Arianna Fidanza è sul lato destro della strada che si asciuga il sudore. Ha il volto stravolto di chi ha dato tutto e, dopo un mondiale a cronometro, non potrebbe essere diversamente. Racconta che il vento le ha portato via per due volte la ruota e di aver fatto quel che poteva al cospetto delle più forti. In certi sguardi sembra commossa e forse lo è davvero.
Prima del via, i meccanici al lavoro sulla sua bici di scortaPrima del via, i meccanici al lavoro sulla sua bici di scorta
Il progetto crono
Parlando di lei, Paolo Sangalli ha detto che la bergamasca ha sposato il progetto crono e lo sta portando avanti. Da questo partiamo.
«Mi è sempre piaciuta questa specialità – dice Fidanza – sono stata campionessa italiana juniores, poi negli anni non mi è mai stata data l’opportunità di lavorare su una prova che richiede sicuramente tempo, una preparazione specifica e anche dei mezzi su cui lavorare. Quest’anno ho cambiato preparatore e avendo Marco Pinotti all’inizio dell’anno gli ho detto che avrei voluto lavorarci per provare a migliorare. La strada è lunga, quest’oggi non avevo ambizioni se non esprimere una buona potenza media personale, in linea con la preparazione che ho avuto quest’anno, calcolando anche che sono ripartita dall’infortunio dell’anno scorso».
Fidanza ha concluso la crono al 23° posto, punto di partenza nel suo cammino di crescitaFidanza ha concluso la crono al 23° posto, punto di partenza nel suo cammino di crescita
Agosto 2021: il dramma
Il tono cambia. Il 2 agosto del 2021 la frattura della rotula la costrinse a chiudere la stagione. Mentre il mondo ripartiva a tutto gas dopo il Covid, lei fu costretta all’immobilità.
«Un anno fa – mormora con la voce che inciampa nell’emozione – non potevo neanche camminare e essere qua quest’oggi per me è quasi una rinascitae comunque mentalmente è confortante. Mi dà ancora più forza e posso dire di essere ritornata in una prova molto importante. Ho fatto due mesi senza nessuna attività sportiva. Ero sul divano e non potevo muovermi. L’anno scorso guardai i mondiali alla televisione, mentre facevo riabilitazione e provavo a muovere il ginocchio. E’ stato difficile perché sono ripartita da zero. Mi ricordo che riuscivo a malapena a fare un’ora in bici e non riuscivo a spingere. Devo ringraziare le persone che mi sono state vicine e anche il duro lavoro che ho fatto quest’inverno. Ci ho messo davvero tutta me stessa perché volevo tornare».
Ad agosto 2021 la frattura della rotula (foto Instagram)Ripresa la mobilità, inizia la rieducazione (foto Instagram)Questa la caduta alla Danilith Nokere Koerse, un enorme spaventoAd agosto 2021 la frattura della rotula (foto Instagram)Ripresa la mobilità, inizia la rieducazione (foto Instagram)Questa la caduta alla Danilith Nokere Koerse, un enorme spavento
Il ritorno in alto
Sembrava che la sfortuna si fosse accanita contro di lei. Perché una volta tornata in gruppo, un’altra caduta l’aveva fatta finire sull’asfalto alla Danilith Nokere Koerse, con una testata sull’asfalto da cui la salvò soltanto il casco.
«Voglio tornare ai miei livelli – racconta ancora – e comunque provare a dare una svolta a quella che è la mia carriera. Ringrazio davvero la nazionale che ha creduto in me (in apertura Arianna è con Marco Velo, tecnico delle crono, ndr), perché questo mondiale è un punto di ripartenza. E’ comunque una buona esperienza. Ringrazio anche Marco Pinotti, che davvero mi ha seguito tutto l’anno con molta pazienza. Con lui mi trovo molto bene, è molto preciso e tiene molto anche alla comunicazione che abbiamo. Per me è fondamentale, è un punto di riferimento. E’ una persona sempre molto chiara e diretta. Ci crede, mi dà sicurezze, è molto diretto e sincero».
Vittoria Guazzini è la regina del Mare Nostrum. Diciotto chilometri sull’autostrada che circonda Orano per sfrecciare fino al gradino più alto nella prova contro il tempo ai Giochi del Mediterraneo, che oggi hanno assegnato i primi titoli anche nel ciclismo. La ventunenne della Fdj-Nouvelle Aquitaine ha terminato la sua prova in 24”24”40, rifilando 49”80 alla slovena Eugenia Bujak e 1’28” alla francese Cedrine Kerbaol.
«E’ una bellissima emozione – ha commentato la vincitrice (in apertura nella foto Coni/Ferraro) – e condividerla con lo staff è sempre molto speciale. E’ vero che pedalo io, ma c’è sempre dietro un grande team, per cui siamo tutti contenti per questa prima gara coi nuovi ct. Ci siamo tutti trovati bene e da qui possiamo solo che migliorare».
Per Guazzini una partecipazione puntata sulla vittoria, nonostante qualche fastidio al ginocchioPer Guazzini una partecipazione puntata sulla vittoria, nonostante qualche fastidio al ginocchio
La prima dei 2 cittì
E Paolo Sangalli è stato il primo a correre ad abbracciare Vittoria, insieme al responsabile della cronometro Marco Velo. Grande gioia per il neo ct che ha festeggiato il primo oro alla guida delle donne.
