Maglia rosa per caso. L’estate di Bruttomesso inizia così

11.06.2022
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«Neanche dovevo farlo il Giro. Faresin mi ha chiamato martedì mattina.Mi ha detto se me la sentissi. E io non ho esitato». Non ci crede Alberto Bruttomesso. Il corridore della Zalf Desiree Fior è la prima maglia rosa del 45° Giro d’Italia U23.

Il veneto è un primo anno. Fisico massiccio. Gambe muscolose che sono ancora da scolpire, tipiche di chi non ha ancora 20 anni, anzi 19, visto che è di ottobre. Un velocista puro? Chissà… La cosa certa è che ad Argenta ci si aspettava una volata e una volata è stata.

Vittoria a sorpresa

Mette le mani nel capo Bruttomesso quando taglia il traguardo. Non ci crede. Non ci crede lui e neanche sua mamma Katia, che corre dietro all’arrivo alla ricerca del figlio per abbracciarlo.

«Siamo venuti qui per questa tappa e abbiamo fatto bene – spiega la mamma – perché era il suo debutto e sapevamo che poteva fare bene. Ma non così tanto. E poi era anche il più piccolo della squadra».

La corsa si è conclusa sotto un caldo sole. Non rovente come quello che hanno trovato qualche giorno fa i corridori all’Adriatica Ionica Race, ma quasi. 

La DSM ha controllato gran parte della corsa e il ritmo è stato un po’ più blando del previsto, tanto che è saltata anche l’ultima tabella oraria, quella più lenta. Hanno corso da professionisti. Molto nervosismo all’inizio, ma dopo che è andata via la fuga, le acque si sono calmate.

Lo spettacolo però non è mancato. Come ci aveva detto anche Lorenzo Germani qualche giorno fa: occhio al vento. E infatti in un punto in piena pianura a ridosso della costa adriatica il gruppo si è spezzato. E questa accelerazione ha sancito la fine della fuga.

Argenta abbraccia i ragazzi con un certo calore. Nella piazza dell’arrivo c’è davvero parecchia gente. Un bel colpo d’occhio. E se il buon giorno si vede dal mattino… va bene così!

I compagni della Zalf. Guzzo, il portavoce e “pilota” di Bruttomesso, è il secondo da destra
I compagni della Zalf. Guzzo, il portavoce e “pilota” di Bruttomesso, è il secondo da destra

Zalf compatta

I compagni della Zalf si radunano prima di ripartire in direzione delle ammiraglie che li porteranno a Rossano Veneto. Si radunano e si danno il cinque.

«Sicuramente – dice Federico Guzzo, che si fa portavoce – era un arrivo adatto alle nostre caratteristiche. Qui al Giro abbiamo più che altro una squadra per percorsi mossi, però avevamo anche questa opzione di Bruttomesso, che è veramente forte. Alberto è uno dei più bravi in volata al momento. Uno dei più forti dell’intera stagione».

«Ci siamo mossi bene per la volata. Direi che “siamo usciti giusti”, nel finale. Poi lui è forte e se l’è giocata davvero alla grande. Sa sfruttare le scie giuste. E’ nella posizione giusta al momento giusto. Io per esempio ho tirato, ma alla mia ruota c’era un ragazzo della Lotto, mi sembra. Poi però Alberto si è arrangiato. Comunque lo abbiamo portato fino ai 300 metri. Per tutta la tappa abbiamo corso compatti e nel finale eravamo tutti per lui».

In Zalf sono contenti. Come dicono i ragazzi stessi, una vittoria di tappa e la maglia rosa sono già tanto.

Bruttomesso in rosa 

Nel frattempo mamma Katia è stata raggiunta da papà Massimo. I genitori abbracciano il loro ragazzo. Saranno presenti anche domani al via, poi tutti a casa a Valdagno.

Provando ad immedesimarci in lui alla sua età, colpisce il suo self control. Si vede che è contento e ci mancherebbe, ma Alberto fa sua questa vittoria come fosse un veterano. Il che denota sicurezza.

«Ripeto, inizialmente neanche dovevo esserci – dice Bruttomesso mentre è seduto su una sedia prima di vestire la maglia rosa – ho la maturità che mi aspetta tra pochi giorni. Però da quando mi hanno detto che sarei venuto al Giro, ho studiato questa tappa, che sapevo mi si addiceva.

«Sapevo anche che il livello dei partecipanti era altissimo. Che c’erano tutti i più forti sprinter d’Europa. Speravo in un piazzamento: un buon posto, magari per prendere la maglia bianca. Arrivare a vincere e alla rosa… proprio no! Sono super contento».

L’esultanza di Bruttomesso, che poi porta le mani tra “i capelli”, segno di incredulità (foto Isola Press)
L’esultanza di Bruttomesso, che poi porta le mani tra “i capelli”, segno di incredulità (foto Isola Press)

Velocista dentro

I suoi compagni lo hanno aiutato. Hanno tirato per il più piccolo. Il più piccolo che però ha le idee chiare. Molto chiare. Guzzo, aveva ragione: “Alberto se la sa cavare da solo…”.

«Il fatto che abbiano tirato per me è un onore. Ci siamo trovati in due all’ultimo chilometro, Guzzo ed io. Federico ha fatto un lavoro impeccabile.

«Ai 400 metri ero un po’ indietro, credo intorno alla decima posizione, però sono riuscito a portarmi avanti, ma sempre restando coperto. Poi ai 200 metri sono riuscito ad uscire. Mi sono riportato avanti, sapendo che il rettilineo tirava verso destra e così mi sono spostato un po’ all’esterno per non rischiare di restare chiuso. Tutto è andato in modo perfetto».

