Mondiali, si comincia. E Villa ci dice come sta Ganna

19.09.2021
4 min
Salva

Un anno nei panni di Filippo Ganna? Non deve essere per niente facile. Villa sorride e poi riprende a raccontarci la vigilia del suo campione.

Ricordando le parole di Elisa Longo Borghini sulle aspettative della stampa e dei tifosi, serve una grande calma per concentrarsi, allenarsi, correre e poi dover rispondere a domande che servono nella maggior parte dei casi per celebrare un successo, ma a volte sembrano dita puntate anche se sei arrivato secondo. E non perché tu sia andato piano o abbia sbagliato strada, ma semplicemente perché ci sono anche gli avversari che a loro volta lavorano per vincere.

Così oggi Filippo Ganna, che in ogni caso è bravissimo a farsele scivolare di dosso, scenderà in strada per l’ennesima sfida top della stagione. Dopo il Giro delle due crono vinte e del lavoro per Bernal. La crono delle Olimpiadi a un soffio dal podio. Il record del mondo e l’oro olimpico del quartetto. L’oro del Mixed Team Relay agli europei. E sempre a Trento l’argento della crono alle spalle di Kung. Nella sua agendo ci sono ancora il mondiale crono di oggi, il Team Relay di mercoledì e poi i mondiali su pista a metà ottobre.

Il percorso così veloce è ideale anche per Edoardo Affini (foto Fci)
Il percorso così veloce è ideale anche per Edoardo Affini (foto Fci)

Gli azzurri per le sfide contro il tempo sono volati in Belgio mercoledì, con Villa e Velo. L’hotel sul Mare del Nord vicino alla partenza da Knokke-Heist e ieri la possibilità di provare il percorso con le strade chiuse (in apertura, Pippo con Sobrero). Un gran piattone, terreno di caccia per specialisti. Solo che le strade chiuse per provare hanno così sconvolto la circolazione, che quando all’arrivo gli under 23 hanno chiesto di riprovarlo, per Villa c’è stato da mettersi le mani nei capelli.

Marco, come andiamo?

Tutto a posto. Ieri abbiamo provato il percorso, che è tutto piatto. Stamattina Pippo farà un paio di sforzi giusti per risvegliarsi del tutto e poi si corre.

Stanco a questo punto della stagione?

Non credo ci sia da parlare di gare di fine stagione, non è stanco. Ha fatto gli stessi giorni di corsa di Kung, che ha corso il Tour e ha vinto l’europeo (Ganna ha corso 63 giorni, Kung 65, ndr). E a Trento non è andato piano, con l’aggiunta che il giorno prima aveva corso il Team Relay vincendo l’oro. Può essergli rimasto nelle gambe, ma ha scelto lui di volerlo fare e di provare a vincerlo.

Lo vedi bene?

Direi di sì. Gli manca qualche punto di riferimento, aver fatto qualche gara in più. Dopo Tokyo ha voluto recuperare un po’, ma i suoi dati dicono che non va affatto piano. A Trento, dopo aver vinto la staffetta, nella crono individuale ha fatto da solo un tempo vicino a quello che avevano fatto in tre.

Un video della Fci per spiegare le sue condizioni e oggi si corre. Secondo Villa, Ganna sta molto bene
Un video della Fci per spiegare le sue condizioni e oggi si corre. Secondo Villa, Ganna sta molto bene
Come mai la scelta di saltare la prova su strada?

Ha scelto questo in accordo con Davide (Cassani, ndr). Forse non si è trovato bene nella prova su strada di Trento e ha preferito concentrarsi sulla crono e sul Team Relay.

Sapere che ci saranno anche i mondiali pista è un pensiero che distrae?

Ma no, non credo. Parliamo di uno che quattro giorni dopo aver sfiorato la medaglia sul percorso durissimo della crono di Tokyo, è andato in pista e ha fatto il record del mondo e preso l’oro col quartetto. Però, tornando alla pista, non farà gli europei di Grenchen per correre un po’ su strada con la Ineos. Sta scegliendo i suoi appuntamenti, non tanto per fare, ma per puntare a qualche risultato.

Per preparare i mondiali di Roubaix potrete ancora usare Montichiari?

Ce lo lasciano fino a quei giorni, quindi sì. Il 29-30 settembre faremo un giorno al Vigorelli per brindare al fine lavori, e uno a Montichiari. Saremo di nuovo in pista dal 10 al 15 ottobre, prima di partire per la Francia

Percorso piatto oggi, con che rapporti si corre?

La tendenza ultimamente è avere il 58 davanti, mentre dietro non è come su pista che decido io. Quindi avrà un pacco pignoni dall’11 in su. E speriamo di usarlo il 58×11.

Al Team Relay di Trento ha trascinato gli azzurri al titolo europeo. Mercoledì nuova sfida ai mondiali
Al Team Relay di Trento ha trascinato gli azzurri al titolo europeo. Mercoledì nuova sfida ai mondiali
Ci sarà vento?

