Sono ancora Alé le sei maglie ufficiali indossate dai leader delle diverse classifiche generali al Giro d’Italia Next Gen, il Giro d’Italia dei giovani in corso di svolgimento proprio in questi giorni e quest’anno organizzato da RCS Sport. La partnership tra il brand Alé ed il Giro d’Italia riservato ai corridori under 23 è da considerarsi un vero e proprio “must” per il marchio veronese specializzato nella produzione di abbigliamento per il ciclismo, considerando che il sostegno ed il supporto alla corsa è costante da ben cinque edizioni.
La corsa ha preso il via domenica 11 giugno da Agliè, in provincia di Torino, e si concluderà in Friuli Venezia Giulia, nella bellissima Trieste, il 18 giugno (otto tappe, per un percorso totale di circa 1.000 chilometri, 35 squadre da cinque corridori ciascuna, per un totale di 175 atleti al via).
Come per i pro’ la maglia rosa è per il leader della classifica generaleLa bianca è dedicata ai giovani, atleti al primo anno tra gli under 23Questa è la maglia per la classifica combinataIl blu distingue il leader della classifica dedicata ai GPMLa colorazione ciclamino è per la classifica a puntiC’è anche la maglia dedicata al miglior italiano in classifica generaleCome per i pro’ la maglia rosa è per il leader della classifica generaleLa bianca è dedicata ai giovani, atleti al primo anno tra gli under 23Questa è la maglia per la classifica combinataIl blu distingue il leader della classifica dedicata ai GPMLa colorazione ciclamino è per la classifica a puntiC’è anche la maglia dedicata al miglior italiano in classifica generale
Sei maglie di classifica
Come anticipato, le maglie indossate dai leader di classifica disegnate e prodotte da Alé sono sei: ovviamente la maglia rosa, riservata al leader della classifica generale; quella ciclamino per il migliore nella classifica a punti; la azzurra per il leader tra gli scalatori; la maglia bianca per il miglior giovane in classifica; la maglia tricolore per il miglior italiano in generale e quella per la combinata che tiene conto della somma dei punti nelle tre classifiche generali.
Le maglie Alé realizzate per il Giro Next Gen rientrano tra quelle incluse nella collezione PR-R, la linea top di gamma che Alé riserva al mondo del ciclismo professionistico: maglie caratterizzate da tagli, tessuti e tecnologie all’avanguardia e progettate per offrire agli atleti massima performance, leggerezza, aerazione e confort.
Per il quinto anno Alé fornirà le maglie al Giro dedicato agli under 23Per il quinto anno Alé fornirà le maglie al Giro dedicato agli under 23
Una corsa per il futuro
«E’ sempre un onore mettere la propria esperienza tecnica a disposizione di questa corsa – ha dichiarato Alessia Piccolo, Amministratore Delegato di APG l’azienda a cui Alé fa capo – un evento che anno dopo anno si conferma appuntamento imprescindibile e prestigioso. Vestiremo con maglie Alé il futuro del ciclismo e questo ci rende estremamente orgogliosi. Siamo al fianco di questa gara da cinque edizioni e anche quest’anno, con il cambio di organizzatore, non potevamo far mancare il nostro appoggio. Il Giro Next Gen è un evento che fa bene al movimento, e per questo deve essere supportato, curato, fatto crescere e portato a livelli ancora più alti. Auguro a tutti i giovani atleti dei team in gara un Giro ricco di successi e soddisfazioni».
Alé, Johannes Staune-Mittet, Alessia Piccolo, Giro Next GenAlessia Piccolo insieme alla maglia rosa del Giro Next Gen Johannes Staune-Mittet
«Al Giro Next Gen – ha ribattuto Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sport – vedremo all’opera i campioni di domani, quelli che applaudiremo sulle strade delle nostre grandi corse come il Giro d’Italia, la Milano-Sanremo o Il Lombardia. Alé farà parte di questo progetto, e con la qualità dei suoi prodotti ci aiuterà a valorizzare e raccontare al meglio le sei maglie che si contenderanno tutti i protagonisti. Questo per noi è un aspetto molto importante. In ogni grande competizione le maglie hanno un ruolo fondamentale perché sono il sogno di chi corre e perché sono uno dei simboli più riconosciuti della Corsa stessa».
AGLIE’ – Domani alle 12,50 – col primo corridore che scenderà dalla pedana della crono inaugurale – si accenderanno i riflettori sul Giro NextGen, ovvero il Giro d’Italia U23 targato RCS Sport. Inizio in Piemonte, ad Agliè, con una prova contro il tempo di 9,4 chilometri e finale domenica 18 giugno a Trieste.
Otto tappe ben distribuite dove ogni tipologia di atleta potrà confrontarsi sul proprio terreno preferito che alla fine premierà il più completo (o regolare, se preferite) come successore di Leo Hayter. Tra le 35 formazioni al via (ognuna composta da 5 corridori), abbiamo provato a battezzare dieci nomi che potrebbero fare classifica, pur sapendo che nel mondo dei “dilettanti” la sorpresa – in positivo o in negativo – è sempre dietro l’angolo e che controllare la corsa con così pochi elementi sarà dura per tutti. Si va in caccia del trono di Leo Hayter, che nel 2022 conquistò la maglia rosa davanti a Van Eetvelt e Lenny Martinez (foto di apertura).
Jordan Labrosse ad agosto passerà pro’ nel team WT ma al Giro NextGen vuole lasciare il segno (foto twitter)Labrosse ad agosto passerà pro’ nel team WT ma al Giro NextGen vuole lasciare il segno (foto twitter)
Jordan Labrosse
Il classe 2002 della AG2R-Citroen U23 è sicuramente un cacciatore di tappe ed uno adatto a gare dure di un giorno, come confermano la vittoria a Terranuova Bracciolini ed il terzo posto al Piccolo Lombardia dell’anno scorso. Tuttavia il ragazzo nativo di Roanne – e che come idolo sportivo guarda caso ha Michael Jordan (nomen omen) – arriva da due buoni piazzamenti nelle due gare a tappe che ha disputato.
Dopo il sesto posto ad aprile al Tour du Loir et Cher (con contenute difficoltà altimetriche), Labrosse due settimane fa ha aggiunto un quinto posto di più pregevole fattura in Polonia all’Orlen Nations Grand Prix, centrando un podio di tappa. Per lui (che ha già in tasca un triennale con la formazione WorldTour a partire da agosto) il Giro NextGen può rappresentare l’ennesimo step nella sua crescita e non ci sarebbe da sorprendersi se chiudesse bene nella top ten.
La Circus ReUz Technord per la generale punterà su Alexy Faure Prost ma attenzione a BusattoLa Circus ReUz Technord per la generale punterà su Alexy Faure Prost ma attenzione a Busatto
Alexy Faure Prost
Tra gli atleti della Circus ReUz Technord vorremmo mettere Francesco Busatto – per risultati ottenuti e non solo per patriottismo – ma proviamo ad indicare il 19enne talento francese così come ci aveva anticipato il loro diesse Claeys a metà maggio. Se il veneto vincitore della Liegi U23 potrebbe sfruttare la sua grande condizione per fare classifica (un po’ come fece Alaphilippe al Tour 2019), Faure Prost nei piani del team belga dovrebbe essere l’uomo deputato a curare la generale.