I palloncini messi da “Ciano” nelle camere dei suoi ragazzi. Magari non sono proprio rosa, ma il concetto non cambia! (foto Rui)
I palloncini messi da “Ciano” nelle camere dei suoi ragazzi. Magari non sono proprio rosa, ma il concetto non cambia! (foto Rui)

Palloncini in camera

A questo punto la prima persona che ci viene in mente è Luciano “Ciano” Rui. Il vecchio pilastro della Zalf ci aveva parlato in tempi non sospetti di Bruttomesso e sempre in tempi non sospetti ci aveva detto della sua paura che i procuratori glielo portassero via subito. Adesso chissà come andranno le cose.

Lui però con la sua saggezza si gode il momento: «Se me lo aspettavo? Sapevo che Bruttomesso era forte, ma non credevo che fosse già maturo per queste gare. Oggi c’era un parterre mica indifferente. Chapeau, come si dice in questi casi. Io già lo seguivo quando era alla Borgo Molino (team juniores, ndr) ma adesso è ancora più maturo».

«Intanto ci gustiamo la maglia rosa. Quando si parte bene si è a metà dell’opera – dice Rui, mentre aspetta i suoi corridori in hotel – i ragazzi già erano motivati e la maglia nuova (griffata MS Tina, ndr) ha portato bene. Ma soprattutto hanno fatto una gran bella volata».

 

«Ho messo dei palloncini rosa in camera di Alberto e dei ragazzi, perché la forza è il gruppo. Come detto, ci godiamo il momento, ma da domani si riparte da zero: un po’ più maturi e con un po’ meno di pressione». 

Gandin 2022

Gandin, 26 anni e un sogno ancora intatto: passare pro’

10.05.2022
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Quando a 26 anni ti ritrovi ancora a battagliare con gli elite e vedi ragazzi molto più giovani che sono in procinto di passare pro’ mentre tu temi che quella possibilità sia ormai passata, è difficile riuscire a trovare le motivazioni per emergere. Ecco perché la prima parte di stagione di Stefano Gandin ha qualcosa che non deve passare inosservato: il corridore della Corratec ha già vissuto 24 giorni di gara, ha portato a casa un paio di Top 10, si è ben distinto al di qua e al di là dell’Atlantico fino alla vittoria a sorpresa nella classifica degli scalatori al Giro di Sicilia.

A distanza di tempo, Gandin assapora ancora quel risultato, sperando in cuor suo che non passi nel dimenticatoio e che magari gli possa valere qualche chance: «Io per ora sono comunque soddisfatto, ho corso molto, 24 giorni più un paio di gare dilettantistiche. La mia fortuna è stata partire bene, con la punta di rendimento in Sicilia proprio prima di staccare un po’ per riprendere e ritrovare smalto da giugno in poi».

Gandin Sicilia 2022
Il portacolori Corratec con Matteo Malucelli: due belle sorprese del Giro di Sicilia
Gandin Sicilia 2022
Il portacolori Corratec con Matteo Malucelli: due belle sorprese del Giro di Sicilia
I tuoi risultati fanno notizia soprattutto per la tua situazione: stai trovando la tua maturazione a 26 anni quando in questo ciclismo che tutto consuma sei ritenuto “vecchio” per il passaggio…

Io sono arrivato tardi ai miei limiti, forse ancora non li ho toccati. I primi anni sono stati un po’ travagliati, anche se il ciclismo ha sempre fatto parte della mia vita, avevo iniziato da G3 al Pedale Marenese dove sono rimasto fino ad allievo. Per emergere serve molto l’ambiente che hai intorno e devo dire che al Team Corratec ho trovato quello giusto per esprimermi. Ho trovato gli stimoli per impegnarmi al massimo, per giocarmi le mie carte. Oltretutto penso che proprio le corse a tappe siano l’occasione migliore per poter centrare i miei obiettivi.

Pensi che le porte possano ancora aprirsi?

Ne sono convinto, per questo ho scelto questo team, sapevo che poteva essere quello giusto. Alla Zalf mi trovavo benissimo, ma svolgevo un calendario prevalentemente con gli Elite che non mi permetteva di esprimermi al meglio. Io credo che a 25 anni sia importante confrontarsi con i pro’, solo così puoi ancora sperare di passare. Credo che nel sistema qualcosa vada cambiato, perché si guarda solo ai giovani, c’è tutta una categoria di corridori che così perde considerazione. Quei risultati non servono, io finivo quasi sempre fra i primi 5 ma in pochi se ne accorgevano.

Gandin Tachira
Gandin è nato il 28 marzo1996 a Vittorio Veneto (TV). E’ al Team Corratec dal 2022 (foto Anderson Bonilla)
Gandin Tachira
Gandin è nato il 28 marzo1996 a Vittorio Veneto (TV). E’ al Team Corratec dal 2022 (foto Anderson Bonilla)
Di te quest’anno si era già parlato alla Vuelta al Tachira in Venezuela dov’eri stato il miglior italiano, poi in Sicilia c’è stata questa sorpresa: come è nata?

Nella riunione prima della prima tappa avevamo pensato che la conquista della maglia poteva essere un obiettivo, ma in gara mi sono accorto che non l’avevamo pensato solo noi… La prima parte di frazione è stata quindi decisiva, ma siamo riusciti nell’intento. Sapevamo però che, se nella seconda e terza era abbastanza semplice difenderla, non così sarebbe stato nella frazione finale dove tutti i big avrebbero lottato per la classifica finale e questo poteva anche influire sulla lotta per la maglia degli scalatori. Io mi sono impegnato a guadagnare più punti possibili, ho fatto fughe lunghissime in entrambi i giorni. Il giorno dell’Etna sapevo che dovevo tenere fino al penultimo GPM, così è stato, poi ero tranquillo.

