Consonni e le cadute in gruppo, inesperienza o distrazione?

Giada Gambino
12.02.2022
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Una sfumatura rosa, improvvisamente, colora l’asfalto della Vuelta CV Féminas in Spagna. E’ quella di Chiara Consonni (nella foto Instagram di apertura) che sembra non poter far altro che cadere e rotolare per terra lasciandosi sfilare la bici dalle gambe. Ecco cosa è successo il 6 febbraio alla tigre della Valcar-Travel&Service… 

Vuelta CV Feminas, il piano della Valcar-Travel&Service di fare la volata con Consonni finisce così
Vuelta CV Feminas, il piano della Valcar-Travel&Service di fare la volata con Consonni finisce così
Cos’è successo esattamente? 

E’ stata un’incertezza. Sono innocente (ride, ndr )! La mia caratteristica è quella di buttarmi nelle volate senza pensare a nulla. Adesso, post gara, penso che magari avrei potuto prendere una linea diversa. La Guarischi ha cambiato traiettoria un po’ bruscamente, ma non è stata colpa di nessuno, dai… 

In gruppo sono tutte capaci di gestire le mischie? 

Noi che facciamo gare UCI, partecipiamo a davvero tante competizioni, ci sappiamo muovere in gruppo e facciamo pratica. Siamo tutte capaci di guidare la bici. Però sì, magari ci sono atlete che hanno iniziato questo sport da poco e altre come me che è da una vita che stanno in sella. Alcune per un po’ di non abitudine e inesperienza causano delle cadute. Per la maggior parte in gruppo ci conosciamo, siamo tutte più o meno esperte e cerchiamo di muoverci per creare meno problemi possibili

Caduta innescata da uno sbandamento per il quale Barbara Guarischi, a destra, è stata retrocessa forse ingiustamente
Caduta innescata da uno sbandamento che ha coinvolto anche Barbara Guarischi
Tu sei una tigre della pista, hai il colpo d’occhio, per le altre… è lo stesso ?

Io riesco ad essere molto spigliata, soprattutto in volata. Tante volte ho sbagliato e mi hanno insegnato come ci si muove e come ci si può posizionare nel miglior modo per prenderla bene. Il colpo d’occhio l’ho sicuramente grazie alla pista e riesco a capire bene dove essere nel momento giusto. Questo è possibile anche grazie alla presenza del treno che fanno le mie compagne. Quindi sì, magari ho il colpo d’occhio, ma mi fido anche ciecamente delle mie compagne, soprattutto Ilaria (Sanguineti che ha concluso in seconda posizione la corsa spagnola, ndr) che è la mia “ultima donna”. 

Nelle cadute quando realizzi ciò che sta succedendo? Hai paura? 

In questa, ma in tutte quelle che ho fatto, sono caduta abbastanza bene. Ho rivisto il video e ho capito che mi stavo infilando in un buco che si era creato tra una ragazza alla mia sinistra e Barbara alla destra, che non mi aveva vista e mi ha tagliato la strada. Non potevo fare altro, non ho avuto la prontezza di frenare anche un minimo, in quegli istanti hai proprio pochi attimi di secondo per reagire. Fortunatamente sono riuscita a coprire la faccia e sono rotolata. Ho abrasioni sia sul ginocchio destro che sinistro. Forse sbaglio, ma la mia indole di buttarmi e fare ciò che mi dice la testa in quel momento è impossibile da placare. 

Prima di partire, per Consonni un selfie con la nuova maglia della Valcar-Travel&Service (foto Instagram)
Prima di partire, un selfie con la nuova maglia della Valcar-Travel&Service (foto Instagram)
Cadere e farsi male è un prezzo che bisogna essere disposti a pagare quando si fa questo sport?

Sì! Correndo da quando avevo sei anni mi sono rotta il radio e mi sono operata, anche l’ulna e ho tutt’ora la placca di metallo, il capitello, il naso. Insomma, mi sono rotta a metà (ride, ndr )! E’ un punto a sfavore che gioca questo sport, ma fa parte di esso. Talvolta sono stata messa da parte per qualche gara importante proprio a causa di qualche mia caduta. Ma fa parte del gioco e bisogna accettarlo. 

Quale consiglio daresti alle altre cicliste per far sì che si evitino il più possibile le cadute in gruppo?

Stare attente non ad inizio gara perché ci sta essere un po’ spensierate, ma fare attenzione soprattutto in discesa o quando ci sono i momenti salienti della corsa. Bisogna prestare attenzione a tutto ciò che si fa: dal parlare alla radiolina al mangiare qualcosa. Siamo su due ruote con un casco che ci salva la vita, ma non ha senso rischiare per così poco. Quindi: stare attente e non prendere nulla sotto gamba. 

Sanguineti regista del treno, che sogna la maglia gialla

11.02.2022
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Dopo i mesi invernali di preparazione per la nuova stagione, Ilaria Sanguineti ha già riattaccato il numero del 2022 sulla schiena, dopo un 2021 chiuso alla grande lanciando lo sprint alla compagna di squadra Elisa Balsamo, in maglia iridata, concludendo con una fantastica vittoria in terra inglese.

Ora siamo qui in Spagna, al caldo sotto il sole, davanti ad un caffè, pronte per iniziare il primo ritiro stagionale della Valcar-Travel & Service a Gandia. Ilaria è rilassata perché domenica scorsa ha rotto il ghiaccio tagliando il traguardo per seconda dopo Marta Bastianelli, alla Vuelta CV Feminas.

Yaya, com’è andata la prima?

Che dire… Come debutto stagionale, ottime sensazioni. Con Consonni, Gasparrini e Vigie ci conosciamo dallo scorso anno e quindi sapevamo già come muoverci, peccato per le cadute. Gasparrini caduta ai meno 3 chilometri dall’arrivo e Consonni a 150 metri dal traguardo, un disastro! Come previsto siamo arrivate al traguardo con il gruppo compatto pronte per sprintare. Io ero in prima posizione per lanciare Consonni, purtroppo coinvolta nella caduta a pochi metri dalla finish line.

E cosa hai fatto?

Ho continuato la mia volata per raccogliere il miglior risultato possibile per la squadra, concludendo seconda. Personalmente ci tenevo a farmi trovare subito pronta, per quanto mi riguarda penso di aver rotto il ghiaccio, un buon inizio di stagione che sicuramente mi stimolerà per raggiungere i miei prossimi obiettivi.

