Scartezzini 2022

Sentiamo da Scartezzini come lavora un quartetto…

28.04.2022
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Michele Scartezzini ci ha ripensato spesso, nei giorni successivi, a quel torneo dell’inseguimento a squadre alla Nations Cup di Glasgow. Quel quartetto con le sgargianti maglie iridato indosso (era la prima uscita ufficiale) che era sfrecciato in testa alle qualificazioni per poi perdere la semifinale. Villa non aveva nascosto di esserci rimasto male, aveva anche spiegato l’errore in un mancato accordo fra lui e Lamon.

La nostra analisi del lavoro in un quartetto a ridosso della gara parte proprio da quell’episodio: «L’ho detto subito ai ragazzi, è stata colpa mia, ma ho una grande attenuante. L’audio dello speaker era troppo alto, quando Francesco mi ha dato il “3” non l’ho proprio sentito così ho perso l’attimo e il quartetto si è sfaldato. Il giorno dopo, nell’inseguimento individuale, parlavo con il portoghese Oliveira, mi ha detto anche lui che per tre volte non ha sentito i tempi che gli urlava l’allenatore e così ha sbagliato a interpretare la gara, sempre per colpa dell’acustica».

Scartezzini Glasgow 2022
Il quartetto azzurro a Glasgow, con Villa a dare istruzioni. Era la prima uscita dopo l’iride (foto @arne_mils/FCI)
Scartezzini Glasgow 2022
Il quartetto azzurro a Glasgow, con Villa a dare istruzioni. Era la prima uscita dopo l’iride (foto @arne_mils/FCI)
Villa ha spiegato di non aver potuto lavorare come sarebbe servito con voi…

E’ un prezzo che si paga in questo periodo della stagione. Io, Bertazzo e Lamon ci siamo stati quasi sempre, salvo per qualche impegno su strada, chiaramente Ganna e Consonni avevano molte più difficoltà, ma hanno cercato di partecipare appena avevano qualche buco. Nelle ultimissime settimane o c’era uno o c’era l’altro, ma poi avevamo molti giovani a collaborare con noi, insomma il lavoro è andato comunque avanti.

A Glasgow avete potuto provare?

Siamo arrivati il martedì sera e abbiamo potuto girare al mercoledì, poi giovedì c’è stata la gara. Il quartetto funziona, ma chiaramente deve essere tutto regolato a puntino per arrivare ai risultati. In qualificazione avevamo dimostrato il nostro valore di gruppo, nelle altre due prove ci sono stati particolari che hanno inficiato il risultato finale.

Quando lavorate insieme, lo fate su distanze diverse?

Dipende. Se facciamo la prova gara è sui 4 chilometri, come in qualsiasi torneo. In allenamento però affrontiamo anche altre distanze, il chilometro con partenza da fermo, oppure uno e mezzo, o due, dipende da quello che si deve fare e dai meccanismi sui quali dobbiamo lavorare, come anche su quali ritmi dobbiamo girare. E’ un lavoro molto complesso.

Scartezzini Ganna 2022
A Montichiari si lavora ogni settimana, ma Ganna non sempre può essere presente
Scartezzini Ganna 2022
A Montichiari si lavora ogni settimana, ma Ganna non sempre può essere presente
La sensazione, vedendo le gare da fuori, è che il quartetto sia come un orologio di precisione, che per funzionare deve avere tutti i meccanismi, anche i più piccoli, perfettamente oliati e a posto…

Il paragone funziona. E’ tutta questione di attimi e tempismi, ogni piccolo errore porta gravi conseguenze. Lo si è visto in semifinale ma ancor di più nella finalina. Io e Ganna eravamo d’accordo che facevo una seconda tirata fino a 3 giri, poi lui ci avrebbe portato alla fine. Io quindi, come d’accordo ho accelerato dando tutto, poi mi sarei rialzato e avrei lasciato andare gli altri tre, invece nel frattempo avevamo già perso un vagone. Se avessi saputo avrei fatto una frazione regolare, invece quando mi sono rialzato non ne avevo più e non potevo rientrare. Per questo deve funzionare tutto al meglio, il che significa anche che la forma deve essere equilibrata fra i quattro.

Le vostre frazioni sono sempre uguali?

Vengono stabilite di volta in volta, ma poi dipende anche da come va la gara, dalle comunicazioni che ci dà Villa. Diciamo che di regola abbiamo tutti due giri, con Lamon che guida nella difficile parte di lancio e Ganna che chiude.

Per Villa la sua esperienza è fondamentale anche in allenamento con i giovani
Scartezzini Villa 2021
Per Villa la sua esperienza è fondamentale anche in allenamento con i giovani
Sempre con 3 giri finali alla morte come ha fatto a Tokyo e Roubaix?

Anche questo dipende, certe volte ha fatto anche 3 giri e mezzo. Quel che è certo è che il quartetto non è qualcosa di statico, ogni gara è a sé stante, va lavorata, curata anche da parte di chi non gareggia, per questo il gruppo non può essere composto da soli 4 elementi.

A tal proposito Villa è stato chiaro: porterà nelle altre due tappe di Coppa molti giovani, per continuare nella loro opera di inserimento e avere un gruppo sempre folto…

E’ la scelta giusta. Noi più anziani siamo deputati a farli inserire per gradi, fargli apprendere tutti questi meccanismi, portarli a entrare nella macchina potendo dare il meglio di loro stessi. Le giornate di lavoro a Montichiari sono fondamentali, poi chiaramente servono le gare. Con loro discutiamo delle linee di gara, di come affrontare una tirata, serve esperienza. Se non ci fossero i vecchi, i giovani non potrebbero imparare.

Scartezzini Consonni 2021
Scartezzini e Consonni hanno già centrato il podio ai mondiali 2021. A Glasgow hanno preso il bronzo
Scartezzini Consonni 2021
Scartezzini e Consonni hanno già centrato il podio ai mondiali 2021. A Glasgow hanno preso il bronzo
La tua trasferta scozzese non è stata però proprio da buttar via…

Direi proprio di no, con Consonni abbiamo colto un argento che significa molto. Nella Madison la coppia cresce col tempo, acquisendo fiducia reciproca. Abbiamo davvero un buon affiatamento, dobbiamo continuare su questa linea, compatibilmente con i suoi impegni su strada.