«E’ un bell’inizio – ha detto – anche perché la concorrenza non era così scarsa come si pensa e lei ha fatto una grande prestazione. Arriva da un infortunio al ginocchio, ma ha fatto il percorso con noi a Livigno, ha fatto un italiano superbo e siamo qui ora a goderci una vittoria meritata, cercata con tutta la forza e siamo davvero, davvero felici».
Velo aggiunge: «Vittoria ha fatto un’ottima prestazione, ho seguito tutta la gara e ho potuto toccare con mano quanto forte andasse. Conto tanto su di lei per il futuro, lei lo sa e può regalarci ancora tante soddisfazioni a cronometro, così come su strada e su pista».
Primo titolo per Paolo Sangalli come cittì delle donne
Dopo i Giochi del Mediterraneo, Sangalli volerà al Giro d’Italia Donne
Primo titolo per Paolo Sangalli come cittì delle donne
Dopo i Giochi del Mediterraneo, Sangalli volerà al Giro d’Italia Donne
Crono addicted
E nelle prove con le lancette, Vittoria ammette di divertirsi, come conferma il fresco titolo italiano Under 23 col secondo posto assoluto dietro Elisa Longo Borghini.
«Da quando sono junior diciamo che la cronometro mi si addice – spiega – ci sto lavorando sia con la nazionale sia con la squadra e abbiamo fatto tanti allenamenti sulla posizione perché queste gare poi si vincono o si perdono per questione di dettagli. Spero nei prossimi anni di migliorare ancora e il sogno sarebbe una medaglia alle Olimpiadi, non lo nascondo».
Distanza in autostrada
In questi giorni, girando in macchina per la caotica Orano, ci siamo chiesti come abbiano fatto i ciclisti a destreggiarsi per gli allenamenti. Ecco la risposta di Vittoria.
Per la prova su strada di sabato, Dagnoni scommette su Arianna Fidanza
Pochi tifosi in zona arrivo, tutti rigorosamente in bicicletta
Per la prova su strada di sabato, Dagnoni scommette su Arianna Fidanza
Pochi tifosi in zona arrivo, tutti rigorosamente in bicicletta
«Il primo giorno siamo usciti e in effetti c’era parecchio traffico, poi ieri abbiamo fatto distanza in autostrada con la polizia che ci scortava e devo dire che hanno fatto un bellissimo lavoro perché ci hanno protetto in tutti i modi. E’ bello provare anche qualcosa di nuovo perché corriamo sempre in Italia, Francia e Belgio, abbiamo cominciato bene e speriamo di concludere al meglio sabato».
Scommessa su Fidanza
Una prova in cui vuole far bene anche Arianna Fidanza, oggi quinta (a dispetto di un problema allo stomaco nei giorni scorsi) e su cui il presidente federale Cordiano Dagnoni punta le sue fiches: «Vincerà lei, vedrete».
Lei sorride timidamente al suo fianco e racconta: «Per essere autostrada – dice – era un percorso davvero duro, per cui direi che sono abbastanza soddisfatta. Ho avuto un attimo in cui mi sono distratta e stavo per urtare il guardrail, ma per fortuna è andato tutto bene».
Coati è stato richiamato per sostiutire Moro e Puppio positivi al CovidCoati è stato richiamato per sostiutire Moro e Puppio positivi al Covid
Tra gli uomini, quinto posto per Luca Coati, che si è improvvisato cronoman all’ultimo momento per le defezioni causa Covid di Antonio Puppio e Manlio Moro.
Italiano, francese, inglese: Vittoria si destreggia bene nelle interviste con i media locali e sorride ai tanti bambini algerini che la circondano. Da Tokyo a Orano, la poliedrica atleta originaria di Pontedera continua il suo percorso di crescita.
«Dall’esperienza olimpica – dice – mi è rimasto addosso di tutto ed è stata utilissima per la gestione della pressione e per avere una visione più globale. Alla partenza adesso sono più tranquilla e sono contenta di essere qua a vivere questa avventura. Per quanto riguarda la Fdj, mi stanno dando tanta fiducia, si è creato un bellissimo rapporto con le compagne e lo staff, per cui è un bellissimo ambiente per crescere, che mi sprona a far bene in tutte le gare».
L’appuntamento con i Giochi del Mediterraneo è sempre più vicino e Paolo Sangalli sta progressivamente entrando nel clima della competizione. Gare, quelle di Orano in Algeria (sia in linea che a cronometro) che hanno un valore per molte ragioni. Innanzitutto saranno il primo impegno agonistico ufficiale per lui, dopo aver raccolto la pesante eredità di Salvoldi. Poi perché costruire una squadra azzurra in piena coincidenza con il Giro d’Italia Donne non è cosa semplice, perché significa dover fare i conti con un numero limitato di atlete a disposizione.
Sangalli ha comunque costruito una squadra molto equilibrata, composta da Maria Giulia Confalonieri, Arianna Fidanza, Eleonora Camilla Gasparrini, Barbara Guarischi, Vittoria Guazzini(in apertura durante gli europei vinti a Trento nel 2021) e Ilaria Sanguineti, con due di loro che faranno anche la crono. Una squadra che mixa esperienza e gioventù: «Alla fine è venuta fuori una nazionale di alto livello proprio come volevo, adatta al percorso di Orano».
