Pesenti perde chili, ma non watt. E mette il naso tra i grandi

30.03.2022
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Quando un ragazzo, giovane, perché un classe 1999 per noi è ancora giovane, si fa vedere è sempre un piacere. E Thomas Pesenti, del Team Beltrami TSA – Tre Colli ha iniziato col piede giusto la sua stagione.

Il corridore di Fontanellato, nel parmense, ha ottenuto un buon quinto posto alla Per sempre Alfredo e domenica scorsa al Gp Industria e Commercio di Larciano era a lottare con Nibali, Ulissi e Hirschi. E al Trofeo Laigueglia, gara di apertura, è stato 23° ma con un parterre pieno zeppo di WorldTour, non a caso lui e Filippo Zana (21°) sono stati i primi non appartenenti alle squadre di prima fascia.

Thomas Pesenti (classe 1999) è alla quarta stagione con la Beltrami TSA – Tre Colli
Thomas Pesenti (classe 1999) è alla quarta stagione con la Beltrami TSA – Tre Colli
Thomas, ti aspettavi di andare così bene?

Pensavo di fare bene, ma non così tanto e sono un po’ sorpreso da queste prestazioni. Mi ha sorpreso tenere il ritmo soprattutto in salita nelle tappe della Coppi e Bartali.

E come mai questo exploit? Hai cambiato qualcosa nella preparazione?

Sicuramente abbiamo fatto più fondo: più distanza e più lavori specifici, ma soprattutto ho cambiato alimentazione. Sono dimagrito 5-6 chili, senza perdere potenza, stessi watt, e per questo ho tutt’altro ritmo in salita.

Caspita, 5-6 chili sono una bella trasformazione: come mai allora prima ne avevi addosso così tanti?

Non ci stavo attentissimo. Mangiavo qualche dolce di troppo e molti carboidrati. Quest’anno invece ci siamo messi giù con la semplice plicometria, la mia idea era di perdere un paio di chili, ma sono sceso di più.

Lo hai fatto con l’aiuto di un nutrizionista?

No, con i consigli del medico della squadra. Alla fine non era una dieta vera e propria. Ho ridotto la pasta e i dolci nell’arco della settimana. Alle corse chiaramente li mangio.

Thomas alla prima gara. Era un G1, aveva 6 anni
Thomas alla prima gara. Era un G1, aveva 6 anni
Che corridore è Thomas Pesenti?

Un passista scalatore. Mi piacciono i percorsi mossi, anche con delle salite, ma non quelle troppo lunghe. Fino ad una durata di 10′-15′ tengo bene, sopra faccio fatica. E me la cavo in volata nei gruppetti di 15-20 corridori.

Piccolo passo indietro: prima hai parlato di più chilometri, più lavori specifici… alla fine quindi è proprio aumentato il volume di lavoro.

Sì esatto. Abbiamo fatto ben tre ritiri con la squadra. Abbiamo costruito davvero una grande base, facendo molti chilometri e poi abbiamo aggiunto la qualità.

E gli specifici?

I soliti. Lavori di forza, soglia… ma anche di ritmo. Abbiamo fatto lavori dietro macchina, doppia fila, ciò che simula la gara insomma. E infatti siamo arrivati in buone condizioni alle prime gare.

Come sei arrivato al ciclismo?

Da bambino. Il mio vicino di casa, Bruno Rastelli, aveva la squadra del paese, la AC Eiffel. Io ero sempre in bici a girare per i fatti miei. Lui mi fece provare e non ho più smesso.

Alla Coppi e Bartali si è ben comportato, sesto in una tappa e 23° nella generale, tra i primi tra le continental
Alla Coppi e Bartali si è ben comportato, sesto in una tappa e 23° nella generale, tra i primi tra le continental
E cosa ricordi della prima gara?

Che sono caduto alla prima curva! Però, come tutti mi sono rialzato subito e l’ho finita.

Cosa ti aspetti da questa stagione?

Di continuare a fare bene, di mettermi in mostra e, se possibile, anche di vincere.

Sei elite di primo anno, siamo nell’era in cui gli juniores passano pro’: ci si sente vecchi a 23 anni?

Ciclisticamente parlando potrei esserlo, ma io non mi ci sento, non è facile da spiegare, ma questo è il mio parere. Non credo che un corridore a 22-23 anni sia vecchio.

Hai già una bozza di calendario?

Domenica correremo alla Coppa Caduti di Reda, mentre dal 17 al 23 aprile saremo alla Belgrado Banjaluka. Poi vediamo. D’estate faremo dell’altura, se non altro per evitare un po’ di caldo che c’è qui in pianura.