Il meccanico al Giro d’Italia. Con Cornacchione alla Ineos

10.05.2023
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CHIETI – Il meccanico al Giro d’Italia. O comunque in un grande Giro. Il lavoro non è solo in quelle tre settimane. Parte da più lontano ed è parecchio vasto. Matteo Cornacchione è uno dei meccanici storici della Ineos-Grenadiers, fidatissimo di Filippo Ganna. 

Questo lavoro è fatto prima ancora che di cacciaviti, brugole dinamometriche e catene… di ordini, di magazzino, di logistica. Perché se prima non si è lavorato in quella direzione, poi sono dolori. Il materiale per il Giro d’Italia è davvero tanto.

Per ogni corridore della Ineos ci sono pronte almeno due set di ruote per profilo (36, 50 e 60 millimetri)
Per ogni corridore della Ineos ci sono pronte almeno due set di ruote per profilo (36, 50 e 60 millimetri)

Matteo, quanto tempo prima inizi a preparare il materiale che pensi ti servirà al Giro?

Almeno 15-20 giorni dalla partenza. Diciamo che ad una ventina di giorni dal via si fa il punto della situazione, ma in realtà il materiale che serve è stato già ordinato.

E quando? In inverno?

Un paio di mesi prima. Ormai non partiamo da zero e più o meno sappiamo cosa ci serve. La cosa basilare è che non puoi permetterti di arrivare alla partenza di un grande Giro che ti manca qualcosa. E mi riferisco soprattutto al materiale di scorta. Quindi due mesi prima parte l’ordine e ad una ventina di giorni si “fa la conta”. In questo caso, noi meccanici del Giro ci siamo ritrovati una decina di giorni prima della partenza nel nostro magazzino.

Che sta?

A Deinze, a nord di Bruxelles. Eravamo tutti i meccanici del Giro. Ognuno prende in mano due corridori, quindi eravamo in quattro. E ognuno di noi segue in tutto e per tutto le bici dei suoi atleti: quella da crono, da strada, di scorta. Insomma lo segue dalla A alla Z.

Cornacchione (a sinistra) con gli altri meccanici del team inglese, nei pressi del loro (mega) motorhome
Cornacchione (a sinistra) con gli altri meccanici del team inglese, nei pressi del loro (mega) motorhome
In questo Giro chi segui?

Seguo Filippo Ganna e Salvatore Puccio. Gli italiani insomma… Pippo perché è così da tempo e Salvatore perché alla fine è più facile con la lingua, c’è un certo feeling. Così come l’altro meccanico inglese, segue due Geoghegan Hart e Swift. Ogni aspetto delle loro bici passa per lo stesso meccanico. A sera ognuno lava le due bici, le ricontrolla…

Il direttore sportivo fa il “giro delle camere” per sapere come stanno le cose. Voi meccanici fate una sorta di giro del motorhome?

No, perché i ragazzi sono talmente impegnati che fanno fatica a passare da noi. Magari passano per  ringraziarci. Dopo una vittoria passano sempre. I feedback tecnici nella maggior parte dei casi li prendono direttamente i diesse la sera dopo la gara. E se c’è un  problema sono gli stessi direttori che riferiscono a noi meccanici. E questo vale se per il giorno dopo c’è da cambiare una ruota, un rapporto…

Facciamo un passo indietro. Torniamo a quei materiali ordinati a due mesi dal Giro. Di che quantità parliamo? Facciamo una stima di bici, ruote, catene…

Riguardo alle ruote di scorta siamo sulla cinquantina di coppie che diventano 60 se ci mettiamo anche quelle da crono. Calcolate che ogni ragazzo ha cinque bici. In corsa ce ne sono otto, quindi abbiamo 40 bici al seguito. Ma non è tutto: chi punta alla classifica o un leader ha di solito la sesta bici. Tao e Geraint per esempio hanno due bici da crono e quattro da strada. Pippo ha tre bici da strada e tre bici da crono.

Ai team arrivano ogni anno centinaia di catene. E’ il meccanico che fa la conta prima del Giro
Ai team arrivano ogni anno centinaia di catene. E’ il meccanico che fa la conta prima del Giro
E quindi siamo a 43 bici…

In più abbiamo tutti già dei telai di scorta, due per taglia dei corridori che ci sono in corsa. E visto che alcuni hanno la stessa taglia sono “solo” dieci telai. Purtroppo bisogna pensare anche alle cadute, che speriamo non ci siano!

E poi c’è il resto…

Ci sono parecchi manubri, i Most di Pinarello, e le selle FizikAnche questi sono pezzi che bisogna sempre  avere dietro. E di solito ne abbiamo due per misura per ogni atleta. In teoria questo materiale essendo in Italia potremmo anche non averlo dietro, in quanto è facile da reperire: in caso di necessità arriverebbe abbastanza presto. Però meglio averlo con noi. Può capitare che il posto in cui serva non sia facile da raggiungere, che ci siano problemi durante il trasporto e allora lo portiamo con noi visto che la possibilità c’è.

I pezzi che più si usurano: catene e copertoni. Ogni quanto li sostituite?

Per la catena (Shimano 12 velocità, ndr) siamo arrivati a un punto che puoi farci tutto il Giro. Non le cambiamo, almeno che non mostrino grossi problemi chiaramente. Per esempio dopo giornate veramente brutte o dopo strade particolarmente sporche e fangose possiamo anche cambiarle. Ma se questo non succede e non ci sono problemi, nei giorni di riposo facciamo una valutazione dell’usura e valutiamo se cambiarle o meno.

E per quanto riguarda le le gomme?

Le coperture le sostituiamo un po’ di più. Magari c’è chi lima un po’ di più. Chi in partenza quando c’è nervosismo frena e “sgomma”, chi corre più al lato della strada e consuma il battistrada in modo non corretto… Quando vediamo che qualcosa non è più perfetto sulla gomma la sostituiamo senza badare a spese.

Ogni corridore ha a disposizione almeno cinque bici. Che diventano sei per i capitani. Il meccanico ha un bel da fare
Ogni corridore ha a disposizione almeno cinque bici. Che diventano sei per i capitani. Il meccanico ha un bel da fare
E la sostituzione è la stessa per anteriore e posteriore?