Paolo Sangalli ha raccolto da quest’anno il testimone azzurro dall’amico Salvoldi, passato agli junioresPaolo Sangalli ha raccolto da quest’anno il testimone azzurro dall’amico Salvoldi, passato agli juniores
Partiamo allora proprio dal percorso…
E’ un tracciato ondulato di 80 chilometri, adatto a ruote veloci, ma che si presta a molteplici interpretazioni tattiche. Il dislivello è molto contenuto, 500 metri. Con le ragazze ho parlato in maniera chiara del percorso e di che cosa mi aspetto, so che hanno lavorato nelle ultime settimane pensando anche alla gara algerina. Si sa che il Coni tiene molto ai Giochi, ma anch’io tenevo a presentare una squadra di livello assoluto a dispetto delle forzate defezioni. Anche perché una gara non si vince mai prima del via, ogni successo va costruito.
Hai scelto atlete esperte e giovani in perfetto equilibrio numerico.
Abbiamo una squadra che si presta a tutte le scelte che la gara presenterà. Ci sono ruote veloci ma anche atlete capaci di far saltare il banco da lontano. Per la Guazzini vedremo come si evolve la situazione alla ripresa dal leggero infortunio avuto al ginocchio, lei dovrebbe essere una delle due chiamata a fare anche la cronometro di 18 chilometri.
Ilaria Sanguineti sarà un po’ la regista in corsa
Ritorno in nazionale per la Guarischi, portatrice di esperienza
Esordio nella nazionale maggiore per la Gasparrini
Ilaria Sanguineti sarà un po’ la regista in corsa
Ritorno in nazionale per la Guarischi, portatrice di esperienza
Esordio nella nazionale maggiore per la Gasparrini
Considerando le caratteristiche del percorso e anche il numero abbastanza contenuto delle partecipanti (basti pensare che la validità della gara è subordinata alla presenza di almeno 20 atlete e non sempre nella storia dei Giochi si è raggiunto questo limite) punterete alla volata generale?
Io per natura considero la volata l’ultima delle possibilità: anche se hai la velocista più forte, non puoi mai sapere che cosa succederà, né puoi impostare una squadra sullo sprint finale, puoi perdere in qualsiasi modo e a me non piace. Ho scelto una squadra con ruote veloci, questo sì, ma non per questo terremo la corsa bloccata, anzi.
Parlando di percorsi, tu sei reduce dalla trasferta in Australia per visionare il tracciato dei mondiali, con quali impressioni sei tornato?
Ho visto un tracciato diviso in tre settori distinti. Il primo è un’introduzione sul lungomare che, quando siamo arrivati noi, era caratterizzato da fortissimo vento, ma quando si gareggerà sarà estate e dicono che allora vento non ci sarà. Il secondo un circuito con una salita di 7 chilometri di cui i primi 2 sono durissimi, poi il passaggio nella foresta e una discesa tecnica. Infine il circuito finale, quello che ospiterà per intero le gare delle categorie giovanili. Ha uno strappo di un chilometro, tutto dritto ma con pendenze al 19 per cento. L’arrivo è sul lungomare in leggera pendenza in discesa. Da considerare che si toccano velocità altissime nel circuito finale.
Il tracciato di Orano sarà di 80 chilometri, a congiungere Orano con Ain Témouchent e ritorno
Arianna FIdanza potrebbe essere la donna per la volata
Quale ruolo avrà la “nuova” Confalonieri, forte sul passo e allo sprint?
Il tracciato di Orano sarà di 80 chilometri, a congiungere Orano con Ain Témouchent e ritorno
Arianna FIdanza potrebbe essere la donna per la volata
Quale ruolo avrà la “nuova” Confalonieri, forte sul passo e allo sprint?
Che tipo di tracciato è, a chi si adatta?
E’ un percorso per atlete con fondo ed esplosività, diciamo per gente che ha vinto le classiche. Se dovessi fare un nome, mi viene in mente la Kopecki di quest’anno, mentre la Van Vleuten è più abituata a salite lunghe, qui sono strappi dove fatica a fare selezione, non è ideale per le sue caratteristiche. Per quanto riguarda le nostre, abbiamo molte frecce al nostro arco. Le vittorie in serie nel circuito internazionale hanno dato a tutte tranquillità e consapevolezza. Ora dovrò guardare alle prossime settimane per valutare bene chi chiamare e soprattutto che tipo di impalcatura costruire per un percorso così vario.
Lo spunto è la caduta alla Danilith Nokere Koerse. La manovra poco ortodossa di una rivale che stringe davanti e Arianna Fidanza cade pesantemente sul rettilineo. Ha un male cane, ha battuto forte prima il fianco e poi la testa. Dopo la sfortuna degli anni scorsi, la bergamasca vede di nuovo nero, ma per fortuna alla fine tutto si risolverà con un grosso spavento. La stagione va avanti, il dolore passa, il casco si è rotto e ha fatto il suo dovere.
Ne avevamo già parlato per Matteo Trentin, cui poteva andare molto peggio. Il casco ha assorbito il colpo e lui è dovuto rimanere fermo per una decina di giorni, per assorbire la commozione cerebrale derivante dall’impatto.
Una manovra scorretta e caduta alla Nokere Koerse. Dolore e paura, poi tutto a posto. Casco inclusoUna manovra scorretta e caduta alla Nokere Koerse. Dolore e paura, poi tutto a posto. Casco incluso
Il casco rotto
Che rapporto c’è fra un’atleta e il suo casco? In questo caso, che rapporto c’è tra Arianna Fidanza e il suo LIV REV PRO Mips, dotato cioè della tecnologia brevettata per aggiungere protezione nei caschi contro il movimento rotazionale?