E tu, solo pista?

No, ho fatto anche il Laigueglia con la nazionale, ora con la Arvedi ho ancora qualche impegno, ma da fine maggio potrò tirare un po’ il fiato.

Niccolò Galli: scuola Biesse Arvedi e ripetizioni da Lamon

13.12.2021
5 min
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L’Italia dell’inseguimento a squadre corre veloce. Oltre ai risultati della nazionale maggiore si aggiungono le prestazioni della nazionale under 23. Per loro è arrivato un bronzo agli europei di Apeldoorn, a replicare il risultato ottenuto l’anno precedente.

Uno dei protagonisti di questa doppia medaglia è Niccolò Galli, atleta passato under 23 la scorsa stagione alla Biesse Arvedi. Una squadra che fa dei successi sul parquet un vero marchio di fabbrica. Infatti, il giovane Niccolò, 19 anni per lui, corre accanto ai protagonisti di questa stagione su pista: Francesco Lamon e Michele Scartezzini.

Con Niccolò abbiamo voluto tirare le somme dopo il suo primo anno alla Biesse Arvedi e dopo una bella stagione su pista. Chiedendogli com’è lavorare con tanti campioni giorno per giorno e quali sono gli insegnamenti che gli trasmettono.

Niccolò Galli inizia la sua seconda stagione in maglia Biesse Arvedi, con grandi compagni come Lamon e Scartezzini (foto Miche)
Niccolò Galli con la maglia Biesse Arvedi (foto Miche)
Che primo anno è stato?

Molto intenso per quanto riguarda la pista. Mentre su strada ho dovuto saltare alcune gare soprattutto a inizio stagione causa maturità, mi sono diplomato al Liceo delle Scienze Umane.

Con i compagni, come ti sei trovato?

Mi sono subito ambientato. I diesse ed i miei compagni mi hanno accolto bene, non mi hanno messo fretta o pressioni. Per quanto riguarda impegno e dedizione come primo anno da under 23 mi ritengo soddisfatto. Siamo un gruppo molto unito, soprattutto chi condivide anche l’impegno su pista.

Con chi senti più affinità?

Ho più cose in comune con Francesco Lamon visto che pratichiamo anche la stessa disciplina (inseguimento a squadre, ndr).

Ti dà dei consigli?

Il mio rapporto con Francesco è fantastico. Questo grazie soprattutto alla sua personalità, è un ragazzo molto sereno e disponibile. Con lui parlo di tante cose anche al di fuori della bici, dopo tante ore insieme bisogna anche staccare (ci dice ridendo, ndr). Ogni tanto, appunto per prenderci una pausa, andiamo a gareggiare sui go kart, ma mi batte anche lì.

In corsa che cosa ti piacerebbe imparare da lui?

E’ furbo, molto furbo. Sa perfettamente leggere la corsa, su pista e su strada. In quest’ultima però si vede proprio la sua grande capacità. Mi piacerebbe averla, è una dote che uno deve aver già nelle proprie corde ma può essere affinata. Con Francesco al mio fianco spero di migliorare tanto anche in questo campo.

In pista è importante trovare l’affinità nei cambi per non perdere il ritmo
In pista è importante trovare l’affinità nei cambi per non perdere il ritmo
Sei molto giovane ma con tanti anni di corsa in pista, da dove arriva questa passione?

La pista mi ha sempre affascinato fin da quando ero allievo. Ho avuto la fortuna di approcciarmi a questo mondo quando si potevano fare le gare giovanili a Montichiari. Quando poi sono passato junior è venuto fuori il mio potenziale e sono entrato nel giro della nazionale.

Come mai hai scelto l’inseguimento a squadre?

In realtà faccio anche il chilometro lanciato ed ho provato anche l’inseguimento individuale ma non eccello come in quello a squadre.

Spiegaci le differenze tra il correre da solo ed in quartetto…

Nell’inseguimento individuale hai uno sforzo che pian piano aumenta, è importante anche la gestione. In quello a squadre alterni momenti di massimo sforzo a momenti di semi-recupero quando sei in scia. Mi piace di più correre in gruppo anche per una questione di squadra: essere parte di un team ti sprona a dare il massimo sempre.

Essere allenato da Marco Villa che sensazione dà?

Quello che ho imparato con lui è che lavorando in un clima sereno ci si esprime al meglio e c’è una maggiore propensione alla fatica. Marco Villa è determinato e metodico ma non ti carica mai di pressioni negative. Pretende, come è giusto che sia, quello che mi ha impressionato è il fatto che lui lavori per vincere e questa mentalità la passa ai suoi atleti.

Raccontaci del suo mitico tablet con le tabelle con i tempi, come le preparate?

In allenamento prestabiliamo un tempo che ci faccia lavorare al massimo delle nostre capacità. Decidiamo fin dall’inizio chi tira i primi metri e i tempi dei cambi. La parte su cui si lavora sono appunto i cambi, dove bisogna essere bravi a non creare il famoso “buco”.

Niccolò Galli, accanto a Marco Villa in foto, con i ragazzi della nazionale all’europeo under 23
Niccolò Galli accanto a Marco Villa festeggia il bronzo agli europei su pista
In corsa avete qualche rito particolare?

Prima della partenza Marco Villa ci lascia sempre molto tranquilli, prima di entrare in pista ci mostra la tabella. Sulla linea bianca ci diamo il pugno, è un po’ il nostro rito pre partenza, un passaggio di testimone.

Quanto è difficile in gara non guardare gli avversari e rimanere concentrati sulla prestazione?

Ammetto che uno dei pensieri che passa maggiormente in testa è: «Chissà dove sono gli altri». Ma con Marco abbiamo prestabilito dei piccoli segnali che lui ci manda da bordo pista così sappiamo se va bene, se dobbiamo accelerare o anticipare qualche cambio. Il segnale del rallentare devo ammettere di non averlo ancora visto – ride – forse non lo vedremo mai.

Quali saranno i tuoi obiettivi quest’anno?

Su pista il grande evento sarà l’europeo under 23, dopo due medaglie di bronzo è giunto il momento di cambiare colore. Su strada vorrei aumentare i giorni di gara perché garantiscono una buona base di partenza per affinare poi il lavoro su pista.

