Medie sempre più alte? Risponde Slongo

31.01.2023
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Partiamo subito togliendo ogni dubbio. Una risposta chiara e secca a questa domanda non esiste. Dal 2001 ad oggi le medie si sono alzate in maniera costante in tutte le corse. Per approfondire questo argomento che fa balzare subito all’occhio l’interrogativo, Paolo Slongo preparatore della Trek-Segafredo, ci ha dato una mano per trovare una chiave di lettura. 

Forse una risposta semplice c’è. Ed è racchiusa in un pugno di variabili che paradossalmente ampliano il discorso su innumerevoli settori. A partire dallo sviluppo della tecnologia e dei materiali, fino all’aerodinamica dell’abbigliamento. E ancora, l’interpretazione delle corse e i percorsi in sé.

Banalizziamo il concetto, perché si va più forte?

Le considerazioni principali che faccio sono due. La prima, riguarda i materiali sempre più innovativi e performanti compreso l’abbigliamento che fino a qualche tempo fa non si curava. L’aerodinamica la si guardava solo sulle bici da crono, mentre adesso viene curata anche nel vestiario da strada, nel suo pacchetto completo. 

La seconda motivazione?

Negli ultimi anni il ciclismo è cambiato anche a livello di strategie di gara. Una volta quando andava via la fuga, il gruppo era più tranquillo e si organizzava con più calma. Adesso invece con i corridori sempre più preparati, si parte quasi come nei dilettanti. Quindi, medie alte fin da subito che poi vengono mantenute per tutta la corsa. 

C’era più tranquillità nella gestione della corsa…

La prima parte era sempre tranquilla, poi nella seconda parte ci si organizzava per aumentare il ritmo e vivacizzare la corsa. Nel ciclismo moderno, tante volte si fa fatica ad andare a chiudere sulla fuga. Se non ci si organizza per tempo e non la si tiene dentro i tre minuti si fa fatica a colmare il gap. 

Mads Pedersen in Norvegia durante una fase di test (@tyler wiles Trek)
Mads Pedersen in Norvegia durante una fase di test (@tyler Wiles Trek)
Le medie hanno cambiato anche il modo di prepararsi o è viceversa?

Per quanto riguarda la preparazione se io guardo neanche a troppi anni fa, ne bastano dieci, magari le squadre davano un po’ più di privilegio ai capitani. Lasciavano anche un po’ più tranquilli i gregari di fiducia per dare un’ulteriore copertura agli uomini di punta. Invece adesso è quasi uguale per tutti. Si va con l’intero roster a tutti i ritiri. Il livello generale si è alzato. Tutti curano l’alimentazione. Il gap tra gregari e capitani si è ridotto molto ma rimangono alcune differenze. Questo è un altro motivo che spinge le dinamiche di corsa ad essere sempre più competitive. Tante ore in fila indiana con i fuggitivi che non mollano un centimetro. 

Poi ci sono i velocisti che non si lasciano più scappare certe occasioni…

C’è molta attenzione da parte loro e delle rispettive squadre. Nei grandi Giri le volate si contano sulle dita di una mano e non se le fanno più scappare. Si cerca di controllare la corsa con medie alte e arrivare allo sprint compatti per concretizzare tutto il lavoro di giornata. 

Torniamo ai materiali, quali sono le svolte tecniche più incisive?

Le aziende in passato avevano un modello di bici. Altamente performante ma con caratteristiche ben definite e orientate. Adesso si ha la bici specifica per la pianura e quella progettata per la salita. Tutte le squadre vantano questo tipo di possibilità. Noi abbiamo la Madone, più filante, e l’Emonda, per le salite. Vengono quindi esaltate le caratteristiche in base al percorso. Ne beneficia tutto quello che abbiamo detto, riassumibile in velocità più alte. 

Il tubeless sta venendo sempre più utilizzato dai pro’ per scorrevolezza e affidabilità
Il tubeless sta venendo sempre più utilizzato dai pro’ per scorrevolezza e affidabilità
Per quanto riguarda le coperture?

Si studia tanto la scorrevolezza. I tubeless sono più performanti, affidabili e hanno una resistenza al rotolamento molto bassa. Una volta invece il concetto era contrario, tubolari con sezioni più strette. 

Hai citato l’abbigliamento, in che modo agevolano le alte velocità?

Fino a qualche anno fa l’abbigliamento era classico, pantaloncino e maglietta. Abbiamo tutti negli occhi le immagini di atleti con pieghe e piccole alette di tessuto causate da vestibilità non ancora estremizzate. Oggi si parte quasi tutti con il body, numero integrato e tessuti ingegnerizzati per avere un Rx basso. Il concetto della cronometro è quasi normalizzato anche per le corse in linea. Questo aiuta senza ombra di dubbio. 

Anche i caschi rientrano in questo discorso?

Certo, i caschi sono un altro dettaglio. Una volta c’era casco da strada e casco da crono. Adesso si ha quello da prova contro il tempo, poi uno per gli sprint più chiuso e aerodinamico e quello per le salite, più areato e leggero. Ulteriori dettagli che portano ai tanto nominati marginal gains. Due watt di là, due watt di qua, la somma finale porta ad avere un’ulteriore differenza. 

I test in galleria del vento sono sempre più ricorrenti per: bici, abbigliamento e materiali
I test in galleria del vento sono sempre più ricorrenti per: bici, abbigliamento e materiali
Anche la posizione in sella è un altro fattore?

La posizione in sella è forse ciò che riassume l’aspetto biomeccanico generale. Dalla posizione negli sprint alla continua ricerca della linea più aerodinamica. Questo incremento delle medie rappresenta la somma di tutto questo e dell’innalzamento del livello generale dove è sempre più difficile emergere con costanza. 

I percorsi sembra paradossale ma non incidono così tanto visto che ultimamente si parla di grandi Giri sempre più duri…

E’ normale che un Giro sia più facile e uno più duro. In quello che vinse Nibali nel 2013 dove pioveva e nevicava spesso si avevano medie più basse, ma l’aumento complessivo è stato così costante da escludere un’incidenza determinante da parte dei percorsi. 

Insomma, un insieme di variabili che portano tutte all’innalzamento delle medie?

La ricerca della performance in un ciclismo come quello che stiamo vivendo oggi, deriva dalla ricerca del dettaglio. Si cura l’allenamento e l’alimentazione e poi ci si dedica anche agli aspetti più meccanici. La media è un dato che conferma il lavoro e l’impegno rivolto al miglioramento di questa disciplina.