Il percorso parte dal mare e va verso Bruges. Ci sono un po’ di curve, per cui qualche volta lo avranno in faccia, ma tendenzialmente in certi rettilinei fino all’arrivo ci sarà vento laterale.

Lenticolare dietro e alto profilo davanti?

Direi proprio di sì, niente di strano da inventare. Percorso da specialisti, va aggiunto alla lista anche Van Aert e se non avessero investito Dumoulin, anche lui sarebbe stato un pessimo cliente.

La (tesa) vigilia iridata del cronoman ce la racconta Pinotti

18.09.2021
5 min
Salva

Questa è una giornata particolare per i cronoman che domani dovranno prendere parte alla prova iridata contro il tempo. E’ particolare perché è una vigilia di grande evento. Perché nella crono sei da solo con te stesso e non hai modo di scambiare neanche una battuta con un compagno, come potrebbe essere in una corsa in linea. Ed è particolare ancora di più in quanto la gara contro il tempo degli elite apre il mondiale.

Come si vivono queste fasi? Cosa passa nella testa di un cronoman?

Ganna e Sobrero in ricognizione ieri sulle strade del mondiale belga
Ganna e Sobrero in ricognizione ieri sulle strade del mondiale belga

Le risposte dagli allenamenti

Proviamo a capirlo con Marco Pinotti, ingegnere sì, ma anche ex cronoman dalla sensibilità sopraffina. Ed è proprio Pinotti a segnalarci che questa attesa è un po’ diversa dai soliti mondiali.

«Il fatto che apra la kermesse iridata è insolito – spiega il tecnico della BikeExchangeDi solito i pro’ avevano più tempo per entrare nell’atmosfera iridata con la loro crono che era al mercoledì. Guardavi le gare degli altri, rivedevi il percorso con gli occhi dei compagni di nazionale…

«Di solito non si hanno dei veri confronti. Si arriva al mondiale senza troppi parametri, stavolta invece quasi tutti sono freschi della prova continentale. E sanno qualcosa sia degli avversari che di loro stessi. Normalmente, 7-10 giorni prima, a seconda delle possibilità, facevo una sorta di prova generale. Mi mettevo con il passo che volevo portare in gara e facevo una sessione completa. Magari non tutta insieme, per non affaticarmi troppo».

Pinotti e Nibali alla scoperta della crono dei mondiali del 2006
Pinotti e Nibali alla scoperta della crono dei mondiali del 2006

La prova del percorso

Un elemento chiave alla vigilia di una crono tanto importante è la prova del percorso. Cosa che non si fa tanto alla vigilia vera e propria (oggi), quando si pensa che ormai tutto sia okay, ma nei giorni precedenti. E una buona prova percorso aiuta anche a stare tranquilli il giorno prima del via. Pinotti ci racconta di prove complicate, fatte sul bagnato, ricognizioni fatte mesi prima e di percorsi invece scoperti quasi sul “momento”.

«La cosa più importante è focalizzare il percorso, avere in mente la prova che dovrai fare. Io ripassavo tutto mentalmente, era un qualcosa che facevo spesso. E’ importante fare la prova col percorso chiuso, specie se ci sono tratti cittadini, altrimenti non ti rendi conto bene di come possa essere. E serve anche un pizzico di fortuna. Per esempio, ricordo la ricognizione di Salisburgo 2006: pioveva. Facemmo la prova col bagnato, ma poi in gara fu asciutto e si fecero tutt’altre velocità. In questi casi vai anche un po’ di esperienza per trovare i settaggi di gomme e rapporti».

Marco ricorda anche percorsi visti mesi e mesi prima e di mondiali non fatti. Come gli accadde proprio a Verona. 

«Lì ci andai a marzo, ma poi non presi parte a quel mondiale. Anche nel 2006 feci mesi e mesi prima una ricognizione sul percorso. Eravamo io, il tecnico Callari e un giovanissimo Nibali. Era piena estate e più o meno già si sapevano i nomi che avrebbero portato».

Per Pinotti era molto importante conoscere bene il percorso e focalizzarlo mentalmente
Per Pinotti era molto importante conoscere bene il percorso e focalizzarlo mentalmente

Sonnellino scaccia-tensione

Ma la vigilia è gioco di tensioni. L’attesa cresce e, soprattutto se si è in odore di medaglie, non è facile tenere a bada le energie nervose.

«Io per esempio – continua Pinotti – dopo l’ultima sgambata sul percorso chiuso con la bici da crono cercavo sempre di fare un pisolino al pomeriggio. E poi cercavo di non pensarci più, altrimenti arrivavo “scarico” al via, sfinito sul piano nervoso. 