Nonostante sia al primo anno nella categoria, il giovane della Circus ha conquistato due successi ad inizio annata e nell’ultima gara disputata si è messo alla prova (ed in luce) tra i pro’ nella selettiva Classic Alpes Maritimes vinta da Carapaz.
Brieuc Rolland può ritagliarsi il giusto spazio tra i vari contendenti alla maglia rosa finale (foto Groupama-Fdj)Rolland può ritagliarsi il giusto spazio tra i vari contendenti alla maglia rosa finale (foto Groupama-Fdj)
Brieuc Rolland
La rivoluzione generazionale che quest’anno ha vissuto la Groupama-FDJ di riflesso ha toccato anche la sua formazione continental U23. Tutte le loro giovani stelle del 2022 sono passate pro’ e così il vivaio appare meno forte rispetto all’anno scorso ma è giusto tenere la squadra francese in considerazione. Al Giro NextGen la Groupama-FDJ avrà l’età media più bassa di tutti (19 anni e 4 mesi) e il loro leader potrebbe essere Brieuc Rolland.
Il classe 2003 bretone di Rennes ha corso diverse piccole gare a tappe e ultimamente all’Alpes Isere Tour, ha chiuso al sesto posto nella generale, ottenendo lo stesso piazzamento nel tappone finale di 160 chilometri con oltre 4.800 metri di dislivello. Da seguire.
Giulio Pellizzari ha messo nel mirino la generale del Giro NextGen da tanto tempoPellizzari ha messo nel mirino la generale del Giro NextGen da tanto tempo
Giulio Pellizzari
Tutti e cinque i corridori della Green Project-Bardiani-Csf-Faizanè sarebbero da considerare per la generale però ne scegliamo uno per una serie di motivi. A più riprese infatti Giulio Pellizzari ha dichiarato di puntare forte sul Giro NextGen sacrificando una sua possibile convocazione in quello dei grandi. Finora in stagione il 19enne scalatore non è riuscito a centrare quella (meritata) vittoria che gli avrebbe dato ulteriore morale ma i risultati e le prestazioni ottenuti dimostrano che ha avuto un avvicinamento mirato alla corsa rosa dei giovani.
Oltre al secondo posto al Recioto o nella generale della Carpathian Couriers Race, è il terzo posto conquistato nella quarta tappa del Tour of the Alps che pone il marchigiano tra i candidati alla vittoria finale.
Santiago Umba finora si è visto pochissimo ma al Giro NextGen potrebbe essere una sorpresaUmba finora si è visto pochissimo ma al Giro NextGen potrebbe essere una sorpresa
Santiago Umba
Negli ultimi quindici anni è quasi un obbligo inserire un colombiano tra i favoriti del Giro “dilettanti”. Un po’ perché quando la strada sale sanno entusiasmare e scombinare le carte dei rivali, un po’ per tradizione riuscendo talvolta a vincere la corsa o salire sul podio. Fra loro, ci sentiamo di segnalare Santiago Umba della GW Shimano-Sidermec.
Il ventenne scoperto da Gianni Savio tre anni fa, in questa stagione ha giocato un po’ a nascondino correndo prevalentemente in Colombia e riaffacciandosi all’Appennino tra i pro’ la settimana scorsa. Al Giro NextGen Umba ha la possibilità di rinverdire i grandi risultati registrati nel 2021 quando seppe vincere in salita a La Planche des Belles Filles al Tour Alsace o una frazione del Tour Savoie Mont Blanc.
Antonio Morgado al primo anno tra gli U23 vuole stupire anche al Giro NextGen (foto Hagens Berman Axeon)Morgado al primo anno tra gli U23 vuole stupire anche al Giro NextGen (foto Hagens Berman Axeon)
Antonio Morgado
Il portoghese della Hagens Berman Axeon è un altro atleta al primo anno tra gli U23 che ha già fatto vedere di andare forte vincendo due gare, l’ultima in Polonia all’Orlen Nations Grand Prix. Per la verità il team continental guidato da Axel Merckx per la generale può contare anche sull’irlandese Darren Rafferty ma mettiamo Antonio Morgado sotto la lente di ingrandimento.
A scapito di un aspetto fisico per cui dimostra molto più della sua età, il classe 2004 nelle ultime stagioni è cresciuto in modo esponenziale e l’anno scorso da junior ha saputo prendersi il Lunigiana un po’ a sorpresa. Perché non potrebbe fare (quasi) altrettanto al Giro NextGen?
Tijmen Graat ha vinto il Recioto davanti a Pellizzari e Pinarello. L’olandese può fare classifica al Giro NextGenTijmen Graat ha vinto il Recioto davanti a Pellizzari e Pinarello. L’olandese può fare classifica al Giro NextGen
Tijmen Graat
Risultati alla mano, sulla carta la squadra-faro del Giro NextGen è senza dubbio la Jumbo-Visma Development Team, sempre ammesso che non si crei una concorrenza interna. I gialloneri schierano una piccola corazzata dove ognuno di loro potrebbe essere capitano in altre formazioni. I norvegesi Staune-Mittet e Hagenes sono corridori piuttosto completi che non hanno bisogno di presentazioni e che saranno davanti nei momenti decisivi. Loe Van Belle è uno scalatore che si difende a crono, mentre Menno Huising è un uomo da classiche dure.
Noi però, anche per non essere scontati, siamo curiosi di vedere all’opera Tijmen Graat. Il classe 2003 nativo di Boxmeer quest’anno ha conquistato tre gare (tra cui il Recioto) e concluso all’undicesimo posto la Coppi e Bartali. Potrebbe ricoprire lui il ruolo di leader per la generale.
William Junior Lecerf al Giro NextGen vuole migliorare il quarto posto nella generale ottenuto l’anno scorso (foto twitter)Lecerf al Giro NextGen vuole migliorare il quarto posto nella generale ottenuto l’anno scorso (foto twitter)
William Junior Lecerf
Così come la formazione maggiore, anche la Soudal-QuickStep Devo Team si presenta ai nostri di partenza della corsa rosa di categoria con l’intenzione di centrare il bersaglio grosso. Per farlo punta su William Junior Lecerf, arrivato in inverno dalla attuale Lotto-Dstny U23, cui quest’anno è mancato solo l’acuto pur avendo mostrato una grande crescita anche su lunghe distanze.
Bisogna seguirlo perché l’anno scorso il classe 2002 fiammingo è arrivato ai piedi del podio finale conquistando prima un bel sesto posto nella terribile tappa di Santa Caterina Valfurva (quella con Tonale, Aprica e Mortirolo) e poi una terza piazza di qualità in cima al Colle Fauniera. Insomma, quando la strada si inerpica fin sotto il cielo, lui c’è. E sullo Stelvio alla quarta frazione potrebbe mettere un bel mattoncino per la vittoria del Giro NextGen.
