Drone Hopper non paga, la strada di Savio è in salita

06.10.2022
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Savio risponde dopo qualche squillo. Racconta di aver concluso una seduta di fisioterapia, dopo l’intervento all’anca, fatto finalmente dopo mesi camminando male e dolorosamente. Spiega che ora cammina bene e riesce anche a fare qualche passo di corsa, ma il tono muscolare va ricostruito. Tuttavia, quel che il ciclismo si sta chiedendo è se la sua squadra, la Drone Hopper-Androni, avrà un futuro o la storia si fermerà a fine 2022. Fra le voci circolate nell’ambiente, c’è anche quella per cui lo sponsor spagnolo potrebbe entrare nel ciclismo femminile accanto a un team italiano. E al sentirlo, Savio prima resta in silenzio, poi quasi scoppia a ridere.

«Che facciano un team femminile – dice – lo escludo proprio a priori. La questione sta in questi termini. Noi abbiamo un contratto con la Drone Hopper, regolarmente depositato all’UCI per quattro anni. La Drone Hopper è una startup, però ha presentato tutte le documentazioni necessarie. Insomma, il revisore dei conti dell’UCI è abbastanza rigoroso e quindi se abbiamo ricevuto la licenza quest’anno è perché tutti i documenti erano a posto. Ma c’è stata un po’ di leggerezza da parte loro. Credevano che questo progetto, che pure a detta dei tecnici dei droni è molto interessante, potesse decollare subito. Invece così non è stato e si trovano in difficoltà economiche. Ci sono stati ritardi nei pagamenti ai quali io e Marco Bellini abbiamo supplito, cercando altre risorse che abbiamo trovato».

Savio alle prese con una delle situazioni più difficili della sua storia di manager
Savio alle prese con una delle situazioni più difficili della sua storia di manager
Come avete fatto?

E’ stato determinante ancora una volta l’apporto del signor Sidermec, di Pino Buda. E’ stato lui che in questo periodo ci ha tirati fuori da una situazione che poteva anche essere problematica, perché l’esborso del primo nome è notevole. E capite che se comincia a essere in ritardo di uno, due e poi tre mesi la situazione diventa allarmante. Per quest’anno l’abbiamo risolta, però né io né Marco Bellini abbiamo intenzione di passare un’altra stagione come questa.

Quindi?

Quindi, nonostante il contratto della Drone Hopper depositato all’UCI, non abbiamo ancora fatto la richiesta di affiliazione. Per farla dobbiamo avere delle garanzie precise, ma intanto a giugno abbiamo fatto una videochiamata, dicendo a tutti quale fosse la situazione. Abbiamo fatto presente che erano tutti liberi di accasarsi in un’altra squadra. Ai giovani, per i quali abbiamo il contratto biennale, abbiamo detto che ci avremmo pensato noi.

Tesfatsion aveva già firmato con la Trek-Segafredo, Cepeda è già alla EF Edication
Tesfatsion aveva già firmato con la Trek-Segafredo, Cepeda è già alla EF Edication
Sembra l’ultimo atto della storia…

Lo abbiamo fatto nel caso in cui non potessimo continuare. Ma almeno nessuno domani potrà dire di aver perso una possibilità di lavoro perché Savio e Bellini non hanno detto come stavano le cose. Due mesi fa, abbiamo detto che non sappiamo se potremo continuare. Non dipende da noi, ma dalla Drone Hopper.

Qual e la situazione adesso? State cercando altri sponsor?

Ma scherzate? Abbiamo iniziato e stiamo continuando. Quelli di Drone Hopper sono brave persone, solo che a mio avviso sono stati troppo leggeri. Peraltro sono stati loro a interpellarmi. Abbiamo anche la fideiussione, ma non andiamo ad accollarci un rischio del genere. In questo momento lì stiamo sostenendo in tutto e per tutto, ma è ovvio che ci siamo mossi in altre direzioni. Ci sono trattative aperte. Reperire sponsor non è mai stato facile, ma vi assicuro per le esperienze che ho, che in questo momento è ancora più difficile, per tutte le problematiche che conosciamo. Per i costi dell’energia, l’economia, la guerra…

Giovanni Ellena (a sinistra) con Alessandro Spezialetti, entrambi diesse della Drone Hopper
Giovanni Ellena (a sinistra) con Alessandro Spezialetti, entrambi diesse della Drone Hopper
Sappiamo che Tesfatsion andrà alla Trek, altri si sono sistemati altrove?