«In squadra abbiamo due modelli – racconta Arianna – uno più leggero e uno più aerodinamico ed entrambi mi fanno sentire al sicuro. Qualche giorno fa al Danilith Nokere Koerse nella combattuta volata finale in leggera salita, sono finita a terra e ho visto svanire un probabile piazzamento. Il casco si è rotto, ma mi ha salvato. Ho avuto un forte mal di testa durante la notte, ma la mattina seguente stavo già meglio. Questo penso sia dovuto al lavoro eccellente che ha fatto il casco, rompendosi sì, ma non recandomi ulteriori danni».
Il sistema Cinch Pro MIPS offre una copertura ottimale, cullando l’osso occipitale per una protezione completaIl sistema Cinch Pro MIPS offre una copertura ottimale
Sistema Mips
Il casco del Team Bike Exchange ha la forma ottimizzata dalle analisi CFD, che permettono di combinare la massima ventilazione a un profilo aerodinamico ottimale. Ampie prese d’aria e canali interni forniscono infatti un costante flusso d’aria senza intaccare l’aerodinamica.
Sul fronte della sicurezza il sistema Cinch Pro MIPS offre una copertura ottimale cullando l’osso occipitale per una protezione completa, supporto e comfort. Come già detto, il sistema Mips ha dimostrato scientificamente di ridurre il movimento di rotazione, assorbendo e reindirizzando le energie e le forze trasferite al cervello.
«A volte per essere sicura – spiega Arianna – mi è capitato di stringerlo molto, ma ho notato che non mi ha creato dolore e fastidio. Volendo potrei anche tenerlo più largo, perché mi starebbe saldo sulla testa e comodo anche senza stringerlo così tanto».
Il sistema MIPS garantisce la protezione dagli impatti multidirezionali
Sul REV PRO MIPS ci sono 21 fori di aerazione
Costruzione all-in-one in-mold per resistenza agli urti, durata e protezione
La rotellina posteriore permette di stringere il casco e “fissarlo” per la migliore sicurezza
Il Direct Flow Cooling guida il flusso d’aria nei canali interni ottimizzando la ventilazione ad alte e basse velocità
I canali di ventilazione ACE permettono un flusso ottimale dell’aria
Il sistema MIPS garantisce la protezione dagli impatti multidirezionali
Sul REV PRO MIPS ci sono 21 fori di aerazione
Costruzione all-in-one in-mold per resistenza agli urti, durata e protezione
La rotellina posteriore permette di stringere il casco e “fissarlo” per la migliore sicurezza
Il Direct Flow Cooling guida il flusso d’aria nei canali interni ottimizzando la ventilazione ad alte e basse velocità
I canali di ventilazione ACE permettono un flusso ottimale dell’aria
Leggero e fresco
La regolazione dell’altezza è prevista in cinque posizioni incorporata nello strato di schiuma EPS inferiore.
Il rivestimento è in policarbonato con schiuma EPS che fornisce la massima protezione ottimizzando il comfort, mentre l’Element Strap System offre cinturini monostrato facilmente regolabili e ultrasottili. La membrana TransTexturaPlus interna è molto sottile e avvolge la testa offrendo una vestibilità sicura e confortevole. Essa è anche idrorepellente, quindi non assorbe il sudore ed evita cattivi odori.
Element Strap System (ESS) offre cinturini monostrato LiteForm facilmente regolabili, ultrasottili
La calzata del REV PRO MIPS è davvero perfetta, sensazioni confermate
Element Strap System (ESS) offre cinturini monostrato LiteForm facilmente regolabili, ultrasottili
La calzata del REV PRO MIPS è davvero perfetta, sensazioni confermate
Il test della… treccia
Il test svolto ha permesso inoltre di evidenziare alcune specifiche del nascere come casco per le donne.
«Noi ragazze che abbiamo i capelli lunghi – spiega Arianna Fidanza – non sempre riusciamo a trovarci comode con determinate tipologie di casco. A volte la treccia gonfia un po’ i capelli e rendono il casco scomodo e stretto, ma da quel che ho potuto osservare utilizzando il casco Liv, non è questo il caso. Personalmente a volte faccio anche la coda e altre la treccia, però in entrambe le acconciature mi trovo molto bene, dal momento che il casco gode di un’ampia regolabilità».
Dopo lo spavento alla Nokere Koerse, Arianna Fidanza è ripartita senza problemiDopo lo spavento alla Nokere Koerse, Arianna Fidanza è ripartita senza problemi
Un tocco di stile
E poi anche l’occhio vuole la sua parte. Su questo l’accordo con Arianna Fidanza è stato immediato.
«Il LIV REV PRO Mips è molto bello ed elegante – dice – richiama la maglia e la bici ed è molto femminile, si vede subito in gruppo ed è appariscente. Non è un aspetto fondamentale, ma indossare un casco così bello rende il tutto più carino».
Carino e sicuro. Inutile pensare a cosa sarebbe successo se su quel rettilineo acciottolato in leggera salita non lo avesse indossato o si fosse sfilato o peggio ancora non avesse ceduto…
Liv si conferma un marchio pensato da donne per donne. L’attenzione verso il mondo femminile passa non solo attraverso la progettazione e realizzazione di biciclette destinate alle donne ma anche attraverso il ruolo di partner tecnico di team professionistici. Nel 2022 saranno infatti ben due le squadre che gareggeranno su biciclette Liv. Si tratta della confermata Liv Racing, ora Liv Racing Xstra, e della BikeExchange-Jayco (foto di apertura di Ruby Roseman. Credit GettyImages).
