Preso il Tour of the Alps: ora la Ineos punta al Giro

21.04.2023
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BRUNICO – Arriva, per la seconda volta di fila, la fuga. Con Simon Carr che conquista l’ultima tappa della corsa trentina. La Ineos, invece, si porta a casa questa edizione del Tour of the Alps, i granatieri tagliano il traguardo tutti insieme, allineati e seri. Con un bel gesto di Tao Geoghegan Hart che dà una pacca sulla spalla a Thomas una volta tagliato il traguardo.

Sopra l’ammiraglia, in questi giorni, c’era Matteo Tosatto, il quale si avvicina all’ennesimo Giro d’Italia alla guida della Ineos Grenadiers. Quando si parla della formazione inglese non si può non annoverarla tra le favorite alla Corsa Rosa. Le settimane al via del Giro sono sempre meno, la tensione tra gli appassionati e gli addetti ai lavori sale. Dopo la vittoria della classifica generale al Tour of the Alps gli occhi saranno ancora di più addosso alla formazione britannica.

Simon Carr a Brunico ha regalato la vittoria alla EF Education Easy Post
Simon Carr a Brunico ha regalato la vittoria alla EF Education Easy Post
Tosatto, questo Tour of the Alps ha dato delle prime risposte?

Probabilmente sì, i ragazzi che hanno corso qui hanno tutti fatto un training camp in altura nelle settimane precedenti, sapevamo di arrivare con una buona condizione. Tao (Geoghegan Hart, ndr) ha vinto le prime due tappe, è stato in maglia dal primo all’ultimo giorno e penso che sia in ottima forma.

E’ arrivata qualche informazione in più in questi giorni?

La situazione è molto chiara, la cosa principale adesso è recuperare in vista del Giro. Anche le gerarchie sono certe: Geoghegan Hart è in ottima forma e Thomas migliora giorno dopo giorno, loro saranno i nostri capitani al Giro d’Italia.

Geoghegan Hart è andato forte, possiamo dire che lo avete ritrovato? 

Quest’anno è stato molto regolare, da febbraio ad oggi si è messo sempre in luce, sta acquistando un’ottima forma. Anche se al Giro manca ancora tanto, soprattutto all’ultima settimana, dobbiamo stare calmi e fare la migliore selezione.

Tanta salita e altrettanta fatica qui in Trentino…

Il Tour of the Alps è sempre una bella corsa per noi, ci sono tappe corte ma impegnative che ci danno una grossa mano a preparare il Giro al meglio.

Il percorso del Giro è particolare, con tre cronometro un po’ atipiche.

Tutti dicono che sono tre prove contro il tempo, io ne considero solamente due. L’ultima è una cronoscalata molto difficile, con una salita vera da fare al ventesimo giorno di corsa. Le prime due cronometro sono adatte ai nostri ragazzi se ci pensiamo bene. Però, mi sento di dire che con il livello che c’è non si potrà fare molta differenza. 

Le altre tappe come le hai trovate?

Impegnative, l’ultima settimana è davvero tosta. Ma anche prima non si scherza, la tredicesima frazione, con arrivo a Crans Montana, prevede due salite lunghe dove si toccano quote importanti. Lì si potrà fare la differenza, penso sarà un Giro aperto per molti corridori. 

Dove si può vincere questo Giro?

Il Giro d’Italia, in generale, si vince e si perde in salita, bisogna essere pronti nelle tappe impegnative e saper soffrire nei momenti in cui si dovrà farlo. 

Avete già evidenziato qualche tappa?

Abbiamo fatto delle ricognizioni, penso che si debba partire bene e stare lontani dai pericoli. La prima tappa spartiacque sarà quella di Crans Montana e l’ultima settimana in toto. I ragazzi affronteranno delle salite davvero impegnative, la storia poi insegna che negli giorni finali, si può perdere il Giro ovunque, anche su una salita al cinque per cento. 

Il percorso si avvicina molto alle caratteristiche di Arensman, il vostro ultimo acquisto, come lo gestirete?

E’ al primo anno con noi e non è facile adattarsi ai metodi di lavoro di una nuova squadra. Ha fatto una prima parte di stagione correndo in supporto dei suoi compagni, sicuramente, come dicevamo, fare il Giro accanto a Thomas gli sarà utile. Si tratta di un’esperienza importante da portare a termine ed avrà l’occasione di imparare molto. E’ cresciuto anche lui con il passare delle tappe, ha avuto un po’ di problemi post altura.

A differenza dello scorso anno vi presenterete con più di un capitano?

E’ fondamentale avere una “carta di scorta”. Fare un Giro per provare a vincerlo con tre o quattro capitani è difficile, tuttavia penso che avere due ragazzi che partono allo stesso livello sia importante. Poi la strada dirà chi è il più forte, le gerarchie si decideranno insieme loro e con lo staff. 

Avete due corridori, Thomas e Geoghegan Hart, che hanno già vinto dei Grandi Giri, quanto è importante avere questo tipo di esperienza?

Sarà assolutamente un punto di forza per noi, partire con un corridore che ha già vinto un Tour de France (Thomas, ndr) e l’altro che ha vinto il Giro (Geoghegan Hart, ndr) ci rende più tranquilli per la gestione della corsa. Poi ripeto, saranno le gambe a fare la differenza, vedremo ai momenti cruciali come ci arriveremo.

Pellizzari: grandi sogni in salita, poi l’amara discesa

20.04.2023
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PREDAZZO – Questa mattina Giulio Pellizzari faceva girare velocemente le gambe sui rulli, al riparo dalle poche gocce che bagnavano Rovereto, alla partenza della quarta tappa del Tour of the Alps. Roberto Reverberi, team manager della Green Project Bardiani CSF Faizanè, rimproverava bonariamente il giovane marchigiano che scherzava con gli altri membri dello staff. «Scaldati seriamente – diceva – che oggi devi provare ad andare in fuga».

