Due giorni al Fiandre: Pogacar getta la maschera

31.03.2023
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«Spero e penso che Michele abbia ragione – dice Baldato, riferendosi alle parole di Bartoli sulle chance di Pogacar al Fiandre – pensiamo tutti che dopo sei ore e mezza Tadej possa avere una maggiore resistenza alla fatica rispetto a Van der Poel e Van Aert. Le azioni della settimana scorsa alla E3 Saxo Classic sono state delle prove. Abbiamo capito che il Qwaremont è la salita più adatta a lui, quella in cui li può mettere in difficoltà. Invece quanto all’osservazione di Michele sui tanti scatti della Sanremo

«Ha ragione, anche io che ero a casa l’ho notato. Forse avrebbe potuto voltarsi una volta di più e si sarebbe accorto che Van der Poel stava rientrando a ruota di Van Aert senza fare fatica, ma quando sei lì e sai che hai solo quei 500 metri, tante volte ragionare non è facile. Oggi abbiamo fatto tre ore, due asciutte e una con la pioggia. E’ andata meglio dell’anno scorso quando trovammo la neve. Stiamo bene e abbiamo una bella squadra. Ma del resto non ho mai sentito Tadej Pogacar lamentarsi perché sta male».

Pogacar sembra molto a suo agio ed estremamente sereno parlando della sfida di domenica
Pogacar sembra molto a suo agio ed estremamente sereno parlando della sfida di domenica

Due giorni al Fiandre

Le cinque del pomeriggio a Waregem. Nell’hotel del UAE Team Emirates parla Tadej Pogacar, ma cominciare dal direttore sportivo che lo guiderà domenica al Giro delle Fiandre serve per avere il polso della situazione. Fuori piove, per tutto il giorno la temperatura è rimasta intorno ai 10 gradi, ma per domenica danno bel tempo.

Pogacar ha la consueta espressione serena e dalle sue parole traspare il gusto di esserci, che è alla base della passione di ogni professionista che venga quassù a sfidare queste stradette di sassi e fango, ma in lui si concretizza in un sorriso contagioso.

E’ vero che l’altro giorno hai fatto le prove?

Ho voluto capire cosa c’era ancora nelle gambe, sapendo che domenica quello sarà il punto in cui inizierà la fase decisiva della corsa. In più stamattina siamo andati a fare la ricognizione sul percorso ed è stato importante, perché non conosco ancora bene queste strade. Ne avevo bisogno per riprendere il feeling con questi posti. Negli ultimi giorni sono stato a Monaco. Avevo qualche appuntamento e ne ho approfittato per fare un paio di allenamenti duri. Ho cercato anche di recuperare prima di tornare quassù. Sarà importante ricordare i punti chiave, soprattutto quando Van Aert schiererà il suo squadrone e Van der Poel partirà all’attacco.

Le Colnago appena rientrate dalla ricognizione sono piuttosto sporche: ha iniziato a piovere
Le Colnago appena rientrate dalla ricognizione sono piuttosto sporche: ha iniziato a piovere
Che cosa rappresenterà il Qwaremont nel tuo Fiandre?

E’ la salita più lunga, quella in cui posso far valere le mie doti, quella con il pavé sino in cima. Il Paterberg invece è troppo corto per le mie caratteristiche. So che arrivare da solo sarà molto difficile, bisognerà trovare il momento giusto. L’anno scorso il mio grosso problema fu lo spreco di energie per recuperare le posizioni, ero sempre indietro. Quest’anno mi sembra di essere migliorato con l’esperienza e soprattutto dopo sei ore ci saranno gambe più stanche e meno stress.

E se non arrivassi da solo?

In un sprint con loro due, dovrei essere contento per la conquista del podio. Preferisco concentrarmi sull’ipotesi di essere il più forte sulle salite, per provare ad arrivare da solo, ma faccio fatica a dire dove si potrebbe provare.

Perché ti piace il Fiandre?

Per l’atmosfera, i tifosi a bordo strada, le strade spettacolari e il percorso interessante per me. Se il Tour è il primo obiettivo di stagione, il Fiandre potrebbe essere il secondo, anche se non mi piace fare classifiche. Diciamo che è uno dei più grandi. Il Belgio mi piace per questa atmosfera speciale…

Anche ai campioni capita di mettere piede a terra: una risata e si riparte…
Anche ai campioni capita di mettere piede a terra: una risata e si riparte…
Le statistiche dicono che soltanto Merckx e Bobet hanno vinto Tour e Fiandre.