Anteriore un po’ meno. Ma bisogna pensare che abbiamo molti set di ruote: 36, 50, 60 millimetri. Ogni corridore ha disposizione tre coppie di ruote. E calcolando che in questo Giro ci sono tre crono, restano 18 tappe. Alcune sono di salita… Quindi le sostituzioni delle gomme e l’usura, alternandosi questi set di ruote, non sono poi così frequenti. Quando prepariamo le ruote, le prepariamo anche con gomme e rapporti. Sono pronte all’uso insomma.

Matteo, invece rispetto a 15-20 anni fa, tu meccanico come ti prepari al Giro? Cosa è cambiato?

Più o meno allo stesso modo. Forse adesso che sono più esperto vivo tutto con maggior tranquillità, mentre prima ero più nervoso, sentivo di più la corsa perché ero più giovane. E poi almeno per me, che ero in squadre italiane, il Giro era di più l’evento dell’anno. Adesso invece tutte le gare sono eventi. Catalunya, Parigi-Nizza o Giro sono quasi la stessa cosa. L’unica differenza è la quantità di materiale che ci si porta dietro. Logicamente sappiamo benissimo che è un appuntamento a cui noi teniamo particolarmente, quindi ci mettiamo ancora più energie, ma non è che in una Tirreno uno si nasconde per lavorar meno. È sempre uguale: dal Laigueglia al Giro d’Italia, per noi il protocollo è lo stesso.

E in questi anni cosa è cambiato nel tuo mestiere? 

Forse un po’ più di maniacalità, di precisione in generale. Ma per noi italiani il Giro è sempre il Giro.

Via alle 13,50. Le bici da crono di Primoz, Tao e Remco

06.05.2023
6 min
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Sulla ciclabile della Costa dei Trabocchi a partire dalle 13,50 si sfideranno i grandi protagonisti del Giro d’Italia. La caccia alla maglia rosa parte con una cronometro di 19,6 chilometri che da Fossacesia arriva a Ortona. E quando si parla di crono, la bici diventa più importante che mai.

In questo articolo vi proponiamo le bici di tre pretendenti di spicco, tre atleti che (almeno) un grande Giro lo hanno già vinto e che puntano forte sulla maglia rosa. Parliamo della Cervélo di Primoz Roglic, della Specialized di Remco Evenepoel e della Pinarello di Tao Geoghegan Hart.

La Cervélo di Primoz

Seguiamo l’ordine alfabetico dei costruttori e iniziamo con la Cervélo P5 di Roglic. Spicca la sua livrea nero e oro, che ci ricorda che Primoz è il campione olimpico in carica contro il tempo.

Questa è una bici collaudata, ma sulla quale in casa Jumbo Visma si è lavorato molto anche per quel che concerne il gruppo Sram. Per esempio si è lavorato non poco per incastonare i comandi remoti al vertice delle protesi del manubrio Vision, affinché l’aerodinamica non venga intaccata. Manubrio che è uno stampato su misura per Primoz.

Comandi elettronici ovviamente per lo Sram Red Axs che ritroviamo anche all’interno delle leve freno sulla piega. Per la crono di questo pomeriggio lo sloveno ha scelto una scala posteriore 11-28 e un monocorona da 58 denti, secondo la filosofia del brand americano. Da segnalare il “ferma catena” che è fissato “al millimetro” sopra la catena. Il passaggio sia verticale che laterale della stessa è veramente ridotto all’osso, così come i rischi che possa uscire.

La Pinarello di Tao

C’è poi la Pinarello Bolide di Geogehgan Hart. Si tratta chiaramente della nuova versione con freno a disco. Una linea massiccia rispetto alla Cervélo e alla Specialized, ma forse anche più aero, parlando del semplice telaio, merito proprio di tubazione più profilate. In casa Ineos Grenadiers solo Ganna ha il manubrio 3D, gli altri Tao (e Thomas incluso) utilizzano il manubrio Most con le regolazioni per gli spessori e le protesi.

Riguardo al setup, vedi i rapporti, alcune decisioni saranno proprio all’ultimo minuto prima della crono. Fonti non ufficiali, dicono che il re del Giro 20202 potrebbe sostituire la doppia corona con una mono full carbon. Ma la dentatura sarà la stessa. 

«Tao – dice Matteo Cornacchione, meccanico della Ineos-Grenadiersutilizzerà una corona da 60 denti all’anteriore, mentre la scala posteriore sarà 11-30, come per tutti gli altri 7 compagni, ma ad 11 rapporti e non 12 come su strada.

«Per quanto riguarda le gomme utilizziamo un tubeless da 28 millimetri sul posteriore e un 25 all’anteriore. Dai nostri studi in galleria del vento è emerso che con questa bici con questo setup è più efficiente». 

La catena che vediamo adesso è solo “appoggiata”. «Le catene per la crono – va avanti Cornacchione – le montiamo proprio all’ultimo. Prima facciamo un trattamento simile a quello che facemmo per Ganna prima del record dell’Ora, ma nel complesso è un processo un po’ più snello».

La Specialized di Remco

Chiudiamo con la Specialized Shiv di Evenepoel. Oggi Remco correrà con la maglia di campione belga della crono.  Per lui un assetto classico. Ma la posizione è stata leggermente rialzata sul manubrio. E’ stato aggiunto uno spessore così che il re della Vuelta 2022 possa essere ancora più chiuso tra mani e volto.

«Si cerca di dare agli atleti sempre qualcosa di meglio – dice Fausto Oppici, meccanico della Soudal-Quick Step – soprattutto sul fronte dell’aerodinamica, curata oggi nel minimo particolare: dal semplice filo del computerino che pende alla borraccia.

«E a proposito di borraccia, vedremo se Remco correrà con quella tradizionale o quella aero. Perché quest’ultima tende a saltare. E non è escluso che possa correre senza borraccia del tutto. Ma questo lo deciderà Remco in accordo con i direttori sportivi. Noi siamo pronti ad ogni evenienza.
«Per quanto riguarda i rapporti, Remco ha scelto un 60-46 all’anteriore e una scala 11-30 al posteriore».