Una ulteriore bella novità sarà rappresentata dalla sponsorizzazione della maglia bianca destinata a premiare la migliore giovane del prossimo Tour de France Femmes.
Arianna Fidanza correrà nella stagione 2022 con il team Bike Exchange Jayco Arianna Fidanza correrà nella stagione 2022 con il team Bike Exchange Jayco
Matrice italiana
Nel caso della Liv Racing Xstra, l’ingresso del nuovo main sponsor non è la sola novità di rilievo per il 2022. Il team olandese quest’anno avrà infatti una forte matrice italiana a partire da Giorgia Bronzini che ricoprirà il ruolo di direttore sportivo. Sono italiane anche altre tre ragazze inserite nel roster della squadra. Si tratta di Rachele Barbieri, Sofia Bertizzolo e Katia Ragusa.
Restando allo sponsor, ricordiamo che Xstra è un’azienda specializzata nella vendita di prodotti per l’archiviazione dati digitali. E’ attiva da oltre 25 anni in tutta Europa, Nord America, Africa e Medio Oriente.
Il Team Liv Racing Xstra in ritiro a Cecina: ecco Barbieri e Neumanova (foto Michiel Maas)Il Team Liv Racing Xstra in ritiro a Cecina: ecco Barbieri e Neumanova (foto Michiel Maas)
La novità BikeExchange-Jayco
A livello di squadre, la vera novità per il 2022 è rappresentata dalla formazione femminile della BikeExchange-Jayco, dove milita la nostra Arianna Fidanza, la cui maglia richiama il colore tipico del logo Liv.
Le ragazze del team avranno la possibilità di gareggiare sulla nuova Langma Advanced SL Disc. Novità anche per quel che riguarda i caschi con i modelli Liv Rev Pro e Attacca TT. La squadra sarà inoltre un importante banco di prova per testare e sviluppare nuovi prodotti.
Phoebe Liu, chief branding officer del gruppo Giant, che comprende anche il marchio Liv, ha così commentato la nuova partnership: «Siamo orgogliosi di supportare Bike Exchange-Jayco e di far gareggiare ad altissimi livelli la squadra femminile in sella alla nostra nuova Langma Advanced SL Disc. Questa partnership aiuta a soddisfare il desiderio della nostra azienda di creare maggiori opportunità per le donne nel ciclismo professionistico. Crediamo che supportando le donne ai massimi livelli delle corse su strada, sempre più ragazze possano sentirsi ispirate ad avvicinarsi al mondo della bicicletta».
Liv accompagna le donne alla scoperta della bici a 360 gradiLiv accompagna le donne alla scoperta della bici a 360 gradi
Un sito sempre più funzionale
Le novità Liv per il 2022 arrivano anche a livello digitale. Il sito internet dell’azienda vuole essere sempre più vicino alle donne offrendo contenuti di grande utilità come ad esempio guide tecniche sulla scelta della bici e sulla sua manutenzione, suggerimenti e consigli su come affrontare al meglio gli allenamenti, partendo anche dalla scelta dell’abbigliamento ideale. Alcuni consigli, sopratutto in tema di alimentazione, arrivano da Elena Casiraghi, Ph. D dell’Equipe Enervit e ambassador Liv.
Elena Casiraghi, una delle ambassador del brand Elena Casiraghi, una delle ambassador del brand
L’importanza delle ambassador
Anche nel 2022 un ruolo sempre più importante nel mondo Liv sarà ricoperto dalle ambassador. Tra le confermate per il 2022, oltre alla stessa Elena Casiraghi, troviamo Stefania Andriola, Giulia Cicchinè, Sara Sandrini. A loro si è aggiunta di recente la triatleta Alessia Orla. A raccontarci qualcosa in più è Marta Villa, marketing coordinator per l’Italia di Liv.
«Il 2021 ci è servito per definire il gruppo delle nostre ambassador – esordisce Marta Villa – e in questi giorni stiamo lavorando alla definizione della “squadra” per il 2022 con qualche uscita e nuovi ingressi. Quest’anno vogliamo fare in modo di legare maggiormente ogni singola ambassador ad un nostro rivenditore. A ciascuna ragazza forniamo ad inizio stagione un modello top di gamma e la possibilità di accedere a tutti i contenuti che promuoviamo attraverso la piattaforma Liv. A nostra volta chiediamo loro di condividere con noi quanto fanno per dare visibilità al marchio Liv. Per noi è poi importante averle presenti agli eventi ai quali partecipiamo come il Bike Festival di Riva del Garda e Italian Bike Festival di Misano».
Per rimanere aggiornati su tutte le novità relative al brand, alle ambassador e alle squadre sponsorizzate , basta visitare il sito liv-cycling.com e seguire Liv sui social: Instagram, Facebook e YouTube.
Casa Fidanza: quando il ciclismo è parte integrante della famiglia. Di fratelli, di padri e figli che corrono ce ne sono stati nella storia di questo sport, ma un papà e una mamma (Nadia Baldi) ex corridori, che hanno due figlie professioniste ancora non lo avevamo visto. E invece Giovanni Fidanza ci è riuscito con Arianna e Martina. C’era anche Eleonora, più piccola ancora, la quale però ha smesso.