Finlay Pickering ha cercato di fare classifica al Tour of the Alps in funzione del Giro NextGen (foto Trinity Racing)Pickering ha cercato di fare classifica al Tour of the Alps in funzione del Giro NextGen (foto Trinity Racing)
Finlay Pickering
Nella Trinity Racing che dominò il Giro U23 nel 2020 con Tom Pidcock ci sono un paio di nomi interessanti (entrambi inglesi classe 2003) da appuntarsi per la vittoria finale. Il primo è Lukas Nerurkar, scalatore cresciuto in Etiopia che vive tra Brighton (in cui è nato) e Girona, che ha vinto una tappa all’Orlen Nations Grand Prix e che a febbraio aveva chiuso sesto nella generale del Gran Camino conquistato da Vingegaard.
Al suo fianco ci sarà Finlay Pickering che al Tour of the Alps stava facendo fondo per il Giro NextGen, così come ci aveva confidato il suo diesse Peter Kennaugh. Pickering finora ha ottenuto piazzamenti nelle brevi corse a tappe ma arriva dalla Groupama-FDJ con cui l’anno scorso aveva vinto il Tour Alsace e la sua volontà è quella di ripetere quelle prestazioni.
Obiettivo classifica. Hannes Wilksch sarà il leader della Tudor U23 al Giro NextGen (foto twitter)Obiettivo classifica. Hannes Wilksch sarà il leader della Tudor U23 al Giro NextGen (foto twitter)
Hannes Wilksch
La Tudor Pro Cycling Team U23 parte per il Giro NextGen con una squadra ben attrezzata. Se il diciannovenne francese Mathys Rondel può essere considerata la seconda punta, il leader dovrebbe essere Hannes Wilksch, altro atleta che ha cambiato casacca ad inizio stagione ed ultimo in ordine di dorsale della nostra lista di favoriti.
Il classe 2001 tedesco va tenuto sotto osservazione sia per la forte crescita che ha fatto sia per i risultati conquistati. Nel 2022 infatti riuscì a concludere settimo sia al Giro U23 che al Tour de l’Avenir. Partirà con un buon morale: due settimane fa è salito sul podio finale dell’Orlen Nations Grand Prix.
Alé Cycling fornirà le maglie di classifica della gara in calendario dal 21 al 27 febbraio. Quattro simboli per la corsa, modelli di stile e tecnologia
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«In Lombardo siamo stati tra i primissimi italiani a credere nella bicicletta a pedalata assistita in tempi a dir poco… pioneristici. Possiamo fregiarci di essere stati la prima realtà italiana, nel 2011, ad aver sviluppato un accordo tecnico/commerciale con un’azienda del calibro di Bosch. Oggi le nostre e-bike possono vantare una posizione, nei mercati nazionali e internazionali, solida e con apprezzamento incontrovertibile».
A parlare è Emilio Lombardo, il CEO di Lombardo Bikes, azienda siciliana da più di dieci anni impegnata nel settore dell’elettrico e “fresca” reduce da una partecipazione di successo al Giro-E. Ne abbiamo approfittato per scambiare qualche considerazione e capire i passi che l’azienda stessa ha compiuto negli ultimi anni, per intuirne i passaggi di crescita e gli obiettivi per il futuro…
Giuseppe Bica, events manager e Ambassador LombardoGiuseppe Bica, events manager e Ambassador Lombardo
Anche quest’anno Lombardo Bikes ha partecipato in prima linea al Giro-E, quali sono stati i motivi di questa scelta?
Il Giro-E ha l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile e di avvicinare le persone alla e-bike come alternativa alle auto e moto alimentate a combustibili fossili. E’ un’occasione perfetta per far conoscere l’Italia nel mondo e implementare a livello locale soluzioni innovative e meno impattanti sull’ambiente. Proprio per questi motivi abbiamo nuovamente scelto di essere Official Supplier del Giro-E, oltre ad Offical Exhibitor del neonato Green Fun Village.
In aprile si è corso il Giro di Sicilia, di cui siete stati Official Bike Partner. Eppure si direbbe proprio che la competizione non sia una delle vostre aree di maggiore interesse…
Quando mio padre fondò la nostra azienda nel 1952, il suo progetto ha sempre visto e immaginato la bicicletta come mezzo di trasporto. Ed è su quello che abbiamo continuato a credere, sperimentare e investire in tutti questi anni. Non disdegniamo di certo la competizione, abbiamo un Factory Team che compete a livello internazionale e in generale la nostra è una collezione di biciclette estremamente variegata, in grado di assecondare più necessità e stili di vita o di divertimento. Di base però, ad un agonismo puro ed estremo, al momento, preferiamo una competizione più nobile, per i suoi valori intrinsechi, proprio come quella del Giro-E: caratterizzata da sfide di regolarità, dove la prestazione muscolare deve essere accompagnata dall’ingegno, dalla disciplina, dal calcolo, dal gioco di squadra. Ma che principalmente non è fine a se stessa, ma legata a valori sociali.
Biciclette Lombardo protagoniste al Giro-EBiciclette Lombardo protagoniste al Giro-E
Cosa sogna Lombardo Bikes e quali sono gli obiettivi da raggiungere per il futuro?
Sogniamo un mondo dove tutti potranno usare la bici elettrica. A partire dalle salite, per i meno allenati, oppure per non inquinare, stare in salute ed apprezzare il contesto che ci circonda. Ma prima ancora la nostra attenzione è focalizzata sull’impatto sociale. Siamo impegnati in un rientro dei cervelli siciliani ad esempio e in altre iniziative per creare e facilitare valori e occasioni nel territorio intorno a noi. Di conseguenza, arrivano poi i risultati anche sui prodotti e sui mercati. Non abbiamo lesinato, per citarne un paio, investimenti in azienda per un asilo/baby school interno, ma anche per una palestra. La nostra più importante risorsa è il capitale umano, e di quello ci prendiamo grande cura.
Il benessere delle persone come punto di partenza?
Il nostro punto di arrivo non è un luogo, un mercato o dei numeri. Abbiamo chiaramente obiettivi specifici, una rotta fissata. Questa però ha il primario obiettivo di migliorare lo stato di salute fisico e psicologico di ogni singolo individuo della società tutta.
La presenza di Lombardo al Giro di Sicilia 2023Questo è lo stand Lombardo al Village del Giro-ELa presenza di Lombardo al Giro di Sicilia 2023Questo è lo stand Lombardo al Village del Giro-E
Raccontaci qualcosa in più del tuo abituale ruolo in Area52, il reparto creativo e di ricerca e sviluppo di Lombardo Bikes…
Il Giro-E è un progetto nel quale crediamo fortemente, tanto da aver voluto, sia lo scorso anno che per questo, progettare e realizzare varianti specifiche e a tiratura limitatissima, della nostra e-road bike Mugello. Sono stati infatti 70 gli esemplari dedicati ai 70 anni dell’Azienda, per l’edizione del Giro-E 2022.
Invece quest’anno?
