Partenza Extra Giro, autodromo di Imola 2020

Gare a rischio, la voce di Damilano

03.12.2020
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La grana delle gare toscane che minacciano di saltare va avanti e sul tema si fa sentire la voce di Beppe Damilano, tecnico piemontese di lungo corso. Parlando la scorsa settimana con Carnasciali e poi anche con Cazzaniga, era venuto fuori che proprio Damilano si fosse messo alla guida di una cordata di società disposte a pagare 20 euro per corridore purché gli organizzatori facessero la loro parte. Ma siccome conosciamo il mondo dei dilettanti da prima di quelli che oggi pretendono di raccontarlo, una chiamata “piemontese” era la cosa giusta da fare. E in Piemonte per giunta sta nevicando.

Partenza Extra Giro, autodromo di Imola 2020
Partenza di Extra Giro, nell’autodromo di Imola
Partenza Extra Giro, autodromo di Imola 2020
Partenza di Extra Giro, autodromo di Imola
Caro Beppe, che cosa pensi della situazione in Toscana?

Penso che la Federazione qualcosa abbia sbagliato, ma penso anche (e ride, ndr) che in Toscana ci vorrebbe una Federazione autonoma. Ma in sostanza gli organizzatori si sono chiesti: quest’anno fare la gara nazionale costa poco, ma come si fa gli anni prossimi quando si tornerà al prezzo pieno?

Quindi pensi sia una protesta fondata?

Penso che dopo quello che è successo con Iannelli, non mi metterei certo a fare storie per 150 metri di transenne in più. Penso che la terza auto del cambio ruote possiamo metterla noi società iscritte. Allo stesso modo, non credo che la Federazione farebbe polemiche se non ci fosse l’auto col tettuccio apribile (si tratta di alcuni dei punti evidenziati da Fabrizio Carnasciali, organizzatore di Mercatale, nell’articolo pubblicato la scorsa settimana, ndr).

Quindi confermi che le società vorrebbero in qualche nodo sostenere l’organizzazione?

Non allargherei tanto il discorso. Diciamo che per adesso ci sono 4-5 squadre che stanno cercando di mettere su qualcosa per sopperire eventuali lacune del calendario. In un primo momento, durante una videochiamata, si era proposto effettivamente di pagare 20 euro per corridore. Ma a quel punto Omar Piscina ci ha fatto notare che avremmo dovuto pagare quei soldi anche in futuro e allora ci siamo fermati.

Beppe Damilano
Beppe Damilano con il suo corridore di un tempo Maurizio Gorato
Beppe Damilano
Damilano con Gorato, suo ex corridore
E cosa avete deciso?

Ci siamo chiesti: perché ogni volta che c’è una sola corsa a settimana, non ne organizziamo una noi o ci rivolgiamo a un organizzatore affinché lo faccia per noi? Se ciascuna società tira fuori un piccolo budget, arriviamo in un attimo a 100 mila euro e a quel punto ce ne sarebbe parecchio per organizzare.

Organizzerai ancora delle corse con Gianni Pederzolli in Monferrato, come ad agosto?

L’intento sarebbe quello. Pederzolli, come pure Marco Selleri, è stato in grado di fare due corse a Fubine, una ad Altavilla e due a Casale Monferrato. Ora si vorrebbe crescere, ma nel 2020 i soldi li ha messi lui. Adesso sarebbe il momento almeno di andare in pari con le spese.

Perché non coinvolgere al tavolo tutte le squadre?

Perché si lamentano tutti, meglio metterli davanti a una proposta concreta. Prima che si organizzasse Extra Giro, ci fu un contatto fra me, Selleri e Cassani che aveva avuto la stessa idea. Nonostante quello che dice Cipollini, Davide è una grande risorsa. Ha sentito Bonaccini e dopo due giorni la Regione Emilia Romagna ci ha fatto sapere che avrebbe pagato gli eventi. A quel punto si è fatta una riunione su Zoom con le squadre e me ne hanno dette contro di ogni colore. Non ci crederete, ma tanti spingevano per chiudere la stagione. Si trattava di pagarsi gli alberghi, il minimo che si potesse fare, invece qualche toscano ha cominciato a dire che Selleri e Cassani ricattavano i corridori. In realtà, se non avessero voluto dormire in hotel, potevano benissimo fare avanti e indietro da casa.