Arianna e Giovanni Fidanza ai mondiali di Firenze 2013Arianna e Giovanni Fidanza ai mondiali di Firenze 2013
Che poi, riuscito… «Ha fatto tutto Arianna – racconta Giovanni – io non l’ho mai spronata ad iniziare. Nel nostro paese, Brembate di Sopra, c’era una squadra di ciclismo con tanti ragazzini e tante ragazzine e ha voluto provare anche lei. Si allenavano sulla pista di atletica. Credevo non durasse più di un mese e invece… Io all’epoca ero il direttore sportivo dell’Alexia Alluminio ed ero sempre fuori. Arianna è andata avanti e Martina l’ha voluta seguire qualche anno dopo».
Resistenza e volate
Nasce così la storia delle sorelle Fidanza. Giovanni non ha mai forzato la mano. Però la sua disponibilità nel tempo non è mai mancata.
«Sono arrivate entrambe ad un buon livello. Arianna è nel WorldTour e oggi in generale il livello femminile è cresciuto molto, sia tecnicamente che sul piano organizzativo-mediatico e l’accostamento con le gare maschili è stata una buona mossa. Credo che Arianna sia più resistente.Martina invece è più forte in volata. Sono predisposizioni genetiche.
«Martina per adesso si sta concentrando molto sulla pista, Arianna invece ormai ha fatto una scelta ben precisa con la strada. Ma è anche giusto visto il livello al quale compete. Sta continuando i suoi progressi e sono convinto ne farà altri quest’anno. Per lei i miglioramenti saranno più piccoli e difficili, proprio in virtù dell’elevato livello a cui è arrivata, ma ha la squadra (Mitchelton, ndr) e l’età giusta per farlo».
Arianna Fidanza nel 2021 lascerà la Lotto Soudal per la MitcheltonArianna Fidanza nel 2021 lascerà la Lotto Soudal per la Mitchelton
A casa Fidanza
In una famiglia cresciuta a pane e ciclismo la domanda viene spontanea: a casa Fidanza si parlerà di bici sempre, anche a tavola?
«Non solo – dice Giovanni – parliamo di sport, di attualità e chiaramente anche di ciclismo, ma solo se capita, e quasi sempre se loro mi chiedono qualcosa. Poi è chiaro che nella pianificazione della giornata ci sia il ciclismo nella nostra vita.
«Entrambe si sono subito trovate bene con la bici. Entrambe hanno subito colto buoni risultati. Arianna è stata sin da subito più determinata, convinta. Voleva sempre andare alle gare, anche dopo una caduta. Si rialzava subito e cercava di capire se poteva esserci la domenica successiva. Anche se magari io e la mamma le dicevamo: adesso stai ferma dieci giorni. No, lei è sempre stata molto tenace.
«Martina invece è stata meno costante. A volte mollava un po’, ha avuto dei periodi distrazione. Ma è normale alla sua età. La molla per me le è scattata guardando la sorella vincere il mondiale su pista (Glasgow 2013, corsa a punti, ndr). Lo vedemmo insieme con mia moglie al computer. Da lì Martina è cambiata».
Martina Fidanza ha vinto l’oro nello scratch agli ultimi europeiMartina Fidanza ha vinto l’oro nello scratch agli ultimi europei
Passato e futuro
Giovanni è il direttore sportivo della Eurotarget Bianchi, dove tra l’altro corre Martina (lei è delle Fiamme Oro). Giovanni le seguiva anche nella preparazione, adesso ognuna ha le proprie figure di riferimento, però capita che se lui è un po’ allenato esca con le figlie.
«Da piccole, soprattutto Arianna che è più grande, mi diceva: papà, ma perché tu non vieni mai in bici con me come gli altri genitori? Aveva 7-8 anni… In questi periodi capita più spesso di uscire insieme. Arianna è sempre in “gara”! Davvero lei spinge sempre, Martina invece è più attenta alle tabelle, programma di più».
Arianna, ma ancora di più Martina, non si ricordavano molto del papà-corridore. Erano piccole, però con il tempo lo hanno “scoperto” e qualche domanda hanno iniziato a farla. Si sono trovate questo “valore aggiunto” in casa e i consigli sono sempre pronti.
«Mi chiedono soprattutto degli allenamenti, di come facevo io. Quest’anno quando Arianna è andata a fare la ricognizione della Parigi-Roubaix le ho parlato dell’ambiente, dei percorsi… ma non le ho spiegato troppo del pavé. Quello lo devi provare, le ho detto, non capiresti. E infatti quando è tornata mi ha detto: papà, pensavo fosse brutto, ma non così!».
Vederci in videochiamata non è strano, il 2020 ci ha abbondantemente abituate a questo nuovo metodo d’incontro: Martina Fidanza ha da poco vinto tre specialità ai campionati europei U23 su pista e in viso ha una luce particolare. Forse è proprio il riflesso di quelle tre medaglie d’oro. Così sorridiamo, inevitabilmente, alla vista l’una dell’altra e iniziamo la nostra chiacchierata al “femminile”…
Come fai ad essere così forte? A non mollare ? A motivarti?
Sono tanti i momenti di difficoltà, soprattutto quando ti poni un obiettivo a lungo termine. In quei casi cerchi di pensare all’emozione che provi quando riesci a raggiungere ciò che desideri. Naturalmente non è detto che lo raggiungerai, magari saranno più le volte in cui non ci riuscirai, ma bisogna sempre crederci e sperarci fino alla fine.