Un mondo di novità Pinarello, ecco la nuova Nytro E

16.03.2023
5 min
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Dopo il lancio ufficiale delle nuove piattaforme F ed X, Pinarello rinnova anche il segmento road con assistenza alla pedalata. Il design richiama in modo tangibile il segmento race e il divertimento non è un’opzione. Questo progetto strizza l’occhio anche al gravel elettrificato. E’ infatti disponibile come road e-bike, oppure e-gravel.

Le versioni della nuova Pinarello Nytro E sono due. Si basano su due tipologie di carbonio differenti, T900 e T700, per sette allestimenti in totale (tra road, gravel e all-road). Entriamo nel dettaglio.

Al pari di una bici da gara vera e propria anche grazie al cockpit integrato Most
Al pari di una bici da gara vera e propria anche grazie al cockpit integrato Most

Le nuove assistite di Pinarello con l’unità di supporto TQ

Quando si esce su una e-bike, a prescindere dalla categoria del prodotto, si capisce che è necessario pedalare. Si ha la possibilità di gestire lo sforzo e si ha certamente un importante aiuto che arriva dalla tecnologia. Non solo, perché per sfruttare al meglio le potenzialità del prodotto è necessario capire ed interpretare in modo corretto l’unità elettrica che fornisce il supporto. Un altro fattore da considerare è il feeling naturale, un aspetto dove molti brand si sono concentrati per la ricerca e lo sviluppo. Questo è uno dei motivi principali della scelta verso il pacchetto TQ.

La Pinarello Nytro E è equipaggiata con l’ultima release del TQ-HPR50, con una coppia di 50Nm e 300 watt (picco) di potenza. E’ leggerissimo ed integrato, perché ha un valore alla bilancia dichiarato di 3,900 grammi totali (motore e batteria da 360Wh). C’è la possibilità di agganciare anche un range extender. Ha un’autonomia dichiarata di 100 chilometri (140 dichiarati con l’extender). Si integra perfettamente nel telaio e ha un display ridotto, ma semplice da usare.

Alle dimensioni compatte si unisce anche un fattore Q ridotto di soli 135 millimetri. Un vantaggio non da poco per la qualità della pedalata, in parallelo ad un feeling del tutto simile ad una bicicletta senza motore.

Design iconico

Come accennato in precedenza, il design e l’impatto estetico non mentono e mettono questa piattaforma al pari del segmento race di Pinarello. I volumi e il disegno delle tubazioni, ma anche l’integrazione e alcune soluzioni mutuate dalla Dogma F, come ad esempio l’asimmetria. C’è la forcella E’s Onda, simile (non uguale) a quella usata sulla bici del World Tour, ma con un rake di 47 millimetri sviluppato in modo specifico per la Nytro E. Naturalmente c’è la costruzione monoscocca e completamente in carbonio, con due versioni distinte. La fibra T900 (la stessa utilizzata per la costruzione della nuova F) è utilizzata per i modelli E9 ed E7, road e gravel. La T700 è impiegata per la E5, road e gravel.

Due reggisella diversi, quello full carbon e mutuato dalla Dogma F per la Nytro E road, quello tondo con diametro da 31,6 millimetri per la gravel.

Ampio passaggio per le gomme

La luce che permette il passaggio degli pneumatici è differente tra le due versioni. Per quella stradale si tratta di uno spazio per gomme fino a 32 millimetri di larghezza. Per la Nytro E gravel ben 50 millimetri, tantissimo. Le taglie disponibili sono 6, dalla 46 alla 60, ma con delle geometrie che mostrano delle diversità tra road e gravel (quest’ultima comprende anche l’allestimento all-road).

Gli allestimenti

La Pinarello Nytro E nella configurazione road è disponibile esclusivamente con le trasmissioni Shimano, Dura Ace Di2 e ruote Princeton per la E9 (13.500 di listino), Ultegra Di2 con ruote Most per la E7 (9.990 euro di listino), 105 Di2 con ruote Fulcrum per la E5 (8.500 euro).

Pinarello Nytro E gravel adotta invece le trasmissioni Sram AXS, Red eTap 1×12 XPLR per la E9 con ruote Princeton, Force eTap 1×12 XPLR e ruote Fulcrum per la E7, la trasmissione Rival eTap 1×12 XPLR per la E5. I prezzi di listino sono rispettivamente di 13.000, 9.000 e 8.000 euro. L’allestimento E5 all-road ha un prezzo di listino di 7.300 euro.

Su il velo: ecco le nuove Pinarello della serie F e X

22.02.2023
6 min
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La piattaforma Dogma F rimane il punto di riferimento di Pinarello, una delle biciclette più vincenti degli ultimi lustri. La gamma si arricchisce grazie alle due serie F e X, rispettivamente race oriented e endurance.

F è accostabile alla Dogma, per design, concept e quel DNA votato alla competizione. X invece è votata all’endurance, rivolgendosi agli appassionati della bicicletta che non hanno il massimo risultato nella competizione come obiettivo principale.

L’aerodinamica e lo sviluppo della F, buone per ogni terreno e la vicinanza con la Dogma F è più che reale (foto @Roberto Bragotto-Pinarello)
L’aerodinamica e lo sviluppo della F, buone per ogni terreno e la vicinanza con la Dogma F è più che reale (foto Roberto Bragotto-Pinarello)

Una storia di peso

La lunga striscia di vittorie si riflette nello sviluppo di qualsiasi bicicletta che esce dalla maison veneta. Trenta grandi giri non sono briciole, ma un biglietto da visita che in pochi possono mostrare. E poi c’è quel marchio di fabbrica che è il disegno asimmetrico delle tubazioni e di conseguenza del telaio (e della forcella). La forma e i volumi dei profilati cambiano tra la sezione destra e quella sinistra, perché le forze in gioco, quelle espresse dal ciclista, sono differenti tra una parte e quella opposta.

Uno dei motivi per i quali la serie F può essere considerata a tutti gli effetti l’erede della Pinarello Dogma F, con una geometria che prende forma proprio da quest’ultima. Le versioni sono tre, F9, F7 e F5, con nove taglie in totale.

E poi c’è la X, un progetto che nasce con l’obiettivo del comfort, del piacere di guida e con una vocazione endurance pronunciata, pensando a chi pedala per giornate intere e non solo su asfalto. C’è una geometria che porta ad avere una posizione in sella non sacrificata e non estremizzata. Ma anche in questo caso il DNA racing non è stato soffocato e la nuova X è più leggera della versione precedente. Anche la X è disponibile in nove taglie e due versioni, X3 e X1.