Occhi al cielo dopo il traguardo, Pellizzari per un momento ha creduto davvero di poter vincere
Occhi al cielo dopo il traguardo, Pellizzari per un momento ha creduto davvero di poter vincere

Davanti a tutti, tra i grandi

Pronti via inizia il collegamento, e tra i numeri che si sentono snocciolare da Radio Corsa c’è il 94, quello del classe 2003. Si muove nel folto gruppetto e rimane guardingo, una volta calati gli occhiali sul viso la concentrazione sale. La corsa procede ed i minuti di vantaggio rimangono sempre tra i tre ed i quattro, si capisce che oggi il gruppo lascerà fare

All’inizio della salita finale, quella di Passo Pramadiccio, Pellizzari si muove ed esce allo scoperto insieme a Muhlberger e Traaen. Il giovane della Green Project poi si toglie di ruota i due compagni di fuga e pedala forte. Le mani si fanno rosse ed il respiro pesante, scollina in solitaria ma nella discesa viene ripreso dai due inseguitori. In volata viene poi battuto da Muhlberger e Traaen, ed un pugno sbatte sul manubrio della sua De Rosa, la delusione c’è.

Una volta tornato al pullman la tristezza è andata via insieme alla fatica, rimane l’emozione di questa grande giornata
Una volta tornato al pullman la tristezza è andata via, rimane l’emozione di questa grande giornata
Giulio, ci hai creduto?

Sì, ci ho creduto davvero, voi c’eravate al Recioto, quando ho perso la volata a due con Graat. Quella sera non ho chiuso occhio perché avevo buttato via una grande occasione, ed oggi non dormirò ugualmente. 

Hai provato ad allungare fin dall’inizio del Passo Pramadiccio.

Avevo visto, anche nella salita precedente (Passo Sommo, ndr) che i miei compagni di fuga erano più forti di me in discesa. Mi ero ripromesso di guadagnare più tempo possibile, ma non è bastato, peccato davvero. 

Quella salita da solo com’è stata?

Bella, uno spettacolo incredibile. Avere la gente che mi incitava ed urlava il mio nome mi faceva venire la pelle d’oca. 

Avere alle spalle tutti quei grandi nomi che cosa ti ha fatto provare?

Emozioni bellissime, davvero. E’ tutta la settimana che mi sento così e questa sensazione, per fortuna, me la godrò anche domani. 

La salita poi dopo il cartello del GPM non finiva più…

Quando ho guardato verso destra ed ho visto che la strada continuava ad andare su ho detto «cavolo! Non è mica finita». Però ero lì, pensavo solo a spingere forte e mettere secondi tra me e quelli dietro. 

Ora hai altri obiettivi?

Posso dirlo con certezza, vista la mia condizione, soprattutto dopo la giornata di oggi: al Giro d’Italia under 23 punterò alla maglia rosa. Anche perché lì in discesa non si va così forte. Quella di oggi era la quarta tappa e stavo meglio della prima.

In partenza quando ti abbiamo chiesto come stessi hai detto che eri affaticato, hai bluffato?

No no – dice con una risata – diciamo che la stanchezza oggi c’era davvero. Ne parlavo stamattina con Henok (Mulubhran, ndr) il mio compagno di fuga, mi ha risposto che tutti hanno male alle gambe, si gioca su chi ne ha di meno. Ho dimostrato di stare bene e sono contento, ed avrò modo di riprovarci, proprio dal Giro U23.

La discesa

Sulle prime curve si era subito visto che Pellizzari fosse in difficoltà, i due inseguitori ci hanno messo poco a tornare sulle ruote del marchigiano. Una volta raggiunto Muhlberger gli ha fatto un cenno della mano come per dire a Pellizzari: «vieni con noi». L’austriaco poi ha vinto la tappa. 

«Ero molto sorpreso di vederlo lì – racconta in sala stampa – ha un grande futuro davanti, ha solo 19 anni. Ha corso con grande forza in una salita difficile come l’ultima che abbiamo affrontato, dove ad un certo punto c’è stato anche vento in faccia. Il mio gesto è stato per dargli credito, per ciò che ha fatto vedere in salita, non è facile essere così giovani, essere qui e correre nel modo in cui ha fatto lui oggi».

Cepeda: dopo la Drone Hopper, il vero inizio con la EF

20.04.2023
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SAN VALENTINO BRENTONICO – Le strade del Tour of the Alps ce lo hanno fatto scoprire qualche anno fa e lui in questi giorni ci ha rinfrescato la memoria con le sue azioni in montagna. Jefferson Cepeda ieri sull’ascesa che portava al traguardo di San Valentino di Brentonico ha acceso la miccia raccogliendo un terzo posto che probabilmente meritava di più.

E’ contento tuttavia lo scalatore 24enne perché è come se avesse ricominciato quasi da zero. Cepeda è ripartito dalla EF Education-EasyPost lo scorso agosto quando la Drone Hopper, certa ormai del forte ridimensionamento, lo ha lasciato libero di andare altrove. Solo quattro gare negli ultimi mesi del 2022 giusto per ambientarsi nel team statunitense, ma la prima vera stagione si può considerare quella attuale.

Cepeda ha attaccato nel finale della terza tappa per stanare la Ineos. Ne ha approfittato Kamna
Cepeda ha attaccato nel finale della terza tappa per stanare la Ineos. Ne ha approfittato Kamna

All’attacco

Per parlare con il piccolo ecuadoriano (1,64 metri di altezza per 56 chilogrammi) abbiamo atteso il post tappa e che scendesse dal podio delle premiazioni. Al “TotA” Cepeda guida la graduatoria dei GPM e davanti a sé ha ancora il terreno, tra oggi e domani, per replicare o migliorare il piazzamento di ieri.

