In un’intervista sulla Gazzetta dello Sport all’indomani della presentazione del Giro d’Italia 2023, il presidente di RCS Urbano Cairo ha parlato piuttosto esplicitamente di una trattativa fra il gruppo che presiede e «l’amico Dagnoni» per organizzare il Giro d’Italia U23 e quello delle donne. Che qualcosa bollisse in pentola si era capito anche durante l’intervista fatta con il Presidente federale alla fine dei mondiali australiani. La sua visita alla Gazzetta dello Sport e la repentina fine delle ostilità da parte del giornale rosa sul tema delle sponsorizzazioni federali hanno fatto pensare da un lato a una sorta di inchino preteso e ottenuto, dall’altro a un armistizio da cui entrambe le parti avrebbero avuto vantaggio.
Quel che però ancora non è chiaro è chi organizzerà la prossima edizione del Giro d’Italia degli U23, dato che per la corsa delle donne (quella che veramente sta a cuore a RCS dopo il successo per ASO del Tour de France Femmes) c’è ancora un anno di tempo. Nel 2023 sarà ancora affare di PMG Starlight, la società di Roberto Ruini che l’ha organizzato nelle ultime due stagioni. Degli under 23 in apparenza importa meno.
Parla Selleri
Dopo gli anni del Giro delle Pesche Nettarine, Marco Selleri è stato l’organizzatore del Giro d’Italia Giovani U23, assieme al socio Marco Pavarini e allo staff di Extra Giro. Lo ha fatto su invito e gentile pressione di Davide Cassani, che nel suo ruolo in FCI colse la necessità di una corsa a tappe di un certo livello per il movimento italiano. Con Selleri abbiamo parlato, per capire dal suo punto di vista quale sia lo stato dell’arte.
Buongiorno Marco, è stato fatto un bando per l’assegnazione del Giro cui eventualmente parteciperete?
Ho fatto una domanda pochi giorni fa in Struttura Tecnica e mi hanno detto di non saperne nulla, quindi l’ente che gestisce le gare dilettantistiche, chiamiamole così, probabilmente non è informato di nulla e questo in apparenza potrebbe far pensare che ci sia una divisione fra quello che fa il Consiglio Federale o la Presidenza stessa e il resto del mondo.
Siete stati contattati in qualche modo?
Non di recente. Quando a giugno scorso venne al Giro d’Italia Fusar Poli, che presiede la Struttura Tecnica, per chiederci se fossimo interessati a farlo, gli dissi che a mio avviso non ci fossero più le possibilità. Ma come avevo detto anche al Presidente Dagnoni, avremmo potuto metterci attorno a un tavolo per confrontarci, parlare e vedere che cosa poteva nascere. Non siamo mai stati chiamati, probabilmente perché hanno altri problemi o altre soluzioni.
Dispiace che si sia chiusa così?
Un po’ sì. La passione è tanta, ma senza soldi non si fa nulla. Davide Cassani era l’80 per cento delle risorse economiche, ma lui questo tipo di appoggio non può più darlo. Non è suo interesse. Il Giro d’Italia Giovani U23 è una mission nata da lui, con la motivazione di mettere a confronto i nostri corridori con il resto del mondo. Con tutto quello che è accaduto, per il modo in cui è stato messo fuori, non si può chiedergli di garantire lo stesso impegno.
L’edizione 2022 è stata organizzata con risorse solo vostre?
Cassani ci ha dato una buona mano, anche per rispettare gli accordi che avevamo con il precedente Consiglio federale. Avevamo una delibera di tre anni e sapevamo che sarebbe stato l’ultimo anno. Il Giro fatto a modo nostro costa caro e ovviamente mi auguro che lo si faccia ancora, soprattutto per i giovani che hanno bisogno di questa linfa. Ho letto che potrebbe essere RCS e sembra che porteranno a casa anche il Giro Donne nel 2024. Se così fosse, vorrebbe dire che il ciclismo in Italia sono loro e non più la Federazione ciclistica, quantomeno per i grandi eventi. Pertanto se loro accentrano tutte le risorse, o dividono qualcosa con gli altri, oppure a mio avviso questo è il modo di disfare il ciclismo.