In pista sei così veloce ed elegante, che sembra tutto così semplice…
Sembra (ride, ndr), hai detto bene! Dietro ci sono tanti giorni di sacrifici, allenamento e duri lavori specifici. Ma è proprio questo che ci porta a migliorare e ad arrivare in gara in una condizione così perfetta da far sembrare che tutto ci riesca in modo semplice, naturale.
Martina Fidanza vince lo scratch agli europei di FiorenzuolaMartina vince lo scratch a Fiorenzuola
E’ importante, per una sportiva, mantenere la propria femminilità?
Sto molto attenta al mio aspetto, secondo me ha una grande importanza, è la prima cosa che la gente vede. Negli ultimi anni il ciclismo femminile ha avuto più visibilità e dobbiamo cercare di sfruttarla al meglio dando la vera immagine di noi: ragazze molto giovani che si dedicano anche ad altro, oltre che allo sport.
Ti è mai capitato di gareggiare avendo il ciclo ?
Mi è successo ed influisce molto. A livello fisico in quella settimana sono un po’ più debole, se riesce a finirmi prima della gara sento di essere molto più forte rispetto alla settimana precedente e anche più tranquilla. Quando noi azzurre andiamo in ritiro con la nazionale e passiamo tanto tempo insieme ad un certo punto ci sincronizziamo anche in quello (ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere, ndr).
Il ciclismo ti permette di…
Viaggiare! E mi piace anche tanto. Sicuramente un luogo non riesco mai a viverlo appieno, dal momento che devo allenarmi o sono concentrata per quella determinata gara. Ma conoscere un nuovo Paese e vedere cosa ha di diverso rispetto all’Italia ha sempre il suo fascino.
Sorriso, gambe e grinta per la bergamasca allenata dal Ctf Lab in FriuliEuropei d’oro per l’atleta allenata dal Ctf Lab
Scuola e sport, come hai fatto a non impazzire ?
E’ sempre stata una battaglia dura. Sin da quando ero piccola mi piaceva andare a scuola e dare il meglio anche lì: fare tutto alla perfezione. Gli ultimi anni di liceo sono stati i più complicati perché la scuola era lontana da casa e avevo anche degli orari un po’ impegnativi. Cercavo di guadagnare quanto più tempo possibile studiando in viaggio e mangiando in macchina per riuscire a fare tutto. Sicuramente ho sacrificato i primi anni del ciclismo per concludere la scuola al meglio, ma per fare ciclismo c’è sempre tempo.
E sei riuscita nel tuo obiettivo scolastico ?
Sono uscita dalla maturità con 100, ed era quello che volevo. Ho fatto però degli sforzi che ora come ora non riuscirei a fare. Però una cosa devo dirla: volere è potere!
Hai fatto il liceo artistico. Sui social, qualche volta, ci regali dei tuoi disegni. Quanto ci si può esprimere attraverso l’arte?
Molto, perché l’arte ultimamente è senza regole e paradigmi precisi di riferimento. Puoi prendere un foglio di carta, farci quello che vuoi ed è sempre arte. Permette di esprimere ciò che non riesci a dire a parole.
Che rapporto hai con i social?
Qualche anno fa cercavo di dedicargli molto tempo, ma negli ultimi anni faccio vedere sempre meno. Prima tendevo a mettere ogni singola cosa che facevo su Instagram o Facebook mentre, adesso, capisco che alcune cose possono venire criticate. Anche una banale uscita con gli amici diventa motivo di critica da alcune persone che conoscono il tuo lato d’atleta, anche se non stai facendo nulla di male. Per questo motivo ora preferisco far vedere la vita sportiva e basta.
Questo mi lascia spiazzata. La propria libertà non dovrebbe essere vincolata da nessuno…
Si, hai ragione. E’ un po’ nella mia indole fare così, capisco che da questo punto di vista devo migliorare!
Con chi ti piace uscire in bici?
Sinceramente… con me stessa! Mi sento molto a mio agio con la bici. Uscire in compagnia a volte mi innervosisce un po’, tendo ad essere silenziosa perché mi piace godermi l’allenamento e mi concentro solo su quello. Sicuramente, però, allenarmi con mio padre (Giovanni Fidanza, ex ciclista professionista ) mi piace tanto, anche se non succede spesso.
E con Arianna invece?
Quando esco in bici con mia sorella non riusciamo ad andare molto d’accordo, entrambe ci innervosiamo facilmente, quindi la cosa è un po’ complicata. Però nei giretti di scarico, pausa bar, siamo tendenti all’accordo (sorride, ndr).
Litigate mai?
Sì, per i vestiti soprattutto!
Martina con il suo ragazzo, il professionista Riccardo StacchiottiCon il suo ragazzo Riccardo Stacchiotti
Nel mondo del ciclismo femminile italiano ci sono delle rivalità, invidie ?
No, secondo me negli ultimi anni, rispetto a prima, non ce ne sono. Sicuramente passando tanto tempo insieme si litiga a volte, ma ci può stare. Siamo abbastanza unite e ci sosteniamo a vicenda.
Per una ragazza, è fondamentale iniziare il ciclismo fin da bambina ?
Sicuramente aiuta, ma non è indispensabile. Una ragazza potrebbe anche iniziare un po’ più tardi senza alcun problema, con alcune dinamiche tecniche si troverebbe un po’ spaesata, ma niente che non possa essere risolto con il tempo e l’esperienza. Magari anche qualche batosta iniziale ci sta, però dopo si prende il ritmo e si migliora.