Le Pinarello F ed X Series saranno disponibili nella sola versione disc brake.

La F9 con il Dura-Ace (foto Roberto Bragotto-Pinarello)
La F9 con il Dura-Ace (foto Roberto Bragotto-Pinarello)

Pinarello F si fa in 3

Come accennato in precedenza la serie F è disponibile in tre declinazioni. F9 e F7 che si basano sul carbonio Torayca di matrice T900 e fanno segnare un valore alla bilancia di 950 grammi (dichiarati e nella misura 53 con finitura grezza). F7 invece adotta la fibra di carbonio T700 (con un peso dichiarato di 990 grammi).

L’orientamento delle fibre di carbonio è differenziato in base alle zone e alle performances che si vogliono ottenere. Il telaio inoltre è ottenuto grazie ad un blend di tessuti compositi, HM (ad alto modulo) e HT (più elastico). La fibra composita è rinforzata grazie all’innesto di un polimero.

L’aerodinamica che caratterizza questa piattaforma è la discendente diretta di quella sviluppata per la Dogma F. In questo concetto sono da considerare non solo le tubazioni del telaio, ma anche il posizionamento dei portaborraccia e il seat-post. Quest’ultimo è il medesimo della Dogma F, con un design aero specifico. L’integrazione delle guaine è totale.

La forcella e il carro posteriore hanno una luce ampia per il passaggio delle coperture, fino a 30 millimetri di sezione. Inoltre la lunghezza del carro posteriore è compresa tra i 406 e 410 millimetri, in base alla taglia.

Cambia il blocco di serraggio del reggisella, che è uno stampato in titanio, molto resistente e di 36 grammi più leggero rispetto alla versione precedente.

Viene mantenuta la scatola oversize del movimento centrale, larga 65 millimetri, ma che adotta le due filettature con il passo italiano per l’innesto delle calotte dei cuscinetti. In questa sezione il cambiamento principale riguarda il posizionamento della batteria della trasmissione, che è alloggiata sopra l’asse passante della guarnitura e viene estratta dalla parte inferiore. Portando le masse verso il basso si hanno degli effetti positivi su guidabilità e stabilità.

Sei allestimenti in totale

Le F9, F7 e F5 sono disponibili in cinque colorazioni. La F9 è disponibile con due allestimenti top di gamma, Shimano Dura Ace, oppure Sram Red AXS, entrambi a 11.300 di listino. Pinarello F7 è a disposizione con il pacchetto Shimano Ultegra (8.350 euro), oppure Sram Force AXS (8.250 euro), mentre la F5 con lo Shimano 105 Di2 (da 5.880 a 6.500 euro in base alle ruote), oppure con lo Shimano Ultegra meccanico ad 11 velocità.

F9 e F7 hanno in dotazione il cockpit integrato Most Talon Ultra Light, mentre la F5 adotta la serie Tiger. Le F9 e F7 hanno in dote le ruote Most Ultrafast 40, che sono disponibili anche per la F5 Shimano 105 Di2 (con due varianti legate alla dotazione delle ruote Fulcrum Racing 800). E’ disponibile anche il frameset (solo la versione con il carbonio T900) a 4630 euro di listino.

L’inconfondibile design di Pinarello anche per la X (foto Roberto Bragotto)
L’inconfondibile design di Pinarello anche per la X (foto Roberto Bragotto)

La Pinarello X Series

Rispetto alla F Series cambiano il carbonio, le forme e anche le geometrie, proprio da queste ultime vogliamo partire per entrare nel dettaglio. A parità di taglia (se consideriamo una 53) la nuova Pinarello X è più corta di 13,1 millimetri (reach ridotto) e più alta di 33,2 (stack maggiorato). Traducendo, abbiamo una geometria che permette di sfruttare una posizione raccolta e che non obbliga a schiacciarsi verso l’avantreno, anche se lascia ampio spazio alla customizzazione del setting biomeccanico.

Le versioni sono due, X3 e X1, ed entrambe adottano la fibra di carbonio T600. Un segno distintivo importante è la curvatura, verso il basso, dei foderi obliqui (disegno Flexy Stays), voluta per aumentare contemporaneamente la dissipazione delle vibrazioni, la stabilità anche sullo sconnesso e di conseguenza il comfort. Il carro e la forcella permettono il passaggio di pneumatici fino a 32 millimetri di larghezza.

Come vuole Pinarello, la forcella fa parte della famiglia Onda, ma la sua costruzione è specifica per la piattaforma endurance. Usa la fibra T600, proprio come il telaio, per garantire il giusto blend tra resa tecnica, leggerezza e robustezza.

Come per le serie Dogma F e Pinarello F, anche la X rientra in quel progetto di ricerca e ottimizzazione aerodinamica. Le forme delle tubazioni portano questo messaggio, al pari di un’integrazione massimizzata e un rinnovato clamp del reggisella.

Tre montaggi diversi

In totale le combinazione cromatiche sono quattro, mentre gli allestimenti sono tre, due di matrice elettromeccanica e uno meccanico. Shimano 105 Di2 e Sram Rival AXS per la X3 con le ruote Fulcrum Racing 800 (rispettivamente a 5.360 e 5.770 euro), mentre è previsto il gruppo Shimano 105 meccanico, ad 11 rapporti per la Pinarello X1 (con ruote Shimano in alluminio, a 3.500 euro di listino). Il cockpit è il Most Tiger in alluminio con il passaggio interno delle guaine. Tutti i prezzi delle F e X Series si riferiscono al mercato italiano.

Pinarello

Le Pinarello Dogma F Disc 2023 di Ganna e Bernal

27.01.2023
5 min
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La Pinarello Dogma F rimane il punto di riferimento per i corridori del Team Ineos-Grenadiers, una bicicletta che si è sviluppa quasi completamente proprio sotto l’egida del team britannico.

Alla Vuelta San Juan in Argentina abbiamo curiosato e documentato quelle di Bernal e di Filippo Ganna. E spuntano anche i nuovi dischi freno Shimano Dura Ace e la nuova sella Fizik Antares Vento Open usata dal corridore colombiano, con una larghezza posteriore di 140 millimetri. Abbiamo chiesto anche al meccanico Matteo Cornacchione.