Cosa ti aspetti dal 2022?

Vorrei dimostrare subito quanto valgo, continuando ad aiutare la squadra come fatto fino ad ora, ma al tempo stesso mi piacerebbe togliermi qualche bella soddisfazione personale. Sinceramente il 2022 lo sto prendendo giorno per giorno, perché oggi posso stare benissimo e domani magari non andare avanti. Però alla fine c’è sempre una parte di me che si aspetta qualcosa, anche quando dico che non mi aspetto niente!

Anche una foratura per Sanguineti nel corso della Vuelta CV Feminas
Anche una foratura per Sanguineti nel corso della Vuelta CV Feminas
E invece per quanto riguarda i tuoi obiettivi?

I miei obiettivi del 2022 sono sicuramente quelli di partire forte già nelle Classiche del Nord, per poi magari prendere fiato e ripartire alla grande per Giro e Tour. Ovviamente come obiettivo nel mirino ho la maglia azzurra, vorrei tornare ad onorare quella bellissima maglia.

E un pensiero al 2023?

Al 2023 non ci penso troppo, perché come ho già detto prima vivo giorno dopo giorno, però non nego che ogni tanto lancio uno sguardo al futuro e sinceramente sono ormai vecchia (ad aprile Ilaria compirà 28 anni, ndr)!! Una cosa è certa, vorrei davvero confermarmi ad alti livelli quest’anno per fare un grande salto nel 2023, questo lo penso spesso.

Tutte hanno un sogno nel cassetto, il tuo? 

La gara che vorrei vincere è il mio stesso sogno nel cassetto, vorrei vincere la prima tappa del Tour de France e quindi indossare la prima maglia gialla. E’ un simbolo che nel ciclismo manca da troppo tempo…

Yaya Sanguineti dice che il suo Stitch le somiglia: a voi cosa sembra?
Yaya Sanguineti dice che il suo Stitch le somiglia: a voi cosa sembra?
Un’ultima curiosità, mascotte o porta fortuna?

Ho una mascotte, un porta fortuna, ovviamente Stitch il mio bulldog francese. Sono veramente affezionata a lui poiché fin da piccola ho sempre sognato di avere un cane così. Penso che lui sia la mia reincarnazione “animale”, la mia anima gemella. E’ un giocherellone come me, ma soprattutto è un gran pigrone come me!

Arzuffi strada 2021

Abbiamo ritrovato la Arzuffi, più carica che mai

09.02.2022
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Nelle ultime settimane, con Eva Lechner e Silvia Persico a centrare la Top 10 in Coppa del Mondo e quest’ultima arrivare fino al podio iridato, abbiamo un po’ perso le tracce di Alice Maria Arzuffi. Il campionato italiano di ciclocross, nel quale era la detentrice della maglia tricolore, è stato l’ultimo capitolo della sua stagione, poi non si è vista più. In sede di consuntivo, Luca Bramati l’ha riportata in superficie e allora ci siamo chiesti che fine avesse fatto mentre le compagne della FAS Airport Service affrontavano gli ultimi, più importanti momenti della stagione sui prati.

Alice ci risponde dalla Spagna, dove sta svolgendo il ritiro prestagionale della Valcar Travel & Service, ma quella che sentiamo è una Arzuffi nuova, carica di aspettative per la stagione su strada come non accadeva in passato, anche se chiaramente bisogna partire dall’inverno: «Ho staccato la spina subito dopo il tricolore. Ho parlato con il cittì Pontoni, mi ha detto che gli Italiani erano una discriminante per la convocazione per i mondiali e allora d’accordo con la società ho deciso di chiudere prima rispetto al solito, in modo da iniziare in anticipo la preparazione su strada e arrivare a una miglior condizione per gli appuntamenti primaverili».

Arzuffi Europei 2021
La Arzuffi agli Europei di Col du Vam chiusi all’8° posto, nel momento migliore della stagione
Arzuffi Europei 2021
La Arzuffi agli Europei di Col du Vam chiusi all’8° posto, nel momento migliore della stagione
Dovendo fare un bilancio della tua stagione di ciclocross che cosa diresti?

E’ stata un’annata nel complesso positiva, ma certamente mi aspettavo qualche buon risultato in più. Il campionato italiano sapevo che doveva essere un crocevia, ma sono arrivata all’appuntamento un po’ debilitata dall’influenza e non ho potuto rendere quanto mi aspettavo. Io ho dato il massimo, volevo essere al picco della forma a gennaio ma non sono mai riuscita a toccare i vertici che volevo. Questo però mi ha dato una spinta ulteriore per le gare da qui in avanti.

Bramati, parlando della vostra prima stagione insieme, ha detto di avere scoperto una Arzuffi nuova, con la quale ha trovato un compromesso per lavorare bene pensando soprattutto al prossimo anno. Come sono i vostri rapporti?

Quando siamo partiti, avevamo ognuno dei pregiudizi sull’altro. Il fatto è che negli anni scorsi, quand’era commentatore alla Tv alcuni suoi giudizi non mi erano piaciuti e io non sono tipo da tenersi dentro il rospo… Siamo due del segno dello scorpione, così abbiamo avuto qualche discussione accesa e questo aveva lasciato strascichi. Pian piano però, lavorando insieme e smussando i nostri angoli, abbiamo trovato un modo per venirci incontro. D’altronde tecnicamente Luca ha un’esperienza enorme, ho imparato molto con lui.

Arzuffi tricolore 2021
Alice col tricolore indosso: ne ha vinti 4 da U23 e uno assoluto
Arzuffi tricolore 2021
Alice col tricolore indosso: ne ha vinti 4 da U23 e uno assoluto
Il fatto di far parte della stessa “casa madre”, come team di ciclocross e su strada, è un aiuto?

Decisamente. In questo modo il passaggio è praticamente indolore. Quando ho deciso di staccare prima, è stata una scelta che ho preso potendo avvalermi sia dell’appoggio del team di ciclocross che di quello della strada, fra le due parti c’è molta comunicazione e questo non può far che bene. Negli anni scorsi il passaggio era più difficile.

Sai che quest’anno ci si attende molto da te nella stagione su strada?

Sì, ma io per prima mi attendo molto, voglio togliermi qualche sassolino dalla scarpa… Non posso negare che in passato, la stagione su strada era vista più come una lunga tappa di preparazione verso l’inverno, per trovare il ritmo giusto per il ciclocross, ora invece voglio vedere che cosa sono capace di fare su strada senza pensare a quel che verrà quando si tornerà dall’altra parte. Ora corro su strada e sono concentrata solo su quello.