«E’ stata una corsa molto buona – spiega – perché nel finale avevamo buone gambe. Abbiamo provato qualcosa di importante attaccando a quattro chilometri dalla fine. Non siamo riusciti a conquistare la tappa, ma siamo contenti del risultato. Il mio lavoro è sempre in funzione di Hugh (Carthy, ndr) ma l’idea era di fare faticare la Ineos, facendoli uscire allo scoperto. Dovevo un po’ smuovere le acque. In parte ce l’abbiamo fatta. Nel finale di tappa la Bora-Hansgrohe ha seguito la mia iniziativa e ne ha approfittato con Kamna prima e con Vlasov poi, che mi ha saltato negli ultimi metri (i due si sono piazzati rispettivamente primo e secondo al traguardo, ndr)».

Scoperto da Savio

Cepeda è uno dei tanti ragazzi scoperti da Savio in Sud America: l’ingaggio nel 2020 nell’allora Androni Giocattoli diventata poi Drone Hopper e poi sprofondata per le note vicende. Jefferson si è trovato a passare da una formazione professional con ambizioni importanti ad una formazione WorldTour che il proprio dovere lo fa sempre ogni anno.

«La Drone Hopper – ricorda – era una squadra molto valida, dove ho appreso molto e dove c’era tantissimo talento grazie a Gianni Savio. Proprio lui mi ha dato la possibilità di correre prendendomi giovane da una piccola formazione ecuadoriana. Ho imparato a correre, soprattutto nei finali di gara o nei momenti più concitati. Ad esempio nel 2021 mi aveva portato qui al Tour of the Alps dove ho vinto la maglia bianca di miglior giovane, chiudendo al quarto posto assoluto. E’ merito di Gianni se conosco molto bene questa gara. Infatti adesso mi stanno tornando comodi i suoi insegnamenti.

«Adesso invece – continua – sono in una squadra grande dove mi trovo bene. Speravo che il WorldTour fosse un po’ meno difficile, ma mi sono adattato molto bene con la EF. I miei compagni sono stati grandiosi nell’aiutarmi nell’inserimento. Credo di aver fatto un passo in avanti, ma non mi sento più forte di prima. Sono contento del percorso di crescita che sto facendo. Non so cosa potrò fare perché mi sto riscoprendo nuovamente».

Cepeda, scoperto da Savio, è passato alla Androni nel 2020, dopo due stagioni nel Team Ecuador
Cepeda, scoperto da Savio, è passato alla Androni nel 2020, dopo due stagioni nel Team Ecuador

Per sé e per l’Ecuador

Cepeda è pronto a correre il suo quarto Giro d’Italia. Il Tour of the Alps è l’ultima frazione di avvicinamento, ma i suoi obiettivi sono votati sia alla causa di Carthy, capitano designato alla corsa rosa (ed attualmente secondo nella generale del “TotA”), sia a quella della sua patria.

«Adesso voglio fare molto bene al Giro – prosegue – l’intenzione è quella di puntare alle tappe. La classifica la cureremo con Hugh ed io sarò in suo supporto con tutto il resto della squadra. Gli obiettivi della seconda parte di stagione li vedremo dopo, a fine Giro. Stiamo correndo bene in generale, sempre davanti e questo è importante per tutto. Ora voglio difendere la maglia azzurra, sperando di portarla fino alla fine. L’obiettivo principale resta comunque la generale però vincere la classifica degli scalatori sarebbe ugualmente un buon punto a nostro favore».

Jefferson Cepeda, EF Education Easy Post, Tour of the Alps
Cepeda (mentre si disseta) alla EF ha trovato i suoi connazionali Carapaz e Caicedo
Cepeda (mentre si disseta) alla EF ha trovato i suoi connazionali Carapaz e Caicedo

«Siamo pochi corridori in Ecuador – conclude con un sorriso – ma tutti forti. Qui alla EF siamo in tre. Oltre a Carapaz che è il più famoso di noi, c’è anche Jonathan Caicedo, che vinse la tappa dell’Etna al Giro 2020. Naturalmente sono molto felice di rappresentare il mio Paese insieme a loro. Vogliamo essere presi da riferimento dai nostri giovani. Mi piacerebbe che in futuro ci fossero sempre più corridori ecuadoriani grazie a noi. Anzi spero che questo avvenga nel giro di pochi anni».

Intervista sul Garda, parlando del Giro con Fabbro

20.04.2023
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Lennard Kamna ha vinto la terza tappa del Tour of the Alps, un’azione coordinata, della Bora Hansgrohe, in maniera perfetta, che ha portato ad una doppietta visto il secondo posto di Vlasov. Tra i corridori che si sono spesi per portare a casa questa vittoria di tappa c’è Matteo Fabbro. Il friulano ha aperto le danze alzando il ritmo quando di chilometri al traguardo ne mancavano ancora sei. Dopo l’arrivo chiede al massaggiatore chi abbia vinto, quando gli viene detto il nome di Kamna va via contento. 

Quattro parole in hotel

Con Fabbro siamo rimasti d’accordo che ci saremmo visti poco dopo in hotel, l’aria in cima al traguardo di San Valentino si stava facendo fredda. Meglio ripararsi e schizzare ai pullman per una doccia calda e rinviare l’intervista al tardo pomeriggio. La discesa che porta all’hotel Angelini, ad Arco, ad un certo punto apre uno scorcio sul Lago di Garda, azzurro ed illuminato dai pochi, ma caldi raggi di sole. 

