Ancora Covid alla Jumbo. Roglic tradisce la pressione

05.05.2023
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PESCARA – Roglic non trema, ma probabilmente sente la corsa. Lo capisci dalle rispostine sfuggenti durante l’intervista della vigilia, di ben altro tono rispetto alla giovialità della Tirreno-Adriatico: niente di strano, probabilmente lo sarebbe il contrario. Se Evenepoel giusto ieri ha detto di essere tanto cresciuto rispetto al Catalunya, dove fu al suo livello in salita, e di essergli superiore nella crono, lo sloveno fa pretattica e svia ogni frase degna di un titolo. Proprio ieri, fra l’altro, sulla squadra si è abbattuta la tegola di un’altra positività al Covid. Persi in un primo momento Gesink e Foss, sostituiti da Dennis e Van Emden, anche quest’ultimo è incappato in un tampone positivo. Ovvio dire che nel team olandese nessuno abbia fatto salti di gioia.

«Possiamo essere felici per i corridori che abbiamo – spiega Roglic – ma non partiamo con il team perfetto che avevamo progettato. Dovremo farci i conti, ma penso che alla fine abbiamo trovato la soluzione migliore».

Tutta la squadra in altura, anche se alla fine Foss e Gesink sono stati fermati dal Covid. E con loro anche Van Emden (foto Instagram)
Tutta la squadra in altura, anche se Foss e Gesink sono stati fermati dal Covid. Con loro anche Van Emden (foto Instagram)

Il Covid, ancora…

Il Covid che pensavamo di esserci lasciati alle spalle ha gestioni differenti, demandate alla sensibilità e la responsabilità del medico di squadra. Sta di fatto che la Jumbo-Visma ha rispolverato i protocolli anti-Covid degli scorsi anni, per cui vedremo in che modo sarà possibile lavorare con loro.

«Cerchiamo di stare attenti – spiega Roglic – quello che possiamo fare è questo, oltre a dare il massimo sulla strada. Non si possono comparare Gesink e Foss con i ragazzi che li hanno sostituiti, ma ugualmente abbiamo fiducia in loro. Il percorso resta lo stesso, ripristiniamo il protocollo Covid e guardiamo avanti».

Dopo il Catalunya, Roglic è salito sul Teide per recuperare (foto Instagram)
Dopo il Catalunya, Roglic è salito sul Teide per recuperare (foto Instagram)

Sempre al massimo

A Evenepoel non risponde direttamente, così come a chi gli chiede se si senta più forte rispetto al Giro del 2019 e se avrà problemi a gestire la crono finale di Monte Lussari, che tanto ricorda la Planche des Belles Filles: teatro della debacle al Tour 2020.

«Rispetto a quattro anni fa – dice – sono certamente più forte. Di sicuro si cresce, diventi più vecchio e più esperto. Vedremo se basterà. Abbiamo fatto tutto quel che serviva. Remco è in super forma, ma non credo che il Giro d’Italia sarà solo una lotta fra noi due. C’è un gruppo di campioni e corridori forti che diranno la loro. Il punto sarà essere il migliore sabato nella prima crono, poi sulle salite. Non c’è da sbagliare nulla. Il Giro si vince avendo il massimo livello più a lungo degli altri. E io di sicuro posso competere su tutti i terreni. L’obiettivo sarà stare bene, con la squadra attorno».

Sul Teide si è lavorato anche per la crono. Il Giro ne propone tre che potrebbero essere decisive (foto Instagram)
Sul Teide si è lavorato anche per la crono. Il Giro ne propone tre che potrebbero essere decisive (foto Instagram)

Il Friuli e i tifosi

Quanto all’avvicinamento, la differenza fra i due contendenti non è poi così netta. Entrambi hanno corso il Catalunya e poi si sono trasferiti sul Teide, da cui il belga è sceso per correre (e vincere) la Liegi.

«Andare sul Teide – sorride Roglic – era necessario per recuperare dopo il Catalunya, che è stato duro, e per creare il giusto clima in squadra. Anche se due di quei ragazzi alla fine li abbiamo persi. Ci siamo concentrati sul fare una bella preparazione, curando certamente la parte in bicicletta, ma anche le ore fuori dalla bici. Avere una bella complicità è importante almeno quanto arrivare con energie ancora fresche alla settimana finale, che è per tradizione la più dura e lo sarà anche quest’anno. Quella cronometro alla fine richiederà ottime gambe. Per evitare che accada lo stesso del Tour 2020 basterà andare più forte. Ma soprattutto sono molto curioso ed eccitato al pensiero che, essendo molto vicini al confine sloveno, potrei trovare tanti dei miei tifosi e quella potrebbe trasformarsi in una spinta notevole».

Roglic ha conosciuto la maglia rosa. Al Giro del 2019 la indossò per le prima 5 tappe
Roglic ha conosciuto la maglia rosa. Al Giro del 2019 la indossò per le prima 5 tappe

Maglia rosa a Roma

Il saluto Roglic lo dà con una di quelle battutine fatte solo per sviare il discorso. Così quando un collega gli chiede se per lui, avendo dovuto riassortire la squadra, sarebbe un problema prendere presto la maglia rosa, Roglic risponde con una risatina nervosa e irriverente.

«La maglia rosa – dice – non so quando sia meglio prenderla, se presto o tardi. La cosa migliore è averla dopo la tappa di Roma».

Il giornalista lo guarda perplesso. Sullo stesso argomento, Evenepoel gli ha dato una risposta molto più approfondita. Il duello fra i due si consumerà anche nelle interviste.