Gandin Tachira 2022
Alla Vuelta al Tachira Gandin è stato l’unico italiano a finirla, con un 8° posto nell’ultima tappa
Gandin Tachira 2022
Alla Vuelta al Tachira Gandin è stato l’unico italiano a finirla, con un 8° posto nell’ultima tappa
Sicilia a parte, quali sono stati i momenti migliori di questa stagione finora?

In Venezuela non ero mai andato, è stata una bella avventura, ma nel vero senso della parola perché abbiamo avuto qualche difficoltà per il mangiare e l’organizzazione non era proprio al top, ma quando affronti queste gare lo devi mettere in preventivo. I posti poi erano incantevoli e non nascondo qualche volta di essermi un po’ distratto, anche perché fuori dalla gara non avevamo possibilità di girare. In Turchia siamo stati un po’ più liberi e qualcosa ho visto. Nel complesso è stato molto bello, spero che la seconda parte di stagione mi faccia girare ancora, magari anche oltreoceano.

Proviamo a viaggiare con la fantasia: che gare ti piacerebbe fare?

Vorrei vivere una volta l’esperienza del Giro d’Italia, tre settimane continue di gara, di strategie, di corse una diversa dall’altra portando il proprio fisico al suo limite. Poi mi piacerebbero le classiche con percorsi misti, quelle dove emerge un corridore completo come penso di essere. Io vado bene in salita, almeno in quelle medie e sono anche abbastanza veloce, per giocarmi la vittoria in gruppi ristretti. Sì, quelle sono le gare per me ideali.

Gandin Lari 2021
Nel 2021 il veneto ha vinto a Gavardo e a Lari, qui precedendo l’eritreo Mulueberhan (foto Valerio Pagni)
Gandin Lari 2021
Nel 2021 il veneto ha vinto a Gavardo e a Lari, qui precedendo l’eritreo Mulueberhan (foto Valerio Pagni)
A questo punto, chiederti qual è l’obiettivo ha una risposta quasi scontata…

Che dire, io ci spero, c’è chi ci sta lavorando, ma per permettere che i contatti vadano a buon fine servono i risultati. Io ce la sto mettendo tutta, non mi adagio certo su quel che è stato fatto, serve molto altro perché un giorno quel telefono squilli e ci sia la notizia che attendo da tempo…

Verza: la vittoria ad Acqui Terme e la speranza di passare

07.05.2022
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La pioggia scende incessante e silenziosa sui tetti delle case, dall’altra parte della cornetta risponde Riccardo Verza. Il corridore della Zalf Euromobil Désirée Fior scambia due brevi battute sul maltempo e inizia a raccontare. Sabato, ad Acqui Terme, ha vinto una bella corsa, arrivando sulla linea di arrivo insieme al suo compagno, ed amico, Simone Raccani. Riccardo è nato nel 1997, ed il 22 di agosto compirà 25 anni. Se si pensa ai tempi a cui siamo abituati fa strano vedere un ragazzo della sua età fra gli elite.

Riccardo Verza, a sinistra, insieme a Simone Raccani sul traguardo di Acqui Terme (foto Instagram)
Riccardo Verza, a sinistra, insieme a Simone Raccani sul traguardo di Acqui Terme (foto Instagram)

Una vittoria divisa

«Siamo una categoria a rischio estinzione – dice con un mezzo sorriso Riccardo – di elite in gruppo siamo rimasti davvero in pochi. Molte squadre ne fanno volentieri a meno, ora la “moda” è quella di cercare giovani promettenti da portare subito tra i professionisti. E’ anche per questo motivo che in realtà sabato, andando verso l’arrivo insieme a Raccani gli ho detto che avrei preferito vincesse lui. E’ un 2001, un terzo anno, ero consapevole di quanto sarebbe stato importante vincere per lui. Sicuramente sarebbe stato più importante per lui che per me, ha più possibilità di passare professionista. Allo stesso tempo, però, lui insisteva nel voler farmi passare per primo. Così abbiamo deciso di smettere di pedalare e lasciare al fato la decisione finale».

Riccardo ha corso nella Zalf anche nella stagione 2021 (foto Instragram)
Riccardo ha corso nella Zalf anche nella stagione 2021 (foto Instragram)

Una questione di cuore

Il racconto della vittoria lo rallegra, ma allo stesso tempo la voce di Riccardo si fa un po’ pesante. Allora viste le sue parole verrebbe da chiedere con quale spirito riesca ad allenarsi e correre al meglio, sapendo che le porte del professionismo, ormai, sembrano quasi chiuse.

«Alla fine della scorsa stagione avevo in mente di smettere – ci rivela – avevo ottenuto dei buoni risultati ma nessuna chiamata. Un po’ ci speravo, ed anche la squadra era convinta che qualcosa si sarebbe mosso. Invece nulla, calma piatta. Ero andato forte. Tre vittorie e da giugno a ottobre non sono mai uscito dalla top ten. Ho parlato a lungo con Gianni Faresin e lui mi ha convinto a provarci ancora, per un’ultima volta. Crede molto in me, poi la Zalf è una delle poche squadre che cura ancora la categoria elite, siamo 4 in squadra. Gianni ci prende molto in considerazione ed abbiamo un ruolo importante anche in corsa, spesso prendiamo decisioni quando la situazione lo richiede».

