciclismo. Andando invece su qualcuno di più contemporaneo a me, quello che mi piace più di tutti è Alaphilippe. Fatte le debite proporzioni, come caratteristiche mi sento molto simile a lui.
Quali sono le prossime gare e i tuoi obiettivi per il 2025?
Dovrei correre la San Geo e forse il Laigueglia, se la Beltrami sarà invitata. Poi non vedo l’ora di correre il Palio del Recioto, che è poco lontano da casa mia, anche se a settembre a Sona si corre da tanti anni il GP San Luigi. Per il resto cercherò di essere di supporto alla squadra ed imparare il più possibile. Vorrei mettermi in mostra sia in mezzo ai pro’ che nelle gare internazionali per U23. Se arriveranno piazzamenti o vittorie tanto meglio. Di solito nelle seconde parti di stagione sono sempre andato meglio, speriamo sia così anche quest’anno.