Arzuffi sci 2022
Una breve vacanza sugli sci prima di iniziare la preparazione su strada (foto Instagram)
Arzuffi sci 2022
Una breve vacanza sugli sci prima di iniziare la preparazione su strada (foto Instagram)
Quando si comincia?

Ormai mancano pochissimi giorni, dal 17 al 20 febbraio sarò già in gara alla Setmana Valenciana. Naturalmente non faccio pronostici, ma conto di avere qualche riscontro sul lavoro effettuato in vista di quello che sarà il primo obiettivo, il periodo delle classiche dove voglio far bene e ottenere qualcosa, perché sono gare che mi vanno particolarmente a genio.

Nel corso della stagione saresti disponibile a qualche chiamata per la nazionale di ciclocross? Pontoni ha detto di pensare a qualche gara su strada con il gruppo invernale…

Non credo che ne avrò bisogno. Il mio calendario comprende almeno 70 giorni di gara, credo siano già abbastanza per non mettere altra carne al fuoco. So già che nel mio programma ci saranno sicuramente il Giro d’Italia e molto probabilmente il Tour de France, facendosi i conti fra le due corse a tappe e le classiche, già si vede che il calendario è bello ricco. Se però ci sarà la proposta di fare qualche ritiro prestagionale, in relazione agli impegni su strada sono più che disponibile. Per me però quel che conta è arrivare all’inverno con qualcosa in mano, far vedere che so vincere anche qui.

Persico 2022

Fra tricolore e strada, ecco la nuova Persico

19.01.2022
5 min
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Il momento di fare le valigie per l’America è vicino, ma d’altro canto a smontare e montare l’interno dei trolley Silvia Persico c’è abituata, il suo inverno è stato ricco di viaggi, di gare e anche di soddisfazioni. Ora c’è una maglia tricolore da mostrare e si è visto già domenica, nella tappa di Coppa del mondo a Flamanville (FRA) come quel simbolo le abbia dato energie in più, facendola arrivare al quinto posto a un minutino dal podio, cogliendo il suo miglior risultato internazionale di sempre. «E avrebbe potuto anche essere migliore – racconta l’azzurra – ma è stata una delle gare più lunghe dell’anno e alla fine non avevo tante energie per sprintare per la quarta piazza».

Molto è cambiato per Silvia e molto è destinato a cambiare. Intanto l’approdo alla Fas Airport Services, condividendo la stagione con Lechner e Arzuffi, ossia il meglio del ciclocross italico racchiuso in un solo team, si è rivelato fondamentale per la sua crescita: «La conquista della maglia tricolore è qualcosa che non mi aspettavo ma testimonia il salto di qualità che ho fatto. Lavorare con gente d’esperienza, condividere le trasferte e gli impegni mi ha fatto crescere, ora affronto le gare con più consapevolezza, mi sento più libera di esprimermi».

Persico Flamanville 2022
A Flamanville la Persico ha colto il suo miglior risultato in Coppa, quinta a 1’33” dalla Van Empel
Persico Flamanville 2022
A Flamanville la Persico ha colto il suo miglior risultato in Coppa, quinta a 1’33” dalla Van Empel
Solitamente dopo la fine della stagione di ciclocross iniziava una fase più tranquilla per te, ma ora sei particolarmente attesa anche su strada…

A dir la verità anche nelle stagioni scorse non è che mi fermavo, la strada ha sempre fatto parte delle mie annate agonistiche. Diciamo che prima preferivo il ciclocross e nel cuore è ancora un po’ così. Privilegiavo l’inverno, non lo nego. Ora però le aspettative sono altre, sia da parte del team che anche mie, questa ritrovata sicurezza devo trasportarla su strada sapendo che godrò di maggiore libertà.

Hai già un’idea di quel che ti attende?

So che dovrò lavorare tanto, questo è sicuro… Io dico che sarà una buona stagione se avrò fortuna e potrò sfruttare questa nuova consapevolezza unita alla fiducia del team. Sicuramente appena chiusa la stagione del ciclocross tirerò diritto per sfruttare la mia condizione nelle prime prove del calendario, fino alle classiche, poi faremo il punto della situazione.

Persico tricolori 2022
A Variano di Basiliano la 24enne di Alzano Lombardo ha conquistato il suo primo tricolore
Persico tricolori 2022
A Variano di Basiliano la 24enne di Alzano Lombardo ha conquistato il suo primo tricolore
Intanto prima c’è la scadenza mondiale…

A Fayetteville vado per fare bene, centrare una Top 10 che con la concorrenza che c’è sarebbe un risultato molto importante. Considerando sia il momento che sto attraversando, sia le caratteristiche del percorso che abbiamo avuto la possibilità di provare in occasione della Coppa del mondo, credo che potrò fare bene. E’ chiaro che non sarà semplice, anche perché siamo sulla corda da molte settimane, visti tutti gli impegni internazionali, ma di semplice in questo mondo che cosa c’è?

Hai detto che dopo il Mondiale tirerai dritto, non temi di chiedere troppo al tuo fisico?

Chi viene dal ciclocross ha da una parte il vantaggio della condizione acquisita, dall’altro la maggiore fatica rispetto a chi inizia, oltretutto chiaramente dovrò saltare i primissimi impegni. Dopo la chiusura della stagione, farò una settimana di sosta per poi riprendere e andare al ritiro della squadra (la Valcar Travel & Service, ndr) in Spagna dove mi ritroverò con le compagne. Le prime gare saranno a fine febbraio, proprio per riacquisire dimestichezza con il mezzo e sfruttare la condizione.

Persico Consonni
Con Chiara Consonni, capitana da quest’anno della Valcar. Ma Silvia avrà più libertà
Persico Consonni
Con Chiara Consonni, capitana da quest’anno della Valcar. Ma Silvia avrà più libertà
Che tipo di gare preferisci su strada?

Io prediligo i percorsi abbastanza mossi, anche con strappi brevi, di un paio di chilometri, ma dove si fa fatica, perché posso sfruttare la mia esplosività. Un percorso che secondo me fa al caso mio è quello del Giro delle Fiandre, ma in passato non ho mai potuto giocare le mie carte per ragioni di squadra. E’ questo che mi piace di più della nuova situazione, la maggiore libertà per far vedere quel che valgo. Ora ci voglio provare…

Conoscendoti come crossista e stradista, ci sono tecnicamente dei punti in comune?