«I battiti sulla rampa di lancio? Eh – sorride Pinotti – quelli erano tra i 100 e i 105, un po’ per la tensione e un po’ perché si era finito il riscaldamento pochi minuti prima, di solito 10′-15′ al massimo. Ma ci sono state volte in cui si era anche a 130 pulsazioni perché si era scesi dai rulli proprio a ridosso della partenza. E’ una tecnica anche quella. Si arriva in soglia prima e si spende qualcosa in meno».

Ganna saluta e intanto il meccanico alle spalle sistema la sua bici durante la ricognizione. Sono gli ultimi ritocchi
Ganna saluta e intanto il meccanico alle spalle sistema la sua bici durante la ricognizione. Sono gli ultimi ritocchi

La sgambata con la bici da strada

Infine uno sguardo alla tecnica. Si lavora ancora su posizioni, bici, scelte tecniche?

«In teoria no. Soprattutto per la posizione: si presume che un cronoman sia a posto prima di un mondiale. Non tocchi nulla in tal senso. Semmai c’è giusto qualche discussione finale con i tecnici sulla scelta dei rapporti. Che poi ai miei tempi si trattava di scegliere il 55 o il 54, non c’erano i 56, i 58… Si poteva vedere la pressione delle gomme. Ma di fatto era tutto pronto».

Talmente pronto, che Pinotti, la mattina del via amava fare una sgambata… con la bici da strada. 

«Vero. Se nei giorni prima usavo solo la bici da crono, la mattina del via facevo 45′-un’ora con la bici da strada: un po’ per sciogliermi e un po’ perché non volevo rischiare nulla. Non volevo nessun guaio meccanico sulle due bici che avrei usato al pomeriggio (quella che ci avrebbe corso e quella di scorta sull’ammiraglia, ndr). E anche i meccanici erano tranquilli».

Caro Velo, che aria si respira fra gli azzurri della crono?

15.09.2021
5 min
Salva

Nemmeno il tempo di festeggiare l’ottima campagna degli europei di Trento, chiusa con l’oro di Colbrelli ed il primo posto nel medagliere continentale, che la nazionale italiana fa già rotta verso le Fiandre per i mondiali. Per prima partirà la spedizione dei cronomen azzurri, giovedì 16 settembre (domani), dato che la rassegna iridata si aprirà domenica 19 con la crono dei professionisti. Insieme agli azzurri, oltre a Marco Villa, ci sarà Marco Velo.

Il tracciato – piuttosto lineare nella prima parte e più tortuoso nella seconda – partirà da Knokke-Heist (dalla zona del casinò sulla spiaggia del Mare del Nord), transiterà da Damme (dove è posizionato il villaggio ufficiale) ed arriverà nel cuore di Bruges nella piazza di ‘t Zand dopo 43,3 chilometri. Il profilo altimetrico strizza l’occhio a specialisti puri, il dislivello totale è di 78 metri, mentre sono previsti due rilevamenti intermedi dopo 13,8 e 33,3 chilometri. Il primo atleta partirà alle 14,30, l’ultimo alle 16,06.

Sarà Filippo Ganna l’ultimo a prendere il via. E proprio grazie al suo status di campione in carica, l’Italia potrà schierare tre azzurri anziché i tradizionali due. Oltre al verbanese di Vignone ci saranno anche Edoardo Affini e Matteo Sobrero, rispettivamente vice e campione italiano della specialità. Tutti e tre già visti all’opera agli europei di Trento.

Velo è collaboratore di Cassani e Villa per le cronometro. Qui con Ganna e Affini, protagonisti azzurri ai mondiali di Imola 2020
Velo è collaboratore di Cassani e Villa per le cronometro. Qui con Ganna e Affini, protagonisti azzurri ai mondiali di Imola 2020
Marco, finito un evento sotto con un altro. Giusto il tempo di gioire.

Sì, abbiamo dovuto rimandare il tempo di festeggiare a dovere tutte le medaglie degli europei. Dobbiamo concentrarci sulla crono mondiale. Appena arriveremo in Belgio faremo la tradizionale ricognizione del percorso ed inizieremo ad approfondire il tutto.

Come ci arriviamo? Con quali certezze? Iniziamo da Sobrero.

Portiamo corridori che danno garanzie, siamo felici di portarne tre e tutti possono fare molto bene. Matteo è giusto che si misuri con i migliori specialisti in circolazione in una manifestazione importante come il mondiale. E’ campione italiano e fino ad ora ha fatto una buona prima di stagione con un bel quarto posto nella crono di Milano al Giro. Qualche giorno fa nella crono nel Mixed Team Relay è andato forte dando un solido contributo per la medaglia d’oro.

Affini?

Affini è andato fortissimo per tutto l’anno, facendo grandi cronometro. E’ stato molto sfortunato perché ha sempre trovato qualcuno che lo ha superato di poco, però le sue prove contro il tempo al Giro d’Italia (secondo e terzo, ndr), al campionato italiano, al Giro di Danimarca e al Benelux Tour (rispettivamente quarto e secondo, ndr) dimostrano la sua crescita. Senza contare il grande numero da finisseur che fece a Verona dove solo una grande volata di Nizzolo lo ha battuto al fotofinish. Deve credere un po’ di più nelle sue potenzialità e che trovi un po’ più di cattiveria agonistica. Spero per lui che arrivi presto il risultato che merita.