Quest’anno invece sono stati soltanto 20 i gioiellini Lombardo Bikes – tutti ideati e disegnati in sede a Buseto Palizzolo, presso il nostro reparto creativo Area52 – che hanno equipaggiato il Team RCS e dedicati a ciascuna della 20 regioni d’Italia. Ci teniamo particolarmente che gli ospiti speciali, le autorità, gli influencer, gli atleti azzurri che compongono il team, possano vivere un’esperienza nell’esperienza, e insieme poterlo comunicare al meglio per rendere il messaggio quanto più incisivo possibile.
Anche quest’anno Lombardo Bikes si è affiancato al Giro-EAnche quest’anno Lombardo Bikes si è affiancato al Giro-E
Ed in sella ad una Lombardo, al Giro-E, è tornato Giuseppe Bica: events manager e Ambassador dell’azienda siciliana, capitano del Team RCS, che nella scorsa edizione 2022 si è calato nelle vesti insolite di un e-rider reporter, raccontando il Giro-E visto dall’interno…
«Sono super entusiasta di essermi rimesso a pedalare con Lombardo lungo le strade di tutto il nostro Bel Paese – ha dichiarato Bica – in quella che per me è stata la terza edizione consecutiva pedalando e… sensibilizzando in direzione di un sempre più importante approccio sostenibile verso il pianeta. Nel Giro-E ho trovato pane per i miei denti, o meglio motori e batteria per la mia energia, potendo così raccontare questa la versione elettrica della corsa rosa. Il Giro-E è un mondo ricco di colori (il verde in primis) che pullula di sorrisi, di buon umore, di good vibes. A me e ai colleghi capitani spetta il compito di convogliarle al meglio e condividerle su strada con gli ospiti».
Il Giro d’Italia e Castelli hanno rinnovato la propria collaborazione per i prossimi quattro anni. L’accordo, ufficializzato nella sede di Milano de La Gazzetta dello Sport, è stato sancito direttamente dal Presidente di RCS MediaGroup, Urbano Cairo, e dall’Amministratore Delegato di MVC Group Alessio Cremonese.
Castelli è stato l’orgoglioso fornitore delle maglie leader nel Giro d’Italia per quasi vent’anni. Negli anni Ottanta, e nei primi anni Novanta, numerosi campioni hanno indossato e vinto con maglie Castelli lasciando il segno nella storia del ciclismo mondiale. Tra questi, ricordiamo Miguel Indurain, che trionfò a Milano nel 1992 indossando l’iconica Castelli maglia rosa. Negli ultimi anni Castelli ha continuato a fornire i campioni della corsa rosa, e lo ha fatto per ben sei anni consecutivi: dal 2018 al 2023. Durante questo periodo, corridori come Chris Froome, Tao Geoghegan Hart ed Egan Bernal hanno conquistato la vittoria “vestiti” Castelli incidendo i loro rispettivi nomi sul meraviglioso “Trofeo Senza Fine”.
La maglia rosa firmata da Castelli insieme al “Trofeo Senza Fine”La maglia rosa firmata da Castelli insieme al “Trofeo Senza Fine”
Uno sguardo al futuro
«Questo storico e prestigioso marchio italiano, in costante sviluppo – ha dichiarato Urbano Cairo, Presidente di RCS MediaGroup – è tornato da sei anni a produrre le maglie dei leader del Giro dopo l’esperienza a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. In questo lasso di tempo, il mitico logo dello scorpione si è legato a doppio filo con la maglia rosa: due simboli iconici conosciuti in tutto il mondo. Il rinnovo di questa partnership per i prossimi anni è la testimonianza di un connubio di qualità, che dà il giusto lustro ad un’azienda italiana che porta in alto i valori del Made in Italy nel mondo, proprio come il nostro Giro d’Italia».
Per altri quattro anni Castelli disegnerà la maglia rosaPer altri quattro anni Castelli disegnerà la maglia rosa
«Avere il leggendario logo dello scorpione sulle strade del Giro d’Italia – ha ribattuto Alessio Cremonese, Amministratore Delegato di MVC Group – ci riempie immensamente di orgoglio. Come azienda italiana, collaborare con RCS Sport nella corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo ci rende estremamente felici. Quella rappresentata dal Giro d’Italia è difatti una grande occasione per mostrare i nostri prodotti innovativi, nonchè il nostro impegno verso questo sport, la sua lunga storia e la nostra passione nel cercare costantemente di spingere più in là i confini di ciò che è possibile nel mondo dell’abbigliamento ciclistico performante… E sempre con uno sguardo rivolto al futuro».
Si chiamerà Giro Next Gen, con il gusto di mettere l’inglese anche alle radici del ciclismo giovanile italiano. E’ il Giro d’Italia degli U23, assegnato dalla Federazione a RCS Sport in seguito al bando di fine marzo, grazie al quale il prossimo anno lo stesso gruppo organizzerà anche il Giro d’Italia Donne, sempre che questo mantenga il nome attuale. Un bando andato deserto, tranne appunto per la partecipazione di RCS, con relativo disappunto da parte di Infront.
Si correrà dall’11 al 18 giugno ed è stato presentato stamattina a Roma, alla presenza di Mauro Vegni e Paolo Bellino per RCS Sport, Cordiano Dagnoni per la FCI e il ministro dello sport Andrea Abodi.
Questa è l’altimetria generale del prossimo Giro d’Italia U23, ribatezzato Giro Next GenQuesta è l’altimetria generale del prossimo Giro d’Italia U23, ribatezzato Giro Next Gen
Otto tappe al Nord
Il percorso è in linea con quanto fatto negli ultimi anni da Extra Giro, con 8 tappe, tutte concentrate in poche regioni: questa volta dal Piemonte al Friuli. Al disegno del percorso si è dedicato il gruppo di lavoro del Giro d’Italia nel tempo libero fra la Sanremo, il Giro di Sicilia e la partenza da Pescara, riuscendo anche ad ottenere lo slittamento di un giorno, in modo da occupare due domeniche anziché una soltanto. Alcuni contatti con Marco Selleri erano stati avviati perché si occupasse di una parte dell’organizzazione, poi tutto si è fermato.
«Quest’anno il Giro Next Gen si svolgerà interamente al Nord – ha detto Mauro Vegni – perché con solo otto tappe è impossibile toccare tutto lo Stivale. Nei prossimi anni pensiamo di sviluppare la corsa al Centro e al Sud in modo da portare all’interno di tutti i territori italiani, come già facciamo nelle corse professionistiche, questo evento di altissimo livello per la categoria. Il percorso offre chance a tutti, cronoman, velocisti, finisseurs e scalatori con la ciliegina sulla torta rappresentata dall’arrivo sul Passo dello Stelvio»
La tappa sullo Stelvio era stata già svelata, sia pure sotto traccia, il 19 aprile, nel corso di una conferenza stampa a Sondrio, in cui si raccontavano le iniziative turistiche per l’estate in Valtellina.
Alla presentazione, da sinistra, Mauro Vegni, il ministro Andrea Abodi, Cordiano Dagnoni e Paolo BellinoAlla presentazione, da sinistra Vegni, il ministro Abodi, Dagnoni e Bellino
Prima il Piemonte
Si comincia con una cronometro ad Aglié, sulla distanza di 9,4 chilometri. Prova veloce e adatta agli specialisti, con lunghi tratti rettilinei raccordati da poche curve. L’unica piccola difficoltà è la rampa finale (4% di pendenza media) che conduce al Castello di Agliè.