Difficile a dirsi, sono mezzi diversi con caratteristiche e gare diverse. Mi verrebbe da pensare che il cronoprologo sia qualcosa di abbastanza vicino al concetto di durata del ciclocross. Sicuramente però l’attività invernale dà qualcosa di fondamentale, come ad esempio la capacità di guida che è qualcosa che si migliora sempre, io ad esempio so che devo ancora lavorarci sopra.

Persico Balsamo
2011. Al Trofeo Edil Palazzolo per esordienti la Persico è battuta solo da una certa Elisa Balsamo…
Persico Balsamo
2011. Al Trofeo Edil Palazzolo per esordienti la Persico è battuta solo da una certa Elisa Balsamo…
Ci hai detto delle tue aspirazioni per il Fiandre: quali sono le gare, a parte quella dei muri, che ti piacciono di più?

Potreste pensare a quelle belghe, invece in generale prediligo molto le prove spagnole, come la Vuelta a Burgos, oppure il Giro del Lussemburgo. Sono gare che si attagliano perfettamente alle mie caratteristiche, come un vestito su misura. Poi c’è la Roubaix: volevo tanto farla nel 2021, ma con lo spostamento si è andata a sovrapporre alla stagione di ciclocross: non potete sapere quanto sono curiosa di affrontarla…

Come è fatta la nuova Valcar? Ne parliamo con Arzeni

14.01.2022
6 min
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A forza di dire che dalla Valcar-Travel&Service se ne sono andate tutte le più forti, si potrebbe pensare che la squadra sia allo sbando. Invece così non è. Incontrando Davide Arzeni ai campionati italiani di ciclocross vinti dalla sua Persico, è parso chiaro che nella testa del Capo ci sia un ribollire di scenari perché la squadra rimanga al livello che occupava alla fine del 2021. Con lui perciò abbiamo ragionato di questo e, proseguendo lungo il cammino già iniziato con altre continental, abbiamo cercato di capire l’impatto del WorldTour sulla loro realtà.

«Al netto di tutto – dice il tecnico del team bergamasco – siamo la sola squadra in Italia, fra uomini e donne, che ha diritto a partecipare a tutte le corse, compresi Tour de France e Roubaix. Faremo più gare WorldTour delle stesse squadre WorldTour e andremo sempre con la mentalità di vincere. Quella davvero non cambia».

Valcar
Con la partenza di Balsamo e la squadra sulle spalle di Consonni, si è chiusa una grande fase. Arzeni spiega…
Valcar
Balsamo è partita, Consonni sarà la nuova leader della Valcar. Arzeni ci spiega

La squadra ha concluso domenica scorsa un ritiro a Cecina. Al momento alcune ragazze sono ad allenarsi in Spagna e altre sono con la nazionale. Dai primi di febbraio e fino al 20 ancora la Spagna vedrà tutto il team in ritiro preparando il debutto nelle corse di Valencia, dove difenderà la vittoria ottenuta lo scorso anno da Chiara Consonni (la bergamasca è ritratta nella foto di apertura).

Come è andata in ritiro?

Molto bene. Ho avuto conferme interessanti. Si è parlato tanto delle atlete che sono andate, ma anche le nuove non sono niente male. Sono molto, molto, molto contento. Certo abbiamo perso la più forte del mondo: non lo dico io, ma la maglia che indossa. Però abbiamo nuove ragazze con cui lavorare bene.

Ad esempio?

La canadese Olivia Baril, che secondo me nelle corse dure è a un ottimo livello. L’ho vista in fuga all’Alto de Jaizkibel a San Sebastian e stava bene in mezzo alle più forti. E’ una professionista seria. Poi c’è Karolina Kumiega, la polacca. Ha 22 anni, ma ci ha già chiamato il tecnico della sua nazionale per ragionare di europei e mondiali, in ottica crono e strada. La Gasparrini ha un anno in più ed è una delle U23 più forti al mondo. La Cipressi mi ha molto impressionato per la sua serietà fra studio e bici. E poi c’è anche Anastasia Carbonari

Quanto vale?

Secondo me ci sta dentro alla grande, ma deve credere di più nelle sue potenzialità. Se fa la vita da atleta anche solo al 90 per cento, può arrivare anche lei a livello WorldTour.

Balsamo, Guazzini, Alzini e Malcotti nel WorldTour ci sono già andate…

Barbara (Malcotti, ndr) aveva già firmato con noi, ma se arriva una WorldTour che offre di più, è giusto che sia andata.

Silvia Persico ha vinto il tricolore del cross e dopo il mondiale tornerà su strada…

Avete visto con quanta sicurezza e concentrazione ha pedalato a Variano? Sta entrando in una nuova dimensione e se mantiene quel piglio anche su strada, ne vedremo delle belle. E dal cross verrà a fare più strada anche Alice Arzuffi. Quando aveva 18-19 anni era fra le prime 15 del Giro d’Italia, può fare ancora bene, come dimostrano Vos, Lucinda Brand e anche Kata Blanka Vas.

Cosa ti aspetti da Ilaria Sanguineti?

La Yaya ce l’abbiamo solo noi! A volte mi metto a risentire su Eurosport l’ultima vittoria di Elisa Balsamo al Womens Tour e mi viene la pelle d’oca. Sento tutta la preparazione fatta dalla squadra e alla fine il lavoro di Pirrone, Consonni e Ilaria è stato monumentale. Non passava più nessuno. In ritiro abbiamo visto un po’ di video. In Inghilterra contro la Wiebes ne avevamo già perse tre, ma voglio puntare a ritrovare la mentalità di non aver paura di nessuno.

E qui arriva il capitolo Consonni…

Che è una tra le migliori velociste al mondo e ha già studiato da leader. Non è una che si nasconda e abbia paura della responsabilità. E’ un’agonista nata e dà più in corsa che in allenamento. L’anno scorso ha vinto tre corse, ha già alzato le braccia in gare WorldTour. Non ho capito se il mondiale sia davvero per donne veloci, ma se c’è da giocarsi una volata, lei c’è. E il nostro treno è uno dei più forti al mondo, al punto che tante ragazze hanno ammesso che ci studiano e ci guardano quando si va ai finali.

Ilaria Sanguineti è fondamentale nel treno, ma sa anche vincere
Ilaria Sanguineti è fondamentale nel treno, ma sa anche vincere
Il WorldTour vi ha danneggiato?