Che tipo di gare ti piacciono?

Visto il mio fisico (192 centimetri per 78 chili, ndr) fatico nelle salite lunghe, ho un buon “motore” e nelle volate ristrette me la cavo bene. Cercherò di capire bene quali percorsi sono adatti alle mie caratteristiche.

Cavendish caduta 2021

A Gand un weekend da incubo per Cavendish

24.11.2021
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Ci sono weekend che non vanno mai come vuoi. Per Mark Cavendish quello appena passato è stato davvero da incubo, fra un contratto con la Quick Step che non giunge a buon fine e una serata finale alla Sei Giorni di Gand finita in ospedale.

Andiamo con ordine. Il patron del team Patrick Lefevere era stato chiaro: «Voglio che si giunga a una soluzione entro la settimana, non possiamo continuare, la cosa mi sta dando sui nervi». Lefevere si era recato alla Sei Giorni proprio per parlare con il suo ragazzo: nessuno nell’ambiente ritiene che non si arriverà a un accordo, ma il tempo passa e gli animi si accalorano. Il problema? Cavendish vuole un aumento di stipendio, Lefevere vuole invece aumentare gli incentivi e non la base contrattuale: «Mi ha anche chiesto di lavorare con me per un futuro da dirigente in società: possibile che mi tocchi pagare per insegnare a qualcuno? Non ha senso…».

Tutto per colpa di una borraccia…

Evidentemente non era un Cavendish sereno quello che ha preso il via per l’ultima americana. La situazione era appassionante, con 4 coppie in lotta per il successo, davanti a tutti i due campionissimi danesi Morkov e Hansen, poi i belgi De Ketele e Ghys, Cavendish con l’altro belga Keisse, il tedesco Kluge con il padrone di casa De Buyst. Nel pieno della lotta è accaduto che qualcuno, prendendo il rifornimento, ha fatto cadere il liquido dalla borraccia: «Si è formata una pozza d’acqua, sulla quale è passato prima il mio compagno Thijssen – racconta Michele Scartezzini, l’unico italiano in gara – ma è rimasto in piedi, dietro De Ketele ha sbandato, Hansen è caduto e su di lui è piombato Cavendish franando sulla pista».

Il grande giorno di De Ketele

Una botta tremenda: «Ci sono voluti molti minuti perché tornasse in piedi, l’ho visto avvicinarsi al suo box da solo, non sembrava tanto claudicante, ma evidentemente non respirava bene”. In ospedale la diagnosi è stata due costole rotte e un lieve pneumotorace. Stop alla preparazione e tensione per il gallese sempre più alta.

Keisse ha continuato da solo, Hansen è tornato in gara ma non era più lui e e ha potuto dare uno scarso contributo alla coppia nella lotta per il successo, tanto che i danesi hanno perso 6 giri rispetto a De Ketele e Ghys, alla fine vincitori a pari giri con Kluge e De Buyst. Per De Ketele è stata un’apoteosi, nella sua ultima Sei Giorni di Gand, chiusa in un’atmosfera di festa dove miglior saluto non poteva avere.

Gand pubblico 2021
Parterre pieno a Gand, ma per i tifosi era vietato bere. Altrimenti doveva accomodarsi in tribuna
Gand pubblico 2021
Parterre pieno a Gand, ma per i tifosi era vietato bere. Altrimenti doveva accomodarsi in tribuna

Per Scartezzini anche una vittoria

Per Scartezzini non è stata la settimana che si aspettava: «Ho visto sin dal primo giorno che le cose non andavano, soprattutto che Gerben (il suo compagno Thijssen, ndr) non era in grande condizione, al contrario di quel che mi aveva detto i giorni prima e che lui stesso pensava. Nell’americana della prima sera a un certo punto mi sono ritrovato solo: si era fermato perché non ce la faceva… In una Sei Giorni vai avanti in classifica solo se si funziona in due».

Il vicecampione del mondo della madison ha quindi pensato soprattutto alle prove individuali, per testarsi in vista della ripresa della Champions League del prossimo fine settimana: «Ho anche vinto una corsa a punti, la condizione non è male, devo dire che questi giorni sono stati comunque utili».

Scartezzini Thijssen 2021
Scartezzini e Thijssen ai box: il belga è stato appena preso dall’Intermarché Wanty Gobert
Scartezzini Thijssen 2021
Scartezzini e Thijssen ai box: il belga è stato appena preso dall’Intermarché Wanty Gobert

Si riparte, destinazione Lituania…

Scartezzini, che per la cronaca ha chiuso al penultimo posto insieme al compagno di squadra belga a 57 giri ai vincitori, ha vissuto una Sei Giorni un po’ diversa dal solito: «A Gand eravamo abituati a vedere sempre il pienone, invece lo si è registrato solo nel weekend, inoltre devo dire che l’organizzazione è stata molto attenta nella gestione della sicurezza. Si poteva entrare solo con il Green Pass, la vendita di birra era permessa solo nelle zone attigue alle tribune ma non sul parterre, dove normalmente avveniva e questo ha un po’ cambiato le cose».

Appena tornato a casa, un paio di giorni di riposo e poi di nuovo in sella, pensando alla prossima tappa della Champions League che sabato lo vedrà impegnato a Panevezys in Lituania. L’azzurro è intenzionato a migliorare la sua dodicesima posizione in classifica: «Riparto con una maggiore consapevolezza, anche nella gestione dei rapporti a Gand la situazione è migliorata, segno che la gamba è più tonica. Sono curioso di vedere quel che succederà». Degli avversari, nessuno era a Gand, magari è un vantaggio…

Sei Giorni Gand 2019

Scartezzini verso Gand: «La Sei Giorni più bella»

15.11.2021
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In volo al mattino, in pista alla sera e fino a notte fonda. Michele Scartezzini ha già le valigie pronte per Gand, per prendere parte alla Sei Giorni più importante della stagione. 12 coppie che si daranno battaglia fino a domenica prossima, per la sfida su pista più sentita della stagione, l’ultima vestigia della stagione gloriosa delle Sei Giorni, come aveva raccontato Silvio Martinello qualche giorno fa.