Le Pinarello del team presentano delle differenze rispetto a quelle del 2022?

No, dopo aver iniziato ad usare le Dogma F Disc nel 2022, queste stesse versioni sono state confermate anche per la stagione che è appena iniziata. Cambia la livrea cromatica, che si è adeguata alla colorazione delle maglie. Qualche variazione invece è stata fatta sui componenti.

Ci puoi dare qualche dritta?

Shimano ci ha fornito i nuovi dischi dei freni, che abbiamo iniziato a provare in questo periodo e useremo con maggiore frequenza al ritorno in Europa. Abbiamo avuto un aggiornamento su diversi modelli delle selle Fizik e ad esempio quella che usa Bernal è da considerare un aggiornamento della Antares Open. Nel periodo invernale, proprio in collaborazione con Fizik abbiamo effettuato diverse prove con tutti i corridori. Trasmissioni Shimano a 12 velocità e tubeless Continental per tutti, montati su ruote Dura-Ace con profili compresi tra 60 e 50 millimetri.

Tubeless per tutti, anche per gli scalatori?

Si, è una scelta condivisa con i corridori e una linea presa dal team. Stiamo provando una soluzione che prevede la sezione differenziata tra anteriore e posteriore, rispettivamente 25 e 28 millimetri del tubeless, con adeguamento delle pressioni. Stiamo ultimando alcune analisi di questa combinazione eseguite anche in galleria del vento. La configurazione per il tubolare è quasi sparita.

Tubeless Continental da 25 per l’anteriore
Tubeless Continental da 25 per l’anteriore
Non vedremo più i tubolari?

Difficile, magari per qualche arrivo in salita particolarmente duro e complicato. E’ anche una questione di feeling dei corridori stessi, che utilizzando sempre i tubeless, a casa e in gara, nei test e nella corse di preparazione, si adattano a quel sistema. E poi i dati a nostra disposizione parlano chiaro, i tubeless sono veloci ovunque.

Selle nuova e post incidente. Bernal ha cambiato la posizione in bici?

Non ha cambiato posizione, è rimasto, o meglio è tornato ad usare quella che aveva nel periodo pre-incidente. E’ stato fatto qualche cambiamento sugli equipaggiamenti, come ad esempio le scarpe e la posizione delle tacchette, ma si tratta di dettagli. Il suo è stato comunque un percorso progressivo e di ritorno alla forma e mobilità ottimale. Lo stesso discorso è valido anche per la bici da crono.

Che taglia di telaio usano Bernal e Ganna?

Ganna ha una Pinarello Dogma F 59,5. Bernal ha una 53 con reggisella dritto zero off-set.

Il diario di Cioni: l’Ora che non abbiamo visto (1ª parte)

16.11.2022
7 min
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Come è stato che Filippo Ganna abbia deciso di sfidare e abbia poi conquistato il record dell’Ora è il motivo per cui ci troviamo con Dario Cioni in uno dei bar più frequentati di Montelupo Fiorentino. Il tecnico toscano della Ineos Grenadiers è preso dal cogliere le olive in una stagione che sta andando piuttosto bene, ma questo è un giorno di riposo anche per lui. Un pranzo a Lari in mezzo a un’infinità di ex corridori e il pomeriggio con noi. La magica notte di Grenchen è indietro di quasi 40 giorni, ma ci sono altre cose da dire. Ci tiene Cioni, ci teniamo noi (in apertura, Ganna nella foto Ineos Grenadiers/Cauld Photo).

Cioni ha seguito tutta la preparazione. Qui a Montichiari con un collaboratore (foto Ineos Grenadiers/Cauld Photo)
Cioni ha seguito tutta la preparazione. Qui a Montichiari con un collaboratore (foto Ineos Grenadiers/Cauld Photo)
Quando è nato il progetto?

Dopo il Giro del 2020, quando Moser gli fece la battuta che dopo le tre crono vinte, avrebbe potuto provarci. In quella corsa aveva fatto il salto di qualità, così sulla scia dell’entusiasmo si iniziò a parlarne. Soprattutto dopo il predominio nella crono del Prosecco, lunga 34 chilometri, con quegli strappi per quasi 43 minuti di gara.

Quando provare?

Nel 2021 era impossibile, con le Olimpiadi. E poi comunque c’era da lavorare. Il progetto è nato alla fine del 2020, pensando a materiali e linee guida. Serviva anche tornare alla condizione di quell’anno. Il programma era di vedere come si sarebbe mosso agli europei di Plovdiv 2020, che però non fece a causa del Covid. Già lì probabilmente avrebbe abbattuto il muro dei 4 minuti nell’inseguimento. In ogni caso la macchina era già in moto, con lo studio delle linee di sviluppo. Per questo forse è stato impreciso far coincidere tutto con il record di Bigham. Il progetto Ganna era partito ben prima.

Tutti i test in galleria del vento e poi a Montichiari, piccola base Ineos in primavera (foto Ineos Grenadiers/Cauld Photo)
Tutti i test in galleria del vento e poi a Montichiari, piccola base Ineos in primavera (foto Ineos Grenadiers/Cauld Photo)
Fra 2021 e 2022 è cambiato il fornitore dell’abbigliamento…

Infatti avevamo iniziato a parlarne con Castelli. Lo sviluppo del body da crono si faceva già in modo coerente fra crono e Ora, su velocità vicine a quelle del record. Lo sviluppo si è fatto sui 55 chilometri all’ora, mentre se si fosse ragionato sull’inseguimento si sarebbe dovuto lavorare probabilmente su una velocità di 65 all’ora. Poi siamo passati a Bioracer, con il punto di congiunzione che si chiama Luca Oggiano, un ingegnere aerospaziale che collabora con Ineos. In un primo momento collaborava con Castelli e poi si è spostato a Bioracer.

Ha continuato sulla stessa strada in un’altra azienda?

In pratica sì. Ci ha permesso di continuare a lavorare sugli stessi concetti. Alla fine immagino che in Castelli saranno stati dispiaciuti di non esserci stati sino in fondo. Con loro si continua a lavorare in nazionale, solo che col passare del tempo come Ineos saremo sempre meno informati sui loro studi.