Secondo me è una gran cosa per le ragazze. Quelle di livello possono guadagnare dei bei soldoni, le altre mettono via dei bei soldini. Sono contento per loro, ma credo sia un errore aver pensato solo alle atlete e non a società e organizzatori. Nonostante il nostro livello, facciamo fatica a trovare gli sponsor. Avremmo le capacità di essere nel WorldTour, ma servono i soldi.

Elisa Balsamo vede per voi l’ipotesi WorldTour o la possibilità di diventare un team U23 che recluta e fa crescere talenti…

Ci sono due possibilità, infatti. Si può provare a fare il WorldTour, oppure succede come fra gli uomini, in cui le continental diventano il serbatoio dei team maggiori. Ora che comincia la stagione, per noi si tratterà ugualmente di battere queste strade per costruire il futuro. Di una cosa sono certo, tutte le nostre ragazze nel corso dell’anno riceveranno offerte per andare nel WorldTour, anche da parte di squadre che si sono mosse tardi e devono rimpinguare l’organico. Sarebbe bello poterle trattenere.

Consonni, un anno di novità: dalle “Fiamme” ai gradi di leader

04.01.2022
5 min
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«Ho più esperienza, quest’anno non sarò nemmeno più under 23. Ormai sono diventata grande». In questo 2022 che è appena nato, Chiara Consonni sa già cosa l’aspetta e lo dice con l’immancabile sorriso sulle labbra. Di lei Rossella Callovi, braccio destro del cittì Paolo Sangalli, ci ha detto che è un “trattore” perché è una potenza. Come ragazza per il suo carattere estroverso e solare, a cui piace sdrammatizzare. Come atleta perché quando si attacca il numero sulla schiena si trasforma, scherza poco e mena forte.

Risultati alla mano, la ventiduenne bergamasca sarà chiamata ad uno step ulteriore della sua carriera diventando il faro della rinnovata Valcar-Travel&Service (con cui è sotto contratto fino al 2023) dopo le partenze di Cavalli (a fine 2020) ed ora di Alzini, Guazzini, Magri, Malcotti, Pollicini (ritorno al triathlon) e soprattutto dell’iridata Balsamo. Anche se per la verità “Capo” Arzeni, recentemente interpellato sull’accoppiata Giro Donne-Tour Femmes, ci ha detto che in questa stagione ci sarà spazio per tutte le altre sue ragazze.

E dopo le Feste, Chiara Consonni si è rimboccata le maniche per il 2022 (foto Instagram)
E dopo le Feste, Chiara Consonni si è rimboccata le maniche per il 2022 (foto Instagram)

Nazionale mista, tutto ok

La Consonni ha chiuso il 2021 con un collegiale azzurro a Novo Mesto, in Slovenia, dal 27 al 30 dicembre, voluto da Marco Villa, ora cittì unico della pista, anche del settore femminile. Giorni vissuti con le compagne, con i colleghi maschi e per conoscere meglio lo staff.

«Onestamente pensavo peggio – dice – invece è andato molto bene ed è stata una bella esperienza. Per il futuro dovremo capire meglio le modalità visto che per noi ragazze cambiano non solo i tecnici, ma anche massaggiatori e meccanici. Però qui ci siamo ben organizzati e abbiamo lavorato bene».

Il Grand Prix du Morbihan Feminin è stato la sua terza vittoria del 2021 (in apertura dopo l’arrivo)
Il Grand Prix du Morbihan è stato la terza vittoria 2021 (in apertura dopo l’arrivo)
Chiara torniamo sulla Valcar. E’ impossibile non fare una battuta con te. Anno dopo anno le stai mandando via tutte…

Praticamente sì (ride, ndr). No dai, fosse stato per me sarebbero rimaste tutte. Questo bel gruppo si era creato 6/7 anni fa da tante ragazze talentuose. Molte di loro hanno deciso di prendere un’altra strada e auguro davvero il meglio a loro. La Valcar può ancora fare tanto ed io mi sento che devo e posso dare tanto a questa squadra. Ho delle responsabilità.

Quali sono?

Verso le mie compagne, innanzitutto. La cosa che forse mi fa più paura è quella di poter deludere loro che hanno lavorato tutto il giorno per me. E magari di aver privato una delle mie amiche di poter fare risultato al posto mio. Poi sento la responsabilità di crescere e di arrivare agli obiettivi che ho già un po’ definito con Davide (Arzeni, ndr). In tutto questo sono comunque motivata a fare sempre di più. 

Nonostante tu sia una ’99, hai già una grande esperienza con diverse vittorie e piazzamenti importanti. Partirai con i gradi di capitano…

Non mi piace tanto questo termine, perché ognuna di noi lo è nella gara adatta a sé. Di conseguenza io sarò a disposizione delle altre compagne nelle corse più mosse, con più salita o se non sarò competitiva in qualche sprint. Tuttavia so di avere lo spunto più veloce in squadra e so che in tante classiche del Nord, dove si arriva in volata, toccherà a me farla. Lavoro per farmi trovare pronta.

Anche per Consonni debutto alla Roubaix, con un fuori pista per evitare la caduta
Anche per Consonni debutto alla Roubaix, con un fuori pista per evitare la caduta
Avverti già un po’ di pressione?

Adesso non ci penso. Ma sono sicura che quando faremo la riunione pre-gara per farmi fare la corsa, allora la sentirò. Dall’altro lato so che questo mi stimolerà ancora di più.

In cosa pensi di dover migliorare?

Le mie carenze al momento sono le lunghe distanze e gli strappi in salita. Devo perfezionare alcuni punti deboli, come la resistenza o come l’alimentazione

Nel tuo programma ci saranno tante gare al Nord, ma quale tra Giro e Tour? Arzeni ci ha detto che potresti fare bene entrambi come cacciatrice di tappe…

Fosse per Davide, mi farebbe correre tutte le gare del mondo (ride, ndr). So che lui crede in me, come faccio a dirgli di no? Comunque dovremo fare delle scelte. Inizierò alla Valenciana, in linea e poi a tappe. A seguire, anche se ancora non hanno annunciato il tracciato, alcune indiscrezioni dicono che, contrariamente al solito, il Giro potrebbe avere un percorso meno duro. Potrebbero esserci diverse tappe, specialmente le prime, più adatte alle mie caratteristiche. Sinceramente ho una piccola preferenza per il Tour, che è il simbolo iconico del ciclismo. Staremo a vedere, in ogni caso io sono disposta a correrli tutti e due, anche se non so come arriverei in fondo. 