Per Michele Scartezzini è la quarta volta a Gand, dove se non sei uno specialista vero e affermato non ti chiamano. D’altronde la sua stagione, da componente del gruppo del quartetto oro a Tokyo e Roubaix e da viceiridato nella Madison è stata ampiamente positiva e tale da richiamare l’attenzione degli organizzatori e prima di prendere l’aereo i ricordi fioccano: «La prima volta è stata nel 2017 con Elia Viviani, stavamo andando benissimo ma il terzo giorno ebbi problemi fisici che ci costrinsero al ritiro. Poi ho gareggiato due volte con Francesco Lamon, con un 7° e un 8° posto. Questa volta con il giovane belga Gerber Thijssen speriamo di far meglio».

Il corridore di Isola della Scala è perfettamente d’accordo, quella di Gand è la migliore Sei Giorni attualmente in calendario: «E’ durissima, considerando che ogni sera si fanno dai 100 ai 120 chilometri e bisogna considerare che la pista è piccola, solo 166 metri. Si comincia alle 20:00 per finire alle 2 del mattino e non si è a letto prima delle 4-5. Ogni serata è infarcita di gare, l’unico momento per recuperare è dopo la lunga Madison delle 22:30. Ma il pubblico ci tiene molto e si fa sentire per tutto il tempo».

Scartezzini Lamon 2017
Scartezzini per tre volte presente a Gand, miglior risultato il 7° posto con Lamon
Scartezzini Lamon 2017
Scartezzini per tre volte presente a Gand, miglior risultato il 7° posto con Lamon

Ogni serata ha un menù completo

Che tipo di gare sono comprese nel programma? «Di solito si comincia con una corsa a punti, poi ogni serata è intrisa di gare, dal giro lanciato a coppie ai 500 metri a cronometro sempre a coppie, dall’eliminazione alle sfide dietro derny, dallo scratch al supersprint, una gara a 12 corridori con eliminazione ogni 3 giri finché non ne rimangono 6 che si giocano tutto in 10 giri. Sono tutte sfide molto adrenaliniche e divertenti per chi guarda».

Quando si parla di Sei Giorni c’è un concetto che deve essere chiaro: non è tutto solo agonismo. I ciclisti sono vicinissimi al pubblico, le gare devono attirarlo. Una volta, nei tempi d’oro della pista, c’erano corridori che guidavano con i piedi o che nel mezzo della gara si fermavano ai tavoli del ristorante per rubare una bottiglia di champagne e passarsela in gruppo. Oggi si è un po’ meno guitti, ma il legame c’è sempre, magari con una “ola” nel bel mezzo dello scratch lanciata proprio dai corridori…

Quel che è sempre rimasto è il cameratismo tra i protagonisti. Una volta si smontava alla domenica in una città e due giorni dopo erano di nuovo in gara da un’altra parte d’Europa. Oggi il calendario è molto meno pieno, ma i legami restano: «Ci sentiamo spesso fra noi – testimonia Scartezzini – Jonas Rickaert ad esempio (belga che a Gand sarà in gara con lo svizzero Silvan Dillier, ndr) mi ha chiesto di portargli un manubrio che aveva commissionato in Italia, gli farò volentieri da corriere».

Viviani Kejsse 2018
Elia Viviani e Iljo Keisse, vincitori nel 2018 davanti a De Ketele e Ghys (foto Luc Claessen)
Viviani Kejsse 2018
Elia Viviani e Iljo Keisse, vincitori nel 2018 davanti a De Ketele e Ghys (foto Luc Claessen)

Quanto servirebbe un calendario più ricco…

Il portacolori delle Fiamme Azzurre è testimone diretto della lenta involuzione delle Sei giorni: «Iniziai a disputarle nel 2009: al tempo ce n’erano tante: Brema, Rotterdam, Berlino… Alcune sono rimaste, altre no ed è un peccato. Per noi che privilegiamo la pista è una fonte di guadagno, sarebbe giusto rilanciarle. Ora l’Uci sta investendo sulla Champions League, io ne faccio parte e proprio per gareggiare nel circuito dovrò rinunciare alla Sei Giorni di Rotterdam, ma sarebbe bello se ci fosse maggior sostegno per queste gare perché regalano spettacolo».

D’altro canto le Sei Giorni non sono solo corsa, come detto, ma un’occasione per la gente per vivere serate diverse: «Anche a Gand il pubblico è la parte essenziale. Il parterre è affollatissimo e non nascondo che a fine serata sono tanti quelli che hanno alzato il gomito e sono vicinissimi ai nostri box. Certe volte viene da pensare che un affollamento simile sia assurdo, soprattutto ora, ma per noi ciclisti la sicurezza è garantita. Resta il fatto che ogni manifestazione simile è soprattutto una festa».

Thijssen 2021
Con Scartezzini farà coppia Gerber Thijssen, belga di 23 anni, oro europeo 2017 nell’Eliminazione
Thijssen 2021
Con Scartezzini farà coppia Gerber Thijssen, belga di 23 anni, oro europeo 2017 nell’Eliminazione

Favoriti i danesi Morkov-Hansen, c’è Cavendish

A Gand saranno in scena 12 coppie: il numero 1 di pettorale è andato a due componenti del quartetto danese, gli esperti Michael Morkov e Lasse Norman Hansen (vincitori venerdì della Tre Giorni di Copenhagen) i belgi faranno il tifo per Kenny De Ketele (una delle colonne del circuito, quello che fa un po’ da “capobanda” anche quando c’è da attirare l’attenzione con qualche simpatica “mattana”…) e Robbe Ghys, ma protagonista assoluto sarà l’altro belga Iljo Keisse, altro personaggio storico, alla sua ultima apparizione a Gand e che sarà accoppiato a un certo Marc Cavendish…: «So che per Iljo faranno grandi celebrazioni – racconta Scartezzini – l’ultimo giorno ci sarà una vera festa in suo onore».

Michele correrà con il giovane Thijssen: «So che ci tiene tanto, mi ha contattato più volte, per sapere come sto, già pensa alle strategie di gara. Sicuramente non parto per fare la comparsa, mi piacerebbe intanto migliorare il mio miglior risultato a Gand, poi vedremo domenica a che punto saremo. E’ spettacolo, sì, ma è pur sempre una gara…».