Partenza Extra Giro, autodromo di Imola 2020, salita
Il gruppo sulla salita del percorso iridato
Partenza Extra Giro, autodromo di Imola 2020, salita
Il gruppo nel circuito delle prove in linea
Quando si faranno le vostre gare?

Lo vedremo quando sarà uscito il calendario. Dovrebbe venire fuori il 12-13 dicembre, ma da quello che so ci saranno pochissime gare e pochissime squadre. Ad agosto inserimmo le date venti giorni prima. In più abbiamo proposto di organizzare due corse nello stesso circuito chiuso, in modo da avere l’ambulanza e l’assistenza tecnica già in loco.

Quindi tornando alla Toscana?

La Federazione ha fatto una mossa controproducente, per cui forse era meglio aspettare un anno. Si poteva sicuramente trovare un’altra forma… 

Martin Marcellusi, Jonathan Milan, Extra Giro 202

Balducci mette in moto la Mastromarco 2021

23.11.2020
5 min
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Mastromarco è in zona rossa come tutta la Toscana e per Balducci è come essere tornati alla primavera. Non proprio un bel segnale alla ripresa degli allenamenti.

«Ma andrà bene anche questa volta – dice il tecnico della squadra toscana – allo stesso modo in cui i ragazzi hanno avuto una bella reazione alla ripresa dopo il lockdown, ne sono certo».

Alessio Nieri, Mastromarco 2020
Alessio Nieri, una vittoria a luglio, scalatore da scoprire
Alessio Nieri, Mastromarco 2020
Nieri ha vinto la crono per Alfredo Martini

La Mastromarco-Sensi, è noto, ha portato al professionismo campioni, fra cui Nibali, Bettiol e Caruso. Negli ultimi anni la strada si è fatta in salita, da quando il gap fra i team è diventato economico prima che tecnico. I corridori vengono fuori, poi arriva sempre chi se li porta via.

L’ultimo è Nencini, prima Benedetti…

A chi cerca i nostri corridori, dico che siamo bravi noi a individuarli. Se lo scopo è cercare e sviluppare i talenti, chi va a prendere quelli degli altri forse ha qualcosa in meno.

Balducci è soddisfatto del 2020?

Soddisfatto per la reazione dei ragazzi. Contento che Marcellusi abbia vinto la prima a Extra Giro, il segno che si fosse lavorato bene. Poi le vittorie di Molini a Lastra a Signa e di Magli a Vinci hanno completato il quadro. Dispiace, soprattutto per i ragazzi. Ci potevamo divertire molto di più.

Carlo Franceschi
Carlo Franceschi ha cresciuto Nibali e resta il riferimento della Mastromarco
Carlo Franceschi
Franceschi è il riferimento di Mastromarco
Cosa vi aspettate dal 2021?

Che siano cresciuti. Magli e Molini sono al quarto anno, abbiamo confermato buona parte di chi già c’era. Nencini ci ha lasciato. E abbiamo dei ragazzini di primo anno. Butteroni e Arzilli, figlio del Fabrizio che correva con me. Poi Frius, un ragazzo di Mastromarco, perché un corridore di casa ci sta sempre.

Marcellusi non ha avuto offerte?

Qualcosa c’è stato, ma con lui e con Massimiliano Mori, che lo segue come procuratore, abbiamo deciso di fare un altro anno. Può crescere. Si è creato un buon rapporto. Abbiamo già sentito Amadori per le prime trasferte e s’è buttato un occhio anche sul mondiale.

Un romano a Mastromarco…

Sembra ci sia nato. Ogni tanto sparisce dal ritiro e lo trovo dal barbiere o al circolo a parlare con tifosi e anziani. Il rapporto fra il paese le la squadra era un po’ allentato senza corridori di riferimento, ma con Martin si sta ricreando. E’ diverso dai ragazzi che stanno per ore sui social, che poi è il vero problema nella creazione del gruppo. E’ un trascinatore. Tanto sembra tranquillo fuori corsa, per quanto diventa cattivo in gara. Da tanto non vedevo un corridore cambiare tanto quando attacca il numero.

Un esempio?

La sera prima dell’italiano voleva andare a casa. Non andava e lo sapevamo. L’ho convinto a provarci e giro dopo giro era sempre lì. Alla fine è arrivato settimo e i compagni non si capacitavano di come avesse tirato fuori una giornata così. 