La seconda tappa va da San Francesco al Campo a Cherasco, sulla distanza di 151 chilometri. Percorso pianeggiante nella prima parte e poi mosso fino all’arrivo. Si costeggia Torino, toccando Settimo Torinese e Chieri. Si prosegue poi verso sud fino alle colline dell’Albese e qui si scalano La Morra e Novello, prima di giungere al circuito finale di 18 chilometri (un solo giro) che tocca Narzole e il fondovalle del Tanaro. Nel 2010 sullo stesso arrivo Philippe Gilbert conquistò il Gran Piemonte.
Con la terza tappa si va in Lombardia, da Priocca a Magenta, per 146 chilometri. Toccherà ai velocisti mostrare i muscoli, dato il percorso quasi totalmente pianeggiante attraverso le provincie di Alessandria e Pavia.
1ª tappa (11/6), Agliè – Agliè (cronometro individuale): 9.4 km2ª tappa (12/6), San Francesco al Campo-Cherasco: 151 km3ª tappa (13/6), Priocca-Magenta: 146 Km1ª tappa (11/6), Agliè – Agliè (cronometro individuale): 9.4 km2ª tappa (12/6), San Francesco al Campo-Cherasco: 151 km3ª tappa (13/6), Priocca-Magenta: 146 Km
Sua maestà lo Stelvio
Della quarta tappa abbiamo fatto cenno: Morbegno-Passo dello Stelvio, 118 chilometri. Si rischia che il Giro finisca lassù: i 22 chilometri finali al 7 per cento di media, con i famosi 30 tornanti che hanno fatto la storia del ciclismo, potrebbero essere per gli U23 uno scalino davvero molto alto.
La tappa successiva, numero cinque da Cesano Maderno a Manerba del Garda misura 154 chilometri. E’ mossa e nervosa, specie nel finale sul Lago di Garda. I primi chilometri attraverseranno comuni milanesi con tutte le insidie del caso in termini di traffico, rotatorie e spartitraffico. Alle porte di Brescia, il gruppo scalerà Passo Tre Termini, la salita di Lumezzane e il Passo Sant’Eusebio, prima di scendere sul lago. Lungo la costa, potrebbe esserci spazio per qualche attacco.
Sesta tappa che parte dal trentino: da Pergine Valsugana a Povegliano, in provincia di Treviso, per 166 chilometri. In partenza subito il Valico della Fricca farà sudare gli uomini veloci, che avranno poi altri 150 chilometri fra discesa e pianura per riprendere fiato e farsi trovare pronti nei due giri del velocissimo circuito finale.
4 ª tappa (14/6), Morbegno-Passo dello Stelvio: 118 Km5 ª tappa (15/6), Cesano Maderno-Manerba del Garda: 154 Km6 ª tappa (16/6), Pergine Valsugana-Povegliano: 166 Km4 ª tappa (14/6), Morbegno-Passo dello Stelvio: 118 Km5 ª tappa (15/6), Cesano Maderno-Manerba del Garda: 154 Km6 ª tappa (16/6), Pergine Valsugana-Povegliano: 166 Km
Tappone veneto
La settima e penultima tappa è definita il tappone, anche se le gambe e la classifica avranno ancora memoria dello Stelvio. Si parte dal Tempio del Canova a Possagno e si arriva a Pian di Cansiglio in 175 chilometri. Già dal via si inaugura un percorso di saliscendi che attraversano le zone del Prosecco da Valdobbiadene, Combai e Refrontolo. Dopo Vittorio Veneto, iniziano le salite di San Lorenzo, Passo San Boldo, Valmorel, Nevegal, il duro Malga Cate in Alpago e poi l’accesso a Pian del Cansiglio da Farra con i primi 4 chilometri al 12-13 per cento.
Si chiude in Friuli, con i 131 chilometri che uniscono la Tavagnacco di Enzo Cainero a Trieste. Si passa da Pagnacco, Buja, Tarcento, poi la zona dei vini di Nimis, Attimis, Faedis fino alla piana di Cividale. Da qui in avanti il percorso porta i segni della Grande Guerra, con il Monte San Michele e il sacrario di Redipuglia. La volata finale, se di gruppo o gruppetto, si giocherà davanti a Piazza Unità d’Italia e al Molo Audace.
Qual che c’è da attendere ora è l’elenco delle squadre invitate. I gruppi sportivi hanno atteso finora l’annuncio del percorso, avendo comunque previsto di fermare gli atleti più adatti e di mandarli in altura per ricaricarsi e trovare la condizione. Sarà ancora una volta la sfida fra continental straniere e le italiane.
«Mi sembra un Giro bellino – commenta il cittì Amadori – che più dello scorso anno ha la crono, anche se corta. Per il resto, ci sono percorsi per tutti. Sarà nuovamente un’esperienza utile alla crescita dei ragazzi. Ieri peraltro hanno presentato anche il Tour de l’Avenir ed è durissimo, non si sono fatti mancare niente, con l’arrivo al Col de la Loze e anche una cronoscalata. Piuttosto notavo che durante il Giro ci sarà una prova di Nations Cup in Repubblica Ceca, chissà se dall’estero arriveranno tutti i più forti o qualcuno andrà là. Sia quella prova, che la precedente in Polonia servono per qualificare un uomo in più per il mondiale. Noi andremo in Polonia e, se dovesse servire, durante il Giro potrei portare alla Corsa della Pace i giovani che non fanno il Giro o qualche professionista».
Insomma, ora che le carte sono sul tavolo, si può cominciare a lavorare. Sul fronte della logistica non dovrebbero esserci dubbi che RCS saprà mettere in campo le strutture e il personale che da sabato gireranno l’Italia per tre settimane.
«Quest’anno il Giro Donne non può saltare. La Federciclismo non può permetterlo e qualcuno lo organizzerà. Se avranno bisogno di me, io sono pronto, sia che mi chiami Ruini che Vegni».
Partiamo dall’ultima battuta con la quale Giuseppe Rivoltasalutaal termine della nostra chiacchierata sull’assegnazione a RCS Sport delle quattro edizioni del Giro Donne a partire dal 2024, congiuntamente alle cinque del Giro U23 da questa stagione in avanti.
Un mese fa avevamo cercato di fare un po’ di luce attorno al buio comunicativo relativamente all’edizione del 2023, i cui diritti organizzativi appartengono a Starlight, ma di novità non ne sono arrivate. Valeva quindi la pena sentire il punto di vista di Rivolta, che del Giro femminile è stato il direttore per 18 anni e ne parla sempre col cuore in mano.
Van Vleuten tra Cavalli (a sx) e Mavi Garcia. Il Giro Donne 2023 ripartirà da questo podioVan Vleuten tra Cavalli (a sx) e Mavi Garcia. Il Giro Donne 2023 ripartirà da questo podio
Giuseppe qual è la prima cosa che ti è venuta in mente dopo il verdetto del bando organizzativo?