Riccardo Verza insieme ai compagni della Zalf al Giro di Sicilia del 2021
Riccardo Verza insieme ai compagni della Zalf al Giro di Sicilia del 2021

L’esperienza conta

«Credo ancora di poter passare, sono convinto di poter fare bene, ho visto al Giro di Sicilia che in fondo la gamba c’è. Lì abbiamo lavorato molto per Raccani che è riuscito a piazzarsi 14° nella classifica generale, un bel risultato per un continental. In corsa avevo un po’ il compito di stargli accanto, di pilotarlo, ricordargli di mangiare, cosa non semplice quando sei a tutta e super concentrato sulla corsa. Il livello dei professionisti non lo vedo tanto lontano dal mio, poi è ovvio che vincere il Giro di Sicilia è una cosa difficile se non impossibile. Ma in gruppo sto bene, le fughe le centro, poi correre costantemente con i pro’ ti fa crescere tanto se sei maturo abbastanza».

Uno spiraglio aperto

Sono molti i corridori elite che vanno forte ma che per un motivo o per l’altro non riescono a passare, ci viene in mente Lucca, Zurlo, compagno di squadra di Riccardo. Ma una domanda è lecita, C’è mai stato un momento in cui Verza è stato vicino a passare professionista?

«L’anno che sono stato più vicino a realizzare il mio sogno è stato quando ero nella continental Kometa, nel 2020 c’era nell’aria che si sarebbe fatta la professional, ma purtroppo non sono riuscito ad entrarci. L’anno scorso sono andato forte ma è anche vero che ha chiuso la Vini Zabù, quindi c’erano meno posti per passare tra i pro’. Quest’anno la Corratec probabilmente farà la professional e poi c’è l’idea della squadra di Cassani, di cui però non si sa nulla».

Gianni Faresin, diesse e preparatore della Zalf crede molto nel lavoro degli elite per far crescere i giovani (foto Instagram)
Gianni Faresin, diesse e preparatore della Zalf crede molto nel lavoro degli elite per far crescere i giovani (foto Instagram)

Solidarietà tra elite

Gli elite, come dicevamo, sono pochi e ogni anno diminuiscono, ed anche a fronte di buoni risultati non ci sono concrete possibilità di passare. 

«Tra noi parliamo, tramite i social o anche quando ci troviamo alle corse. Siamo amici, d’altronde se non ci sosteniamo neanche tra di noi diventa davvero tosta. In Italia c’è anche un po’ la considerazione che puoi correre con le continental solamente da giovane. Invece, all’estero c’è una mentalità più aperta, penso a Fortin che corre con la Maloja Pushbikers che è una continental. Da noi però un corridore di 30 anni che corre tra i dilettanti verrebbe visto in malo modo. Penso che, soprattutto all’estero, ci siano le possibilità di correre e di mettersi in mostra anche in gare minori come il Tour of Rhodes. D’altronde è inutile lamentarsi, se un corridore vuole diventare professionista prima o poi deve correre con la gente più grande ed imparare».

Moro 2022

L’enigma di Moro, solo pistard o anche stradista?

30.04.2022
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Tra le varie funzioni che la tappa inaugurale della Nations Cup a Glasgow ha avuto, oltre a rendere eleggibili i corridori (e quindi i nostri vari Ganna, Viviani e gli altri big) per i prossimi mondiali ha anche avuto quella di proseguire nel cammino di esperienze per coloro che devono integrare il gruppo, essere ricambi del quartetto olimpionico nell’inseguimento. E anche qualcosa di più…

Manlio Moro è uno di questi. Protagonista dell’ultima rassegna iridata a Roubaix con una prova eccezionale nell’inseguimento individuale, il cittì Marco Villa ne intravede le grandi potenzialità e continua a lavorare sul suo inserimento in pianta stabile nell’organico del “poker dei sogni”. A Glasgow Moro ha “assaggiato” il gruppo, partecipando al torneo individuale ma condividendo anche gli allenamenti con il gruppo: «E’ stata una bellissima esperienza e per me ha avuto un sapore particolare: lo scorso anno dovevo essere convocato per la prima volta, ma mi sono fratturato un polso e quella opportunità è saltata. Per questo la trasferta in Scozia è stata ancora più bella, come un conto saldato con il destino».

Moro Villa 2021
Villa crede molto in Moro, sul quale punta come componente del quartetto per Parigi 2024
Moro Villa 2021
Villa crede molto in Moro, sul quale punta come componente del quartetto per Parigi 2024
Si è parlato molto, a latere dell’andamento contraddittorio del torneo dell’inseguimento a squadre, di quanto sia importante ma anche difficile entrare nel gruppo azzurro, in un meccanismo così consolidato. Tu che si parte in causa che cosa ci puoi dire?

A Glasgow non ho potuto gareggiare con i compagni, ma in allenamento abbiamo lavorato molto insieme. Il gruppo è molto unito ed entrarne a far parte da quel punto di vista è semplice, ma chiaramente non è qualcosa che s’inventa dall’oggi al domani, serve tanta condivisione in pista, sedute da vivere insieme, far diventare automatici tutti i passaggi. Per fortuna i ragazzi più anziani sono disponibili, danno consigli. Il problema vero? Andare forte come loro…

Villa ti considera una delle pedine fondamentali per dare nuova linfa al gruppo in previsione di Parigi 2024. Alle Olimpiadi ci pensi?

Come no? Sono uno dei miei obiettivi, ma so che devo guadagnarmele e non sarà facile perché siamo in tanti a lavorarci e ad ambirle. Per me poi la chance è concentrata sul quartetto, non ci sono altre strade.

Moro Glasgow 2022
Il nativo di Pordenone a Glasgow ha disputato l’inseguimento, finendo 8° in qualifica (foto Fci)
Moro Glasgow 2022
Il nativo di Pordenone a Glasgow ha disputato l’inseguimento, finendo 8° in qualifica (foto Fci)
Come inseguitore individuale il tuo valore è acclarato, ma non è specialità olimpica. Nelle altre prove endurance come te la cavi?