Tommaso Nencini, Mastromarco 2020, Firenze-Empoli
Tommaso Nencini lascia la Mastromarco e passa con Provini
Tommaso Nencini, Mastromarco 2020, Firenze-Empoli
Tommaso Nencini ha scelto di cambiare
Cosa dici di Nieri, che ha vinto la cronoscalata per Alfredo Martini?

Ne vedremo delle belle con lui. Sta a Santa Maria a Monte, il mio paese e sua madre lavora con mia moglie Romina da anni. Lui andava in bici e aveva una passione incredibile, finché un giorno ho detto ai genitori di farlo provare. Per età era allievo di secondo anno, così l’ho portato a fare un giro con i ragazzini dello Stabbia e in salita li ha staccati tutti. Allora ho chiesto in giro di farlo correre l’anno dopo fra gli junior eppure, con tanti favori che ho fatto, non s’è trovato nessuno. Perciò l’abbiamo messo alla Taddei, che fa mountain bike, la squadra di Francesco Casagrande e Favilli. L’anno dopo lo volevano tutti, ma è andato alla Big Hunter e ha fatto tre o quattro piazzamenti in cronoscalate. Finché nel 2020 è venuto con noi e in salita ha fatto dei numeri. Non l’ho portato al Giro e purtroppo non s’è fatto il Val d’Aosta, così non ha trovato troppo terreno.

Ma una l’ha vinta…

Appunto, la cronoscalata per Alfredo di fine luglio. Quel giorno io ero in Romagna con gli altri e sul percorso c’era il mio maestro, Marcello Massini. Prendeva i tempi e mi ha chiamato quando l’ha visto passare. E con quel suo tono furbo, mi ha detto: «Se non vince, ci va vicino!». Marcello è sempre in gamba, ci vediamo spesso, ogni 3-4 giorni è a casa mia…

Gabriele Balducci in una foto… d’epoca: con Antonio Nibali, ancora U23: è il 2013
E’ il 2013: Balducci con Antonio Nibali
Vuol dire, Balducci, che adesso Nieri ve lo portano via?

Lui è uno di famiglia, non lo porta via nessuno. Ma qualcuno l’ha notato. Dopo la Strade Bianche siamo andati un giorno ad allenarci con la Ef Pro Cycling, che si era fermata per una settimana in Toscana, perché Alberto Bettiol ci sta davvero tanto vicino. E Fabrizio Guidi è rimasto colpito. Vedremo. Se son rose…

Hai parlato di Massini, ma resta Franceschi il vero riferimento di Mastromarco?

E ci mancherebbe! Carlo è in regia, un’istituzione. E il suo sguardo, per quello che sa e quello che ha fatto, per questi ragazzi è un grandissimo valore aggiunto…

Emiliano Borgna, Edita Pucinskaite

Borgna-Fci: lavoriamo insieme per i giovani?

21.11.2020
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Emilliano Borgna è il presidente di Acsi Ciclismo e in questo periodo si sarà sentito tirare idealmente per la giacca. Acsi è un’associazione che raggruppa un significativo numero di organizzatori di eventi amatoriali e recentemente, con l’appoggio di Nalini, ha dato vita a un circuito di Gran Fondo da febbraio a settembre. Nella foto di apertura, Borgna è con Edita Pucinskaite, iridata a Verona 1999, la cui Gran Fondo dal 2020 è con Acsi.

Fci e amatori

Fra i temi cari ai candidati alla presidenza della Federciclismo, quello di riportare gli amatori e i cicloturisti alla casa madre è abbastanza ricorrente e spiegato in vario modo. E al di là del nobile intento, il dato che resta e fa pensare è che i cicloturisti e gli amatori sono gli unici che pagano. Per affiliarsi. Correre. Fare attività. Riportarli a casa potrebbe avere un valore economico non trascurabile. La Fci può avere effettivo giovamento nel riunirli sotto la sua egida o ne risulterebbe appesantita, perdendo di vista lo scopo olimpico?

Emiliano Borgna, GF Squali, Acsi
Emiliano Borgna, alla GF Squali affiliata all’Acsi
Emiliano Borgna, GF Squali, Acsi
Borgna alla GF Squali, affiliata Acsi

Nei giorni successivi alle interviste di Martinello, Di Rocco, Dagnoni e Isetti, più di un corridore ci ha contattato, infatti, chiedendo se abbia senso far confluire gli amatori all’interno di una Federazione che ha come fine ultimo la partecipazione alle Olimpiadi e la formazione di atleti che alle stesse un giorno possano arrivare. Non avrebbe più senso ricordarsi di quando si facevano i Giochi della Gioventù e investire sui giovani, piuttosto che rincorrere adulti che in taluni casi pensano di essere campioni?

