Mips, cos’è e cosa significa per un ciclista

03.03.2022
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Molti appassionati ciclisti identificano un casco di qualità proprio grazie a Mips. Succede una cosa simile anche nella categoria delle calzature, dove l’utente finale identifica il valore di una scarpa, grazie alla presenza dei rotori Boa. Ma rimaniamo focalizzati su Mips e cerchiamo di comprendere cosa si nasconde alle spalle di questo acronimo (multidirectional impact protection system).

Hans Von Holst, fondatore di Mips (foto jonas@jonaskullman)
Hans Von Holst, fondatore di Mips (foto jonas@jonaskullman)

Un’azienda svedese

Mips è un’azienda svedese leader nel settore della protezione e sicurezza, un brand che collabora attivamente con l’università di Stoccolma per la ricerca di nuove e innovative soluzioni in termini di safety program (non solo nello sport, non solo nel ciclismo ma anche in tutte quelle attività legate al mondo del lavoro, militare etc.). Proprio grazie alla collaborazione con il polo universitario, Mips è impegnata attivamente nello studio delle conseguenze che possono avere gli impatti sul cervello dell’uomo, dei danni celebrali e del valore che ha un sistema di protezione.

La gabbia gialla, simbolo del marchio svedese
La gabbia gialla, simbolo del marchio svedese

La gabbia gialla di Mips

Le aziende hanno investito ingenti risorse nella ricerca e sviluppo, sono nate leggi e normative che regolano la costruzione dei caschi e l’impiego dei materiali. Sono nati dei marchi che hanno come obiettivo aziendale la costruzione di sistemi di sicurezza da applicare al casco e che offrono un valido aiuto allo sviluppo del prodotto finito.

E’ il caso di Mips: un protocollo che ha stravolto i concetti di sicurezza, protezione ed effetti negativi che possono avere sul cervello. Non solo il risultato di un colpo negativo, ma anche la natura e le dinamiche, il tutto rivolto a contrastare, in un certo senso anticipare e assecondare, migliorare lo strumento di protezione.

Oggi identifichiamo Mips come la “gabbia gialla” ancorata all’interno del casco, o comunque in quel simbolo giallo che è al lato del casco. E’ una sorta di sistema di sicurezza attivo applicato al sistema di sicurezza passivo per eccellenza dedicato al ciclista: il casco. Ma le evoluzioni sono costanti e anche il pacchetto Mips non è esente da questo percorso.

Thibaut Pinot, con indosso il casco Giro Spherical Mips, una delle ultime evoluzioni in termini di sviluppo
Thibaut Pinot, con indosso il casco Giro Spherical Mips, una delle ultime evoluzioni in termini di sviluppo

Mips, come funziona

Oggi Mips, nelle configurazioni più moderne, ha diverse forme e design. Quello che noi vediamo in un casco da bici, quel bollino giallo applicato ai lati identifica il protocollo BPS (brain protection system), che aumenta l’efficacia protettiva e offre una migliore prevenzione contro gli eventuali traumi da movimento rotatorio. Quindi, parliamo anche di traumi che possono interessare la zona cervicale, non solo la testa.

In caso di urto le forze negative si dividono in radiali e tangenziali, impatto diretto piuttosto che angolare. Quelle radiali dimostrano la capacità del casco di proteggere il cranio. Un test specifico per le forze tangenziali dimostra la capacità di prevenire potenziali lesioni cerebrali. Nel secondo caso entra in gioco il movimento rotazionale per cui è stato concepito Mips, un vero e proprio piano di scorrimento di 10/15 millimetri progettato per ruotare all’interno del casco. L’obiettivo è quello di ridurre gli effetti dell’azione rotatoria e aumentare il potere di scivolamento, che si traduce anche in una sorta di “spalmatura” delle forze negative. Queste ultime non si concentrano in un solo punto, ma si allargano.

A prescindere dall’angolazione della caduta, il sistema Mips aumenta il potere di scivolamento e distribuzione delle pressioni dell’impatto
Il sistema Mips aumenta il potere di scivolamento e distribuzione delle pressioni dell’impatto

Le varie forme di Mips

Non esistono degli standard di sicurezza in questa categoria, ma ci sono diversi studi che mettono in luce gli effetti negativi che gli impatti possono avere su cervello e colonna vertebrale. Molti di questi prendono vita proprio dagli oltre 22000 test che Mips ha condotto nel suo laboratorio.

Ecco perché il concetto Mips assume diverse forme, che sono il risultato del suo percorso evolutivo, ma anche della collaborazione con le aziende che producono caschi. C’è la gabbia gialla ancorata nel mold e ci sono i pads che hanno una struttura che agevola il movimento. Oppure ci sono i caschi, come ad esempio il Giro che adotta una sorta di doppia struttura, come dire: un casco nel casco.

Il casco, strano non usarlo

Il casco è diventato uno strumento d’immagine, che completa la dotazione del ciclista: i caschi moderni hanno delle belle forme, hanno un peso leggero e in molti casi, una volta indossati, diventano quasi impercettibili. Ovviamente proteggono. I caschi si sono evoluti, abbinando le forme all’efficienza e arricchiscono la fotografia dell’atleta.

mips