Il suo contratto è in scadenza al termine di questa stagione. Per Matteo Fabbro la Bora Hansgrohe ha rappresentato una svolta nella carriera che lo ha portato al ciclismo WorldTour al fianco di campioni e con responsabilità mai banali. L’anno scorso, complice una bronchite arrivata in un momento delicato, subito dopo la Tirreno-Adriatico, non è riuscito a disputare corse al livello delle sue aspettative. Il 27enne friulano nel 2020 e 2021 ha dimostrato di essere un ottimo gregario con anche tanto margine di crescita personale.
In cerca del giusto spazio per cogliere l’occasione giusta, viene da sé che il 2023 sarà un anno spartiacque sia per l’età che per la sua carriera. Così Matteo ha accettato di darci qualche spunto e aspettativa sulla stagione alle porte.
Sei già stato al caldo per il ritiro invernale?
Sì, abbiamo fatto un ritiro a dicembre a Mallorca e a gennaio siamo liberi. Io andrò per conto mio a Gran Canaria e poi andrò diretto alla Volta a la Comunitat Valenciana il 1° febbraio.
Come sta andando la preparazione?
Buone sensazioni, tutto nella norma. Abbiamo affrontato una preparazione diversa dall’anno scorso perché nel 2022 era più incentrata sul Giro d’Italia. Quest’anno mi preparo lo stesso per il Giro, ma sto cercando di avere un po’ più spazio nelle corse prima e quindi farmi trovare pronto.
Quali obiettivi ti ha indicato la squadra?
Essere di supporto al Giro per Vlasov e, se ci sarà l’opportunità, di giocare le mie carte magari con attacchi da lontano oppure su alcune tappe diciamo che mi lasceranno un po’ più di libertà. Siamo i vincitori uscenti con Hindley quindi avremo gli occhi puntati addosso. Ci ripresentiamo con una squadra forte, ma riconfermarsi non è mai facile. Vedremo a ridosso quale sarà la condizione. A me basta non ammalarmi prima e dover dare forfait come ho dovuto fare l’anno scorso a causa della broncopolmonite dopo la Tirreno-Adriatico.
Per questo il tuo 2022 non ha brillato?
E’ stato un brutto anno. Ho fatto uno stop di tre settimane post Tirreno appunto senza toccare la bici. Una battuta d’arresto così lunga in quel periodo è cruciale per tutta la stagione. Infatti ho iniziato ad avere buone sensazioni e andare forte a fine 2022 come al Lombardia, ma ormai le occasioni erano sfumate.
Quali sono i tuoi appuntamenti importanti del 2023?
Dovrei fare Giro e Vuelta, però manca ancora tanto, le variabili sono infinite, quindi mi pongo degli obiettivi più vicini che sono andare forte al Giro e al Catalunya.
Quindi al giro sarete presenti con altre punte?
Hindley non difenderà la maglia rosa, ma ci saranno Vlasov e Kamna che punteranno alla classifica. Noi saremo tutti di supporto e qualora ci fosse l’occasione saremo pronti a giocarci le nostre carte.
Ti sei già fatto un’idea dei percorsi?
Quello della Vuelta non è un brutto percorso, ma secondo me il Giro è ancora più duro. Penso che sarà simile a quello del 2020. Ci sono tappe lunghe e specialmente l’ultima settimana non perdonerà. Specialmente quello che verrà sprecato nella prima parte, si pagherà alla fine. Ci sono due crono da non sottovalutare. Sulla carta è a mio avviso più impegnativo del 2022.
Il tuo contratto scadrà a fine stagione, come vivi questa situazione?
Sicuramente da una parte è uno stimolo. Io sono motivato a riscattarmi dalla stagione scorsa penalizzata dagli infortuni e vicende varie. Ho passato un anno a rincorrere la condizione e sicuramente proverò a farmi vedere nella prima parte. Non farò a malincuore la Tirreno, perché è una corsa cui tengo particolarmente. Però sarò al Catalunya e vedendo il percorso, non è semplice nemmeno quello.
Tornando alla tua preparazione, hai fatto modifiche durante l’inverno?
Ho modificato un po’ la posizione in ritiro e mi sono arretrato leggermente. Poi sono passato al manubrio aero della Roval, perché quello che usavo era un modello precedente.
Come mai questo arretramento?
Mi sentivo un po’ scomodo. La mia sensazione era quella di non riuscire a chiudermi specialmente quando mettevo le mani basse. Da quando ho iniziato a pedalare questo inverno in ritiro, con i tecnici Specialized abbiamo deciso di fare questa piccola modifica.
Sono cambiamenti di posizione naturali o è dovuto ad altro?
Ero molto estremo prima, al limite in avanti. Un altro elemento che ha forse inciso è l’aver cambiato le scarpe. Avevo le S-Works ed essendo andate fuori produzione da quest’anno sono passato alle Ares. Siamo arrivati a questa conclusione. Ogni tanto ci sta fare qualche piccolo cambiamento. Poi si parla di millimetri, finezze che a livello mentale rappresentano accortezze che possono aiutare.