Affini è sulla porta della grande prestazione. Qui agli europei: 6° a 39″ da Kung. Fra gli azzurri, uno dei più concreti
Affini è sulla porta della grande prestazione. Qui agli europei: 6° a 39″ da Kung. Fra gli azzurri, uno dei più concreti
E Ganna?

L’europeo per lui era una tappa di passaggio, seppur importante, per il mondiale. E non dimentichiamoci che Pippo quest’anno ha dovuto lavorare per avere tre picchi di forma, cosa per nulla facile col ciclismo moderno. Giro d’Italia con due vittorie ed un ottimo supporto a Bernal, le Olimpiadi dove ha disputato prima una grande crono in un percorso poco adatto alla sua stazza e poi in pista dove abbiamo visto tutti quello che ha fatto. Infine europei e mondiali.

Qualcuno era deluso dal suo argento continentale. Anche lui secondo te?

Da Pippo tutti si aspettano sempre il grandissimo risultato, ma è giovane e soprattutto umano anche lui. Non è una macchina. Effettivamente dobbiamo risollevarlo un po’ moralmente perché lui vuole sempre fare il massimo, ma sia io che Villa che Cassani a turno gli abbiamo detto che più di così non poteva fare all’europeo. Ha fatto tutto quello che doveva fare, ha dato tutto e a quel punto ci sta perdere per qualche secondo. So che è abbastanza bravo a resettare dopo le sconfitte e concentrarsi immediatamente sul nuovo obiettivo. Sarà così anche in Belgio.

Il loro allenamento di avvicinamento come sarà?

Ganna non dovrà fare nulla di particolare. Ha disputato la prova in linea degli europei perché dopo Tokyo non aveva corso molto ed aveva bisogno di ricreare una base solida. Sobrero e Affini invece faranno ancora qualche lavoro specifico in più, ma saranno differenze minime.

Sobrero sarà ai mondiali da campione italiano: percorso poco adatto, ma utile esperienza
Sobrero sarà ai mondiali da campione italiano: percorso poco adatto, ma utile esperienza
Con l’anno scorso ci vedi dei parallelismi, quanto meno come sensazioni?

Mi verrebbe da dire di no, onestamente. Non c’erano le Olimpiadi, la stagione era ripresa ad agosto ed era stata piuttosto imprevedibile.

Ganna ad una domanda in conferenza stampa dopo la crono degli Europei ha risposto che c’erano quasi tutti i migliori e che in particolare teme Dennis. Ma non ci sarà solo l’australiano.

Esatto, il livello qualitativo di Trento era alto, ma aggiungiamoci pure Van Aert. La sfida sarà molto aperta e molto interessante. Speriamo che sorrida a noi.

Tu che sei stato cronoman e nel ’92 ad Atene hai vinto la cronosquadre mondiale con gli juniores, che consiglio ti senti di dare ai tre ragazzi?

Di partire sereni, con la consapevolezza di aver fatto il massimo per arrivare a questo appuntamento preparati al meglio. Poi solo a fine gara si analizzerà tutto.

Prima di chiudere. Sta per finire il mandato di Cassani, ma non è detto che vengano cambiate tutte le altre figure. Personalmente cosa ti aspetti?

Mi sono trovato molto bene in nazionale in questi anni, abbiamo ottenuto dei risultati. Non nascondo che mi piacerebbe anche un ruolo diverso, magari lavorare con i giovani, ma più semplicemente mi piacerebbe continuare ad essere uno dello staff azzurro. Certo che una vittoria farebbe bene a tutti.

Cycling is coming home, Santini celebra il mondiale di Leuven

14.09.2021
3 min
Salva

Per l’edizione dei mondiali 2021 di ciclismo su strada la bici torna a casa e per la precisione a Leuven, nelle Fiandre. Santini che da anni veste con la maglia iridata il vincitore della corsa su strada per eccellenza, ha deciso di creare una collezione completa che è chiamata: Santini x UCI.

L’idea del maglificio bergamasco è quella di celebrare questo ritorno nelle Fiandre dei mondiali di ciclismo con una collezione originale. Quindi scordatevi la classica maglia bianca con l’iride orizzontale perché quella di Santini è una vera opera d’arte e di fantasia.

Collezione da strada

Il magnificio di Lallio ha pensato bene di disegnare questa collezione tenendo il nero come colore base per gli indumenti e gli accessori da strada. Un’ampia scelta di prodotti che spazia dai classici pantaloncini e maglia fino agli accessori per il freddo, come la giacchetta senza maniche, uno scaldacollo ed i gambali. Conclude il tutto un bellissimo cappellino da indossare sotto al casco.