Non bene, non abbastanza per ambire a un ruolo importante. Non sono adatto alle gare di gruppo, che in pista sono cosa molto diversa da quelle su strada. Bisogna esserci portati e io vado meglio nelle prove contro il tempo.

Accennavi alla strada, apriamo questo capitolo: come si traducono le tue capacità su pista?

Credo di essere un corridore completo, il classico passista che se la cava bene anche su certi tipi di salite, quelle non per scattisti e non troppo lunghe. Bisogna considerare che sono un corridore di 80 chili e passa, contro chi ne pesa 60 non avrò mai speranze sulle salite lunghe. Chiaramente, per tornare alla domanda, mi piacciono molto le cronometro, dove mi trovo bene, infatti i campionati italiani di specialità sono un obiettivo che ho già focalizzato.

Moro strada 2022
Finora buona la stagione su strada per il friulano, vincitore alla 2 Giorni per Alessandro Bolis (foto Scanferla)
Moro strada 2022
Finora buona la stagione su strada per il friulano, vincitore alla 2 Giorni per Alessandro Bolis (foto Scanferla)
Come ti trovi alla Zalf?

Benissimo, è una grande famiglia, nella quale non fanno mancare nulla. E’ davvero una squadra al top, solo lo status dice che non è professionistica perché il supporto è davvero di quel livello.

Nell’ambiente girano però voci che dicono che non ti abbiano dato il permesso per andare alla seconda prova di coppa a Milton…

Mi fa piacere poter spazzare via ogni dubbio. La decisione di non andare in Canada è stata presa di comune accordo fra Villa, me e i vertici della Zalf, tanto è vero che sia da parte mia che della società è stata data la disponibilità per la terza tappa a Cali in Colombia. E’ giusto cercare sempre un equilibrio fra attività su strada e su pista non solo per ottemperare agli obblighi con la squadra, ma anche per ottenere il meglio da entrambe le specialità.

Moro crono 2021
Uno degli obiettivi di Moro è il titolo italiano U23 a cronometro (foto Scanferla)
Moro crono 2021
Uno degli obiettivi di Moro è il titolo italiano U23 a cronometro (foto Scanferla)
Non c’è quindi una contrarietà di fondo verso la tua attività su pista?

Perché dovrebbe esserci? Ognuna aiuta l’altra e alla Zalf lo sanno. Per questo sono favorevoli al mio impegno su pista e alle mie continue trasferte a Montichiari per le sedute di allenamento.

Quali saranno i tuoi prossimi impegni?

Su pista punto forte sugli Europei, oltre a Cali dove penso che sarò impiegato anche nel quartetto. Su strada in teoria dovrei correre l’Adriatica Ionica Race e poi il programma sarà da sviluppare. Mi piacerebbe fare il Giro Under 23, ma è tutto in divenire. Io comunque mi farò trovare pronto in ogni caso.

Le vittorie di Guzzo, da Treviso con un sogno

31.03.2022
4 min
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Prima la vittoria alla Firenze-Empoli (foto di apertura), poi domenica l’acuto a San Vendemiano: è stato un inizio di stagione scoppiettante per Federico Guzzo, inframmezzato da altre belle prestazioni anche in aiuto dei compagni, come visto al Trofeo One Penny a Lucca dove era andato in fuga negli ultimi 25 chilometri per essere ripreso solo in vista del triangolo rosso, spianando la strada alla volata vincente di Davide De Pretto.

Per il trevigiano questo 2022 si sta rivelando l’anno della piena maturazione, il passaggio giusto verso il suo sogno di trovare posto nel ciclismo che conta. Alla Zalf Euromobil non hanno mai smesso di credere in lui, ma tutto è nato nell’ultimo inverno.

«Se riesci a fare una preparazione senza intoppi – dice – i benefici si vedono subito e io ho potuto lavorare bene. La forma c’è e sto cercando di sfruttarla al meglio. Quella di domenica poi era una gara speciale, sulle strade di casa e alla quale mi legano tanti ricordi…».

Guzzo inverno 2021
Il segreto del “nuovo” Guzzo è l’attenzione prestata nella preparazione invernale (foto Scanferla)
Guzzo inverno 2021
Il segreto del “nuovo” Guzzo è l’attenzione prestata nella preparazione invernale (foto Scanferla)
Raccontaci…

Ho iniziato lì. Io abito a 8 chilometri dal percorso della gara e a San Vendemiano ho cominciato ad affrontare il ciclismo non più solo come un gioco, ma con le primissime gare, nella categoria G5. Sono stato 8 anni con loro, è chiaro che per me quelle strade rappresentano qualcosa di molto importante e per me quella gara voleva dire molto. Volevo ripagare i sacrifici di tanta gente che segue la società con la sola spinta della passione.

Una gara, quella di domenica, condotta sempre da protagonista.

Io sono abituato ad affrontare le gare così, quando sento che la gamba è quella giusta. Non sono un attendista, mi piace vivere la corsa nel profondo, andare all’attacco, prendere l’iniziativa. Sono il classico passista-scalatore che predilige i percorsi duri, dove si può fare selezione. A San Vendemiano non ho atteso il finale, sono andato via nel terzo dei 5 giri del circuito conclusivo e ho contenuto il ritorno degli avversari.

Hai fatto commuovere tanti tifosi…

A San Vendemiano mi hanno fatto crescere con calma, senza l’assillo dei risultati. Ma il legame con loro va al di là del discorso ciclistico, mi sono sempre stati vicino nella mia crescita. So che il presidente della società, Fabrizio Furlan, mi vuole bene come a un figlio.