Non lo sapevo, non conosco la storia del ciclismo e onestamente preferisco vivere il presente e pensare al futuro. Certi calcoli semmai li farò a fine carriera.

La Jumbo-Visma ha dominato in lungo e largo, come siete attrezzati voi?

Abbiamo una bella squadra, con Wellens e Trentin che sono in ottima forma. Probabilmente non si può fare un paragone, ma non credo che sarà facile dominare il Giro delle Fiandre. In ogni squadra c’è almeno un potenziale vincitore e non credo che tutti vorranno stare ad aspettare le mosse di pochi. Questo ciclismo è diventato bellissimo, ogni giorno fuochi d’artificio. Mi piacciono queste corse, vengo a farle perché è molto meglio che guardarle in televisione.

Qualcuno dice che essere più leggero di Van Aert e Van der Poel sia uno svantaggio.

Non sono tanto leggero, in realtà. Sono certamente più pesante di quando corro il Tour, due giorni fa ero a 67 chili. Ma la differenza in salita la fai con la potenza e se hai quella, vai forte a prescindere da quanto pesi.

La UAE Emirates parte con una bella squadra. Accanto a Pogacar, anche Wellens e Trentin (foto Instagram)
La UAE Emirates parte con una bella squadra. Accanto a Pogacar, anche Wellens e Trentin (foto Instagram)
Quei 16 chilometri dalla fine del Paterberg all’arrivo sono una condanna?

Sono lì per tutti, ma certo non sono pochi. Soprattutto dopo sei ore e mezza di corsa. Confido di avere le gambe migliori dopo una corsa così lunga. Non so se con Van der Poel e Van Aert possa nascere un’alleanza, ma fra i due mi capisco meglio con Mathieu. Non so perché, deve essere un fatto di affinità. Ma da qui a dire che saremo alleati…

Waregem, Consonni a denti stretti sui muri

30.03.2023
4 min
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Quando si è resa conto che Demi Vollering fosse ormai imprendibile, Chiara Consonni si è concentrata sul suo sprint e ha portato a casa il secondo posto nella Dwars door Vlaanderen. Lo scorso anno l’aveva vinta, ma il livello questa volta era decisamente diverso. La bergamasca del UAE Team ADQ ha lottato con le unghie su tutti i muri per rimanere agganciata e alla fine assieme alla compagna Gasparrini è entrata nell’azione che ha deciso la corsa e dalla quale a circa 10 chilometri dall’arrivo è partita Vollering.

Elisa Longo Borghini al rientro dopo il Covid, chiude all’11° posto
Elisa Longo Borghini al rientro dopo il Covid, chiude all’11° posto

Voglia di vincere

Una doccia per rimettersi in sesto, poi bastano pochi minuti perché Chiara ritrovi il suo smalto. Per un carattere positivo come il suo, il secondo posto è motivo per essere allegri, anche se la voglia di vincere inizia a essere una febbre da scacciare quanto prima.

«Sono contenta – dice Consonni – anche se è venuta una corsa un po’ diversa dallo scorso anno. Siamo andate forte e c’erano atlete di qualità superiore. Una corsa meno controllata e quando si è trattato di inseguire Vollering, ero ormai sola. E’ rientrata Gasparrini, ma aveva già fatto così tanto che non poteva dare di più. Pensavo semmai a una mano da parte della Movistar, ma non si sono mosse».

Sfortuna alla Gand: Consonni ne porta ancora i segni sul ginocchio destro
Sfortuna alla Gand: Consonni ne porta ancora i segni sul ginocchio destro

A denti stretti sui muri

Alla Gand-Wevelgem la sfortuna l’ha fatta da padrona per colpa del maltempo e di condizioni che il gruppo delle ragazze mal digerisce. Ieri a Waregem, in una giornata asciutta, c’è voluto un grande assolo di Demi Vollering per impedirle di sprintare per la vittoria.