La posizione è ovviamente estrema e viene da ex professionisti, ma un passaggio con Borgna, che fra le Gran Fondo ha il suo pane quotidiano, andava fatto.

Avvocato, che cosa pensa della problematica?

Penso che il settore amatoriale debba tornare tale, anche se l’Uci inventando le prove di World Series ha sdoganato l’agonismo. Ma quella sfera va lasciata ai professionisti e ai giovani che nel ciclismo possono avere un futuro. La Fci ha finalità olimpica, che cosa se ne fa degli amatori e dei cicloturisti in quest’ottica?

Che futuro immagina per le Gran Fondo?

Devono essere eventi molto partecipati per valorizzare i territori in cui si svolgono. Non credo si debba alimentare l’agonismo. Genera comportamenti eccessivi e diventa un deterrente per la stessa partecipazione. Le strade sono piene di bici e di neofiti. Se uno che non ha mai corso va al via di una prova in cui si parte a 70 all’ora, secondo voi continua o butta via la bici?

Partenza Arco Acsi
Le Gran Fondo tornino eventi che aggregano e fanno promozione
Partenza Arco Acsi
La Gran Fondo è la miglior promozione del territorio
Perché tante Gran Fondo hanno lasciato la casa madre e hanno bussato alla vostra porta?

Lamentano costi molto alti e la troppa burocrazia, che ammazza gli eventi. Noi ci occupiamo anche di questi aspetti, seguiamo per loro i protocolli delle varie richieste. Non basta più il foglio A4 di una volta. Adesso le amministrazioni vogliono sapere tutto e stare appresso a questi aspetti è un lavoro. Che noi facciamo per i nostri associati.

Pensa che esista un’alternativa alla lite?

Lo spero davvero tanto. Ho parlato con Silvio Martinello e Rosario Fina, candidato al Comitato regionale siciliano. Siamo in una fase in cui si può davvero collaborare. Si possono immaginare organizzazioni parallele, come a volte facciamo. Sfruttando la logistica della Gran Fondo, abbiamo fatto gare giovanili. E a quel punto la domenica della Gran Fondo diventa una festa di sport per tutta la famiglia.

Una delle grosse contestazioni è che un tempo i papà portavano i figli a correre, oggi i campioni sono loro.

Perché tutti vogliono la foto su Facebook, mentre l’attività amatoriale dovrebbe tornare su altri binari. Mi rendo conto che si spendono soldi importanti per tecnologie eccezionali, ma questo non sfocia per forza nelle liste rosse e nelle leghe fra manifestazioni. Su questo gli organizzatori sono uniti. Una volta l’ex professionista che dominava veniva mitizzato, oggi è guardato con fastidio. E crea problemi.

Di che tipo?

Per la chiusura strade. Di solito dopo 15 minuti dal passaggio dei primi, viene riaperto il traffico. E capirete che un Tommaso Elettrico scava subito quel margine e ti ritrovi con l’80 per cento del gruppo nel traffico. Bisogna ampliare questo margine, dare modo alla gente di vivere certi eventi con la giusta calma, di godersi i posti. Le Gran Fondo che non danno fastidio sono quelle organizzate a braccetto con le Amministrazioni locali, che ne approfittano per valorizzare il proprio territorio. La prima cosa da fare è proprio parlare con loro.

Gara giovanissimi Imola (foto Max Fulgenzi)
Le Gran Fondo dovrebbero sempre ospitare gare di giovanissimi (foto Fulgenzi)
Gara giovanissimi Imola (foto Max Fulgenzi)
Gran Fondo e attività di base: si può collaborare (foto Fulgenzi)
Quindi promozione e non agonismo?

L’agonismo in bici ci sarà sempre, ma non va spinto troppo oltre. Il ciclismo amatoriale deve e può essere la spinta perché lo sport popolare riparta. Per questo Nalini ha deciso di stare al nostro fianco nell’appoggiare un circuito in cui chi si iscrive avrà comunque un capo di abbigliamento dedicato, anche se per Covid si dovesse chiudere di nuovo. Gli eventi devono essere l’occasione di offrire temi diversi, come le experience che può offrire Paolo Bettini o approfondimenti sulla sicurezza con Marco Scarponi.

Quindi leggendo le dichiarazioni dei vari candidati?