Il calendario tanto pieno di Filippo ha rallentato lo sviluppo?

Abbiamo lavorato molto con la fluidodinamica, Luca sa farlo e anzi per certi versi ha sviluppato lui la tecnologia (Luca Oggiano infatti è Amminstratore delegato di NablaFlow, azienda specializzata in simulazioni fluidodinamiche, che ha curato il progetto di bici, tuta e occhiali, ndr). Era tutto avviato e in linea con le aspettative. Sapevamo che quanto già sviluppato con Castelli funzionava, per cui sul body si è cambiato poco.

Per tutto il resto?

Per il casco è nato il Protone più grande con le alette sulle lenti. Mentre non era previsto che Pinarello tirasse fuori la bici nuova: quella è stata un’evoluzione dell’ultimo momento. Nel 2021 erano tutti al lavoro sulla nuova Bolide Disc, non si sapeva se la bici per l’Ora sarebbe derivata da quella o sarebbe stata un progetto nuovo. Va detto grazie a Pinarello per aver sviluppato tecnologia e bici in così poco tempo, mentre prima eravamo tutti concentrati per completare la bici da crono da portare al Tour.

Luca Oggiano ha seguito lo sviluppo dei materiali: una figura chiave nell’Ora di Ganna (foto Ineos Grenadiers/Cauld Photo)
Luca Oggiano ha seguito lo sviluppo dei materiali: una figura chiave nell’Ora di Ganna (foto Ineos Grenadiers/Cauld Photo)
Perché l’idea di ricorrere alla stampa in 3D?

Non dimentichiamo che in questi ultimi tempi, a causa del Covid non è facile trovare il materiale. C’era il rischio di non poter fare la bici che volevamo, per questo si è ricorso alla stampa. E questo ha permesso a Luca di eseguire il progetto in modo perfetto.

Pippo ha fatto sorridere dicendo che la bici gli è parsa pesante.

Nel record il peso non conta. La bici deve essere super rigida. Magari gli sarebbe servita più leggera nell’inseguimento, ma quando poi l’ha lanciata, è venuto ugualmente il record del mondo.

Giovanni Carini si è preso cura da subito della bici di Ganna (foto Ineos Grenadiers/Cauld Photo)
Giovanni carini si è preso cura da subito della bici di Ganna (foto Ineos Grenadiers/Cauld Photo)
In che modo entra in scena Bigham?

E’ stato utile per i test. Quando Pippo è salito per la prima volta sulla bici nuova, Bigham aveva già fatto il suo record. Era previsto che provasse, niente di strano. A fine 2021 aveva fatto il record nazionale, più dell’Ora di Wiggins, meno di Campenaerts. Non era stato omologato solo perché non era registrato sulla piattaforma Adams.

A un certo punto è parso però che Pippo abbia messo a frutto il lavoro di Bigham.

Ed è quello che vorrei chiarire con la massima serenità. Bigham era nel gruppo di sviluppo di Ganna, ma non è stato la svolta. Non ha indicato lui come modificare la posizione di Pippo, perché di fatto è la stessa da due anni. Di certo Daniel ha fatto delle personalizzazioni per sé. Ha partecipato allo studio della bici, ma le soluzioni che sono parse interessanti le abbiamo provate su Pippo l’ultimo venerdì del Giro. I lavori sui componenti, bici esclusa, erano finiti a maggio, anche se sono stati svelati al Tour. 

Bigham ha battuto il record di Campenaerts e ha lavorato per Ganna, in un progetto nato molto prima (foto Ineos Grenadiers)
Bigham ha battuto il record di Campenaerts e ha lavorato per Ganna, in un progetto nato molto prima (foto Ineos Grenadiers)
Quanto tempo c’è voluto per convincere Ganna?

In realtà ha detto subito di sì. Quello che invece avevamo sottovalutato è stato il tempo necessario per provare i materiali. Il Tour andava comunque fatto, perché il prologo di Copenhagen e la possibilità di maglia gialla, da conquistare partendo con quella iridata, era superiore al progetto dell’Ora.

Quindi cosa cambieresti?

Tornassimo indietro, non lo metteremmo a fine stagione. Seguiremmo strade diverse per avere un approccio più fresco. Magari all’inizio, usando poi il lavoro del Record per entrare lanciato nella nuova stagione.

Secondo Cioni, il mondiale crono e le critiche che lo hanno seguito hanno dato a Ganna la giusta determinazione per l’Ora
Secondo Cioni, le critiche dopo il mondiale crono hanno dato a Ganna la determinazione per l’Ora
Troppi impegni a fine 2022?

Poco tempo per preparare tutto al meglio, ma devo dire che nel suo cammino per il record, aver fatto il mondiale è stato fondamentale. Certi commenti gli sono bruciati dentro: sul chiudere subito la stagione, sull’aver fallito… E questo ha fatto scattare la determinazione giusta.

La seconda parte

La seconda parte di questa intervista con Cioni sarà pubblicata domani sera alle 19,30. Si parlerà di quello che non si è visto sulla preparazione della bici. Il calo di Ganna negli ultimi 10 minuti. Il team che ha lavorato per il record. E anche di un rumorino sulla bici (di cui Ganna non sa ancora nulla) che ha fatto impazzire i meccanici alla vigilia del Record…

Pinarello: fatturato 2021/2022 vola a 84 milioni (+24%)

21.10.2022
3 min
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Pinarello ha reso noti da un paio di giorni i risultati economici relativi all’esercizio chiuso al 30 giugno 2022, registrando un risultato finanziario complessivamente in forte crescita. La realtà trevigiana, nonostante la complessa situazione in cui si trova l’industria mondiale di settore, ha difatti ottenuto risultati molto, molto positivi. Il fatturato dell’esercizio 2021/2022 si è attestato a 84 milioni di euro, in crescita del 24% rispetto all’anno precedente, mentre il margine operativo lordo è cresciuto del 30%, più che proporzionalmente rispetto all’anno precedente.