Scartezzini, mea culpa su Grenchen e obiettivo mondiali

16.10.2021
3 min
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Dal messaggio di Villa che si scusava con lui per l’esclusione dalle Olimpiadi sono passati ormai tre mesi e Michele Scartezzini è nuovamente a Montichiari, lavorando per andare ai mondiali di Roubaix. Il passaggio agli europei di Grenchen non ha convinto (in apertura il veneto durante la madison con Viviani), il gruppo azzurro è parso scollato e la tirata di orecchie di Ganna ha fatto parlare.

«L’argomento ha fatto scalpore – dice Michele – ma ci siamo chiariti lunedì. Con Pippo divido la stanza, è tutto a posto. Dà fastidio se al nostro livello non otteniamo risultati e agli europei ci siamo mangiati una medaglia. A Villa non siamo piaciuti e ha ragione. E’ stato un errore che ci è pesato e che magari ci darà qualcosa di più come rabbia per i mondiali».

Europei sotto tono

In sintesi, siamo usciti dagli europei come se non fossimo la nazionale che ha vinto il quartetto olimpico. Tolto il bellissimo inseguimento individuale di Jonathan Milan, nelle altre specialità abbiamo balbettato e non era troppo lecito aspettarselo. Anzi, si poteva quasi pensare che gli esclusi da Tokyo andassero col fuoco addosso, per prendersi la loro parte di gloria.

Capita spesso che dopo le Olimpiadi le squadre si rilassino, ma ad esempio fra le ragazze è successo che il quartetto ha centrato l’argento, così come ha preso l’argento Paternoster nell’eliminazione e Barbieri il bronzo nell’omnium.

A Ca’ del Poggio, sull’auto da rally de tricolore Giandomenico Basso in un evento delle Fiamme Azzurre
A Ca’ del Poggio, sull’auto da rally de tricolore Giandomenico Basso in un evento delle Fiamme Azzurre
Qualcosa di sbagliato nella preparazione?

La condizione c’era, ma avevo detto da subito nel mio caso che il traguardo per far dimenticare l’esclusione da Tokyo sarebbero stati i mondiali. Gli europei avevano un calendario strano e arrivarci al top, soprattutto adesso che siamo a fine stagione e le energie sono limitate, poteva essere un rischio. Quello di arrivare a Roubaix senza le giuste forze. Due settimane sono un bel periodo, in cui la condizione può cambiare.

Che cosa si sa della pista di Roubaix? Ci avete mai corso?

Ci andammo nel 2019 in preparazione ai mondiali di Pruzskow, però Marco (Villa, ndr) ci diceva che hanno avuto problemi con il legno della pista. Per cui lo hanno levigato e hanno dato un diverso impregnante. La pista in sé ha curve strette e rettilinei lunghi, dovremo girarci per abituarci. Bastano 20-30 giri per trovare il feeling.

E la levigatura e la scorrevolezza incidono sulle scelte tecniche?

Certamente. Se non è scorrevole devi ragionare sui rapporti e la tabella su cui impostare la gara. C’è di buono che sarà così per tutti, quindi nessuno sarà avvantaggiato.

C’era anche Scartezzini con gli olimpionici di Tokyo all’inaugurazione del Vigorelli
C’era anche Scartezzini con gli olimpionici di Tokyo all’inaugurazione del Vigorelli
Dopo i mondiali si va in vacanza?

Niente da fare. Quest’anno ho comprato casa, quindi le vacanze si fanno lì. E poi farò due Sei Giorni, a Gand e Rotterdam. Sercu voleva che le facessi con Lamon, ma almeno per la prima Francesco sarà in vacanza e correrò con un ragazzo belga della Lotto Soudal. Invece a Rotterdam, se la confermano, faremo una coppia azzurra.

Come si vive la vigilia a Montichiari?

Bene, come al solito. Ieri abbiamo fatto due prove cronometrate. La prima è andata bene, nella seconda sono caduti Milan e Donegà, quindi è servita a poco. E su quelle Marco ha dato le squadre (oltre al quartetto olimpico, voleranno a Roubaix appunto Scartezzini, Bertazzo e Viviani, ndr). Si parte domani, ormai manca poco.

Ganna di nuovo in altura, come prima di Tokyo

29.08.2021
5 min
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Ganna è tornato nel Rifugio Oberto Maroli a 2.800 metri di quota per gettare le basi del finale di stagione. Ci si arriva prendendo due funivie da Macugnaga ed è lo stesso posto in cui Pippo ha preparato la fantastica spedizione olimpica a Tokyo. Lassù il cellulare non prende e magari è un bene. Si può tenere la testa sugli obiettivi, ci si distacca dal circo mediatico, si ha tempo per se stessi. Sia che si tratti di mettere insieme chilometri buoni, sia di coltivare i propri pensieri.

Pippo non è tipo da show della domenica, semmai il tempo verrà d’inverno. Ora il focus è sul finale di stagione e obiettivi di primissima grandezza: gli europei e i mondiali su strada, poi quelli della pista, con la suggestione della Roubaix che strizza l’occhio il 3 ottobre. Non riesci a tenere il fuoco se non hai i piedi ben piantati per terra. E a dispetto del carisma e del suo essere personaggio che acchiappa, il piemontese è un grande professionista e sa benissimo che niente arriva mai per caso.

Dopo il Tour of Norway (qui con Vingegaard) è tornato in altura a preparare un grande finale di stagione
Dopo il Tour of Norway (qui con Vingegaard) è tornato in altura a preparare un grande finale di stagione

«Venni su con Scartezzini – ricorda – con l’intento di far bene per l’Olimpiade. Sapevo che andavamo a lottare per qualcosa di grosso. Avrei preferito magari qualcosa di meglio nella prova cronometro, anche se andava oltre le mie possibilità. Però sono felice così. Ero consapevole che potevamo fare bene in pista e siamo riusciti a farlo. L’oro più che un fatto di consapevolezza o di popolarità è importante perché sono riuscito a ottenere il mio risultato personale, che è una base di partenza per il futuro».

Si va avanti a chiacchierare con uno scambio di audio, come gli adolescenti che non chiamano ma si rimbalzano spezzoni di discorso. Questa volta non c’è alternativa. Anche quando parlammo con Scartezzini di quel ritiro prima di Tokyo, riuscire a stabilire una connessione fu davvero difficile.

