Nel cuore del Friuli, con un friulano. Fabbro è già al Giro

20.11.2021
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Segnatevi questa tappa del prossimo Giro d’Italia: Marano Lagunare – Santuario di Castelmonte. E’ la frazione numero 19 della corsa rosa, 178 chilometri. Uno spaccato del Friuli Venezia Giulia: dal mare alle montagne, passando per la pianura e le colline. 

A raccontarci di questa frazione è Matteo Fabbro, friulano Doc, che giusto qualche giorno fa è andato in avanscoperta con il suo diesse, corregionale ed amico: Enrico Gasparotto, da poco approdato alla Bora-Hansgrohe.

Matteo Fabbro sulle strade del suo Friuli, lui è udinese
Matteo Fabbro sulle strade del suo Friuli, lui è udinese
Matteo, si corre a casa tua…

Tappa quasi tutta friulana, con uno sconfinamento in Slovenia. Fino al Passo di Tanamea si percorrono strade che conosco e tutto sommato è abbordabile, ma poi come si passa in Slovenia… 

Diventa dura?

Mamma mia! Giusto ieri ne ho parlato al telefono con Enzo Cainero, l’organizzatore delle tappe friulane. Gli ho detto che era dura e che non andava sottovalutata. Per me è una frazione di montagna a tutti gli effetti e non di media montagna come è stata classificata. Esattamente come quella di Potenza: lì ci sono da fare 4.500 metri di dislivello. E altre frazioni simili non mancano ad inizio Giro.

Parlaci del percorso…

La prima parte, come si vede, è pianeggiante. Fino a Buja è piatta. Poi si entra nelle prime vallate. Si sale a Villanova Grotte e da lì in poi è un continuo su e giù. E le discese sono tecniche, non tanto quella del Passo Tanamea, quanto le altre e quella del Kolovrat. Quella di Villanova è impegnativa ma breve: 5-6 chilometri. Alterna tratti a tornanti a tratti più scorrevoli. Ma la strada è stretta e se sbagli ti fai male. E se l’andatura è alta il gruppo si spezza, sicuro. Quindi dalla prima salita in poi bisogna stare davanti. Non c’è respiro.

Marano Lagunare – Santuario di Castelmonte: 178 chilometri e 3.230 metri di dislivello
Marano Lagunare – Santuario di Castelmonte: 178 chilometri e 3.230 metri di dislivello
E la planata del Kolovrat?

Impegnativa e tecnica, anche se non tutta. Qui a preoccuparmi di più, sono gli “zampellotti” (veri) che ci sono in discesa. E poi ci sono dei segmenti in cui è molto stretta ed è un continuo destra-sinistra di curve cieche da saper interpretare.

Le salite come sono?

Sono impegnative. Soprattutto questo Kolovrat. Anzi: è proprio duro. Vi dico solo che la pendenza media è del 9% solo che nel mezzo spiana e c’è anche un tratto di discesa, quindi fate voi… Ci sono dei tratti rettilinei da fare in piedi che faranno selezione. E poi non va dimenticato che siamo all’ultima settimana e il giorno dopo c’è la Marmolada.

Della salita finale cosa ci dici invece?

Castelmonte è più pedalabile rispetto al Kolovrat. Come pendenze somiglia all’Etna. Si va su al 7-8%. L’avevamo fatta anche al Giro di due anni fa, ma in discesa (in apertura un segmento di quella tappa, la Udine-San Daniele del Friuli, ndr).

Quel breve tratto di pianura prima della salita finale blocca eventuali attacchi da lontano o dal Kolovrat si può andare all’arrivo?

No, no… si può andare. C’è spazio per attaccare. Il pezzo di pianura in realtà è di 5-6 chilometri, prima è un vallonato. E già a Cividale si riprende a salire.

Farai qualche giro su quelle strade?

Ah sicuro! Non so se già a dicembre, ma di certo a febbraio ci pedalerò. Voglio andarci per farmi un’idea, perché la percezione che si ha dalla macchina è diversa da quella che si ha dalla bici. E spesso dalla macchina è peggio!

I tratti rettilinei del Kolovrat, dure rampe nel bosco
I tratti rettilinei del Kolovrat, dure rampe nel bosco
Prima hai detto che si è all’ultima settimana e che c’è da fare la Marmolada il giorno dopo: un tappone come quello del Fedaia “tarpa le ali” ad una frazione così o al contrario gli dà una spinta?

Dipende dalla classifica. Se è corta e uno ha gli attributi per attaccare fa bene e può essere una spinta. Magari il giorno dopo avrà mal di gambe, ma anche i suoi rivali ce l’avranno e rischia di far saltare il banco. E se poi dovesse piovere tutto si amplificherebbe. Se dovesse piovere sarebbe un bel “casino”: la strada in alcune zone resterebbe viscida. Spesso infatti è ad ombra, come nella seconda parte della frazione. Si complicherebbero le cose. Di certo sarebbe un bello spettacolo… dalla Tv! Anche per questo voglio provarla in bici, per capire quanto sia scivolosa la strada. Vero anche che magari per il Giro la puliscono…

Che rapporti ipotizzi si possano utilizzare?

Adesso direi un 36 davanti e un 28 dietro, forse anche un 30.

Sei andato in ricognizione col Gaspa, aneddoti di corse passate, ricordi…

Non abbiamo fatto gare insieme su queste strade. Più che altro parlavamo della gestione della corsa. E soprattutto più andavamo avanti, più diventava dura e più ci guardavamo perplessi!