E Thomas? «Adesso è in tabella»: parola di Tosatto

06.04.2023
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Geraint Thomas è partito un po’ in sordina in questa stagione. O almeno si è visto poco e l’inglese, per la terza volta nella sua carriera punta deciso al Giro d’Italia. Tuttavia rispetto ai suoi grandi rivali da Evenepoel a Roglic, da Almeida a Vlasov, si è visto meno.

Ha anche evitato i maggiori confronti di Parigi-Nizza o Tirreno-Adriatico. Eppure il corridore della Ineos Grenadiers sembra sereno e tranquillo. E a confermare questa sensazione è Matteo Tosatto, direttore sportivo della maglia gialla 2018.

Matteo Tosatto (classe 1974) è sull’ammiraglia dal 2017
Matteo Tosatto (classe 1974) è sull’ammiraglia dal 2017
Matteo, Thomas si è visto poco in questa prima parte di stagione: come mai?

In realtà aveva iniziato presto, al Down Under e il suo programma prevedeva anche Algarve e Tirreno-Adriatico, ma di ritorno dalla trasferta australiana si è ammalato, malanni di stagione. Ma di questi tempi meglio evitare, altrimenti si rischia di contagiare anche i compagni. E poi oggi andare a correre se non si è al meglio è controproducente. A quel punto abbiamo cambiato i programmi e lo abbiamo dirottato sul Catalunya.

Anche se non ha brillato…

Non ha brillato, ma lo sapevamo. Anzi, l’idea era proprio quella di correre, ma senza fare dei mega fuorigiri. Sapevamo che avrebbe fatto fatica. Si è messo a disposizione dei compagni. Terminato il Catalunya, Geraint ha fatto due, tre giorni di scarico e poi è andato in altura.

E lo abbiamo visto sereno lassù. Tra l’altro è a Sierra Nevada, ed è la prima volta per lui…

Sì, è la prima volta che va lassù. Avevamo chiesto per il Teide, ma c’erano un po’ di problemi con le camere. E’ tutto pieno, un po’ di caos. E siccome altri dei nostri (e non solo dei nostri) erano già andati a Sierra Nevada e si erano trovati bene, abbiamo deciso di cambiare. 

E come sta andando lassù?

Bene. L’importante è che Thomas lavori con costanza, che porti a casa dei buoni blocchi e volumi di lavoro in vista del Tour of the Alps e soprattutto del Giro d’Italia.

Un selfie di Thomas in altura a Sierra Nevada con i compagni del “gruppo Giro” (foto Instagram)
Un selfie di Thomas in altura a Sierra Nevada con i compagni del “gruppo Giro” (foto Instagram)
Questo per lui è l’ultimo anno, un po’ come abbiamo “indagato” per Sagan, non è che le motivazioni vengano un po’ meno?

Non è certo che sia l’ultimo anno. Thomas ha detto: «Potrebbe essere l’ultimo anno». Quindi non si sa ancora. Io lo vedo e lo sento motivato. Sta lavorando bene, con serietà… Okay, se avesse fatto la Tirreno sarebbe stato un pelo meglio sotto ogni punto di vista, ma alla fine abbiamo sostituito la corsa dei due mari con il Catalunya, che come si è visto non è stata una corsetta!

Riguardo al Giro, farete dei sopralluoghi? Magari per le tappe delle crono?

Io sì, qualche tappa l’ho vista. Il percorso del Giro Thomas lo ha visto questo inverno su carta, lo ha studiato, ha le tappe e ha detto che gli piace e sa bene che ci sono molte insidie. Per quanto riguarda le crono in realtà, quelle vere, sono due in quanto la terza è una cronoscalata durissima. Forse faremmo un sopralluogo proprio per la crono del Lussari dopo il Tour of the Alps.

A proposito do insidie, per Thomas il Giro non è super fortunato: travolto da una moto nel 2017 e caduto su una borraccia nel 2020…

Eh, in effetti non ha dei super ricordi, ma bisogna guardare avanti, non farsi influenzare e magari sfatare questo tabù. No, no… Geraint è contento di venire al Giro, di correre in Italia, gli fa piacere gareggiare da noi. L’importante è fare un buon Giro, di arrivarci bene e senza malanni.

Thomas (classe 1986) al Down Under. Arriverà al Giro con soli 18 giorni di corsa
Thomas (classe 1986) al Down Under. Arriverà al Giro con soli 18 giorni di corsa
Al Giro avrete due capitani: Thomas, appunto, e Geoghegan Hart: come sta Tao? E come condivideranno questo ruolo di leader?

Anche Tao sta molto bene. Ha mostrato di andare forte ad inizio stagione e finalmente non ha avuto nessun intoppo invernale. Ha vinto una tappa alla Ruta de Sol e fatto bene anche alla Tirreno. Ci era anche venuta in mente l’idea di sfruttare la Tirreno, appunto, per fare bene al Catalunya, poi abbiamo preferito restare fedeli al programma originario e lavorare bene in ottica Giro.

E quindi come convivranno al Giro?

Non si pesteranno i piedi. Sono due atleti intelligenti e con un Giro così duro e con quegli avversari che ci sono, avere più carte da giocare può essere un bene. Insomma, non è un mistero che Roglic ed Evenepoel siano i favoriti e noi dovremmo essere bravi a cogliere l’occasione quando capiterà e avere due atleti di punta potrebbe giocare a nostro favore.

Quindi siete contenti, anche se nel complesso prima del Giro avrà corso poco (18 giorni di gara compreso il TOTA, ndr)?

Sì, sì. L’ho sentito proprio qualche giorno fa. E’ super felice del gruppo di Sierra Nevada, adesso procede tutto secondo programma. E’ in tabella con la condizione. Sta lavorando bene. Alternare la giusta dose di corse, di lavoro e di recupero per lui che non è più un ragazzino ed è anche un diesel sono ideali.