Guzzo San Vendemiano 2022
Un mese dopo la vittoria alla Firenze-Empoli stesso copione a San Vendemiano
Guzzo San Vendemiano 2022
Un mese dopo la vittoria alla Firenze-Empoli stesso copione a San Vendemiano
Che cosa dicono a casa di questa tua passione ciclistica?

All’inizio mia mamma aveva un po’ di paura, non tanto di incidenti stradali quanto di qualche caduta, ogni volta che tornavo a casa con un ginocchio sbucciato sbiancava… Ora è più tranquilla, si fida di me, sa che sono molo attento anche quando mi alleno su strada in mezzo al traffico.

Parliamo di questo: come sono le strade che frequenti per gli allenamenti?

C’è sempre tanto traffico, non posso negarlo. Io sono abituato a uscire da solo o magari con un compagno perché cerco anche di mettermi nei panni degli automobilisti. Non è semplice sorpassare gruppi ciclistici folti, soprattutto se non tengono la fila, come spesso succede. Io comunque cerco sempre di affrontare strade interne, un po’ meno trafficate, ma non posso negare che il rischio c’è sempre.

Lo scorso anno, al Giro d’Italia Under 23, sei finito in quasi tutte le tappe oltre il centesimo posto e la cosa ci è sembrata singolare…

Vorrei non ripensarci… Avevo un virus intestinale, sin dall’inizio, ero completamente svuotato. Appena la corsa iniziava a svilupparsi perdevo le ruote. Io mi sarei voluto ritirare, ma in squadra mi hanno detto di insistere, proprio per mettermi alla prova. L’unico mio obiettivo doveva essere arrivare a Castelfranco Veneto, la sede della Zalf dove il Giro si sarebbe concluso. Era un sacrificio che mi sarebbe poi servito e alla fine devo dire che avevano ragione, in quella settimana ho imparato molto.

Guzzo Treviso 2018
Tante vittorie per Guzzo al Gs San Vendemiano, qui la conquista del titolo provinciale allievi 2018
Guzzo Treviso 2018
Tante vittorie per Guzzo al Gs San Vendemiano, qui la conquista del titolo provinciale allievi 2018
Quel Giro però non fa testo, per capire se sei un corridore da prove a tappe.

Certamente no, una vera corsa a tappe non l’ho ancora affrontata e non so come mi potrei trovare. Spero quest’anno di tornarci, chiaramente con altra condizione di salute e altre prospettive, ma prima ci sono altre gare alle quali tengo molto: Trofeo Piva, Belvedere (anche questo su strade di casa) e Palio del Recioto, dove voglio far bene e magari allungare la mia striscia. E’ chiaro che poi il Giro d’Italia sarà importante, è il palcoscenico dove salgono tutti coloro che ambiscono a un posto fra i pro’.

Che è anche la tua ambizione…

Sì, è chiaro, ma non voglio pensarci tanto. Sono abituato a pormi obiettivi a breve termine, cerco sempre di evitare i voli pindarici.

C’è un corridore al quale ti ispiri?

Me ne piacciono tanti, praticamente tutti i fenomeni del ciclismo attuale, ma non ce n’è uno in particolare che mi colpisce. Io voglio seguire la mia strada, so che per ora non ho fatto ancora nulla ma sono abituato a guardare solo me stesso. C’è un traguardo ed è importante che io ci arrivi al meglio, giorno dopo giorno, tutto qui.

Moro e la Zalf vincono, grazie anche a Marco Villa

17.03.2022
4 min
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La Due Giorni per Alessandro Bolis si è chiusa con la vittoria in solitaria di Manlio Moro, corridore della Zalf Euromobil Désirée Fior, al secondo anno negli under 23 (foto Scanferla apertura). Il ragazzo nato a Pordenone ha anticipato di 25 secondi il gruppo regolato da Marco Andreaus. Quella ottenuta da Moro è la terza vittoria stagionale per la squadra di Faresin, dopo quelle di Guzzo e De Pretto.

Moro ha vinto alla Due Giorni Alessandro Boris con un’azione da lontano (foto Scanferla)
Moro ha vinto alla Due Giorni Alessandro Boris con un’azione da lontano (foto Scanferla)

Un bel modo di inziare

«E’ stata una vittoria… vissuta -dice Moro – ho cercato in tutti i modi di entrare nella fuga, il percorso era molto adatto alle mie caratteristiche. E’ andata bene perché sono riuscito a staccare i miei compagni di fuga guadagnando quasi 40 secondi. Poi ad una decina di chilometri dal traguardo ho forzato un po’ su una curva e lì è andata male (dice ridendo, ndr), nel senso che son caduto. Per fortuna avevo buon margine e sono ripartito prima che mi riprendesse il gruppo». 

Seconda vittoria tra gli under 23, la prima nel 2021 alla Coppa Città di Bozzolo (foto Scanferla)
Seconda vittoria tra gli under 23, la prima nel 2021 alla Coppa Città di Bozzolo (foto Scanferla)

Cambio di preparazione

«Una vittoria che dà morale (la definisce così Manlio, ndr), come tutte le vittorie. Sono molto contento di come ho iniziato la stagione, quest’inverno ho lavorato molto, prima con la nazionale di pista e poi con la squadra. Con Marco Villa e gli altri ragazzi abbiamo fatto due ritiri a Gran Canaria, mentre con la squadra ho lavorato molto bene una volta tornato.

«Da gennaio ho anche cambiato tipologia di allenamenti – riprende il ragazzo – ora una volta a settimana vado a Montichiari. Lì lavoro sempre insieme a Marco Villa, abbiamo deciso di spostare i lavori di forza dalla strada alla pista. Il vantaggio è immenso, lontano dal traffico si riesce a lavorare in maniera molto più serena e spingo rapporti che su strada non ho. E i risultati non hanno tardato ad arrivare».