Dico loro: incontriamoci. Ho visto che hanno tagliato i costi di affiliazione per avvicinarsi agli Enti. Spero solo che chiunque sarà eletto abbia voglia di ascoltare. Se un marito trascura la moglie e quella va con un altro, la colpa non è solo della moglie e dell’amante. Io sarei contento di collaborare, ma per farlo bisogna essere in due.

Argentin, 1ª tappa: parliamo di juniores

01.11.2020
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Il campione del mondo di Colorado Springs, vincitore fra le sue 69 corse di 4 Liegi, 3 Freccia Vallone, un Fiandre e un Lombardia, inizia con bici.PRO un viaggio di 3 puntate sul ciclismo di oggi, mettendolo a confronto con il suo. Il tempo non va riportato assolutamente indietro, guai solo pensarlo. Ma ci sono aggiustamenti da fare. Il ciclismo italiano ha talenti come e più degli altri Paesi, eppure rischia di danneggiarli. Ecco perché.

«Innanzitutto – dice Argentin – un problema è la mancanza di squadre professionistiche che diano ai dilettanti la possibilità di mettersi in mostra a livello mondiale. Poi c’è il fatto che la categoria juniores si è molto evoluta, segue gli aggiornamenti in termini di preparazione e alimentazione, facendo quello che un tempo facevano i dilettanti. Una condizione inevitabile, non la possiamo fermare. Ma dobbiamo stare attenti a non farli allenare troppo finché sono in una fase di crescita, altrimenti li bruciamo. Ed è quello che stiamo pagando».

Juniores nel mirino

Comincia così questo primo contributo di Moreno Argentin, uomo delle grandi classiche e vincitore di un campionato del mondo. Il suo ragionamento ben si inserisce nel viaggio che bici.PRO sta compiendo nell’universo degli juniores (finora pubblicati approfondimenti su Work Service, Aspiratori Otelli, Autozai Contri, Italia Nuova Panigale). E’ la categoria più esposta oggi al rischio di iperattività, fisica e psicologica, come ha raccontato anche Michele Bartoli commentando i risultati straordinari di alcuni stranieri al Giro d’Italia. Un ottimo spunto per chi guida la Federazione ciclistica italiana.

Nei prossimi 2 video del grande campione di San Donà di Piave, la scelta necessaria perché ciascun corridore trovi la sua dimensione fra classiche e Giri. E poi nell’ultima, i suoi ricordi e le sensazioni sui campionati del mondo e il ruolo di Alfredo Martini.

Thomas Bach

Bach loda l’Italia, poi la polemica

29.09.2020
3 min
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Thomas Bach è piombato sul mondiale di Imola 2020 come una rockstar, circondato da una folta schiera di accompagnatori fra cui il presidente della federazione italiana Di Rocco e del Coni.

Giovanni Malagò ha sfruttato l’occasione per illustrargli (dal suo punto di vista) la volontà di riforma del Comitato Olimpico da parte del Governo. Questo ha scatenato una polemica a mezzo stampa di cui forse Bach avrebbe fatto a meno e che sarebbe meglio appianare alla svelta. Con la sensazione che lo stesso capo dello sport mondiale si sia trovato in mezzo al braccio di ferro tra il Coni e chi governa il Paese.

Il Cio contro il Governo

«Siamo molto preoccupati – ha detto con pacatezza – per la situazione del Coni e il suo funzionamento secondo la nuova Riforma chiesta dalla politica. Un Comitato olimpico che non sia indipendente e sia piuttosto sottoposto a ordini da enti esterni, non rispetta la Carta Olimpica. Avevo un meeting in programma il 15 ottobre con il ministro dello Sport, Spadafora, ma francamente in questo momento non vedo le condizioni per fare questo incontro. A inizio mese avevamo scritto una lettera al Ministero dello Sport esprimendo la nostra preoccupazione ma non abbiamo avuto risposte».

Longo Borghini_Thomas Bach
A Imola, Bach si congratula con Longo Borghini, bronzo su strada
Longo Borghini_Thomas Bach
Scortato da David Lappartient, Bach si congratula con Longo Borghini, bronzo su strada

Il Governo contro il Cio

La risposta del Ministro è arrivata in tempi insolitamente rapidi. 

«Bach – ha detto – sta in modo inusuale e poco istituzionale parlando di una bozza di legge che francamente stento a credere che abbia personalmente letto. Se invece davvero così fosse, indichi con chiarezza assoluta in quali punti la bozza non rispetta la Carta Olimpica, oppure eviti di trascinare il Cio in un dibattito davvero poco edificante per una istituzione così importante.