L’iride non sparisce ma viene ridisegnato, così i colori che compongono la maglia più famosa nel mondo dei pedali li ritroviamo su solamente metà indumento, mentre l’altra riporta il nome “Santini Flanders 2021”.

I prezzi per i completi da strada sono di 89 euro per la maglia da donna e 129 per i pantaloncini abbinati. Per gli uomini, invece, si parla di 95 euro per il sopra e 139 per il sotto. Gli accessori sono in vendita a diversi prezzi: 65 euro la giacchetta antivento, 19 il cappellino, 13 lo scaldacollo e 35 euro i gambali.

Indossa l’iride ogni giorno

Non solo strada, infatti, sono stati pensati tanti oggetti ed accessori dedicati anche alla vita di tutti i giorni. Una felpa ed una maglietta di cotone con la scritta: “Flanders where Champions are born”, poi un’altra t-shirt bianca con disegnato un ciclista che indossa la maglia iridata.

Per la collezione streetwear Santini propone le due magliette a 30 euro, invece, la felpa ha un prezzo di 69.

santini.com

Europei e mondiali: distanze differenti. Come si mangia?

10.09.2021
5 min
Salva

Entriamo nel vivo dei grandi appuntamenti di questo finale di stagione: il campionato europeo e quello mondiale. La prova di trentina ha un tracciato un po’ più lineare (circa 180 chilometri), ma nel complesso è altimetricamente “più duro”, quella belga (circa 268) è molto più nervosa con tantissimi strappi. Ebbene, come si mangia per queste due gare?

Percorsi a confronto

A risolvere i nostri dubbi è lei, Erica Lombardi, dietista dell’Astana che ormai abbiamo imparato a conoscere bene in questi mesi. 

«Partiamo da prima del via: le scorte di glicogeno che andranno fatte nei giorni precedenti saranno importanti, ma va anche ricordato che il nostro “serbatoio” è limitato e alla fine oltre una certa dose di grammi di carboidrati non posso metterci, pertanto è inutile ingolfarsi. La vecchia teoria del carico dei carboidrati va in parte sfatata. Non è che se si mangia tantissimo, si avranno altrettante scorte. Questo è il senso».

Davide Cimolai, rifornimento, Giro d'Italia 2020
Davide Cimolai, al rifornimento, Giro d’Italia 2020. La strategia alimentare in corsa sarà determinante
Davide Cimolai, rifornimento, Giro d'Italia 2020
Davide Cimolai, al rifornimento, Giro d’Italia 2020. La strategia alimentare in corsa sarà determinante

Adattarsi alle situazioni

«Quindi la vera differenza sta nella strategia di alimentazione in corsa: cioè come distribuirò l’assunzione di paninetti, gel, liquidi, rice cake… e questa varia anche in base al ruolo del corridore. Se un atleta deve andare in fuga subito mangerà più zuccheri, magari anche dei gel all’inizio. Se invece deve andare forte nel finale, nelle prime fasi manderà giù degli alimenti più proteici.

«Un altro elemento che conta è il fattore meteo, che può variare – dice la Lombardi – E’ vero che oggi abbiamo App e sistemi con i quali possiamo ben prevedere che tempo farà, ma l’incognita resta. Noi ci interfacciamo sempre con i nostri preparatori e diesse per meteo e tattiche che riguarderanno i singoli atleti, ma proprio perché appunto il meteo e la tattica possono variare è importante che i ragazzi sappiamo adattarsi alle situazioni da soli.

«Si chiama coaching alimentare: in pratica gli insegniamo come si mangia. Faccio un esempio. Si pensa di adottare un certa tattica, invece si parte fortissimo ed ecco che magari si manda giù subito un gel perché non si ha tempo per mangiare un panino più proteico. Solo che poi si deve evitare il rebound di zuccheri iniziale e non si può mangiare solo gel. Pertanto, appena possibile, dovrebbero mangiare un paninetto salato. Idem se ci sono dei ventagli: anche se il percorso è piatto il dispendio energetico è molto simile a quello che si fa in salita. Per questo è importante che i ragazzi sappiamo poi adattarsi alle situazioni in corsa».

Okay il riso, ma le fibre a ridosso di eventi tanto importanti sarebbero da evitare secondo la Lombardi
Okay il riso, ma le fibre a ridosso di eventi tanto importanti sarebbero da evitare secondo la Lombardi

Carboidrati prima del via…

Dicevamo di una differenza di circa 85 chilometri e tutti questi fattori da valutare (meteo, tattica, tipologia di corridore…), ebbene proviamo a fare una stima di quel che si mangia: prima e durante la corsa. Immaginiamo delle gare con andamento lineare (un ritmo regolare all’inizio, con fuga di alcuni outsider e un finale da fare forte) e meteo buono: sole, né caldo, né freddo.