Da questo inverno Moro va una volta a settimana a Montichiari per allenarsi su pista insieme a Marco Villa (foto Bettini Photo)
Da questo inverno Moro va una volta a settimana a Montichiari per allenarsi con Marco Villa

Colloqui costanti

Faresin è sempre stato abbastanza restio sull’attività di pista, ma nelle ultime stagioni alla Zalf stanno aprendo molto anche ai ragazzi che praticano la doppia disciplina.

«Gianni – racconta Manlio – sta cambiando idea riguardo alla doppia attività, anche perché sta vedendo come lavoro ed i risultati che ottengo. Come detto vado una volta a settimana a Montichiari, spesso da solo, ma a volte vengono come anche Cattelan e Bonetto. Il confronto tra Marco Villa ed i diesse della Zalf è continuo e questo crea una sinergia perfetta. A dire il vero sono stati anche i miei compagni di nazionale a dirmi di non abbandonare la pista nella preparazione (Lamon, Scartezzini, Bertazzo, ndr)».

Gli allenamenti in pista gli permettono di lavorare meglio sulla forza
Gli allenamenti in pista gli permettono di lavorare meglio sulla forza

Un salto in Belgio

Con il morale alto sarebbe facile fare proclami, invece, Moro mantiene un profilo basso nel raccontarci i prossimi obiettivi.

«Domenica sfrutterò ancora condizione e morale e sarò alla partenza della Popolarissima. Domenica 27 marzo sarò con la nazionale, guidata da Amadori, alla Gand under 23. Sarà la mia prima esperienza al nord, sinceramente non so cosa aspettarmi, sono però felicissimo di fare così tante esperienze».

De Pretto, la prima vittoria da under 23 cambia il morale

09.03.2022
3 min
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Davide De Pretto ha la voce decisa di chi ha già bene in testa quali sono i suoi obiettivi e ha già tracciato la strada per raggiungerli. Il primo anno da under 23 lo ha corso con la maglia Beltrami TSA Tre Colli, mentre quest’anno si è accasato alla Zalf Euromobil Desirée Fior. “Accasarsi” è forse il termine giusto se si considera che Davide abita a Piovene di Rocchette, nel cuore del territorio contraddistinto dai colori della Zalf. 

De Pretto ha corso la sua prima stagione da under 23 in maglia Beltrami, qui in maglia bianca al Giro del Veneto del 2021
De Pretto ha corso la sua prima stagione da U23 in maglia Beltrami, qui in maglia bianca al Giro del Veneto del 2021

Maggiore comodità

«Il cambio di squadra – inizia Davide – non è dovuto al fatto che non mi trovassi bene, ma da una questione prettamente logistica. Abitando lontano dalla squadra (Beltrami, ndr) mi allenavo sempre da solo e anche alle gare andavo sempre in solitaria. Ho preferito venire alla Zalf perché ho la possibilità di allenarmi quasi tutti i giorni con i compagni che abitano vicino a me: Cattelan, Raccani, Zurlo, Guerra, Faresin… Quando facciamo il lungo si uniscono a noi anche i ragazzi che vivono un po’ più lontano».

Durante i ritiri invernali Davide ha avuto modo di conoscere i compagni creando il feeling giusto, qui è il primo a destra (foto Scanferla)
Durante i ritiri invernali Davide ha avuto modo di conoscere i compagni creando il feeling giusto (foto Scanferla)

La prima vittoria

A Lucca, domenica 6 marzo, mentre prendeva il via la Parigi-Nizza, Davide De Pretto ha colto la sua prima vittoria tra gli under 23 al Memorial Mauro Dinucci (foto Scanferla in apertura). La seconda in stagione per la Zalf dopo quella firmata da Guzzo alla Firenze-Empoli.

«Ci voleva – esclama De Pretto – avevo proprio bisogno di una vittoria per iniziare la nuova avventura. Ora che mi sono tolto questo pensiero dalla testa mi sento più sollevato e pronto a lavorare senza troppi pensieri. Ho passato un buon inverno ed il lavoro con la squadra mi è servito molto. Abbiamo fatto ben tre ritiri e le sensazioni nei giorni scorsi erano buone, non mi aspettavo la vittoria. I miei obiettivi a breve termine erano, e rimangono, le gare internazionali: San Vendemiano, Piva e Belvedere».

Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando per tre volte la maglia tricolore
Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando per tre volte la maglia tricolore

Ciclocross ormai lontano

Davide De Pretto, negli anni fino alla categoria juniores, si è sempre messo in bella mostra anche nel fango. Il ciclocross è stata una disciplina nella quale si è contraddistinto in maniera positiva ottenendo ottimi risultati. Per il secondo anno di fila non ha inforcato la bici da ciclocross, verrebbe da chiedersi come mai.

«Con i diesse della Zalf non ne ho parlato – risponde – anche perché io stesso preferisco concentrarmi sulla strada. Voglio impegnarmi per ottenere buoni risultati anche qui, non so poi cosa farò il prossimo inverno».

Le stesse parole le aveva dette all’inizio della scorsa stagione. Questo suo continuo “rimandare” sembra nascondere una poca volontà di riprendere questa disciplina e ciò un po’ dispiace visto il grande talento e dall’altro fa pensare a quali grandi margini abbia su strada.

Samuele Bonetto: «Tra strada e pista quante emozioni nel 2021»

09.02.2022
5 min
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Il primo anno da under 23 è il più complicato, si approccia un mondo nuovo fatto di avversari forti e metodi di allenamento diversi. Samuele Bonetto, appena approdato alla Zalf Euromobil Desirée Fior (in apertura foto Instagram – PhotoRS), nonostante i cambiamenti ha il morale a mille.

