Allarme di Beltrami: continental a rischio. La Fci risponda

11.08.2021
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Nell’articolo del mattino in cui si parlava con Rossato della crono e della squadra under 23 della Bardiani, abbiamo fatto volutamente un’annotazione sul fatto che questo potrebbe minare in qualche modo le dinamiche del ciclismo giovanile in Italia. Per confutare questa sensazione, abbiamo chiamato in causa Graziano Beltrami, imprenditore e finanziatore dell’omonima squadra continental, gestita da Stefano Chiari con Orlando Maini sull’ammiraglia.

Lo sguardo è lucido, l’approccio manageriale come si conviene a un manager, ma la competenza e la passione che affiorano dalle parole sono di assoluto rispetto.

«Le problematiche che vedo – dice – sono relative alla funzione delle squadre continental e quello che stanno facendo le professional in rapporto all’attività under 23, che sta prendendo una piega completamente diversa da quello che si era detto. Basta guardare la vittoria dell’altro giorno di Zana tra i professionisti, che poi va a correre il Tour de l’AvenirLe continental erano nate con un obiettivo secondo me meritorio, quello di cercare i giovani di primo e secondo anno. Accompagnarli ad una attività sempre più qualificata, portarli a una maturità… Questo viene completamente cancellato dalle politiche che stanno attuando le squadre professional, che vanno a raccoglierli tutti, gli fanno dei contratti da professionista e se li portano via».

Graziano Beltrami è il titolare della Beltrami TSA che sponsorizza l’omonima continental
Graziano Beltrami è il titolare della Beltrami TSA che sponsorizza l’omonima continental
E voi?

A noi restano gli obblighi. Dobbiamo avere da 10 a 16 corridori e avere 80 punti. Quindi, considerato che i giovani più forti da noi neanche ci arrivano, devi trovare un corridore che i punti te li porti in eredità. Quindi devi prendere un corridore di quarto anno oppure vai a prendere Rebellin, facendo però un lavoro che non è quello per cui le continental sono nate. Abbiamo un ragazzo con 40 punti, ma solo perché lo abbiamo fatto firmare quattro mesi fa quando nessuno se lo filava. E questo mi fa pensare a un problema, che secondo me è il più grosso…

Quale?

Il discorso dei contratti, che noi possiamo fare solo annuali. Così il corridore che pedala un po’ ce lo portano via e allora… hai finito il gioco. Il Baroncini della situazione, ad esempio. La stessa Colpack che l’anno scorso ha fatto un articolo che non finiva più, perché gli portano via tutti i corridori, arriva e si prende il nostro, che poi passa per essere frutto del suo vivaio. Adesso ne ho un altro e ci sono due squadre che non vedono l’ora di portarselo via. Lui non vuole andare, ma il suo procuratore tira perché vada. Ormai ce l’hanno appena nascono, il procuratore. E fra quelli bravi, c’è anche un sottobosco di contrabbandieri, ma quello è un problema delle famiglie che devono vigilare. Se arriva uno che ti promette mari e monti e poi ti frega, è come quando ti vendevano la videocamera nell’autogrill. E comunque io ho i contratti annuali e mi ritrovo a settembre con la fila.

Impossibile opporsi?

Abbiamo un corridore preso tre anni fa, lo abbiamo fatto crescere gradatamente e adesso va benino. Però lo vogliono. Non direi niente se fossero squadre professional, ma se arriva una continental che gli offre 3.000 euro al mese… finisce che a un certo punto la gente si stanca. Non può essere sempre e solo un fatto di soldi.

Parisini è uno dei corridori più in evidenza della Beltrami TSA nel 2021
Parisini è uno dei corridori più in evidenza della Beltrami TSA nel 2021
A tutti i livelli…

Per correre tra i professionisti si deve pagare. Siamo arrivati al colmo che all’inizio della stagione ci chiedevano di pagare anche per fare le corse under 23 in Toscana, anche se poi la federazione ha messo tutto a tacere. E allora bisogna capire a cosa serviamo. Ho già dato l’okay per fare la squadra nel 2022, ma se le cose non cambiano io alla fine del prossimo anno chiudo.

La federazione cosa dice?

L’altro giorno ho parlato con un dirigente regionale secondo cui fra noi squadre non c’è unione. Gli ho chiesto come mai nessuno del comitato regionale sia mai venuto qua a chiederci qualcosa. Questa storia della Bardiani e della Eolo che hanno la squadra under 23 è un chiaro segno. Fanno bene il loro mestiere, nulla da dire con loro. Reverberi lo conosco da quando avevo cinque anni e lui faceva il garzone nell’officina meccanica di mio zio, ho corso per lui e fa la sua parte. Ha capito che a fare il Giro d’Italia under 23 ha più visibilità di andare a Laigueglia e arrivare quarantesimo.  

Tornando alla federazione…

La federazione deve mettere le continental nella condizione di fare il loro mestiere. Come? Prima di far passare un corridore, ad esempio, facciamo in modo di parcheggiarlo per una stagione in una continental, in cui lo fanno crescere come vuoi tu. Non costerebbe niente. Oppure ci permettano di fare i contratti con l’opzione per il secondo anno. So di un ragazzo che ha avuto la richiesta di andare in una squadra professional, ma lui dice che non se la sente perché è vero che gli darebbero 27.000 euro all’anno, ma lui vorrebbe prima finire la scuola. E se gli dicono andare in Spagna per 15 giorni a fare la preparazione, gli tocca andare. E la scuola? Servirebbe un po’ di buon senso, ma basta guardare che già facciamo il Giro d’Italia under 23 durante gli esami di maturità

Baroncini è prodotto del vivaio Beltrami, poi è passato alla Colpack e nel 2022 sarà alla Trek-Segafredo
Baroncini è prodotto del vivaio Beltrami, poi è passato alla Colpack e nel 2022 sarà alla Trek-Segafredo
Un caso abbastanza emblematico, in effetti.

Non l’unico. Un altro ragazzo doveva venire con noi: tutto concordato con il suo procuratore, ma arriva una squadra professional. Non faccio il nome, ma sono quattro si fa presto. Gli chiedono se ha un procuratore, lui dice di sì, ma che non ha firmato niente. Gli chiedono se vuole andare con loro e lui risponde di sì. Ottimo, dicono. Gli propongono di firmare una procura di tre anni con un loro amico e il gioco è fatto. I genitori firmano e quando è arrivato il vecchio procuratore, si è sentito dire che davanti ai soldi c’è poco da dire. Per carità, ho seguito il calcio e sono cose all’ordine del giorno, però dà fastidio perché comunque qui noi ci mettiamo dei soldi

Cosa si può fare?

Mi dicono che in Federazione c’è una persona delegata ai rapporti con le squadre continental. Qualcuno l’ha sentito? Questa persona si è fatta viva? Si è mossa in qualche maniera per ascoltare i nostri problemi? Capisco che fossero tutti a Tokyo e là devono girare col kimono. Ma come in tutte le cose, se a Tokyo ci sono delle persone che fanno il loro mestiere, bisognerebbe che quelle che sono a casa guardino le gare, ma come me intanto facciano il loro lavoro. Invece nessuno si muove, come sempre nessuno parla per paura di essere messo da parte. Io posso accettare che mi diano del tonto sul lavoro, se sbaglio qualcosa. Ma qui no. Qui piuttosto mollo tutto…