A proposito di indiscrezioni, il campionato italiano (organizzato da ExtraGiro in una data tra il 22 e il 26 giugno, ndr) ci sarà nei giorni del tuo compleanno e pare che strizzi l’occhio alle ruote veloci. Quanto segretamente punti al tricolore?

Che notizia se il percorso fosse così! Sì, sono sempre in quel periodo (Chiara compie gli anni il 24 giugno, ndr) e quest’anno penso che potrei correrlo già con le Fiamme Azzurre. Quindi spero mi facciano festeggiare loro.

Gand-Wevelgem 2021, Chiara Consonni
La Gand è la classica che ora sente più vicina ai propri mezzi. Nel 2021 ha chiuso nel secondo gruppo
Gand-Wevelgem 2021, Chiara Consonni
La Gand è la classica che ora sente più vicina ai propri mezzi. Nel 2021 ha chiuso nel secondo gruppo
In questo momento della tua carriera, pensi di essere più avanti o più indietro rispetto a quello che ti aspettavi?

Eh, difficile rispondere. Devo ancora crescere come persona. Ad esempio, rispetto ad una Elisa Balsamo, so che devo ancora fare tanto per arrivare a quel livello, ma sto facendo piccoli passi per diventare una professionista al 100 per cento. Mio fratello Simone penso sia il re della regolarità e da lui ho imparato a crescere anno per anno. Direi che sono al punto giusto, sono in linea con le aspettative.

Tu hai già vinto una gara WorldTour (quinta tappa del Boels Ladies nel 2019, ndr). C’è una gara in particolare sulla quale hai fatto un cerchiolino rosso?

Sul Fiandre! Ma al momento è troppo duro per me, quindi nulla (ride, ndr). Tutte quelle del Belgio vanno bene. De Panne o anche la stessa Parigi-Roubaix, ma vi dico la Gand-Wevelgem. Ero già venuta a correrla da junior per due volte (25ª nel 2016, 7ª nel 2017, ndr) e mi aveva colpito subito. Mi è sempre piaciuta molto.

La grinta della “Guazz”, già a tutta fra strada e pista

02.01.2022
4 min
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Sembra passato un secolo da quando in quel maledetto giorno di Roubaix, Vittoria Guazzini (in apertura nella foto Fdj) si è fratturata la caviglia, scivolando sul pavè infangato. Invece non sono neanche tre mesi, ma la giovane toscana ha già ritrovato il suo classico sorriso. La “Guazz” è spigliata, divertente e divertita come nel suo carattere, nonostante la fatica dei giorni in pista e quelli sull’asfalto.

Per Vittoria in questi giorni non solo le Feste comandate, ma anche il compleanno: il 26 dicembre ha compiuto 21 anni
Per Vittoria in questi giorni anche il compleanno: il 26 dicembre ha compiuto 21 anni
Vittoria, come va?

Abbastanza bene, non sono ancora al 100 per cento, ma bene dai! Vengo dal ritiro in pista in Slovenia a Novo Mesto e sono un po’ stanca a dire il vero. La caviglia sta tornando ad avere una buona mobilità grazie agli esercizi. Ho ripreso a pedalare sui rulli a fine novembre e poi sono volata in Spagna con il nuovo team e lì al caldo è andata meglio del previsto. Se me lo avessero detto, non ci avrei creduto.

Come hai passato i primi giorni dopo la frattura?

I primi giorni sono stati duri. Mi sono detta: «Cavolo, salto l’ultima gara con la Valcar in Inghilterra e anche i mondiali in pista!». Mi dispiaceva davvero, ai mondiali ci tenevo tantissimo. Anche dopo l’operazione non sono stati giorni facili, avevo molto dolore persino da sdraiata. Alla fine l’ho presa come un’occasione per fare uno stacco totale.

Quali sono state le prime impressioni della nuova squadra?

Molto buone. Ho conosciuto le altre atlete della Fdj-Nouvelle Aquitaine e ho ritrovato “la Marta”, Cavalli, con la quale avevo corso alla Valcar. Ho trovato una grande organizzazione. Il livello si è alzato essendo una WorldTour. Ho notato tanta attenzione ai dettagli e spero di ripagare la fiducia che mi è stata data.

La “Guazz” (in seconda fila con la maglia Fiamme Oro) nel ritiro di dicembre con la FDJ Nouvelle Aquitaine (foto FDJ)
La “Guazz” (in seconda fila con la maglia Fiamme Oro) nel ritiro con la FDJ Nouvelle Aquitaine (foto FDJ)
Voi corridori parlate sempre di dettagli, ci fai un esempio?

Per esempio penso ai materiali. Ci hanno presentato la nuova bici spiegandoci ogni particolare, le differenze rispetto al modello precedente. Ho fatto il bike fitting per trovare una posizione tra il comodo e l’efficiente. Abbiamo parlato con la nutrizionista che ci ha spiegato quante calorie assumere in corsa e fuori… Insomma tante piccole cose che alla fine fanno la differenza.

Ci hanno detto che al termine delle uscite ti hanno vista parecchio stanca. Adesso sei stata in pista, non rischi di affrettare i tempi?

No, è tutto sotto controllo! Stanca lo ero sì… dopo due mesi nei quali non facevo praticamente niente. Ho cercato di fare tutto gradualmente, senza esagerare.

I chilometri che hai accumulato quindi sono più o meno gli stessi di sempre?

Quelli no, forse sono un po’ di più. L’anno scorso non sono uscita molto l’inverno anche perché eravamo sempre in pista o in palestra. E poi con il caldo, in ritiro, ho pedalato parecchio.

A Novo Mesto gli azzurri (Vittoria è la seconda da sinistra in piedi) hanno salutato la Pieters dopo la sua brutta caduta (foto FCI)
A Novo Mesto gli azzurri (Vittoria è la seconda da sinistra in piedi) hanno salutato la Pieters dopo la sua brutta caduta (foto FCI)
Prima ci hai detto della tua caviglia, come va?

All’inizio ho avuto una sensazione un po’ strana. Non stavo molto bene. Non riuscivo ad alzarmi sui pedali, il peso mi dava fastidio. Però è andata sempre meglio, l’unica cosa che ancora non va è che non riesco a sganciare bene il pedale infatti mi aiuto con la mano. Di solito sganciavo prima il piede sinistro e poi il destro. Adesso invece prima sgancio il destro e poi il sinistro, aiutandomi appunto con la mano. La torsione ancora mi dà un po’ fastidio.

