De Pretto, la San Geo e subito a Larciano

19.02.2021
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Dalla Borgo Molino-Rinascita Ormelle alla Beltrami Tsa-Tre Colli, Davide De Pretto metterà il naso tra i professionisti alla seconda corsa da U23. Debutterà alla San Geo, poi correrà a Larciano. Questo è il nuovo corso del ciclismo che ti fa crescere più in fretta, ma non si sa ancora dove ti condurrà. La curiosità è che a guidare il vicentino nella nuova avventura sarà Orlando Maini, uno che della vecchia scuola ha fatto la sua bandiera.

«Non doveva fare neanche la San Geo – dice il tecnico bolognese – però nei piccoli training camp che abbiamo fatto, mi sono accorto che va bene e tutto sommato questo debutto sarà un’esperienza che merita. E poi a Larciano, su strade in cui da junior ha sempre fatto bene, prenderà contatto con quello che lo aspetta. Questo è il ciclismo di adesso, in cui cominciano ad andare forte da ragazzini e potrebbero smettere prima di quanto siamo abituati».

Nel 2020 ha vinto il Giro del Friuli, qui a Fontanafredda, 3ª tappa
Nel 2020 ha vinto il Giro del Friuli, qui a Fontanafredda, 3ª tappa

Cross sospeso

De Pretto ha i capelli corti, il viso già scavato e lo sguardo di uno che forse sa già cosa vuole. Compirà 19 anni il 19 aprile e nella scorsa stagione è stato fra gli juniores più in vista, come rilevato anche dal cittì De Candido. Si è portato a casa il Giro di Primavera, valido come campionato regionale, e la classifica finale del Giro del Friuli. Oltre a 8 piazzamenti fra i primi 10. A fine anno, a cose normali, avrebbe poi iniziato con il ciclocross, dato che il vicentino finora è stato soprattutto una stella del fuoristrada invernale, con tre campionati nazionali in quattro stagioni e vittorie in classiche come il Guerciotti e Saccolongo.

«Quest’anno però – racconta – ho scelto di cambiare e concedermi un vero periodo di stacco, del cross se ne riparlerà semmai al secondo anno da U23. Sin da esordiente le mie stagioni sono state un continuo fra estate e inverno. Mollavo un po’ la strada ad agosto per iniziare il cross, ma di fatto uno stacco così lungo non l’avevo mai fatto. Dovendo iniziare una preparazione più importante, fatta di allenamenti diversi e molte più ore, abbiamo preferito fare così».

Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando 3 tricolori
Davide De Pretto ha conquistato 3 tricolori nel cross

Riposare fa bene

Maini è uno che con i giovani ci sa fare e se ti dice che un corridore è sveglio, ha qualità ed è molto determinato, vuol dire che la base su cui costruire l’ha già individuata.

«E’ uno che ascolta – dice – viene fuori dal cross ed è abituato alla fatica. La decisione di staccare quest’anno viene dal fatto che esce da tre anni a ciclo continuo e in un passaggio di categoria così importante aveva diritto e anche bisogno di prendersi il suo tempo. Riposare fa bene. Per com’erano le sue stagioni, partiva subito forte su strada perché ci arrivava con la condizione del cross. E lui non è uno che nel cross andava per partecipare, ha sempre corso per vincere. A quell’età, se si inceppa qualcosa, poi sono guai. E mi sono chiesto: ha rinunciato a qualcosa per fare tanta attività? Ad esempio si è meravigliato di avere la bici da crono. Ecco, da junior non ne ha mai fatta una e se c’è stata, ha usato la bici da strada. Queste sono valutazioni di crescita che vanno fatte. Van Aert e Van der Poel d’estate a 17-18 anni forse non hanno fatto la sua stessa attività su strada, per capirci».

Nel 2019 a San Martino Buon Albergo, campione regionale veneto su Alessio e Raccani
Nel 2019 a San Martino, campione regionale su Alessio

Assaggi di crono

Davide ha iniziato a correre da G1 al suo paese, che si chiama Piovene Rocchette e sta in provincia di Vicenza.

«Io volevo fare calcio – sorride – però mio padre che era grande appassionato di bici, mi propose di provare col ciclismo. E siccome vennero subito buoni risultati, non ho più smesso. D’inverno mi piace il cross, d’estate la strada. E’ difficile scegliere quale preferisca, diciamo che siamo 50 e 50. E’ stato strano non avere nemmeno a casa la bici da cross quest’inverno, ma non mi sono perso neanche una gara in tivù. Van Aert e Van der Poel sono fenomeni soprattutto per come gestiscono le loro stagioni. Grazie al cross sono cresciuto. Riesco a sopportare molti cambi di ritmo, riesco a stare più a lungo in soglia. Per adesso in salita me la cavo, forse soffro quelle molto lunghe. E però se c’è una volata di gruppetto, me la gioco. A crono non lo so, non le ho mai fatte. Si vede che la squadra è attrezzata come nei pro’, perché già a novembre mi hanno dato la bici da strada. La Argon 18 in salita è più leggera della Pinarello che avevo l’anno scorso, ma in pianura è meno aerodinamica. Poi in ritiro, a Praticello vicino Parma, è arrivata anche quella da crono. La uso due volte a settimana, quando faccio meno ore. Perché adesso si sta tanto in sella. In ritiro una volta ne abbiamo fatte 5 e mezza, sono tornato sfinito».

Nel 2019, primo anno junior, per De Pretto un giorno da Nord a Nervesa della Battaglia
Nel 2019, 1° anno junior, giorno da Nord a Nervesa

Bici e università

I ritiri, spiega Maini, li hanno fatti suddivisi in due gruppi. Tamponati e alla giusta distanza, per evitare ogni possibile inconveniente.

«Due o tre ritiri di pochi giorni – conferma Davide – in cui ci siamo conosciuti. Quando Maini venne a parlarmi la prima volta, vidi subito che si tratta di una bravissima persona. Ogni 2-3 giorni in qualche modo ci sentiamo, voce o messaggio. E per il resto, faccio la mia vita. Nel tempo libero esco in moto con gli amici, ho un motard 125. Devo anche finire i geometri e cercherò di dare ascolto ai miei genitori. Loro mi consigliano di stare tranquillo, di finire la scuola e di non mollare gli studi. Per questo, anche se i libri non mi fanno impazzire, penso che mi iscriverò a Economia. Chi può dire cosa ci sarà dopo il ciclismo?».

In realtà nessuno può dire neppure cosa ci sarà dopo Larciano, perché l’obiettivo sarà andare avanti due passi per volta, fare il punto e impostare i successivi. Questo è il nuovo ciclismo e speriamo che per farne parte Davide non debba mettere da parte il ciclocross. Dice Maini che anche questo lo decideranno insieme. A patto che si mettano sul tavolo tutte le carte e non si mostri solo un lato della medaglia, il sistema può funzionare.