Affini campione, Cattaneo di bronzo. Gli europei si aprono col botto

11.09.2024
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Marco Velo è al settimo cielo, anche se per poco la crono dei sogni non l’ha persa, bloccato dietro un incidente nel rientro alla partenza dopo aver seguito Vittoria Guazzini. Edoardo Affini e Mattia Cattaneo hanno fatto la storia, conquistando il primo e il terzo posto nella gara che valeva il titolo europeo di specialità. E forse proprio nel giorno in cui si pensava che l’azzurro sarebbe passato inosservato, data soprattutto l’assenza di Ganna, i due prescelti dal cittì bresciano hanno messo insieme un vero capolavoro.

«Vi abbiamo sorpreso!», scherza Velo. «Si capiva che andassero forte – spiega – l’hanno dimostrato alla Vuelta. Ed è stata molto bella l’armonia che abbiamo creato con la nazionale, è stata fondamentale in questi risultati. E’ stata bellissima anche la videochiamata che abbiamo fatto subito dopo con Pippo (Ganna, ndr) quando eravamo lì a cambiarci. Ci siamo salutati tutti, era contentissimo anche lui e questo dimostra lo spirito della squadra».

Il giorno perfetto

Affini arriva dall’antidoping con un sorriso che non si vedeva da tanto. Da ragazzo aveva calcato questi podi con notevole regolarità, poi il professionismo si è dimostrato meno generoso di quanto ci si potesse aspettare. Il passaggio alla Visma-Lease a Bike, con Mathieu Heijboer che ha scelto di allenarlo, ha portato fiducia e nuova consistenza.

«Da junior nel 2014 avevo vinto l’europeo su strada – snocciola – e da under 23 nel 2018 quello a cronometro, ma questo qua è un’altra storia, dai! Il percorso l’abbiamo visto ieri per la prima volta e ho subito pensato che fosse perfetto per me. Un bel percorso lineare con qualche settore un po’ più tecnico, però in generale si sapeva che era veloce. Poi ovviamente c’era da calcolare il vento e l’acqua, perché quando sono partito ha cominciato a piovere. S’è trattato di andare forte dall’inizio alla fine e di spingere di più nei punti di vento sfavorevole, dove si poteva fare la differenza. Invece gli ultimi tre chilometri li ho fatti a occhi chiusi, non capivo più niente. Non so a quanto andassi perchè non ho ancora aperto niente, ma posso dire che sia stata la crono migliore che ho fatto in vita mia. E forse per vincere un europeo serviva proprio questo».

E la crono perfetta

«E’ bello perché è inaspettato – riflette – ci sono sempre stato attorno, per cui penso di poter dire che non vengo dal nulla. Però ero sempre secondo, terzo, quarto, quinto. Invece questa volta ha funzionato e adesso me la godo. Non so cosa ci sia stato di diverso. La Vuelta è stata la corsa più dispendiosa che abbia mai fatto. Ho avuto 48 ore in cui le uniche cose che ho fatto sono state dormire e mangiare per recuperare al massimo, anche di testa. Stamattina non ho avuto chissà quali sensazioni, ma il mio allenatore mi ha detto di crederci, perché poi sarebbe andata meglio e ha avuto ragione lui. Del resto, è il capo dei tecnici, se ne intende (sorride, ndr)».

La corona da 68

Che fossero partiti per fare bene, si era capito anche dagli sguardi e dalle scelte tecniche. Affini si è guardato bene dal ripercorrere la via della doppia lenticolare, che aveva sperimentato con qualche oscillazione di troppo alla Vuelta. Però ha montato un plateau da 68 denti, contro il 60 di Cattaneo.

«Le due lenticolari avevo già provate a Burgos – diceva Edoardo prima di correre – c’era vento, ma ero riuscito a guidare. Quando ho provato il percorso di Madrid, sapevo che ero molto al limite e ho preso la decisione di provarci. O la va o la spacca, insomma! Se adesso ci ripenso è stata una scelta sbagliata. Ho avuto tante oscillazioni e in quei momenti sono stato contento di essere sul filo degli 80 chili. In tutto il resto della Vuelta no, ma in quel preciso momento io ero contento. Il 68 invece nelle crono è quasi fisso. L’ho messo su l’ultima volta al Giro del Belgio e non l’ho più tolto».

Il capolavoro di Cattaneo

Cattaneo invece ha scelto di correre con un 60, che definisce non tanto lungo e nel dirlo ci fa venire il mal di gambe. Il percorso fra Zolder e Hasselt non era ideale per un passista scalatore come lui.

«Esatto – sorride – non era affatto adatto a me. O meglio, era più adatto ad altri. Alla fine, io sono 67 chili, quindi su un percorso totalmente piatto e così veloce non era scontato che fossi competitivo. Però sono uscito bene dalla Vuelta e questa ne è stata la dimostrazione. Correre tre giorni dopo può andare molto bene o molto male, non c’è tanto da girarci intorno. La crono secca è sempre particolare e allora dico che il lavoro fatto a qualcosa è servito. Bisognava avere tanta gamba e ho dimostrato che così era. Ugualmente non sono uno da rapporti estremi, anche per le mie caratteristiche. Se avessi usato il 68 di Edoardo, forse sarei andato più piano, perché non ho la potenza di corridori come lui, Ganna o Kung.

«Credo di essere la mosca bianca, nel senso che, lasciando perdere Evenepoel che fa parte di un altro pianeta, tutti i cronoman pesano dai 77-78 chili in su. Io sono 10 chili in meno, quindi devo giocarmela su altri aspetti e su altri percorsi. Ma essere arrivato a 19 secondi da Edoardo a 10 da Kung in una crono come questa di 31 chilometri, battendo gente come Bissegger e Bjerg, per me significa aver fatto una super crono. Per cui stasera si brinda, ma poco. Domani si fa il team relay, poi domenica si corre per Milan e magari la sera si fa una mezza brindata. Poi speriamo di essere convocati per il mondiale e semmai si brinderà dopo il Lombardia».

Ecco il podio completo degli europei crono, con Kung al quinto argento europeo
Ecco il podio completo degli europei crono, con Kung al quinto argento europeo

Domani si corre ancora

L’entusiasmo è alle stelle. Il quinto posto di Vittoria Guazzini nel pomeriggio andava già letto in chiave positiva, ma di fronte a un risultato come questo è chiaro che lo spirito sia alle stelle. 

«Sinceramente non mi aspettavo così tanto – conclude Velo – mi hanno stupito. Siamo arrivati proprio sei minuti prima che partisse Mattia e ci hanno regalato questa soddisfazione. E’ proprio vero che da un imprevisto escono le cose più belle. Sono veramente contento per loro e domani, visto questo risultato, partiamo con un morale altissimo. Poco fa Maestri ha scritto sulla chat i complimenti ai ragazzi e io gli ho risposto che domani saranno fatti suoi stare a ruota di questi due nel team relay. Per cui ci godiamo la serata con i freni tirati, perché domani si corre ancora».