E in pista la ruota fissa non ti ha dato problemi?

Tante differenze non le ho notate, poi sarà che avevo talmente tanta voglia di tornare in pista! Dopo le Olimpiadi ci avrò girato mezza volta e tornare sul parquet mi ha fatto piacere… Eravamo in Slovenia con Villa, Quaranta e Masotti. Era la prima volta che andavamo lì e devo dire che è anche una bella pista.

E a proposito di pista, in squadra come si pongono di fronte alla doppia attività?

Che io ci tengo l’ho sempre detto e col fatto che Montichiari non è agibile non ci stiamo andando due volte a settimana come l’anno scorso, quindi sto facendo meno attività. Però per me europei e mondiali sono un obiettivo a cui tengo e mi lasceranno spazio.

Vittoria, hai già un programma di gare?

Non so quando dovrò esordire, credo tra fine febbraio e inizio marzo. Lo saprò nelle prossime settimane.

Balsamo: «Benvenuto 2022, ma che bello il 2021!»

01.01.2022
4 min
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L’ultimo dell’anno, Elisa Balsamo l’ha passato sulla neve di Ponte di Legno. Il 2021 farà fatica a dimenticarlo. Non tanto per come era partito, ma sicuramente per come si è concluso. La vittoria di Leuven ha portato tutto con sé, trascinando via lo stress dell’avvicinamento alle Olimpiadi e quei giorni di tensioni conclusi con la rovinosa caduta nell’Omnium mentre un’egiziana le passava sopra.

Elisa ha trascorso l’ultimo dell’anno sulla neve: giornata perfetta!
Elisa ha trascorso l’ultimo dell’anno sulla neve: giornata perfetta!

Guardare avanti

La voce è squillante, le compagne di squadra e gli amici di sempre le hanno regalato una bellissima festa alla fine di novembre. E soltanto il… contatto sbagliato le ha impedito per precauzione di prendere parte al ritiro di dicembre della Trek-Segafredo.

«Avrò modo di rifarmi a gennaio – dice con una risata la piemontese, in apertura nella foto Trek-Segafredo – ma di sicuro è stato un anno più che positivo, soprattutto nella seconda parte. Non potevo chiedere di più. Certo, forse le Olimpiadi, ma nello sport ci insegnano che alla fine bisogna mandare giù e guardare avanti. E’ stato un anno molto impegnativo, in cui ho imparato tanto anche su me stessa…».

Nell’Omnium di Tokyo, la caduta che l’ha tagliata fuori dai giochi, da cui però è partita la riscossa
Nell’Omnium di Tokyo, la caduta che l’ha tagliata fuori dai giochi, da cui però è partita la riscossa

Il Giro e il Tour

La Trek-Segafredo l’avrebbe accolta con una bici nuova e bellissima e con raffiche di scatti fotografici per celebrare l’arrivo della campionessa del mondo, ma è rimasto tutto nel container.

«Della squadra – dice – mi sono fatto una bellissima idea. La prima percezione è quella di un ambiente molto professionale. Però nonostante la grande organizzazione, ho visto molta umanità. Nel modo in cui ci trattano e per come abbiamo parlato dei programmi. Inizierò a Valencia con una corsa a tappe, poi andrò al Nord per tutte le classiche, quindi farò Giro e Tour».

Alla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e Pogacar
Alla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e Pogacar

Il tetto del mondo

Sentiamo risuonare le parole di Elisa Longo Borghini prima e di Marta Bastianelli poi. Il ciclismo delle ragazze sta scalando la montagna. La fatica e le rivendicazioni delle ragazze di ieri hanno aperto la porta del WorldTour, del professionismo, della Roubaix e adesso del Tour. Ed Elisa è pronta per marciare nel futuro.

«Condivido le parole di Elisa e di Marta – conferma – stiamo lottando per raggiungere il professionismo a 360 gradi. I cambiamenti stanno arrivando e fa decisamente effetto pensare che correremo il Tour de France. Siamo cresciuti tutti guardandolo in televisione e pensare di partire da Parigi è davvero emozionante…».

Grinta Balsamo: vittoria in maglia iridata con le insegne Valcar nell’ultima tappa del The Women’s Tour
Vittoria in maglia iridata con le insegne Valcar al The Women’s Tour

Iride e Valcar

Dovrà farlo, come anche Alaphilippe, con la maglia iridata sulle spalle: una compagnia sicuramente squillante e importante, che ha già sperimentato nelle ultime settimane con la Valcar-Travel & Service.

«Non è una maglia semplice – ammette – ma se sei circondata dalle persone giuste, riesci a conviverci bene. La Valcar è stata l’ambiente ideale per questo debutto, la consiglierei a qualsiasi ragazza voglia debuttare nel ciclismo. Per me sono stati una seconda famiglia, in cui sono maturata poco per volta, lavorando bene, crescendo insieme. Parecchie ragazze sono partite verso team WorldTour, perciò vedo due strade. Potrebbero salire anche loro nel WorldTour, oppure diventare una squadra di crescita per le giovani. La categoria under 23 sta per nascere e avere la squadra giusta sarebbe fondamentale».

Primo gennaio, si possono mostrare le nuove immagini (foto Trek-Segafredo)
Primo gennaio, si possono mostrare le nuove immagini (foto Trek-Segafredo)

Natale in famiglia, l’ultimo dell’anno sulla neve. A 23 anni, questa ragazza ha già milioni di storie da raccontare, ma il bello è che mantiene il sorriso e lo sguardo di quando, ancora ragazzina, si affacciava sul grande mondo. E a pensarci bene, al di là dello spunto veloce e della lucidità in gara, sarà proprio questa normalità a portarla lontano.

Valcar, se ne va anche la Malcotti: direzione Stati Uniti

30.12.2021
5 min
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Quando chiama il WorldTour, bisogna avere la massima ricezione del cellulare per rispondere. E’ andata più o meno così a Barbara Malcotti, altra italiana che migra verso l’estero e la categoria più alta. La scalatrice classe 2000 (compirà 22 anni il prossimo 19 febbraio) dopo tre stagioni nella Valcar-Travel&Service passa al team statunitense Human Powered Health (ex Rally Cycling Women) con cui ha firmato un contratto biennale.