«Sto bene da circa un mese – prosegue Chiara – ma ho avuto anche sfortuna. Alla Gand stavo benissimo, ma pioveva e molte ragazze sono cadute, perché fra noi se piove su queste strade, sono dolori. Oggi al confronto (ieri, ndr) è stata una corsa tranquilla, con la solita bagarre prima dei muri, ma poche cadute. Correre in una WorldTour significa che magari quelle delle altre squadre vengono a chiederti una mano quando c’è da inseguire una fuga, mentre prima alla Valcar ci lasciavano tranquille. Devo ringraziare le mie compagne per avermi portata ai muri sempre in ottima posizione. Abbiamo corso con compiti diversi, fra Marta (Bastianelli, ndr) e me. Io mi concentro sugli sprint di gruppo, lei su quelli un po’ più ristretti. Per come sto andando, mi chiedo che cosa potrò fare al Fiandre. Adesso il gioco è tenere duro sui muri e poi rientrare. Vediamo se sarà possibile anche domenica, altrimenti non avrò problemi a mettermi a disposizione della squadra».

Le braccia al cielo

L’anno scorso, le ragazze di Arzeni avevano trascorso le vigilie e i dopo gara del Nord in una villetta affittata per l’occasione. Il passaggio nella sfera UAE ha fatto riscrivere le abitudini, per cui si alloggia in un hotel accanto a una stazione di servizio e si cerca di far passare il tempo in questo modo più asettico e, dicono, più professionale.

«In squadra si stanno creando ottimi rapporti – spiega Consonni – siamo unite e piano piano impariamo a conoscerci, anche se ovviamente non siamo ai livelli della Valcar, perché lì eravamo insieme da cinque anni. E poi corro con Marta, che per me è un idolo. In più con il supporto di Arzeni, le cose vanno benissimo. Incredibilmente sento che vado più forte dell’anno scorso, senza saper dire come mai. Magari in queste corse è un fatto di esperienza, dato che anche io comincio a diventare grande. Al UAE Tour invece ho fatto qualche bella volata e mi sono resa conto che il livello delle velociste è molto alto. Ora invece mi aspettano Fiandre, Scheldeprijs e Roubaix. Non so se saranno l’occasione per alzare le braccia al cielo, ma ammetto che non vedo l’ora».

Più tosti della neve. In UAE Emirates già mordono

01.04.2022
5 min
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«Come da programma, stamattina i ragazzi sono usciti in bici. E sì che io gli ho detto di partire un po’ più tardi, tanto più che il meteo era dato in miglioramento. Ma loro non ne hanno voluto sapere nonostante la neve. “Restiamo col programma originale”, mi hanno detto. E quando è così, capisci quanto sono motivati».

Spunta un pizzico d’orgoglio sul volto di Fabio Baldato quando gli abbiamo fatto notare che molti team hanno preferito restare al coperto sui rulli.

Il Giro delle Fiandre si apre ufficialmente 48 ore prima del via con le ricognizioni sul percorso. Un percorso insolitamente imbiancato. Qui in Belgio fa un freddo cane. Al mattino è anche nevicato. Ma i ragazzi della UAE Emirates non si sono tirati indietro.

Così si presentavano i muri fiamminghi questa mattina… La neve ha imbiancato le Fiandre
Così si presentavano i muri fiamminghi questa mattina… La neve ha imbiancato le Fiandre

Nuova sfida

In un moderno hotel di Waregem, Matteo Trentin, Fabio Baldato e Tadej Pogacar si concedono ai giornalisti, mentre fuori i meccanici ripuliscono le bici al freddo. E ogni tanto cade ancora qualche fiocco di neve, ma non attacca.

La prima cosa che ci viene in mente, ripensando alla ricognizione del mattino, tra l’altro fatta spingendo anche abbastanza, è che Pogacar oltre che un fuoriclasse è anche un gran lavoratore. E’ un corridore che si mette in gioco, che guarda avanti e ragiona a lungo termine.

Ci sono delle similitudini tra il sopralluogo di oggi e la crono iridata, sempre qui in Belgio. Era una crono piatta, sapeva che non avrebbe vinto contro specialisti quali Ganna, Kung o Van Aert, ma dopo Tour e Olimpiadi ha voluto partecipare lo stesso. Perché? Per essere preparato anche alle maxi crono pianeggianti, qualora un giorno gliene fosse toccata una in un grande Giro.

Oggi lo sloveno si è infilato i guanti (Trentin neanche quelli. Ha detto anche che non era poi così freddo), la maglia pesante e si è buttato sui muri e sotto la neve. Non ci ha pensato due volte. C’era una “lezione all’università” e lui non se l’è voluta perdere. E c’era anche il professore…

«Mi metto in gioco – ha detto Tadej in conferenza stampa -. Per me il Fiandre è una nuova sfida, vediamo cosa succederà. So di non avere esperienza, ma ci proviamo.