Antonio Dus, amministratore delegato e socio di Pinarello
Antonio Dus, amministratore delegato e socio di Pinarello

Investimento continuo

«Stiamo decisamente accelerando sul piano industriale che l’azienda ha varato a fine 2020 – ha dichiarato con soddisfazione Antonio Dus, che di Pinarello è amministratore delegato e socio – muovendoci bene in un contesto di mercato molto dinamico. Sempre più persone si avvicinano alla bicicletta e sempre più numerosi sono gli appassionati che vogliono acquistare un modello top di gamma, e questo aspetto contribuisce ad agevolare una nostra crescita sempre più veloce. Il trend positivo relativo alla vendita di biciclette era già chiaramente visibile prima della pandemia, in coerenza con la marcata tendenza a fare più sport ed attività all’aria aperta. Nel primo periodo di Covid tutti avevano temuto un rallentamento legato alla maggiore propensione al risparmio del consumatore. Invece, al contrario, si è manifestata una maggiore richiesta che ha spinto anche gli appassionati esistenti verso biciclette di alta gamma come le nostre».

Pinarello è alla ricerca di nuove risorse, come ad esempio operatori alla fase di verniciatura
Pinarello è alla ricerca di nuove risorse, come ad esempio operatori alla fase di verniciatura

«A fronte di questa crescita – riprende Dus – l’azienda ha investito più di 3 milioni di euro nel personale, nell’organizzazione della Ricerca & Sviluppo e nella produzione. E’ stato riconosciuto un premio annuale per i risultati raggiunti sotto forma di un programma di welfare. E’ stato avviato un piano di trasformazione della fabbrica di Villorba in lean manufacturing, digitalizzazione e industry 4.0. Sono state avviate ricerche per l’inserimento di ben 14 persone…

«I risultati conseguiti sono per gran parte attribuibili al saper-fare, alle competenze, all’esperienza e alla dedizione delle maestranze della fabbrica di Villorba. Abbiamo appena potenziato gli impianti e siamo adesso alla ricerca di tecnici e operatori per rafforzare il nostro già efficiente team. Stiamo avviando una sorta di scuola interna per poter così sviluppare competenze estremamente specializzate e di conseguenza ben retribuite». 

Bolide F HR 3D, la bici con la quale Ganna ha stabilito il record dell’Ora
Bolide F HR 3D, la bici con la quale Ganna ha stabilito il record dell’Ora

Prospettive di crescita

In azienda si stima che le prospettive di crescita del fatturato per il prossimo esercizio fiscale possano essere comprese tra il 25 ed il 30%: una crescita che si immagina comunque limitata dalla attuale situazione globale della filiera produttiva dell’industria della bicicletta. Non a caso, gli ordini raccolti per la prossima stagione sono molto più elevati rispetto alle stime di crescita attualmente previste: davvero un ottimo segnale. Risultati che si stanno concretizzando a fronte di un aumento del mercato della bicicletta, nello stesso periodo, stimabile attorno al 7%.

Pinarello

Pinarello Bolide F HR: per l’Ora la prima bici 3D

03.10.2022
5 min
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Pinarello Bolide F HR 3D è la bicicletta che accompagnerà Filippo Ganna nel tentativo del record dell’Ora. Si tratta del primo progetto/bicicletta ad elevate prestazioni stampato interamente 3D.

«Vogliamo sempre spingere il livello del design del prodotto – ha detto Fausto Pinarello – a nuovi livelli per permettere ai nostri campioni di raggiungere i loro obiettivi. Innovazione costante e ricerca sono le basi del successo se vuoi assemblare la più veloce bicicletta da crono per la pista. Dal record dell’ora di Miguel Indurain, alle recenti medaglie d’oro nell’Inseguimento a squadre di Tokyo, Pinarello è sempre stata il punto di riferimento in questo settore».

Una parte dell’avantreno della nuova Bolide F HR 3D
Una parte dell’avantreno della nuova Bolide F HR 3D

La famiglia Bolide

Bolide è diventato con gli anni un simbolo ed un’icona, non solo il nome di una bicicletta. Pinarello Bolide è la categoria più evoluta delle biciclette sviluppate per la velocità. Le forme che hanno segnato un’era e che non smettono di fare da volano alla strenua ricerca della perfezione tra ciclista e mezzo meccanico, si fondono con un design avveniristico.

Il telaio della Bolide F HR 3D è stato progettato per ridurre ancor di più l’impatto dell’aera frontale e questo grazie anche all’abolizione della regola 3:1 imposta precedentemente dall’UCI. Ma entriamo nel dettaglio.

La nuova Pinarello Bolide F usata da Ganna per le crono: qui al mondiale
La nuova Pinarello Bolide F usata da Ganna per le crono: qui al mondiale

La prima bici 3D high performance

La prima stampa 3D in metallo per il ciclismo risale al 2015. Era il manubrio del record dell’ora di Bradley Wiggins. Oggi però non si tratta della sola stampa in tre dimensioni, perché c’è anche l’applicazione di una nuova lega a base di scandio, alluminio e magnesio: Scalmalloy.

Non è di carbonio: la Pinarello Bolide F HR 3D è costruita con questa lega utilizzata nell’ambito dell’aerospazio. Ogni sezione della nuova Bolide è stata realizzata come pezzo singolo ed incollato al successivo grazie alle resine epossidiche aerospaziali. C’è anche il titanio, utilizzato per la testa della forcella e per le appendici del manubrio.

Anche il manubrio è 3D. E’ in titanio ed ha una forma unica nel suo genere, creata ad hoc per Filippo Ganna. Il contributo della tecnologia, della capacità di sfruttarne le potenzialità e della stampa 3D sono state la chiave del successo, anche in questo caso.

Design, efficienza ed estremizzazione

I mozzi delle ruote sono più stretti del normale: quello dietro è di 89 millimetri (invece di 120), mentre quello davanti è largo 69 (invece di 100). Semplice? Decisamente no, perché questi cambiamenti, che sembrano minimi, comportano degli studi e produzioni completamente dedicate, con dei costi enormi. Anche la scatola del movimento centrale è stata ridotta a 54 millimetri di larghezza, invece dei precedenti 70.

I profilati hanno delle sezioni AirFoil. Significa che le tubazioni hanno dei profili aerodinamici più lunghi e sono decisamente più sottili rispetto alle versioni precedenti. La penetrazione dello spazio è sensibilmente migliorata. C’è ovviamente tutta la ricerca legata allo sviluppo CFD e le diverse sovrapposizioni possibili con i modelli matematici.