Dopo l’oro Ganna si è fermato, ha sollevato la bici, poi è andato da Villa e lo ha abbracciato
Dopo l’oro Ganna si è fermato, ha sollevato la bici, poi è andato da Villa e lo ha abbracciato
Sei un uomo riservato e in un’intervista hai dichiarato che da una parte festeggiavo l’oro e dall’altra di seccava che casa tua fosse presa d’assalto dalla stampa…

Semplicemente mi andrebbe di chiedere a chi entra in casa mia cosa penserebbero se così, di punto in bianco, uno sconosciuto dovesse presentarsi da lui e mettersi a registrare, fare foto e video in giro per la casa. Non mi piace come cosa, non è una cosa che c’entra con la popolarità. Semplicemente è casa mia e quello che c’è fra le sue mura rimane mio.

Tutti confidavano nel tuo finale dell’inseguimento, questo ti ha messo pressione oppure ti ha caricato ancora?

Sapevo che nel finale potevamo giocarci qualcosa di grande, quindi sapevo che dovevo dare tutto me stesso. Però non è che mi abbia dato pressioni o una carica particolare. Sapevo che ogni atleta ha il proprio obiettivo, il proprio compito durante la prova. Come Lamon deve lanciare il quartetto nel quartetto. Consonni ci deve portare in tabella. Milan deve farmi recuperare la partenza. E io alla fine devo fare una tirata lunga. Nessuna pressione però, semplicemente si tratta di fare quello che sai fare.

Viviani dice che nell’immediato post Olimpiadi su pista nel 2016 si ritrovò con grandi forze nelle gambe. Per te è lo stesso?

Diciamo che dopo l’Olimpiade siamo andati in Norvegia, facendo poche ore di allenamento e appena qualche lavoro di forza. Quando sono entrato in gara però, le gambe giravano bene come durante la stagione. Quindi sì, i lavori fatti in pista servono anche su strada.

Anche prima di Tokyo, Scartezzini e Ganna avevano vissuto la preparazione a 2.800 metri, nel rifugio Maroli
Anche prima di Tokyo, Scartezzini e Ganna avevano vissuto la preparazione a 2.800 metri, nel rifugio Maroli
Il finale di stagione è molto ricco, si deve scegliere qualcosa o ipotizzare una graduatoria per importanza?

Sino alla fine della stagione, tutti gli obiettivi che ho sono importanti, quindi ognuno ha il suo valore. Nessuna graduatoria fra il più importante o il meno importante. Si va sempre a testa alta col numero sulla schiena.

Alla fine, nonostante la nazionale e il Team Ineos, par di capire osservando il mondo attorno a te che la vera forza sia nella famiglia… 

La famiglia è importante, ma al di fuori anche della famiglia c’è il ruolo degli amici. I conoscenti più stretti, persone che a volte con un messaggio ti possono cambiare la giornata. Quindi famiglia e amici sono fondamentali per tutto l’anno. Sono tutti bravi all’ultimo a dire che ti erano vicini, mentre non è facile esserlo per 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.

Un amico che anche questa volta è con lui è Michele Scartezzini. I due rimarranno insieme sulle montagne piemontesi fino al 3 settembre, poi anche sarà tempo per Ganna di riattaccare il numero sulla schiena e far rotta verso gli europei di Trento. Serve tanta testa per gestire così bene emozioni e impegni. Grande merito ce l’ha ovviamente lui, ma per tanto altro deve ringraziare i suoi genitori e i tecnici che se lo sono preso a cuore, come Villa (per la pista) e Cioni (per la strada). Il resto è il quadro che si compone fra doti atletiche fuori del comune e un’umiltà rara da intercettare a questi livelli. Che non significa non avere ambizioni, ma al contrario essere consapevoli che per centrare i grandi obiettivi serve ogni volta avere la forza di ripartire da fermi.

Scartezzini, podio in videochiamata e dubbio sui mondiali

05.08.2021
3 min
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Scartezzini ha in testa i mondiali, ma intanto ha seguito la finale dell’inseguimento a squadra in uno studio televisivo vicino casa, per stare in compagnia. Quando poi si è trattato di vederli salire sul podio, l’altro veronese Viviani lo ha videochiamato, permettendogli di essere a suo modo presente.

Villa lo ha ringraziato, raccontando di aver mandato a lui il primo messaggio dopo l’oro. E Michele conferma, quasi incredulo. Poi torna a parlare di quel record che non aveva voluto rivelarci all’indomani della sua esclusione dal quartetto.

«Avevamo già battuto il primato del mondo facendo 3’44” in allenamento – dice – solo che lo avevamo fatto con il 62, a Montichiari e con il body che usavamo normalmente. La pista di Tokyo si è rivelata molto veloce, hanno usato il 63 e a volte il 64 e il nuovo body è più aerodinamico. Sapevo che potevano farlo».

Scartezzini ha vissuto tutta la preparazione al pari con gli altri ed è rimasto fuori pur meritando di esserci
Scartezzini ha vissuto tutta la preparazione al pari con gli altri ed è rimasto fuori pur meritando di esserci

Mondiali? Forse…

Ci sarebbe stato bene anche lui, ma forse per farsela andare bene, saputo che sarebbe dovuto restare senza correre come Bertazzo, disse che sarebbe stato meglio viverla da casa. Anche se al momento dell’inno, vissuto attraverso uno smartphone, ha scoperto che la pelle d’oca in loco è sempre più spessa. Il discorso semmai è capire adesso come proseguirà la sua stagione.

«Quando Villa mi disse che non sarei andato – spiega – aggiunse che avrei dovuto farmi trovare pronto per i mondiali, ma adesso vediamo. E’ difficile smontare un quartetto come questo, che ha fatto per due volte il record del mondo. Non so cosa faranno gli altri di qui all’autunno. So però che Pippo vuole tirare fino ai mondiali, perché vuole vincerli. Bisognerà vedere Consonni e Milan, per i piani che avranno con le loro squadre. Perciò a Villa lo dirò che ai mondiali ci andrò soltanto con la certezza di essere all’altezza».