«Per fortuna abbiamo vinto – dice con una risata il corridore della Bora – ne avevamo bisogno. E’ un successo importante, sia per noi come squadra che per i capitani, un modo per ricostruire un buon feeling in vista del Giro. Ora vedremo cosa succederà da qui alla fine, anche se le tappe più dure dovrebbero essere alle spalle. Kamna e Vlasov saranno i due capitani designati per il Giro d’Italia e ci siamo preparati duramente a Sierra Nevada. Siamo appena scesi dopo un paio di settimane di lavoro intenso, precedentemente, a fine febbraio, eravamo al Teide. Insomma, negli ultimi mesi ci siamo dati da fare».

Dopo il traguardo Fabbro si copre prima di scendere ai bus, l’aria in cima a San Valentino Brentonico è frizzante
Dopo il traguardo Fabbro si copre prima di scendere ai bus, l’aria in cima a San Valentino Brentonico è frizzante

Tanti occhi addosso

L’anno scorso la Bora-Hansgrohe ha vinto la corsa rosa in sordina, senza i favori del pronostico. In questa edizione non saranno di certo sottovalutati, questo i corridori lo sanno bene. 

«Vincere non è facile, ripetersi è ancora più difficile – afferma Fabbro – partiamo con due capitani designati: Kamna e Vlasov. Nel 2022 erano in tre, alla fine è uscito Jay Hindley, che se vogliamo era l’ultimo dei capitani. Quest’anno sarà un Giro diverso, con tanti chilometri a cronometro, staremo un po’ a vedere. Nella prima settimana potremmo trovarci indietro, perché i nostri avversari, Roglic ed Evenepoel in primis, vanno forte nelle prove contro il tempo.

«Sarà l’ultima settimana quella davvero decisiva, e non farà sconti a nessuno. Sarà ancora più dura rispetto al 2020, e già quella era molto impegnativa. La cronoscalata alla penultima tappa potrebbe ribaltare ogni verdetto, anche un minuto di vantaggio rischia di non bastare. La salita che porta a Monte Lussari non l’ho ancora provata quest’anno, però essendo vicino a casa mia, in Friuli, ho avuto modo di farla qualche volta».

Il friulano si è messo a lavorare a metà salita, è in cerca della miglior condizione, ieri le sensazioni erano positive
Il friulano si è messo a lavorare a metà salita, è in cerca della miglior condizione

Prendere le misure

Già sull’arrivo di San Valentino Brentonico la Bora ha agito in forze per fare la corsa. Si sono messi a misurare la febbre ai propri avversari e anche a se stessi, per vedere a che punto fosse la condizione dopo il periodo di lavoro a Sierra Nevada. 

«Dal canto mio – racconta il friulano seduto nella hall dell’hotel – sono in un momento un po’ particolare. Nell’ultimo mese sto soffrendo di un’allergia che mi sta facendo faticare più del dovuto, ce l’ho da sempre, ma quest’anno mi è uscita particolarmente forte. La scorsa settimana sono stato al centro Redbull a Salisburgo per fare una serie di test. Oggi, finalmente stavo bene, ho deciso io di iniziare a lavorare presto perché non ero sicuro di quanto riuscissi a resistere in gruppo.

«Non sono ancora al massimo, spero di migliorare e di avere le risposte che cerco, anche dai test fatti. Al Giro mancano ancora due settimane, venerdì finiamo di correre e faremo degli allenamenti di rifinitura per presentarci al meglio il 6 maggio alla partenza da Fossacesia».

Fabbro ha definito Gasparotto un artista in ammiraglia: quali tattiche starà preparando il diesse in vista del Giro?
Fabbro ha definito Gasparotto un artista in ammiraglia: quali tattiche starà preparando il diesse in vista del Giro?

Tattiche e spunti

Nel 2022 la Bora iniziò a lavorare ai fianchi il gruppo dalla tappa di Torino: non fu un attacco evidente, ma efficace. Un modo per scalfire piano piano le certezze degli avversari, fin da lontano. 

«In queste due settimane tra il termine del Tour of the Alps ed il Giro d’Italia – conclude Fabbro – andremo a vedere qualche tappa. Probabilmente vedremo quelle nella zona di Brunico, ma potremmo fare la ricognizione in macchina. Nei mesi scorsi siamo stati a visionare la cronometro di Cesena e le Tre Cime di Lavaredo. Non abbiamo ancora deciso quale tappa potrà essere quella da battezzare. Anche perché in ammiraglia abbiamo un’artista come “Gaspa” (Enrico Gasparotto, ndr). Lui si sveglia la mattina e decide la tattica da fare. Sicuramente studieranno qualcosa, anche per attaccare gli squadroni come Soudal-Quick Step e Jumbo-Visma che si presenteranno agguerriti. Hanno dimostrato già dal Catalunya di essere forti, hanno letteralmente dominato la corsa spagnola.

«Noi arriviamo al Giro con due corridori, Vlasov e Kamna, che si difendono a cronometro e in salita sanno andare forte. L’anno scorso partivamo sfavoriti e abbiamo vinto, quest’anno staremo a vedere. Non saremo la squadra che tutti guardano, ma siamo attrezzati per fare bene. Per quanto riguarda il mio ruolo, posso dire che se starò bene farò il rifinitore, colui che starà con i capitani fino all’ultimo in salita, con il focus di arrivare il più fresco possibile all’ultima settimana».

Tour of the Alps, a Renon il secondo timbro di Tao

18.04.2023
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RENON – «Grazie per il complimento, ma sono magro come gli altri anni. Forse sembriamo più in forma del solito quando vinciamo». Tao Geoghegan Hart ha appena vinto anche la seconda tappa del Tour of the Alps e ci risponde col sorriso in conferenza stampa quando, fra le tante considerazioni, gli facciamo notare che appare più tirato che in passato.