Il passaggio di “Natalino” alla Trek è precedente. Chiaramente, per reperire le risorse e pagare tutti, abbiamo dovuto fare dei sacrifici. Abbiamo dovuto anche cedere i contratti di Jefferson Cepeda e Andrea Piccolo (passati entrambi alla Ef Education, ndr). Per questo Piccolo è rimasto con noi così poco. Con lui ho un ottimo rapporto, non è il ragazzo che mi avevano descritto. A Getxo è arrivato secondo e mi ha mandato un messaggio, dicendo: «Guarda, mi spiace perché avrei davvero voluto vincere con la vostra maglia e non mi è riuscito. Però ti voglio ringraziare perché se posso riprendere di nuovo a un certo livello è grazie a voi».

In che modo cedere Cepeda e Piccolo vi è stato di aiuto?

Il premio di valorizzazione, ricordate che ne abbiamo già parlato? Una clausola per cui se il corridore che ha il contratto con noi riceve l’offerta di una WorldTour può svincolarsi con il pagamento di una quota tramite la quale la nuova squadra ci riconosce l’averlo scoperto e valorizzato (anche il Team Sky ad esempio pagò per Egan Bernal, ndr). Non è intendersi come una penale perché penale non è, ma grazie a quegli importi, siamo riusciti a pagare le mensilità di fine mese.

Il passaggio di Piccolo dalla Drone Hopper alla EF ha permesso a Savio di pagare parte degli stipendi
Il passaggio di Piccolo dalla Drone Hopper alla EF ha permesso a Savio di pagare parte degli stipendi
Qual è la situazione attuale?

Siamo in attesa di risposte, dell’evolversi dei fatti. Non abbiamo assolutamente intenzione di chiudere, vogliamo continuare, ma lo faremo solo con delle garanzie. A parte Natalino, Cepeda e Piccolo, che io sappia nessuno si è ancora accasato fuori. C’è da dire che anche per i corridori non è un momento facile di mercato, non è assolutamente facile.

Vi siete dati una scadenza?

Non vale la pena darsi un termine, perché il termine arriva da solo, a novembre i giochi sono chiusi. Proprio per le difficoltà che ci sono state negli ultimi anni, sotto questo profilo l’UCI ha allentato un po’ le maglie. Nel senso che pagando ovviamente una penale, in questo caso è giusto chiamarla così, ci si può iscrivere oltre i limiti di regolamento.

Pino Buda, 82 anni, è il titolare della Sidermc. Qui con Bernal nel 2017
Pino Buda, 82 anni, è il titolare della Sidermc. Qui con Bernal nel 2017
In che modo potreste coinvolgere gli sponsor storici?

Pino Buda lo ringrazio di cuore e ci tengo che si sappia. Oggi la nostra squadra esiste ancora, grazie a Pino “Salvatore” Buda. Non è la prima volta che interviene e non possiamo chiedergli di farlo anche per il prossimo anno. Pino ci sarà sempre, ma dipenderà dalla dimensione della squadra e dalle problematiche della sua attività. Invece non ci sarà più Androni come secondo nome. Gli altri, gli sponsor un po’ storici come ad esempio Lauretana e Trecolli, continueranno. Ma una squadra devi edificarla dalle fondamenta, quindi prima devi avere la base

Manca il primo nome, insomma…

Come biciclette avevamo Bottecchia, che però ha avuto questo grave problema (un vasto incendio che il 25 settembre ne ha devastato la sede, ndr). Però le biciclette non sono un problema, avremmo delle alternative, quindi il problema principale è il primo sponsor, perché di lì nasce il resto. Insomma, Drone Hopper ci ha messo in una difficoltà non da poco. Io ci credo, noi siamo abituati a lottare, l’ho sempre fatto. E quindi essendo un’ottimista di natura, penso che in qualche modo continueremo. Vedremo in che modo…