Che mi fa piacere che ci sia tutto questo interesse legato al Giro Donne. In passato ogni anno c’era il bando, ma in pratica non partecipava nessuno e così interpellavano l’organizzatore dell’anno prima. Stavolta credo che sia stato il traino per l’assegnazione anche del Giro U23. Metterli assieme rendeva il pacchetto più allettante per gli organizzatori. Significa che il Giro Donne ha guadagnato prestigio col passare degli anni. E forse significa che è anche un po’ merito mio.
Tu sei stato il patron per tantissimi anni. Cosa rappresenta per te questa corsa?
Quanto tempo abbiamo? Perché a questa domanda potrei rispondere con un monologo (sorride, ndr). Ricordo ancora che il primo maggio del 2002 era un mercoledì quando la FCI mi chiese la disponibilità di allestire la gara. L’allora Giro Rosa l’ho trattato subito come se fosse una figlia. Ogni anno vedevo la gara crescere e facevo il possibile per farlo al meglio. Solo nel 2006 ho dovuta dare questa… creatura in affido…
Giro Donne 1998. Luperini (a destra) vinse un’edizione con 13 tappe, da Cagliari a Vittorio VenetoGiro Donne 1998. Luperini (a destra) vinse un’edizione con 13 tappe, da Cagliari a Vittorio Veneto
Continua pure…
Quell’anno venne eletto Di Rocco, che non mi conosceva e lo diede a Carmine Castellano, l’ex direttore del Giro d’Italia, e alla sua Egidio Event. Mi misi da parte con un po’ di dispiacere, ma restai a disposizione con i nuovi organizzatori per eventuali consigli. Nel 2007 Di Rocco mi chiamò, era un mercoledì anche quella volta, per riassegnarmi l’allestimento. Gli avevano chiesto tutti che tornassi io a farlo.
Cosa pensasti?
Per me fu un grande motivo di orgoglio. Insomma ritrovavo la corsa figlia mia e non poteva essere altrimenti. Fino al 2020, quando è diventata maggiorenne, ho pensato io a lei. Nel 2021 è arrivato Roberto Ruini con la Starlight che ha saputo mettere in piedi due bellissime edizioni. E dall’anno prossimo con RCS Sport sarà in ottime mani. Loro sono quelli più preparati, lo dicono i fatti, non solo io. Ora posso sentirmi sereno perché il Giro Donne può camminare con le proprie gambe.
Il Giro Donne può godere di scorci incantevoli come il passaggio nel 2022 sul lago di MolvenoIl Giro Donne può godere di scorci incantevoli come il passaggio nel 2022 sul lago di Molveno
Del tracciato di quest’anno però non si conosce nulla tranne qualche indiscrezione. Cosa sa Giuseppe Rivolta del prossimo Giro Donne?
Più o meno quello che avete scritto voi, anche se alcune informazioni sulle tappe voglio tenermele per me. Posso dirvi che l’anno scorso avevo iniziato a fare i sopralluoghi per fine febbraio, quindi per adesso siamo ancora sulla stessa tabella di marcia. Sto aspettando che mi dicano quando partire. Tuttavia capisco che le squadre, le atlete e il pubblico vogliano sapere il percorso. Ripeto: significa che c’è davvero tanto interesse e questa è davvero un’ottima cosa.
Secondo te nel frattempo non si sarebbe potuto fare un comunicato ufficiale su ciò che c’era di confermato?
Personalmente, sulla base di quello che facevamo noi in passato, lo avrei fatto anche solo per smorzare questo momento di silenzio. Noi giocavamo d’anticipo. A dicembre solitamente presentavo le sedi di inizio e fine Giro. Poi dicevamo indicativamente che regioni avremmo toccato. E per la Festa della Donna (8 marzo, ndr) cercavamo spesso di presentare tutto il percorso. Ma questo adesso rimane un parere mio. Se Starlight ha deciso diversamente, ha certamente avuto i suoi buoni motivi. In ogni caso il Giro dell’anno scorso lo abbiamo conosciuto il 10 marzo, pertanto anche in questo caso siamo ancora nei tempi.
Il presidente Fci Dagnoni, Cividini (direttrice Marketing e Comunicazione), Ruini (attuale patron del Giro Donne) e Giuseppe RivoltaGinevra Cividini, direttrice Marketing e Comunicazione, e Roberto Ruini, patron del Giro Donne
Sulla durata del Giro Donne tu che idea hai?
Le 10 tappe attuali vanno molto bene, ma io lo allungherei gradualmente. Magari aggiungendo una frazione ogni due anni fino ad arrivare a due settimane. Da domenica a domenica, con due giorni di riposo in mezzo, succedeva a cavallo del 2000. Spero che RCS lo possa fare. Per me il Giro Donne ha le potenzialità per superare il Tour Femmes.
Alla fine quest’anno la gara si farà?
Vi do la risposta che per me forse è ciò che più conta di tutta questa nostra telefonata: «Quest’anno il Giro Donne non può saltare…».
Silvia Magri ha già archiviato un 2022 opaco che tuttavia le ha garantito un contratto nel WorldTour con la Israel. Abbiamo sentito la 22enne legnanese
La notizia è delle ultime ore:Rcs Sport che organizza il Giro d’Italia per i professionisti ha preso in carico anche il Giro Under 23, sin da quest’anno per un quinquennio e il Giro Donne, dalla prossima stagione fino al 2027. La società di Urbano Cairo si è aggiudicata il bando della Federazione (al quale a dir la verità è stata la sola a partecipare) allargando così la gestione di eventi di ciclismo femminile che già contemplano la Strade Bianche e anche eventi all’estero, come l’Uae Tour da quest’anno nel WorldTour e monopolizzato dalle cicliste italiane.
Il Giro donne passerà in mano alla Rcs Sport dal 2024. Quest’anno toccherà ancora alla PMG Starlight SsdIl Giro donne passerà in mano alla Rcs Sport dal 2024. Quest’anno toccherà ancora alla PMG Starlight Ssd
Appena diffusa la notizia dell’acquisizione dei nuovi eventi, molti si sono chiesti perché questa differenza, perché non iniziare subito. La risposta è molto semplice: non era possibile, come spiega l’amministratore delegato di Rcs Sport Paolo Bellino, dirigente con un fulgido passato da specialista dei 400 ostacoli nell’atletica: «Per il 2023 c’è un contratto in essere con la società che lo ha allestito negli ultimi anni, quindi l’organizzazione di questa edizione non era in discussione, ma non nascondo che questo è stato anche un motivo per presentare la nostra proposta».
Perché?
Perché l’allestimento del Giro Donne è un progetto che abbiamo sì da anni, che non nasce dall’oggi al domani. Un simile impegno va studiato, ponderato. C’è bisogno di tempo e sicuramente non potevamo affrontarlo in pochi mesi. Posso dire che per noi allestire l’edizione 2023 non sarebbe stato possibile. Oltretutto entriamo in corso d’opera nella storia del Giro U23, non si può certo far tutto e soprattutto farlo bene come vogliamo noi.