La condizione psicofisica del 28enne della Ineos Grenadiers parla chiaro fin da inizio stagione. Finora ha disputato solo gare a tappe ottenendo risultati e prestazioni importanti. Terzo nella generale alla Valenciana con una vittoria, sesto alla Ruta del Sol ed ancora terzo alla Tirreno-Adriatico con due podi parziali. Ora due successi su due al Tour of the Alps, diventata ormai la sua corsa in cui ha percentuali da cecchino. Sette frazioni disputate (su due partecipazioni) e quattro vittorie. Anche per questo Tao è decisamente sereno e di buon umore davanti a penne e taccuini nel post-gara.

Tao vince anche a Renon dopo il successo ad Alpbach nella prima tappa
Tao vince anche a Renon dopo il successo ad Alpbach nella prima tappa

Ieri e oggi

L’arrivo a Renon sulla pista esterna di pattinaggio della Ritten Arena, al termine di una salita spezzata in tre tronconi, è un affare a nove uomini. Tao bissa il sigillo di ieri rafforzando la maglia verde di leader grazie al solito “lavorone” della sua Ineos, anche se dopo la linea sembra contrariato per qualcosa.

«Le difficoltà tra ieri e oggi – spiega subito il vincitore del Giro d’Italia del 2020 – sono state simili. I miei compagni mi hanno aiutato a controllare la corsa, senza far prendere troppo spazio alla fuga. Sono orgoglioso di loro. D’altronde come non potrei esserlo, basta guardare chi sono i nomi. Al mio servizio, per esempio, c’è uno che ha vinto il Tour de France (riferendosi a Geraint Thomas, ndr), poi altri ragazzi che hanno vinto tanto in carriera, compreso De Plus che per me è il miglior gregario in salita. Siamo la squadra più forte ».

Dopo l’arrivo Geoghegan Hart e Haig (secondo al traguardo) si chiariscono sul finale di tappa
Dopo l’arrivo Geoghegan Hart e Haig (secondo al traguardo) si chiariscono sul finale di tappa

«Appena tagliato il traguardo – confessa Geoghegan Hart – non ero arrabbiato né con Haig (secondo al traguardo, ndr) né con nessun altro. Diciamo che gli ultimi 300 metri non mi hanno entusiasmato. Gall (austriaco della Ag2R Citroen, ndr) è caduto in curva prima che entrassimo nell’arena e mi sono un po’ spaventato. Mi è dispiaciuto perché non voglio che nessuno cada o si faccia male. Sappiamo quanto una caduta o una curva talvolta possano cambiare tutto. Mi piace tanto il Tour of the Alps e mi piace tanto la sua organizzazione ma forse questo finale non è stato il top. In ogni caso non vogliamo che sia questo episodio a sporcare una giornata perfetta».

Nelle prime due tappe del Tour of the Alps, la Ineos Grenadiers ha lavorato tanto in salita
Nelle prime due tappe del Tour of the Alps, la Ineos Grenadiers ha lavorato tanto in salita

Vista sul Giro

Appena entra in sala stampa, Tao guarda fuori dalla finestra il panorama dell’altopiano di Renon e del Massiccio dello Sciliar. Queste montagne gli piacciono proprio, ha un legame forte col Trentino-Alto Adige ma all’orizzonte c’è il Giro d’Italia, il suo obiettivo.

«Dopo il Tour of the Alps – racconta – farò qualche giorno di riposo, poi riprenderò il programma di allenamenti in vista del Giro. Adesso mi sento bene e in questi due giorni sono stato attento a non spingere a fondo. Sono stato paziente nel gestire gli ultimi chilometri e se farò altrettanto al Giro, allora credo che potrò fare molto bene. Il primo step sarà quello di passare indenne le prime dieci tappe, tra i vari eventuali problemi che possono capitare in una gara del genere. Troppo avanti di condizione? No, non direi. Stavo bene alla Tirreno come adesso, non vedo perché non dovrei stare bene anche fra un mese e per tutto maggio».

Geoghegan Hart ringrazia uno sfinito De Plus. Per Tao l’olandese è il miglior gregario in salita
Geoghegan Hart ringrazia uno sfinito De Plus. Per Tao l’olandese è il miglior gregario in salita

«Ogni gara ha la propria difficoltà – prosegue Geoghegan Hart – e noi dobbiamo essere bravi ad adattarci. Nel ciclismo moderno le corse si aprono molto prima e possono cambiare più in fretta. Adesso penso ai prossimi giorni del Tour of the Alps che non saranno semplici poi guarderò alle tappe del Giro. Preferisco studiarle più sotto data perché quando l’ho fatto con anticipo le mie aspettative sono state disattese. Ad esempio ieri su Facetime la mia fidanzata mi ha chiesto come fosse la tappa di oggi ed io le ho risposto che non era troppo impegnativa. Invece sono stato smentito, ma anche sorpreso.

«Amo il vostro Paese – conclude Tao abbozzando un italiano molto basico ma abbastanza comprensibile – perché c’è una grande cultura ciclistica. Per me Italia e ciclismo è sempre stato un binomio stretto. Il ciclismo è uno sport che regala grandi emozioni e corro sempre con l’idea di proteggere la storia di questo sport. E poi, se non lo sapete, ho una zia di Pinzolo… quindi per uno nato a Londra, potete immaginare cosa rappresentino per me questi paesaggi di montagna».

L’affidabilità di Vittoria al servizio del TotA

17.04.2023
3 min
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Scatta oggi con la Rattenberg-Alpbach l’edizione numero 46 del Tour of the Alps. Complessivamente saranno cinque le tappe che porteranno il gruppo attraverso l’Euregio Tirolo, l’Alto Adige e il Trentino fino all’arrivo finale di Brunico previsto per venerdì 21. Per il quarto anno consecutivo sarà il Servizio Corse Vittoria a garantire l’assistenza neutra agli atleti in gara.