«Vincere? Ci sono tanti che possono vincere. Io proverò a dare il massimo, sapendo che potrebbe non bastare perché ci sono i muri, il pavé e non sai mai cosa ti potrebbe capitare in una corsa così. Le prime sensazioni sono state buone. E’ bello pedalare qui, ma la gara è un altra cosa. Per fortuna che con me c’è Matteo».

Capitano in gruppo

Trentin è seduto al suo fianco. Il trentino ha il taping sul collo. Si porta dietro ancora i segni della gran botta presa nella caduta alla Parigi-Nizza. 

«Ho ancora dolori a queste fasce muscolari – mentre le indica passandocisi un braccio – e la bici di certo non è la miglior medicina visto che col collo sei sempre teso in avanti. Però ogni giorno miglioro un po’.

«Come vedo Tadej? Bene, questo ragazzo dove lo metti sta! Non ha troppa esperienza ed è vero: alla Dwars door Vlaanderen più di qualche volta è stato costretto a risalire. Sicuramente sprecherà un po’ di più degli altri. Fosse rimasto dietro in una cote della Liegi non avrebbe avuto problemi a risalire. Qui invece, anche se hai la gamba, non è detto che tu possa riuscirci. E poi è bello che un corridore del suo calibro si metta in gioco in questo genere di corse. E’ un vero bene per il ciclismo».

«La Jumbo Visma è la più forte –  ha aggiunto poi Trentin – con o senza Van Aert (che ufficialmente ancora non ha alzato bandiera bianca, ndr). Hanno Benoot e altri che possono fare bene. E poi c’è la Alpecin con Van der Poel…».

In primo piano le bici appena lavate di Trentin e Pogacar, entrambi hanno provato con ruote da 45 mm
In primo piano le bici appena lavate di Trentin e Pogacar, entrambi hanno provato con ruote da 45 mm

Corsa più aperta?

Alla vittoria, ancora una volta, ci credono eccome in casa UAE Emirates. Ci crede Baldato che vede nei suoi ragazzi quella grande determinazione di cui dicevamo all’inizio. 

«Noi partiamo sempre per vincere. Tadej può farcela. E’ un campione. Ho la fortuna di avere in squadra Matteo Trentin, che è un vero direttore in corsa. Vediamo di guidarlo bene con lui. Matteo stesso sta migliorando e anche oggi ho visto che ha fatto un piccolo step».

Il ruolo di Trentin resta cruciale in UAE Emirates e Baldato lo sa bene. Non sembra pretattica. Semmai si sarebbe dovuto fare il contrario per sgravare Pogacar che ha già tante pressioni di suo.

«La corsa forse senza Van Aert sarebbe un po’ più aperta – ha aggiunto in un secondo momento Baldato – io spero che i miei ragazzi siano davanti quando il gruppo si assottiglierà, quando resteranno in 30 e magari possano cogliere il momento buono. La Jumbo-Visma resta la squadra più forte. Benoot forse ha qualcosa in più di Laporte, ma Laporte è più veloce in caso di arrivo ristretto».

Il diesse, che al Fiandre fu due volte secondo (1996, 1995) però sembra molto più concentrato sui suoi. Il Fiandre con Pogacar leader è una sfida nuova anche per lui.

«Sono orgoglioso di guidare questi ragazzi. Ragazzi che hanno voglia e mentalità vincente… come uscire sotto la neve».

Risposta Valcar alla Balsamo: Consonni vince a Waregem

31.03.2022
5 min
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Sei volte fra le prime dieci, eppure di colpo la caduta di Nokere Koerse rischiava di mandare tutto in malora. Quando ieri mattina Chiara Consonni è partita per la Dwars door Vlaanderen, aveva in mente di fare al massimo un allenamento. Nei giorni precedenti il gomito le aveva fatto un male cane. Pensava che fosse rotto. Invece le radiografie hanno escluso fratture e lentamente il braccio ha smesso di farle male. La primavera, iniziata già male con la notizia di sua nonna Orsola in ospedale e la corsa a casa temendo il peggio, si poteva forse raddrizzare. Eppure la Gand, il giorno straordinario di Elisa Balsamo, è stata per lei un incubo, poi che cosa è successo?

