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Ackermann urla di gioia, Tao di dolore. Addio Giro

17.05.2023
6 min
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E’ il chilometro 151 della Camaiore-Tortona quando dalla barella che sta per essere infilata in un’ambulanza si sente un urlo. Un urlo di rabbia, di dolore, di delusione. E’ quello di Tao Geoghegan Hart che sta per essere portato in ospedale. Il terzo in classifica lascia così il Giro d’Italia.

La tappa invece va, per un copertone, a Pascal Ackermann. Lui urla la sua potenza al cielo. Il tedesco precede al colpo di reni Jonathan Milan, piombato a velocità doppia sull’arrivo ma con un filo di ritardo rispetto al tedesco. Con qualche aggiustamento tattico, il friulano sarà un velocista superbo e in questa corsa sta imparando tantissimo.

Un attimo

La discesa da Colla di Boasi non è impossibile. Sì, ci sono delle curve, ma l’asfalto è buono, la pendenza non è eccessiva e il ritmo non è forsennato. Il problema è che sul Giro piove. In ogni senso… Anche oggi tanti ritiri, pensate che sono arrivati a Tortona solo 139 corridori dei 176 partiti da Fossacesia.

La prima pioggerellina rende l’asfalto sulla discesa verso il Piemonte una saponetta. Alessandro Covi scivola e tira giù tutta la Ineos-Grenadiers, giustamente schierata nelle prime posizioni a guardia di Geraint Thomas e Tao Geoghegan Hart.

E’ un attimo. In un secondo sfumano mesi di lavoro. L’inglese resta piegato su un fianco. Mentre tutti si rialzano, lui non si muove dall’asfalto.

Matteo Tosatto, diesse della Ineos, arriva poco dopo e si rende subito conto che la situazione non è banale.

«Quando sono arrivato – racconta il veneto – ho capito subito che Tao stava male per davvero. L’ho visto dalla sua faccia. Si lamentava. Io in venti anni di carriera non ho mai avuto un incidente simile da farmi male in questo modo, ma non serviva esserci passati in prima persona per intuire che non sarebbe ripartito. Non si muoveva».

Passano quegli istanti che non sono quantificabili. A volte sembrano eterni altri volano.

«Radiocorsa ha annunciato una caduta in gruppo, ma non aveva detto chi era finito in terra. Essendo noi la prima ammiraglia (l’ordine va in base alla classifica generale, ndr) siamo arrivati lì poco dopo e li ho visti tutti giù».

Il momento in cui Tao Geoghegan Hart lascia il Giro (immagine tv)
Il momento in cui Tao Geoghegan Hart lascia il Giro (immagine tv)

La giostra non si ferma

Il gruppo va avanti. Alcuni risalgono in sella subito. Altri no. Roglic scappa via con la bici di Bouwman, Thomas con la sua. Alla fine Geraint è caduto su Covi stesso e non ha picchiato forte.

Qualche chilometro dopo, quando si riordinano le idee, i ragazzi chiedono lumi al diesse.

«Una volta in fondo alla discesa – dice Salvatore Puccio – abbiamo chiesto per radio se Tao stesse rientrando, ma dalla macchina ci hanno risposto che aveva abbandonato. E’ stato un bel colpo».

«Adesso – riprende Tosatto – non sappiamo ancora cosa abbia di preciso Tao (la diagnosi, arrivata intorno alle 21, parla di frattura dell’anca sinistra che richiederà un intervento, ndr). Il dottor Branca lo ha mandato ad un ospedale ad una cinquantina di chilometri da Tortona. In corsa mi ha detto che è anche un buon ospedale. Sta facendo le lastre. Con Tao ci sono il dottore della squadra e il suo massaggiatore. E’ lui che ha la sua borsa, con i suoi telefoni e le sue cose».

Puccio è il capitano in corsa della Ineos-Grenadiers, anche oggi aveva diretto magistralmente le operazioni
Puccio è il capitano in corsa della Ineos-Grenadiers, anche oggi aveva diretto magistralmente le operazioni

Solo sfortuna

Da questa sera inizia un’altra corsa per la Ineos-Grenadiers. Avere due punte contro un “cagnaccio come Roglic e la sua Jumbo-Visma sarebbe stata un’arma preziosa. Cambieranno le tattiche e la squadra di sir Brailsford è pronta a tenere duro. Prima però c’è da tenere su il morale.

«Perché – conclude Tosatto – ora è bassino. Cosa dirò questa sera ai ragazzi? Di stare attenti, che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Purtroppo questa è la dura realtà del nostro sport».

«Io non sono caduto – racconta invece Salvatore Puccio – e già questa è stata una fortuna. La discesa era bagnata ed è stato un attimo. Cosa potevamo fare? Eravamo nelle prime 10-15 posizioni, avevamo fatto il nostro. E’ stata solo sfortuna. Sai, fossimo stati nella pancia del gruppo o in coda okay, qualche colpa ce l’avremmo avuta. Ma così…».

«Questa mattina eravamo partiti proprio con l’obiettivo di stare davanti e attenti. E lo stavamo facendo. Ed è un peccato perché tutto sommato sembrava essere una tappa abbastanza tranquilla, senza troppo stress, tipo ieri per dire. C’era la fuga, all’inizio non pioveva, stavamo comodi davanti e poco dopo sarebbe finita la discesa».

Roglic a tenaglia fra Tao (in testa) e Thomas (in coda). A Fossombrone un anticipo di quel che avremmo visto sulle Alpi. Ora cambia il piano tattico
Roglic a tenaglia fra Tao (in testa) e Thomas (in coda). A Fossombrone un anticipo di quel che avremmo visto sulle Alpi

Cambiano i piani

Anche Puccio come un po’ Tosatto ci dice che ora cambieranno le cose. Tutti per “G”, come loro chiamano Thomas. E in questo la Ineos-Grandiers è maestra. Non deve certo imparare da nessuno. 

«Non dobbiamo imparare da nessuno – va avanti Puccio – ma avere un Tao in classifica sarebbe stato ideale per qualche attacco in salita, per qualche uno contro uno. E’ un peccato perché stava veramente bene. Adesso invece saremo al mille per mille tutti per Geraint, per difendere questa maglia. Lui non è certo l’ultimo arrivato».

Con Geoghegan Hart la tattica poteva essere differente. Roglic poteva essere sfidato. Ora invece si tratterà di correre soprattutto di rimessa. Anche se difendere 2” è praticamente impossibile. Bisognerà impostare i ritmi, ma ripetiamo, in questo gli Ineos sono maestri e proprio Puccio è una certezza.

«Ma avere due leader – dice Salvatore – era meglio. Questo episodio mi ricorda un po’ quello della Vuelta del 2015 quando Froome era in testa. Chris cadde. Finì la tappa con una microfrattura ad un piede e la mattina dopo non partì. Succede, fa parte del nostro sport. Noi dobbiamo solo continuare così».