Da sinistra Mauro Vegni, direttore organizzativo e Paolo Bellino, AD di Rcs SportDa sinistra Mauro Vegni, direttore organizzativo e Paolo Bellino, AD di Rcs Sport
Che cosa rappresenta questo passo nella vostra politica organizzativa riguardante il ciclismo femminile?
Un ulteriore impegno in suo favore. Il prestigio acclarato della Strade Bianche, i riscontri avuti proprio pochissimi giorni fa con l’Uae Tour al femminile ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta, ma la presa in carico della corsa rosa è solo un passaggio, i nostri progetti vanno anche più avanti. Intanto ora, con l’attribuzione della gara a tappe per 4 anni, possiamo mettere sul tavolo tutte le nostre idee per poterne fare un grandissimo evento, un richiamo per tutto il movimento femminile.
A proposito di altri progetti, ormai il ciclismo femminile, rispetto a quello dei maschi, presenta due sole “lacune”: la Milano-Sanremo e il Giro di Lombardia, uniche classiche Monumento che non hanno un corrispettivo fra le donne. Vi impegnate anche in queste?
Bisogna fare un doveroso distinguo. Per la Milano-Sanremo c’è un progetto che va avanti da molto tempo e credo di poter dire che non è lontanissimo il momento che anche fra le donne ci sarà la Classicissima. Per il Lombardia i tempi sono più allungati. Si tratta di eventi molto complicati da pensare, allestire, calibrare anche in base al movimento rosa.
L’arrivo di Mohoric all’ultima Sanremo. Presto ci sarà anche una versione femminile, un po’ diversaL’arrivo di Mohoric all’ultima Sanremo. Presto ci sarà anche una versione femminile, un po’ diversa
Quali sono le difficoltà principali nell’allestimento della Milano-Sanremo?
Tante, a cominciare dalla data. Il calendario femminile è complicato da gestire, soprattutto se vogliamo tenere fede – e lo vogliamo – alla concomitanza delle datefra uomini e donne. Ma le difficoltà non si esauriscono qui: c’è anche un importante aspetto tecnico da considerare, dobbiamo strutturare la gara su strade diverse, capire come gestire la loro chiusura. Non sarà certamente lo stesso percorso degli uomini.
D’altronde in quel caso parliamo di una gara di quasi 300 chilometri…
Appunto, dobbiamo pensare a qualcosa di completamente diverso, non è come per le altre classiche, anche quelle del Nord. Stiamo pensando a un percorso tutto ligure, un’idea in ballo è quella di Arenzano come località di partenza in modo da avere un chilometraggio congruo, ma è tutto in divenire. Quel che è certo è che con pazienza e con professionalità, la Milano-Sanremo per donne sarà presto cosa fatta.
Dal 2020 anche la Parigi-Roubaix ha una prova femminile. Per Sanremo e Lombardia c’è da attendereDal 2020 anche la Parigi-Roubaix ha una prova femminile. Per Sanremo e Lombardia c’è da attendere
E per il Giro di Lombardia?
In questo caso ci sarà da aspettare di più. Non dico che il progetto è in un cassetto, lo stiamo vagliando ma come detto dobbiamo procedere per gradi anche in base alle forze a disposizione, alle idee realizzabili. E’ un discorso complicato, bisogna pensare a un tracciato point to point, con località di partenza e arrivo. Non possiamo fare tutto, bisogna costruire un percorso di lavoro. D’altro canto mi pare che di carne al fuoco ce ne sia tanta, da far tremare i polsi…
Silvia Magri ha già archiviato un 2022 opaco che tuttavia le ha garantito un contratto nel WorldTour con la Israel. Abbiamo sentito la 22enne legnanese
Nel 2022 che si sta per concludere, ASO ha organizzato 19 corse e 2 criterium. Quelli in Oriente che si stanno svolgendo proprio in questi giorni. Per RCS Sport il conto è circa della metà. Le differenze sono anche altre. Non è leggenda, ad esempio, che se un’azienda si avvicina al Tour e loro sono al corrente di una necessità da parte di formazioni francesi, al nuovo sponsor viene proposto di affiancare la squadra. La sponsorizzazione di certo arricchisce il Tour, ma sostiene uno degli attori del movimento.
Total Energies è uno degli sponsor transitati da ASO e in questo caso andato alla squadra di BernaudeauTotal Energies è uno degli sponsor transitati da ASO e in questo caso andato alla squadra di Bernaudeau
Tutto doppio
Abbiamo già raccontato il lento processo che ha portato ASO a ripartire con il Tour Femmes. Così la settimana scorsa a Parigi oltre a quello degli uomini, ha visto la luce l’edizione per le donne. Peraltro, i francesi si sono premurati di affiancare l’edizione al femminile alla Vuelta, la Liegi, la Freccia Vallone e, ultima arrivata, persino la Roubaix.
La sensazione è che nel mondo ASO il ciclismo viva perché chi lo gestisce cura il proprio interesse, ma anche quellodell’ecosistema in cui si muove.
Giovedì scorso, oltre al Tour de France, sono state svelate da Marion Rousse le 8 tappe del Tour FemmesGiovedì scorso, oltre al Tour de France, sono state svelate da Marion Rousse le 8 tappe del Tour Femmes
Affari italiani
E’ storia recente la disputa sul Giro d’Italia U23 e quello delle donne, sovrapponibili al Tour de l’Avenir e al Tour Femmes. Anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali , non è mistero che ai vertici di RCS Sport farebbe gola soprattutto la corsa delle donne. Quello che viene spontaneo chiedersi è se al centro del mirino ci sia anche l’interesse del ciclismo o soltanto quello dell’azienda. La quale in Italia fa la voce del padrone, forte degli accordi per il Giro. Andando così a recuperare risorse dovunque ce ne siano, per esempio in Sicilia e lasciando ben poco agli altri organizzatori. L’elezione recentemente invalidata di Mauro Vegni alla presidenza della Lega avrebbe probabilmente chiuso il cerchio.
Il podio del Giro Donne 2022. Van Vleuten tra Marta Cavalli e Mavi Garcia, a destraIl podio del Giro Donne 2022. Van Vleuten tra Marta Cavalli e Mavi Garcia, a destra
Donne e U23
Di certo il Giro Donne potrebbe rappresentare un’ulteriore fonte di risorse, mentre quello degli Under 23 sarebbe un tributo per avere dalla Fci il pacchetto completo. Sa bene Marco Selleri quanto costi e quanto sia impegnativo organizzarlo. E sappiamo bene tutti che abbassare l’asticella significa svilirlo tecnicamente, privando l’Italia di un importante momento di verifica tecnica.
Se, come speriamo, a RCS Sport sta a cuore la forza del ciclismo, ci aspettiamo presto anche l’edizione al femminile per la Sanremo e il Lombardia, come è stato già fatto con la Strade Bianche.