«Del resto se per Bach l’autonomia del Comitato Olimpico in Bielorussia non è in discussione, figuriamoci in Italia. Il Testo Unico invece, come puntualmente scritto nella lettera che è stata inviata al Cio nelle scorse settimane, affronta e risolve positivamente proprio alcune delle questioni sollevate da Bach. Gliene chiederò conto in una lettera che gli invierò domani stesso.

«Condivido invece che non ci siano condizioni al momento per alcun incontro, che del resto non era assolutamente previsto né nella data del 15 ottobre né in altra data».

Ci sono in ballo le Olimpiadi invernali di Cortina 2026 per le quali si è messo sul chi va là anche il Presidente del Veneto, Luca Zaia. Ma la polemica ha solo sfiorato il mondiale, nei cui confronti Bach ha avuto parole di elogio.

Per fortuna c’è il ciclismo

«Il ciclismo – sottolinea Bach – ha svolto un ruolo molto particolare. C’è stato il Tour de France e poi i mondiali, i due eventi finora più complessi a livello internazionale. Il loro successo ci dà molta fiducia. Vorrei ringraziare l’Uci per essersi assunto questa responsabilità e aver organizzato in modo molto responsabile. E anche i nostri amici italiani per aver stabilito un altro record olimpico, organizzando un evento ben riuscito come questo in appena due settimane. Questo è un miracolo che hanno fatto e dimostra l’efficienza del sistema sportivo in Italia».

Thoma Back, Renato Di rocco, Imola2020

Di Rocco: Imola un successo italiano

29.09.2020
2 min
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Che sia stato merito di Cassani per aver tirato dentro la Regione Emilia Romagna oppure di Selleri e Pavarini per aver saputo mettere in piedi il mondiale in meno di un mese, la storia racconterà che il successo di Imola 2020 si può ascrivere anche alla gestione del presidente federale Di Rocco. Aver appoggiato l’Autodromo di Imola per la ripresa di fine luglio e aver creduto alla fattibilità di un campionato del mondo ha reso più semplice la parte burocratico/sportiva dell’organizzazione. Tanto più che a Martigny, il 27 settembre la temperatura era di cinque gradi sotto zero e la salita era bloccata dalla neve.

«Prima di fare i complimenti ad Imola – ha detto Di Rocco – voglio ringraziare le località italiane che si erano candidate. Ognuna aveva presentato un progetto valido, per raccontare i propri territori. E’ la conferma che gli eventi di ciclismo hanno una grande capacità di valorizzare e promuovere le eccellenze locali».

Filippo Pozzato, Renato Di Rocco, tricolori2020
A Bassano per i campionati italiani, con Pozzato che li ha organizzati
Filippo Pozzato, Renato Di Rocco, tricolori2020
A Bassano del Grappa per i campionati italiani, con Filippo Pozzato che li ha organizzati
Ma alla fine ha prevalso Imola.

Come in ogni gara esiste un solo vincitore. L’Uci ha voluto premiare una proposta concreta e credibile. Mi piace credere che sia stata, prima di tutto, un riconoscimento per tutto il nostro Paese. In questi mesi abbiamo affrontato momenti di grande difficoltà, ma siamo stati in grado di uscirne. e siamo diventati un riferimento per il resto del mondo.

Lo sente anche come un suo successo?

Di sicuro è un riconoscimento anche del lavoro della Federazione ciclistica italiana e di tutto il nostro movimento ciclistico. Abbiamo allestito e applicato un protocollo per la ripresa in sicurezza dell’attività sportiva che è diventato modello anche per altri sport e altri Paesi.

Ha funzionato tutto benissimo?

Credo che il termine usato dal presidente del Cio, Thomas Bach, sia il più appropriato: «Un miracolo olimpico».

Il suo bilancio?

Sono stati dei Mondiali straordinari. Prima di tutto per l’organizzazione, direi perfetta, in grado di assicurare sicurezza, rispetto dei protocolli e delle disposizioni sanitarie. Al contempo si è trattato di un’autentica festa di sport.

E poi?

E poi sono stati straordinari perché hanno offerto un’immagine pulita e vincente del nostro Paese. Le immagini ci hanno permesso di conoscere meglio un territorio ricco di eccellenze e bellezze storico artistiche. La determinazione del presidente Bonaccini nell’investire in grandi eventi di ciclismo è una risorsa e uno stimolo.