«Con il mio collaboratore, Giacomo Garabello – spiega la dietista – facciamo un prospetto per due atleti: uno che pesa sui 65 chili e uno sui 75. E cerchiamo di capire quale sarà il loro dispendio energetico nelle due corse e cosa dovrà mangiare.

«Partiamo dalla cena. Si potrebbe ipotizzare 180 grammi di carboidrati nel contesto di una cena così: 320 grammi di pasta (peso dopo la cottura), 150 grammi di patate, 15 grammi di gallette, 60 grammi di crostata, 150 grammi di ananas. Stessa quantità di carboidrati anche a colazione: 150 millilitri di uno smoothie, 200 grammi di porridge + 40 di muesli, 20 grammi di marmellata (o 10 grammi di miele) e 50 grammi di banana. E poi 150 grammi di riso bianco, 80 grammi di pane, 10 grammi di miele. Anche per porridge e riso ci si riferisce al peso dopo la loro cottura».

Alimentarsi in corsa sarà determinante nelle tempistiche e nelle quantità degli zuccheri da assumere
Alimentarsi in corsa sarà determinante nelle tempistiche e nelle quantità degli zuccheri da assumere

E in corsa…

Poi cambierà la la strategia alimentare in corsa: sia in base al ruolo del corridore che alla sua struttura. Un atleta di 65 chili agli europei si stima possa consumare dalle 3.000 alle 3.500 Kcal, uno di 75 dalle 4.000 alle 4.500. Il tutto aumenta un bel po’ ai mondiali che sono più lunghi. Il corridore da 65 chili spenderà circa 6.000 kcal, quello di 75 chili circa 6.500 kcal.

«Il rifornimento in gara poi è molto individuale, ma il consiglio che vale per tutti è quello di alternare la tipologia di carboidrati: rice cake, barrette, panini. Al mondiale, che è più lungo, bisognerebbe optare per alimenti dal maggior volume bromatologico, come più panini salati o comunque cibi solidi. 

«Inoltre le temperature non sono più così calde e un eccesso di zuccheri non fa così bene. Aumenta il rischio di avere poi dei problemi gastrointestinali, quindi meglio evitare soluzioni troppo concentrate. E poi torniamo al discorso sul “serbatoio” fatto in apertura. Un atleta non può assimilare oltre 120 grammi di carboidrati l’ora. Quindi se si mangia troppo non si assumeranno più “carbo”. Per questo è importante, e resta valida, la regola del poco ma spesso. Il timing è ogni 15′ almeno un sorso dalla borraccia, ogni 30′ un bocconcino solido». 

Balsamo, operazione strada per sorridere e superare Tokyo

15.08.2021
5 min
Salva

Quando anche i lividi sono spariti, Elisa Balsamo si è accorta che il pensiero delle Olimpiadi faceva ancora male e ha capito che superare quella caduta richiederà altro tempo. Sono passati sette giorni, improvvisamente Tokyo sembra lontanissima, eppure è accaduto tutto domenica scorsa. E ieri, come anche Vittoria Guazzini, Elisa ha ricominciato ad allenarsi dopo 4-5 giorni di stacco da tutto. Anche da terra, dato che una foto su Instagram l’ha mostrata appesa alla vela di un parapendio con il lago di Piano sullo sfondo.

«Di Tokyo e di quello che è successo – sorride con pudore – sto cercando di parlarne il meno possibile. Non è una cosa semplice da superare, una delusione veramente grande. Fortunatamente, per quello che è stata la caduta, non mi sono fatta niente ed è un mistero come sia stato possibile. Il dolore all’addome è andato avanti per qualche giorno. Ma quando mi sono rialzata, mi sono resa conto che era stata una caduta letale, soprattutto mentalmente. Non ci voleva, perché fisicamente stavo bene, lo avevo capito dai quartetti».

Prima di riprendere e per superare i cattivi pensieri ha staccato da tutto: battesimo sul parapendio (foto Instagram)
Prima di riprendere e per superare i cattivi pensieri ha staccato da tutto: battesimo sul parapendio (foto Instagram)

Modalità strada

Ti senti un po’ in colpa ad averle fatto ricordare e glielo dici, ma lei sorride ancora, dice tutto d’un fiato e poi voltiamo la pagina.

«Voglio pensare alla squadra – ammette – neanche mi va di guardare troppo lontano, parlare di Parigi. La stagione è ancora lunghissima, ci sono tanti appuntamenti importanti. Perciò il primo passo sarà ripartire dal Boels e non certo per fare risultato, ma per trovare la gamba, con il pensiero del mondiale su strada che mi stimola e mi fa stare serena. Non ne ho parlato con Dino, ma ce l’ho in testa da quando alla Freccia del Brabante andammo a vedere il percorso. Se fossi la Elisa di questa primavera, di certo lo vedrei in un certo modo. Ma non prendo la bici da strada per fare salite praticamente da un mese. Ho fatto carichi di lavoro pesanti, quindi devo rimettermi in modalità strada. E se ci riesco, so di non essere una velocista pura e di potermela cavare su certi percorsi».