Extra Giro va avanti?
Extra Giro è una società nuova, che ha le sue corse e dei marchi registrati. La denominazione Giro d’Italia Giovani non è della Federazione, ma è nata con noi, per cui loro lo possono chiamare Giro d’Italia under 23 e non Giro d’Italia Giovani come è stato indicato nel calendario dell’UCI. Strade Bianche di Romagna è un marchio registrato di Extra Giro e la faremo ancora il 12 marzo. Per il 23 aprile avremo una corsa nuova e molto bella per elite e U23, che si chiama “Sulle strade di Marco Pantani”. Da Cesenatico a Carpegna, con il finale che probabilmente ricalcherà quello della Tirreno-Adriatico. L’arrivo al Cippo non è possibile, perché in cima non c’è spazio, però lo scaleremo due volte. Si corre in una data molto importante, perché due giorni dopo c’è il Gran Premio Liberazione a Roma. In più abbiamo in calendario anche una gara a tappe internazionale di 5 giorni che partirebbe il 27 aprile fino al 1° maggio.
Più o meno le date del vecchio Giro delle Regioni…
Il nome sarà Extra Giro d’Italia Giovani ed è un progetto concreto su cui stiamo lavorando. Siamo ancora in una fase embrionale, abbiamo ancora parecchi contatti da portare avanti e la corsa potrebbe svolgersi su tre regioni. Aspettiamo che la politica faccia il suo corso, perché si è appena insediato il nuovo Governo e per fare degli eventi di un certo livello serve anche l’appoggio delle Istituzioni. All’elenco delle corse aggiungiamo il campionato italiano under 23, l’ultimo sabato di giugno. Avremmo voluto farlo a Imola sul percorso dei mondiali, ma ci sono dei concerti. Abbiamo chiesto di spostare la data, ma la richiesta non è stata accolta.
Cosa resta di questa grande avventura?
La voglia di andare avanti. Per il 2023 non è possibile fare più di tanto, perché il calendario è ormai definito. Però stiamo lavorando anche a un altro giro a tappe per il 2024, la ripresa di una corsa già fatta. Quindi dell’esperienza del Giro rimane la capacità di organizzare eventi in Italia. Extra Giro è fatto di soci, io sono il direttore ma ci sono decisioni da condividere. E sicuramente ci sposteremo anche un po’ nel mondo del cicloturismo e dei viaggi in bicicletta, cui si sta dedicando Marco Pavarini. Ma nel mondo delle gare vogliamo restarci, perché altrimenti sparisce anche il nostro divertimento.
C’è il tempo per organizzare un Giro d’Italia per luglio?
Siamo a ridosso di novembre, vedo difficilissimo farlo in così poco tempo davanti. Noi abbiamo sempre lavorato un anno per l’altro e poi c’è da considerare l’aspetto politico. Quando si parla di manifestazioni così importanti, la mancanza di stabilità politica si ripercuote su tutti gli aspetti. Stiamo vivendo in un periodo molto critico per tutti dal punto di vista economico.
Quindi?
Quindi è logico che i Comuni devono prima sostenere le persone che non hanno possibilità di mangiare e di riscaldarsi. Di conseguenza non ci sono troppi fondi per delle gare di bicicletta o altri eventi sportivi. Inoltre, da due anni a questa parte, i costi sono aumentati del 30 per cento. Gli alberghi non sono più disposti a venirti incontro, perché anche loro hanno spese generali molto più alte. Per questo è più facile organizzare corse più brevi, 3-4 giorni al massimo, con le squadre nello stesso hotel. Staremo a vedere. Non so davvero quale scenario aspettarmi.