A seguito degli atleti ci saranno tre auto equipaggiate con biciclette e ruote
A seguito degli atleti ci saranno tre auto equipaggiate con biciclette e ruote

Assistenza top

Per garantire un servizio ai massimi livelli, Vittoria porta sulle strade del Tour of the Alps un team di professionisti estremamente qualificato. Importante anche il “parco mezzi” a loro disposizione: tre auto equipaggiate con biciclette e ruote che montano i migliori pneumatici Vittoria, un bus a sostegno dei team e una moto e delle vetture a seguito della carovana del TotA. 

Grazie al collegamento diretto con Radio Corsa e i giudici, per i tecnici Vittoria sarà possibile intervenire tempestivamente a supporto di tutti gli atleti che richiederanno assistenza in gara.

Parte oggi la 46ª edizione del Tour of the Alps: il via proprio alle 11,45 da Achenrain
Parte oggi la 46ª edizione del Tour of the Alps: il via proprio alle 11,45 da Achenrain

La tutela degli atleti

La decisione di affidarsi per il quarto anno consecutivo al Servizio Corse Vittoria conferma ancora una volta uno dei principali obiettivi degli organizzatori del Tour of The Alps: garantire il massimo della tutela per gli atleti in gara. A confermarlo è lo stesso Giacomo Santini, Presidente del GS Alto Garda, che organizza il TotA:

«La sicurezza – racconta – è un aspetto fondamentale di un evento ad alti livelli. E’ quello che consente a ciascuna componente di dare il massimo e offrire il miglior risultato tecnico e spettacolare. Il TotA ha introdotto negli anni concetti innovativi, come quello degli hotspot ed il team di intervento sul percorso a traffico chiuso, ma il lavoro del Servizio Corse Vittoria rappresenta una certezza indispensabile per noi, come organizzatori, come per tutte le squadre e gli atleti in corsa».

Vittoria Air-Liner
A disposizione degli atleti ci saranno anche i Vittoria Air-Liner Road
Vittoria Air-Liner
A disposizione degli atleti ci saranno anche i Vittoria Air-Liner Road

C’è anche l’Air-Liner Road

Al Tour of the Alps sarà possibile toccare con mano uno dei prodotti più innovativi di Vittoria. Stiamo parlando dell’Air-Liner Road, l’inserto riutilizzabile che migliora le prestazioni e l’affidabilità degli pneumatici tubeless-ready da strada. Questo particolare inserto con una forma ad anello e sezione esagonale previene lo stallonamento del copertone dal cerchio e favorisce la tenuta di pressione in caso di foratura.

A parlare dell’importanza della collaborazione con il Tour of the Alps è Bruno Tecci, Global Marketing Director di Vittoria.

«Siamo felici di proseguire la nostra partnership col Tour of the Alps – racconta – un appuntamento che si svolge nel periodo dell’anno più carico di aspettative per tutti i ciclisti appassionati. E’ proprio in questo ambito che un’azienda come Vittoria vuole avere un ruolo fondamentale e unico. Non solo attraverso i migliori pneumatici del mondo ma anche con ogni possibile soluzione in grado di migliorare l’esperienza in bici, come nel caso degli inserti Air-Liner Road, capaci di incrementare le prestazioni in generale e di aiutare in caso di problemi. Tutto questo è possibile grazie all’approccio che adottiamo e che definiamo The Ride Ahead, ossia cercare di migliorarci sempre».

Vittoria

Suzuki partner e auto ufficiale del Tour of the Alps

13.04.2023
3 min
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Salite, campioni, spettacolo e non solo… Il Tour of the Alps nasce da un’intesa, quella fra i tre territori dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, fondata su valori forti e condivisi, che saranno ancora al centro dell’esperienza di atleti, addetti ai lavori a appassionati dal prossimo 17 e fino al 21 di aprile. E proprio fra questi valori, il rispetto dell’ambiente e la tutela di un territorio prezioso come quello alpino sono tematiche presenti in ogni scelta degli organizzatori del G.S Alto Garda: non ultima quella dei mezzi in corsa.

Suzuki fornirà al Tour of the Alps 18 mezzi con alimentazione ibrida
Suzuki fornirà al Tour of the Alps 18 mezzi con alimentazione ibrida

Una flotta di 18 veicoli

E proprio il tema della sensibilità ambientale è difatti al centro della preziosa partnership che anche quest’anno lega il Tour of the Alps a Suzuki, che nel 2023 è ancora l’auto ufficiale dell’evento ciclistico euro-regionale. Suzuki mette a disposizione degli organizzatori il meglio della propria tecnologia Hybrid, e lo staff del Tour of the Alps potrà così contare su 18 veicoli con alimentazione ibrida. 

La casa di Hamamatsu “viaggerà” in corsa con una flotta di Vitara Hybrid, Swace Hybrid e Across, capaci di combinare un basso impatto ambientale ad un elevato piacere di guida. In modo particolare, il modello Swace Hybrid consente al conducente di selezionare manualmente la funzione EV per affrontare tratti di strada completamente ad alimentazione elettrica e senza emissioni di CO2.

Quest’anno al Tour of the Alps debutterà anche la novità Suzuki Lounge: l’hospitality su tre livelli predisposta sul traguardo dall’organizzazione espressamente voluta per integrare ancora meglio la presenza dell’azienda nel luogo in cui la manifestazione accoglie i suoi ospiti più prestigiosi.

La tecnologia è Hybrid

«Suzuki è onorata di essere stata scelta da Tour of the Alps – ha commentato Massimo Nalli, il Presidente di Suzuki Italia – una competizione che miscela in modo unico amore per lo sport e per la vita attiva a stretto contatto con la natura: tutti elementi che sono alla base anche della filosofia Suzuki. La nostra flotta accompagnerà il Tour of the Alps nel suo percorso unico, mettendo in pratica quegli ideali di libertà e rispetto gli uni per gli altri, su strada come nella quotidianità in generale».