Atleta completa

Su un punto, il cittì Salvoldi e il suo diesse Arzeni concordano: Elisa può andare molto forte anche su percorsi più duri. Al punto che il primo per un solo secondo, arrestandosi poi davanti agli impegni della pista, aveva annotato il suo nome per la prova su strada di Tokyo nell’eventualità della volata. Mentre il secondo, in primavera disse che presto o tardi la ragazza potrà correre per vincere anche il Trofeo Binda. E i tempi per capirlo sono ormai prossimi, perché a partire dal 2022, Elisa lascerà la Valcar e farà il salto verso il WorldTour.

«Sicuramente non sarà facile lasciare la Valcar – dice – perché per sei anni è stata la mia famiglia. Davide (Arzeni, ndr) rimarrà il mio preparatore e le persone che mi seguono da vicino rimarranno le stesse. Ma mi sono resa conto che per crescere devo fare altre esperienze, correre con ragazze che possano insegnarmi qualcosa di più grande. Mettermi a loro disposizione, sperando che un giorno, quando starò bene, aiutino me. Potevo andare via anche prima, ma ho creduto nel progetto ed è stata una scelta vincente. Ogni anno ho cercato di migliorare poco per volta. E devo dire grazie a loro per quello che sono diventata».

Per i mondiali di Leuven serviranno le gambe di primavera per superare gli strappi del percorso fiammingo
Per i mondiali di Leuven serviranno le gambe di primavera per superare gli strappi del percorso fiammingo

Nuovo team

Per lei si è parlato di un signor contratto, ma al di là delle cifre è significativo che la svolta ci sia stata e anche una ragazza possa ormai puntare sul professionismo senza essere guardata con sufficienza. Com’era nel 2016, appena cinque anni fa, quando vincendo la volata di Doha si segnalò al grande mondo con la sua maglia iridata.

«Il ciclismo femminile è davvero in crescita – dice – nel giro di un paio di stagioni le cose saranno al pari con gli uomini. E non parlo di soldi, ma anche di squadre e organizzazione. Si potrà essere ciclista senza la preoccupazione che un domani ti ritroverai senza un soldo e senza un mestiere. Non è stato facile individuare la squadra giusta, sono stata a lungo indecisa fra tre o quattro. Alla fine la discriminante è stata la serenità dell’ambiente, che mi permette di rendere al meglio. Abbiamo iniziato a sentirci e fare i primi passi. Mi hanno lasciato carta bianca con il preparatore, dicendo che se mi trovo bene e ci sarà relazione con quelli della squadra, non c’è motivo di interrompere la collaborazione. Presto sarà fatto il comunicato per ufficializzare il passaggio. Però intanto si lavora. Al Boels mancano dieci giorni e ho tanti chilometri da fare. Perciò, buon Ferragosto a tutti, ci vediamo presto».

Mondiali 2021, presentazione

Flanders 2021, programma, scelte e… turismo

08.04.2021
5 min
Salva

Leuven è la sede di arrivo dei mondiali di Flanders 2021, che bici.PRO ha raccontato stamattina in anteprima. In francese si scrive Louvain e in italiano (meno fascinoso) è Lovanio: è la città dell’Università e della birra. La prima venne fondata nel 1425 da Giovanni di Borgogna con il nome di Universitas studiorum Lovaniensis. La produzione della seconda si deve a storici birrifici che nel 1717 presero il nome di Artois e diedero il via alla produzione della Stella Artois.

Flanders 2021 arriva in occasione del centesimo anniversario della rassegna iridata che vide la luce nel 1921 a Copenhagen.

Sulla salita di Moskestraat nel 2020 si giocò il Brabante fra Alaphilippe e Van der Poel
Sulla salita di Moskestraat nel 2020 si giocò il Brabante fra Alaphilippe e Van der Poel

Unione di forze

Per organizzare i mondiali nelle Fiandre, il Belgio ha messo insieme le sue forze migliori, per un evento che dovrà essere certamente sportivo, ma anche di forte promozione turistica per la regione delle Fiandre. Il comitato organizzatore si è costituito in una organizzazione no-profit (WK 2021) dalla collaborazione tra Flanders Classics e Golazo. Entrambe le parti possono vantare una vasta esperienza come organizzatori delle più grandi gare di ciclismo nelle Fiandre e in Belgio, tra cui il Giro delle Fiandre, l’Omloop Het Nieuwsblad, il Baloise Belgium Tour, il BinckBank Tour, numerosi eventi di ciclocross e più di 40 eventi per cicloturisti.

