Prudhomme a Roma: il Tour e le strategie di ASO

08.02.2023
6 min
Salva

Christian Prudhomme a Roma. Il direttore del Tour de France ha firmato l’accordo per la partenza della Grande Boucle dall’Italia nel 2024. Da Firenze le ormai note tappe toccheranno anche Bologna e Torino, prima di rientrare in Patria.

La bellezza straripante di Palazzo Farnese, ambasciata di Francia, ha catturato il patron del Tour stesso. Anche lui non è rimasto insensibile di fronte a tutto ciò. In effetti gli ingredienti per questo momento storico c’erano tutti: una mano tesa fra Italia e Francia, Roma che col sole indossa la sua veste più bella, mura storiche e il grande tema del ciclismo a fare da filo delle perline.

Le grand depart 2024

«Sarebbe stata una grossa incongruenza – dice Prudhomme – se il Tour non fosse partito dall’Italia. Anzi, mi chiedo come mai non sia accaduto prima. Dieci anni fa c’era stata l’occasione di Firenze. Rifiutammo a malincuore quella candidatura, ma giusto l’anno prima un inglese, Bradley Wiggins, aveva vinto il Tour e così partimmo da Londra.

«L’Italia è bellezza. Il ciclismo, il Tour uniscono. Questa cosa doveva accadere e per me è un onore. E’ un onore passare nelle terre di Bartali, di Pantani, di Coppi».

Rispetto a tante occasioni simili, le parole durante l’incontro istituzionale non sono state solo di circostanza. Tuttavia con il direttore del Tour abbiamo parlato anche di altro. Prudhomme è anche il direttore del settore ciclismo di Aso, la società che organizza il Tour e molti, moltissimi altri eventi. E il peso di Aso anche nei confronti dell’UCI è enorme.

L’Arctic Race (in Norvegia) è una delle gare di Aso al di fuori dei confini francesi. Indirettamente “supervisionano” delle gare anche in Africa
L’Arctic Race (in Norvegia) è una delle gare di Aso al di fuori dei confini francesi. Indirettamente “supervisionano” delle gare anche in Africa
Signor Prudhomme, Aso organizza molti grandi eventi oltre i confini di Francia. Tra donne e uomini si contano 132 giorni di gare professionistiche. Avete in ballo altri progetti?

Abbiamo sempre dei progetti. Ovviamente tutto ruota intorno al Tour de France. Ho menzionato prima (nella presentazione, ndr) il legame tra il ciclismo di tutti i giorni e il ciclismo dei campioni, il ciclismo degli amatori… ogni aspetto è per noi un importante elemento di sviluppo. Parlavate di gare professionistiche, ma oggi abbiamo quasi 30 ciclosportive (eventi amatoriali, ndr) certificati. Abbiamo eventi in Australia, in Messico, in Canada, negli Stati Uniti, in tutto il mondo. Solo l’Etape du Tour vede al via 16.000 persone. Stiamo sviluppando questo modello accanto alle gare dei pro’ in altri 25 Paesi.

Perché?

Perché vogliamo incoraggiare le persone a praticare il ciclismo e vogliamo farlo sotto l’etichetta del Tour de France. Perché è da qui che la gente si avvicina al ciclismo e lo si promuove in tutto il mondo. Al di là della competizione, la bicicletta è qualcosa di molto, molto importante oggi nel nostro mondo. La bicicletta è l’anello di congiunzione tra la mobilità, la bici di tutti i giorni, e la bicicletta dei campioni. Vogliamo intensificare questo legame.

Tour de France Femmes 2022, un vero successo… Presentata già l’edizione 2023. Un progetto chiaro e definito
Tour de France Femmes 2022, un vero successo… Presentata già l’edizione 2023. Un progetto chiaro e definito
La vostra politica vede scorrere quasi parallelamente il ciclismo maschile e quello delle donne. Un paio di anni fa è stato rotto l’ultimo tabù: la Roubaix. Come mai ci avete creduto più degli altri?

Quando abbiamo rilanciato il Tour de France Femme avec Zwift, ci siamo detti che volevamo creare un evento di lunga durata, che sarebbe stato ancora vivo tra 50 anni, come il Giro, come il Tour… Ci sono stati molti duelli tra Jeannie Longo e Maria Canins negli anni ’80: esistevano, erano reali. Solo che purtroppo, per motivi economici, la manifestazione si è interrotta e tutti gli eventi successivi in Francia alla fine si sono tutti fermati per motivi economici. Così abbiamo voluto un evento equilibrato il primo anno. Un evento che fosse impattante per il futuro. Ma perché lo fosse, l’aspetto economico è fondamentale ovviamente.

