Michael Morkov, Sam Bennett, Tour de France 2020, Saint Martin de Ré

Bramati non ha dubbi: Morkov è una star

28.11.2020
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Poche squadre come la Deceuninck-Quick Step sono in grado di supportare bene un velocista. Lo dicono tutti quelli che per scelta di vita e soldi ne sono andati via o vorrebbero farne parte. Lo ha detto Mareczko alla Vuelta. Lo ripete a oltranza Cavendish, che con Lefevere è tornato a parlare di recente. Probabilmente da qualche mese lo starà pensando anche Viviani. Il bello è che qualunque velocista ci metti, lui vince. Se però va via, almeno inizialmente non vince più. Come mai? Cosa fanno di tanto esclusivo da scavare un solco così netto? Lo abbiamo chiesto a Davide Bramati, che la prossima settimana con la sua ammiraglia raggiungerà Altea, per il primo raduno del team.

Fernando Gaviria, Tour de France 2018, Fontenay le Comte
Fernando Gaviria vince la tappa di Fontenay le Comte al Tour 2018
Fernando Gaviria, Tour de France 2018, Fontenay le Comte
Gaviria, Tour 2018, 1° a Fontenay le Comte

«Siamo fra i pochi – dice – che lo faranno. Il solito hotel è chiuso fino a febbraio e per questo abbiamo preso quello in cui di solito andava l’Astana. E’ necessario, con tutte le precauzioni del caso. Chi ha smesso dopo il Giro e dopo De Panne è fermo da oltre un mese. Per questo nei giorni scorsi abbiamo parlato con tutti i corridori, uno ogni mezz’ora. In questo modo andiamo per 11 giorni, ci alleniamo. Facciamo tutto quello che serve a inizio stagione. E quando si farà il prossimo ritiro a gennaio, non avremo formalità da sbrigare e potremo iniziare subito a lavorare».

E adesso il treno, i velocisti, le vittorie…

E’ la nostra mentalità. Quando tanti anni fa nello staff è entrato Tom Steels con la sua esperienza di velocista, la spinta è anche aumentata. Ci abbiamo lavorato e continuiamo a farlo. Non è solo il velocista, è soprattutto quello che c’è intorno. Morkov ad esempio è uno dei migliori nel suo ruolo, ma abbiamo avuto anche Renshaw, Richeze e Sabatini che negli anni hanno supportato campioni come Cavendish, Kittel, Gaviria e Viviani.

Dipende tutto dall’ultimo uomo?

Chiaro che no. Tutti si mettono a disposizione. Se c’è da stare avanti a tirare, anche Alaphilippe e Remco fanno la loro parte. In qualsiasi corsa abbiamo il velocista, se perdiamo vogliamo farlo sulla linea. Si sbaglia, si fa bene, ma di sicuro ce la giochiamo. E Morkov adesso è un fuoriclasse, importante quanto il velocista che vince. Al mondo al suo livello ci sono giusto Richeze e Guarnieri, magari altri due, ma non di più. 

Bramati, dicci, come si asseconda il velocista?

Bisogna creare il gruppo. Quando facciamo i programmi, prevediamo anche chi sarà il penultimo. In ritiro facciamo mille prove. C’è il giorno che partiamo e iniziamo a simulare gli ultimi 5 chilometri di gara, prevedendo curve, rotonde e tutte le situazioni. Poi mettiamo i birilli per indicare la distanza dal traguardo e facciamo le simulazioni. Scambiamo i ruoli e cerchiamo la soluzione migliore.

Elia Viviani, Tour de France 2019, Reims
Elia Viviani, tappa di Nancy al Tour del 2019
Elia Viviani, Tour de France 2019, Reims
Viviani 1° a Nancy al Tour 2019
E chi va via non vince più…

Non è una situazione che puoi creare subito. Chi ha fatto i passi avanti migliori negli ultimi due anni è la Groupama. Sono cresciuti tanto. Al Giro sono venuti con 5 uomini per Demare e si è visto. Hanno vinto anche la tappa di Matera senza tirare un metro, ma alla fine erano tutti lì. Con un solo uomo, che magari inizia a prendere vento negli ultimi 5 chilometri, non fai tanto. Ormai il velocista vincente è diventato importante quanto l’uomo di classifica. E visto che non tutti possono vincere il Giro o il Tour, forse a volte conviene concentrarsi sulle volate.

Anche perché, caro Bramati, gestire i finali richiede forze fresche.

Non è facile prendere la testa della corsa. I 5-6 velocisti vogliono giocarsela e mettono davanti la squadra. Portarli davanti ai 200 metri è un’impresa. Per questo è importante anche studiare i finali. Guardare curve e rotonde. Capire che se possono partirti da dietro, è meglio mettere un uomo a ruota del velocista. Ormai devi essere al 110 per cento in ogni cosa che fai.

Per questo Viviani non vince più?

Credo abbia avuto un anno particolare, anche perché a causa del Covid non ha mai avuto con sé i suoi uomini. Con noi ha vinto tanto e credo, da italiano, che sia stato quello che meglio ha approfittato del treno. Abbiamo vinto con tanti campioni, ma Elia a ruota di Morkov era infallibile. Seguiva il treno, doveva solo sprintare. Gli ho consigliato di farsi un gruppo di 5 uomini che lo seguano dovunque. Se prendi uno così, devi assecondarlo. E credo che possa tornare ai suoi livelli. Noi non abbiamo potuto tenerlo, volendo puntare su Remco e Julian. L’offerta che ha ricevuto era troppo più alta. Certo, restare gli avrebbe permesso di arrivare alle Olimpiadi con altre sicurezze, ma sono certo che tornerà vincente come sempre.

Sam Bennett, Mark Cavendish, Caleb Ewan, Uae Tour 2020
Bennett il presente del team, Cavendish il nostalgico, Ewan lo sfidante
Sam Bennett, Mark Cavendish, Caleb Ewan, Uae Tour 2020
Bennett, Cavendish, Ewan, 3 generazioni di sprint
Bramati, voi avete Bennett in palla e Jakobsen da recuperare.

Bennett è arrivato con noi nel 2020 e, nonostante il Covid e il calendario sballato, ha vinto due tappe al Tour e una alla Vuelta. Fabio ha davanti un cammino più lungo. Verrà in ritiro e si allenerà da solo. A fine settembre sono stato in Belgio. Prima ho pranzato con lui e poi sono andato a casa di Evenepoel. Erano i miei due ragazzi per il Giro, mi è sembrato giusto fargli sentire la mia presenza.

Altro particolare da annotare. Tra i fattori che rendono vincente un gruppo, ci sono anche direttori sportivi come Davide Bramati.