Credeva che sarebbe finita così?

Sapevo che non si poteva sbagliare. Per questo abbiamo garantito al comitato organizzatore di Imola il massimo sostegno. Hanno avuto poco tempo a disposizione, la sfida è stata esaltante. E attraverso il ciclismo l’Italia l’ha vinta.

Davide Cassani, Marco Villa, Filippo Ganna

Da Ganna a Viviani, Villa già a Tokyo

27.09.2020
4 min
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Marco Villa ha seguito la crono iridata di Filippo Ganna con quel suo sorriso bonario che un po’ te l’aveva sempre detto. E Marco in effetti lo aveva detto, già un paio di anni fa.

«Si vedeva che fosse pronto per vincere una grande crono – dice il cittì della pista azzurra – si trattava di raggiungere la giusta resistenza. L’accortezza, su cui il Team Ineos sta lavorando bene, è far arrivare questa resistenza senza compromettere la potenza e l’esplosività dei 24 anni. Privilegiare la resistenza è un errore di tanti velocisti, che per tenere in salita perdono lo spunto».

Europei Glasgow 2018
Il gruppo del quartetto azzurro agli europei di Glasgow 2018
Europei Glasgow 2018
Il gruppo del quartetto azzurro agli europei di Glasgow 2018

Difficile dire se l’oro della crono di Imola sia anche figlio della pista o solo del lavoro su strada. I due mondi non sono poi così distanti a ben vedere e nella storia di Filippo si sono sempre intrecciati alla grande.

«Hanno inciso certamente entrambi – conferma Villa – anche perché Ganna ha fatto crono e pista sin da junior. Continuo a sostenere con i giovani che incontro che questo tipo di percorso funziona e certo non fa male.  Lavori su pista e magari nel frattempo ti togli delle soddisfazioni su strada…».

Ganna ha detto che se pensa a Tokyo, non vede la crono ma l’inseguimento a squadre.

Abbiamo un gruppo che ci crede, nel quartetto non vince uno solo. Siamo riusciti a qualificarci facendo ruotare gli uomini e inserendo i giovani. Ma al momento giusto parlerà solo il cronometro.

A Villa serve un criterio oggettivo per scegliere?

Per forza. Abbiamo 8-10 atleti e potenzialmente in certi giorni sono tutti competitivi. Uno ha trascinato l’altro, il gruppo è cresciuto. Sono contenti di stare insieme e il discorso fatto da Pippo dopo la crono lo dimostra.

Cosa dici dell’inserimento di Jonathan Milan?

E’ entrato con i tempi, non per raccomandazioni. I ragazzi si sono sempre fidati delle mie scelte, lui è una mia scelta. A Berlino ho fatto correre Scartezzini anche in un momento in cui in allenamento non dava grandi certezze, eppure è venuto il terzo posto. Certe cose uniscono il gruppo e gratificano l’atleta. Sono consapevoli dei mezzi degli altri, io guardo il crono e lascio aperta la porta a tutti. La cosa bella è che ne ho dieci che fanno 3’55”.

C’è gloria personale anche nel quartetto?

Per fare bene in quattro, devi credere in quello che fai e a quel punto anche nel quartetto c’è qualcosa di personale. Una specialità olimpica vale l’altra e loro se la giocano nel migliore dei modi. Una volta non riuscivano a qualificarci, ora siamo fra i primi due quartetti al mondo.

Ganna ha parlato anche dello sviluppo tecnologico legato alla crono.

Mi pare che abbia portato la posizione del Bolide da pista sulla strada. Del resto l’inseguimento è la ricerca della prestazione massimale in un tempo limitato. Se aggiungi la galeria del vento e l’esperienza Ineos, ecco che il miglioramento viene per forza. Con Cioni ci sentiamo ogni 15 giorni. Dopo la crono eravamo già a parlare del Giro e poi dei campionati europei in pista.

Ganna sarà in Bulgaria?

Me lo ha chiesto lui dopo la crono, gli ho risposto che ne parleremo dopo il Giro.

Si è sempre detto che il Giro gli darà un extra-boost di resistenza.

Ne sono certo, ma bisognerà che gli insegnino a gestirsi nelle tre settimane. Lui è un generoso entusiasta, potrebbe avere la tentazione di strafare e di trovarsi senza forze durante la corsa. Non è facile trovare un posto per i Giri nella Ineos, per cui si è meritato la convocazione per il Giro d’Italia e credo che Thomas ne sia stato ben contento.