A Montichiari assieme a Ganna, i due sono amici e hanno condiviso anche il ritiro in altura sopra Macugnaga (foto di apertura)
A Montichiari assieme a Ganna, i due sono amici e hanno condiviso anche il ritiro in altura (foto di apertura)

Road to Paris

In effetti la prova di solidità offerta dal quartetto di Tokyo e il fatto che si tratti di un gruppo molto giovane, fa pensare che per quanto invitante, la strada verso Parigi 2024 rischi di somigliare a quella per Tokyo. Con qualificazioni da conquistare sul campo ad opera di chi della pista ha fatto la sua attività principale e il rischio poi di non correre per l’arrivo dei… titolari.

«Vedremo – ammette – sarà una scommessa. Intanto il primo traguardo è quello dei mondiali. Ho avuto venti giorni per riposarmi al meglio e ripartire. Anche loro avranno la possibilità di fare lo stesso. E non crediate che per gente come Ganna e Lamon sarà un problema farsi il giro delle trasmissioni e delle feste, proprio no…».

Vale quello che ha detto Villa e resta anche nelle sue parole. E’ l’oro di tutti, discorso giusto. Ma dovendo dirla proprio tutta, è soprattutto l’oro di chi c’era. Gli altri hanno gioito allo stesso modo, ma la sensazione è che in fondo al cuore la ferita continui a sanguinare.

Scartezzini sta a casa, ma ha un record nel taschino

10.07.2021
4 min
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Si può essere esclusi perché si va troppo forte? Probabilmente no. Ma se in ogni caso non si viene selezionati per andare alle Olimpiadi e si è appena dimostrato di avere nelle gambe un tempo migliore di quello che (in allenamento) hanno saputo fare i migliori… allora il sapore è meno amaro. Un tempo da record. E’ quello che è successo a Michele Scartezzini (nella foto Cantalupi in apertura), una vita per la pista, che non andrà a Tokyo e ugualmente in questi giorni è in altura con Ganna per fare compagnia e stare vicino all’amico. Perché se fai parte di un gruppo, non è la mancata convocazione a tirartene fuori.

Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn
Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn
Però non è facile…

Neanche un po’, ma se non altro non ho rimorsi. Sono riserva in patria. In più si comincia a sentire che non avrei corso e che, visto l’inasprimento delle misure anti Covid, non sarei potuto neanche andare al Villaggio e stare coi ragazzi… A questo punto sto a casa. Faccio il Sardegna, mi riposo un po’ e poi riparto per europei e mondiali.

Racconti di questa prova fenomenale?

Abbiamo composto un quartetto con Lamon, Ganna, Bertazzo e il sottoscritto. E alla fine, abbiamo fatto un tempo ben migliore del 3’46”513 che viene considerato il punto di partenza azzurro per queste Olimpiadi, fatto l’anno scorso ai mondiali di Berlino da Lamon, Consonni, Milan e Ganna. Un record? Un bel tempo. E questo ha messo in crisi Villa, evidentemente.

Con Fabio Masotti, una partenza durante la Sei Giorni delle Rose (foto Cantalupi)
Con Fabio Masotti, una partenza durante la Sei Giorni delle Rose (foto Cantalupi)
Che tempo avete fatto?

Non lo abbiamo detto a nessuno, me lo tengo nel taschino. Ve lo dico dopo le Olimpiadi.

Il quartetto di Berlino ha provato?

Sì, certo, ma con un dente in meno di cui ci siamo accorti tutti. L’abbiamo fatto con il 61×14 e sentivamo di andare troppo agili. Abbiamo fatto 3’52” con un quartetto e 3’53” con l’altro. Non è stata una prova attendibile. Il test vero, quello del tempone, lo abbiamo fatto con il 62×14 e forse ci stava anche il 63×14, perché in certi momenti eravamo ancora agili. Per fare bene serve di certo il 62, sempre che le condizioni di umidità di Tokyo non influiscano sulle prestazioni.

Dopo il diverso avvicinamento alla scadenza olimpica, ora Scartezzini e Ganna sono insieme in altura
Dopo il diverso avvicinamento alla scadenza olimpica, ora Scartezzini e Ganna sono insieme in altura
Cosa fai in questi giorni in altura con Ganna?

Ci alleniamo e ci prendiamo in giro. Siamo sopra Macugnaga, a 2.900 metri, in un rifugio che servono due funivie per andarci. A quella quota, anche 7 giorni danno un bel vantaggio. Pippo mi aveva chiesto di andare già prima, poi con la mancata convocazione era saltato un po’ tutto. Invece dopo qualche giorno da solo, sia pure con Cioni e Baffi per i massaggi, mi ha chiesto di raggiungerlo. Ci si allena in basso e farlo da solo con la macchina dietro, è pesante.

Sui social abbiamo letto qualche sfottò…

Ieri abbiamo preso due ore d’acqua e dicevo a Pippo che se fossi stato a casa me le sarei risparmiate. Però mi ha fatto piacere che mi abbia chiesto di raggiungerlo.

Michele Scartezzini, Montichiari 2020
In tutta la stagione si è sempre fatto trovare pronto alla chiamata di Villa
Michele Scartezzini, Montichiari 2020
In tutta la stagione si è sempre fatto trovare pronto alla chiamata di Villa
I tuoi capi delle Fiamme Azzurre come hanno preso l’esclusione?

Sono rimasti male anche loro. Ma meglio essere fuori con prestazioni ottime, che essermi staccato in prova. Io ho fatto la mia parte e non sono da meno degli altri. Questo fa una bella differenza.

Abbiamo letto le tue parole su Facebook e il rammarico di Villa.

Non ha potuto che riconoscere il fatto che io sia andato forte dall’inizio dell’anno. Ci eravamo detti che per andare, sarebbe servito farsi trovare pronto nei momenti di verifica e io l’ho fatto. Ho dato il massimo, sono tranquillo. E poi Parigi 2024 è più vicina di quanto si pensi…

Scartezzini, lo Stelvio, la palestra e lo stress delle convocazioni

10.06.2021
6 min
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Quelli del quartetto, tolti i campioni che abbiamo visto in diretta durante il Giro, sono abituati a lavorare tanto dietro le quinte, venendo fuori semmai nelle gare. Ma le gare, le loro almeno, continuano ad essere annullate: vedi gli europei. E così, dando seguito alle parole di Viviani sul fatto che fra loro ci siano corridori che hanno il posto garantito e altri che devono sudarselo, siamo piombati idealmente nel ritiro di Livigno, facendoci raccontare da Michele Scartezzini in che modo abbiano passato questi giorni sospesi fra gli europei annullati e le convocazioni per le Olimpiadi.

