Caro Bartoli, Pogacar può davvero vincere il Fiandre?

31.03.2023
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Anche all’interno della nostra redazione si scatenano le discussioni “da bar”. Che poi da bar mica tanto… Sono sempre analisi tecniche e ponderate (e guai se non lo fossero). E così tra chi diceva che Pogacar non avrebbe potuto vincere un Fiandre finché ci saranno di mezzo quei due bestioni di Van Aert e Van der Poel, e chi sosteneva il contrario, abbiamo deciso di mettere un giudice super partes, ma anche super preparato: Michele Bartoli.

Michele il Fiandre lo ha vinto nel 1996. I suoi numeri di allora sono assolutamente paragonabili a quelli di un Pogacar: 176 centimetri per 66 chili lo sloveno; 179 centimetri e 65 chili il toscano. Ma soprattutto Bartoli ha le capacità e le esperienze dirette per affrontare questo tema, che riguarda non solo il peso, ma anche i watt, la guida, la tattica…

Michele Bartoli (classe 1970) conquista il Giro delle Fiandre 1996. Il toscano era super magro
Michele Bartoli (classe 1970) conquista il Giro delle Fiandre 1996. Il toscano era super magro
Michele, partiamo con la domanda delle domande: Tadej Pogacar può vincere un Fiandre con Van Aert e VdP di mezzo?

Non sono mica tanto convinto che sia impossibile, anzi… Se guardiamo come è andata ad Harelbeke, Pogacar ha dimostrato di essere il più forte di tutti, specialmente sull’ultimo strappo e l’ultimo strappo del Fiandre è 60 chilometri dopo quello di Harelbeke. Io sono convinto che se si farà una corsa dura, Pogacar potrà vincere il Fiandre.

Però Tadej non ha la stessa potenza di quei due. Lui ha un ottimo rapporto peso/potenza, ma i muri sono troppo brevi perché questo rapporto sia più efficace della forza pura di quei due…

Questo è vero, ma non è solo questione di potenza pura o di rapporto peso/potenza: è questione di resistenza agli sforzi. E su questo aspetto Pogacar mi sembra più avanti di Van Aert e Van der Poel. Dopo il quarto o quinto sforzo massimale gli altri due perdono efficienza, Pogacar no. O comunque ne perde molta meno.

Lo scorso anno infatti se ci fossero stati solo 50 metri in più di Paterberg, Pogacar avrebbe vinto il Fiandre. VdP era oltre il limite. Non sarebbe rientrato…

Esatto e torna il discorso della resistenza. Se andiamo a rivedere le immagini, all’inizio del Paterberg a soffrire di più era Pogacar e non VdP. Poi ad un certo punto, e lo si nota chiaramente, la situazione s’inverte. In più lo scorso anno Van der Poel era al 100%, in giornata super… Se non dovesse esserlo di nuovo, le cose potrebbero andare diversamente.

L’altro giorno, ad Harlebeke, sul Paterberg sono passati a lungo sulla canalina laterale in cemento (e quindi liscia) e non sul pavè: questo ha agevolato l’affondo dello sloveno?

Il pavè in pianura può metterlo in difficoltà, ma sui muri non credo che possa essere decisivo. Alla fine, proprio per il discorso fatto sulla resistenza, se ti rimane più benzina nelle gambe, se hai più energia quella differenza si assottiglia e anche sul pavé uno come Pogacar può fare la differenza. Inoltre ricordo che gli sforzi dopo i 200 chilometri sono tutt’altra cosa rispetto a quelli sotto i 200.

Giro delle Fiandre 2022, sul Paterberg l’azione di Tadej Pogacar e Mathieu Van der Poel
Giro delle Fiandre 2022, sul Paterberg l’azione di Tadej Pogacar e Mathieu Van der Poel
Numeri alla mano, almeno su carta, tu avevi quasi lo stesso peso di Pogacar (65 chili tu, 66 lui): non credi che questo possa svantaggiarlo nei confronti di quei due? Oppure le soluzioni tecniche attuali, tra telai, ruote e coperture più larghe e più sgonfie lo agevolano?

In realtà io ero più leggero di quel peso! Ho vinto il Fiandre a 63 chili, quindi come vedete si può fare al netto delle soluzioni tecniche.

Messa così, Michele, allora Pogacar ha più chance di vincere un Fiandre che una Sanremo…

Per me sì. E’ davvero difficile fare la differenza sul Poggio. Casualmente dovrebbe trovare quei due entrambi in giornata no. Ed entrambi la vedo dura. Alle velocità con cui viene oggi affrontato il Poggio, in scia si sta bene. Per toglierli di ruota devi essere due gradini al sopra di loro. E due gradini al di sopra di Van Aert e Van der Poel è impossibile. Con gli altri ce la può anche fare, ma con loro due no. A meno che, ripeto, non li becchi entrambi con “una gamba su e una gamba giù”.

Abbiamo parlato di peso, di potenza, resta la guida. Van Aert e VdP ci sono cresciuti su quelle strade, Pogacar le ha scoperte dopo: quanto conta il feeling di guida?

Certamente è un valore importante, che resta e resterà per sempre. A parità di forza tra uno bravo e uno non bravo, il risultato è che quello bravo non si stacca. Ma Pogacar ha mostrato di trovarsi bene anche in quelle condizioni e soprattutto di trovarcisi bene anche sotto sforzo. E poi uno come lui anche se dovesse perdere un pizzico di terreno su un tratto in pavé ha talmente tanta forza e tanta resistenza che appena finisce rientrerebbe subito su asfalto.

Per contrastare i picchi di forza di Van Aert e Van der Poel, Pogacar dovrà fare corsa dura secondo Bartoli
Per contrastare i picchi di forza di Van Aert e Van der Poel, Pogacar dovrà fare corsa dura secondo Bartoli
Tatticamente invece cosa dovrebbe fare Pogacar?

Come ho detto: corsa dura. Se aspetta gli ultimi 20 chilometri (la sequenza Oude Kwaremont-Pateberg, ndr) è troppo tardi. Con due pesi massimi come loro si rischia di fare come ad Harelbeke.

La corsa dura taglia fuori tutti gli altri? E’ un discorso a tre?

Sì, con la corsa dura outsider e sorprese si eliminano. L’unica cosa che posso appuntare a Pogacar è quella di essere un po’ meno presuntuoso, o di essere più scaltro…

Cioè?

Quando attacca come ha fatto sul Poggio e non li stacca, non può fare altri 600-700 metri in quel modo con loro dietro pensando di toglierli di ruota. Non può pensare di staccarli. Se pensa così sbaglia, perché alla fine “s’impicca” anche lui. Invece ti rialzi, chiedi un cambio… Poi magari va allo stesso modo. Van der Poel attacca, ma di certo lo fa con meno efficienza e tu hai le gambe per provare ad inseguirlo