E come dargli torto dopo il 2021 che ha vissuto? Il giovane trevigiano ha assaporato per la prima volta il parquet dei velodromi ed è subito andato forte: una medaglia d’oro nell’inseguimento individuale al mondiale in Egitto e all’europeo di Apeldoorn in Olanda.

Samuele Bonetto neo campione mondiale junior d’inseguimento e Andrea Violato, medaglia di bronzo
Samuele Bonetto neo campione mondiale junior d’inseguimento e Andrea Violato, medaglia di bronzo
Partiamo dalla strada, come vivi questo passaggio di categoria?

Essendo un cambio forzato ero mentalmente pronto. E’ una categoria in cui cambiano tante cose: le distanze, il dislivello, la velocità e, cosa non meno importante, gli avversari.

Anche i compagni, ora sei alla Zalf, il primo approccio com’è stato?

Mi sono trovato subito bene, essendo trevigiano indossare la maglia della Zalf è davvero un grande onore ed un’emozione. Con i compagni mi trovo bene, sono gentili, simpatici e sempre pronti a dare una mano. Anche con lo staff ed i dirigenti mi trovo a mio agio. Devo dire che è un ambiente molto familiare dove nessuno mi mette eccessiva pressione.

La Zalf è una squadra che punta molto sull’esperienza dei corridori elite, con loro il rapporto com’è?

E’ bello avere accanto corridori che hanno tanta esperienza nella categoria, mi danno dei consigli su come approcciarmi al mondo degli under 23… A volte ho dei dubbi su come allenarmi o su come fare dei lavori specifici e posso tranquillamente chiedere a loro.

Samuele Bonetto ha corso i due anni da juniores nella UC Giorgione, qui la vittoria alla terza tappa del Giro del Friuli (foto Scanferla)
Samuele Bonetto ha corso nella UC Giorgione, qui la vittoria alla terza tappa del Giro del Friuli (foto Scanferla)
Cambiano anche i rapporti, passi dal 52 al 53 davanti e dal 14 all’11 dietro, come ti se trovato?

Devo dire che pensavo fosse peggio. Con questi rapporti si sviluppa una pedalata diversa, fatta più di “gamba”. Hai bisogno di maggiore potenza. Avendo fatto pista nel 2021 però avevo già provato rapporti simili.

Su pista con che rapporti hai gareggiato?

Agli europei il 58×14, mentre ai mondiali in Egitto avevo il 64×16.

Come mai questa differenza?

Parto ancora piano dai blocchi e quindi si era optato per un rapporto un po’ più leggero ma si è visto che arrivavo troppo in fretta al numero massimo di pedalate. Nelle qualificazioni dei mondiali avevo il 63 e Bragato, che mi ha visto pedalare, mi ha detto di mettere il 64 e devo dire che mi ha aiutato.

Samuele Bonetto ha corso la prova a cronometro degli europei e dei mondiali nel 2021, dove ha ottenuto un 5° ed un 9° posto
Samuele Bonetto ha corso la prova a cronometro degli europei e dei mondiali nel 2021: ha ottenuto un 5° ed un 9° posto
Ma partiamo dal principio, tu in pista ci sei salito solamente nel 2021

Inizialmente in pista non ci volevo andare, mi faceva troppa paura: lo scatto fisso, l’assenza dei freni, il pendio della pista, le balaustre… Ce ne ha messo di tempo Marco Villa per convincermi a provare (dice ridendo, ndr).

Su cosa ha fatto leva Marco Villa?

Sulla mia curiosità di fondo, nonostante avessi paura comunque mi spingeva un senso di curiosità e di voglia di scoprire. Marco mi ha detto che mi avrebbe provato agli europei e poi avremmo visto passo dopo passo dove saremmo arrivati…

Quando però hai indossato la maglia iridata che emozioni hai provato?

E’ il sogno di ogni ragazzo che corre in bici, in qualsiasi disciplina. Quando mi sono visto allo specchio mi sono scese anche due lacrime, tra mondiali ed europei ho provato un mix di emozioni difficilmente ripetibili.

Oggi con la Zalf è partito per il terzo ritiro stagionale, l’ultimo in vista dei primi appuntamenti in gara (foto Instagram – PhotoRS)
Oggi con la Zalf è partito per il terzo ritiro stagionale, l’ultimo in vista dei primi appuntamenti in gara (foto Instagram – PhotoRS)
In un solo anno hai ottenuto tanto, dove pensi di poter migliorare ancora?

Tanto e in tanti ambiti, la partenza su tutti. Mi piacerebbe fare anche l’inseguimento a squadre, mi piace lo spirito di gruppo, ma devo imparare a stare a ruota. Sembra facile ma non lo è. Serve affiatamento e tanta capacità di guidare il mezzo.

Nella nuova stagione sei già tornato in pista?

Ho partecipato al ritiro a Gran Canaria con la nazionale, è stata la prima volta che ho pedalato con gli elite. Ho vissuto un’emozione fortissima: avere accanto Ganna, Lamon… Ho avuto modo di confrontarmi con loro, anche se non facevo domande mi davano consigli e suggerimenti anche sulle piccole cose e questo è davvero speciale. Nonostante abbiano vinto tutto sono umili e disponibili. E questo aiuta a creare un bel gruppo dentro e fuori dal velodromo. Sono stato dieci giorni, ma sono davvero volati.

Gli obiettivi del 2022?

In pista ci ho preso gusto e voglio portarla avanti bene, impegnandomi ed allenandomi sempre al massimo. Su strada l’esordio ufficiale non so ancora di preciso quando avverrà. Oggi siamo partiti per il terzo ritiro con la squadra e stabiliremo qualche corsa. Non ho fretta, il bello deve ancora venire.