Marta Bastianelli è…
Iconica! La personificazione della forza: ha una bambina, ha superato momenti difficilissimi ed è sempre lì, competitiva, una delle migliori ragazze al mondo. Non so come faccia… è veramente una grande donna.
Quanto è difficile per una ragazza farsi valere ?
E’ sicuramente difficile farsi spazio e mantenere ciò che si ha guadagnato; una volta raggiunta una certa immagine, hai sempre il mirino puntato di sopra. Una donna viene sempre giudicata rispetto ad un uomo. Quest’ultimo più fa… più sembra un uomo grande; mentre una ragazza viene criticata più facilmente (entrambe solleviamo le sopracciglia e annuiamo, purtroppo è così, ndr).
Consiglieresti ad una ragazza di iniziare il ciclismo ?
Sicuramente, soprattutto se ha una passione alle spalle o è legata in qualche modo a questo sport. Le direi di iniziare a gareggiare senza mai darsi dei limiti sulle specialità. Più si è giovani più è bello provare tutte le strade che offre il ciclismo: la pista, la Mtb, il ciclismo su strada. Il nostro è uno sport molto strano, particolare, non sempre vince la più forte. Dietro ci sono tanti piccoli dettagli e non sempre con sacrifici e allenamenti si riesce a centrare l’obiettivo. Sicuramente saranno più le volte in cui si dovrà ripartire, ma non bisogna mai abbattersi e si deve sempre fare tutto con passione: poi le soddisfazioni arrivano!
Vittoria Guazzini ci spiega il perché di tanta gioia della vittoria della Balsamo. Il loro è un rapporti di amicizia vera e di tante sfide spalla a spalla
Martina Fidanza, figlia di Giovanni e sorella di Arianna cresce e cresce bene. Aveva già in carniere due europei e due mondiali juniores in pista nel 2017, ma agli ultimi europei il suo tris di medaglie è stato da applausi. Ventun anni da compiere il 5 novembre e compagna di Riccardo Stacchiotti, professionista alla Vini Zabù-Ktm, la più piccola delle sorelle bergamasche a un certo punto è stata chiamata anche per sostituire Elisa Balsamo, caduta e ferita al ginocchio.
Si era allenata bene, ma al momento della convocazione ha dovuto fare i conti con lo splendido nervosismo che ti attanaglia quando ti avvisano che andrai in scena un secondo prima del sipario. Ma dopo un po’ ha smesso di agitarsi e ha pensato a tutto il lavoro fatto fino a quel punto. Si è rimboccata le maniche. Ha stretto gli scarpini. E la magia è cominciata ed ha preso la forma di tre medaglie d’oro nell’inseguimento a squadre, nello scratch e nell’americana (in coppia con Chiara Consonni).
Lo scratch conquistato uno sprint dopo l’altroLo scratch conquistato uno sprint dopo l’altro
Perché il nervosismo?
Non mi aspettavo molto. Mi ero preparata parecchio, ma non dovevo correre tre specialità e farle così bene mi ha sorpreso.
Nervosismo vero?
Era proprio panico. In realtà non ho mai avuto il dubbio di non essere in condizione, solo che non essendo la titolare, un po’ di paura di non essere all’altezza l’avevo.
Fidanza al posto di Balsamo. Nella testa di una riserva non dovrebbe esserci la voglia di dimostrare di essere all’altezza?
Quella c’è sempre, ma sapevo che con Elisa non c’era molta storia. Ho aspettato che si facesse sera, sapevo che era caduta, ma non quanto fosse grave. Mi avevano detto che avesse messo dei punti, ma non quanti e soprattutto non che fosse interessato il ginocchio.
Ma agli europei puntavi, giusto?
Erano un obiettivo da inizio anno. Se le cose fossero andate normalmente, non essendo nel giro olimpico, avrei puntato sugli europei U23. Ma la stagione è stata come è stata e nemmeno si sapeva più se li avrebbero organizzati. Però sono contenta di non aver mai avuto clamorosi cali di tensione.
Cosa resta ormai di questo 2020?
I campionati italiani su strada e gli europei elite in pista.
Anche Martina Fidanza preferisce la pista alla strada?
Lo confesso. Mi trovo più in sintonia con la gente, con lo staff e con la pista stessa, rispetto alla strada. Si è creato un gruppo eccezionale, con campionesse come Balsamo e Paternoster che prendo a riferimento.
Madison, quartetto e scratch: il tris è davvero servitoMadison, quartetto e scratch: il tris è davvero servito
Dove hai trascorso il lockdown?
A Recanati, a casa di Riccardo. E’ stato un caso. Ero andata da lui dopo i mondiali in pista di Berlino per stare una settimana tranquilla, invece ci hanno bloccato. Non mi è pesato, ma non poter uscire in bici non è stato semplice.
Se hai resistito tante settimane con Stacchio, l’unione è solida! Ricordi la prima uscita dopo la… liberazione?
E’ stato stranissimo. Siamo partiti da Recanati, quindi subito in discesa. E la velocità pareva davvero insolita, come se le ruote avessero qualcosa di strano. La bici si inclinava, non era rigida come sui rulli. Insomma, c’è voluto un po’ per riprendere il feeling, ma poi che bello…
Corri alla Eurotarget-Bianchi-Vittoria e con le Fiamme Oro, come ti gestisci?
Diciamo che prima viene il club. Le Fiamme Oro sono un bel supporto, ho dovuto fare il corso a Caserta al primo anno e poi il giuramento, ma a parte alcuni obblighi, sono al 100 per cento con la squadra.