Guarischi, come va alla Movistar con Van Vleuten?

Giada Gambino
22.02.2021
4 min
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L’italiana della Movistar Barbara Guarischi (in apertura con Pablo Lastras) viene da una famiglia di calciatori e proprio mentre stava andando a vedere una partita del fratello si imbatté per caso in un gruppo di bambini in bici da corsa. Aveva dodici anni e venne completamente rapita da questo sport…

Il ciclismo in tre parole ?

Impegno, sofferenza e gioia… se vinci (ride, ndr). E’ una scuola di vita. Il ciclismo dà tanta disciplina ad un ragazzino. E’ una vita di sacrifici e bisogna saperli fare. 

A detta di Guarischi, il Team Movistar è un gruppo di amici, molto unito
Il Team Movistar è un gruppo di amici, molto unito
E il calcio?

Prima di iniziare ad andare in bici giocavo a calcio e, non ti nego, che mi sarebbe piaciuto continuare. C’è uno sport che anche se non l’ho mai praticato mi piace tantissimo e lo seguo molto: il pattinaggio sul ghiaccio di velocità. L’ho scoperto grazie ad Arianna Fontana. 

Qual è il tuo terreno?

Mi piacciono la velocità e i percorsi ondulati. Mi piacciono molto le gare del Nord perché mi danno la sensazione di un ciclismo vero fatto di vento, pioggia, pavè, strade strette; aspetti che tutti odiano e che, invece, io amo (sorride, ndr).

Hai fatto anche pista?

Tanti anni fa. Mi è sempre piaciuta, ma ad oggi se volessi mettermi d’accordo con la squadra per ritornare ad allenarmi in pista sarebbe difficile. Questa disciplina riesce a darti quel qualcosa in più che ti aiuta anche quando sei su strada

Guarischi in azzurro ai mondiali di Doha 2016, in supporto di Bastianelli
Guarischi in azzurro ai mondiali di Doha 2016
Sei l’unica italiana nel tuo team… 

Anche Sofia Bertizzolo doveva far parte della Movistar quest’anno, ma per vari motivi non è stato così. Nonostante sia l’unica italiana mi trovo davvero bene anche perché, fortunatamente, la lingua non è un problema. Con le mie compagne ho un rapporto sia molto professionale che di amicizia. Quando bisogna essere concentrate non scherza nessuna, ma quando possiamo concedercelo ci divertiamo molto. 

Riscontri differenze tra la Movistar maschile e femminile ?

Noi donne abbiamo gli stessi materiali degli uomini, da questo punto di vista siamo super privilegiate rispetto a ragazze che non si trovano in un team ben costruito come il mio. Il ritiro invernale, ad esempio, lo facciamo tutti insieme e questo ci rende un grande gruppo unito. 

Nel 2020, Guarischi ha partecipato ai campionati italiano a crono di Bassano
Nel 2020 ha partecipato ai tricolori crono
Chi definiresti come un idolo?

Ci sono diverse persone che potrei menzionare, una tra tutte è Trixi Worrack. Tutto quello che so adesso è grazie a lei, al suo aiuto e al fatto che avendo avuto l’onore di essere sua compagna di squadra nel 2015 sono riuscita ad apprendere davvero tanto anche solo osservandola

Van Vleuten… 

Il nuovo super ingaggio della squadra! Siamo state insieme nel primo ritiro di stagione. E’ una grandissima atleta, ma è soprattutto umana. Abbiamo scherzato molto e chiacchierato anche per conoscerci meglio. La sua vita ruota attorno al ciclismo, ma giù dalla bici è una ragazza semplice e umile

Dopo il suo arrivo è cambiato qualcosa in squadra? 

Quando arriva un’atleta così forte, è normale che si sia portati a stare più attenti, a dare quel qualcosa in più per essere all’altezza. Il team non ci ha messo pressioni, ma si può dire che ce le siamo auto messe. Questo è, a mio avviso, molto positivo. Così facendo potremo essere motivate al punto giusto e dare il 101%. La squadra è molto completa, ci sono anche molte giovani arrivate quest’anno che sicuramente faranno bene. 

Con l’arrivo di Van Vleuten, dice Guarischi, gruppo più motivato
COn l’arrivo di Van Vleuten, gruppo più motivato
Hai un sogno nel cassetto?

Aprire un agriturismo, piccolino, dove la gente viene e sa di trovare cose buone e genuine. Vengo da una famiglia di campagna e sono sempre stata abituata a questo ambiente. Dove sto io, sul Lago di Lecco, mi piace molto la zona… sarebbe il luogo perfetto. 

Gli obiettivi per la nuova stagione?

Voglio partire bene, con buone sensazioni in modo da avere il morale alto per il prosieguo delle corse. Mi piacerebbe tornare a vincere, davvero. Il ciclismo femminile sta diventando professionale tanto quanto quello maschile e se si vuole essere professionisti a tutti gli effetti bisogna essere consapevoli dei propri limiti ed impegnarsi al massimo nel proprio ruolo. Io, ad esempio, mi trovo meglio nell’essere l’ultima ciclista di fiducia della mia capitana. E’ ciò che mi riesce meglio.