Il design della forcella e dei foderi riprendono un concept “classico” (considerando la categoria della quale stiamo scrivendo) e più che altro collaudato. Significa che la forcella ha i foderi stretti che scorrono vicino alle ruote lenticolari.

E poi ci sono quelle tubazioni frastagliate, del piantone e del reggisella. Si chiama Tecnologia AirStream.

La soluzione che prende il nome di AirStream (foto Pinarello)
La soluzione che prende il nome di AirStream (foto Pinarello)

Tecnologia AirStream, che cos’é?

Si basa su una ricerca che inizia a prendere forma nel 2006 nell’Università di Adelaide, legata allo studio delle megattere. Le pinne dei cetacei presentano delle protuberanze frontali che facilitano il mammifero a manovrare rapidamente in spazi stretti e con grande rapidità. Inoltre queste stesse creste contribuiscono alla riduzione della resistenza aerodinamica. La soluzione, riportata nell’ambito ciclistico, prende il nome di Tecnologia AirStream.

Se il ciclista e il suo movimento rappresentano la variabile maggiore in termini di efficienza aerodinamica e performance, la bicicletta trova nella tubazione del piantone il punto critico dove lo spazio di scontra. La resistenza dell’aria generata dal tubo verticale, rappresenta il 40% della resistenza totale del telaio e della forcella. Rendere più efficiente questa sezione è un risultato molto importante.

Il record dell’ora di Bigham (foto Pinarello/El Toro Media)
Il record dell’ora di Bigham (foto Pinarello/El Toro Media)

Già sul tetto del mondo

Lo è con Dan Bigham e con il suo record personale di 55,548 chilometri, ottenuto lo scorso 19 agosto. L’atleta, che fa parte del team di ricerca e sviluppo Ineos-Grenadiers, ha contribuito in maniera importante allo sviluppo del nuovo progetto Bolide 3D, ovvero la stessa bici che userà Ganna il prossimo 8 ottobre.

Pinarello Dogma F: presentate le nuove colorazioni 2023

02.09.2022
4 min
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La prossima stagione commerciale è oramai alle porte, e per moltissimi bike brand il periodo che stiamo attraversando è importante per cominciare a svelare qualche novità in ottica 2023. Per Pinarello, ad esempio, “l’anno che verrà” sarà anche quello di un rilancio importante dell’offerta colori di Dogma F, il modello top di gamma proposto sul mercato dallo storico brand trevigiano. E questo importante “upgrade” cromatico riguarderà l’introduzione di nuovi nuovissimi colori, in aggiunta ai tre confermati dalla stagione precedente. 

Il telaio Dogma F è stato presentato nel giugno del 2021 per consentire agli atleti del team INEOS Grenadiers di gareggiare ai massimi livelli. E proprio da quando Dogma F ha introdotto questa novità sono arrivati tanti successi: tra cui grandi classiche e medaglie olimpiche – incluso l’oro di Carapaz nella prova in linea – senza considerare podi nei grandi Giri e la vittoria alla Parigi Roubaix di quest’anno. Nella sua prima stagione commerciale, Dogma F è stato il telaio dei record per Pinarello segnando un crescita del 25% rispetto al suo predecessore. L’introduzione appena annunciata delle nuove colorazioni renderà senza dubbio la gamma ancora più ampia e completa rispetto a quella precedente…

La nuova linea di colorazioni di Pinarello ha preso il nome “Electro”
La nuova linea di colorazioni di Pinarello ha preso il nome “Electro”

Cromie “elettriche”

La nuova linea di colorazioni Pinarello per Dogma F – denominata Electro – è nuovamente il frutto della grande ricerca della stessa realtà veneta nel proporre colori davvero unici e inimitabili. I nuovi Electro Violet, Electro Blue, Electro Lime ed Electro Orange si caratterizzano per tridimensionalità e lucentezza che si esalta particolarmente con la luce naturale. La grafica Fade, che ha avuto un enorme successo con il lancio di Dogma F la scorsa stagione, viene inoltre aggiornata con l’aggiunta di due nuovi colori: Midnight Venice e la nuovissima Racing Green. Anche la linea con grafica Cut viene ampliata attraverso l’aggiunta di due varianti colori di assoluto successo: Summit White e Summit Red. 

I colori della passata collezione che vengono invece confermati anche per il 2023 sono l’Onyx BOB, il Crystal White e il Midnight Blue. Inoltre, anche la colorazione replica del team INEOS Grenadiers sarà disponibile per la vendita

L’aerodinamica, il peso, la geometria, lo spessore e le forme dei tubi, la scelta della fibra di carbonio: ciascun singolo elemento gioca un ruolo fondamentale nella creazione della bici perfetta. Trovare l’equilibrio rappresenta una vera e propria arte, e a quest’arte Pinarello dedica da sempre anima e corpo per il raggiungimento della perfezione…

Una forza commerciale

Cicli Pinarello – la cui guida è affidata ad Antonio Dus, Amministratore delegato e socio – propone sul mercato biciclette che ambiscono a rappresentare un’assoluta avanguardia tecnologica e prestazionale per quanto riguarda il settore. I prodotti Pinarello sono commercializzati in oltre cinquanta Paesi nel mondo tramite una rete di 700 punti vendita specializzati tra cui quattro “flagship store” di cui tre monomarca: a Treviso, Londra, Manchester e New York. 

Il fatturato 2021 è stato di 65 milioni di euro, mentre i mercati principali sono Stati Uniti, Italia, Regno Unito e Giappone. La maggior parte dei Paesi Europei sono seguiti dalla sede di Treviso, mentre negli USA ed in Gran Bretagna sono presenti due filiali di proprietà. 

Nel 2021 i mercati principali per Pinarello sono stati: USA, Italia, Regno Unito e Giappone
Nel 2021 i mercati principali per Pinarello sono stati: USA, Italia, Regno Unito e Giappone

Presso il quartier generale di Treviso sono impiegate 90 persone. Il gruppo completo “conta” a livello mondiale 150 collaboratori diretti e circa 600 dedicati a tempo pieno presso partner esterni, con una significativa presenza di risorse dedicate ad attività di Ricerca&Sviluppo di nuovi prodotti e del marchio stesso.

Pinarello