«Siamo orgogliosi della collaborazione che ci unisce a Suzuki – ha ribattuto Giacomo Santini, il Presidente del Gs Alto Garda – una partnership basata su alcuni dei valori fondanti dell’alleanza euro-regionale, come la tutela del territorio e il rispetto dell’ambiente. E’ bello veder crescere di anno in anno l’intesa e la comunanza di visioni con un partner che ha creduto con forza nel ciclismo ed è stato protagonista di esperienze importanti: significa che non solo la nostra amicizia, ma anche la nostra organizzazione sta andando nella giusta direzione».

Suzuki

Alé e SPORTLER presentano TotA, la maglia replica del Tour of the Alps

22.03.2023
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Una serie limitata che omaggia il Tour of the Alps con una replica della maglia ufficiale di leader della classifica generale. Alé ha creato in sinergia con SPORTLER BIKE, sponsor ufficiale della corsa, un kit composto dalla TotA 2023, dal cappellino e un copricollo. Tutti colorati ovviamente di verde con una grafica strizza l’occhio alle spigolose cime delle montagne attraversate dal percorso. 

Cura dei dettagli e tecnicità per qualsiasi sfida

Maglia a manica corta

Una maglia ambita dai pro’ che battaglieranno ad aprile sui passi mitici delle salite toccate dal Tour of The Alps. Grazie a questa collaborazione tra SPORTLER e Alé, l’ambizione diventa realtà anche per gli appassionati. Sarà infatti possibile acquistare la maglia e vestirla per affrontare le proprie uscite. Il capo è a manica corta leggera, appartiene alla linea PR-R, riferimento Alé per l’abbigliamento custom, ed è realizzata in tre tessuti differenti. 

Il corpo, in Double-Face, mantiene la traspirazione e l’asciugatura in perfetto equilibrio. Le maniche a taglio vivo consentono un’aderenza perfetta senza costrizioni. Infine le bande laterali in mesh donano una maggior ventilazione e leggerezza. Dettagli che regalano alla maglia una termoregolazione costante a seconda dell’intensità dello sforzo. Le taglie disponibili vanno da S a 2XL. La TotA è acquistabile sul sito SPORTLER ad un prezzo di 89,95 euro. E’ possibile trovarla anche presso lo SPORTLER Bike Bolzano, lo SPORTLER Bike Peschiera e i punti vendita SPORTLER DI Treviso, Innsbruck, Trento e Brunico. Durante il Tour of The Alps sarà possibile acquistarla presso i villaggi di partenza e arrivo della corsa.

Cappellino e copricollo

A rendere il kit ancora più immersivo e a un passo dai pro’, ci sono i due accessori che riprendono il colore e la grafica della maglia ufficiale. Il primo è il copricollo in microfibra elasticizzata molto leggera e compatta, piacevole al contatto con la pelle. Il tessuto è traspirante e si asciuga molto rapidamente. Può essere indossato come sciarpa, maschera per il viso, protezione solare, foulard o sotto il casco. Il prezzo è di 19,95 euro. 

Si aggiunge alla collezione in edizione limitata c’è il cappellino in cotone ideale per proteggersi dal sole ma anche come protezione aggiuntiva sotto il casco. Realizzato con un tessuto che ne garantisce leggerezza e una naturale traspirabilità ovunque ci si trovi. Ideale anche per impedire l’entrata degli insetti, la visiera è regolabile per un ulteriore protezione dai raggi solari. Il prezzo è di 24,95 euro. 

A completare la linea replica del Tour of the Alps ci sono i pantaloncini TotA. Un modello che offre equilibrio tra comfort e prestazioni. La leggerezza e la resistenza di questo pantalone sono le sue caratteristiche principali. Il prezzo è di 99,95 euro.

Alé

Sportler

Carboni “inviato speciale” tra le fila della Kern Pharma

07.03.2023
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Giovanni Carboni è ripartito, già da settembre della scorsa stagione, dalla Kern Pharma, team professional spagnolo. Il corridore di Fano aveva trovato continuità in vista del 2023, pronto a ripartire. Non tutto però è andato nel verso giusto, Carboni dopo le prime gare tra Spagna e Oman, si trova in questi giorni sul Teide

Il calendario di Carboni è iniziato con la Valenciana, poi Tour of Oman e Gran Camino, tanti chilometri per crescere di condizione
Carboni ha iniziato con la Valenciana, poi Tour of Oman e Gran Camino, tanti chilometri per crescere di condizione

L’incidente

L’obiettivo era lavorare con la squadra in vista dei prossimi impegni, gli allenamenti però sono stati interrotti da un macchina, che nel parcheggio dell’hotel in cima al vulcano ha deciso di mandare a terra il povero Carboni.

«Per entrare nell’hotel c’è una strada secondaria – racconta – con dei parcheggi a sinistra. La vettura in questione si è fermata ed io ho pensato che stesse per svoltare a sinistra ed entrare nei parcheggi, così sono passato a destra. Il passeggero ha aperto inavvertitamente la portiera e io nell’evitarla sono finito a terra. Mi sono fatto una “bella” notte in ospedale venerdì, i medici pensavano mi fossi rotto la rotula, per fortuna si tratta solamente di un ematoma. In compenso mi sono ritrovato con sette punti in volto, non ho capito bene in che modo me li sono procurati.