Nel 2022 la trentina di Storo (paesino qualche chilometro a nord del Lago d’Idro nella Valle del Chiese), che ora convive col fidanzato vicino a Conegliano, ha messo nel mirino due obiettivi: la crescita come atleta e la laurea in psicologia il prossimo novembre.

«In questo periodo in cui sono meno impegnata a casa – spiega la Malcotti, che è iscritta all’università di Bergamo – sto lavorando alla tesi. Mi piacerebbe farla su un particolare disturbo alimentare che ho già individuato e che mi ha molto incuriosito. Vi chiedo di non svelarlo per non rovinare la sorpresa ai miei professori. Se riesco vorrei fare una ricerca scientifica adattata al ciclismo femminile e in modo totalmente anonimo. Avrei già qualche contatto che si renderebbe disponibile. In caso contrario, per mancanza di tempo, farei una rassegna di sola letteratura, che ne ho già trovata tanta».

E così, anche Malcotti lascia la Valcar per passare nel WorldTour (foto Instagram)
E così, anche Malcotti lascia la Valcar per passare nel WorldTour (foto Instagram)

Per lei però – ce lo confida quasi ad inizio della nostra chiacchierata – la priorità ora ce l’ha il ciclismo. L’opportunità di correre e fare bella figura nel WorldTour è troppo grande per non dedicargli la maggior parte delle energie. Approfondiamo quindi il discorso.

Barbara, domanda di rito. Come sei arrivata alla Human Powered Health?

A settembre, dopo l’europeo U23 di Trento (in azione nella foto di apertura, ndr). In realtà ero già stata confermata dalla Valcar Travel&Service. Ma lo scout della squadra statunitense, che stava tenendo sotto osservazione altre ragazze della mia età, mi ha visto nella prova in linea e mi ha chiamata proponendomi l’ingaggio. Sono rimasta sorpresa e spiazzata. Ne ho parlato subito con Valentino Villa (il presidente della formazione bergamasca, ndr) che mi ha concesso di valutare e cogliere questa opportunità. Ho poi parlato anche con i diesse ed il team manager americani. E’ stata una scelta veloce perché loro volevano una risposta prima di inizio ottobre.

Questi tre anni in Valcar come sono stati?

Buoni, ringrazio Villa, Arzeni e tutti quanti per quello che hanno fatto per me. Sono cresciuta molto facendo tanta esperienza. Ho avuto il privilegio di stare con grandi campionesse e correre, ad esempio, con Elisa Balsamo che tutti sanno cos’ha vinto. Mi ha insegnato tanto Ilaria Sanguineti. Lei ha molta esperienza, è la donna-squadra al 100 per cento. Se devi avere un gregario al tuo fianco, lei è una garanzia, così come la è stata Silvia Pollicini.

Personalmente invece sembra che non siano state tutte belle stagioni…

Vero. Nel 2019, al primo anno elite, mi sono rotta il bacino il 25 maggio cadendo in discesa in gara in Spagna (all’Emakumeen Bira, ndr). Sette mesi ferma, recupero lunghissimo nel quale ho perso massa muscolare. Nel 2020, a fine febbraio alla Vuelta Valenciana, mi sono dovuta ritirare per un principio di overtraining. Il lockdown mi ha consentito di riprendermi, ma quando la stagione è ripartita avvertivo cattive impressioni di condizione. Solo alla Challenge by La Vuelta ho ritrovato davvero buone sensazioni. Ma ormai era novembre inoltrato e la stagione era finita.

Proprio gli europei di Trento, in cui ha aiutato Zanardi a vincere, sono stati la sua rampa di lancio. A destra il presidente Dagnoni
Proprio gli europei di Trento, in cui ha aiutato Zanardi a vincere, sono stati la sua rampa di lancio
Quindi nel 2021 come sei partita?

Inizialmente è stata un’incognita, pensavo fosse simile alla precedente. Tuttavia l’aver terminato in crescendo il 2020 mi ha stimolata a fare bene. All’Amstel mi sono staccata subito, ma non mi sono demoralizzata. Alla Liegi ho chiuso in buona posizione e ho preso motivazione per proseguire su quella strada. Mi ero sbloccata a livello mentale. Anche i miei studi mi hanno aiutata in questo, li ho applicati su di me. Prima ero diventata la paziente di me stessa. Sono rimasta delusa invece dal Giro che ho corso. Volevo farlo bene ma non è andata così.

Torniamo alla tua nuova squadra. Cosa sai di loro?

So che il loro obiettivo era formare un gruppo molto giovane con qualche ragazza esperta, presa per insegnarci a correre. Conosco bene solo Henrietta Christie (la neozelandese classe ’02 che quest’anno ha corso nella BePink, ndr), ma so che ci saranno qualche olandese e, fra le tante, la statunitense Kaia Schmid (nel 2021 tra le junior argento iridato su strada, argento nell’omnium o oro nell’eliminazione ai mondiali su pista, ndr). 

Hai già fatto un programma indicativo con i tuoi futuri tecnici?

Faremo un ritiro in Algarve dal 16 al 26 gennaio così potremo conoscerci meglio. Abbiamo già tracciato un po’ di calendario. Nella prima parte di stagione correrò al Nord. Freccia Vallone e Liegi su tutte, in cui vorrei fare bene. Poi Itzulia Women e Vuelta a Burgos prima del periodo di stacco in vista di luglio. Per il momento per me è previsto il Tour ma io vorrei correre il Giro Donne che è più indicato alle mie caratteristiche. E perché vorrei riscattare quello di quest’anno. Inoltre dovrei fare la Strade Bianche per la prima volta.

La nazionale è casa di Barbara Malcotti: qui in azione ai mondiali juniores di Innsbruck 2018
La nazionale è casa sua: qui in azione ai mondiali juniores di Innsbruck 2018
Barbara chiudiamo con uno sguardo al prossimo futuro. Cosa ti aspetti da te?

Nel 2022 l’idea è quella di essere di supporto alla squadra per ottenere riconoscenza in qualche gara di livello. Mi piacerebbe avere un po’ di carta bianca in qualche corsa WT quando ce ne sarà la possibilità. Su di me in generale l’obiettivo è quello, un giorno, di stare ed arrivare con le migliori. Un esempio di crescita e serietà che vorrei seguire è quello di Marta Cavalli. Siamo state compagne, la conosco e sono felicissima per la sua carriera. Diventare un’atleta come lei mi piacerebbe molto.