Il disegno effettivo del percorso si deve a Wim Van Herreweghe, direttore di corsa di Clanders Classic, e Rob Discart, suo omologo per il Giro del Belgio. Van Herreveghe è colui che si piegò in un primo momento al cambio di percorso del Giro delle Fiandre, con la sostituzione del Muro di Grammont con il circuito del Qwaremont e che nel 2017 si batté per reinserire il Muur nella prova.

«Abbiamo cancellato una tradizione – spiegò – perché non avevamo altra scelta. Il fatto di inserire nuovamente quel muro è stato l’omaggio ad un luogo santo di questo sport e di un simbolo per il ciclismo delle Fiandre».

Nella Markt Place di Anversa, Museeuw, Merckx e Lappartient, nel momento della presentazione dei mondiali
Nella Markt Place di Anversa, alla presentazione dei mondiali

Arrivo ristretto

Gli organizzatori hanno espresso chiaramente la volontà di non avere un arrivo di gruppo e hanno per questo optato per la formula del doppio circuito, per dare ai cosiddetti Flandrien – corridori da classiche come Van Avermaet, Gilbert, Stuyven, Wellens e il giovane Evenepoel – la possibilità di lottare per il titolo mondiale. Di conseguenza, nel tracciato sono stati inseriti strappi e settori in pavé.

Alla vigilia dell’assegnazione, in un divertente confronto fra campioni, gli organizzatori hanno effettuato un sondaggio fra vecchie glorie del ciclismo fiammingo, mettendo insieme nomi come quello di Johan Museeuw, Freddy Maertens e Roger De Vlaeminck, ciascuno dei quali sosteneva un tipo di percorso. Maertens in particolare sosteneva la possibilità di avere un mondiale per velocisti: possibilità tuttavia bocciata per l’assenza attualmente in gruppo di uno sprinter belga all’altezza dei migliori.

Il tracciato così elaborato strizza gli occhi agli… uomini da mondiale di cui il Belgio è ricco. Da Van Aert a Van Avermaet, passando per il vecchio Gilbert e il compagno Welles, Evenepoel e Philipsen, Stuyven fresco vincitore della Sanremo e la nutrita schiera di gregari che potranno sostenerli.

Sul fronte degli altri Paesi, la tipologia di corridore che si addice al percorso fiammingo è quella di Sagan e Van der Poel, Asgreen e Kristoff, Ballerini e Trentin, Nizzolo e il miglior Viviani, Demare e tutti gli uomini veloci che sono in grado di muoversi nel vento e sugli strappi, che non faranno selezione nella singola scalata, ma di certo metteranno nelle gambe il piombo sufficiente perché l’ultima salita, quella di Sint Antoniusberg , si riveli magari decisiva.

Prove sulla salita di Keizersberg, che sale dal centro storico di Leuven
Prove sulla salita di Keizersberg, che sale dal centro storico di Leuven

Sette giorni di gare

Il programma delle gare sarà inaugurato dalle cronometro, che si svolgeranno nell’area di Knokke-Heist, sul mare a Nord di Bruges. Prove che saranno certamente caratterizzate dal vento che in quelle zone non manca mai e fa girare gigantesche pale eoliche. Si comincia dunque il 19 settembre e si conclude con la corsa su strada dei pro’ il 26.

19/9Crono uomini elitekm 43,3
20/9Crono under 23km 30,3
20/9Crono donne elitekm 30,3
21/9Crono donne juniorkm 19,3
21/9Crono uomini juniorkm 22,3
22/9Cronosquadre Mixed RelayKm 44,5
24/9Strada donne juniorkm 75
24/9Strada under 23km 160,9
25/9Strada junioreskm 121,4
25/9Strada donne eliteKm 157,7
26/9Strada uomini elitekm 268,3

Non solo corridori

Se il Covid darà per allora un po’ di requie, dato che nei giorni di queste classiche e del nostro sopralluogo il Belgio è parso un Paese fantasma, i mondiali di settembre saranno un’ottima occasione di promozione turistica. Non a caso fra i partner dell’evento c’è anche Visit Flanders, l’agenzia che ha fatto del cicloturismo uno dei principali richiami di una regione che è forse poco nota al pubblico italiano, ma ha una sconfinata tradizione ciclistica, nonché culturale e gastronomica.

Il programma messo in tavola vede iniziative su ciascuna delle sedi iridate. Knokke-Heist. Anversa. Bruges. Brabante. Leuven. Le Fiandre. Le piste ciclabili da queste parti sono autostrade e nella maggior parte dei tratti non incrociano nemmeno il traffico delle auto.

Si sta lavorando sodo ad ogni dettaglio, con il ciclismo come unico denominatore. Mentre la Francia si è fermata e l’Olanda ci ha pensato a lungo, il Belgio ha messo in atto strategie di sicurezza davvero ineccepibili. Con i problemi, dicono, si convive o si deve imparare a farlo. Ma per settembre l’auspicio di tutti è che il cielo sia finalmente un po’ più sgombro. Le Fiandre senza la birra sono come una chiesa senza l’ostia.