«Il ginocchio sta meglio – prosegue – oggi (lunedì, ndr) il fisioterapista mi ha detto che possiamo iniziare con un po’ di riabilitazione. Meglio perché non mi sono rotto nulla, ma sicuramente una settimana di allenamento la perderò. Non il modo migliore per iniziare, anzi proseguire la stagione. Anche perché nel frattempo, in ospedale, mi sono preso un virus gastrointestinale. Dovevo rimanere in ritiro con la squadra fino al 17 marzo e dal 19 avrei ripreso a correre con focus sui Paesi Baschi e sul Tour of the Alps».

Arrivato sul Teide venerdì per allenarsi in vista dei prossimi impegni, il giorno stesso l’incidente che lo ha rallentato (foto Instagram)
Arrivato sul Teide venerdì per allenarsi in vista dei prossimi impegni, il giorno stesso l’incidente che lo ha rallentato (foto Instagram)

La nuova squadra

Nonostante questo non sia un momento propriamente roseo, parliamo volentieri con Carboni. L’intento è quello di sbirciare all’interno della professional spagnola. Un mondo che abbiamo avuto poche opportunità di vedere da dentro, il marchigiano sarà il nostro “infiltrato”. 

«Mi sono buttato in questa avventura – dice Carboniho trovato un ambiente piccolo, ma di grande umanità. E’ un team con una mentalità buona e con tanta professionalità. Mi trovo bene qui soprattutto per questo, capiscono il corridore e si lavora su tutti gli aspetti: dalla preparazione ai materiali. Le bici Giant sono le stesse usate dalla Jayco-AlUla, chiaramente il team WorldTour ha la priorità nella fornitura dei materiali ,ma a noi non manca nulla».

Il marchigiano è approdato alla Kern Pharma nel settembre del 2022
Il marchigiano è approdato alla Kern Pharma nel settembre del 2022

Culture simili

Spagna e Italia sono caratterizzate da culture e tratti sociali, simili. Le differenze, come logico che sia, ci sono e con Carboni proviamo ad addentrarci in queste.

«Come ambiente mi sembra davvero similare all’Italia su molti aspetti – parla Carboni – ci sono ovviamente delle differenze. Devi essere, in primo luogo, pronto ad imparare la lingua. Io ho iniziato a studiare spagnolo per capire meglio i compagni e tutto lo staff. Serve per entrare meglio nei meccanismi perché a volte rischi di rimanere fuori dai legami. Anche se gli spagnoli, per indole, sono molto inclusivi. All’interno dell’ambiente squadra non c’è stress, si guarda più alla prestazione che al risultato. In gara, non si corre con l’eccessiva foga che a volte ho trovato in Italia, si ha più testa.

«Sono stato molto in Spagna in questi primi mesi, più per esigenza del team, visto il calendario. Dopo il debutto alla Valenciana avevamo solo pochi giorni prima di partire per l’Oman, così sono rimasto lì. Allo stesso modo, prima di iniziare il Gran Camino ho alloggiato a Pamplona, dove c’è la sede del team. In Spagna ho notato una grande cultura della bici e più rispetto per il ciclista rispetto all’Italia. Il clima è simile a quello di casa, forse leggermente più caldo».

Calendario

Carboni, nonostante il momentaneo stop, ha corso molto in questo inizio di stagione. La Kern Pharma ha preso parte a molte corse, sia di prima che di seconda fascia. Un calendario pieno nonostante sia una professional.

«Personalmente – riprende – ho svolto solo gare a tappe, mi servivano per alzare i giri del motore in vista delle prossime. Anche se questo stop un po’ rimescolerà le carte in tavola, spero di riuscire a partecipare comunque a Paesi Baschi e Tour of the Alps. Nonostante la Kern Pharma sia una professional, ha comunque una buona programmazione, poi chiaramente ci sono delle corse alle quali dovremo attendere l’ufficialità dell’invito.

«La squadra però ha una grande considerazione, non solo in Spagna. ASO la vede di buon occhio ed è spesso invitata alle corse francesi, grazie a questo nella prima parte di stagione abbiamo fatto costantemente doppia attività. In più, come detto prima questo bel rapporto con ASO ci permette di prendere parte anche a gare importanti nelle Ardenne. Siccome la Kern Pharma è uno dei migliori team spagnoli, siamo sempre in lizza per partecipare alla Vuelta».

Carboni (secondo da sinistra) è l’unico italiano del team, si è messo a studiare lo spagnolo per entrare meglio nei meccanismi
Carboni (secondo da sinistra) è l’unico italiano del team, sta studiando lo spagnolo per interagire meglio con compagni e staff

Sponsor e team

I dettagli differiscono non poco da quello che siamo abituati a vedere, le parole di Carboni ce lo confermano. Tutto ciò passa anche dall’atteggiamento dei manager e dello sponsor stesso. 

«L’organizzazione è elevata – replica Carboni – ma non si guarda solo allo sport, ma anche alla persona. L’opinione del corridore viene presa in considerazione ed ha un peso. Ogni decisione è condivisa, un dettaglio fondamentale nel ciclismo, ma anche nello sport in generale. Negli ultimi anni lo stress è aumentato tanto, bisogna avere il piacere di fare determinate cose. Altrimenti, come si è visto, si fa sempre più fatica a fare il corridore.

Un esempio, da questo punto di vista, arriva dallo sponsor stesso: Kern Pharma. La prima volta che ho conosciuto l’amministratore delegato dell’azienda, nel presentare il nuovo anno ha voluto specificare che la prestazione conta, ma fino ad un certo punto. La sua vittoria sarebbe quella di vederci di nuovo tutti a gennaio 2024, questo vorrebbe dire che tutti si è stati validi, seri e si è fatto un anno all’altezza. Uno sponsor che parla in questi termini e non esclusivamente di vittoria mi ha sorpreso, in Italia non ero abituato di certo in questo modo. Da noi si parla solo di vincere, qui no e anche per questo sono contento della mia scelta».