Il veronese, che come Lamon veste la maglia delle Fiamme Azzurre, è uno dei pochi in Italia che ha scelto di dedicarsi totalmente alla pista, come ci aveva raccontato lo scorso inverno.

«Posso farlo – dice – proprio grazie al gruppo sportivo, che ha preso Lamon e me proprio con l’obiettivo olimpico. Ci fanno sentire importanti, non ci manca nulla e avere addosso quei colori in certi momenti ci dà più l’idea di rappresentare l’Italia».

Si torna a correre

E adesso che le Olimpiadi sono arrivate, non è difficile immaginare i pensieri che si affollano nella testa di questi ragazzi alla vigilia delle convocazioni.

«Si faranno le selezioni nei giorni in cui avremmo corso gli europei – dice – farle in gara sarebbe stato meglio, perché ci sarebbe stata un’adrenalina diversa. Ma prima andremo alla Adriatica Ionica Race, in cui Villa ha voluto portare anche Lamon e me per darci più ritmo. Saremo una bella squadretta e avremo l’obiettivo di far vincere subito Elia, così la preparazione andrà meglio».

Sembra facile, in realtà non lo è. Mentre Viviani, Consonni e Ganna a Livigno sono andati per sciogliere le gambe post Giro e hanno fatto soltanto uscite in scioltezza, poca palestra e qualche partenza da fermo, il gruppo dei pistard ha lavorato sodo. Loro in teoria sono quelli che le convocazioni devono sudarsele. Ma ora la discesa è imminente e la pianura porterà afa e, una finita la breve corsa a tappe, il ritorno in velodromo a Montichiari.

Con gli europei sarebbe stato diverso?

Era meglio, anche per Villa che si troverà in difficoltà a fare le sue convocazioni. La gara sarebbe stata un’altra cosa, parlo anche per me. In gara la tensione va via meglio, abbiamo imparato a gestirla in tanti anni. Così sarà diverso. Onestamente pensavamo che avrebbero fatto di tutto per salvare gli europei, dopo aver messo al sicuro quelli degli juniores e degli under 23 a Fiorenzuola. Invece…

Come è stato il calendario gare prima di Livigno?

Lamon e io, avendo ricevuto la deroga, siamo riusciti a correre fra i dilettanti. Bertazzo ha fatto l’Ungheria. Io ho corso più dello scorso anno, certo non ai livelli di Viviani, Ganna e Consonni, ma ho la base giusta per fare i lavori della pista. Loro all’inizio invece saranno spaesati, perché sono gesti diversi da quelli che hanno fatto per tre settimane al Giro. Loro in altura hanno riposato, noi l’opposto…

Racconta, che cosa avete fatto?

Tanta salita e tanta palestra, ogni due giorni. Squat, pressa e balzi. Non abbiamo fatto la forza in bici, solo a secco e con carichi importanti. Parliamo di 4-5 serie di squat con 3 ripetute al 90-95% del massimale. Ne uscivo con le gambe massacrate. I primi due giorni all’arrivo sono stati blandi, dal terzo si è cominciato con questo regime.

Cambia qualcosa nel sostenere certi carichi in altura?

In realtà no, perché il cuore non va su e non c’è bisogno di chissà quale adattamento. Ho lavorato da subito con gli stessi chili che avrei sollevato al livello del mare. Però è capitato che soprattutto alla fine non sia riuscito a lavorare con lo stesso peso, perché si sono sommate le fatiche del periodo o perché non avevo mangiato nel modo giusto.

Due volte a settimana in palestra con carichi di lavoro importanti
Due volte a settimana in palestra con carichi di lavoro importanti
Nel giorno della palestra, solo palestra?

Al massimo ho abbinato delle partenze da fermo in pianura, sennò palestra e basta. Puoi fare un’oretta per sciogliere, ma dopo due ore così dure, non ne hai tanta voglia.

Come reintegri nelle due ore di palestra?

Bevo tantissimo e dal giorno prima mangio più carboidrati, che permettono di aumentare di volume nelle ripetizioni. Di solito nello squat inizio ad aumentare i carichi progressivamente e l’altro giorno non sono riuscito ad arrivare al picco che volevo perché mi sono reso conto di non aver mangiato abbastanza fra la sera prima e a colazione.

Più salita del solito, come mai?

Abbiamo continuato a dirci per giorni che abbiamo fatto più volte il Foscagno in queste due settimane che in tutti gli anni precedenti. Lo abbiamo usato soprattutto per i lavori, così passava meglio. Abbiamo fatto anche lo Stelvio, salendo al medio che per noi è un buon ritmo. Più salita perché l’anno scorso, quando è venuto fuori che le Olimpiadi le avrebbero rinviate, la motivazione è un po’ scesa. Ma ora si fa tutto al massimo, non si salta niente di quello che è scritto in tabella.

Come eri conciato dopo tanta salita?

Non sfinito, non si sono fatte 5 ore tutti i giorni. Mai meno di 3 ore, ma gestendoci.

Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn. A fine giugno le convocazioni per Tokyo
Scartezzini in testa nel quartetto che nel 2019 prese l’argento europeo ad Apeldoorn
Cosa dice la bilancia dopo due settimane così?

Io cerco sempre di non perdere peso e il rischio ci sarebbe, perché in altura si brucia di più. Però ho sempre reintegrato bene, ho bruciato i grassi e portato a casa una migliore definizione muscolare. A noi non serve essere magri come scalatori. Ieri con Lamon guardavamo la seconda serie Movistar su Netflix e ci siamo messi a parlare di quando spiegano a Valverde che con quel rapporto watt/kg in salita lo staccheranno di certo. A noi non serve. Noi dobbiamo avere la forza per girare in pista a quel determinato tempo. Il nostro è peso di massa muscolare, che non incide sul recupero.

Come vivete l’avvicinamento delle convocazioni?

Non ne parliamo tanto, siamo tutti un po’ tesi…