Alle spalle di Nibali che saluta al Lombardia, la scritta Drone Hopper, come negli altri eventi RCS del 2022Alle spalle di Nibali che saluta al Lombardia, la scritta Drone Hopper, come negli altri eventi RCS del 2022
Il caso Drone Hopper
Ed è un’altra a ben guardare la differenza fra Italia e Francia. Conoscendo le drammatiche vicende finanziarie del team di Gianni Savio, lascia l’amaro in bocca leggere nei pannelli del Lombardia, il nome Drone Hopper. E’ prassi abbastanza diffusa che uno sponsor investa anche sugli organizzatori, vedi Cofidis che riempie dei suoi cartelloni la Vuelta. Succede così anche da noi, con Eolo ad esempio e anche con altri. E così Savio e Bellini avranno notato con sentimenti contrastanti il nome del loro sponsor su quei pannelli. E anche se i droni spagnoli probabilmente non avranno rispettato neppure gli impegni con RCS, i piemontesi si saranno chiesti se quei soldi non gli avrebbero permesso di trascorrere un’estate migliore.
Il Thomas che si incontra ogni giorno al Tour sembra più allegro e motivato. Abbiamo chiesto a coach Ellingworth che conferma: la chiave è la leggerezza
Il pezzo scritto da Gianfranco Josti e pubblicato giusto ieri è stato una piccola scossa. Forse se non l’avessimo letto, non avremmo scritto questo Editoriale. Parlandone fra colleghi al Giro, ci siamo resi conto infatti di quante condizioni… avverse abbiamo accettato per lavorare nel ciclismo al tempo del Covid. E di come ora che il Governo ha tolto le varie restrizioni, continuiamo a subirle. C’è chi lavora in condizioni ben peggiori, sia chiaro, ma avendo a cuore la qualità di ciò che produciamo, ci rendiamo conto di operare con il gas tirato.
Il luogo deputato agli incontri con i corridori è la mixed zone, corsia di pochi metri in cui gli atleti parlano con i media
Anche ai fotografi è vietata l’area bus, in cui si sono sempre fatte grandi foto
Il luogo deputato agli incontri con i corridori è la mixed zone, corsia di pochi metri in cui gli atleti parlano con i media
Anche ai fotografi è vietata l’area bus, in cui si sono sempre fatte grandi foto
Un Giro vietato
Josti ha ricordato le chiacchierate e gli approfondimenti ai bus prima del via: vietati. Ha ricordato le interviste fatte durante i massaggi, in quei lunghi momenti in cui davvero il corridore si lascia andare: vietate. Ha parlato delle conferenze stampa virtuali, che oggi nel giorno di riposo si rincorreranno sul web grazie al ponte effettuato da RCS Sport, mentre fino al 2019 il riposo era il modo di frequentare gli hotel delle squadre, scambiando parole in libertà che sarebbero servite nel seguito della corsa per costruire racconti e approfondimenti più sostanziosi.
Di una cosa non si è accorto Josti o non ha voluto scriverlo. Il tanto invidiato accredito che ci permetteva di passare fra i corridori abbreviando i tempi di percorrenza, ormai ha esaurito i superpoteri. Se vuoi andare al foglio firma per accedere alla zona mista, dove si fanno le interviste alla partenza, devi farlo solcando il meraviglioso popolo dei tifosi. Niente di male, serve anche per rendersi conto dei viottoli lasciati a sua disposizione, ma ancora una volta allunga i tempi e rende difficoltoso il lavoro. Sulla strada della corsa i giornalisti non possono più passare, mentre non si batte ciglio ad esempio per la banda dei bersaglieri. A impedirti il passaggio, degli uomini vestiti di nero che si esaltano nell’esercitare il loro potere. Mentre come tifosi esclusi dallo stadio, ci sono colleghi che con mezzi e mezzucci cercano di intrufolarsi. Anche in questo si perde la dignità.
Le interviste ai massaggi sono sempre state fonte di pezzi stupendi: qui con Pantani
E qui con Nibali: foto e pezzi fatti fino a poco tempo fa
Le interviste ai massaggi sono sempre state fonte di pezzi stupendi: qui con Pantani
E qui con Nibali: foto e pezzi fatti fino a poco tempo fa
Squadre scontente
Al Giro d’Italia e in tutte le corse RCS è così. Ne fanno le spese i colleghi incolpevoli dell’ufficio stampa che lavorano con noi e per noi, che si fanno in quattro e sono spesso costretti a giustificare decisioni prese altrove. Interpellato in merito nei giorni scorsi, il direttore Mauro Vegni ha detto che si proverà a invertire la tendenza in quest’ultima settimana: gliene saremmo eternamente grati. Lo sarebbero anche le squadre, che si sono viste respingere le richieste di accredito per i loro sponsor: quelli che pagano gli stipendi e vorrebbero godere dello spettacolo dal suo interno. Nel resto del mondo, dalla Turchia alla Francia, passando per Belgio e Olanda, certe restrizioni sono state eliminate. Tanto che nelle più recenti Freccia Vallone e Liegi si è potuto lavorare come una volta.
La motivazione addotta da RCS Sport è che il presidente Lappartient avrebbe richiesto di tenere gli atleti nella bolla: ma di quale bolla parliamo se poi negli hotel i corridori sono in mezzo alla gente e si fermano per fare le foto andando alla partenza? L’Uci ha semplicemente consigliato di attenersi alle normative dei Paesi ospitanti. E la normativa italiana ha eliminato certi vincoli.
Però c’è un però. RCS Sport deve attenersi alla normativa UCI, così come l’ASO e gli altri enti organizzatori. Se è vero che per ogni infrazione alle normative tecniche vengono spiccate multe salate, viene da pensare chi i francesi paghino oboli salatissimi all’autorità costituita o che i criteri di controllo siano difformi.
Mauro Vegni ha detto che per l’ultima settimana si lavorerà a un cambiamento: è il desiderio di tuttiMauro Vegni ha detto che per l’ultima settimana si lavorerà a un cambiamento: è il desiderio di tutti
Un altro sport
Eppure c’è chi da questa situazione scomoda trae beneficio. Quelli che stanno a casa e raccontano ai lettori che sono al Giro e alle altre corse. Quelli che grazie alla possibilità di accedere alle conferenze stampa virtuali hanno gli stessi… privilegi di chi investe e manda i suoi giornalisti sulle strade delle corse, per offrirne uno spaccato più avvincente. Quelli che in qualche modo anziché raccontare, fanno i furbi grazie a un sistema che glielo consente.
Ecco la mail con i link per le conferenze stampa di oggi. Anche chi è a casa può accederviEcco la mail con i link per le conferenze stampa di oggi. Anche chi è a casa può accedervi
Così facendo però il ciclismo cambia. Se lo si sposta sul terreno del virtuale, non ha più senso investire per mandare inviati, si perde il gusto del racconto e si finisce per offrire al pubblico e di riflesso agli sponsor un prodotto povero e standardizzato. Se tutti scrivono le stesse cose, il Giro ne trae vantaggio? Il ciclismo e il racconto che lo seguiva erano un’altra cosa. Facciamo tutti in modo che tornino a esserlo?
Prosegue l'inchiesta di bici.PRO sul momento euforico e frenetico del mercato della bici. Tappa nella Marche, ad Ascoli PIceno, presso Brian's Bike Shop
Bronzini a favore di programmi più precisi, anche se gli organici sono in emergenza. «Non avrei portato la Cavalli a Roubaix, 3 giorni prima della Freccia»