Simone Raccani: «La Zalf un sogno, ora voglio riconfermarmi»

16.12.2021
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Con il 2020 da buttare a causa del covid, così lo aveva definito lui, Simone Raccani (al centro nella foto di apertura) ha sfruttato la stagione appena conclusa per mettere fieno in cascina. Il suo primo anno alla Zalf Euromobil Desirée Fior gli ha portato subito un successo prestigioso come quello di Capodarco ed era uscito in crescita dal Giro d’Italia under 23. Lo aveva dimostrato subito conquistando il gradino più basso del podio al Giro del Medio Brenta a metà luglio. Simone è nato a Thiene e da buon veneto preferisce i fatti alle parole, che come si dice: se le porta via il vento.

«Sono un ragazzo piuttosto introverso – ci dice Simone Raccani – inizialmente faccio fatica a legare con le persone.  Appena si entra in confidenza però non ho problemi a parlare e confrontarmi con nessuno».

Il 16 agosto Simone Raccani ha vinto il Gp Capodarco imponendosi in uno sprint a due contro Andrea Piccolo della Viris Vigevano
Il 16 agosto Simone Raccani ha vinto il Gp Capodarco
Dopo Capodarco che stagione è stata?

Positiva, ho ottenuto dei buoni piazzamenti nei primi dieci in tutte le gare disputate. Ho cavalcato il picco di forma che è arrivato dopo il Giro d’Italia under 23 al quale non ero arrivato in ottima condizione.

Come mai?

E’ stata una questione dovuta anche al cambio di squadra. Non sono uno molto espansivo e questo inconsciamente mi frena. Al Giro sono andato bene nel complesso, mi sono messo in mostra ma non ho mai avuto la gamba per lasciare il segno.

Come giudichi il tuo primo anno in Zalf?

Sono contento, intanto, di essere arrivato qui. E’ una squadra che ammiravo molto fin da bambino, nelle mie zone se corri nei dilettanti è normale sognare questa maglia. Vivo molto alla giornata, corsa dopo corsa, non mi piace fare programmi a lungo termine.

Simone Raccani al Giro U23 non è riuscito a cogliere la vittoria ma ha gettato le basi per una seconda parte di stagione importante
Al Giro U23, nella Fanano-Sestola, mettendo chilometri ed esperienza nelle gambe
Sei passato dalla Beltrami alla Zalf, perché?

Il covid ha complicato tutto, la squadra era lontana da casa, facevo fatica a sentirmi parte di un gruppo. Mentre con la Zalf siamo tutti vicini e ci alleniamo spesso insieme. Noi ragazzi della zona vicino a Marostica siamo 6-7 in totale.

Introverso ma tieni molto al gruppo…

Mi piace sentirmi parte di un qualcosa di grande, far parte di un meccanismo che funziona. Poi in gruppo gli allenamenti passano più velocemente e ci si conosce meglio tra compagni. Ci si sprona a vicenda ed aumenta anche la motivazione e riesci a dare il 100 per cento. In una squadra è fondamentale conoscersi per dedicarsi con tutte le proprie forze ad un unico obiettivo.

Hai già avuto modo di incontrarli in vista della prossima stagione?

Abbiamo fatto una riunione nei giorni scorsi, invece le prime pedalate insieme le faremo al ritiro all’hotel Fior.

Ad inizio luglio Simone Raccani è arrivato terzo al Giro del Medio Brenta dietro a Merchant Didier e Mulubrhan Henok (foto Scanferla)
Ad inizio luglio Simone Raccani è arrivato terzo al Giro del Medio Brenta (foto Scanferla)

Imparare dai più esperti

La Zalf è una squadra che tiene molto alla propria identità di gruppo. Questo lo dimostra con la grande qualità dei corridori che corrono nelle sue fila. Allo stesso tempo credono nella maturazione dei ragazzi, sono quattro i corridori elite che correranno la prossima stagione.

Gianni Faresin ci aveva spiegato l’importanza che hanno per loro i corridori più esperti, le sue parole sono state supportate anche da quelle di Zurlo. Ma per fare una prova occorrono tre indizi e Simone Raccani è la persona giusta cui chiedere.

Quanto sono importanti per un corridore giovane i consigli dei più esperti in gruppo?

Molto, sembra una banalità ma non è così. Non abbiamo le radioline in corsa ed avere un compagno che prende le redini della gara e ci dice come muoverci ci aiuta. Un esempio è proprio la mia vittoria a Capodarco.

Raccontaci.

Prima della gara ho parlato con Edoardo Faresin e mi ha spiegato il percorso dicendomi quando mi sarei dovuto portare davanti. Il finale era particolare, con il rettilineo in leggera salita. Così lui mi ha detto quando sarebbe stato meglio partire con la volata, in questo modo ho vinto agilmente lo sprint.

In allenamento come vi aiutano?

Guidano loro il gruppetto, conoscono meglio le strade e sanno che giri fare. I consigli più utili sono sull’alimentazione, cosa che poi si riflette anche in gara, ci ricordano di mangiare o impariamo da loro a fare le giuste dosi per le borracce.