E quanto è ancora grande la differenza d’impatto economico tra i due mondi?

La differenza è ancora notevole.

Siete partiti molto forte con le donne. Si è visto anche dallo sforzo mediatico (sociale e soprattutto tv), da come avete presentato l’evento: le schede delle tappe, le info sulle atlete, i vari approfondimenti di contorno, le dirette…

E’ stata incredibile la candidatura delle città. Lo abbiamo visto dopo la prima edizione: è stato un successo strepitoso. Non ci aspettavamo così tante persone a bordo strada. Non ci aspettavamo così tante persone davanti alla televisione. Ma dobbiamo continuare. Dobbiamo andare oltre. E questo significa anche affrontare le difficoltà. Per esempio nel 2024 ci saranno le Olimpiadi. I campioni vanno alle Olimpiadi sulla scia del Tour de France e così dobbiamo cambiare data. La scorsa volta uno dei successi è stato che i Giochi sono diventati una “quarta settimana”. Dopo la pandemia c’è stata la prima edizione femminile della Parigi-Roubaix ed anche quella è stata un successo oltre la difficoltà.

A La Toussuire, arrivo sia del Tour che del Delfinato, l’elenco dei vincitori. Una cultura sportiva d’insieme si costruisce anche così
A La Toussuire, arrivo sia del Tour che del Delfinato, l’elenco dei vincitori. Una cultura sportiva d’insieme si costruisce anche così
In Francia siete riusciti a “fare sistema” e in questo discorso rientra anche l’aiuto alle squadre francesi. Da sempre avete teso la mano ai vostri team professional. Quanto è grande il vostro aiuto per loro e quanto loro danno al Tour?

Le tre settimane del Tour de France incidono per circa il 57% delle ricadute economiche globali di un anno di ciclismo. Quindi è ovviamente un capitale per le squadre. Forte di questo impatto (e di circa 1,2 miliardi di spettatori al giorno, ndr) durante le tre settimane, i team possono fare parlare di sé, possono mettersi in mostra e così possono trovare sponsor per gli anni successivi, possono programmare. Va da sé che tutto ciò è importante per i team, ma è importante anche per noi.

Il Tour de France aiuta economicamente il Tour de l’Avenir?

Noi possediamo l’Avenir, abbiamo delegato ad altri la sua organizzazione, ma il gruppo Amaury (ASO, Amaury Sport Organization, ndr) possiede ancora questa corsa. Stanziamo 150.000 euro ogni anno, più auto e strutture varie per la sua organizzazione. Il delegato alla sua organizzazione è Philippe Folliot che è anche il responsabile del Tour de l’Ain. Lui è un ottimo organizzatore. In qualche modo appartiene al gruppo Amaury.

Una parte della carovana del Tour (e i suoi gadget) non mancano al Tour de l’Avenir (foto @anoukflesch)
Una parte della carovana del Tour (e i suoi gadget) non mancano al Tour de l’Avenir (foto @anoukflesch)
Quindi fate sistema! Cosa manca per lei al ciclismo italiano per fare sistema? Per farlo ad un livello così alto?

Io non lo so! L’Italia è un grande Paese del ciclismo e ha posti fantastici (mentre con le mani indica Palazzo Farnese, ndr). Poi va detto che forse più di altri voi seguite i campioni. Ne arriva uno e all’improvviso ha un grande seguito. La  forza del campione è avere un seguito… Quindi, sinceramente, non so cosa manchi in Italia. Se voi invece avete una ricetta per come far vincere il Tour de France a un francese, l’ascolto con interesse! Non abbiamo lezioni da dare all’Italia. 

Per esempio lei, signor Prudhomme, ha citato campioni e campionesse: non è così scontato per noi. E’ un bel cambio di mentalità…

Una delle più grandi atlete di Francia in assoluto è Jeannie Longo. Tutte le persone che hanno 40 anni e oltre sanno chi è la Longo, lei è andata oltre. Per dire l’importanza che hanno i campioni… e le campionesse.