La caduta alla Nokere Koerse rischiava di pregiudicare la primavera di Consonni
La caduta alla Nokere Koerse rischiava di pregiudicare la primavera di Consonni

«Sui muri si scattavano in faccia – racconta – poi si guardavano. Van Vleuten si guardava con la Longo Borghini o Van Dijk. Si facevano la guerra fra loro, ma non davano seguito agli attacchi. Che potessi provare a vincere l’ho capito ai 200 metri. Sapevamo che la parte centrale con i muri sarebbe stata la più dura per me. E una volta che sono riuscita a rimanere attaccata con la squadra, ho capito di potermela giocare».

Nuovo gruppo

Dalla stanza accanto arrivano le voci della squadra che fa baldoria. La Valcar-Travel&Service ha i suoi ottimi motivi per festeggiare. Dopo le tante partenze, “Capo” Arzeni è riuscito a ricreare il clima che fa di questa squadra un riferimento nel panorama nazionale. Chiara racconta e si capisce che deve essersi tolta un bel peso dallo stomaco.

Sul podio con il cavallo simbolo di Waregem, per le corse in ippodromo
Sul podio con il cavallo simbolo di Waregem, per le corse in ippodromo

«Difficilmente nell’immediato ci sarà lo stesso clima di prima – dice – ma devo dire che con le nuove compagne, anche con le straniere si è creato un bel feeling. Non pensavo di trovarmi così bene, Arzeni ha fatto proprio un bel lavoro. E a proposito di lavoro, anche la preparazione fatta questo inverno ha funzionato.

«Sono riuscita a fare pista con Marco Villa e soprattutto il ritiro di Novo Mesto è stato utilissimo per partire forte. Durante la stagione delle classiche è difficile passare a Montichiari, ma appena torno, qualche giornata in pista vado a farla. In ogni caso, ero convinta di partire bene, non pensavo così tanto».

Dopo i tentativi in testa di Longo Borghini e Van Dijk, la Gand è diventata imprevedibile
Dopo i tentativi in testa di Longo Borghini e Van Dijk, la Gand è diventata imprevedibile

Il morale alle stelle

La vittoria porta morale e convinzione. La partenza di così tante ragazze di alto tasso tecnico – da Elisa Balsamo a Vittoria Guazzini, passando per Martina Alzini e Barbara Malcotti – ha spostato il peso della squadra sulle spalle della bergamasca. E lei, che pure non perde la sua vena di simpatica follia, ha capito presto che cosa significhi la nuova responsabilità.

«Cercavo la vittoria – spiega – avevo già fatto il podio a Le Samyn e Oetingen (battuta da Wiebes e Norsgaard, ndr), ma per un motivo o per l’altro non riuscivo a centrare la vittoria. Mi sono tolta un bel peso, non pensavo proprio di riuscirci ieri. E adesso ho un bel morale per il Fiandre di domenica e poi per la Scheldeprijs. Certo il Fiandre sarà duro, ma la testa ora è a posto».

Con questa volata, Consonni si è lasciata tutti alle spalle
Con questa volata, Consonni si è lasciata tutti alle spalle

In volata con Balsamo

Resta un punto, prima di tornare a far festa: come andrà quando a giocarsi la corsa in volata si troveranno la Conso e la grande amica Elisa Balsamo? Nel parlare, risuonano ancora le risate reciproche dell’intervista doppia dello scorso anno, ma adesso le ragazze vestono maglie diverse.

«Me l’hanno chiesto anche dopo la vittoria – ride – e ho risposto che quando vince Elisa la prima a essere felice sono io, come lei è contenta se va bene a me. Sul come fare lo sprint, saprei come muovermi. Lei ha la volata lunga, io più corta come la Wiebes, ma sono più esplosiva. Questa cosa mi gasa, non vedo l’ora di misurarmi con lei e tutte le più forti. Oggi (ieri per chi legge, ndr), c’era in gruppo la Bastianelli».

Per due volte seconda prima: qui a Le Samyn, dietro Norsgaard e prima di Guazzini
Per due volte seconda prima: qui a Le Samyn, dietro Norsgaard e prima di Guazzini

Prima vittoria

Come Marta, Chiara fa parte da quest’anno delle Fiamme Azzurre. «Ma devo ancora abituarmi all’idea – dice – perché cambia parecchio. La mia prima squadra non è più la Valcar. Ho trovato persone che tengono a me e si interessano di come sto. E’ un bel gruppo. Non abbiamo ancora fatto corse insieme, ma ci sarà il tempo».

Domattina (oggi, ndr) si dorme, poi si comincerà a pensare alle prossime sfide. Dopo i tanti piazzamenti, finalmente per la squadra di Arzeni è arrivata anche la vittoria.