Come lo hai visto alla partenza della crono?

Era super convinto, non aveva paura di niente. Forse perché vivendo la vigilia con Thomas e Dennis, ha misurato loro la pressione. Prima di una finale in pista chiama o scrive dieci volte a Viviani, questa volta non ha chiesto nulla, se non del taping a un massaggiatore.

Viviani… Secondo Villa, ci sarà anche lui nel quartetto olimpico?

Andremo in cinque. Uno di questi farà l’omnium e altri due il madison. Elia questa cosa la sa e credo per lui sia il momento di ripassare la lezione della pista. Gli manca, secondo me. Gli manca la punta di velocità e lo stimolo del quartetto può servire per dargli la scossa, glielo dico ogni tanto…

Simone Consonni, Elia Viviani
Assieme a Consonni ai mondiali di Berlino 2020
Simone Consonni, Elia Viviani
Assieme a Consonni ai mondiali di Berlino 2020, Viviani si è accorto che qualcosa mancava
E lui cosa dice?

Credo che ai mondiali di Berlino abbia visto che qualcosa gli manca. E’ stata una stagione anomala, con due ripartenze. Per uno che in avvio fa sempre fatica, la difficoltà è doppia. E’ caduto al Tour Down Under, ha saltato l’Oman che non si è fatto, non ha fatto la preparazione in pista per correre la Sanremo, ma la Sanremo non si è fatto. Finito il lockdown, è andato al Tour con otto corse. Difficile che potesse far bene…

La stessa analisi fatta da Damiani.

Il miglior Elia fu quello del campionato italiano su Pozzovivo e Visconti vinto dopo il Giro d’Italia del 2018. Per come lo conosco, queste sono sempre state le sue caratteristiche. Non va in forma presto. Al mondiale del 2016 subì una batosta da Gaviria, poi però vinse le Olimpiadi. Questa è la stagione che ci attende. E non è affatto poco…

Giro d'Italia Ciclocross Jesolo 2020

Giro d’Italia Ciclocross, 7 date su e giù per l’Italia

26.09.2020
2 min
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Il Giro d’Italia Ciclocross ci sarà. Quando l’emergenza Covid era nel pieno e si rimandava il ritorno alle gare di settimana in settimana, il ciclocross sembrava davvero lontano. Si pensava che tutto nel frattempo sarebbe stato superato e non ci sarebbe stato alcun problema. Mai illusione poteva essere più grande. L’autunno è arrivato, il virus circola ancora fra noi, ma il cross non si ferma. 

Il Giro d’Italia Ciclocross ha visto la luce mentre a Imola si correvano i mondiali su strada. E ora basta guardare il calendario per rendersi conto di quali equilibrismi siano stati necessari per stilarlo.

«Noi siamo ancora qua – spiega Sergio Scotti, vicepresidente della Romano Scotti – non è stato affatto facile, ma ci abbiamo creduto fino in fondo e abbiamo lavorato anche di notte per venirne a capo».

Giro d'Italia Ciclocross Jesolo 2020
Sette prove per il Giro d’Italia Ciclocross: Selle Italia si conferma sponsor super fedele
Giro d'Italia Ciclocross Jesolo 2020
Sette prove per il Giro d’Italia Ciclocross: Selle Italia sponsor super fedele

In un anno così difficile trovare sponsor è impresa ardua. Accanto alla ASD Romano Scotti si è schierata per prima la famiglia Bigolin, a conferma che il marchio Selle Italia da queste parti è sinonimo di ciclocross. Grande ritorno di Northwave, che vestirà i vincitori delle maglie di leader, i quali sul podio brinderanno con spumante Maccari Vini. Da segnalare il supporto di Migliorini Gioielli di Vimercate, di Chinotto Neri e di Challenge.

A seguire, il calendario del 12° Giro d’Italia Ciclocross

1ª tappa (4 ottobre): Jesolo (Ve)
2ª tappa (11 ottobre): Corridonia (Mc)
3ª tappa (18 ottobre): Ladispoli (Rm)
4ª tappa (25 ottobre): Buja-Osoppo (Ud)
5ª tappa (1 novembre): Gallipoli (Le)
6ª tappa (13 dicembre): Ferentino (Fr)
7ª tappa (6 gennaio): Sant’Elpidio a Mare (Fm)