Santiago Umba è davvero un bimbo. Lo vedi nel fisico ma soprattutto nel volto: quell’apparecchio nei denti lo rende davvero un adolescente. Parliamo di un corridore di 18 anni. Timidissimo, ma anche educato, al meccanico chiede quasi sottovoce di sistemargli la ruota posteriore: il freno sfiora leggerissimamente il disco.
Il colombiano è l’ennesima scoperta e scommessa di Gianni Savio. E’ arrivato all’Androni Giocattoli Sidermec questo autunno ed è in Italia da poche settimane. Nei suoi occhi tutta la speranza di diventare un grande corridore e la meraviglia di ritrovarsi in mezzo a tantissimi campioni nel vero senso della parola.
Al via del Trofeo Laigueglia, quando passa Bernal al suo fianco, Egan sembra quasi un veterano. Savio li ferma e fa una foto con loro due.
Colombiano non-scalatore
Cerchiamo di conoscerlo meglio e partiamo dalle sue caratteristiche tecniche. E’ colombiano ma non è uno scalatore. Tutti stupiti! «E’ come se in squadra hai un brasiliano e lo metti in porta», diceva Abatantuono. Eppure Umba non sarebbe proprio il primo, c’è un certo Fernando Gaviria che qualche volata l’ha fatta… e anche bene!
«E’ vero – dice Umba – sono un corridore molto esplosivo. Però mi difendo bene su tutti i terreni. Non sono uno scalatore puro, però in salita non vado piano (sembra quasi giustificarsi, ndr). Ho una eccellente velocità di punta, nonostante pesi 57 chili e sia alto un metro e settanta. Ho caratteristiche da scalatore, ma velocità da sprinter ed è una grande cosa per il ciclismo attuale».
Certo però che così piccolo, sarà dura per lui infilarsi negli sprint: spallate ed entrate “cattive” richiedono non solo abilità, ma anche una certa stazza.
«Però non ho paura, quando sono lì penso a vincere».
Preciso e lavoratore
In passato Umba era un calciatore, un po’ come Remco Evenepoel. Giocava in attacco, sfruttava la sua rapidità e la sua resistenza. Magari è lì che ha acquisito quelle doti che lo rendono così esplosivo.
Michele Bartoli ci dice che è molto serio negli allenamenti. Ha capito subito come lavorare con il potenziometro ed in pochi mesi è già migliorato tantissimo.
«Mi piace e cerco di essere preciso – dice Umba – Non so quanti chilometri abbia fatto da inizio anno, ma ne faccio almeno 700 a settimana». Ama scalare le montagne, in qualche modo il Dna da “Escarabajos” ce lo ha dentro.
Quando ci parliamo è al via del Trofeo Laigueglia, Santiago non sa dove girarsi. Okay, ha corso la Vuelta al Tachira a dicembre, ma qui il livello è ben altro. C’erano tantissimi campioni e per la prima volta saggiava il grande ciclismo. E anche ieri al Gp Industria & Commercio di Larciano non si è tirato indietro. Ha lottato con i più grandi e ha finito una corsa (velocissima) sulla ruota di Ciccone e Rosa.
Ellena e il suo Alaphilippe
«In effetti – dice il suo diesse Giovanni Ellena – quel giorno era un po’ emozionato prima del via. Era la prima corsa importante che faceva. Questo ragazzino ha un potenziale non indifferente. Quando abbiamo visto i primi test, al di là che è uno scalatore valido, abbiamo notato che ha uno spunto veloce molto importante… un Alaphilippe direi.
«Ma vi dico un’altra cosa. Umba, insieme agli altri ragazzi stranieri, è di stanza a cinque chilometri da me e quindi li seguo spesso negli allenamenti. Qualche giorno fa gli ho fatto fare dietro motore e ho visto delle facce molto più sofferenti della sua alle stesse velocità, agli stessi wattaggi. E quindi pur essendo un diciottenne mi sono permesso di fargli fare un circuito leggermente diverso, con delle collinette, e vi assicuro che o i valori sono eccezionali… o recita bene! E’ inespressivo… Come Quintana dite? Ma di più perché Nairo qualche caratteristica tipica dell’indio la lascia trasparire, invece Santiago se lo guardi bene sembra quasi europeo, anche nei modi di porsi, nell’atteggiamento…. E’ da studiare. Sono poche settimane che siamo assieme, ma mi sembra maturo.
«Abbiamo scelto di non fargli fare la Tirreno-Adriatico per una questione di età. Il livello lì è molto importante. Adesso staccherà un po’. Lo porteremo alla Coppi e Bartali e vediamo se ci sarà il Giro di Sicilia. Ma alla Coppi e Bartali potrebbe sfruttare la sua velocità in qualche arrivo ristretto. Magari in pochi se lo aspettano e se dovesse ottenere un buon piazzamento per lui sarebbe importante a livello morale».